Presidente. L’ordine del giorno reca la relazione del Consiglio europeo e la dichiarazione della Commissione sui risultati del Vertice informale dei capi di Stato e di governo svoltosi a Lahti il 20 ottobre 2006.
Matti Vanhanen, Presidente in carica del Consiglio. – (FI) Signor Presidente, onorevoli deputati, venerdì scorso, 20 ottobre, ho avuto il piacere di ospitare a Lahti la riunione informale dei capi di Stato e di governo e la cena che è seguita, alla quale ha partecipato come ospite il Presidente russo Vladimir Putin.
Sia la riunione dei capi di Stato e di governo che la cena organizzata di seguito sono state un grande successo. Queste riunioni informali dei leader dell’Unione europea sono un modo eccellente per costruire un consenso politico mirato a far compiere progressi all’Unione in relazione alle sue sfide chiave.
Al Vertice ci siamo concentrati in particolare sulle relazioni esterne nel settore dell’energia. Abbiamo discusso anche di immigrazione e della situazione in Sudan/Darfur. Una sessione di lavoro distinta è stata dedicata alle possibili modalità per promuovere la politica di innovazione al fine di garantire la competitività e la crescita economica dell’Unione. Sviluppare la politica di innovazione è cruciale per la competitività dell’Unione e per la nostra capacità di mantenere posti di lavoro di buona qualità in Europa.
Le discussioni aperte e approfondite durante il pranzo di lavoro ci hanno permesso di serrare i ranghi per la cena, malgrado i dubbi nutriti in proposito da certi ambienti. L’atmosfera durante il pranzo è stata ottima ed era nettamente percepibile la solidarietà fra gli Stati membri. Abbiamo attribuito grande importanza alla necessità di parlare all’unisono, e vorrei definire questa determinazione a raggiungere il consenso lo “spirito di Lahti”.
La discussione durante la cena con il Presidente russo Vladimir Putin è stata molto onesta e franca. Oltre alle questioni inerenti all’energia, abbiamo discusso anche di problemi internazionali d’attualità e della libertà di espressione in Russia.
Durante la riunione dei capi di Stato e di governo si è svolto un dibattito ampio ed esauriente sul tema dell’energia. L’atmosfera era ottima e il messaggio di base, nonostante lievi differenze di tono, coerente. I temi principali sono stati i principi per lo sviluppo di relazioni nel campo dell’energia tra UE e Russia e la loro messa in atto, relazioni più strette con paesi terzi importanti da un punto di vista strategico, la lotta contro il cambiamento climatico attraverso la politica energetica e uno scambio più efficace di informazioni per mezzo di una rete di collegamenti nel settore dell’energia.
Riguardo alle relazioni UE-Russia nel settore dell’energia, abbiamo convenuto sulla necessità di un partenariato più stretto e fondato sui principi stabiliti nella Carta dell’energia e nella dichiarazione del G8, in particolare sull’apertura, su soluzioni basate sul mercato e sulla reciprocità. Questi principi dovrebbero essere messi in pratica già oggi ed essere incorporati in forma concreta nell’imminente accordo UE-Russia. A Lahti abbiamo stabilito una politica comune per le relazioni tra l’Unione europea e la Russia in materia di energia.
A Lahti si è altresì registrato un consenso sulla necessità di continuare e migliorare i nostri sforzi volti a creare relazioni più strette con i paesi produttori e di transito vicini all’Unione entro la fine dell’anno. L’obiettivo è quello di applicare i principi che governano il mercato interno il più estesamente possibile nelle regioni circostanti l’Unione.
In molti interventi il cambiamento climatico è stato indicato come la sfida internazionale più urgente. In particolare, l’UE deve dimostrare di sapersi assumere il ruolo di leader nella promozione dell’energia sostenibile. Per quanto riguarda le innovazioni e le tecnologie connesse all’efficienza energetica, le imprese europee hanno molto da offrire. Abbiamo convenuto che le questioni riguardanti l’energia e il clima debbano in futuro avere un posto di primo piano nei vertici dell’Unione europea con i paesi del mondo in via di sviluppo, come è stato fatto durante la Presidenza finlandese dell’Unione.
Se vogliamo garantire approvvigionamenti di energia affidabili, è necessario un enorme investimento nelle reti di trasmissione e in altre infrastrutture. Occorre quindi migliorare la cooperazione con gli istituti finanziari internazionali in progetti per le infrastrutture dell’energia. La sicurezza energetica deve essere uno dei criteri presi in esame quando si concedono prestiti della Banca europea per gli investimenti ai paesi del mondo in via di sviluppo.
E’ importante che l’Unione disponga di informazioni complete sulle quali basare le proprie decisioni di politica energetica e le risposte a situazioni problematiche esterne. A Lahti abbiamo convenuto di adoperarci per compiere progressi rapidi nella creazione di una rete di collegamenti nel campo dell’energia entro la fine dell’anno. I particolari dovranno essere concordati dal Consiglio. Migliorare il modo in cui sono raccolte e analizzate le informazioni contribuirà ad aumentare la cooperazione tra Stati membri e Istituzioni e a creare maggiore solidarietà in materia energetica.
Le discussioni al Vertice sulle relazioni esterne nel settore dell’energia prepareranno il terreno anche per il prossimo Consiglio europeo di primavera, che prevede di adottare un piano d’azione prioritario sulla politica energetica per l’Europa.
Alla sessione di lavoro della riunione dei capi di Stato e di governo abbiamo discusso come compiere passi avanti nella politica in materia di innovazione. I temi principali sono stati i diritti di proprietà intellettuale, in particolare i brevetti, la cooperazione tra il mondo imprenditoriale e il settore pubblico, l’Istituto europeo di tecnologia e la normalizzazione. Abbiamo concordato che l’Unione ha bisogno di una strategia chiara sui diritti di proprietà intellettuale. Il Consiglio “Competitività” fornirà alla Commissione maggiori dettagli su cosa vorrebbe vedere realizzato nel campo dei diritti di proprietà intellettuale. A Lahti abbiamo sottolineato che la proposta della Commissione dovrebbe esaminare in particolare la qualità del sistema dei diritti di proprietà intellettuale. La Commissione presenterà la proposta prima del Consiglio europeo di primavera.
Uno dei messaggi molto forti emersi dalla riunione di Lahti è che il sistema europeo dei brevetti deve essere reso più economico e più prevedibile. Anche i sistemi per la risoluzione dei contenziosi devono migliorare. Dobbiamo cercare di progredire rapidamente su questo punto. Verso la fine dell’anno la Commissione pubblicherà una comunicazione contenente proposte concrete sullo sviluppo del sistema europeo dei brevetti. Quando avrà ricevuto la proposta della Commissione, il Consiglio esaminerà le varie opzioni.
La questione di come rendere più efficace il sistema dei brevetti è stata problematica per il Consiglio, ma è molto importante per la nostra capacità di innovazione sviluppare il sistema europeo. Personalmente ritengo che tutti dovrebbero tenere presente l’interesse comune, essere disposti a dimostrare flessibilità invece che caparbietà in relazione alle posizioni nazionali e concordare, ad esempio, di semplificare il regime linguistico.
Abbiamo altresì convenuto di promuovere la cooperazione tra il mondo imprenditoriale e il settore privato. Le piattaforme tecnologiche europee e le iniziative tecnologiche comuni sono strumenti validi per lo sviluppo delle tecnologie chiave. Se vogliamo compiere progressi, è importante che il settimo programma quadro dell’Unione europea sia adottato senza ritardi. Il programma dovrebbe anche essere una fonte di finanziamenti comunitari per le iniziative tecnologiche comuni.
Sono molto soddisfatto che la riunione di Lahti abbia confermato che ARTEMIS, una delle piattaforme tecnologiche più avanzate, sarà portata avanti e che debba essere sostenuto il desiderio della Commissione di attuarla come iniziativa tecnologica comune. Le imprese del settore stanno investendo somme enormi nell’iniziativa comune. Anche il governo finlandese ha dato il buon esempio, promettendo di fornire 70 milioni di euro per un periodo di sette anni. ARTEMIS è una delle più grandi iniziative comuni di tecnologia dell’Europa in un settore tecnologico molto importante e promettente.
La settimana scorsa la Commissione ha presentato una proposta legislativa riguardante l’Istituto europeo di tecnologia. Lahti ha dato il via libera per un esame rapido e particolareggiato della proposta del Consiglio. La considero un’iniziativa molto preziosa e penso che potrebbe apportare un autentico valore aggiunto allo sviluppo della cooperazione tra università e imprese nella ricerca.
Infine in questo settore, vorrei menzionare la normalizzazione, un altro argomento che abbiamo toccato durante la riunione. Come ho già sottolineato prima, la normalizzazione è molto importante nella vita dei cittadini dell’Unione. Ad esempio, l’introduzione dei telefoni standard GSM a livello europeo ha reso possibile all’Europa diventare il leader mondiale del settore. Se l’Europa non è in grado di concordare standard validi, saranno altri a stabilirli.
Tutti sappiamo che l’innovazione può creare successo e crescita, ma il problema è stato come compiere passi avanti concreti. L’orientamento che abbiamo ricevuto a Lahti ci aiuterà ora a compiere progressi nel creare l’ambiente adeguato a promuovere la competitività.
La nostra discussione sull’immigrazione ha messo in evidenza l’impegno per la cooperazione e la questione della solidarietà fra gli Stati membri nel risolvere i problemi di immigrazione. E’ una questione che riguarda l’intera Unione. Se da un lato abbiamo bisogno di un’azione rapida, a breve termine, per affrontare la crisi acuta alla quale ci troviamo di fronte, le nostre discussioni hanno anche sottolineato la necessità di una politica coerente e globale sull’immigrazione. La politica dovrebbe comprendere sia l’immigrazione legale che quella illegale. Dobbiamo anche fare di più per aiutare gli immigrati a integrarsi.
E’ apparsa particolarmente evidente la necessità di una stretta cooperazione con i paesi africani, nonché con altri paesi di origine e di transito. Il modo migliore per attenuare la pressione che spinge le persone a lasciare il loro paese è quello di promuovere lo sviluppo, in Africa e altrove.
La riunione ha dato il pieno appoggio al lavoro che sta facendo l’Agenzia dell’UE per la gestione delle frontiere ed è stato riconosciuto che sono necessarie maggiori risorse per sostenerne il lavoro.
La riunione ha affrontato anche la necessità di sviluppare il nostro sistema decisionale, per consentire all’Unione di reagire prontamente e più efficacemente a problemi urgenti.
Grazie per il forte e approfondito contributo che ha dato a Lahti, signor Presidente. Lei ha detto molto chiaramente che il Parlamento europeo vuole un processo decisionale più efficace nel campo della giustizia e degli affari interni. La Presidenza finlandese condivide pienamente questo parere.
(Applausi)
Il tema dell’immigrazione sarà trattato nuovamente dai ministri della Giustizia e degli Affari interni e dai ministri degli Esteri. Ritorneremo sulla questione in occasione del Consiglio europeo di dicembre.
A Lahti abbiamo parlato anche della grave situazione in Sudan/Darfur. Abbiamo espresso profonda preoccupazione per la situazione umanitaria e per i diritti umani in Darfur. Come rappresentante della Presidenza del Consiglio, trasmetterò questo messaggio urgente al Presidente del Sudan. Dobbiamo mantenere alta la pressione sul governo sudanese affinché ponga fine ai combattimenti, consenta all’ONU di allestire un’operazione di mantenimento della pace e di avviare negoziati con i ribelli.
Le discussioni informali con il Presidente russo Vladimir Putin sono state estremamente utili per lo sviluppo del partenariato strategico. Questo implica la volontà di cooperare e la disponibilità a discutere la totalità delle questioni. Il partenariato non dovrebbe essere visto come un accordo statico, ma come un processo in divenire. Noi crediamo che un partenariato autentico e durevole debba essere costruito su valori comuni.
Signor Presidente, desidero ringraziarla anche per il suo contributo al dibattito durante la cena e per l’appoggio che ha espresso riguardo a tale questione cruciale. I valori sono la base di tutto.
Nelle discussioni con il Presidente Putin abbiamo parlato di come possiamo promuovere gli obiettivi della cooperazione nel campo dell’energia attraverso un nuovo accordo. I nostri discorsi prepareranno la strada anche al Vertice UE-Russia di novembre. L’intenzione è di giungere a un accordo al Vertice di Helsinki sull’avvio di negoziati per un nuovo patto di ampio respiro tra l’UE e la Russia.
Sulle questioni internazionali, abbiamo convenuto con il Presidente Putin di impegnarci per stabilire una cooperazione più stretta tra l’UE e la Russia. La necessità di una cooperazione più stretta è stata dimostrata molto chiaramente dai recenti fatti in Iran, Corea del Nord e Medio Oriente.
Nel corso della cena, ho anche affrontato il caso del terribile assassinio della giornalista Anna Politkovskaja. Ho detto al Presidente Putin che i cittadini degli Stati membri sono preoccupati per il peggioramento della situazione riguardante la libertà di parola e di espressione in Russia. Parlando per l’Unione, ho detto che occorre indagare su questo assassinio, che ci ha tutti profondamente scioccati, e i responsabili devono essere assicurati alla giustizia. Ho menzionato anche le nostre preoccupazioni riguardo alla Cecenia.
Si è parlato anche delle relazioni tra la Russia e la Georgia. Ho detto al Presidente Putin che l’Unione è preoccupata per la tensione in aumento ed è pronta ad agire per trovare una soluzione alla crisi.
Stiamo costruendo un partenariato strategico tangibile con la Russia su un fronte estremamente ampio nel quadro degli “spazi comuni”. I temi più prominenti durante il semestre di Presidenza finlandese sono: energia, ambiente, trasporti, giustizia e affari interni e diritti umani.
L’Unione europea deve essere capace di parlare ai suoi partner con una sola voce. Divisi e disuniti siamo deboli: non saremo in grado di difendere i nostri interessi né di promuovere i valori sui quali è fondata l’Unione. A Lahti siamo riusciti a dimostrare al Presidente Putin che l’Unione è determinata e unita nelle sue opinioni. Rappresentando la Presidenza del Consiglio, sono orgoglioso di questo risultato e penso che abbiamo compiuto un passo avanti nelle nostre relazioni con la Russia. Questo non significa che la Russia sia d’accordo con noi su tutto. Di fatto abbiamo avuto una lunga discussione nella quale il Presidente Putin ha risposto alle nostre domande in dettaglio, additando altresì le debolezze nell’azione dell’UE. Siamo abituati a questo con la Russia; fa parte del normale dialogo.
La questione cruciale ora, in seguito alla riunione di Lahti, è tradurre le parole in azione e progredire sulle questioni che abbiamo discusso. Contiamo sui canali preparatori che impieghiamo di solito.
La maggior parte del lavoro sarà fatto nel Consiglio sulla base di iniziative della Commissione. Per molte questioni ci baseremo sugli orientamenti politici che riceveremo nelle settimane rimanenti del nostro semestre di Presidenza. Anche il Parlamento europeo avrà un ruolo centrale da svolgere nell’accelerare l’azione su quanto concordato a Lahti.
Vi ringrazio per questa opportunità di presentarvi i risultati della riunione informale dei capi di Stato e di governo a Lahti. Sarò lieto di rispondere a eventuali domande suscitate dalla mia introduzione sull’argomento.
(Applausi)
José Manuel Barroso, Presidente della Commissione. – (EN) Signor Presidente, il Primo Ministro Vanhanen vi ha fornito una veduta d’insieme dei risultati del Consiglio europeo informale tenutosi venerdì scorso a Lahti. Io vorrei concentrarmi su alcuni punti.
Il Vertice di Lahti dovrebbe essere considerato parte di un processo. Come sapete, abbiamo sempre detto che dovremmo portare avanti l’integrazione mediante azioni pratiche, concrete, e così stiamo facendo, di pari passo con il Parlamento e il Consiglio. Abbiamo definito un’agenda ambiziosa, per esempio sulla sicurezza, sull’energia, sulla ricerca, e ora dobbiamo realizzare tali obiettivi. E’ proprio questo che abbiamo fatto a Lahti.
In primo luogo, sull’innovazione, tutti sono d’accordo riguardo al fatto che l’innovazione è importante e che l’Europa è in ritardo in questo campo. Esiste un consenso sulla necessità di più sostegno e incentivi per l’innovazione e di meno barriere per gli innovatori. Tale visione è stata confermata dal Consiglio europeo e in varie risoluzioni del Parlamento. Avevamo bisogno di alcuni passi chiari, pratici, per dimostrare che l’Europa era disposta ad assumere la direzione, e questo è ciò che abbiamo raggiunto a Lahti.
Per quanto riguarda le iniziative tecnologiche congiunte, ad esempio, progetti chiave come l’iniziativa ARTEMIS sui sistemi informatici incorporati sono stati frenati dalla mancanza di fondi nazionali. Ora abbiamo alcuni impegni chiari per un sostegno diretto.
Riguardo alle procedure per definire norme europee sui prodotti, abbiamo un accordo per renderle più veloci. Credo anche che stia crescendo l’interesse sulla proprietà intellettuale, inclusi i brevetti, e la Commissione spingerà per compiere ulteriori progressi entro la fine dell’anno.
E’ importante che la Commissione abbia avuto il via libera per l’Istituto europeo di tecnologia (IET). Sono grato per l’appoggio che ho ricevuto da tutti i deputati che durante la tornata di due settimane fa si sono espressi in favore dell’IET. C’è un consenso crescente sul fatto che l’IET potrà assumere un ruolo di guida per l’innovazione a livello europeo. Stiamo ricevendo un appoggio entusiasta da tutta la comunità imprenditoriale e scientifica in Europa.
L’attenzione data dal Parlamento a tale importante iniziativa è stata di reale aiuto nell’elaborare i particolari della proposta. Ora naturalmente si svolgeranno negoziati sui dettagli, ivi compreso il bilancio. Non vedo l’ora di lavorare con voi e con il Consiglio per giungere rapidamente all’adozione del regolamento. Io credo che l’IET possa essere per l’Europa un centro di eccellenza per l’innovazione. Dovremmo chiedere all’IET di attribuire la massima priorità alle grandi sfide del cambiamento climatico e a tutto ciò che è collegato alle fonti di energia ecologiche. E’ un compito importante per noi come società. Dovremmo chiedere alla comunità scientifica d’Europa di aiutarci a risolvere questi problemi, in modo da mantenere un ruolo di leader in quella che è forse la più importante sfida del XXI secolo.
Al secondo posto tra le questioni principali del dibattito c’era il tema dell’energia. La Commissione, lavorando in stretta cooperazione con la Presidenza, aveva identificato tre azioni concrete da compiere, e per tutte abbiamo ricevuto appoggio.
In primo luogo, il Consiglio europeo ha convenuto la necessità di migliorare le nostre relazioni nel settore dell’energia con i paesi vicini, in particolare con i paesi produttori come la Russia, la Norvegia e l’Algeria, e i principali paesi di transito come la Turchia e l’Ucraina.
In secondo luogo, il Consiglio europeo ha convenuto di creare una rete di collegamenti per l’energia, che ci permetterà di affrontare meglio crisi e imprevisti in relazione agli approvvigionamenti.
In terzo luogo, il Consiglio europeo ha concordato un approccio specifico comune nei confronti della Russia. Abbiamo indicato chiaramente al Presidente Putin il nostro desiderio di avere strette relazioni in fatto di energia con questo partner chiave, ma tali relazioni devono essere basate sui principi che la Russia ha già firmato al G8 ospitato quest’anno proprio dalla Russia, nonché sulla Carta dell’energia: trasparenza, Stato di diritto, reciprocità e non discriminazione, insieme all’apertura del mercato e all’accesso al mercato. Questi principi si applicano all’energia, ma non solo all’energia. Sono elementi necessari per migliorare la fiducia reciproca e investimenti essenziali per una relazione a lungo termine.
Tale messaggio è stato tanto più potente per il fatto di esserci presentati come un fronte unito. A Lahti è emerso un chiaro senso di solidarietà, un’intesa che l’Unione europea agirà all’unisono e che gli europei dovrebbero ricevere gli stessi standard di affidabilità dai nostri partner russi, di qualunque Stato membro si tratti. Il Primo Ministro Vanhanen ha parlato a nome dell’intero Consiglio europeo, presentando le questioni generali riguardanti le nostre relazioni con la Russia, ed io ho avuto l’onore di essere stato invitato a parlare sulle questioni inerenti all’energia.
Era importante per la riunione e per il successo del Vertice di Lahti che le dichiarazioni della Presidenza e della Commissione europea fossero chiaramente sostenute da tutti i membri del Consiglio europeo. L’idea di solidarietà è più importante che mai. Solidarietà e coerenza sono più che mai le parole chiave della nostra Unione europea.
Compiere passi avanti nel settore dell’energia, nel quadro del nostro nuovo accordo globale con la Russia, contribuirà a mantenere questo approccio comune. In breve, sta arrivando il messaggio: l’energia è una questione europea e richiede soluzioni europee. Si riconosce sempre di più nel Consiglio ciò che voi in Parlamento sapete da molto tempo, cioè che l’Unione europea ha un ruolo centrale da svolgere nel creare sicurezza nel settore dell’energia e nell’affrontare il cambiamento climatico attraverso la politica energetica. Ciò fa ben sperare per il pacchetto sull’energia che la Commissione presenterà a gennaio.
L’Unione europea non deve restringere al campo energetico le sue relazioni con la Russia. Alla cena con il Presidente Putin, l’Unione europea ha sollevato anche altre questioni: diritti umani, commercio, visti, cultura e preoccupazioni internazionali comuni. Abbiamo trattato questioni delicate come la Georgia. Il Primo Ministro Vanhanen ha ripetuto la preoccupazione dell’Unione europea per l’assassinio di Anna Politkovskaja, espressa in modo così eloquente nella precedente discussione in quest’Aula. Al momento di negoziare un nuovo accordo globale con la Russia, occorre mantenere questo ampio ventaglio di questioni. Questa è l’essenza di un accordo globale.
In terzo luogo, a Lahti si è svolta una breve ma importante discussione sul tema dell’immigrazione. Di nuovo, si è registrata una chiara consapevolezza del fatto che si tratta di un problema collettivo che esige una risposta collettiva. Ho potuto spiegare che nelle prossime settimane la Commissione presenterà proposte su come migliorare il controllo marittimo dei confini meridionali dell’Unione. Aggiorneremo anche l’approccio globale sulla migrazione nel periodo di preparazione del Consiglio europeo di dicembre e lavoreremo per affrontare il problema alla fonte nella Conferenza euroafricana su migrazione e sviluppo che si terrà il mese prossimo.
Comunque, c’è ancora molto altro che potremmo fare in questo settore se ci sono la volontà politica e la determinazione di dotarci degli strumenti e delle risorse necessari. In particolare, crediamo che il nostro sistema decisionale debba essere adattato. Possiamo già farlo in virtù dei Trattati esistenti. Non possiamo continuare ad aspettare così a lungo decisioni che sono così spesso bloccate a causa della regola dell’unanimità. Siamo franchi: è del tutto assurdo che in uno spazio comune di libertà di circolazione qualche volta pensiamo ancora in termini di 25 politiche dell’immigrazione. Abbiamo bisogno di una politica europea in materia.
(Applausi)
Infine, si è discusso anche del Darfur. Rimango determinato a fare tutto il possibile per impedire un’altra tragedia umanitaria.
Il Vertice di Lahti ha quindi costituito un’altra pietra miliare sul nostro cammino collettivo verso la preparazione degli europei alla globalizzazione. Non devieremo da questo percorso. Le aspettative dei cittadini per un’Europa di risultati pratici stanno aumentando. Dobbiamo continuare a rispondere. Ringrazio il Presidente Vanhanen per la sua eccellente presidenza e la Presidenza finlandese per la stretta cooperazione, che spero possa continuare fino al termine del semestre e oltre. E’ così che si realizzano risultati pratici per la nostra Europa.
(Applausi)
Ville Itälä, a nome del gruppo PPE-DE. – (FI) Signor Presidente, signor Primo Ministro Vanhanen, signor Presidente Barroso, nel valutare il successo della riunione di Lahti possiamo certamente basarci sui suoi encomiabili risultati. I presagi non erano favorevoli per il Vertice. Molti giornali, in particolare lo stimatissimo Financial Times, avevano dipinto un quadro molto cupo di questa riunione, affermando che era un grande rischio invitare il Presidente russo Putin perché l’Unione europea è divisa e disunita sull’energia e sulla politica russa. E’ stato scritto che sarebbe stata solo una vittoria per il Presidente Putin. Ma le cose sono andate in modo diverso. E’ stato positivo vedere i leader dell’UE agire all’unisono ed esprimersi con solidarietà durante la cena.
Intervenendo altre volte in questa sede, ho detto che l’Unione europea dovrebbe avere una politica unita, unanime, a lungo termine sulla Russia. Ora siamo riusciti a compiere i primi passi. Questo mostrerà anche all’opinione pubblica che l’UE è in grado di agire anche in situazioni difficili.
Ovviamente dobbiamo riconoscere che abbiamo ancora molta strada da fare prima che le cose si concretizzino e la Russia ratifichi la Carta dell’energia, che aprirà il mercato e imporrà il rispetto di regole comuni. Anche se questo è stato un piccolo passo avanti, è stato comunque un passo importante verso una politica uniforme e a lungo termine sulla Russia.
E’ stato altresì importante che abbiamo osato parlare apertamente dei diritti umani e dell’uccisione di Anna Politkovskaja, senza evitare questo argomento. Non possiamo sacrificare i diritti umani sull’altare della politica energetica.
La discussione è stata franca anche da parte del Presidente Putin, benché egli non abbia modificato le sue opinioni – ma del resto nessuno se lo aspettava. La cooperazione può essere costruita solamente sulla fiducia reciproca e su una volontà comune. Ora è stato aperto un percorso per una maggiore cooperazione sull’energia e su altre questioni.
Durante la discussione alla cena con Putin ho però notato che non si è parlato delle questioni relative al Baltico. Sarebbe stata un’ottima occasione per sollevare con la Russia i problemi del Mar Baltico. Capisco però, naturalmente, che non si possa parlare di tutto durante una cena. In conclusione, riguardo al Vertice di Lahti, le dico che ha fatto un ottimo lavoro, Primo Ministro Vanhanen.
(Applausi)
Martin Schulz, a nome del gruppo PSE. – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei cominciare con un’osservazione riguardante il Presidente russo Putin, nominato con un certo rilievo nei discorsi del Presidente Vanhanen e del Presidente della Commissione.
La serata trascorsa con lui dev’essere stata davvero memorabile. Dai resoconti ascoltati e da quanto ho letto, la riunione con il Presidente Putin non è stata cosa da poco. E’ positivo, a mio giudizio, che Putin sia così franco, la qual cosa non crea alcun problema né a me né, per quel che vale, al mio gruppo. Vorrei dire, prima di tutto, che quando Putin esprime commenti sul discorso pronunciato dal Presidente del Parlamento europeo Borrell Fontelles ci fa un onore. Dimostra almeno di aver ascoltato. Non sappiamo mai, ovviamente, se tutto l’uditorio stia ascoltando, ma sembra proprio che Putin abbia prestato attenzione.
Comunque respingiamo i commenti del Presidente Putin su tale discorso, essendo di natura offensiva, poiché il Presidente di questa Assemblea parla per tutti i deputati che ne fanno parte, e noi lo ringraziamo per quello che ha detto.
(Applausi)
In secondo luogo, vorrei dire che, sì, è senz’altro positivo che Putin esprima ciò che pensa dell’Italia. E’ davvero positivo che Putin parli di cosa trova criticabile in Spagna. Ritengo che questo sia positivo perché la società europea è aperta. Nella nostra società chiunque può criticare qualsiasi cosa. Questo rende la nostra società nettamente diversa dalla società russa, dove non tutti possono esprimere critiche su qualsiasi argomento.
(Applausi)
Quindi è utile avere uno scambio aperto di opinioni con il Presidente russo. Per questo motivo affermiamo anche che ciò che sta accadendo in Cecenia non è giusto e che vanno condannate le violazioni dei diritti umani e le azioni degradanti contro le persone. Vorrei sottolineare inoltre che anche il popolo russo, compresi i soldati dell’esercito russo, ricevono un trattamento vergognoso. Naturalmente, è evidente – come indicheremo con chiarezza nella risoluzione sulla morte di Anna Politkovskaja – che non è possibile definire la Russia di oggi, dove i giornalisti devono temere per la propria vita se esprimono rimostranze sul loro paese, come una democrazia funzionante. Questo è indubbio.
Così, lo scambio aperto di opinioni da parte nostra con Putin e con tutti i russi e i politici russi con cui ci incontriamo fa parte del nostro modo di intendere cosa significa discutere tra partner. Dopo tutto, critichiamo ciò che accade negli Stati Uniti. Ci riserviamo il diritto di criticare ciò che avviene altrove nel mondo esattamente come anche noi possiamo essere oggetto di critiche.
Sono critico anche riguardo ai discorsi fatti dal Primo Ministro Vanhanen e dal Presidente della Commissione, nei quali hanno promesso tante belle cose. Sembrava tutto così meraviglioso. Ovviamente, ne siete consapevoli, poiché lo dico in ogni mio intervento in riferimento alle vostre dichiarazioni. Eccellente! Splendido! Una volta attuato tutto quello che ci avete descritto, l’Europa sarà davvero un Eldorado della tecnologia, un Eldorado della formazione e della qualificazione. Saremo la società basata sulla conoscenza del XXI, anzi del XXII secolo. Straordinario! Avanti, sempre avanti! Devo dirvi, tuttavia, che arriverà il momento in cui dovrete concretizzare queste cose!
Basta con gli annunci. E’ tutto fantastico, a parte il fatto che – e questo vale non solo per lei, signor Presidente della Commissione, anzi, meno che mai per lei, che di fatto presenta le proposte giuste e cerca anche di lavorare per realizzare gli obiettivi annunciati – voi nel Consiglio, lei, Presidente Vanhanen, e gli altri capi di Stato e di governo, tutti dovete mettere in pratica ciò che avete indicato in relazione alla politica energetica, e dovete farlo anche nei rispettivi piani energetici nazionali.
(Applausi)
Inoltre devo dire all’Assemblea che, se non si vuole dipendere dall’energia russa, occorre porre fine allo spreco di energia in Europa, negli Stati Uniti e nelle nazioni industrializzate del mondo. Se volete limitare i disastri climatici, bisogna ridurre le emissioni di CO2, e questo obiettivo sarà attuato non usando il gas naturale proveniente dalla Russia, ma piuttosto attraverso una maggiore efficienza energetica, un maggiore uso dell’energia rinnovabile, centrali elettriche che sfruttino la cogenerazione di calore ed elettricità (CHP) e centrali con il massimo livello di efficienza. Per far ciò, aggiungerei, avremo bisogno di più tecnologia, e qui torniamo al punto di partenza, al processo di Lisbona, poiché, se vogliamo la nuova tecnologia, dobbiamo investire nei cervelli europei, nelle università.
Tutto questo è vero. Il fatto è che ne discutiamo ripartendo ogni volta da zero. Si ripetono sempre le stesse cose. Sempre le stesse dichiarazioni, e anche io ripeto sempre lo stesso discorso. Neanche questo discorso è nuovo. L’ho già pronunciato in numerose occasioni con le modifiche del caso. Non mi piace annoiarmi, neppure con i miei stessi discorsi. Quindi, vi prego, facciamo in modo che gli annunci della Commissione e del Consiglio siano finalmente sostenuti da azioni concrete.
(Applausi)
Graham Watson, a nome del gruppo ALDE. – (EN) Signor Presidente, oggi non abbiamo alcuna risoluzione da discutere, né peraltro le conclusioni del Vertice. Non intendo sminuire l’importanza di tali occasioni: al contrario, c’è una tale necessità di più azione a livello europeo che l’Unione potrebbe e dovrebbe tenere quattro vertici formali ogni anno, come previsto nel Trattato di Nizza.
Cosa proponeva il menù a Lahti? Non mi riferisco, signor Primo Ministro, alla zuppa di carciofi o all’oca grigliata che ha servito a cena, dimostrando che può rimpiazzare il prosciutto di Parma, ma all’IET e ai brevetti europei, alla sicurezza energetica, all’immigrazione, alle relazioni con la Russia – temi strategici che richiedono una seria riflessione, ma anche decisioni strategiche che mettono in evidenza la necessità di politiche coerenti.
A cosa serve che un’università tecnologica europea produca idee innovative, se come Unione non siamo in grado di concordare un sistema rapido e semplice per la registrazione dei brevetti? Che senso ha una strategia collettiva sul cambiamento climatico, se non siamo disposti a cambiare insieme e radicalmente i nostri modelli di consumo e di generazione di energia? E quali sono le prospettive per una politica comune dell’immigrazione se non riusciamo a concepire politiche di sviluppo e politiche commerciali per alleviare situazioni opprimenti di povertà e disagio? Libri verdi e piani d’azione in abbondanza indicano la via da seguire, ma, come l’asino del proverbio, non si può far bere gli Stati membri per forza. Per questo motivo l’Europa sta fallendo e abbiamo bisogno di più Europa, non meno.
Il mio gruppo rende omaggio al Presidente Borrell e al Primo Ministro Vanhanen e agli altri Primi Ministri che hanno sollevato la questione dell’omicidio di Anna Politkovskaja. Se l’invito al Presidente Putin e la pubblicità che ha ricevuto lascia molti di noi decisamente a disagio, la colpa non è della Presidenza né del Presidente finlandese. L’errore è stato commesso quando il paese del Presidente Putin è stato invitato a diventare membro del Consiglio d’Europa e del G8, prima che lo Stato di diritto fosse ancorato nella sua cultura.
Presidente Putin, “mafia” non è un’espressione russa, ma troppo spesso organizovanniye zhuliki è la nostra impressione del suo paese.
L’Unione europea non dovrebbe siglare alcun accordo di partenariato e cooperazione con la Russia fintanto che non siano garantiti la libertà, la trasparenza e lo Stato di diritto, insieme alla conseguente certezza giuridica per gli investitori.
(Applausi)
Monica Frassoni, a nome del gruppo Verts/ALE. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Consiglio di Lahti ha dimostrato con lampante chiarezza che l’azione sulla scena internazionale e le scelte di politica interna sono sempre più strettamente legate.
Noi riteniamo che il sostegno alla Russia democratica e a coloro i quali, come Anna Politkovskaja, si battevano e si battono contro la deriva autoritaria del sistema di potere di Putin sia perfettamente coerente con il tentativo di assicurare l’approvvigionamento energetico del nostro continente, il rispetto del protocollo di Kyoto, nonché lo sviluppo dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili.
Stendere un velo di silenzio sui massacri in Cecenia, sulla chiusura di più di novanta organizzazioni non governative, sui processi arbitrari, sugli assassini mirati e sulla crescente corruzione per ottenere il gas non è una strategia vincente. A tale riguardo il nostro gruppo si congratula con il Presidente Borrell, senza tuttavia mancare di dichiarare affettuosamente il nostro disaccordo con lui e con il governo finlandese per il chiaro sostegno al rilancio dell’energia nucleare. Che ci piaccia o meno – e il caso iraniano lo dimostra chiaramente – esiste un legame evidente fra la proliferazione degli armamenti nucleari e il sedicente uso pacifico dell’energia nucleare. Non deve pertanto esserci uno scambio fra diritti ed energia.
Gli eventi in Ucraina e quelli più recenti in Georgia dimostrano che l’appeasement non aumenta l’affidabilità di Putin, ma solo la sua determinazione ad agire nell’esclusivo interesse del suo gruppo di potere. Su tale questione abbiamo già perso molto tempo prezioso, per cui non dobbiamo mancare l’importante occasione presentata dall’accordo di partenariato che scadrà a fine anno. Noi diciamo già ora che saremo completamente contrari a qualsiasi tentativo di togliere le condizionalità e, in particolare, il richiamo alla clausola dei diritti umani da questo accordo.
Dobbiamo elaborare una strategia che punti a ridurre l’insostenibilità dei consumi e la terribile inefficienza nei trasporti, nell’edilizia e nei sistemi elettrici, e che punti decisamente anche sull’eccellenza delle nostre imprese per lo sviluppo dell’energia rinnovabile. Questa è la strada migliore per ridurre la nostra dipendenza e per sostenere la pace, il disarmo e la democrazia.
Desidero inoltre spendere due parole su un altro importantissimo tema che è stato discusso, vale a dire l’immigrazione. Ritengo che a tale riguardo il blocco stia nel Consiglio e fra gli Stati membri, perché fino adesso non sono stati capaci di affrontare il tema della regolazione dell’immigrazione legale, di negoziare e di finanziare al livello europeo accordi di cooperazione seri che possano davvero aiutare i paesi in via di sviluppo a non essere obbligati a inviare le loro forze migliori nei nostri paesi, e a garantire che le politiche dell’Unione europea, soprattutto in materia di pesca e di agricoltura, non abbiano un effetto devastante, che non fa altro che spingere ancora più gente su quelle barche lungo le coste dei loro e dei nostri paesi.
(Applausi)
Esko Seppänen, a nome del gruppo GUE/NGL. – (FI) Signor Presidente, signor Primo Ministro, signor Commissario, la riunione informale a Lahti era stata convocata in origine per discutere della competitività dell’Unione europea e della politica di innovazione, ma di fatto non ha lasciato alcuna traccia in relazione a questi temi nella storia dell’UE.
Il Presidente russo Vladimir Putin è stato invitato a Lahti a suonare un assolo con l’orchestra dell’Unione europea. L’intenzione era di parlargli dell’energia. Nel contempo è stata un’occasione per parlare dei problemi del paese legati ai diritti umani. Diritti umani e libertà dei mezzi di informazione sono temi che non si possono ignorare quando si esamina la politica nei confronti della Russia. Tuttavia, è impossibile trovare un accordo con il paese su questi argomenti, proprio come è impossibile per una certa altra superpotenza dall’altro lato dell’Atlantico concordare con chiunque di porre fine alla tortura dei prigionieri di guerra o di processare cittadini statunitensi per crimini di guerra dinanzi alla Corte di giustizia internazionale dell’Aia.
Il Presidente Putin auspica un partenariato strategico per l’UE e la Russia. Ciò ricorda il partenariato strategico tra NATO e Russia e le soluzioni istituzionali adottate in sua funzione. In questo quadro la Russia è disposta a svolgere un dialogo sull’energia e s’impegnerà persino in uno strumento giuridicamente vincolante. Comunque, è rimasto poco chiaro se questo comporterebbe poi un’apertura dei mercati da entrambe le parti o soltanto in una direzione. E se fosse in una sola direzione, quale sarebbe? Lahti non ha fornito la risposta, e la prossima volta che se ne discuterà sarà al Vertice UE-Russia a novembre. Il Vertice di Lahti è stato una sorta di prova generale.
Il paese che detiene la Presidenza, la Finlandia, riceve gas dalla Russia a prezzi inferiori rispetto ad altri paesi dell’Unione europea. Il costo dell’energia elettrica per l’industria e le famiglie in Finlandia è tra i più bassi nell’UE. L’armonizzazione dei mercati dell’elettricità nell’Unione porterebbe a prezzi più elevati per l’elettricità nel paese che il Primo Ministro Vanhanen rappresenta, mentre in alcuni paesi i Primi Ministri sarebbero sicuramente felici di una politica energetica comune di questo tipo.
Il governo del Presidente Vanhanen ha usato il Vertice di Lahti per ottenere una dimostrazione di appoggio dagli altri paesi dell’Unione per le impennate dei prezzi dell’energia elettrica e per dissimulare la pessima situazione in cui versa la democrazia, in modo che il parlamento finlandese sia costretto, su invito del governo, a ratificare una Costituzione morta nei referendum tenuti in altri Stati membri. Tutti i federalisti europei ne sono entusiasti, ma quella non è democrazia. L’élite dell’Unione europea può anche parlare con una sola voce oggi, ma non sta ascoltando i cittadini.
PRESIDENZA DELL’ON. SARYUSZ-WOLSKI Vicepresidente
Brian Crowley, a nome del gruppo UEN. – (EN) Signor Presidente, desidero ringraziare il Primo Ministro Vanhanen e il Presidente Barroso per la loro presentazione di questa mattina. Vorrei dire solamente due cose che ho già menzionato al Primo Ministro, ma forse anche il Presidente Barroso potrebbe tenerne conto.
La maggioranza in questo Parlamento riconosce e sostiene la necessità dell’Istituto europeo di tecnologia, ma quali sono le disposizioni per realizzarlo? Possiamo parlarne ancora molte altre volte, ma occorre intraprendere un’azione concreta per metterlo in funzione, per dare un nucleo centrale all’innovazione e alla ricerca in Europa.
In secondo luogo, riguardo all’intero settore dei brevetti, occorre tutelare le idee e le creazioni che provengono da tale strategia e politica innovativa. Altrimenti, tutto il denaro per la ricerca, tutti i ricercatori, tutti i migliori laureati a livello di dottorato si trasferiranno negli Stati Uniti, in Giappone o altrove, perché là le loro idee possono essere protette e gli investimenti sono maggiori.
A mio parere, queste sono le due questioni chiave riguardo all’attuazione della strategia di Lisbona per il futuro.
Mi congratulo con il Primo Ministro Vanhanen. Tutti dicevano che non sarebbe riuscito a ottenere una posizione unita dell’Europa nei confronti della Russia, invece lei ci è riuscito. Congratulazioni.
Godfrey Bloom, a nome del gruppo IND/DEM. – (EN) Signor Presidente, non so davvero da dove cominciare su questo argomento. L’energia è la linfa vitale di qualsiasi Stato nazionale e, naturalmente, mi trovo qui per rappresentare uno Stato nazionale.
Penso che sia molto difficile per i cittadini del Regno Unito accettare che fondamentalmente la loro politica energetica sia decisa da stranieri. A memoria d’uomo abbiamo dovuto combattere la battaglia dell’Atlantico e abbiamo dovuto vivere nella massima incertezza per la libertà perché sembra che i paesi continentali trovino impossibile una convivenza.
Il pensiero, l’idea o il concetto che l’energia del Regno Unito possa essere controllata da un accordo con un bandito come Putin è assolutamente ridicolo! E’ assoluta follia aspettarsi qualcosa da un pezzo di carta firmato da Putin, proprio come non ce l’aspetteremmo da un documento firmato da Adolf Hitler. Quell’uomo è un bandito. Se vi aspettate che i cittadini del Regno Unito scendano a qualsiasi accordo per la loro linfa vitale, la linfa vitale dello Stato nazionale, affidandosi a persone che non hanno alcun interesse fondamentale per il benessere del Regno Unito, posso dirvi che non accadrà.
Dobbiamo cominciare a dire la verità. Sembra che qui vi sia una sorta di concetto astratto di energia rinnovabile. E’ un fatto scientifico che la maggior parte della nostra tecnologia per l’energia rinnovabile non funziona. Le centrali eoliche sono assurde. Qualsiasi scienziato indipendente e attendibile vi dirà che è una sciocchezza completa e totale aspettarsi che il Regno Unito produca i livelli di energia che l’Unione europea sembra richiedere – cioè il 20 per cento da una fonte rinnovabile – mediante centrali eoliche. Dobbiamo incominciare a dire la verità alla gente. Non disponiamo ancora delle tecnologie necessarie per l’energia rinnovabile. Siamo onesti al riguardo, ma l’onestà è qualcosa da cui quest’Aula è solita rifuggire!
Ryszard Czarnecki (NI). – (PL) Signor Presidente, ringrazio innanzi tutto il Presidente Borrell per aver detto chiaramente al Presidente Putin a Lahti che l’Unione europea non intende barattare i diritti umani per l’energia. Questa significativa dichiarazione è stata fatta anche a nome mio e, credo, a nome di tutti i deputati polacchi al Parlamento europeo, nonché di tutti i deputati dei nuovi Stati membri.
Il Presidente Borrell, insieme al Presidente della Polonia e ai Primi Ministri di Lettonia, Danimarca e Svezia, ha difeso l’onore dell’Europa. Dobbiamo guardare negli occhi i nostri partner russi quando parliamo di diritti umani. Non dobbiamo tollerare che si applichino due pesi e due misure, non possiamo cioè insistere sul rispetto dei diritti umani soltanto nei paesi con i quali non intratteniamo relazioni commerciali. L’Europa unita è qualcosa di più di una questione di economia e di commercio; è anche un sistema di valori che dovrebbero essere sempre al primo posto nelle nostre menti e non solo quando ci va. Nel concludere affari necessari e importanti con la Russia, faremmo bene a ricordare le parole di Lenin, archetipo del politico russo, il quale disse: “I capitalisti ci venderanno la corda con cui impiccarli”.
Ieri alcuni giornalisti polacchi mi hanno chiesto se il Vertice di Lahti avesse segnato una svolta nelle relazioni tra l’Unione europea e la Russia. Non lo so. Forse. Sinora, i singoli Stati membri dell’Unione hanno preferito trattare con Mosca all’insaputa degli altri. Schroeder ha abbracciato Putin, Blair e consorte si sono piacevolmente incontrati con Putin e la moglie, Berlusconi ha tessuto le lodi del leader russo e il Presidente Chirac si è commosso parlando del Presidente della Federazione russa. E’ ora di finirla. L’Unione europea deve essere unita.
Camiel Eurlings (PPE-DE). – (EN) Signor Presidente, prima di tutto, come presidente della delegazione per la Russia di questo Parlamento, desidero esprimere il mio apprezzamento per l’attenzione dedicata dalla Presidenza finlandese al nostro partenariato con la Russia.
Tale partenariato potrebbe essere nell’interesse di entrambe le parti. Come ha dichiarato il Primo Ministro, potremmo darci un appoggio reciproco per giungere a un’utile azione diplomatica nel Medio Oriente. Se condividessimo i principi della democrazia, tale condivisione sarebbe la migliore garanzia di stabilità nelle nostre relazioni bilaterali. Inoltre, economicamente e in termini di energia, entrambi abbiamo bisogno l’uno dell’altro. Questo partenariato può funzionare solamente se è basato su principi condivisi, sull’equilibrio e su una fondamentale fiducia. Desidero fare alcune osservazioni su tali questioni in seguito al Vertice informale.
Va detto con molta chiarezza che il boicottaggio della Georgia e il trattamento dei cittadini georgiani in Russia è inaccettabile. Questo comportamento rientra in un modello di interferenza da parte della Russia visto anche in Bielorussia e in Ucraina. Deve essere chiaro che i principi europei implicano che i nostri vicini comuni devono godere della propria sovranità nel decidere del proprio futuro.
In secondo luogo, l’uccisione di Anna Politkovskaja è l’ultimo episodio di una lunga serie di almeno 19 giornalisti scomparsi o uccisi da quando Putin è diventato Presidente. Accolgo con favore la dichiarazione della Duma e i commenti di Putin, ma l’unica cosa che ci convincerà realmente è se gli assassini saranno processati e assicurati alla giustizia. Inoltre, la Duma e il Presidente sarebbero ancor più convincenti se concordassero l’adozione di misure per migliorare la libertà di stampa, ora limitata.
In terzo luogo, è stata sollevata la questione della cooperazione economica, un argomento discusso con frequenza. Qui ci deve essere reciprocità. Non possiamo avere una situazione in cui la Russia vuole investire nelle nostre infrastrutture nel settore del gas e del petrolio e vuole persino acquistare una quota di minoranza di Airbus, ma al tempo stesso le nostre società, come Shell e Mobil, sono escluse dai settori dell’energia in Russia. Dico questo perché penso che l’Europa abbia bisogno di restare unita su tali principi.
L’Europa ha mostrato la propria forza per la prima volta in Finlandia. Putin è stato messo sulla difensiva a causa di un’Europa unita. Questo deve essere un incoraggiamento per unirci molto di più in futuro, perché è l’unico modo in cui tale partenariato sarà equilibrato e negli interessi di entrambi i partner.
In conclusione, se pensiamo, come l’onorevole Schulz, che l’innovazione non sia sufficiente, dovremmo sostenere il Presidente della Commissione nei suoi sforzi in questo campo e dovremmo esercitare pressioni sui nostri leader nazionali affinché sostengano la Commissione nel conseguimento di risultati concreti.
Infine, mi complimento con i Primi Ministri Blair e Balkenende per la loro iniziativa sul cambiamento climatico, che merita il nostro pieno appoggio.
(Applausi)
Hannes Swoboda (PSE). – (DE) Signor Presidente, signor Presidente in carica del Consiglio, signor Presidente della Commissione, ritengo che il Vertice di Lahti rappresenti un importante passo in avanti. Spero che lo spirito di Lahti da lei invocato apporti anche – come ha detto l’onorevole Schulz – risultati concreti.
Presidente Barroso, lei ha presentato una proposta di politica estera nel campo della politica energetica che accolgo con grande favore; ha il mio pieno appoggio. Le chiederei solo di rimanere coerente quando certi paesi ancora una volta ritirano il proprio sostegno nel momento in cui comprendono che forse, dopo tutto, non vogliono queste politiche comuni in materia di energia e affari esteri. Chiederei altresì al Presidente Vanhanen di dire la stessa cosa ai membri del Consiglio. Le decisioni che sono state prese qui – e ho sentito alcuni resoconti molto positivi sulle discussioni a Lahti – ora devono essere messe in atto. E’ l’unico modo per difendere i nostri interessi.
Si è parlato della dipendenza dalla Russia, ma dovremmo davvero tenere presente che anche la Russia dipende dall’Unione europea, per il suo consumo di petrolio greggio e gas naturale, proprio perché le condotte portano quasi tutte unicamente all’Unione europea. Dovremmo quindi entrare in questi negoziati e discussioni con orgoglio e sicurezza e non aver paura di sollevare certi argomenti. In particolare in questo settore dovremmo stabilire un’interdipendenza che includa, chiaramente, le regioni da lei menzionate, Presidente Barroso, e che non dovremmo dimenticare, come l’Ucraina e altri paesi nella regione del Mar Nero, in particolare la Turchia. Dobbiamo formulare una politica congiunta anche con loro. Allora potremo stabilire un vero partenariato con la Russia.
Riguardo alle dispute, non dobbiamo dimenticare che, nelle nostre relazioni con la Russia, specialmente nel futuro accordo di partenariato, abbiamo anche bisogno di una procedura chiara per la risoluzione dei contenziosi. I conflitti possono sorgere in ogni momento e non saremo sempre in grado di evitarli in futuro, perciò dobbiamo avere una procedura di risoluzione delle controversie come nell’Organizzazione mondiale del commercio, in modo da poter risolvere tali questioni con un accordo reciproco o attraverso un mediatore indipendente.
Il nostro obiettivo è il partenariato. Come ha già detto l’onorevole Schulz, è chiaro che Putin è un uomo forte. Molti russi la considerano una qualità, ma quando l’Unione europea è unita è più forte di Putin. Allora saremo realmente in grado di realizzare un partenariato positivo, adeguato e paritario.
(Applausi)
Annemie Neyts-Uyttebroeck (ALDE), – (NL) Signor Presidente, signor Presidente in carica del Consiglio, signor Commissario, la Finlandia è alla Presidenza dell’Unione europea in un momento particolarmente difficile, poiché i capi di Stato e di governo sono in grave disaccordo tra loro sul futuro dell’Unione europea. Quel che è peggio, alcuni di essi non sanno neanche in quale direzione vogliono andare.
Un ospite prestigioso, come il Presidente Bush o più di recente il Presidente Putin, potrebbe quindi rivelarsi la risposta. Dato il suo passato, tuttavia, la Finlandia è probabilmente lo Stato membro nella posizione migliore per impegnarsi in un dialogo aperto e approfondito con la Russia.
Vorrei quindi congratularmi con il Presidente per come ha condotto il Vertice informale e anche per essere riuscito a creare unanimità, sia in termini di politica energetica sia riguardo alla Russia. Tuttavia, devo dire una cosa: 25 più 2 capi di Stato e di governo tutti stretti attorno al leader di una superpotenza! Penso che comunque sia un po’ triste. Il mio augurio ai capi di Stato e di governo dell’UE è quello di far crescere, finalmente, l’Unione europea.
Claude Turmes (Verts/ALE). – (EN) Signor Presidente, in primo luogo desidero rendere omaggio ai Primi Ministri Blair e Balkenende perché stanno facendo compiere progressi all’Europa sul cambiamento climatico e in questa lettera hanno evitato espressamente di menzionare il nucleare. Il nucleare rappresenta soltanto il 6 per cento della nostra energia e dividerà l’Europa più di quanto non possa contribuire a unirci e a parlare con una sola voce.
Presidente Barroso, penso che ora lei abbia la responsabilità storica di presentare a gennaio una revisione esauriente in materia di energia. In questa revisione degli orientamenti energetici abbiamo bisogno di un obiettivo per l’Europa in termini di CO2 per il 2020. In assenza di tale obiettivo per l’Europa non avremo la sicurezza di investimento per la nostra industria; e a che serve puntare a una migliore regolamentazione, se non a unire la politica in materia di energia e di clima nel documento che presenterà?
La seconda priorità della revisione degli orientamenti energetici dev’essere la fine della struttura oligopolistica dei nostri settori dell’energia e dei trasporti. Le imprese e i cittadini europei stanno perdendo miliardi di euro a causa della mancanza di concorrenza, e queste stesse imprese ostacolano la spinta all’innovazione che potremmo avere in tali settori. Finché non vengono smantellati questi oligopoli, abbiamo bisogno di politiche specifiche sulle energie rinnovabili settoriali e così via. Tale strategia è la base per una politica estera in materia di energia ed è un progetto di pace per il mondo, perché queste tecnologie diminuiranno la pressione sulle risorse, oltre a costituire un’opportunità economica per l’Europa.
Ilda Figueiredo (GUE/NGL). – (PT) E’ preoccupante la facilità con cui sempre più spesso le Istituzioni europee sminuiscono l’impatto sociale dell’accelerazione del neoliberalismo, che non solo mantiene alti i tassi di disoccupazione, nonché la povertà e l’esclusione sociale, ma aumenta anche il lavoro precario e mal pagato, cercando di riportare in auge la cosiddetta flexicurity, che obbliga i lavoratori a rinunciare ai diritti essenziali e ad accettare lavori sempre più precari.
Le misure che si stanno attuando e altre che sono annunciate, come la liberalizzazione e la deregolamentazione dei servizi e lo smantellamento dei servizi pubblici, fanno a pezzi il concetto di modello sociale europeo, e noi siamo fortemente contrari. Perciò aumentano le proteste contro simili politiche, come attestato dalla enorme manifestazione del 12 ottobre a Lisbona, organizzata dalla CGTP, la Confederazione generale dei lavoratori portoghesi, cui hanno partecipato circa 100 000 lavoratori: la più grande dimostrazione dagli anni ’80. Non pensate che sia ora di tenere conto di queste giustificate proteste?
Mirosław Mariusz Piotrowski (IND/DEM). – (PL) Signor Presidente, è ampiamente noto che il Vertice di Lahti non si è concluso con alcun importante passo avanti. Né si è registrato alcun progresso significativo nei colloqui con la Russia riguardo alla cooperazione sulla politica energetica. Ciò che è ancor più deplorevole è che, nonostante si sostenga il contrario, l’Unione europea non si è presentata come una potenza unita che la Russia dovrebbe prendere molto sul serio. In tale contesto, è encomiabile la posizione adottata da certi paesi, inclusa la Polonia. Lo stesso vale per l’approccio del Presidente del Parlamento europeo Borrell, grazie al quale a Lahti si è udita la voce dei nuovi Stati membri – i paesi confinanti con la Russia.
Tutto questo è stato interpretato anche come un invito all’unità in relazione alla politica energetica all’interno dell’Unione europea. Soltanto adottando una posizione dura e decisa nei confronti della Russia possiamo sperare nel successo dei negoziati sulla sicurezza energetica dell’Europa. Purtroppo, non tutti gli Stati membri lo hanno capito.
Mario Borghezio (NI). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho sentito molte parole sostenute da pathos in difesa dei diritti umani, provenienti anche dai banchi di quei partiti che per decenni hanno taciuto quando nell’est vi erano le rivolte dei popoli a Berlino, a Budapest, eccetera. All’epoca l’Europa taceva e questi partiti tacevano, mentre adesso sono tutti sostenitori dei diritti umani e mettono la Russia di Putin sul banco degli imputati.
Se è vero, e io sono perfettamente convinto che lo sia, che i diritti umani non si devono barattare con gli interessi economici, è altrettanto vero che la nostra attenzione e la nostra ferma difesa dei valori su cui si basa l’Europa e che oggi sono spesso calpestati in Russia, ma non solo – tra parentesi vorrei sentire lo stesso pathos quando si parla dei diritti umani calpestati ad esempio in Turchia, un paese che qualcuno entusiasticamente vorrebbe accogliere, magari subito, nell’Unione europea – non ci devono chiudere gli occhi di fronte a una necessità. E’ evidente che tanto la Russia ha bisogno di noi per la collaborazione energetica, quanto noi abbiamo bisogno di un accordo di partnership economica con la Russia.
Rilevo che Putin stesso ha dichiarato di non respingere i principi della Carta, chiedendo che venga stilato un altro documento che li riprenda e in parte li modifichi. Si tratta quindi di un’apertura molto chiara. Ragioni geoeconomiche e geostrategiche pongono la questione dell’accordo con la Russia in piena evidenza. Tale accordo è sul nostro tavolo e riguarda il futuro economico del nostro paese. Si rende quindi necessario un senso di realismo, senza abbandonare naturalmente la difesa dei diritti umani, che rappresentano comunque uno strumento di pressione anche in questo senso, visto che la politica di Putin volge in maniera preoccupante per l’Europa a un nazionalismo economico, a chiudersi alla collaborazione e a tagliare i contratti con le imprese occidentali. Questa è una politica di realismo che bisogna sostenere con grande forza e con grande senso di responsabilità.
PRESIDENZA DELL’ON. MOSCOVICI Vicepresidente
Timothy Kirkhope (PPE-DE). – (EN) Signor Presidente, poco fa, ascoltando l’onorevole Bloom del Partito per l’indipendenza del Regno Unito (UKIP), sono rimasto piuttosto sorpreso perché pensavo che i dinosauri si fossero estinti milioni di anni fa.
Vorrei concentrarmi sulla questione centrale trattata al Vertice di Lahti: la sicurezza energetica in Europa e le nostre relazioni con la Russia.
La recente disputa tra Ucraina e Russia sugli approvvigionamenti di gas è stata per tutti noi motivo di preoccupazione. Non devono esservi dubbi sul fatto che le relazioni tra l’UE e la Russia rivestono un’importanza cruciale, e occorre trovare il modo di rafforzarle. Avremo bisogno delle risorse energetiche della Russia nei prossimi decenni, mentre la Russia, al tempo stesso, avrà bisogno di accedere ai mercati dell’Unione europea se vuole sviluppare il proprio potenziale economico. La posta in gioco per entrambe le parti è troppo alta perché la partita possa essere decisa da esibizionismi diplomatici.
Sono lieto che il Presidente Putin abbia detto che vuole costruire una relazione basata sui valori comuni. Tali valori devono includere un fermo impegno da parte della Russia a favore del pluralismo e del processo democratico. Se quella grande nazione vuole essere accolta come partner strategico nei prossimi anni, in Europa dobbiamo avere la garanzia che perseguirà lo stesso tipo di valori e di standard in materia di democrazia e i diritti umani che anche noi perseguiamo. A questo punto forse dovremmo prendere in parola il Presidente Putin e incoraggiarlo affinché la democrazia fiorisca in Russia. Alcuni, tuttavia, ritengono che il processo democratico in Russia abbia di fatto subito di recente una battuta d’arresto. Io spero che si compiano ulteriori passi nella giusta direzione.
Mi congratulo con il Presidente Barroso per aver detto che le relazioni con la Russia richiedono trasparenza, Stato di diritto e reciprocità. Spero che il Presidente Putin abbia ascoltato le sue parole.
Sono rimasto un po’ deluso sulle questioni riguardanti i diritti umani. Sono rimasto deluso che il Primo Ministro del mio paese, il Regno Unito, che pure aveva affermato di voler sollevare tali questioni con Putin, a quanto pare non lo abbia fatto. Ora deve trovare un momento appropriato per assolvere tale compito.
Non c’è nulla da temere da un dibattito aperto su questi problemi. Esso è essenziale perché in futuro ci siano relazioni produttive tra l’Europa e la Russia.
Robert Goebbels (PSE). – (FR) Signor Presidente, signor Presidente in carica del Consiglio, onorevoli colleghi, i vertici informali portano solo a conclusioni teoriche. E’ il mondo dell’immaginario, dei sogni!
Immaginiamo per un istante che il sogno diventi realtà. L’Europa è un gigante economico. Anche escludendo il commercio tra i Venticinque, siamo il primo esportatore mondiale. L’Europa è la prima destinazione per gli investimenti internazionali diretti. Senza contare le fusioni e le acquisizioni, la società IBM ha censito, per il 2005, 8 000 investimenti in nuove capacità di produzione a livello mondiale, di cui 900 in Cina, 600 in India, 1 200 negli Stati Uniti e 3 200 nell’Unione, che raccoglie così il 40 per cento degli investimenti produttivi mondiali.
Sì, l’Europa ha perso quote di mercato, ma meno degli Stati Uniti e del Giappone. Sì, la Cina è diventata il nostro primo fornitore, ma l’Europa ha raddoppiato il volume delle sue esportazioni verso la Cina. In effetti, il 60 per cento delle esportazioni cinesi nel 2005 è stato realizzato da società straniere insediate in Cina. I paesi della triade vendono a sé stessi le merci che producono in Cina, a vantaggio dei nostri consumatori e degli azionisti delle società multinazionali. Sì, abbiamo troppa disoccupazione anche se creiamo nuovi posti di lavoro. Gli stipendi più bassi si registrano nella ristorazione, nelle imprese di vigilanza e di pulizia, nel piccolo commercio o nell’artigianato, che non sono soggetti alla concorrenza mondiale.
Certamente, l’Europa potrebbe fare meglio, ma bisognerebbe che i nani che ci governano mettessero in atto le loro stesse decisioni: investire nell’innovazione, nella ricerca e nelle reti transeuropee. Occorrerebbe un vero bilancio dell’Unione che le permetta di sostenere la rapida integrazione dei nuovi membri e di creare così un mercato interno nel quale tutti possiamo beneficiare di una maggiore crescita. Inoltre, se i leader onorassero le proprie firme, giungeremmo forse a un nuovo trattato sull’energia per l’Europa. Infine, se i vertici non prendessero più decisioni virtuali, il Presidente Barroso potrebbe creare un Istituto europeo di tecnologia dotato di finanziamenti reali.
Signor Presidente del Consiglio, tutto ciò deve rimanere un sogno?
Lena Ek (ALDE). – (EN) Signor Presidente, accolgo con favore i negoziati e le discussioni condotti all’insegna dell’unità dall’Unione europea con la Russia sui diritti umani, lo Stato di diritto, l’assassinio di Anna Politkovskaja e altri giornalisti in Russia e, ovviamente, sull’energia.
C’è un vecchio detto russo che dice “ama il tuo vicino, ma metti una recinzione”. I negoziati in corso sull’energia con la Russia devono essere basati sulla reciprocità, lo Stato di diritto e la trasparenza. Tuttavia, ciò che sta accadendo ora in Russia nel campo dell’energia è proprio l’opposto di questo, e dobbiamo tenerne conto. Questo dimostra anche l’assoluta necessità di una politica energetica europea comune, non solo per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti ma anche per combattere il riscaldamento globale. Molto presto negozieremo il sistema di scambio di emissioni con la Russia, che ha firmato e ratificato il protocollo di Kyoto. Quella sarà la vera prova sia dell’unità dell’Unione europea sia di cosa la Russia...
(Il Presidente interrompe l’oratore)
Milan Horáček (Verts/ALE). – (DE) Signor Presidente, potrebbe essere difficile conciliare la sicurezza energetica europea con i nostri valori europei fondamentali, ma vogliamo arrenderci per questo? In Russia gli omicidi su commissione fanno parte della vita tanto quanto la soppressione di organizzazioni non governative e la restrizione dei diritti democratici fondamentali. Il caso Yukos, la detenzione di Khodorkovsky e Lebedev e la guerra in Cecenia sono tuttora, per quanto riguarda la politica dell’energia e i diritti umani, esempi del dispotismo del governo del Presidente Putin. L’uccisione di Anna Politkovskaja ha messo ancora una volta tragicamente in evidenza che, per quanto riguarda i crimini ai danni di giornalisti critici, la Russia è seconda solamente alla Colombia.
La Russia si trova attualmente a un bivio tra i piccoli passi compiuti verso la democrazia e le sue strutture autoritarie. Le critiche non bastano più: la politica energetica e i diritti umani devono essere negoziati congiuntamente e non devono essere contrapposti. Secondo Putin, non possono esservi garanzie sicure nel campo della sicurezza energetica. Nonostante ciò, dobbiamo esigere garanzie sicure per il nostro sistema europeo di valori.
Kyriacos Triantaphyllides (GUE/NGL). – (EL) Signor Presidente, intervengo su due questioni dibattute durante il Vertice informale di Lahti. La prima riguarda la politica in materia di innovazione, che a suo parere, Presidente Vanhanen, sarà la fonte dello sviluppo europeo. Tuttavia, non penso che abbiamo in mente la stessa politica di innovazione, dato che lei parla di eliminare gli ostacoli per l’attività economica transfrontaliera e rimuovere i fattori che distorcono la concorrenza.
Forse dovremmo concentrarci, tuttavia, su un modello di sviluppo più sociale. Inoltre, come può constatare, il parere dei cittadini europei sull’Unione è giunto a un minimo storico. Forse è ora di pensare a una strategia più efficace per ripristinare la fiducia?
La seconda questione riguarda Cipro. Solo una domanda, signor Presidente in carica del Consiglio: avete discusso la possibilità che la Turchia continui a non riconoscere la Repubblica di Cipro e mantenga chiusi i porti e gli aeroporti a dicembre?
Inese Vaidere (UEN). – (LV) Onorevoli colleghi, in primo luogo il Vertice di Lahti è stato un indicatore dell’unità delle politiche dell’Europa. Se ora siamo in grado di parlare con una sola voce sull’energia, questo costituisce un passo avanti verso l’obiettivo di parlare con una sola voce su tutte le questioni di politica estera. In secondo luogo, un altro indicatore è se e come possiamo influenzare le politiche della Russia. Nel discutere di energia con l’Unione europea, la Russia sa molto bene come sfruttare le nostre paure, mentre da parte nostra dimentichiamo che la Russia ha un interesse nei nostri confronti: vendere proficuamente la sua energia, attenuare il regime dei visti e sfruttare tutto ciò che offre la civiltà europea, se possiamo metterla così. Questo punto dovrebbe essere usato efficacemente per realizzare progressi nelle sfere della libertà di stampa, della democrazia, dei diritti umani e della parità di investimento. In terzo luogo, c’è la politica di innovazione. Attualmente, il potenziale dei nuovi Stati membri non è sfruttato appieno. L’Istituto europeo di tecnologia dovrebbe essere collocato proprio in un nuovo Stato membro. Riga in Lettonia, in quanto centro di tecnologia e protezione ambientale degli Stati baltici, è la sede più adatta per l’Istituto. Grazie.
Georgios Karatzaferis (IND/DEM). – (EL) Signor Presidente, a mio parere stiamo ancora andando nella direzione sbagliata. Perché ce la prendiamo con la Russia? Quest’ultima conferenza è stata anche una guerra alla Russia. E’ ciò che scrivono tutti i titoli dei giornali. L’America vuole fare il suo giochetto e vuole che siamo noi a sparare i colpi. Comunque, stiamo spingendo la Russia a creare un asse cino-russo che ci schiaccerà tra America, Russia e Cina. Perché? Quali motivi di contrasto abbiamo con loro? Ripeteremo gli errori storici che abbiamo commesso 200 anni fa? Quindi perché prendercela con la Russia? Cosa abbiamo da compartire?
Riguardo ai diritti umani, di cui si è parlato, non illudiamoci. Abbiamo chiuso un occhio sulla questione della Cecenia perché volevamo che la Russia chiudesse a sua volta un occhio su Israele e la Palestina. E’ un do ut des. Possiamo quindi formulare una nuova politica per staccarci dalle sottane americane? Qualcuno ha parlato dei nani che governano l’Europa. E’ tempo che anche i nani si ergano in tutta la loro altezza. Non possiamo lasciarci condurre dagli americani lungo una via che provocherà solamente problemi all’Europa. Dobbiamo capire questo.
Philip Claeys (NI). – (NL) Signor Presidente, il Vertice informale di Lahti ha evidenziato ancora una volta drammaticamente i limiti dell’Unione europea, la quale non è riuscita a convincere il Presidente Putin a firmare l’accordo sull’energia che dovrebbe rendere possibile un migliore accesso al gas e ai pozzi di petrolio della Russia. Le imprese dell’Unione europea che investono in Russia si trovano ancora di fronte a una notevole incertezza giuridica, in particolare nel campo del rispetto e dell’esecutività dei contratti.
Il Presidente Putin è venuto a Lahti sapendo che l’Unione europea non sarebbe stata capace di parlare con una sola voce sulla situazione dei diritti umani in Russia e sull’atteggiamento della Russia nei confronti della Georgia, per esempio. La mancanza di unanimità politica è evidentemente strutturale, così come la nostra dipendenza dalle fonti di energia russe.
Non posso credere che il processo di negoziato con la Turchia non sia stato oggetto di discussione al Vertice informale, dato il rifiuto della Turchia di soddisfare gli attuali criteri e dato un generale peggioramento delle relazioni con quel paese, anche se un terzo della sua popolazione è ancora favorevole all’adesione all’Unione europea. Gradirei che il Consiglio ci informasse in quale misura gli Stati membri sono disposti ad accettare soluzioni fittizie, come porre i porti ciprioti sotto il controllo dell’ONU.
Margie Sudre (PPE-DE). – (FR) Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Commissione, onorevoli colleghi, vorrei mettere l’accento su ciò che questo Vertice informale di Lahti ha lasciato nella memoria dei cittadini: la visita del Presidente russo, in un momento particolarmente teso nelle relazioni tra l’Europa e la Russia sui temi sia della strategia energetica sia dei diritti umani, dopo l’uccisione di giornalisti russi in questi ultimi giorni.
Mi rallegro del fatto che l’Europa abbia avuto il coraggio di parlare francamente dei suoi interrogativi sulla libertà di espressione a Mosca, anche se davanti alle telecamere si è limitata a osservazioni piuttosto diplomatiche. L’integrazione europea si fonda sullo Stato di diritto e sul rispetto dei valori democratici. Abbiamo il dovere di promuoverli, sia a casa nostra che nei paesi nostri partner. Ciò non significa, contrariamente a ciò che ha lasciato intendere il Presidente russo, che l’Europa si creda perfetta. Ovviamente abbiamo i nostri difetti, ma abbiamo anche il dovere di esprimere chiaramente il nostro disagio e la nostra disapprovazione di fronte ad abusi inquietanti. L’Europa non è semplicemente una Comunità economica.
Sul tema dell’energia, il Presidente russo ha indicato chiaramente che non rifiuta i principi della Carta dell’energia e che sarebbe favorevole a un documento che ne riprenda i principi pur rivedendo alcune delle sue disposizioni. Questa sarà, secondo me, la questione centrale del partenariato strategico UE-Russia che sarà negoziato prossimamente, nonché del Vertice europeo sull’energia proposto per l’anno prossimo dal Presidente Chirac.
Infine, riguardo all’immigrazione, le varie posizioni sono ancora troppo lontane per poter giungere a definire in tempi rapidi la politica comune di cui abbiamo tanto bisogno. Gli Stati membri sembrano indubbiamente meno pressati dei cittadini dall’urgenza di procedere su questo argomento per dare coerenza alle diverse politiche nazionali condotte in seno allo spazio Schengen, in particolare in ciò che riguarda l’immigrazione illegale. A dicembre la Presidenza finlandese dovrà trarre conclusioni concrete sulle questioni sollevate in occasione di questo Vertice informale. Ora, senza la volontà politica degli Stati membri, una Presidenza è ridotta all’impotenza anche se armata di buona volontà, come attualmente dimostra la Finlandia.
Riitta Myller (PSE). – (FI) Signor Presidente, il Vertice straordinario di Lahti dovrebbe essere considerato un successo. L’Unione europea aveva un messaggio comune da far giungere al Presidente russo sulla politica energetica, la democrazia e i diritti umani. Tuttavia, la discussione va vista soltanto come un inizio. Come ha detto il presidente del gruppo socialista al Parlamento europeo, Martin Schulz, ora abbiamo bisogno di azioni concrete. Se le parole saranno tradotte in azioni si vedrà nel prossimo futuro, quando cominceremo a negoziare i dettagli dell’accordo UE-Russia. E’ importante che alla riunione di Lahti si sia parlato con la Russia e non della Russia.
E’ positivo che le discussioni sull’energia abbiano anche preso in considerazione il futuro. Anche se può sembrare che la cosa più importante a breve scadenza sia la disponibilità di energia, è positivo che si sia prestata attenzione al futuro. Fortunatamente, questo punto era rimasto in sospeso dalla sessione sull’innovazione ed è stato aggiunto all’agenda di Lahti.
Le nostre sfide nel settore della politica energetica e la risposta ai problemi del futuro riguardano l’innovazione e i modi per cominciare a sfruttare le fonti di energia rinnovabili e a sviluppare la tecnologia per il risparmio energetico a livelli sostanziali. Dobbiamo arrivare a un livello in cui a lungo termine le emissioni di biossido di carbonio saranno ridotte del 60-80 per cento, e questo potrà accadere soltanto se abbiamo una reale volontà comune come europei di investire nelle fonti rinnovabili di energia e nel risparmio energetico.
Inoltre, a Lahti era in agenda il tema di un’Europa sociale, non all’ordine del giorno del Vertice stesso ma in quello di una riunione distinta, dedicata al mercato del lavoro. L’occupazione e il miglioramento dei livelli di occupazione sono una componente molto importante della competitività dell’Unione europea e dovrebbero quindi essere temi ai quali dare visibilità in tutte le riunioni.
Anneli Jäätteenmäki (ALDE). – (FI) Signor Presidente, poco prima del Vertice informale la Finlandia è stata criticata per aver invitato il Presidente Putin alla riunione. Invitarlo è stato invece corretto, perché uno dei temi della riunione erano le relazioni tra l’Unione europea e la Russia. A Lahti Putin è stato un ospite, ma non un ospite d’onore. Pur mantenendo rapporti cortesi, i finlandesi non hanno ceduto alle operazioni di facciata, ma hanno sollevato le questioni dell’assassinio di Anna Politkovskaja, dei diritti umani in Russia e della situazione insoddisfacente della democrazia in quel paese. Qualcuno sospettava che questi punti non sarebbero stati menzionati.
Il dialogo UE-Russia è importante. La Finlandia si è assunta e continua ad assumersi la responsabilità di sostenerlo. La dipendenza reciproca è una buona cosa per la Russia e l’UE, fintanto che è esercitata in modo corretto. L’Europa ha bisogno dei mercati russi, perché la Russia è vicina ed è un’economia in rapida crescita; ma anche la Russia ha bisogno dell’Unione europea.
Georgios Toussas (GUE/NGL). – (EL) Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Vertice informale del Consiglio mette in evidenza la forza della concorrenza internazionale con la strategia unica dell’Unione europea, nonché dell’antagonismo tra gli Stati membri in competizione per il controllo delle fonti e dei mezzi per il trasporto dell’energia al fine di evitare nuove privazioni per i popoli.
Gli orientamenti del Consiglio includono azioni su tutti e tre i livelli – economico, politico e militare – intese a permettere ai monopoli eurounificanti di concludere un accordo strategico con la Russia e acquisire una quota maggiore dei bottini derivanti dallo sfruttamento delle risorse naturali nei paesi terzi.
Sulla base della dottrina della sicurezza dell’energia, la Banca europea per gli investimenti è esortata a estendere il suo ricatto a danno dei paesi terzi, in modo che si pieghino ai termini onerosi fissati dai monopoli per controllare le fonti di energia.
Solana ha annunciato che nei prossimi 20 anni saranno costruite 200 nuove centrali nucleari, fissando in tal modo l’obiettivo sia dell’Unione europea leader nella vendita e nello sfruttamento di queste centrali, sia del mantenimento dell’oligopolio dell’uranio arricchito, rivelando così le vere cause dell’aggressione degli imperialisti per controllare...
(Il Presidente interrompe l’oratore)
Guntars Krasts (UEN). – (LV) Sono da apprezzare le aspirazioni della Presidenza finlandese a mantenere la continuità, dando seguito alle discussioni sulle questioni sollevate l’anno scorso dalla Presidenza britannica. Questi temi sono degni di un serio dibattito, in particolare perché nell’arco di un anno si è realizzato poco in merito a tali questioni. L’ospite invitato all’evento – il Presidente della Russia – è la prova di quanto la Presidenza prenda sul serio la sicurezza degli approvvigionamenti energetici. L’idea è apprezzabile sotto ogni riguardo, poiché ha dato ai capi di governo l’opportunità non solo di ascoltare il parere del leader della Russia sulle possibilità di ratifica della Carta dell’energia e sul rischio per gli investimenti dell’Europa nel settore dell’energia in Russia, ma anche la politica di pressione della Russia sulla Georgia e il suo atteggiamento nella sfera dei diritti umani. E’ stato un utile preludio al Vertice tra l’Unione europea e la Russia in programma per il mese prossimo. Forse possiamo sperare che questa riunione abbia aumentato l’intesa fra gli Stati membri dell’Unione europea sul fatto che il modo più efficace di fare della Russia un partner con un interesse in Europa è porsi nei suoi confronti come un cartello unito di consumatori di energia. L’economia attuale e futura della Russia è fondata sull’esportazione di risorse energetiche. Indubbiamente i risultati della Presidenza e della Commissione dovrebbero essere valutati in termini di capacità di unire gli Stati membri e di creare unità nella politica estera dell’Unione. Grazie.
Francisco José Millán Mon (PPE-DE). – (ES) Signor Presidente, sono lieto che a Lahti si sia prestata attenzione alla problematica dell’immigrazione, ma mi dispiace che altri temi abbiano avuto maggiore priorità.
Quando la Presidenza finlandese presentò il suo programma a luglio, in quest’Aula chiesi che l’immigrazione illegale fosse considerata un tema prioritario. Il bilancio di questi mesi non induce all’ottimismo. Ciò che succede sulle coste delle isole Canarie è molto grave. Il dispositivo di FRONTEX e la solidarietà dei partner europei in generale non sono stati all’altezza, ma forse le regolarizzazioni unilaterali non hanno creato il clima migliore per ottenere la collaborazione dei partner.
L’immigrazione illegale è un problema di tutti in uno spazio senza frontiere interne, come Schengen. A livello europeo, è un ambito in cui essenzialmente si ritiene di dover prendere decisioni e applicarle. In larga misura, le idee e i piani sono già stabiliti, per esempio, nelle conclusioni dei Consigli europei di Siviglia, del 2002, e di Salonicco e Bruxelles, del 2003.
In tali conclusioni si affermano il principio secondo cui l’immigrazione deve integrarsi nell’azione esterna dell’Unione europea e la necessità di cooperare con i paesi terzi in materia di immigrazione illegale. C’è anche un meccanismo per valutare il grado di collaborazione dei paesi terzi e sono altresì definiti i criteri di valutazione. Ma credo che questo meccanismo si sia usato poco e in una forma molto burocratica.
Onorevoli colleghi, voglio ricordare inoltre che le decisioni sull’immigrazione illegale non richiedono più l’unanimità del Consiglio, ma che, durante il 2004 e il 2005, questa problematica è stata trascurata fino agli assalti ai confini di Ceuta e Melilla. L’Unione non può limitarsi a reagire alle emergenze e poi dimenticare le questioni che in precedenza erano prioritarie. Sono cinque anni che negoziamo un accordo di riammissione con il Marocco.
Signor Presidente, non è accettabile che ci occupiamo sul serio del terrorismo solo dopo l’11 settembre 2001, della crisi energetica solo dopo la crisi russo-ucraina e dell’immigrazione illegale solo dopo i morti ai confini di Ceuta e Melilla.
L’Unione europea sarà giudicata per i suoi risultati. Spero che li ottenga nei restanti mesi della Presidenza finlandese e nel Consiglio europeo di dicembre, e che naturalmente si tengano in considerazione i progressi conseguiti nei precedenti Consigli europei.
Martine Roure (PSE). – (FR) Signor Presidente, in effetti l’argomento dell’immigrazione avrebbe dovuto essere affrontato più estesamente a Lahti. Mi pare che lo avessero chiesto tutti i paesi situati alle frontiere dell’Europa, in particolare i paesi del sud. Siamo molto preoccupati, perché evidentemente gli Stati membri continuano a essere riluttanti per quanto riguarda l’elaborazione di una vera politica comune in materia di immigrazione. Soprattutto, alcuni vogliono affrontare la questione dell’immigrazione unicamente da un punto di vista repressivo. A me sembra invece che l’emergenza sia innanzi tutto umanitaria. Dobbiamo combattere lo sfruttamento degli immigranti da parte di reti che cercano di ridurre i costi del lavoro e aggirare il diritto del lavoro e le norme sulla protezione sociale.
Ieri al Parlamento europeo abbiamo avuto un’audizione illuminante, che ci ha permesso di constatare che sul territorio europeo gli immigrati sono considerati schiavi. Sono ampiamente sottopagati, costretti a orari estremamente pesanti e alloggiati in condizioni spaventose. Vengono maltrattati. Alcuni hanno subito violenze fisiche. Trovandosi di fronte a queste condizioni di vita inaccettabili e a queste persone senza diritti, la Spagna ha deciso di regolarizzare in massa tutti coloro che lavoravano sul suo territorio, e rendo omaggio qui all’immenso coraggio di cui ha dato prova quel paese. Le regolarizzazioni in massa non sono e non devono essere una soluzione. Ma nella fattispecie, era impossibile fare diversamente. Era necessario.
Ora, dobbiamo tutti essere vigili nei nostri paesi per fare in modo che tutti gli immigrati che lavorano abbiano i loro diritti e siano considerati alla pari con tutti gli altri lavoratori. Ne va della credibilità e dei valori dell’Unione. Se vogliamo essere veramente efficaci nel campo dell’immigrazione, occorre che gli Stati membri accettino infine di lavorare insieme per attuare una vera politica di immigrazione legale e soprattutto una vera politica di cosviluppo, il più possibile vicino alle popolazioni, e che evitino in ogni modo di arricchire i dittatori o di alimentare la corruzione.
Henrik Lax (ALDE). – (SV) Presidente Vladimir Putin, siamo preoccupati per gli sviluppi in Russia, e i suoi commenti sulla Georgia espressi in occasione del Vertice non fanno nulla per fugare tali preoccupazioni.
Molti di noi nell’Unione europea auspicano il successo della Russia: un’estensione di un mondo basato sulla democrazia e sulla giustizia. Vorremmo che aiutasse quelli di noi che guardano con favore a voi russi, ma lei non si sta muovendo in questa direzione. Dobbiamo offrire la prospettiva di uno spazio comune di libero scambio e lavorare verso la libera circolazione.
Ma come possiamo lavorare per realizzare tali obiettivi, Presidente Putin, se lei sta dando una dimostrazione di forza a un piccolo paese come la Georgia? Come possiamo adoperarci per questo se lei non ha approvato gli accordi sui confini con Estonia e Lettonia? Come possiamo farlo se lei disprezza il lavoro svolto da Anna Politkovskaja? La nostra cooperazione deve basarsi su valori comuni e regole di base ma, dopo il Vertice, purtroppo l’impressione è che siamo ancora più distanti di prima gli uni dagli altri.
Herbert Reul (PPE-DE). – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, a Lahti è stato compiuto un importante passo per la politica energetica, ma a mio parere non si è trattato di una pietra miliare. Forse sarebbe più saggio se, nella politica europea, la smettessimo di sbandierare sempre grandiosi discorsi e poi deludere i cittadini perché non otteniamo risultati. Trovo molto più intelligente la proposta del Presidente Barroso di intraprendere progetti realistici e attuarli poco alla volta.
C’è stato un importante sviluppo nella politica energetica per quanto attiene alla sicurezza degli approvvigionamenti. Prima di tutto, il tema della sicurezza degli approvvigionamenti ha acquisito un posto di primo piano nella politica energetica, e forse ci ha aiutati, spero, qui in Parlamento a smettere di discutere di politica energetica soltanto dal punto di vista della politica sul clima.
La sicurezza degli approvvigionamenti ha un’elevata priorità. Almeno dopo gli sviluppi in Ucraina – da quando è diventato che la Russia e il Presidente Putin stanno usando la politica energetica come strumento politico – siamo tutti sicuramente un po’ più disposti, come è risultato evidente in una certa misura a Lahti, a prendere più seriamente tale questione. Non sono solo parole – c’è stato chiaramente un cambiamento in Russia. Chiunque prenda sul serio Putin – e dobbiamo prenderlo sul serio – deve affrontare queste posizioni. C’è anche il fatto che siamo presi più sul serio quando agiamo congiuntamente. A tale proposito, Lahti è stato un successo, perché abbiamo parlato con una sola voce. Il prossimo passo sarebbe insistere maggiormente affinché siano conferite all’Europa competenze nel campo della politica energetica. In terzo luogo, dobbiamo essere più coerenti nelle azioni specifiche che intraprendiamo.
La sicurezza degli approvvigionamenti ha un aspetto connesso alla politica estera, ma comporta anche un rafforzamento delle industrie operanti nel settore. Dobbiamo esaminare più da vicino se le nostre regole, normative e ispezioni garantiscono realmente la sicurezza degli approvvigionamenti o se di fatto producono incertezza. Coloro che negoziano per noi, coloro che comprano energia nel mondo, hanno bisogno di investire, e le imprese investono soltanto quando c’è un ragionevole grado di certezza.
Da ultimo, ma non meno importante, la sicurezza degli approvvigionamenti richiede anche una varietà di fonti di energia. Sarebbe un’idiozia escludere l’energia nucleare: sarebbe molto dannoso per la sicurezza degli approvvigionamenti.
Csaba Sándor Tabajdi (PSE). – (HU) Il Vertice di Lahti è stato un grande successo, che ha dimostrato come la vera forza dell’Unione stia nella sua unità. Senza il Vertice di Lahti, il Presidente russo non avrebbe usato un tono più accomodante verso alcuni Stati membri. Mi congratulo con i nostri colleghi finlandesi; molti paesi potrebbero imparare dalla diplomazia finlandese, che è sempre stata in grado di continuare il dialogo con la Russia anche durante i tempi più difficili.
Ovviamente, esiste un’interdipendenza reciproca ma asimmetrica nell’approvvigionamento di energia tra l’UE e la Russia. Noi nell’Unione europea, come Stati importatori, siamo più dipendenti, ma deve essere considerata anche la dipendenza della Russia. Il nostro scopo è quello di ridurre la dipendenza dalle fonti di energia russe, ma per la maggior parte degli Stati membri – fra i quali anche l’Ungheria – non esiste alcuna alternativa reale a medio termine. Per quanto riguarda le fonti energetiche rinnovabili, Presidente Barroso, la Commissione europea non ha alcuna idea attuabile.
Noi critichiamo, giustamente, la Russia sullo Stato di diritto. Ma possiamo parlare dello Stato di diritto, Presidente Barroso, se non esiste sicurezza giuridica all’interno della Commissione europea? Se proprio durante il raccolto del granturco l’Unione cambia le regole di intervento per il granturco? Questo non è Stato di diritto né sicurezza giuridica. Noi critichiamo giustamente la Russia, ma anche noi dobbiamo rispettare lo Stato di diritto. Mi congratulo per il Vertice e chiedo al Presidente Barroso di intervenire, perché altrimenti l’Ungheria farà appello alla Corte di giustizia delle Comunità europee, poiché questo non è Stato di diritto né sicurezza giuridica. Diamo il buon esempio a Putin e ai democratici russi!
Šarūnas Birutis (ALDE). – (LT) Sono molto lieto di constatare che il Vertice di Lahti ha finalmente indotto l’Europa a unire i propri sforzi, a dimostrare solidarietà e ad adottare una posizione ferma nel dialogo con la Russia sull’energia e sulla democrazia. Finalmente vediamo che si stanno compiendo passi concreti per mettere in atto l’affermazione che il settore dell’energia è parte integrante della politica estera.
Nella discussione sulle questioni della sicurezza e della trasparenza nel settore dell’energia, ciò che è accaduto all’oleodotto di Druzhba, quando la Russia ha interrotto l’approvvigionamento di petrolio, ha assunto il carattere di un incidente politico più che tecnico. Mosca ha espresso il proprio scontento per il fatto che la società lituana Mažeikių Nafta era stata venduta alla polacca PKN Orlen e non a un’impresa russa.
Il fatto che l’Europa abbia espresso così chiaramente la propria posizione, durante il Vertice con la Russia, sostenendo che nel settore dell’energia le regole devono essere rispettate, è un enorme risultato. Non posso celare la mia ammirazione per il cambiamento di posizione della Finlandia, della Francia e specialmente della Germania. Spero che questo metta fine alla politica di Schroeder.
L’attuale posizione di decisori come il Presidente della Commissione Barroso e Angela Merkel offre la speranza di un’Europa unita con una politica energetica comune e un futuro comune.
Jacek Protasiewicz (PPE-DE). – (PL) Signor Presidente, i resoconti dei media riguardanti il Vertice di Lahti sono stati dominati da quello che il Primo Ministro Vanhanen ha descritto come un colloquio franco con il Presidente della Russia. Tuttavia, vorrei concentrarmi su un altro importante argomento discusso al Vertice, vale a dire l’innovazione e il progresso tecnologico. Appoggio pienamente il parere del Presidente Barroso, secondo cui più l’Unione si concentra su compiti pratici e su azioni vicine ai cittadini, più sarà rispettata e apprezzata da questi ultimi.
La promozione da parte del Presidente Barroso di un Istituto europeo di tecnologia è proprio un esempio di un’azione di tal genere, vale a dire un’iniziativa specifica destinata a generare una risposta positiva da parte dei cittadini europei. Forse non è stato intenzionale, ma in un certo senso altamente simbolico, che l’Istituto in progetto sia stato concordato in Finlandia, il paese più innovativo della nostra Comunità. E’ altresì molto importante, comunque, coinvolgere i nuovi Stati membri dell’Unione europea nel processo di sviluppo di tecnologie all’avanguardia. Il livello attuale di investimento nell’innovazione nei paesi summenzionati è di gran lunga troppo basso. La struttura dell’Istituto europeo di tecnologia proposta dalla Commissione, vale a dire un nucleo centrale più una rete di comunità della conoscenza e dell’innovazione diffusa in tutta l’Europa, consentirà alle istituzioni accademiche nell’Europa centrale e orientale di essere coinvolte nelle attività dell’Istituto.
Il bilancio e le fonti di finanziamento dell’Istituto europeo di tecnologia sono una preoccupazione chiave che va di pari passo con qualsiasi discussione riguardante i piani per l’Istituto. Nel mio paese, la Polonia, ho rilevato una disponibilità a destinare risorse dei Fondi strutturali alla creazione dell’Istituto. Le autorità polacche stanno dimostrando così il loro desiderio di collegare gli obiettivi di sviluppo regionale alle sfide contemporanee, che comportano principalmente l’investimento nella conoscenza e lo sviluppo di un’economia basata su tecnologie moderne. In cooperazione con le autorità regionali e locali, il governo polacco sta proponendo la città di Breslavia come sede del comitato direttivo del nuovo Istituto europeo di tecnologia. Le autorità polacche propongono anche che Breslavia diventi uno dei principali centri di ricerca scientifica. Io credo fermamente che la città sia perfettamente adatta a questo scopo. Breslavia e la regione circostante possono offrire un ambiente accademico vibrante e innovativo, con oltre centomila giovani studenti dotati e ambiziosi e con notevoli nuovi investimenti nello sviluppo industriale.
Stavros Lambrinidis (PSE). – (EL) Signor Presidente, oggi dovremmo discutere dei risultati di Lahti.
Quali risultati? Sull’energia e sulle relazioni con la Russia, i Primi Ministri hanno detto che insisteranno sul rispetto della Russia per i diritti fondamentali. Poi hanno fatto marcia indietro, indicando che la Realpolitik è l’unica soluzione per soddisfare i requisiti dell’Unione in termini di energia. Alla fine, sono riusciti a indurre la Russia a voltare loro le spalle sia sull’energia sia sulle questioni umanitarie.
I risultati sono stati ancor più deludenti sull’importante questione dell’immigrazione. I Primi Ministri ci hanno detto che dobbiamo concentrarci su un migliore controllo dei confini. Benissimo, ma allora perché abbiamo tagliato il bilancio di FRONTEX? Ma soprattutto, più insistono per affrontare l’immigrazione unicamente in un’ottica di polizia, con la repressione, più comprometteranno il nostro futuro. Per affrontare l’immigrazione illegale e il brutale traffico di esseri umani abbiamo bisogno, prima di tutto, di un quadro per l’immigrazione legale. Ma su questo si scontrano e si rifiutano di adottarlo. Abbiamo bisogno di una politica estera seria e di una politica di sviluppo economico e di conciliazione, che sono incapaci di formulare. Abbiamo anche bisogno di una politica coraggiosa per l’integrazione e per la parità di trattamento degli immigranti, che tuttavia si rifiutano di formulare.
Alexander Lambsdorff (ALDE). – (DE) Signor Presidente, è vero che abbiamo bisogno di un partenariato con la Russia, e sarebbe bello avere anche una comunità di valori, ma qual è la realtà della situazione? In Russia, la struttura verticale del potere è organizzata fino all’ultimo dettaglio, la Duma è stata addomesticata, i governatori sono nominati, non eletti, la libertà di stampa è ristretta e il lavoro delle organizzazioni non governative, comprese le fondazioni politiche per la democrazia e i diritti umani, diventa sempre più difficile. In questo momento, quindi, non possiamo avere una comunità di valori con il governo russo – potrebbe essere possibile con il popolo russo, che però non era presente a Lahti.
Perciò, Presidente Vanhanen, il Presidente Barroso ha ragione quando dice che dovremmo concordare principi specifici per creare relazioni stabili: trasparenza, certezza giuridica, trattamento nazionale, apertura reciproca e accesso ai mercati. Sulla base di questi principi, possiamo costruire un accordo di partenariato e cooperazione e anche auspicare e adoperarci per la conclusione, un giorno, di un partenariato strategico con la Russia basato su valori condivisi.
Concludo aggiungendo che a mio parere dovremmo svolgere la presente discussione a Bruxelles piuttosto che a Strasburgo.
Piia-Noora Kauppi (PPE-DE). – (EN) Signor Presidente, senza dubbio il Vertice di Lahti è stato un successo per l’Unione europea. L’attenzione dedicata alla competitività e all’innovazione è stata seguita da un dialogo costruttivo con la Russia, ed è stata sollevata anche la questione dei diritti umani. I nostri capi di Stato e di governo hanno dimostrato unità e hanno rispecchiato i nostri valori comuni. Come ha detto il Vicepresidente del PPE, Michel Barnier, un paio di settimane fa a Lione, nessuno di noi può sedere al tavolo del processo decisionale globale come politico nazionale. Questo è vero e vale anche per le relazioni UE-Russia.
La libertà di parola è in grande pericolo in Russia. In uno studio molto recente di Reporter Senza Frontiere – nel quale numerosi Stati membri dell’UE si sono piazzati alle prime posizioni – la Russia è risultata al 147° posto fra 168 paesi.
Raramente mi trovo d’accordo con il Presidente del Parlamento Borrell Fontelles, ma devo dire che egli ha avuto ragione a dare forte rilievo alla questione dei diritti umani e della democrazia in Russia con il Presidente Putin. Dobbiamo avere una posizione chiara sui diritti umani, chiunque ci troviamo di fronte.
Un’indagine indipendente ed efficiente per individuare e condannare gli assassini della coraggiosa giornalista Anna Politkovskaja costituisce un vero e proprio test per la libertà e lo Stato di diritto in Russia e per le sue relazioni con l’Unione europea. Il mondo democratico non può tacere quando la libertà è minacciata e i suoi più convinti sostenitori vengono uccisi.
Se non agiamo subito, potremmo perdere altri 30 anni di libertà, come i nostri cittadini ungheresi quando il mondo occidentale non agì con sufficiente coraggio per sostenere la popolazione insorta 50 anni fa nella rivoluzione. La cooperazione pratica con la Russia è importante, ma nulla è più importante del progresso compiuto dalla Russia sulla strada verso la libertà e i diritti umani.
Nicola Zingaretti (PSE). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, quando si parla con la Cina di questioni di commercio, con gli Stati Uniti di agricoltura o con la Russia di energia, oppure quando si interviene in teatri di crisi come il Libano o in generale il Medio Oriente, il tema è ormai da tempo sempre lo stesso: nessun paese europeo, da solo, ha la possibilità di farcela, di resistere o di portare a compimento obiettivi e ambizioni. Pertanto, anche per quanto riguarda l’energia e il tema del rapporto con la Russia, e con una leadership sempre più inquietante, il tema è sempre lo stesso: l’Europa deve essere unita e parlare con una sola voce.
Se il vertice di Lahti, come ha detto il collega Goebbels, ha prodotto un risultato virtuale, ora rimane molto da fare e per questo occorrono una Commissione autorevole e coraggiosa, che sappia piegare egoismi nazionali e parlare a nome di tutti, un Parlamento che sappia essere l’interprete più autorevole degli interessi comunitari, nonché un Consiglio e governi che comprendano quanto l’interdipendenza tra i paesi sia la chiave per contare di più.
Vi sono segnali ed esempi a tale riguardo e, tra tutti, voglio citare la scelta del governo italiano il quale, sedendo da gennaio nel Consiglio di sicurezza dell’ONU, ha da subito detto: “questo sarà un seggio al servizio dell’Europa”. Si tratta di un atto concreto che costituisce un esempio di contributo da parte di un membro del Consiglio.
Nikolaos Vakalis (PPE-DE). – (EL) Signor Presidente, per quanto riguarda Lahti, desidero richiamare l’attenzione dell’Assemblea sulla proposta per un Istituto europeo di tecnologia (ΙΕΤ).
I primi messaggi giunti dal Consiglio sono positivi, così come quelli dal Parlamento. Ciò che desidero evidenziare, Presidente Vanhanen e Presidente Barroso, è che abbiamo bisogno di uno strumento nuovo e innovativo che combini con successo istruzione, ricerca e innovazione. Abbiamo bisogno di un motore che ci consenta di trasformare la ricerca in prodotti e servizi innovativi. Non abbiamo bisogno, tuttavia, di un’istituzione che sradichi l’antica tradizione accademica in Europa, ma di un organismo che la rispetti e se ne avvalga al massimo grado. Proprio per questa ragione è estremamente importante che conosciamo il parere delle nostre università, dei centri di ricerca e delle imprese prima di prendere una decisione su questo nuovo istituto.
Numerose agenzie hanno già sottoposto i loro pareri. A prima vista, sembrerebbe che i messaggi che stiamo ricevendo siano spesso contraddittori su determinate questioni importanti. Ritengo tuttavia che le posizioni non siano granitiche, ma esprimano piuttosto preoccupazioni. Perciò è altresì molto importante concedere un ampio margine di tempo a tutti i partner ai fini di una consultazione fatta con disponibilità e in uno spirito di cooperazione.
L’approccio iniziale nella proposta di regolamento lascia numerose questioni aperte su problemi cruciali, come il modo per salvaguardare un finanziamento fattibile per l’ΙΕΤ. Come persuaderemo i privati a investire in uno strumento senza precedenti? Come salvaguarderemo la partecipazione fondamentale delle università e come le convinceremo che l’ΙΕΤ non sarà in conflitto con loro né indebolirà le loro attività? Come li convinceremo che le attività di ricerca non saranno frammentate, con risultati opposti a quelli voluti?
Dobbiamo chiarire tutti i dettagli, perché è su di essi che sarà giudicato il successo dell’impresa, non sull’idea generale, ampiamente accettata.
Andres Tarand (PSE). – (ET) Nel suo discorso odierno, il Presidente Barroso ha detto che è stata toccata la questione della Georgia. Tutti sappiamo che si può toccare qualcosa con una carezza delicata o con la stretta di un orso.
Alla conferenza stampa a Lahti, la sera di venerdì scorso, tutti abbiamo appreso con grande sorpresa che nulla sta accadendo tra la Georgia e la Russia, e che c’è invece un conflitto tra la Georgia, da un lato, e Abkhazia e Ossezia dall’altro. Secondo il Presidente Putin, la situazione rischia di degenerare in uno spargimento di sangue.
Il mese scorso, tuttavia, Putin ha informato i giornalisti occidentali che se il Kosovo fosse separato dalla Serbia, Ossezia, Abkhazia e Transnistria si distaccherebbero definitivamente. Poiché non sono Stati insulari, la separazione significherebbe di fatto l’incorporazione nella Russia. Questa è una seria revisione dell’accordo di Helsinki del 1975.
Signor Presidente, sappiamo che il conflitto tra la Russia e la Georgia non è causato da una provocazione da parte della Georgia, ma piuttosto dal risveglio della Russia imperiale, basato da un lato sull’incitamento del nazionalismo russo e dall’altro sull’uso delle forniture di energia per la restaurazione dell’impero. Anche il gasdotto Baku-Tbilisi-Ceyhan ha il suo peso in questa questione.
Invito tutte le Istituzioni dell’Unione europea a difendere con maggiore forza la Georgia…
(Il Presidente interrompe l’oratore)
Josef Zieleniec (PPE-DE). – (CS) Noto con costernazione che il Vertice di Lahti rappresenta un’occasione persa per quanto riguarda la questione dell’energia, sia in termini delle relazioni tra l’Unione europea e la Russia, sia per l’intesa comune tra gli Stati membri. Sotto la pressione dei media, i politici europei hanno detto chiaramente che riconoscono l’importanza di parlare con una sola voce quando si tratta di energia. Temo, tuttavia, che dobbiamo ancora raggiungere una reale unità e armonia quando si tratta di promuovere le questioni connesse all’energia.
Ciò è attestato dal fatto che alcuni Stati membri dell’UE preferiscono condurre negoziati bilaterali sulle singole questioni di sicurezza energetica piuttosto che a nome dell’Unione nel suo insieme. Devo sottolineare che il tema dell’energia ha implicazioni ambientali, economiche e, soprattutto, geostrategiche. L’Europa dipende da fonti di energia esterne. Questa incapacità di armonizzare i nostri interessi e il nostro approccio indebolisce la nostra posizione negoziale nel mercato dell’energia globale, aggrava la nostra vulnerabilità e indebolisce seriamente la nostra autorità come europei in un contesto di politica estera. La nostra capacità di promuovere valori come la democrazia, lo Stato di diritto e la trasparenza del mercato in tutto il mondo ne uscirà ridotta.
Vorrei quindi esortare il Consiglio e la Commissione a compiere passi concreti per formulare e attuare una politica energetica europea, che è una potenziale soluzione e che preparerebbe il terreno a una politica energetica comune dell’Unione europea. Tale strategia definirebbe i nostri obiettivi nel settore dell’energia, nonché le misure necessarie per realizzarli, e creerebbe un meccanismo chiaro per un processo decisionale comune sui progetti energetici e per la comunicazione all’interno e all’esterno dell’UE, rafforzando la nostra solidarietà sulle questioni relative all’energia. E’ in gioco il nostro futuro nel mondo globalizzato e la nostra capacità di salvaguardare la stabilità e la prosperità del continente.
Sono fermamente convinto che la questione energetica costituirà un test fondamentale della capacità dell’UE di agire in modo efficace.
Bernard Poignant (PSE). – (FR) Signor Presidente, in Finlandia il Presidente Borrell ha difeso i diritti umani e ciò torna a suo merito. Il Presidente Barroso ha difeso i diritti dell’Europa per l’energia, com’era suo dovere. Il Presidente Chirac, come ogni capo di Stato e di governo, ha difeso gli utenti del gas del suo paese. Mi sembra normale. Ma ciò disturba le coscienze europee, che sarebbero state disturbate allo stesso modo se si fosse trattato del petrolio saudita, iraniano o di qualche paese africano.
Per me, la questione non è di sapere se si può acquistare il gas dal diavolo. Lo si acquisterà. La domanda è piuttosto come si può fare a meno del gas del diavolo. Penso che negli anni a venire, e per quanto la riguarda, Presidente Vanhanen, nei prossimi mesi, è l’indipendenza l’obiettivo che ci deve guidare. Nei prossimi 10 o 20 anni, il petrolio e il gas devono essere per la nostra indipendenza ciò che il carbone e l’acciaio sono stati per la nostra pace.
(Applausi)
Rihards Pīks (PPE-DE). – (LV) Grazie, signor Presidente, Presidente Vanhanen e Presidente Barroso. Prima di tutto desidero ringraziare la Presidenza finlandese per aver organizzato questo Vertice, poiché un vertice informale è una buona occasione per parlare di problemi difficili. In secondo luogo, penso che sia stato grazie alla fermezza e all’iniziativa del Presidente Vanhanen che si è potuta raggiungere una posizione unitaria, almeno riguardo alle questioni dell’energia. Comunque, vorrei richiamare la vostra attenzione, onorevoli colleghi, su due argomenti. In primo luogo, mi sembra che le disposizioni della Carta dell’energia debbano sicuramente essere incluse nel nuovo accordo di partenariato e cooperazione tra l’Unione europea e la Russia. Ciò è tanto più importante in quanto Putin lo ha definito un accordo strategico. Tuttavia, cosa dovremmo fare noi? La triste esperienza del mio paese e della mia gente dimostra che la Russia non si è mai fatta scrupolo di ricorrere alla forza e alle pressioni quando ha potuto. Per tale ragione mi sembra che, in primo luogo, dobbiamo lavorare molto più duramente per creare una rete unificata di gas ed energia elettrica nell’Unione europea. In secondo luogo dobbiamo lavorare molto più duramente sulle fonti energetiche alternative. In terzo luogo, dobbiamo lavorare sui programmi di risparmio energetico. Qui concordo con l’onorevole Schulz, che prima ha fatto un discorso molto appassionato su questo argomento. C’è un’altra questione che è stata toccata alla conferenza stampa. Putin, in risposta a una domanda, ha detto che la questione riguardante l’Abkhazia, la Georgia e l’Ossezia meridionale è un problema loro. Questo è a dir poco cinico. Sappiamo molto bene che l’esercito russo è anche in Transnistria, che la Russia ha fornito armi e che il personale dirigente in tutte quelle enclave sono funzionari delle organizzazioni ufficiali della Russia. A me sembra doveroso per l’Europa prendere un’iniziativa…
(Il Presidente interrompe l’oratore)
Matti Vanhanen, Presidente in carica del Consiglio. – (FI) Signor Presidente, prima di tutto vi ringrazio per questa discussione, che ha dimostrato che anche il Parlamento sembra molto unito nelle sue principali politiche e pienamente in accordo con i pareri del Consiglio europeo e della Commissione. A tale riguardo, credo che sarà più facile per l’Unione trovare un approccio di fondo nella sua politica estera in materia di energia.
Vale la pena ricordare che a livello di Consiglio europeo abbiamo avviato il dibattito sulle relazioni estere per l’energia soltanto a marzo di quest’anno, in occasione di una cena al vertice durante il semestre di Presidenza austriaca. All’epoca siamo giunti alla conclusione che l’Unione aveva bisogno anche di una politica estera nel campo dell’energia. Durante il semestre di Presidenza successivo, la Finlandia si è assunta il compito di formulare una politica estera energetica in collaborazione con la Commissione, ed è quello che stiamo facendo.
La Commissione ha elaborato un eccellente documento per il Vertice di Lahti e durante il pranzo abbiamo trascorso circa tre ore a discutere l’approccio in modo così approfondito che la sera, all’incontro con il Presidente Putin, il Presidente Barroso e io abbiamo potuto parlare per il gruppo nel suo insieme. Durante i prossimi i mesi definiremo questa politica estera dell’energia anche in termini di un approccio dell’Unione nei confronti non solo della Russia, ma di tutti i nostri partner e i paesi terzi.
Numerosi discorsi qui hanno sottolineato che il Vertice di Lahti è stato un passo o un primo passo nella direzione giusta. Anch’io la penso così. Concordo anche con chi ha commentato che dobbiamo dimostrare nella pratica che stiamo anche passando all’azione. La prossima importante fase sarà nelle prossime settimane, quando il Consiglio dovrà giungere a un accordo sul mandato negoziale, sulla base del quale l’Unione avvierà i colloqui con la Russia sul futuro accordo di partenariato e cooperazione, o comunque sarà denominato questo nuovo accordo. Al Vertice UE-Russia di novembre si dovrà trovare un consenso e prendere una decisione sull’inizio dei colloqui. A tale riguardo, il Vertice di Lahti è stato una prova generale. Comunque, il Vertice di Lahti ha anche fatto sapere a Putin che alla riunione di novembre, nella quale il Presidente Barroso, l’Alto rappresentante Javier Solana e io rappresenteremo l’Unione e parleremo a nome dell’intera Unione. Questa discussione che abbiamo ora svolto in Parlamento costituirà un solido sostegno a tal fine. Potremmo dire che tutte le Istituzioni dell’Unione sono in prima fila su questo.
Dipendiamo gli uni dagli altri. Questa dipendenza deve essere resa tale da avvantaggiare entrambe le parti attraverso la reciprocità. La dipendenza deve essere basata anche sui valori comuni, come è già stato ripetuto più volte in Aula. Si tratta di un obiettivo e di una politica chiari dell’Unione. Quando parliamo di cooperazione con la Russia, tuttavia, non dovremmo dipingere la Russia o i russi come mostri. Anch’essi vogliono la cooperazione, vogliono migliorare il proprio tenore di vita e la prosperità e vogliono cooperare con noi. Questo è stato anche il messaggio forte inviato dal Presidente Putin, il quale ha sottolineato che la Russia e i russi dipendono di fatto dall’Europa più di quanto l’Europa dipenda dalla Russia. Hanno particolarmente bisogno di cooperazione in molte aree tecnologiche per poter compiere progressi nel proprio lavoro di sviluppo, e noi dobbiamo essere pronti anche a questo.
Riguardo agli investimenti, vorrei ricordare a tutti che le imprese europee hanno già effettuato investimenti nel settore russo dell’energia per molti miliardi di euro. Alcuni importanti progetti di investimento non sono ancora conclusi, alcune imprese incontrano difficoltà con l’amministrazione russa, mentre altre hanno potuto completare i loro progetti più agevolmente. Per tale ragione abbiamo bisogno di regole comuni, regole che siano uguali per tutti. Analogamente, anche le regole per le imprese russe in Europa devono essere le stesse.
Vi ringrazio per questa discussione e per il feedback. A dicembre torneremo su molti di questi argomenti con alcune ferme conclusioni, nonché sugli interrogativi sollevati qui in molti interventi riguardo all’immigrazione. Sulle questioni dell’immigrazione, che si tratti di immigrazione legale o illegale, abbiamo bisogno di solidarietà reciproca fra Stati membri e di una politica comune, e sicuramente torneremo anche su questo argomento.
(Applausi)
José Manuel Barroso, Presidente della Commissione. – (FR) Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, onorevoli deputati, credo che praticamente sia già stato detto tutto. Permettetemi semplicemente di tornare su alcuni punti che avete sollevato durante la discussione.
Innanzi tutto, come ha detto il Primo Ministro Vanhanen, al termine del Vertice di Lahti il Consiglio europeo ha acceso il semaforo verde per l’iniziativa dell’Istituto europeo di tecnologia – non il giallo, ma il verde. Ora non rimane che realizzarla. A tal fine abbiamo già presentato una proposta legislativa che sarà esaminata dal Consiglio e dal Parlamento e che copre tra l’altro la questione del finanziamento che avete menzionato nel corso della discussione. Il nostro approccio è che il finanziamento debba giungere sia dalle Istituzioni comunitarie sia dagli Stati membri che vogliono sostenere l’iniziativa: per loro è un modo di realizzare gli obiettivi di Lisbona in materia di innovazione e di ricerca. Attendiamo anche contributi del settore privato. A questo riguardo, permettetemi di dirvi che, sulla base dei contatti informali che abbiamo, vi è un grande interesse da parte del settore privato per finanziare certe azioni che saranno condotte dall’Istituto, il che è normale poiché le stesse idee si ritrovano in molti dei nostri Stati membri. I partenariati tra pubblico e privato esistono e se certe iniziative degli Stati membri riescono ad attrarre investimenti privati per la ricerca, mi chiedo perché non possiamo ottenere lo stesso a livello europeo. Dico questo perché riteniamo che si debba conferire una dimensione europea al sostegno alla ricerca.
In materia di ricerca, gli Stati Uniti si distinguono dall’Europa in particolare per l’esistenza di istituzioni e reti che coprono l’intero territorio degli Stati Uniti d’America, per esempio la National Science Foundation, che alcuni di voi conoscono, o il National Institute for Health. In Europa, finora, non esisteva praticamente niente del genere. Certo, in alcuni dei nostri paesi vi sono grandi istituzioni, grandi università, ma soltanto adesso abbiamo creato il Consiglio europeo della ricerca, un’istituzione essenziale per l’applicazione del settimo programma quadro di ricerca, e l’Istituto europeo di tecnologia, che è precisamente un’istituzione fondata sull’idea di reti per dare un impulso, una visione europea agli sforzi di innovazione, di ricerca e di insegnamento basati sull’eccellenza. E’ per tali motivi che si tratta di un grande progetto, e ringrazio tutti coloro che si sono espressi in suo favore.
Abbiamo chiesto di includere tra le principali priorità di questo istituto la lotta contro il cambiamento climatico e il ruolo di guida dell’Europa nel campo delle energie rinnovabili, delle energie rispettose dell’ambiente. Credo che a questo riguardo abbiamo una missione specifica e invierò le mie osservazioni più in particolare a quanti hanno espresso preoccupazioni in merito, compreso l’onorevole Turmes.
L’energia è indiscutibilmente la questione del futuro, da un punto di vista non solo economico ma anche politico. Sono d’accordo con l’osservazione dell’onorevole Poignant che propone un parallelo con la situazione nel settore del carbone e dell’acciaio. Vedo infatti nell’energia un grande argomento per un approccio federale. Per questo, qualche mese fa abbiamo presentato un Libro verde sull’energia sostenibile ed eravamo molto soddisfatti dell’appoggio che il Consiglio europeo ha dato all’idea di un approccio comune in materia energetica. Onorevole Poignant, stiamo lavorando proprio in quella direzione.
Questo approccio è molto importante se si considerano le nostre responsabilità nei confronti del nostro pianeta e delle generazioni future: il cambiamento climatico è forse la più grande sfida del XXI secolo. Ma è anche molto importante dal punto di vista economico, tanto che dobbiamo mantenerci all’avanguardia nella lotta contro il cambiamento climatico e darle lo slancio di cui necessita. E’ altresì molto importante come manifestazione di solidarietà, soprattutto per l’Europa allargata: è un’occasione per dimostrare che la solidarietà deve essere concreta.
Ritengo quindi che si tratti di una grande ambizione e posso garantire, in particolare all’onorevole Turmes, che è in questo spirito che stiamo elaborando il pacchetto relativo all’energia che sarà presentato a gennaio. Ne avete già avuto un’anteprima attraverso la proposta che abbiamo appena depositato concernente l’efficacia energetica. Come ha detto il Primo Ministro Vanhanen, il Consiglio di Lahti ha aperto la via alle decisioni formali in materia di energia che speriamo di ottenere al Consiglio di primavera, sotto la Presidenza tedesca.
Concludo dicendo che condivido l’ambizione, e talvolta anche l’impazienza, espressa dagli onorevoli Goebbels, Swoboda, Schulz e molti altri. Il nostro ruolo oggi consiste, come ha detto l’onorevole Goebbels, nel trasformare i sogni in realtà. E’ proprio questo il nostro ruolo. Ma i vertici informali, come ha dimostrato anche quello di Hampton Court, offrono un’occasione per approfondire il dibattito e consolidare le posizioni. Da questo punto di vista, posso dirvi onestamente che il Consiglio di Lahti ha segnato un progresso. E’ stato difficile, particolarmente a causa dei rapporti sempre più complessi con la Russia. Anche su questo aspetto ho avuto l’impressione che si sia fatto un passo avanti – cui ha contribuito la presenza del Presidente Putin. Ho avuto la sensazione che i capi di Stato e di governo comprendessero il bisogno di coerenza e di solidarietà. Perciò spero che adesso, durante la Presidenza finlandese e oltre, con l’appoggio vigile del Parlamento europeo ci saranno le condizioni per compiere progressi in questi importanti settori, quali l’energia e l’innovazione, e anche per far avanzare il nostro progetto di un’Europa più unita.
(Applausi)
Presidente. – La discussione è chiusa.
Dichiarazioni scritte (articolo 142 del Regolamento)
Richard Corbett (PSE). – (EN) Sapevo che i membri dell’UKIP sono scollati dalla realtà, ma sono comunque stupito dal discorso di Godfrey Bloom, in cui sembrava intendere che la Gran Bretagna sia autosufficiente in campo energetico e non abbia bisogno di collaborare, né di trattare, con altri paesi. Dice che la “linfa vitale” della Gran Bretagna non dovrebbe essere nelle mani di “stranieri”, ma in che modo intende evitare di importare energia? Certamente non con fonti rinnovabili, che definisce con sprezzo “sciocchezze”, affermando che le centrali eoliche sono “assurde” e che nessuno “scienziato attendibile” sosterrebbe che l’energia rinnovabile possa svolgere una parte significativa nel mix energetico della Gran Bretagna.
Quindi, niente importazioni, niente fonti rinnovabili, esaurimento del petrolio e del gas del Mar del Nord, il nucleare, se mantenuto, solo per una piccola quota di energia elettrica e possibilità piuttosto limitate di espandere il carbone: la visione dell’UKIP del futuro della Gran Bretagna, incontaminata dagli stranieri, è alquanto cupa!
Pedro Guerreiro (GUE/NGL). – (PT) Sullo sfondo del Vertice, si uniscono le forze per discutere come (ri)cominciare il processo mirato a (re)imporre l’inaccettabile Trattato, erroneamente e ingiustamente denominato “Costituzione europea”, contro la volontà sovrana democraticamente espressa dei popoli francese e olandese.
Queste funeste intenzioni vengono sempre più spesso dall’alto. Si vedano, ad esempio, le parole di Antonio Vitorino, dirigente del partito socialista portoghese, che, giunge notizia, “ora lavora per la Commissione”. Egli afferma che la Presidenza portoghese nel secondo semestre del 2007 avrà “l’enorme responsabilità” di “compiere i primi passi nell’applicazione del [cosiddetto] programma di modifica costituzionale” e “sarà una rampa di lancio per la nuova [cosiddetta] Costituzione europea”, concretizzando un “programma” definito in precedenza dalla Presidenza tedesca e da concludersi ad opera della Presidenza francese nel secondo semestre del 2008.
La fuga precipitosa verso l’integrazione capitalista che caratterizza l’Unione europea e l’integrazione neoliberale, federalista e militarista che la cosiddetta “Costituzione europea” rafforzerebbe sul piano giuridico e politico, si scontrerà ancora una volta, nonostante tutta la propaganda, la mistificazione e l’autoritarismo, con il rifiuto categorico da parte di tutte le forze che lottano per un’Europa di Stati sovrani e uguali, un’Europa di progresso sociale, di cooperazione e di pace.
Bruno Gollnisch (NI). – (FR) Vorrei fare qualche osservazione sul Vertice europeo di Lahti.
In primo luogo, mentre il nostro continente subisce un’ondata di immigrazione clandestina senza precedenti, i capi di Stato e di governo non hanno giudicato utile dedicare più di mezz’ora a questo problema. Non c’è nulla, assolutamente nulla, da aspettarsi dall’Unione europea in questo campo, ed è urgente riconoscere formalmente che la politica di immigrazione può essere soltanto nazionale e la cooperazione sull’argomento può essere soltanto intergovernativa.
In secondo luogo, il Presidente Putin ha tutto il diritto di mantenere un certo grado di sovranità sulle risorse energetiche del suo paese e di rifiutare di svenderle agli appetiti delle multinazionali petrolifere in nome di un liberismo di cui non condivide la filosofia. In quanto alle minacce sui diritti umani, il cui rispetto deve essere la base su cui fondare le relazioni dell’Unione europea con il resto del mondo, sarebbero più credibili se non fossero così selettive e se fossero dirette anche a paesi come la Cina.
Infine, continuiamo ad attendere dal Consiglio la condanna delle autorità turche, che hanno cercato di imporre l’esclusione di un collega cipriota da una delegazione di deputati europei. E’ sempre meno accettabile negoziare l’adesione di un paese che rifiuta di riconoscere la totalità degli Stati membri.
(La seduta, sospesa alle 12.00 in previsione della seduta solenne, riprende alle 12.05)