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Procedura : 2005/2086(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A6-0390/2005

Testi presentati :

A6-0390/2005

Discussioni :

PV 01/02/2006 - 19
CRE 01/02/2006 - 19

Votazioni :

PV 02/02/2006 - 8.7
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P6_TA(2006)0040

Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 1 febbraio 2006 - Bruxelles Edizione GU

19. Applicazione della direttiva postale
Processo verbale
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  Presidente. L’ordine del giorno reca la relazione (A6-0390/2005), presentata dall’onorevole Ferber a nome della commissione per i trasporti e il turismo, sull’applicazione della direttiva postale (direttiva 97/67/CE, modificata dalla direttiva 2002/39/CE) [2005/2086(INI)].

 
  
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  Markus Ferber (PPE-DE), relatore. – (DE) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, innanzi tutto desidero ringraziare la Commissione per avere elaborato una relazione molto ambiziosa sull’applicazione della direttiva postale, oggetto del dibattito di oggi e del voto di domani al Parlamento europeo.

Con molta chiarezza si è capito – come anche affermato nella risoluzione da noi adottata nella commissione per i trasporti e il turismo – che il cammino iniziato nel 1992 con il Libro verde sullo sviluppo dei servizi postali nell’Unione europea è proseguito, sino a oggi, senza ostacoli. Siamo riusciti a raggiungere un compromesso tra la fornitura di servizi postali efficienti e di elevata qualità e la crescente concorrenza del settore, due obiettivi sostanzialmente contradditori. Questo, ovviamente, è l’obiettivo che ci poniamo per il 2006, se vogliamo anche tenere fede agli obblighi previsti dalla direttiva postale esistente. Sono felice, signor Commissario, che la Commissione abbia proposto un calendario molto ambizioso, che lo studio analitico previsto dalla direttiva sia stato commissionato e che, in base ai suoi risultati, saremo in grado di prendere ulteriori decisioni.

Ovviamente non possiamo accontentarci dei risultati raggiunti: dobbiamo garantire il completamento del mercato interno anche in questo settore. Il mercato postale, però, non è uguale a quello delle telecomunicazioni, né a quello dell’elettricità o del gas. Ecco perché dobbiamo valutare meglio come conseguire ulteriori progressi. Nella relazione abbiamo cercato di porre una serie di domande alle quali, ovviamente, gradiremmo avere delle risposte, signor Commissario, quando presenterete gli studi previsti per quest’anno, fornendoci gli strumenti necessari per prendere decisioni.

La domanda è: come garantire il funzionamento dei servizi postali in tutta l’Unione europea, non solo nelle grandi città, nella contea di Londra, nella valle della Ruhr, a Berlino, Madrid o Roma, ma anche in tutte le regioni dell’UE? Come garantire stabilmente la qualità elevata che ora abbiamo persino nelle regioni transfrontaliere, e come farlo in un settore che – come afferma anche la comunicazione della Commissione – è in continua crescita? Ricordo ancora i dibattiti in Aula quando si pensava che i servizi postali sarebbero comunque scomparsi, perché potevamo usare fax e posta elettronica. I servizi postali sono un settore in crescita: come mobilitare le forze di mercato per sviluppare nuovi prodotti e creare più posti di lavoro in questo comparto?

Sono interrogativi su cui, nel corso dell’anno, la nostra commissione si aspetta risposte dalla Commissione europea. Sono interrogativi che abbiamo incluso in questa relazione.

Se quest’anno riusciremo a lavorare insieme con impegno – la Commissione e il Parlamento europeo con il contributo, successivamente, del Consiglio, che al momento non è molto coinvolto – allora riusciremo a procedere in questo settore che, alla fin fine, si dimostrerà all’altezza di tutte queste aspettative.

Sono molto grato a tutti i colleghi che hanno lavorato con tanto impegno su questo tema. I servizi postali riguardano tutti noi: in ogni circoscrizione elettorale ci sono molti clienti, molti uffici postali e centri di smistamento, in alcuni casi gestiti da fornitori di servizi postali. Per questo motivo i dibattiti in sede di commissione e in plenaria sono sempre molto accesi. Ringrazio di cuore tutti coloro che mi hanno aiutato a elaborare questa relazione. Vorrei inoltre essere molto chiaro: a un relatore fa sempre piacere quando vengono presentati solo alcuni emendamenti. Il gruppo del Partito popolare europeo (Democratici cristiani) e dei Democratici europei ha presentato un emendamento che, sicuramente, contribuisce a meglio formulare un punto che non era risultato molto chiaro dopo il voto in commissione. Spero che riscuota ampio consenso. In questo modo avremo redatto, nel complesso, una relazione completa che darà al Parlamento europeo la possibilità di portare a termine i propri compiti legislativi.

 
  
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  Charlie McCreevy, Membro della Commissione. – (EN) Signor Presidente, sono lieto di avere l’opportunità di spiegare brevemente all’Assemblea la posizione della Commissione riguardo alla politica postale della Comunità, e illustrare quali saranno, a mio avviso, i suoi sviluppi nel 2006. Prima di tutto, però, permettetemi di ringraziare l’onorevole Ferber per la relazione che risulta essere tempestiva, costruttiva, equilibrata e ben documentata. In realtà, le conclusioni della relazione corrispondono al nostro pensiero. Anche noi, infatti, siamo convinti che la riforma postale dell’Unione europea abbia prodotto risultati positivi per tutte le parti in causa e contribuito in maniera significativa alla competitività dell’Unione europea.

Questa direttiva ha già spianato la strada chiedendo alla Commissione di presentare, entro l’anno, tre iniziative: una terza relazione sull’applicazione della direttiva postale, uno studio analitico sul possibile effetto che mercati postali competitivi potrebbero avere su servizi universali, e una proposta sulla futura politica postale dell’UE, i cui contenuti saranno influenzati da una serie di fattori. Uno di questi, forse il più importante, è l’impatto delle norme comunitarie sul settore postale.

La direttiva postale, nella sua versione modificata, stabilisce principi adeguati per consentire un graduale sviluppo della concorrenza mantenendo, al tempo stesso, le garanzie necessarie alla fornitura di un servizio universale. A tale proposito devo dire che gli sviluppi sinora registrati non rivelano l’esigenza di modificare i termini previsti nella direttiva postale. Il 2009 rimane, quindi, la data di riferimento per il nostro lavoro.

La Commissione garantirà che il processo di liberalizzazione vada di pari passo con l’applicazione delle disposizioni del Trattato sulla concorrenza. Per quanto riguarda le norme in materia di aiuti di Stato, nel luglio 2005 la Commissione ha adottato un pacchetto di misure che fornisce orientamenti sui principi di valutazione del compenso pubblico per servizi di interesse economico generale.

La Commissione, inoltre, è pienamente cosciente dell’importanza sociale dei servizi postali e presterà particolare attenzione alla situazione di ciascuno Stato membro allo scopo di raggiungere un punto d’incontro. In tal senso ci aiuteranno i risultati dello studio analitico, che contribuiranno all’analisi delle condizioni necessarie a garantire la buona riuscita del mercato postale interno.

Ulteriori elementi saranno forniti dai risultati della nostra consultazione pubblica online, condotta di recente, sul futuro dei servizi postali europei. La Commissione continuerà il lavoro preliminare con la massima trasparenza, portando avanti il dialogo con tutte le parti interessate.

Questa relazione di iniziativa del Parlamento europeo è un ottimo punto di partenza per proseguire il dibattito: l’accolgo con favore e ringrazio vivamente l’onorevole Ferber e i suoi colleghi della commissione per i trasporti e il turismo per l’ottimo lavoro svolto.

 
  
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  Georg Jarzembowski, a nome del gruppo PPE-DE. – (DE) Signor Presidente, signor Commissario, il gruppo del Partito popolare europeo (Democratici cristiani) e dei Democratici europei appoggia pienamente il parere espresso dal relatore, onorevole Ferber, in merito alla relazione sullo stato di avanzamento della Commissione. Come auspicato dal relatore, vogliamo essere sicuri che la Commissione si avvalga delle misure annunciate sino al 31 dicembre di quest’anno per esaminare attentamente tutti gli aspetti economici, tecnologici, sociali e geografici della crescente apertura del mercato postale, informandoci delle sue conseguenze.

A tutt’oggi – vorrei ricordarglielo, signor Commissario, e sono ansioso di sentire la sua risposta – non tutti gli Stati membri, a quanto sappiamo noi e il relatore, hanno attuato la direttiva postale in maniera corretta entro i termini dovuti. Credo sia dovere della Commissione monitorare con estrema cura l’attuazione delle misure adottate nei singoli Stati membri, far rispettare gli obblighi e, se del caso, deferirli alla Corte di giustizia. Il diritto comunitario deve essere applicato in tutti gli Stati membri. Tuttavia, per favorire il compromesso posso dire che, dopo gli sviluppi generalmente positivi registrati nel mercato postale a vantaggio dei consumatori, la Commissione dovrebbe tener fede alla decisione congiunta per completare l’apertura dei servizi postali nel 2009.

Vi chiederei, inoltre, di approfondire ancora una volta la questione del servizio universale. Per riassumere, servizio universale significa che possiamo aspettarci servizi di elevata qualità a prezzi accessibili in tutti gli Stati membri. Questo è il nostro obiettivo, ma dobbiamo valutare le cose attentamente. Vi farò un esempio: se ora anche la Germania viola il principio che prevede la stessa affrancatura per una lettera ordinaria spedita internamente o a uno degli altri 24 Stati membri, bisogna considerare le possibili conseguenze. L’affrancatura ordinaria in Germania ora costa 55 centesimi, ma per spedire la stessa lettera diretta a qualsiasi altro paese dell’UE si spendono 70 centesimi: è la prima volta che si è introdotta una differenza. Se questo significa che l’affrancatura dipende dai costi – distanza e tipo di consegna – per quale motivo deve esistere un servizio universale? C’è qualcosa che giustifichi la limitazione della concorrenza da parte di un settore riservato regolamentato?

Dobbiamo valutare con attenzione cos’è il servizio universale, quali garanzie vogliamo ottenere e se, a tal fine, occorre un settore riservato. Aspetto quindi la sua valutazione e la sua opinione con grande interesse. I più vivi ringraziamenti, signor Commissario.

 
  
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  Gary Titley, a nome del gruppo PSE. – (EN) Signor Presidente, è chiaramente importante che oggi si tenga questo dibattito, perché il 1° gennaio si è avuta l’ultima riduzione di peso a 50 grammi per il settore riservato, e noi stiamo aspettando lo studio della Commissione sul completamento del mercato interno nel 2009 che, come auspicabile, sarà pubblicato in estate.

Il settore postale si trova di fronte a grandi sfide, ma anche a grandi opportunità. La posta deve stare al passo con gli sviluppi in altri settori, non ultimo il passaggio dal commercio consumer to consumer al commercio business to consumer, ma anche con il mercato unico. Per l’Unione europea è una condanna che, a 13 anni dal completamento del mercato unico, vi siano ancora grandi ostacoli all’attività postale transfrontaliera, al mercato delle televendite in fase di espansione e agli editori di giornali e riviste.

Per garantire il buon funzionamento di questo processo dobbiamo assicurare trasparenza, chiarezza, certezza e la partecipazione di consumatori e fruitori di servizi postali. Ovviamente riconosciamo l’unicità di ogni mercato postale, ma ciò non giustifica le forti asimmetrie normative che provocano gravi distorsioni di mercato. Occorre una struttura che imponga alle autorità di regolamentazione nazionali di lavorare insieme. Occorre maggiore chiarezza e trasparenza nel processo di autorizzazione, e questo è un settore su cui la Commissione deve concentrarsi. Gli Stati membri devono adottare e applicare gli standard di qualità dei servizi elaborati dal CEN, cosicché si possano fare paragoni. Dobbiamo garantire che i clienti dei servizi postali, piccoli o grandi che siano, siano coinvolti nell’intero processo.

In definitiva, il successo o meno di questa impresa dipenderà da quanto saremo in grado di garantire alla popolazione che i nostri anziani che vivono in luoghi isolati possano ancora usufruire di un servizio universale. Se lo faremo, l’impresa avrà buoni risultati.

 
  
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  Nathalie Griesbeck, a nome del gruppo ALDE. – (FR) Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi unisco subito agli altri nel ringraziare il collega, onorevole Ferber, per la relazione di iniziativa. Permettetemi di presentare il mio punto di vista da due prospettive diverse.

Innanzi tutto, insieme al gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa, sono lieta che questa relazione ci dia, d’ora innanzi, l’opportunità di discutere del quadro giuridico che l’Unione deve attuare entro il 2009 per regolamentare la liberalizzazione dei servizi postali. In secondo luogo, sostengo il metodo proposto che ci permette di adottare un approccio controllato ed equilibrato al processo di modernizzazione del settore.

Tuttavia, onorevoli colleghi, se questa liberalizzazione ha l’obiettivo, come è appena stato spiegato, di modernizzare il settore di attività in questione e di migliorare i servizi forniti ai clienti, nessuno ignora la posta in gioco della riforma o i timori legittimi dei nostri concittadini per il mantenimento di un servizio di qualità e la copertura di tutte le zone, anche quelle più remote. Aspetto quindi con grande interesse lo studio di impatto economico che la Commissione europea deve presentare durante l’anno. Esso dovrebbe basarsi su dati economici affidabili e sui risultati delle consultazioni con tutte le parti interessate, dai sindacati alle camere di commercio e d’industria, interpellando tutte le parti sociali coinvolte.

Inoltre, attiro l’attenzione della Commissione e del Consiglio sulla necessità di lottare contro la distorsione della concorrenza in tutte le sue forme. Penso, in particolare, all’assoggettamento IVA e all’armonizzazione fiscale.

Per concludere, conto sulla Commissione per proporre meccanismi di finanziamento del servizio universale giusti e pertinenti, senza pregiudicare scelte che il Parlamento dovrà fare perché, in ultima istanza, onorevoli colleghi, spetta proprio al Parlamento, il nostro organo democratico, spiegare ai 450 milioni di europei che l’Europa forte che vogliamo costruire insieme appartiene a loro.

 
  
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  Eva Lichtenberger, a nome del gruppo Verts/ALE. – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, quando parliamo del futuro dei servizi postali dovremmo iniziare esaminando quello che vogliamo raggiungere. Il completamento del mercato interno non può essere fine a se stesso, bensì – come affermato in tutte le dichiarazioni d’intenti – deve portare risultati positivi per i cittadini europei.

Tuttavia, già si può vedere come in molti Stati la riduzione dei servizi abbia avuto un forte impatto sulle regioni e le zone periferiche a bassa densità di popolazione. Le persone che vivono in zone difficilmente accessibili non devono essere escluse dai servizi. L’idea che la liberalizzazione del mercato avrebbe, come affermato dal relatore in commissione, automaticamente garantito la fornitura dei servizi alla famosa anziana signora che abita in montagna si è dimostrata falsa, come dimostrato da alcuni classici esempi.

Per questo motivo, uno studio come quello elaborato non deve formulare le domande lasciando praticamente intendere la risposta voluta come, ad esempio, è stato fatto al punto 13. Questo punto dimostra chiaramente il desiderio dell’autore di avere una determinata risposta, in realtà in maniera così chiara da rendere quasi superfluo lo studio. Se commissioniamo uno studio dobbiamo essere pronti ad accettare la realtà.

 
  
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  Georgios Toussas, a nome del gruppo GUE/NGL. – (EL) Signor Presidente, la liberalizzazione dei servizi postali si inserisce nel quadro della liberalizzazione generica dei servizi e della privatizzazione delle imprese di servizi pubblici, e danneggia tutti i lavoratori.

L’esigenza sociale di servizi postali moderni e affidabili viene ora sfruttata per garantire maggiori profitti alle grandi imprese.

Con il pretesto di nuovi programmi operativi, i licenziamenti e i cambiamenti ai contratti di lavoro delle persone che operano nel settore stanno assumendo proporzioni di massa.

Sempre con il pretesto di cambiare il modello di comunicazione, la relazione apre la strada a una nuova definizione di servizio universale. Cerca di abolire l’obbligo gravante sul fornitore di servizi di garantire accesso immediato alla rete postale a tutti gli utenti mediante punti d’accesso fissi per la raccolta e la distribuzione, che coprono i servizi nazionali e transfrontalieri.

Obiettivamente questi emendamenti, nel quadro della liberalizzazione e del completamento del mercato interno dei servizi postali nel 2009, consentono agli uffici postali privati, come affermato nella relazione, di subentrare all’egemonia degli uffici postali pubblici con maggiore facilità, con gravi conseguenze per gli utenti e i lavoratori in generale. Per questo siamo contrari e voteremo contro la relazione.

 
  
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  Michael Henry Nattrass, a nome del gruppo IND/DEM. – (EN) Signor Presidente, abbiamo assistito al no dei francesi e degli olandesi alla Costituzione proposta per l’Europa. Anche le direttive sulle invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici e sui servizi portuali sono state respinte. Nonostante questi rifiuti, la spinta all’armonizzazione prosegue inesorabile, anche quando non ha niente a che vedere con il commercio o l’efficienza dell’UE ed è dannosa per i cittadini.

Eccolo qui, un altro provvedimento di serie B, la direttiva postale. La faccenda non riguarda l’Unione europea, a cui consiglio di starne fuori. La direttiva postale cerca di imporre un’imposta sul valore aggiunto alle tariffe postali in un momento in cui i messaggi di posta elettronica fanno grande concorrenza alle lettere tradizionali. Il Regno Unito non vuole questo! Il British Post Office ha ora 371 anni, e sono stati i britannici, nel 1840, a far uscire il primo francobollo raffigurante la testa della Regina Vittoria.

Ora l’Unione europea vuole lasciare l’impronta della propria inefficienza. Un’alta filigrana di interferenza filatelica, bucherellata solo dall’ignoranza della tradizione britannica e dal desiderio di uccidere per sempre l’arte dell’epistolografia. Dal Penny Black all’attacco dell’UE in 166 anni! E’ forse questo il progresso?

Nel 2004 il ministro delle Poste e Telecomunicazioni ha categoricamente affermato che il governo britannico non voleva l’IVA sui francobolli. La Royal Mail mi ha comunicato proprio questa settimana che non la vuole, perché sarebbe negativa per le piccole imprese, gli enti di beneficenza e i clienti. I britannici non la vogliono: già pagano i costi della politica agricola comune dell’UE.

Cosa avrebbe detto Stanley Gibbons dallo Strand di Londra se fosse ancora vivo? Credo che avrebbe pubblicato un libro con fotografie di eurodeputati che ficcano il naso nelle tradizioni postali britanniche intitolato “Catalogo Gibbons dei francobolli Stanley”.

Quando l’UKIP voterà su questa relazione, voterà in base ai desideri dei cittadini britannici. Mi auguro che gli eurodeputati britannici prendano le difese del Regno Unito. La gente starà a guardare mentre gli europeisti presenteranno alle proprie nazioni un altro esempio dell’eccessiva autorità dell’UE. Grazie, signor Presidente, e buona fortuna agli interpreti!

 
  
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  Presidente. Onorevole Nattrass, per sua informazione il suo gruppo oggi può disporre di cinque minuti, suddivisi nel modo seguente: un minuto all’onorevole Krupa, un minuto all’onorevole Bloom, un altro minuto e mezzo per l’onorevole Krupa e un minuto e mezzo per lei, e non due minuti e mezzo. Se l’onorevole Farage le ha “venduto” cinque minuti, le ha venduto qualcosa che non gli apparteneva.

 
  
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  Seán Ó Neachtain, a nome del gruppo UEN. – (EN) Signor Presidente, la direttiva postale deve essere utile per tutti i consumatori e, in particolare, soddisfare le esigenze di chi abita nelle zone rurali. La liberalizzazione dei servizi spesso avvantaggia chi vive in zone ad alta densità di popolazione a spese dei consumatori in zone meno popolate.

In qualità di deputato al Parlamento europeo per l’ovest e il nordovest dell’Irlanda, rappresento una circoscrizione elettorale prevalentemente rurale. In base alla mia esperienza, negli anni molte direttive hanno avuto un impatto negativo sulle zone rurali e lo sviluppo rurale perché, inavvertitamente o meno, hanno favorito zone densamente popolate ove era più facile seguire politiche liberali.

L’ufficio postale di zona nelle comunità rurali è un’istituzione economica, sociale e culturale di vitale importanza, e non si può ignorare il diritto ai servizi postali di chi abita in campagna quando, nell’UE, si elaborano piani di liberalizzazione in materia. La fornitura e l’accesso ai servizi postali sono alla base di uno sviluppo rurale sostenibile.

Occorre sottolineare che la liberalizzazione dei servizi postali non sempre arreca vantaggi in termini di maggiore occupazione, e vorrei chiedere alla Commissione di affrontare la questione in uno studio dettagliato che si concentrerà sull’uguaglianza, l’efficienza e l’orientamento al cliente nel settore postale, soprattutto nelle zone periferiche.

L’intenzione della direttiva postale era buona ma, come accade con tutte le buone intenzioni, la sua applicazione non si è rivelata all’altezza. Chiedo alla Commissione e al relatore di provare a mettere a punto un sistema di servizi postali che sia equo per tutti, un servizio universale.

 
  
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  Armando Dionisi (PPE-DE). – Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, il percorso di progressiva liberalizzazione del settore postale, avviato negli ultimi anni, ha prodotto una trasformazione positiva, in quanto ha incentivato gli operatori a migliorare la qualità e l’efficienza del servizio e i processi produttivi.

La relazione del collega Ferber sull’applicazione della direttiva postale è equilibrata: essa sottolinea gli effetti positivi della liberalizzazione fin qui intrapresa ma evidenzia anche la necessità di valutare le conseguenze sociali e occupazionali di un’ulteriore tappa nel completamento del mercato interno, tenendo conto delle specificità nazionali. Quest’ulteriore tappa dipenderà interamente dai risultati dello studio della Commissione europea, che ha il compito di valutare, per ogni Stato membro, l’impatto del completamento del mercato sul servizio universale. Ogni anticipazione rispetto a questo studio risulta pertanto inopportuna.

Il ruolo del Parlamento in questa fase è quello di ribadire che l’incidenza della liberalizzazione sul servizio postale universale deve essere valutata con riferimento alle differenze nazionali e alla peculiarità geografica, sociale ed economica e che le scelte politiche di liberalizzazione devono avvenire nel pieno rispetto del principio di proporzionalità e di sussidiarietà.

Il servizio postale rappresenta in alcune aree un collegamento essenziale per i nostri cittadini. Il mantenimento degli attuali livelli di servizio universale richiede un approccio graduale. Per queste ragioni la delegazione italiana non può sostenere l’emendamento proposto dal collega Ferber, perché mette implicitamente in dubbio la necessità del servizio universale che, a mio vedere, rimane un diritto e un dovere irrinunciabile dei servizi postali europei.

 
  
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  Gilles Savary (PSE). – (FR) Signor Presidente, sarò molto breve dicendo che i servizi postali non sono come gli altri servizi. Hanno una dimensione umana, com’è stato ricordato, ma anche una dimensione sociale e territoriale, il che significa che i servizi erogati sono molto diversi da paese a paese.

C’è una grande differenza tra servire una popolazione ad alta densità, come quella dei Paesi Bassi, concentrata su un territorio molto piatto, e servire, alle stesse condizioni, lo stesso numero di abitanti distribuito tra migliaia di isole, come in Grecia, o su un territorio molto diversificato, come in Francia.

Spero quindi che la valutazione prevista dalla Commissione sia obiettiva e non si basi su un presupposto condiviso da una parte dell’Assemblea, cioè che non c’è bisogno di alcun quadro perché il mercato, e solo il mercato, può regolamentare i servizi postali. Spero inoltre che la valutazione contribuisca a garantire che l’apertura del mercato postale – necessaria all’Europa – si faccia nel pieno rispetto di quello che le poste rappresentano: un servizio universale dalla dimensione sociale e territoriale insostituibile.

 
  
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  Guntars Krasts (UEN). – (LV) L’obiettivo di liberalizzare il settore postale entro il 2009 è reale e perseguibile: lo dimostrano i risultati degli Stati membri ove la riforma postale è stata più rapida. E’ difficile capire perché la relazione sottolinei che, a causa della concorrenza nel settore postale, non sempre sono stati mantenuti i precedenti livelli di occupazione. L’obiettivo della riforma postale non è mantenere i posti di lavoro, né tanto meno ridurli. Si possono perdere posti di lavoro anche senza la liberalizzazione, a causa, ad esempio, della modernizzazione tecnologica. Non dobbiamo esaminare la riforma industriale dal punto di vista del settore postale inteso come attività commerciale. Lo sviluppo di questa attività e il suo adeguamento alle nuove condizioni di mercato sono temi legati alla gestione aziendale.

L’obiettivo fondamentale della ristrutturazione del settore postale è soddisfare con maggiore efficacia gli interessi dei consumatori, dando agli abitanti dell’Unione europea l’opportunità di usufruire di un servizio universale. Al tempo stesso, però, la posta non deve rimanere esclusivamente un settore dedito al mantenimento del servizio universale. Non dimentichiamoci che la maggioranza dei clienti dei servizi postali – in realtà oltre il 90 per cento – è rappresentata da attività commerciali, che potrebbero avere esigenze diverse. Occorre quindi sviluppare un’ampia gamma di servizi postali di alta qualità per garantire non solo la sopravvivenza, ma anche lo sviluppo del comparto.

I vari tipi di servizi postali interagiscono sempre più con altri settori quali i servizi finanziari, la pubblicità e il commercio: il loro futuro dipenderà dal buon esito di questa interazione. Lo sviluppo del settore postale è uno dei motori dello sviluppo economico, della produttività e della competitività dell’Unione europea. Purtroppo, si continua a progredire lentamente verso un mercato postale comune dell’Unione europea.

 
  
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  Inés Ayala Sender (PSE). – (ES) Per l’ennesima volta assistiamo a un dibattito che riguarda uno dei servizi pubblici più emblematici della società europea, che ha forte valore simbolico e ispira grande fiducia: da qui la sua diversità e le forti radici. Inoltre, i servizi postali sono fondamentali vista l’importanza che rivestono per l’alto tasso di occupazione di personale con un livello di formazione e un senso di appartenenza al servizio che meritano enorme rispetto e riconoscimento.

Oltretutto, la capacità dei servizi postali di potenziare la coesione sociale e territoriale è fondamentale in un’Europa allargata e sempre più individualista. In questa nuova fase che sta iniziando – e a questo punto vorrei ricordare anche l’amico Simpson, che avrei voluto fosse qui presente e spero sarà qui più avanti – vorrei dire alla Commissione che il nuovo processo deve assolutamente avere una giustificazione plausibile e accettabile ed essere pienamente credibile, perché ci dicono che in futuro il servizio risulterà migliore, ma quello che oggi vediamo è che ci viene proposta maggiore insicurezza in termini di posti di lavoro, con molti interrogativi riguardanti il servizio.

Crediamo quindi sia di vitale importanza garantire pienamente il servizio universale con tutte le sue condizioni in termini di prezzo e qualità del servizio, e tenere conto della coesione sociale e territoriale e della diversità dei sistemi attuali valutandone i lati positivi, perché non tutti possono essere uniformati.

 
  
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  Emanuel Jardim Fernandes (PSE). – (PT) Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, desidero congratularmi con il relatore, onorevole Ferber, per l’eccellente relazione che chiarisce l’importanza sociale ed economica dei servizi postali di fronte a prospettive di disoccupazione e accentramento. Penso sia necessario evitare che, con l’avvento della liberalizzazione, questo servizio pubblico diventi un servizio meramente economico, in cui solo le fasce più agiate della società possano esercitare il semplice diritto di spedire una lettera, e la fornitura di un servizio universale venga negata ai meno privilegiati e a chi vive nelle regioni più isolate.

Pertanto invito la Commissione, nelle future analisi del settore, a fare una differenziazione in funzione dei costi associati al finanziamento del servizio universale, soprattutto tenendo conto dei vincoli geografici e demografici, per garantire a tutti l’accesso a questo servizio di interesse generale.

Come il relatore, credo che i servizi postali siano fondamentali per l’Unione europea e che esercitino un’influenza positiva su vari settori della società quali il commercio, i servizi e l’occupazione, grazie alla modernizzazione di investimenti capaci di aumentare la competitività, la qualità e l’efficienza che, a loro volta, garantiscono prezzi più contenuti ai cittadini e alle imprese. In tal modo, essi danno un contributo decisivo al raggiungimento degli obiettivi della strategia di Lisbona in qualità di settore in grado di generare crescita e occupazione.

 
  
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  Presidente. La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà domani, alle 11.00.

Dichiarazione scritta (articolo 142 del Regolamento)

 
  
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  Hélène Goudin (IND/DEM). – (SV) Sono favorevole al fatto che la relazione sottolinei la necessaria applicazione del principio di sussidiarietà alla procedura di autorizzazione. Inoltre, accolgo con favore il fatto che il Parlamento europeo ricordi alla Commissione di essere particolarmente attenta all’impatto che la liberalizzazione del mercato postale avrà sugli abitanti delle regioni scarsamente popolate (paragrafo 9).

Tuttavia avrei voluto vedere affermazioni rigorose, che dichiarassero apertamente l’inaccettabilità di peggiori condizioni di servizio per le popolazioni delle regioni isolate d’Europa. La Commissione non ha adottato alcuna posizione riguardo alle modifiche alle norme sulla frequenza di distribuzione della posta (si veda l’interrogazione orale H-1135/05). Neppure il Parlamento europeo si pronuncia chiaramente su questo punto.

Una condizione fondamentale per permettere ai servizi postali di essere usati, in futuro, da persone che abitano in regioni scarsamente popolate è che i servizi abbiano un prezzo paragonabile a quello applicabile nel resto del paese. Il Parlamento europeo non adotta una posizione in materia nella relazione, e neppure la Commissione l’ha fatto.

Infine, non sono d’accordo con le critiche del Parlamento europeo ai regimi IVA nazionali nel mercato postale (paragrafo 18) e con la proposta in base a cui la Commissione europea deve valutare le modalità con cui sono gestite le passività legate alle pensioni degli operatori postali pubblici (paragrafo 17). Sono temi che dovrebbero essere affrontati a livello nazionale.

Voterò contro questa relazione.

 
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