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Procedura : 2006/2061(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A6-0233/2006

Testi presentati :

A6-0233/2006

Discussioni :

PV 25/09/2006 - 14
CRE 25/09/2006 - 14

Votazioni :

PV 26/09/2006 - 7.5
CRE 26/09/2006 - 7.5
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P6_TA(2006)0367

Resoconto integrale delle discussioni
Lunedì 25 settembre 2006 - Strasburgo Edizione GU

14. Strategia tematica sull’ambiente urbano (discussione)
Processo verbale
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  Presidente. – L’ordine del giorno reca la relazione (A6-0233/2006), presentata dall’onorevole Hegyi a nome della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, sulla strategia tematica sull’ambiente urbano [2006/2061(INI)].

 
  
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  Gyula Hegyi (PSE), relatore. – (EN) Signor Presidente, circa l’80 per cento dei cittadini europei vive in aree urbane, ma le loro esigenze e i loro interessi sono fortemente sottorappresentati nei fondi, nei progetti e nelle iniziative dell’Unione europea. Sotto il profilo dei finanziamenti comunitari gli abitanti delle città sono trattati come cittadini europei di seconda classe. La strategia tematica sull’ambiente urbano deve quindi porsi come un’iniziativa audace e progressista, non come una blanda raccomandazione di buone intenzioni. Purtroppo il documento della Commissione su tale tema è assai debole. Il sesto programma d’azione comunitario per l’ambiente ha fissato obiettivi incoraggianti, ma questa volta la Commissione non è riuscita a proporre misure e scadenze giuridicamente vincolanti. L’Esecutivo non mira a bilanciare la politica europea tra le aree urbane e le aree rurali e non ha alcuna visione rispetto a un ambiente urbano più pulito. Non posso fare il lavoro dell’intera Commissione, ma posso perlomeno cercare di proporre delle misure utili.

In primo luogo, propongo che, ai sensi della normativa comunitaria, siano resi obbligatori un piano di gestione urbana sostenibile e un piano di trasporto urbano sostenibile per tutte le conurbazioni con oltre 100 000 abitanti, come propose la Commissione nel 2004. I rappresentati delle città europee hanno espresso soddisfazione in merito a tale proposta. Questo genere di misure vincolanti rendono le cose più semplici per i consigli municipali desiderosi di tutelare l’ambiente, poiché in questo modo essi dispongono delle basi giuridiche per agire su tale versante.

Per quanto riguarda i trasporti, i sistemi non motorizzati devono avere la priorità su qualsiasi altro mezzo, il trasporto pubblico su quello privato, le vetture piccole e meno inquinanti su altri veicoli. L’ingresso a pagamento per le automobili nei centri cittadini, già utilizzato a Londra e a Stoccolma, si è rivelato un successo e rappresenta l’unica soluzione possibile per il futuro per tutte le grandi città europee. Il referendum tenutosi alcuni giorni fa a Stoccolma ha dimostrato che l’opinione pubblica è a favore di tale idea e che solo una minoranza di certi gruppi di pressione vi si oppone. Propongo inoltre il passaggio del 5 per cento di passeggeri/km dal trasporto privato – ossia dalle automobili – al trasporto pubblico e alla bicicletta. Anche l’introduzione di limiti di velocità nei centri urbani, come è accaduto a Graz in Austria, contribuisce a diminuire il numero di incidenti, a salvare vite umane e a ridurre l’inquinamento atmosferico e le emissioni acustiche. Per combattere l’inquinamento atmosferico sarebbe poi opportuno istituire zone a basse quote di emissioni.

Se vogliamo veramente intervenire sul fronte del cambiamento climatico, dobbiamo agire anche nelle nostre città. Come dicono gli inglesi, “la beneficenza comincia a casa propria”, e questo dovrebbe valere anche per lo sviluppo sostenibile. A causa del cambiamento climatico le ondate di calore trasformano molte città grandi e piccole in un inferno nelle afose giornate e nottate estive. Tali fenomeni ogni anno uccidono migliaia di cittadini europei che muoiono in maniera dolorosa e umiliante. I piani di emergenza per i periodi di calura estiva sono di cruciale importanza per la maggior parte delle città europee, salvo alcune comunità nordiche. L’intervento più elementare nei casi di calura estiva è semplice: più acqua, tetti e facciate verdi, acqua fresca e sistemi di raffreddamento naturali oltre alla riduzione del traffico. Le estati incandescenti sono destinate a ripetersi e dobbiamo salvare la vita degli abitanti delle città. Servono più spazi verdi nelle nostre città. Anche solo isole verdi di alcune decine di metri quadrati, insieme a parchi e a giardini più grandi, possono migliorare lo spirito di una città.

Anche le spiagge estive allestite in città, come quelle di Parigi, Bruxelles e Budapest, sono iniziative utili per coloro che non possono lasciare la città per lunghi periodi di vacanza. Sia nei vecchi che nei nuovi Stati membri decine di milioni di persone vivono in complessi residenziali prefabbricati e costruiti in serie. In molte città occidentali questi posti sono diventati ghetti etnici e sociali. Servono quindi programmi compositi di natura sociale, culturale, educativa e ambientale per risanare queste periferie. Nell’Europa centrale, ad esempio in Ungheria, la maggior parte di questi complessi residenziali non si è ancora trasformata in ghetto, in quanto la maggioranza degli abitanti appartiene ai ceti medio-bassi. Nel loro caso preoccupa lo stato fisico degli edifici residenziali. Nei dieci nuovi Stati membri la ristrutturazione e il risanamento degli edifici abitativi costituisce un cruciale passo in avanti per mantenere la pace sociale e per migliorare la vita nelle città.

Nella mia veste di relatore, ho accolto numerosi emendamenti presentati dai colleghi del gruppo PPE-DE nella speranza di instaurare una buona cooperazione. Sono rimasto quindi molto sorpreso quando il gruppo PPE-DE ha tentato di affossare la relazione, cancellando tutti gli obiettivi e tutte le misure importanti in sede di commissione.

Chiedo a tutti i deputati di avvalorare l’importanza di obiettivi e misure vincolanti. Senza tali elementi il nostro lavoro si riduce a mera retorica. La sostanza della mia relazione, infatti, può essere sintetizzata in una frase: meno macchine, più verde e più acqua. E’ questa l’unica strategia di sopravvivenza per le nostre città.

 
  
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  Stavros Dimas, Μembro della Commissione.(EL) Signor Presidente, sono grato per l’opportunità che mi è stata data di partecipare al dibattito di stasera sulla strategia tematica sull’ambiente urbano; si tratta di una strategia che il Parlamento europeo attendeva con particolare interesse dalla Commissione.

Per cominciare desidero ringraziare e porgere le mie congratulazioni al relatore, onorevole Hegyi, e alla commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare per la relazione esaustiva e ambiziosa che esamineremo quest’oggi.

Ho apprezzato inoltre anche il contributo dell’onorevole Ó Neachtain e della commissione per i trasporti e il turismo, dell’onorevole Kallenbach e della commissione per lo sviluppo regionale.

Prima di continuare desidero annunciarvi una lieta notizia: venerdì scorso la Commissione ha approvato in via definitiva la settima strategia tematica per la protezione del suolo. La preparazione di queste strategie è stata difficile e ha richiesto molto tempo. Tuttavia, ora è stata individuata una direzione chiara per il futuro in relazione alle principali questioni ambientali, tra cui anche la politica sull’ambiente urbano.

L’ambiente urbano è un tema importante per noi tutti. Con il sesto programma d’azione comunitario per l’ambiente la Commissione ha riconosciuto il ruolo che svolge l’ambiente urbano nella vita di moltissimi cittadini europei e si è impegnata ad agire in questo settore.

L’ambiente urbano influisce in maniera diretta sullo stile di vita di milioni di cittadini europei oltre ad avere considerevoli ripercussioni sull’ambiente in genere. Le città europee devono essere vitali e sostenibili e devono offrire una qualità di vita elevata, in modo che i cittadini vogliano viverci e lavorarci e in modo che le aziende vi investano.

Tuttavia, è necessario compiere ancora molti sforzi in questo senso. Chiaramente le aree urbane favoriscono la crescita economica e offrono elevati livelli di disponibilità e accesso per quanto riguarda i servizi pubblici come l’istruzione, la sanità e lo sport.

L’altro lato della medaglia, però, cela la miriade di problemi connessi alla vita nelle città, come il deterioramento ambientale, la congestione del traffico, l’emarginazione economica e sociale, la criminalità e l’alienazione. Lo scopo della strategia in questione è promuovere e favorire una crescita urbana sostenibile attraverso l’attenzione per le tematiche ambientali come l’inquinamento atmosferico, il rumore, il traffico sostenuto, le emissioni di gas a effetto serra, lo sviluppo urbano caotico, il consumo delle risorse idriche e la produzione di rifiuti.

E’ stato facile individuare i problemi, ma è stato molto difficile trovare le relative soluzioni, soprattutto se si mira a identificare soluzioni che possano essere testate e che siano fattibili e idonee a fronte della moltitudine e della varietà di condizioni e di problemi nelle diverse città dell’Unione europea. Di conseguenza, benché nella sostanza l’Esecutivo e la commissione per l’ambiente siano d’accordo, vi sono alcune divergenze sul modo di procedere.

Alcuni hanno chiesto più regole e obiettivi atti ad apportare un miglioramento. Su un piano teorico posso comprendere questa posizione e in linea di principio ne convengo. In realtà, mi piacerebbe fosse possibile procedere in questo modo.

Purtroppo non è né utile né fattibile e vi sono motivi elementari per cui la strategia non favorisce l’introduzione di nuove normative. Per entrare nello specifico, la ragione è che le soluzioni devono ottemperare al principio di sussidiarietà e inoltre le nostre città sono così diverse le une dalle altre che non esiste una soluzione comune per tutte.

Disponiamo già di atti legislativi che produrrebbero risultati positivi sull’ambiente urbano se fossero applicati correttamente. Disponiamo già di normative che producono un impatto positivo sull’ambiente e sulla qualità della vita nelle città. Pensate, ad esempio, a tutte le norme sulla qualità dell’aria ambiente, sui livelli di rumore, sui rifiuti e sulle risorse idriche, giusto per citare alcuni dei settori disciplinati.

Tuttavia, tutte queste normative devono essere applicate in maniera migliore. Invece di soluzioni legislative, la strategia propone un orientamento sulle modalità per migliorare la gestione delle aree urbane in maniera integrata e per incrementare la sostenibilità dei trasporti, tema che sarà l’oggetto del Libro verde sul trasporto urbano che dovrebbe essere approvato nel 2007.

In questo modo, sarà possibile ottemperare in modo più adeguato alla legislazione ambientale vigente e si intensificherà la coesione tra i vari livelli politici e amministrativi. Questo è l’approccio che tutte le parti interessate che abbiamo consultato hanno chiaramente e ripetutamente indicato come quello che prediligono. Questo approccio sarà accompagnato da altre misure di sostegno, come per esempio la creazione di strutture idonee, lo scambio di buone prassi e l’introduzione di incentivi nell’ambito dei Fondi strutturali comunitari.

Gli Stati membri dovrebbero inserire le tematiche legate all’ambiente urbano nei programmi nazionali per cui si chiede un finanziamento nel quadro della politica comunitaria di coesione, in modo che le autorità regionali e locali possano trarre vantaggio dalle possibilità di finanziamento disponibili.

 
  
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  Seán Ó Neachtain (UEN), relatore per parere della commissione per i trasporti e il turismo. – (EN) Signor Presidente, in qualità di relatore per parere a nome della commissione per i trasporti e il turismo credo che le iniziative politiche contenute nel Libro verde sull’energia della Commissione europea debbano essere integrate da piani sul trasporto urbano sostenibile, soprattutto in materia di promozione dei biocarburanti. Deve essere dato un sostegno adeguato allo sviluppo del trasporto pubblico alimentato da fonti sostenibili di energia. Nella sola Irlanda il trasporto è al terzo posto nella produzione di emissioni di CO2.

I biocarburanti dovrebbero rappresentare il 5,75 per cento del nostro approvvigionamento energetico entro il 2010. Sul piano concreto, ad esempio, sempre per citare il caso del mio paese, l’Irlanda, saranno tolte dalla circolazione 70 000 automobili alimentate da combustibili fossili. I centri urbani dotati di trasporto pubblico alimentato da biocarburanti hanno l’opportunità di dimostrare la facilità d’uso di tali carburanti, i quali a loro volta traineranno la domanda delle imprese private, come le società di taxi, e l’uso domestico privato.

Per concludere, credo fermamente che solo attraverso una politica di integrazione nei settori dell’efficienza energetica e della protezione ambientale possano essere fissati e conseguiti obiettivi realistici per le aree urbane.

 
  
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  Gisela Kallenbach (Verts/ALE), relatore per parere della commissione per lo sviluppo regionale. – (DE) Signor Presidente, desidero ringraziare l’onorevole Hegyi per l’ambiziosa relazione e per l’ottima e fruttuosa cooperazione. A nome della commissione per lo sviluppo regionale sono particolarmente lieta che sia attribuita un’attenzione particolare alla pianificazione sostenibile delle città e dei trasporti. E’ più che evidente che la futura pianificazione urbana dovrà riunire la dimensione ecologica e quella economica e sociale, includendo la creazione di opportunità di lavoro e la promozione dell’istruzione, della cultura e dello sport sia per i giovani che per gli anziani. Dobbiamo ridurre una volta per tutte l’uso dei terreni non ancora edificati e favorire il riutilizzo delle zone industriali dismesse.

Chiediamo agli Stati membri e alle regioni di tenere conto di questi fattori nella stesura – ora in corso – dei propri programmi operativi; in questo modo, oltre ai benefici che ne deriveranno per le amministrazioni locali, si avrà a disposizione un potente strumento per comunicare gli obiettivi della politica europea agli uomini e alle donne comuni, in quanto è ormai abbondantemente giunto il momento di creare questa consapevolezza.

 
  
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  Renate Sommer, a nome del gruppo PPE-DE. – (DE) Signor Presidente, innanzi tutto porgo le mie congratulazioni al relatore, soprattutto per la sua disponibilità al dialogo.

Rivolgendomi al relatore, so che fondamentalmente vogliamo entrambi la stessa cosa, ossia un ambiente vivibile nelle grandi città e nelle conurbazioni dell’Unione europea, ma è evidente che le nostre opinioni sono diametralmente opposte per quanto riguarda le modalità per conseguire l’obiettivo. Personalmente ritengo che l’approccio della Commissione sia quello giusto: una strategia tematica e nulla più, senza proposte legislative, poiché in ogni caso non abbiamo poteri in questo ambito. Naturalmente possiamo pubblicare orientamenti in merito alle disposizioni vigenti su temi quali l’aria, il rumore, i rifiuti e via dicendo; si può incoraggiare la condivisione di esperienze e dare un sostegno, anche finanziario, poiché sappiamo che non si può continuare a reinventare continuamente la ruota.

Il relatore sta cercando di salvare Budapest, la sua città natale, ed è un’impresa onorevole, ma sta altresì cercando di aggirare il principio di sussidiarietà. Vuole misure giuridiche vincolanti, vuole ingerirsi nelle competenze delle autorità regionali e locali in merito alla pianificazione e vuole intervenire nel settore. Mi preme quindi fargli presente che è sbagliato; se agisce in questo modo, provoca la disaffezione dell’opinione pubblica verso l’Unione europea.

Vi è poi una serie di aspetti in merito alla relazione che il mio gruppo ed io vogliamo siano modificati. Ad esempio, per quanto importante possa essere, la questione della protezione dell’ambiente alla fine non deve rendere la vita impossibile alle imprese; la qualità della vita nelle zone urbane dipende tanto dalla qualità dell’ambiente quanto dalla vitalità economica.

A mio parere, oltretutto, il pedaggio d’ingresso per il centro città non risolve nulla. Ovviamente è necessario favorire modi di trasporto ecocompatibili, come gli autobus, il treno, la bicicletta, eccetera, ma sarebbe sbagliato bandire dalle città le automobili, che sono mezzi di trasporto privati. In definitiva, in tal modo si favorirebbero i centri commerciali su siti di nuova industrializzazione e lo spopolamento delle campagne, visto che la gente lascerebbe le città, il centro diverrebbe una zona desolata e la qualità della vita nelle zone diminuirebbe.

Oltretutto non ha alcun senso chiedere alle città di assolvere a funzioni che sono al di sopra delle loro capacità – come la raccolta dei dati, tra l’altro sull’uso locale dei biocidi, una categoria in cui, consentitemi di ricordarlo all’onorevole Hegyi, rientra anche l’antipulci che io stessa uso per il mio cane! Questo genere di provvedimenti ci copre di ridicolo. Dobbiamo garantire che il principio di sussidiarietà sia mantenuto, e a mio avviso è questo il nostro ruolo, ed è questo l’intento che soggiace agli emendamenti che abbiamo presentato.

 
  
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  Anne Laperrouze, a nome del gruppo ALDE. – (FR) Signor Presidente, tengo a esprimere le mie congratulazioni al relatore, onorevole Hegyi, per il lavoro che ha svolto. Adesso disponiamo di una relazione che pone le domande giuste e che suggerisce alcune buone risposte.

Il testo sottolinea la necessità di coerenza e di concertazione, ossia di ciò che alcuni deputati definiscono “approccio integrato”, a cui fa eco anche la comunicazione della Commissione europea. Occorre senz’altro una visione d’insieme per meglio comprendere la sfida dell’ambiente urbano, in particolare sul piano sociale, culturale e ambientale.

Sottoscrivo il risalto che la relazione conferisce a una serie di punti fondamentali: bisogna infatti favorire lo scambio di buone prassi e la promozione della formazione degli attori locali, la riduzione del volume crescente del traffico e bisogna eliminare la correlazione tra la crescita dei trasporti e l’aumento del PIL, incoraggiare il risparmio energetico e innalzare l’efficienza energetica degli edifici, rendere obbligatoria l’attuazione di piani di gestione urbana sostenibile e di piani di trasporto urbano sostenibile per tutte le agglomerazioni con oltre 100 000 abitanti e, infine, è necessario indicare un obiettivo in merito alla superficie degli spazi verdi per abitante nei nuovi insediamenti urbani.

Ritengo però che sia opportuno trovare un giusto equilibro tra l’imposizione di direttive agli Stati membri e la necessità di lasciare un certo margine d’iniziativa agli attori locali, poiché essi sono il motore dell’innovazione, essendo i primi a confrontarsi con le realtà della vita urbana. Infatti, il nostro obiettivo deve essere la creazione di un quadro teso a promuovere iniziative locali, lasciando alle autorità locali la scelta degli obiettivi e delle soluzioni.

 
  
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  Claude Turmes, a nome del gruppo Verts/ALE. – (DE) Signor Presidente, ringrazio vivamente il relatore per questo splendido testo. Sono altresì lieto per come egli ha ripreso un’idea che mi sta molto a cuore, ossia l’idea di un nuovo patto, di una nuova qualità di cooperazione tra il livello europeo, da un lato, e le grandi città europee, dall’altro lato.

In Europa l’80 per cento della popolazione vive nelle aree urbane. Se vogliamo compiere progressi in settori quali la conservazione delle risorse, la politica energetica, la qualità dell’aria e via dicendo, è assolutamente necessaria una più stretta integrazione delle politiche attuate nelle città con quelle elaborate a livello europeo. In realtà bisogna usare meglio gli strumenti finanziari dell’Unione europea, compresi, ad esempio, i prestiti della Banca europea per gli investimenti.

La mia ultima osservazione è rivolta a lei, onorevole Sommer: persino il Governatore Schwarzenegger e il suo schieramento conservatore in California hanno assunto una posizione più progressista della sua. In definitiva egli ha smascherato l’industria automobilistica dinanzi al mondo intero, mostrandola per quello che veramente è, ossia un branco di delinquenti che dovrebbero finire in un’aula di giustizia. Il ruolo che lei si è data come sostenitore in loco presso il Parlamento europeo per conto dell’industria automobilistica tedesca per me è assolutamente vergognoso per chiunque dichiari di voler preservare la natura.

 
  
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  Erik Meijer, a nome del gruppo GUE/NGL. – (NL) Signor Presidente, nei tempi antichi gli Stati erano prevalentemente rurali e le città erano poche. La crescita demografica e l’avvento delle professioni urbane hanno mutato radicalmente la situazione nell’ultimo secolo al punto che la stragrande maggioranza degli europei ora vive nelle città, nei sobborghi urbani e in aree rurali ormai in gran parte urbanizzate a causa dell’industria, delle attività portuali o dell’attività mineraria.

Nel mondo in via di sviluppo, ma anche in alcune parti d’Europa, osserviamo che aree urbane di questo genere possono diventare assolutamente invivibili a causa del traffico caotico, della presenza di zone degradate, dell’inquinamento e della speculazione edilizia. Dove manca l’acqua potabile, una fitta rete di trasporto urbano frequente, un buon servizio di smaltimento dei rifiuti oltre ad abitazioni adeguate e decorose, o laddove l’assistenza sanitaria, i servizi sociali o l’istruzione sono carenti, le città diventano un inferno. Quando la città è sulla china del declino, le fasce più istruite ad alto reddito possono trasferirsi altrove, ma i lavoratori e gli immigrati non hanno altra scelta se non quella di rimanere. Sinora la politica nazionale ed europea si è basata sull’aumento del numero di automobili e sui tagli ai servizi pubblici. In questo modo si mette a rischio il futuro delle città. E’ più che giusto che l’attenzione dell’UE, originariamente concentrata sulla produzione agricola e sulla campagna, negli ultimi anni si sia spostata sulle città. Purtroppo però vi sono anche alcuni lati negativi. Se la proposta della Commissione del 2000 sull’obbligo contrattuale per il trasporto urbano fosse stata adottata senza emendamenti, avrebbe pregiudicato l’estensione della rete tranviaria e il trasporto pubblico gratuito, oltre alla creazione di una rete di trasporto capillare e con passaggi frequenti. Sono le stesse città e regioni che, nella misura del possibile, hanno la responsabilità di regolamentare il trasporto urbano, la programmazione logistica, lo sviluppo urbano, la pianificazione degli spazi aperti e le piste ciclabili. Tuttavia, l’Unione europea può fornire un valore aggiunto in settori quali la ricerca e lo scambio e il trasferimento di conoscenza. In tal modo riusciremo a tenere sotto controllo i pericoli e gli abusi, a promuovere iniziative migliorative e a rafforzare lo sviluppo e il rispetto di migliori norme ambientali. Soprattutto nei futuri Stati membri, Romania e Bulgaria, si deve fare ancora molto su questo versante.

Sostengo l’onorevole Hegyi nella sua lotta per un trasporto non inquinante, per la protezione dei centri storici delle città, per l’adozione di una gestione attenta delle risorse idriche, per un consumo energetico contenuto e per la tutela delle aree naturalistiche.

 
  
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  John Bowis (PPE-DE).(EN) Signor Presidente, ringrazio l’onorevole Hegyi per la relazione e per aver accolto una serie di emendamenti che avevo presentato. Spero che accoglierà altresì gli emendamenti presentati dalla collega, onorevole Sommer, in quanto l’Europa si esprime al meglio nella condivisione delle buone prassi. Lo scopo è introdurre lo scambio di buone prassi tra gli Stati membri e tra le autorità locali. Gli emendamenti sono tesi a garantire che tale condivisione sia diretta agli Stati membri senza che la Commissione sia costretta a fare tutto il lavoro al loro posto. Se riusciremo a stabilire con chiarezza questo punto, potremo sostenere le ottime idee contenute nella relazione.

I nostri elettori sono giustamente preoccupati in merito a diversi aspetti dell’ambiente urbano. Abbiamo appena tenuto un dibattito sulla qualità dell’aria, che è un tema d’importanza capitale. Tuttavia il problema è ben più ampio; c’è anche il rumore che dobbiamo sopportare nell’ambiente urbano, provocato dai vicini di casa, dagli autoveicoli, dalla musica a tutto volume e via dicendo. Questo non è territorio delle direttive europee, ma possiamo condividere le migliori prassi e modalità per affrontare il problema. Analogamente, la pulizia delle strade e la sporcizia nelle città sono problemi di salute pubblica di cui dobbiamo occuparci. Possiamo imparare gli uni dagli altri. Proprio come a Parigi di notte si usa riempire d’acqua i canali di scolo per pulirli, vi sono idee in tutta Europa. Vogliamo debellare gradatamente la criminalità nell’ambito della nostra strategia per le aree urbane, rivolgendo particolare attenzione alla progettazione degli edifici in modo che non siano insidiosi per i cittadini, evitando quindi il rischio che le persone possano essere spinte in qualche pertugio da malintenzionati, garantendo percorsi più sicuri verso le stazioni ferroviarie, eccetera. Dobbiamo inoltre assicurare uno sviluppo oculato lungo i fiumi, impedendo la costruzione di edifici nelle zone inondabili ed evitando quindi i disastri che ne possono derivare.

Vi sono molte buone idee nella relazione insieme all’opportunità di condividere le migliori prassi ed è questo il principale impatto del testo. Spero che il Commissario porterà avanti il lavoro in siffatto spirito.

 
  
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  Gyula Hegyi (PSE).(HU) Signor Presidente, desidero ringraziare tutti i colleghi che hanno reso un contributo alla relazione nella speranza che sia adottata. Ovviamente mi riferisco soprattutto a quelli che in linea di massima condividono le mie idee.

Per quanto concerne la sussidiarietà, la mia visione è alquanto diversa. Non stiamo parlando di una direttiva, ma di una proposta di strategia. Pertanto in questo caso non dobbiamo annacquare le nostre richieste. Quando sarà la volta di elaborare direttive, ci troveremo comunque dinanzi a un lungo processo negoziale.

A questo proposito, ho incontrato alcuni rappresentanti delle città europee e delle autorità locali insieme ad alcuni esponenti di Eurocity, che mi hanno fatto visita presso la sede del Parlamento europeo. Si aspettavano da me proprio che fossero previste, nella misura del possibile, misure vincolanti in modo che potessero attuare meglio le loro iniziative per l’ambiente con il sostegno dell’Unione europea, poiché vi sono ovviamente anche altri interessi da tenere in considerazione nelle città.

E’ altresì molto importante non lasciare che questa proposta strategica si perda nel trambusto generale. Per tale ragione in uno dei paragrafi ho precisato la necessità di dare un seguito alla relazione nel quadro della consultazione interistituzionale. Fortunatamente la proposta ha riscosso il sostegno di tutti i componenti dell’Assemblea.

Chiedo pertanto al Commissario Dimas di darmi la possibilità di discutere, la settimana prossima o in un altro momento, come procedere per dare seguito alla relazione, dopo l’approvazione del testo da parte del Parlamento europeo.

 
  
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  Stavros Dimas, Membro della Commissione. – (EN) Signor Presidente, desidero ringraziare tutti i deputati intervenuti nel dibattito per i loro contributi positivi e costruttivi. Questa strategia segna un passo importante verso uno sviluppo urbano più sostenibile. E’ una risposta al sesto programma d’azione comunitario per l’ambiente e un contributo fondamentale per migliorare la vita quotidiana dei cittadini europei.

Sono lieto che il Parlamento si appresti ad adottare una risoluzione che riconosce l’importanza delle tematiche urbane per i cittadini dell’Unione europea. Ritengo che, nonostante alcune divergenze sul modo di affrontare questa importante sfida, la Commissione e il Parlamento abbiano una visione e un sentire comune sulle principali questioni, ossia sulla sostanza e in merito agli effetti.

Seppur la Commissione reputi che un approccio basato sull’orientamento, sugli incentivi e sulla divulgazione delle migliori passi sia la via da seguire, verificherà comunque l’efficacia della strategia ed effettuerà revisioni periodiche per vedere in quale modo contribuisce ad affrontare questa importante sfida.

La Commissione riferirà al Parlamento circa i risultati di tale monitoraggio. Spero che il Parlamento adotti una risoluzione a sostegno degli obiettivi e degli scopi della strategia.

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà martedì alle 11.30.

Dichiarazioni scritte (articolo 142 del Regolamento)

 
  
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  Zita Gurmai (PSE).(EN) Le città svolgono un ruolo fondamentale nella generazione di ricchezza, mentre lo sviluppo economico, sociale e culturale costituisce una forza trainante per la crescita e l’occupazione.

Grazie a una pianificazione urbana efficace, allo sviluppo concreto di modelli di ambiente urbano, a strumenti fondati su un approccio integrato e allo scambio di buone prassi, le città possono svilupparsi in maniera sostenibile, possono affrontare congiuntamente le sfide economiche, sociali e ambientali e possono favorire la salute e il benessere dei cittadini dell’UE.

Siffatte azioni, basate su politiche complessive dotate di obiettivi e di quadri chiari, concreti e misurabili, devono essere sostenibili, orientate al futuro e sostenute da finanziamenti comunitari adeguati. Per l’ambiente urbano – essendo un tema ampio, omnicomprensivo e in constante mutamento – è necessario un approccio flessibile in modo da dare risalto alla ricerca che potrebbe essere condotta nell’ambito del settimo programma quadro di ricerca.

Tra la grande varietà di obiettivi prioritari si collocano alcune delle sfide più importanti. Bisogna adottare misure atte a ridurre l’uso del suolo, in particolare limitando l’attività negli spazi intatti e favorendo l’attività sui terreni già sfruttati nel contesto di programmi di sviluppo urbano, di cui deve far parte anche la tutela delle aree verdi. Un trasporto pubblico urbano sostenibile, la progressiva introduzione di modi di trasporto e di tecnologie ecologiche, la promozione dell’uso del trasporto pubblico e di sistemi non motorizzati in sostituzione delle autovetture private sono solo alcuni esempi delle principali priorità.

 
  
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  Kathy Sinnott (IND/DEM).(EN) La Commissione europea con l’ausilio del Parlamento e del Consiglio produce numerose strategie a fini di orientamento e per divulgare le buone prassi.

E’ impegnativo garantire che la strategia europea sull’ambiente urbano sia presa seriamente. Gli interessi finanziari nell’assetto e nello sviluppo urbanistico sono, infatti, tali che ci vorranno ben più che semplici suggerimenti per assicurare che la nostra azione di oggi porti a città sicure e vivibili in futuro.

Invece di inserire nella strategia una dichiarazione che ribadisce l’importanza dello spazio verde nella pianificazione urbana, credo sia meglio introdurre l’obbligo di avere un 15 per cento di spazi verdi nelle aree urbane o una certa metratura per ogni 1 000 abitanti. Solo un obiettivo preciso e sostanziale potrà resistere dinanzi a imprenditori edili avidi di terreni.

Nel mio collegio elettorale c’è un’area residenziale pubblica che è stata costruita 30 anni fa. Pianificata come prevede questa strategia, è dotata di ampi spazi verdi, agevolmente ampi da accogliere strade e infrastrutture pubbliche. Quest’area è tuttora un modello di buone prassi e rende un ottimo servizio alla comunità.

Tuttavia, su di essa ora incombe la minaccia dei pianificatori urbani che vogliono costruire altri complessi residenziali. Solo una strategia urbana che detti le percentuali a chiare lettere consentirà la creazione di spazi verdi sufficienti nelle città e impedirà la scomparsa delle aree esistenti che offrono grandi benefici.

 
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