Presidente. L’ordine del giorno reca l’interrogazione orale (O-0001/2006 – B6-0003/2006), presentata dagli onorevoli Roberto Musacchio a nome del gruppo GUE/NGL, Caroline Lucas e Alain Lipietz a nome del gruppo Verts/ALE, Glyn Ford, Giovanni Berlinguer e Béatrice Patrie a nome del gruppo PSE, alla Commissione, sul quarto Forum mondiale dell’acqua a Città del Messico (16-22 marzo 2006).
David Hammerstein Mintz (Verts/ALE), autore. – (ES) Signor Presidente, il Forum mondiale dell’acqua si svolge in un momento altamente significativo. Attualmente infatti sono oltre due miliardi le persone nel mondo che non hanno accesso all’acqua potabile o che non hanno un approvvigionamento idrico domestico sufficiente, mentre ogni anno muoiono oltre due milioni di persone a causa della penuria di acqua, un elemento che è fondamentale per la vita.
Se, da un lato, l’acqua deve essere distribuita in maniera più equa, dall’altro lato, anno dopo anno si riduce progressivamente la disponibilità di acqua dolce a causa del cambiamento climatico e della distruzione degli ecosistemi, come le zone umide, le foreste, le coste e i fiumi.
Dobbiamo reagire mettendo in atto misure rigorose e concrete, impegni finanziari e un trattato sulle risorse idriche mondiali, promuovendo al contempo una cultura positiva in materia di acqua. Occorre una legislazione internazionale atta a consentire una gestione più efficiente di questa risorsa.
Nell’Unione europea dobbiamo applicare la direttiva quadro in materia di acque in tutte le nostre azioni, nella cooperazione e negli accordi bilaterali. Dobbiamo poi promuovere buone prassi agricole. Dobbiamo rispettare le norme europee anche al di fuori dell’Europa e dobbiamo assicurare che sia preservata nel medio e nel lungo termine la quantità di acqua ottenuta mediante mezzi complessi attraverso gli ecosistemi e attraverso la lotta contro il cambiamento climatico.
Questi obiettivi non possono essere realizzati solo attraverso programmi di natura pratica o grandi opere edili, ma servono anche politiche articolate e integrate.
Roberto Musacchio (GUE/NGL), autore. – Grazie signor Presidente, onorevoli colleghi, l’acqua deve essere un bene comune, un diritto dell’umanità garantito a tutte e tutti, donne e uomini, in tutti i continenti. Queste parole impegnative le vogliamo approvate solennemente da questo Parlamento e fatte valere alla Conferenza mondiale sull’acqua di Città del Messico dei prossimi giorni. Sono parole necessarie e urgenti di fronte ad una realtà drammatica, che vede miliardi di persone deprivate del diritto all’acqua e cioè alla vita, tanto che sono milioni quelli che muoiono e si ammalano per le conseguenze di ciò.
Per l’acqua si combattono guerre e conflitti e la disponibilità stessa di questa risorsa fondamentale è compromessa per le cattive politiche che l’hanno ridotta enormemente, alterandone il ciclo vitale; c’è addirittura chi vuole privatizzare l’acqua, trattarla come una merce che si dà solo a chi può pagare. Sarebbe come privatizzare l’aria e far respirare solo chi ha denaro.
E’ l’ora di scelte impegnative che devono vedere l’Europa protagonista di politiche giuste e non partecipe dell’assalto delle multinazionali. A Johannesburg non si è voluto scrivere che l’acqua è un diritto, ma solo un bisogno. A Città del Messico, in una Conferenza che vorremmo fosse ben più direttamente gestita dall’ONU piuttosto che da altri organismi, occorre che questo diritto sia sancito solennemente: ce lo chiede chi con il diritto all’acqua si vede il diritto negato alla vita, in tanti continenti a partire da quello africano. Non deludiamoli, facciamo in modo che da questo Parlamento arrivi una voce di speranza e un impegno concreto!
Stavros Dimas, Μembro della Commissione. (EL) Signor Presidente, il Forum mondiale dell’acqua è una piattaforma internazionale che consente di scambiare opinioni ed esperienze sulle migliori soluzioni possibili per gestire le risorse idriche e contrastare la penuria di acqua.
Il quarto incontro del Forum, che si terrà a Città del Messico a fine mese, è dedicato alle azioni che possono essere intraprese a livello locale per affrontare la sfida globale legata alla scarsità di acqua. L’obiettivo è quello di discutere delle diverse idee per meglio sostenere le azioni locali su scala mondiale. Gli esiti dei dibattiti costituiranno un contributo sostanziale per la sezione speciale sui temi legati all’acqua e alle strutture igienico-sanitarie nell’ambito della 16a riunione della Commissione delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile che si terrà nel 2008.
Non ci si attendono iniziative o decisioni politiche nuove al quarto Forum mondiale dell’acqua. La Commissione europea e gli Stati membri pertanto non saranno chiamati ad assumere nuove posizioni. Di conseguenza, la Commissione non è tenuta a chiedere un mandato per prendere parte a questo specifico scambio di opinioni. Pur essendo presenti rappresentanti della Commissione e degli Stati membri, a Città del Messico non è prevista alcuna delegazione ufficiale accreditata dell’Unione europea.
Al quarto Forum mondiale dell’acqua la Commissione si propone di sottolineare e di promuovere politiche e mezzi concordati tra l’Unione europea e altre parti interessate, ad esempio, nell’ambito dell’Iniziativa comunitaria sull’acqua, dello strumento ACP-UE sull’acqua e in relazione a numerosi aspetti del piano d’azione Agenda 21.
Inoltre la Commissione fornirà informazioni in merito ai risultati ottenuti grazie a tecnologie idriche innovative sviluppate nell’ambito del programma quadro di ricerca nonché gli esiti della revisione sui lavori che attengono alla gestione integrata delle risorse idriche.
Per quanto concerne la gestione delle risorse idriche e il mercato interno, la Commissione, semmai dovesse rivelarsi necessario, potrebbe illustrare la posizione dell’Unione europea, ossia che le norme vigenti nell’Unione sono neutre sul tema della proprietà dell’acqua e delle società per la gestione delle risorse idriche.
L’Esecutivo reputa, come ha affermato poc’anzi anche il relatore, che l’approvvigionamento costante di acqua potabile rientri tra i bisogni umani di base e che le politiche perseguite in materia di sviluppo sostenibile debbano affrontare il problema di una gestione equa e sostenibile delle risorse idriche nell’interesse della società nel suo complesso. Questa posizione è stata altresì ripresa nell’Iniziativa comunitaria sull’acqua.
Allo stadio attuale rimane ancora aperto il dibattito sull’eventualità di istituire un trattato internazionale atto ad assicurare un approvvigionamento idrico costante in tutto il mondo. Ad ogni modo, il Forum mondiale dell’acqua non è la sede adatta per tenere questo tipo di discussione.
Eija-Riitta Korhola, a nome del gruppo PPE-DE. – (FI) Signor Presidente, gli aiuti corrisposti dall’Unione europea e dagli Stati membri per migliorare la situazione mondiale dell’acqua ammontano complessivamente a 1,4 miliardi di euro all’anno e ci pongono al primo posto tra i donatori. Considerando l’entità di questa somma, il messaggio dell’UE dovrà per forza essere ascoltato al Forum mondiale dell’acqua che prenderà avvio questa settimana, tale messaggio infatti non è insignificante. D’altronde i dati sono allarmanti: ogni giorno muoiono 3 900 bambini per mancanza di acqua dolce. Un quinto della popolazione mondiale, ossia un miliardo e 100 mila persone, soffrono per la mancanza di acqua dolce. Al contempo oltre il 40 per cento è privo di adeguati servizi di scolo e di una rete idrica. I numeri inoltre ci ricordano anche che bisogna prendere seriamente l’idea che possano scatenarsi guerre per l’acqua. Non si tratta infatti di una faccenda che afferisce esclusivamente allo sviluppo sostenibile: si ricollega anche alle minacce alla sicurezza.
Secondo la relazione pubblicata la scorsa settimana dall’ONU dal titolo “Acqua: una responsabilità condivisa”, la ragione che sta alla base di questa situazione precaria a livello mondiale è da ricercare perlopiù nella gestione inadeguata delle risorse idriche. Gli aiuti arrivano a destinazione più lentamente a causa della burocrazia e del processo decisionale gerarchico. Oltretutto le decisioni sulle modalità e sui tempi di distribuzione dell’acqua non vengono prese solo a livello nazionale, ma anche dalle autorità locali, dal settore privato e in seno alla società civile. Gli aiuti poi sono particolarmente necessari per rafforzare il potere decisionale regionale e la cooperazione e per sostenere uno spirito di equità. Il problema non è certo alleviato dal fatto che molti dei paesi colpiti dalla penuria di acqua sono anche ai primi posti per la corruzione. Ad esempio, secondo hindu.com in India vanno sprecati milioni di dollari ogni anno nel settore delle risorse idriche a causa della corruzione politica. Un sondaggio infatti rivela che circa un terzo degli indiani dichiara di aver dovuto pagare tangenti per allacciarsi alla rete idrica e fognaria.
Vi rammento inoltre che per migliorare la situazione dell’acqua a livello regionale non si può prescindere da altri settori della politica di sviluppo. Recentemente sono stati pubblicati studi in cui si dimostra che, se si risolve esclusivamente il problema dell’acqua, potrebbe persino aggravarsi il quadro generale nel caso in cui intervenga un’accelerazione nella crescita demografica, che a sua volta provocherebbe una penuria alimentare. Scavare pozzi quindi non è abbastanza. In tutti gli aiuti allo sviluppo dobbiamo adottare una visione complessiva in modo che la soluzione di un problema non ne provochi inavvertitamente degli altri.
Pierre Schapira, a nome del gruppo PSE. – (FR) Signor Presidente, i forum mondiali dell’acqua rappresentano un’occasione unica per riunire tutti gli interlocutori mondiali, come le agenzie dell’ONU, le banche per lo sviluppo, i governi, le organizzazioni professionali, le ONG e le autorità locali.
Questi incontri consentono di definire una politica mondiale sull’acqua più giusta e più solidale, garantendo il rispetto del diritto all’acqua come elemento essenziale della dignità umana.
Gli organizzatori hanno deciso di dare un tema conduttore ai dibattiti in Messico: “Azioni locali per una sfida mondiale”. Si mira infatti a consacrare le autorità locali quali attori centrali nella gestione delle risorse idriche. A tal fine i paesi in via di sviluppo devono essere incentivati ad affidare le risorse di bilancio e la gestione della politica in materia di acqua alle autorità locali. La politica in materia di acqua deve sempre essere definita a seconda delle specificità del territorio e, nella misura del possibile, secondo le esigenze degli utenti.
La risoluzione del Parlamento esorta la Commissione a riconoscere le formidabili risorse umane e la grande abilità finanziaria delle autorità locali europee e ad attingervi maggiormente. Forti della loro esperienza positiva e delle loro competenze tecniche, le città del nord del mondo sono infatti desiderose di apportare il loro aiuto ad altre città nei paesi in via di sviluppo.
Per favorire queste operazioni di cooperazione decentralizzata da città a città, si chiede alla Commissione di incoraggiare e di privilegiare il finanziamento di progetti presentati da città del nord. In particolare, per l’assegnazione di fondi europei per l’acqua, la Commissione potrebbe limitare l’ammissibilità a tali fondi agli operatori più idonei per aiutare le autorità del sud.
Nel primo invito a presentare proposte in relazione allo strumento per l’acqua ACP-UE solo il 3 per cento dei progetti ritenuti idonei sono stati presentati da enti del luogo, e tale percentuale è del tutto insufficiente, tenuto conto del valore aggiunto che le autorità locali apportano in questo settore.
Fiona Hall, a nome del gruppo ALDE. – (EN) Signor Presidente, desidero esprimere alcune brevi considerazioni sul ruolo dello strumento per l’acqua ACP-UE cui il Commissario ha fatto riferimento. Se ne è parlato anche di recente in seno alla commissione per gli affari sociali e ambientali dell’Assemblea parlamentare congiunta ACP-UE.
Ritengo ancora positiva la decisione assunta nel 2004 dal consiglio ACP-UE di varare uno strumento per l’acqua del valore di 500 milioni di euro, ma la delusione è tanta per la lentezza con cui l’iniziativa viene messa in atto. Infatti è emerso che nessuno ha ancora potuto usufruire di acqua potabile nel quadro di tale iniziativa. E’ importante quindi che sia assegnata sufficiente attenzione alle procedure e che sia assicurato il rispetto di norme rigorose atte a garantire probità nell’amministrazione, specialmente quando sono in gioco importi così ingenti; la valutazione conclusiva si è comunque svolta nel gennaio di quest’anno e alla fine sono state selezionate 97 proposte. Vorrei quindi sapere se riusciremo a fornire acqua potabile ad altri 10 milioni di persone entro il 2010, come previsto, e se la procedura sarà più spedita quando sarà pubblicato il secondo invito a presentare proposte.
Marie-Arlette Carlotti (PSE). – (FR) Signor Presidente, un miliardo e 200 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile, motivo per cui ogni minuto muoiono nel mondo 15 persone, di cui la metà sono bambini. Ci troviamo quindi in corsa contro il tempo. A fronte di un siffatto contesto il Forum mondiale deve definire proposte di tre tipi.
Innanzi tutto si pone la questione del diritto. L’acqua è un bene comune dell’umanità e l’accesso all’acqua è un diritto fondamentale della persona che deve essere sancito per mezzo di un trattato internazionale.
Per quanto attiene alla questione dei mezzi, è un obiettivo ambizioso dimezzare entro il 2015 la quota della popolazione che non ha accesso all’acqua. Occorre però trovare 100 miliardi di dollari in più all’anno. A tal fine vanno mobilitate tutte le risorse disponibili mediante aumenti degli aiuti pubblici allo sviluppo, l’incremento delle risorse del decimo FES, il sostegno a partenariati innovativi tra pubblico e privato e alle operazioni di cancellazione reciproca del debito in modo da favorire gli investimenti.
Per quanto riguarda infine la questione della gestione, le politiche in materia di acqua devono essere definite mediante un approccio partecipativo e democratico, che riunisca gli utenti, la società civile e le donne, e devono essere messe in atto a livello locale mediante politiche tariffarie atte a garantire l’accesso all’acqua alle fasce meno abbienti a prezzi accessibili. Mi auguro che la Commissione difenda questi orientamenti al Forum mondiale di Città del Messico.
Karin Scheele (PSE). – (DE) Signor Presidente, signor Commissario, lei ha affermato che non saranno assunte nuove posizioni al quarto Forum mondiale dell’acqua. Resta però il fatto che l’Esecutivo ha molto lavoro da fare. Lei ha parlato del diritto all’acqua come un diritto dell’uomo, ma è proprio su questo punto che si sono scatenate le controversie nell’ultimo Forum dell’acqua. Il motivo del contendere riguardava il problema di stabilire se la disponibilità di acqua dolce è un diritto umano che lo Stato è tenuto a garantire o un fabbisogno che spetta al mercato soddisfare. Nonostante le imponenti proteste inscenate dagli attivisti sul posto, i ministri presenti al Forum si rifiutarono di inserire nella dichiarazione conclusiva un riferimento all’acqua come diritto inalienabile. Le auguro quindi di riuscire a far riconoscere l’acqua come diritto dell’uomo a Città del Messico.
Per quanto attiene più specificamente a questa edizione del Forum, dovremo anche considerare di quale legittimità democratica dispone. E’ organizzato dal Consiglio mondiale sull’acqua, che è in buona parte dominato dal comparto privato e dalle imprese. Poiché il suo presidente è a capo di una consociata di società francesi per l’approvvigionamento idrico, dobbiamo ovviamente chiederci fino a che punto esso viene influenzato dall’industria e quanto siano utili le soluzioni che potrebbero delinearsi. Il mio auspicio è che i dibattiti – che idealmente dovrebbero tenersi in seno a una futura riunione delle Nazioni Unite dotata di piena legittimità democratica – non siano pesantemente dominati dalle imprese che in molti paesi del mondo si stanno arricchendo grazie all’approvvigionamento idrico e ai servizi fognari.
Stavros Dimas, Μembro della Commissione. (EL) Signor Presidente, il dibattito ha evidenziato un’identità di vedute in merito al Forum mondiale dell’acqua e spero che la Commissione possa trarre vantaggio dalla partecipazione a una discussione in cui, come ho detto prima, non mi aspetto che vengano prese decisioni a prescindere da quanto possano essere necessarie. Ad ogni modo, benché non ci si attenda alcuna decisione, ci sarà naturalmente una discussione approfondita e uno scambio di opinioni a livello mondiale su questi temi importantissimi il cui significato è stato messo in risalto anche dall’Assemblea.
In particolare spero che affronteremo la questione delle azioni locali, sui cui si incentra il quarto Forum mondiale dell’acqua e ci attendiamo che emergano idee interessanti sulla gestione delle risorse idriche. Desidero aggiungere che quest’anno abbiamo iniziato a finanziare i primi piani, mentre a giugno si aprirà la seconda fase del finanziamento. La nostra speranza e il nostro intento sono quelli di assicurare acqua potabile a 10 milioni di persone entro il 2010, mentre saranno 5 milioni le persone che avranno accesso a strutture igienico-sanitarie.
Vi ringrazio vivamente per l’interesse che avete dimostrato e spero che insieme, lavorando di stretto concerto, riusciremo a promuovere un’azione comune in questa materia così importante per l’umanità.
Presidente. Comunico di aver ricevuto sei proposte di risoluzione(1) ai sensi dell’articolo 108, paragrafo 5, del Regolamento.