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Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 1 febbraio 2006 - Bruxelles Edizione GU

16. Interventi di un minuto su questioni di rilevanza politica
Processo verbale
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  Presidente. – La seduta riprende con gli interventi di un minuto su questioni di rilevanza politica.

 
  
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  James Nicholson (PPE-DE).(EN) Signor Presidente, vorrei richiamare l’attenzione dell’Assemblea su una notizia riportata questa settimana secondo cui tre delle maggiori compagnie petrolifere del mondo non possiedono più direttamente le proprie stazioni di rifornimento di benzina nell’Irlanda del Nord. La cessione di tali stazioni sarebbe dovuta ai continui problemi di contrabbando e riciclaggio di benzina.

L’anno scorso il Parlamento ha condannato con estrema fermezza il Sinn Féin, ossia l’IRA, per le sue continue attività criminali. E’ ovvio che le decine di milioni di sterline che si calcola vengano ricavate ogni anno dal commercio illegale di benzina riciclata sono sufficienti a far sì che i rappresentanti politici restino indifferenti a tali critiche. L’ottava relazione della Independent Monitoring Commission pubblicata oggi afferma che i membri dell’IRA continuano a essere ancora ampiamente coinvolti nel contrabbando di benzina, e che il livello di contrabbando è rimasto pressoché costante. Questo è tutto per quanto riguarda la pretesa del Sinn Féin di essere un partito politico normale.

E’ spaventoso pensare che nel 2006, in un’Unione europea che si vanta del suo impegno nei confronti del libero scambio e della libera circolazione, uno Stato membro possa essere afflitto da un’organizzazione così perversa che neppure le maggiori compagnie petrolifere del mondo riescono a sopravvivere alla sua minaccia. Confido che il Parlamento continui a condannare coloro che non condividono il nostro impegno nei confronti delle libertà fondamentali.

 
  
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  Marianne Mikko (PSE).(ET) Signor Presidente, onorevoli colleghi, in qualità di socialdemocratica proveniente da uno dei nuovi Stati membri, ossia l’Estonia, continuo a essere preoccupata riguardo alla diffusione e al consolidamento del doppiopesismo nell’Unione europea.

Lo scorso lunedì è entrata in vigore una direttiva relativa ai cittadini di paesi terzi, creando una situazione assurda in cui i cittadini dei nuovi Stati membri non sono neppure cittadini di seconda classe nel mercato del lavoro. Le circostanze hanno contribuito a rendere possibile una situazione in cui il mercato del lavoro dell’Unione europea è aperto ai cittadini di alcuni paesi terzi, ma non ai cittadini di altri paesi terzi che soddisfano gli stessi requisiti. Mi chiedo tuttavia da chi difendiamo chi nell’Unione europea a 25 Stati membri.

Ho già chiesto al ministro dell’Economia e del Lavoro Martin Bartenstein una spiegazione sui tempi entro i quali possiamo aspettarci di vedere i risultati dell’attività dell’Austria, in quanto paese di turno della Presidenza dell’Unione europea, per quanto riguarda l’apertura del mercato del lavoro. Lo scorso mercoledì il ministro non è stato in grado di dare una risposta diretta alla mia domanda. Vorrei far presente che le questioni relative all’apertura del mercato del lavoro resteranno una delle mie priorità. La libera circolazione delle persone è una delle quattro principali libertà dell’Unione europea. L’impedimento dell’esercizio di tale libertà può essere approvato solo in casi eccezionali.

 
  
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  Danutė Budreikaitė (ALDE).(LT) Il cosiddetto scandalo spionistico di Mosca ha dimostrato le vere intenzioni del Cremlino di eliminare le organizzazioni della società civile in Russia e nei paesi dell’ex blocco sovietico.

Approfittando della dipendenza dei paesi europei dall’energia russa e usando la fornitura di energia per esercitare pressioni, la Russia sta destinando sempre più fondi a campagne di natura manifestamente propagandistica.

Nei paesi dell’Europa orientale, queste campagne sono dirette soprattutto contro organizzazioni non governative, in particolare le fondazioni finanziate da George Soros, allo scopo di minare la fiducia della società nelle istituzioni che diffondono i valori occidentali e di mantenere la società nella sfera di influenza culturale e politica della Russia. L’Unione europea dovrebbe essere più attiva nella promozione dei processi democratici nella zona postsovietica e nei paesi orientali suoi vicini, dovrebbe esprimere la sua opinione sulla propaganda antioccidentale e non dovrebbe applicare due pesi e due misure nei confronti della Russia sulla base del presupposto di una dipendenza dall’energia russa.

 
  
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  Pedro Guerreiro (GUE/NGL).(PT) Le organizzazioni che rappresentano i lavoratori del settore delle apparecchiature elettriche ed elettroniche in Portogallo hanno segnalato che negli ultimi tre anni più di 8 000 persone sono state licenziate dalle multinazionali operanti nel settore, quali Lear, Vishay, Philips, Yazaky Saltano, Alcoa Fujikura e Delphi, con la conseguenza di gravi riduzioni dei livelli di occupazione. La situazione è destinata a peggiorare se verrà dato effettivo seguito alle minacce di ordinare i prodotti altrove e di delocalizzare le attività delle multinazionali. Le delocalizzazioni hanno già causato la perdita di oltre 6 000 posti di lavoro.

In questo contesto, le multinazionali sono arrivate al punto di ricattare i lavoratori, svalutando tra l’altro le retribuzioni e rendendo più flessibili gli orari di lavoro e più precarie le condizioni di lavoro. Devono essere attuate le misure da tempo definite per porre fine a questa corsa al massimo profitto e al massimo sfruttamento, che ha scarso riguardo per le ripercussioni sociali e che talvolta viene inspiegabilmente sostenuta con risorse finanziarie comunitarie.

 
  
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  Urszula Krupa (IND/DEM).(PL) Signor Presidente, i mezzi d’informazione dell’intera Unione europea hanno dipinto il governo e il Primo Ministro polacchi come personaggi di una commedia; vorrei pertanto esprimere la mia protesta per l’immagine che ne hanno dato. Anche la rivista European Voice si è abbassata a questo livello nella sua ultima edizione. Le forze del liberismo si rifiutano di accettare la volontà di una nazione che ha votato in libere elezioni affidando il potere a cattolici per i quali Dio, verità e bontà sono più importanti del libero mercato. Ciononostante, i nostri nuovi dirigenti vengono perseguitati e criticati dai liberali sui mezzi d’informazione.

Anche la democrazia viene utilizzata come una cortina di fumo per offuscare il terrorismo mediatico attualmente perpetrato nella più totale impunità in Polonia. L’obiettivo è il sacerdote che è a capo dell’emittente radiofonica Radio Maryja, che conta milioni di ascoltatori nel paese. La stampa liberale ha pubblicato negli ultimi otto anni almeno diciottomila articoli offensivi. Viene da chiedersi per quale motivo le agenzie dell’Unione, il cui scopo è difendere la democrazia, i diritti umani e le libertà fondamentali e lottare contro l’intolleranza, reagiscono solo ad alcuni tipi di violazioni dei diritti umani, chiudendo occhi e orecchie quando ad essere interessati sono i cattolici. In realtà, tali agenzie sono simili nel comportamento a quelle sezioni dei mezzi d’informazione che si oppongono ai valori tradizionali. Vorrei rammentare all’Assemblea che una democrazia non basata sulla verità è destinata inevitabilmente a diventare una dittatura basata sul relativismo.

 
  
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  Ryszard Czarnecki (NI).(PL) Signor Presidente, i mezzi d’informazione polacchi hanno annunciato che l’Unione europea ha deciso di non erogare risorse a titolo del Fondo di coesione per la costruzione del serbatoio di prevenzione delle inondazioni di Racibórz Dolny sul fiume Oder. I residenti del bacino idrografico dell’Oder sono stati profondamente delusi da questa notizia e hanno perso molta della fiducia che nutrivano nelle Istituzioni europee.

Nel luglio 1997 nel bacino idrografico dell’Oder si verificò una disastrosa inondazione che causò la morte di cinquantaquattro persone e danni materiali per un importo totale di quasi 5 miliardi di euro. Il governo polacco si è impegnato immediatamente a ricostruire le zone colpite. Nonostante le enormi difficoltà finanziarie della Polonia, il programma per la costruzione di barriere di prevenzione delle inondazioni è stato portato avanti con costanza ed efficacia. Sono stati ricostruiti più di mille chilometri di tali barriere e la pianura alluvionale è stata aumentata di oltre 150 milioni di metri quadrati. Nel corso di tutto il programma il mio paese ha collaborato in stretto rapporto con i paesi vicini, in particolare Germania e Repubblica ceca.

Nella regione transfrontaliera del bacino idrografico dell’Oder la Polonia soddisfa gli obblighi di adesione per quanto riguarda le disposizioni della direttiva quadro in materia di acque. Vorrei pertanto chiedere quali sono i motivi per cui alla Polonia non sono stati concessi aiuti finanziari per questo progetto e sapere se è possibile mettere rapidamente a disposizione risorse del Fondo di coesione a tale scopo.

 
  
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  Milan Gal’a (PPE-DE).(SK) Vorrei ringraziare tutti voi per aver espresso solidarietà e cordoglio per il tragico evento che ha sconvolto i cittadini slovacchi due settimane fa. Come tutti voi sapete, il 19 gennaio è precipitato un aereo militare slovacco che trasportava 43 passeggeri tra soldati e personale militare. Purtroppo solo una persona è sopravvissuta al disastro.

L’aereo arrivava da Priština, in Kosovo, dove soldati slovacchi e altre truppe della comunità internazionale partecipano alla missione di pace della NATO. Per la Slovacchia il 23 gennaio è stata una giornata di lutto nazionale.

Vorrei ringraziare il Presidente del Parlamento europeo per aver deciso quello stesso giorno di ordinare che la bandiera nazionale della Repubblica slovacca venisse esposta a mezz’asta davanti all’edificio del Parlamento. Queste espressioni di solidarietà hanno un grande significato per il popolo slovacco. Non si è trattato solo della perdita di militari professionisti di alto livello, ma anche di giovani all’inizio della carriera e di singole vite, di figli e mariti nonché padri di 36 orfani affranti. Che riposino in pace.

 
  
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  Csaba Sándor Tabajdi (PSE).(HU) Nel corso del Forum economico mondiale di Davos, il Primo Ministro francese Dominique de Villepin ha dato la colpa dei mali dell’Europa all’allargamento. Secondo il Primo Ministro francese, il processo decisionale è diventato più difficile a seguito dell’adesione dei dieci nuovi Stati membri e l’accettazione dei paesi dell’Europa orientale è spesso stata considerata nella metà occidentale del continente un onere finanziario eccessivamente gravoso. La dichiarazione del Primo Ministro de Villepin è oltraggiosa e inaccettabile. Sembra che il Primo Ministro della Francia, paese fondatore dell’Unione europea, non sia neppure a conoscenza dei processi fondamentali. La crisi dell’Unione europea, che in effetti è in una situazione di difficoltà, non è stata causata dai nuovi Stati membri, anzi. L’allargamento costa a ciascun cittadino dei vecchi Stati membri 20 euro all’anno; tenuto conto di questo, l’osservazione del Primo Ministro de Villepin secondo cui l’onere finanziario è eccessivo è incomprensibile. Inoltre, la stagnazione economica in Francia è iniziata alla metà degli anni ’90. E’ deplorevole che il Presidente Borrell, che era presente in quell’occasione, non abbia difeso i nuovi Stati membri.

(FR) Non dovremmo essere i capri espiatori dell’attuale crisi della Francia.

 
  
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  Gerard Batten (IND/DEM).(EN) Signor Presidente, di recente la stampa britannica ha riferito di una conferenza svoltasi a Salisburgo e organizzata dalla Presidenza austriaca. A quanto pare lo scopo era discutere in quale modo l’Europa potrebbe rilanciare il dialogo con i suoi cittadini. Per puro caso questo evento è coinciso pressappoco con il duecentocinquantesimo anniversario della nascita dell’immortale e glorioso Wolfgang Amadeus Mozart, che nel corso di tale conferenza è stato presentato come una specie di federalista protoeuropeo, per il solo fatto che nella sua breve carriera aveva viaggiato molto in tutta Europa.

Quali erano tuttavia le opinioni politiche di Mozart, ammesso che ne avesse? Nell’apprendere la notizia della liberazione di Gibilterra da parte della Gran Bretagna e della vittoria sulla marina francese a Trincomalee, egli scrisse a suo padre Leopold: “Mi è giunta voce delle vittorie inglesi e anch’io ne sono molto lieto, in quanto, come tu sai, sono inglese nel modo più assoluto”. La Presidenza austriaca sapeva che stava celebrando l’anniversario della nascita di una persona che si autodefiniva inglese?

 
  
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  James Hugh Allister (NI).(EN) Signor Presidente, lo scorso venerdì l’Irlanda del Nord ha subito il doppio colpo della perdita di due stabilimenti a causa dell’incapacità di competere con i prodotti d’importazione a basso costo. Si tratta di Farm-Fed Chickens, uno stabilimento di produzione di carni avicole di vecchia data situato a Coleraine, che ha annunciato la sua chiusura con la perdita di 350 posti di lavoro, e di Barber Threads di Lisburn, che ha subito una sorte analoga, questa volta nel settore del tessile, con la perdita di 85 posti di lavoro.

I prodotti d’importazione a basso costo costituiscono attualmente un flagello per i settori della produzione e della trasformazione dell’Unione europea. A giudicare dall’atteggiamento del Commissario Mandelson nell’ambito dell’OMC, sembra che la Commissione voglia accelerare ulteriormente il passo lungo questa strada che porta alla distruzione. Nel nome di coloro che vengono privati del loro lavoro in tutta Europa, chiedo che venga radicalmente riesaminato il nostro atteggiamento nei confronti dei prodotti d’importazione a basso costo, in modo da prestare la debita attenzione alle conseguenze economiche e sociali.

Non possiamo consentire che continui l’emorragia di posti di lavoro a livello locale a causa di quello che è un dogma davvero inaccettabile.

 
  
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  Lidia Joanna Geringer de Oedenberg (PSE).(PL) Signor Presidente, sono lieta che a dicembre il Consiglio abbia finalmente raggiunto un compromesso sulle future prospettive finanziarie. Ritengo tuttavia che il cosiddetto metodo dei “regali del Nuovo anno” applicato dalla Presidenza britannica sia irresponsabile e non favorisca la politica di coesione europea, senza contare inoltre che le drastiche riduzioni della spesa per i Fondi strutturali non contribuiscono di certo a costruire un’Europa della solidarietà. Si nutrono preoccupazioni anche per quanto riguarda la mancanza di chiari criteri per le modalità di utilizzo del futuro fondo di riserva delle risorse inutilizzate del Fondo di coesione. Ritengo che la probabile conseguenza sarà che l’Europa, anziché essere rafforzata, diventerà sempre più divisa.

E’ trascorso il primo mese della Presidenza austriaca e il nuovo Consiglio dovrebbe ormai essere pronto a impegnarsi in discussioni specifiche con il Parlamento. Nel frattempo, la mancanza di un mandato negoziale ci ha indubbiamente fatto capire che il tempo è denaro. Più dovremo aspettare un compromesso, più è probabile che si verifichino ritardi nell’attuazione dei nuovi programmi, soprattutto di quelli legati alla politica strutturale in un’Europa allargata.

 
  
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  Ilda Figueiredo (GUE/NGL).(PT) Negli ultimi due giorni si è discusso della strategia di Lisbona e della sua revisione. Si tratta di un argomento della massima importanza. I deputati dei parlamenti nazionali hanno partecipato al dibattito, che senza dubbio ha richiamato l’attenzione sulla situazione locale negli Stati membri.

Adesso la Commissione e il Consiglio devono tener conto entrambi della situazione in ciascuno degli Stati membri, dove la disoccupazione è in aumento e restano elevati livelli di povertà e di esclusione sociale; sarà così possibile conseguire gli obiettivi annunciati sei anni fa al Vertice di Lisbona. E’ anche indispensabile un radicale cambiamento rispetto alle politiche neoliberali di privatizzazioni e liberalizzazioni e alla proposta di direttiva Bolkestein, in modo da poter migliorare le condizioni socioeconomiche e realizzare effettivamente nell’Unione europea una maggiore coesione economica e sociale.

 
  
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  Presidente. – Con questo si concludono gli interventi di un minuto su questioni di rilevanza politica.

 
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