Presidente. – L’ordine del giorno reca la dichiarazione della Commissione sulle carenze della rete elettrica europea.
Andris Piebalgs, Membro della Commissione. – (EN) Signor Presidente, il grave incidente che sabato 4 novembre ha interessato la rete elettrica continentale europea ha causato vari blackout su gran parte del sistema. Come ci ha comunicato E. ON, il guasto ha avuto origine nella Germania settentrionale, dove la disconnessione di una linea ad altissimo voltaggio in Bassa Sassonia ha provocato in un secondo tempo la disconnessione di altre linee in tutta Europa.
E. ON ha attuato la disattivazione pianificata di una linea elettrica aerea, operazione che era già stata effettuata su una linea precedente. L’incidente ha interrotto la rete della Union for the coordination of transmission of electricity (UCTE) in tre zone: ovest, est e sudest. La zona ovest aveva scarsità di energia elettrica, mentre quella est ne aveva troppa; per sopperire alla carenza di energia elettrica nella zona occidentale, i meccanismi automatici hanno dovuto disconnettere i clienti dei paesi colpiti.
Tra i paesi più gravemente colpiti c’è in primo luogo la Francia, dove risulta che i clienti disconnessi siano stati cinque milioni. In Germania sono stati coinvolti milioni di clienti, così come in Belgio, nei Paesi Bassi, in Italia e in Spagna, dove alcune centinaia di migliaia di clienti sono rimasti privi di elettricità; il blackout ha interessato anche Austria, Slovenia, Portogallo e Svizzera.
L’incidente si è risolto dopo un’ora e l’approvvigionamento di energia è stato ripristinato. Esso avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi, ma la cooperazione tra gli operatori dei sistemi di trasmissione e le dimensioni della rete hanno reso possibile rifornire i clienti con grande rapidità.
La causa esatta del guasto non è ancora nota. Ho chiesto ai regolatori europei di preparare una relazione sulle cause effettive del blackout; ciò comporta l’analisi di un’enorme quantità di informazioni, relative sia alla fase precedente al blackout, sia a quella successiva, e quindi in questa fase non posso ancora riferirvi quale sia stato il preciso evento che lo ha innescato. La commissione d’inchiesta dell’UCTE redigerà a sua volta una relazione, e altrettanto faranno gli operatori dei sistemi di trasmissione europei, che stanno indagando sull’incidente.
Quando avremo una relazione completa e sull’incidente si sarà svolta un’esauriente inchiesta, riferirò al Parlamento in forma appropriata sulle sue cause precise. Per quanto posso giudicare, tuttavia, questa vicenda ci offre tre lezioni. Nel 2003 si era già verificato in Italia un blackout di vastissime proporzioni, e le misure prese in seguito sono state evidentemente insufficienti, in particolare in tre settori.
Una proposta, quindi, è quella di istituire un gruppo formale di operatori dei sistemi di trasmissione, incaricati di avanzare posizioni comuni su temi individuati dalla Commissione: in particolare, le norme di sicurezza della rete. Dovremmo inoltre creare un meccanismo che renda tali norme formalmente vincolanti per gli operatori della rete. Inoltre è chiaramente indispensabile destinare investimenti ben più cospicui alle reti dei sistemi di trasmissione, per garantire una risposta adeguata quando tali incidenti si verificano, ma soprattutto per evitare il sovraccarico delle linee.
Sono veramente lieto che abbiate inserito questo tema nell’ordine del giorno dell’Assemblea, poiché si tratta di una questione importantissima. Quest’episodio non è stato una calamità naturale, bensì un guasto del sistema, che dobbiamo analizzare per trarne i necessari insegnamenti. Quando la relazione sarà pronta, la Commissione non esiterà a tirare le debite conclusioni e a prendere le iniziative del caso.
Herbert Reul, a nome del gruppo PPE-DE. – (DE) Signor Presidente, ringrazio in primo luogo il Commissario per la sua equilibrata relazione. Il problema si è protratto per un’ora appena, e poi è stato risolto; anche questo è un aspetto che vale la pena di ricordare.
In secondo luogo, signor Commissario, anch’io come lei ritengo necessario presentare dapprima una relazione completa, per non giungere a conclusioni premature su tutte le carenze o i guasti che possono essersi verificati.
In terzo luogo, noi come classe politica dobbiamo chiederci se l’approccio che abbiamo adottato non possa rivelarsi in una certa misura contraddittorio: da un lato invochiamo maggiori investimenti nelle reti elettriche, ma dall’altro minacciamo gli operatori delle reti di smembrare le loro proprietà. Non si può chiedere a nessuno di investire nelle reti, mentre su di lui pende la minaccia che quelle stesse reti gli siano tolte; è del tutto illogico.
In quarto luogo, anche se chiediamo di dare sempre più spazio all’energia rinnovabile, sappiamo bene che l’energia eolica contribuisce a rendere assai problematica l’affidabilità delle reti. Non sono affatto un avversario dell’energia eolica, ma non ci si può sorprendere quando si verificano problemi come questo.
In quinto luogo, noi chiediamo – giustamente – un maggior numero di punti di connessione, per trasferire più agevolmente l’elettricità da un paese all’altro. E’ una richiesta più che giustificata, ma forse non riflettiamo abbastanza sulla necessità di preparare adeguatamente – allo stesso tempo o come prerequisito – le reti a monte e a valle dei punti di connessione.
Sarei lieto se da questo incidente imparassimo ad affrontare le questioni di politica energetica con uno spirito di più sano realismo, senza avanzare richieste contraddittorie e impossibili da soddisfare. Questo è un contributo che dovremmo essere in grado di offrire. In ogni caso, mi aspetto che, quando saremo a conoscenza dei fatti, venga effettuata una valutazione scrupolosa; poi potremo pensare alle eventuali conseguenze politiche. Nei giorni successivi al guasto abbiamo udito numerosi commenti precipitosi, che non erano il frutto di un’analisi approfondita ma piuttosto di impressioni estemporanee. Commissario Piebalgs, le sono molto grato per quanto sta facendo.
Reino Paasilinna, a nome del gruppo PSE. – (FI) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, il blackout verificatosi in Europa ha interessato circa 10 milioni di persone, dalla Germania alla Spagna. Quest’incidente è stato un monito salutare: ci ha ricordato la nostra stretta interdipendenza reciproca, derivante dalle reti elettriche, e insieme la nostra vulnerabilità. Non conosciamo ancora le cause dell’accaduto.
In pratica l’Europa dispone di una rete elettrica comune, ma non di una politica energetica comune che garantisca l’approvvigionamento. Nel settore dell’elettricità non esiste ancora un mercato interno vitale, e paradossalmente più aumentano le connessioni tra le nostre reti, più diventiamo vulnerabili alle sospensioni di energia. La connessione tra le reti serve a rendere più sicuro l’approvvigionamento di elettricità in tutte le parti dell’Unione, ma ha un lato negativo: qualsiasi eventuale problema si ripercuote su tutti noi. Per tale motivo è necessario in primo luogo garantire il funzionamento adeguato delle nostre reti comuni, oltre ad assicurare la presenza di sistemi di emergenza operanti a livello nazionale, mentre l’intero sistema dev’essere monitorato da un unico organismo. Come ha detto il Commissario, occorre introdurre norme di sicurezza.
Altre crisi energetiche sono diventate più probabili con la privatizzazione delle centrali elettriche; in passato il proprietario di tali aziende era di solito lo Stato, che effettuava investimenti di lungo termine. Ora abbiamo raggiunto la fase degli investimenti di durata trimestrale, che impongono di recuperare rapidamente il denaro ed escludono qualsiasi prospettiva di lungo termine.
La Commissione ha agito con prontezza, e gliene siamo grati. In futuro, gli operatori dei sistemi di trasmissione nazionali dovranno cooperare in maniera più completa e più trasparente. Inoltre, la revisione delle strategie energetiche prevista per gennaio deve considerare l’opportunità di istituire un’autorità di regolamentazione comune. Le aziende dovranno poi assumersi le loro responsabilità e incrementare gli investimenti diretti alle strutture di trasmissione e di emergenza; in caso contrario i governi dovranno intervenire e tornare alle attività che svolgevano prima della fase attuale.
Anne Laperrouze, a nome del gruppo ALDE. – (FR) Signor Commissario, la ringrazio per la sua comunicazione. E’ assolutamente necessario svolgere un’inchiesta ampia e rigorosa sulle cause della sospensione di energia che ha interessato parecchi paesi dell’Unione europea. Quest’incidente si deve attribuire a mancanza di informazioni? Al mancato rispetto delle procedure? Al cedimento di una rete? All’insufficienza degli investimenti? Alla cattiva manutenzione della rete o a cause commerciali? Per alcuni cittadini europei quest’episodio è una disastrosa conseguenza della liberalizzazione dell’energia; per altri dipende dall’inadeguatezza delle connessioni e della rete transeuropea dell’energia.
Come lei ha rilevato, si può anche affermare che la gestione dell’incidente ha dimostrato la solidarietà degli Stati membri verso la Germania – che si era trovata priva di energia – e che le procedure per la sospensione di energia sono state applicate per scongiurare le conseguenze ben più gravi di un eventuale blackout europeo.
Se l’incidente è stato di natura commerciale, i regolatori degli Stati membri devono definire e rivedere insieme le norme da applicare per controllare il mercato dell’elettricità in maniera più efficace. Se invece è dipeso da problemi tecnici o da un difetto procedurale, allora occorre coordinare più efficacemente i gestori delle reti di distribuzione dell’energia, che costituiscono gli anelli operativi della catena di scambi fluidi e sicuri di energia. La creazione di un centro europeo per le reti energetiche ci consentirebbe di varare un codice europeo delle reti, allo scopo di armonizzare norme e procedure delle reti degli Stati membri.
Concludo rallegrandomi per il fatto che la Commissione abbia deciso di avviare quest’inchiesta; mi auguro – consentitemi di insistere su questo punto – che essa ci comunichi i risultati con la necessaria trasparenza, per consentirci di prevenire in maniera sempre più efficace incidenti di questo tipo.
Claude Turmes, a nome del gruppo Verts/ALE. – (DE) Signor Presidente, due o tre giorni dopo il blackout elettrico l’onorevole Reul ha rilasciato alla radio tedesca una dichiarazione in cui attaccava l’energia eolica, all’incirca negli stessi termini in cui l’hanno attaccata il Ministro Glos ed E. ON; di conseguenza sono veramente lieto che oggi, a dieci giorni dall’incidente, egli abbia affermato di non essere un avversario dell’energia eolica. Nel frattempo è risultato chiaro che l’energia eolica tedesca non ha contribuito affatto al verificarsi di questa calamità, dal momento che quel giorno il vento era del tutto normale. E’ stato dato il Day ahead, ed è anzi emerso che le centrali eoliche tedesche hanno offerto un contributo essenziale alla ripresa della rete; in altre parole, nelle situazioni in cui è possibile definire un’interfaccia valida tra operatori di rete, regolatori e fornitori di energia eolica, l’energia eolica ha avuto in realtà effetti positivi sulla rete.
In Spagna, invece, numerose centrali eoliche sono state escluse dalla rete in un momento di bassa frequenza; è stata un’iniziativa del tutto irrazionale, dal momento che le centrali eoliche sono meno vulnerabili alla bassa frequenza rispetto alle centrali elettriche di altro tipo, e avrebbero potuto contribuire a stabilizzare la rete spagnola.
Cosa può insegnarci questo incidente? In primo luogo, che dobbiamo preparare le reti a investimenti energetici di lungo termine; la produzione di energia si trasferirà presso le coste, e non penso solo all’energia eolica ma anche alle centrali a condensazione, che non avranno possibilità di raffreddamento nell’entroterra a causa del clima più caldo e della più alta temperatura dei fiumi. Inoltre dovremo incrementare gli investimenti nella produzione decentrata di energia, sotto forma di biomassa, biogas, produzione combinata di riscaldamento ed energia, nonché centrali a gas. Queste ultime si possono collocare nei pressi dei centri di consumo industriali o urbani, e ciò compenserà in qualche misura il trasferimento cui si è accennato, permettendoci anche – grazie al decentramento di tali investimenti – di dare più spazio nella rete alle imprese.
In secondo luogo, occorre un regolatore a livello di Unione europea – non un organismo che abolisca le autorità di regolamentazione nazionali, ma un regolatore europeo dotato di funzioni specifiche nell’ambito del commercio di elettricità transeuropeo, per migliorare non solo la trasparenza ma anche le interfacce tra le reti nazionali. Questo regolatore deve entrare in funzione subito, dotato però di un’identità più limitata e precisa.
In terzo luogo, le reti necessitano di investimenti a lungo termine, che non si possono conciliare con alti rendimenti a breve termine. La suddivisione della proprietà è necessaria proprio perché E. ON e RWE pretendono rendimenti del 30 per cento; infatti rendimenti così alti non sono necessari in un settore monopolistico, dove è sufficiente un rendimento del 6 o 8 per cento sugli investimenti da effettuare. Una chiara separazione tra interessi della rete e interessi produttivi e commerciali migliorerà la sicurezza dell’approvvigionamento, nonché la capacità di agire dell’Unione europea.
Esko Seppänen, a nome del gruppo GUE/NGL. – (FI) Signor Presidente, signor Commissario, nei vari Stati membri la produzione di energia presenta caratteristiche eterogenee. In alcuni casi l’energia idroelettrica a basso costo è un elemento essenziale, in altri lo è l’energia nucleare a basso costo, e in altri paesi ancora l’elettricità si produce per mezzo di combustibili fossili sempre più cari oppure della costosa energia eolica. Il quadro del mercato è reso ancor più complesso dal piano per lo scambio di diritti di emissione elaborato dall’Unione europea, e a questo proposito ignoriamo che cosa ci riserverà il futuro nel 2008, per non parlare del 2013.
La connessione tra le reti elettriche dell’Unione non risolve tutti i problemi. L’armonizzazione del mercato produrrà vincitori e vinti, e molti paesi non accetteranno di investire nell’interconnessione fra le reti o di pagare un alto prezzo per l’elettricità, solo perché essa risulti più economica in un altro paese. Sono lieto che questa volta la Commissione non ci abbia risposto con l’affermazione standard per cui l’armonizzazione risolverebbe tutto, ma stia invece realmente cercando di ricostruire le cause dell’accaduto.
Alejo Vidal-Quadras (PPE-DE). – (ES) Signor Presidente, l’interruzione di energia verificatasi il 4 novembre dimostra ancora una volta l’alto livello di interdipendenza fra le reti elettriche degli Stati membri; il fatto che siano stati coinvolti dieci milioni di cittadini e una dozzina di paesi ci dà un’idea della gravità e della vastità di quest’incidente.
C’è indubbiamente un aspetto positivo, ossia la rapida ed efficiente reazione degli operatori, che adottando le misure opportune sono riusciti a risolvere il problema in poco meno di un’ora; possiamo rallegrarcene, ma non dobbiamo sfidare il destino.
Signor Commissario, lei ha dichiarato che verrà effettuata una dettagliata inchiesta sulle cause dell’incidente; ce n’è senza dubbio bisogno, perché da ogni crisi come questa si possono trarre insegnamenti preziosi. Sono sicuro che, quando lei sarà in possesso di tutte le informazioni necessarie, le trasmetterà al nostro Parlamento per consentirci di esaminarle a nostra volta.
Signor Commissario, sono pienamente d’accordo con lei: c’è bisogno, come lei stesso ha recentemente affermato, di istituire a livello europeo un gruppo formale di operatori dei sistemi di trasmissione, in grado di formulare proposte tecniche sulle norme di sicurezza delle reti e su altri temi pertinenti al problema di cui stiamo trattando.
Pochi anni fa avevo proposto un’iniziativa analoga in merito alla relazione sulla sicurezza degli approvvigionamenti, e devo ammettere che presso i regolatori e parecchi colleghi parlamentari essa non suscitò grande interesse; mi auguro che, dopo quest’ultima crisi, tale proposta venga riesaminata con maggiore realismo.
Infine, signor Presidente, signor Commissario, desidero cogliere l’opportunità per rivolgere un’osservazione al Consiglio: in un’Europa in cui vi è libertà di circolazione per servizi, beni, capitali e persone, in cui dodici Stati membri hanno la medesima politica monetaria, in cui tutti condividiamo la medesima politica commerciale internazionale, dobbiamo smettere di fingere che le decisioni da noi adottate riguardino solo noi. L’ultimo incidente dimostra in maniera lampante tale necessità.
Non si tratta di privare gli Stati membri della loro sovranità, bensì di agire insieme in tutti quei campi in cui un’azione comune va a vantaggio di tutti.
Vincenzo Lavarra (PSE). – Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, il blackout delle rete elettrica dello scorso 4 novembre è un segnale che deve far riflettere sull’urgenza con cui dobbiamo dare risposte comuni al problema energetico. L’episodio ha reso visibile la strettissima interconnessione delle reti, che non è ancora accompagnata da un’adeguata governance.
Signor commissario, sono apprezzabili le linee guida che la Commissione ha presentato lo scorso 9 novembre a disciplina del traffico di elettricità transfrontaliera in Europa, che sono volte a migliorare il sistema di gestione. Ma è importante imporre una migliore cooperazione tra i regolatori: dobbiamo accelerare la realizzazione di un’unica autorità di regolamentazione europea, un centro europeo per le reti energetiche, come proposto dal Libro verde della Commissione. E’ necessario inoltre, a mio avviso, avere gestori di rete indipendenti dagli operatori commerciali e una maggiore informatizzazione, che consenta un dialogo tra rete di trasmissione e rete di distribuzione.
Il mercato interno è un aspetto fondamentale della politica comune dell’energia, che oggi è più che mai necessaria e prioritaria e bisogna proseguire con più coraggio su questa strada. Insieme agli Stati membri dobbiamo accelerare questo processo, superando egoismi protezionistici nazionali, che frenano le liberalizzazioni e la competizione sul mercato, in modo che episodi come quello del 4 novembre non accadano più e, soprattutto, in modo che l’Europa, come attore unitario, si muova nei delicati equilibri geopolitici internazionali, assicurandosi l’approvvigionamento energetico sicuro, sostenibile e solidale.
Paul Rübig (PPE-DE). – (DE) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, in primo luogo dobbiamo garantire un’opportuna suddivisione della rete tra fornitori grandi e piccoli, nonché tra forti unità centrali e unità regionali, che ci consenta di costruire una robusta struttura. A tale scopo sono naturalmente necessarie reti transeuropee, oltre che la presenza di un regolatore o coordinatore che gestisca questi problemi; ma più di ogni altra cosa servono incentivi fiscali che incoraggino a utilizzare i profitti in quote d’investimento esenti da imposte, oppure per ottenere tassi d’ammortamento più brevi.
La cosa più importante, a mio avviso, è l’elaborazione di piani di emergenza che, nell’eventualità di una crisi, ci consentano di chiudere la rete in modo rapido ed efficiente, per poi ristabilizzarla e riprendere l’erogazione di elettricità il più presto possibile. Dobbiamo introdurre anche una dimensione qualitativa nella sicurezza dell’approvvigionamento energetico: ciò significa che gli utenti disposti a farsi disconnettere dalla rete con breve preavviso dovrebbero anche fruire di una riduzione di prezzo; o, al contrario, coloro che desiderano rimanere in rete il più a lungo possibile e ritornarvi col minimo ritardo dovrebbero pagare tariffe più alte.
In fatto di energia, occorre abbandonare un dibattito puramente quantitativo; è necessario tener conto, nell’approvvigionamento energetico, anche di fattori qualitativi che rendano possibile organizzare i prezzi in modo che un utente, il quale richiede assoluta sicurezza di approvvigionamento, paghi anche di più. Invece un utente più flessibile – ad esempio perché in grado di prelevare sia di giorno che di notte l’energia per il proprio fabbisogno di acqua calda – dovrebbe godere di tariffe proporzionalmente più favorevoli.
Ognuno deve avere il diritto di scegliere il proprio fornitore di energia, nonché di scegliere il produttore che preferisce; se ciò fosse possibile, avremmo la concreta possibilità di rimodellare il mercato europeo.
Giles Chichester (PPE-DE). – (EN) Signor Presidente, quest’incidente costituisce un esempio della legge delle conseguenze impreviste, non una catastrofe.
Dobbiamo attendere il risultato dell’inchiesta che lei ha avviato, senza abbandonarci a reazioni inconsulte. Ci siamo resi conto, ancora una volta, che il comportamento della gente è imprevedibile. Faccio notare che non è possibile legiferare contro ogni eventualità; si è trattato di un problema essenzialmente tecnico, e non necessariamente politico.
Ricordo al Commissario e all’Assemblea che è già in vigore un provvedimento legislativo, ossia la direttiva sulle infrastrutture e la sicurezza dell’approvvigionamento energetico, per la quale io sono stato il relatore del Parlamento. Dobbiamo attendere che questo provvedimento si assesti e venga adeguatamente recepito e applicato negli Stati membri, prima di procedere all’adozione di altre leggi. Dobbiamo imparare da questo incidente, ma dobbiamo anche ricordare che gli operatori della rete – gli operatori dei sistemi di trasmissione – hanno ottimi precedenti in fatto di mantenimento dell’approvvigionamento. Come ha ricordato il collega Rübig, è difficile raggiungere l’obiettivo del 100 per cento di approvvigionamento; a mio avviso essi svolgono un ottimo lavoro.
Invito il Commissario a unirsi ai miei colleghi della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia. Dopo questo dibattito torneremo a riunirci in commissione; tra le altre cose, discuteremo la relazione dell’onorevole Morgan sul Libro verde; siamo lieti di vedere il Commissario qui, e se non deve scappare sarà il benvenuto alla nostra riunione.
Andris Piebalgs, Membro della Commissione. – (EN) Signor Presidente, anzitutto sono molto grato per l’invito e interverrò senz’altro, ma mi limiterò a seguire il dibattito senza partecipare ai lavori della commissione parlamentare.
In secondo luogo, prima di giungere a una conclusione è importante disporre di tutti i risultati di un’inchiesta; per tale motivo voglio avviare tutte queste indagini: abbiamo bisogno di dati empirici. Si è trattato di un’azione pianificata e non di una calamità naturale; dobbiamo davvero conoscere le cause dell’accaduto.
In terzo luogo, il dibattito odierno si è dimostrato prezioso. In un certo senso si è trattato del preludio al dibattito da tenersi in commissione parlamentare, in quanto sono stati analizzati i criteri più opportuni per far sì che nel settore dell’elettricità e dell’energia in generale si effettuino gli investimenti necessari; sono stati esaminati i metodi migliori per garantire che affluiscano investimenti e che il sistema funzioni a dovere.
Rivolgo un elogio agli operatori dei sistemi di trasmissione, che hanno davvero cooperato volontariamente; la loro rapida risposta ha evitato un blackout ancor più grave.
Vorrei informare il Parlamento che in estate gli operatori dei sistemi di trasmissione europei seguono sempre attentamente domanda e offerta sul mercato dell’elettricità. Come sapete, le estati si fanno sempre più calde e in quella stagione il consumo di elettricità cresce enormemente, per cui ogni anno la domanda di elettricità diviene più cospicua e le reti sono sovraccariche.
E’ assai importante anche ricordare che è sempre necessario rispettare le norme di sicurezza della rete; di conseguenza, abbiamo assolutamente bisogno di una normativa vincolante cui tutti gli operatori della rete debbano aderire. Abbiamo già visto l’esempio del blackout svizzero, che ha provocato un blackout anche in Italia; in quell’occasione è emerso chiaramente che l’operatore non ha rispettato i requisiti di sicurezza della rete, e ciò ha causato un blackout di grandi proporzioni. Dobbiamo garantire che una situazione di questo genere non si ripeta più, e contemporaneamente istituire un sistema realmente affidabile, in cui le dimensioni della rete europea e del sistema UCTE contribuiscano a impedire i blackout, anziché provocarli o amplificarli.
Vi ringrazio per il dibattito. Come vi ho promesso, non appena i risultati dell’inchiesta saranno disponibili verrò prontamente a riferire in Parlamento.