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Resoconto integrale delle discussioni
Martedì 14 febbraio 2006 - Strasburgo Edizione GU

Clausola relativa ai diritti dell’uomo e la democrazia negli accordi dell’UE (discussione)
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  Philip Claeys (NI).(NL) Signor Presidente, vorrei formulare tre osservazioni riguardo alla clausola relativa ai diritti dell’uomo.

Innanzi tutto va rilevato che questa clausola viene invocata molto di rado: solo 12 volte dal 1995. Se confrontiamo questo dato con il numero di Stati antidemocratici con cui l’Unione europea sigla accordi, possiamo concludere che, nella maggior parte dei casi, la clausola deve essere considerata priva di qualsiasi utilità pratica.

La mia seconda osservazione riguarda le politiche degli Stati membri in materia di immigrazione e asilo, che il relatore vuole includere nella clausola relativa ai diritti dell’uomo. La ritengo una proposta non molto realistica e in ogni caso non molto auspicabile, soprattutto se stimolerà i paesi in via di sviluppo a criticare l’accoglienza riservata ai loro cittadini che chiedono asilo in Europa. In realtà, dovremmo impegnarci a incoraggiare tali Stati a riammettere quei cittadini la cui richiesta di asilo non può essere accolta dall’Unione europea. Spesso, però, l’esperienza ha dimostrato che avviene proprio l’esatto contrario.

Infine, non è auspicabile coinvolgere le organizzazioni non governative nella valutazione dell’applicazione della clausola relativa ai diritti dell’uomo riguardo ai paesi terzi. Tali organizzazioni non hanno alcuna legittimità democratica e non si deve attribuire loro una responsabilità politica di questo tipo. Semmai, l’Europa deve essere maggiormente in grado di dimostrare come utilizza il denaro dei contribuenti.

 
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