Presidente. – Onorevoli colleghi, vostra Altezza, mi pregio di dare il benvenuto all’Emiro del Qatar, lo Sceicco Hammad bin Khalifa al-Thani. Desidero inoltre ricordare che è qui in visita il presidente del parlamento ucraino, presente in tribuna d’onore.
E’ un onore per noi oggi porgere il benvenuto al primo capo di Stato di un paese del Golfo che tiene un discorso al Parlamento europeo.
In effetti, è la prima volta che abbiamo il piacere e l’onore di ricevere un capo di Stato proveniente da una regione così importante come quella del Golfo.
Lei è stato un pioniere nel processo di democratizzazione della sua regione. Ha promosso una costituzione scritta, approvata mediante un referendum, che garantisce tutta una serie di riforme democratiche, tra cui, naturalmente, il riconoscimento della libertà di espressione e di opinione, la concessione del suffragio universale a tutti i cittadini adulti, uomini e donne, e l’istituzione di un parlamento da eleggere con regolari elezioni che si celebreranno il prossimo anno.
Inoltre, Altezza, lei ha svolto un ruolo importante sulla scena internazionale. Lei e il suo paese, un piccolo paese con appena 200 000 cittadini e oltre 600 000 immigrati. Un paese che ha organizzato la Conferenza di Doha che ha varato il round di negoziati OMC ancora in corso.
E’ l’unico Stato arabo che attualmente è membro del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
E’ un pioniere nella concessione di aiuti finanziari e nell’invio di truppe per la forza di pace in Libano. Le sue truppe si trovano là insieme alle nostre.
Ha dato un notevole slancio alla ricerca di una soluzione pacifica al conflitto tra Palestina e Israele, essendo uno dei pochissimi Stati arabi che intrattengono relazioni commerciali con Israele.
Inoltre, dieci anni fa, nel 1996, lei ha preso una decisione importante, che ha avuto notevoli ripercussioni in tutto il mondo, quando ha autorizzato le trasmissioni del canale televisivo Al-Jazeera, rivoluzionando l’accesso alle notizie e alle informazioni nel mondo arabo.
Quel canale ora trasmette in inglese e contribuisce al dialogo e alla comprensione tra civiltà. Forse anche noi un giorno riconosceremo l’importanza di un canale in arabo e inglese e forse anche noi, un giorno, avremo un canale televisivo europeo che trasmetterà in arabo.
Vostra Altezza, siamo estremamente interessati ad ascoltare le parole che vorrà dirci questa mattina.
Vorremmo sentire la sua opinione sullo sviluppo della democrazia nel Qatar. Ma vorremmo anche conoscere il suo punto di vista su come possiamo promuovere la pace in Palestina e la pace e la stabilità in Iraq. E su come ridurre le tensioni con l’Iran.
Durante tutto il mio mandato – che presto giungerà al termine – ho insistito sull’importanza per l’Europa delle relazioni con il mondo arabo e islamico. Credo che sia una delle sfide geostrategiche più importanti con cui si confrontano gli europei: le relazioni con il mondo islamico, che devono andare molto più in là delle relazioni con i nostri vicini immediati, i paesi del Mediterraneo.
Questo Parlamento si compiace dunque del fatto che siano iniziati i negoziati su un accordo commerciale tra la nostra Unione, l’Unione europea, e i paesi membri del Consiglio di cooperazione del Golfo. Ci auguriamo che i negoziati si possano concludere in tempi rapidi, cosicché le relazioni con il Qatar e i suoi vicini assumano un maggiore contenuto strategico e politico. In quest’ottica, la sua visita odierna al Parlamento europeo acquista un significato e una rilevanza ancora maggiori.
La sua visita, la visita del suo paese, per noi è importante per molte ragioni; inoltre, avviene in una giornata simbolica perché, sempre oggi, il gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sull’Alleanza di civiltà ha appena presentato le sue raccomandazioni al Segretario generale Kofi Annan, a Istanbul.
E’ un buon momento per la sua presenza qui tra noi a Strasburgo, nel cuore dell’Europa, affinché le sue opinioni e le opinioni del mondo arabo possano avvicinarci e consentirci di affrontare il futuro più uniti di quanto non sia stato possibile in passato.
Sua Altezza reale Sceicco Hamad Bin Khalifa Al-Thani, Emiro dello Stato del Qatar(1). – (EN) Nel nome di Dio, misericordioso e pietoso, signor Presidente, onorevoli parlamentari, desidero esprimervi la mia gratitudine per il cortese invito a parlare dinanzi a questo Parlamento, che rappresenta 450 milioni di europei ed è uno degli esempi di integrazione regionale di maggior successo nel mondo intero. Vorrei anche ringraziarvi per l’ospitalità, la cordiale accoglienza e i sentimenti di amicizia che mi avete dimostrato.
Nel rivolgersi al Parlamento europeo, non si ha altra scelta che esprimere una grande ammirazione per l’opera diligente che si è svolta sul continente europeo per molti decenni. Nel corso di quegli anni i vostri paesi, con motivazione e forza di volontà, sono stati capaci di dimenticare le pagine dolorose del passato e di aprire un nuovo capitolo promettente, già ricco di successi. Il prestigioso status internazionale di cui oggi gode il Parlamento europeo rappresenta un faro di ispirazione che molti altri paesi stanno cercando di emulare. Noi, nel mondo arabo, abbiamo l’esperienza della Lega degli Stati arabi, che ci fa sperare che anche noi riusciremo a realizzare quello che avete realizzato voi. In questa sede, desidero sottolineare che la democrazia non è solo una necessità per ogni paese del mondo, bensì è un requisito fondamentale per l’integrazione economica regionale e per la stabilità delle relazioni internazionali in tutte le regioni del mondo, perché impedisce a un paese di prendere decisioni arbitrarie che spettano a tutte le nazioni in tutti i paesi.
Lo Stato del Qatar, come ben sapete, ha scelto la democrazia come strumento per proteggere i diritti umani e promuovere la partecipazione del popolo. La nostra scelta democratica è in linea con il nostro obbligo di praticare il principio di Al-Shoura, una delle regole fondamentali dell’islam, che non può essere trascurata e che è stata istituita per ampliare la partecipazione del popolo. Quindi, la democrazia non dev’essere limitata ai pochi, ma dovrebbe comprendere tutto il popolo. Questo principio non si può applicare in modo selettivo. E’ un diritto fondamentale che non può essere ignorato né calpestato. Talvolta, nella realtà della nostra regione si evidenziano comportamenti differenti dai principi dell’islam. Questo non è dovuto a un problema insito nel principio stesso, ma al fatto che viene male interpretato e applicato in modo sbagliato.
L’islam non solo invita i fedeli a partecipare alla vita pubblica, ma li invita anche a rispettare le minoranze e a proteggerne i diritti. Incoraggia le persone a conoscere le altre culture e ad interagire con esse in un rapporto di dare e avere. Mi ha fatto molto piacere che molti dei miei amici europei conoscano questo aspetto dell’islam e siano bene informati sulla storia dei loro vicini. Significa che hanno il desiderio di instaurare con loro un rapporto e un dialogo fruttuosi.
Vorrei ricordare che gli arabi fecero da ponte tra la civiltà greca e l’Europa, con la traduzione in arabo di opere greche. Molti famosi filosofi e pensatori greci furono in tal modo trasferiti nel pensiero europeo, dando quindi vita al Rinascimento.
Molte persone sono entrate in contatto con l’islam e si sono convertite a questa religione con piena convinzione e accettazione, grazie all’interazione e alle comunicazioni culturali con musulmani. L’islam si è diffuso attraverso il dialogo ed è proliferato con la convinzione. Non è mai stato imposto con la forza. C’è chi afferma il contrario, ma queste persone sbagliano e offendono l’islam.
Occorre sottolineare l’importanza del dialogo tra i seguaci di diverse religioni e impegnarsi per la continuità tra le religioni, al fine di evitare qualsiasi scontro artificiale e inutile. Purtroppo, in Oriente e in Occidente esistono gruppi e individui che hanno invocato un simile scontro. Si tratta di persone ignoranti, che si sono dichiarate nemiche di chi è diverso da loro per la razza o il colore della pelle; non vedono nella diversità una fonte di ricchezza e non prestano ascolto agli appelli per l’avvicinamento e il dialogo nel mondo.
Colgo questa occasione per esortare tutte le persone ragionevoli, sagge e oneste, in Oriente e in Occidente, a fare fronte comune per bloccare i proclami di divisione e intolleranza, che minacciano la pace e il rispetto per le religioni e i luoghi sacri.
(Applausi)
Occorre promuovere il rispetto per le religioni e i luoghi sacri per non metterli in pericolo. E’ ugualmente importante collaborare per combattere le distorsioni, provocate da fomentatori, ignoranti ed estremisti, delle percezioni reciproche delle diverse parti. Lo Stato del Qatar dedica un impegno costante a tale scopo e ospita molti forum intesi ad incoraggiare il dialogo tra civiltà, come il Forum annuale per il dialogo tra religioni.
La situazione del Medio Oriente riveste da sempre una notevole importanza per l’Europa a causa della vicinanza geografica delle due regioni e della loro continuità politica, economica e culturale, che non è mai venuta meno nel corso della storia. In considerazione di tale vicinanza è indubbiamente nell’interesse dell’Europa sostenere vaste riforme nei paesi del Medio Oriente e incoraggiarli a proseguire con serietà sulla strada delle riforme senza tornare sui loro passi e senza abusare del concetto di democrazia con parole vuote. Ampie riforme e la democrazia reale sono la strada per un Medio Oriente migliore, affinché quei paesi possano raggiungere la stabilità, i loro abitanti possano godere della libertà, le loro istituzioni possano diventare più forti e gli Stati possano progredire sulla base del rispetto della legge; un Medio Oriente dove le persone dispongano di tutti i mezzi scientifici ed economici di base per trattare come pari con i vicini e il resto del mondo, per agire come partner e non essere emarginati.
A questo proposito sappiamo, e probabilmente l’Europa lo sa ancora meglio, che l’immigrazione da o attraverso i paesi del Medio Oriente è divenuta una sfida enorme. Benché l’Europa si impegni molto da anni per affrontare la questione, le soluzioni vincenti sono sempre quelle che vanno alla radice del problema e ne affrontano le cause, non solo i sintomi. Di conseguenza, quando il processo di riforma sarà portato a termine con successo e la cultura della democrazia sarà consolidata nel Medio Oriente, e i suoi popoli saranno in grado di combattere tutte le forme di corruzione, molte delle persone che lasciano il loro paese alla ricerca di una vita decente non sceglieranno più di emigrare, purché possano soddisfare le proprie aspirazioni nel proprio paese.
Il consolidamento della democrazia e il raggiungimento della pace in Medio Oriente sono obiettivi di pari importanza. La mancanza di democrazia e l’incapacità di trovare una soluzione giusta per il problema palestinese hanno prodotto varie forme di violenza, che alcuni considerano atti di terrorismo da combattere con le misure più severe, senza differenziare tra una forma o l’altra, né prendere in considerazione modi per eliminare le cause che le alimentano. Noi denunciamo tutte le forme di terrorismo e collaboriamo con la comunità internazionale per combatterle. Tuttavia, intendiamo distinguere tra gli atti di violenza ingiustificata su persone innocenti per qualsivoglia pretesto, che vanno denunciati, e quello che è il diritto legittimo di un popolo di opporre resistenza all’occupazione secondo le leggi e le consuetudini internazionali.
Siamo convinti che una soluzione giusta alla questione palestinese si dovrebbe basare sull’attuazione di tutte le risoluzioni internazionali da parte di israeliani e palestinesi, con il sostegno della comunità internazionale per entrambe le parti. In questo modo si eviterebbe la complessità raggiunta recentemente nelle relazioni tra le due parti. Il governo palestinese, costituito negli ultimi mesi dal movimento di Hamas conformemente alla libera volontà del popolo palestinese, avrebbe dovuto avere l’opportunità di lavorare per la popolazione che l’ha eletto.
Invece di essere premiato per avere esercitato la democrazia – cosa che si vede raramente nella nostra regione – il popolo palestinese è stato punito per questo. Non capisco come si possa imporre un embargo su un governo democraticamente eletto e come si possano imporre sanzioni collettive su tutta la popolazione solo perché ha esercitato il suo diritto democratico di eleggere le persone che la governeranno.
(Applausi)
Non è una contraddizione chiedere libere elezioni e poi contestarne il risultato?
La definizione della questione palestinese è collegata alla disponibilità di Israele di adempiere tutti i suoi obblighi, attuando le risoluzioni internazionali che sanciscono il ritiro dai territori arabi occupati, l’istituzione di uno Stato palestinese indipendente con la città santa di Gerusalemme come capitale, la cessazione immediata della distruzione delle infrastrutture palestinesi e delle uccisioni e torture di civili, per cui decine di palestinesi innocenti nei territori occupati hanno perso la vita, come nell’ultimo caso del massacro di Beit Hanoun. Questa è la via d’uscita dalla situazione di stallo in cui si trova ora la questione palestinese, e riteniamo che la comunità internazionale dovrebbe impegnarsi di più per arrivare rapidamente a una soluzione del problema, con vantaggio non solo per il Medio Oriente ma per il mondo intero.
Occorre trovare una soluzione generale al conflitto arabo-israeliano. Questa necessità è stata riconfermata dalla recente guerra distruttiva mossa da Israele contro il Libano. Ora che i combattimenti si sono fermati e che le forze UNIFIL – alle quali partecipa il Qatar – hanno cominciato a svolgere i loro compiti, ci auguriamo che il Libano sarà in grado di esercitare la sua sovranità su tutto il suo territorio, e che Israele la rispetti.
Riguardo all’Iraq, ci auguriamo che il paese superi la crisi attuale, che mantenga la sovranità e l’unità dei suoi territori e che la popolazione dell’Iraq ritrovi la sicurezza e la libertà. Confido che l’Unione europea, che è consapevole del pericolo rappresentato dalla situazione irachena per la stabilità regionale nel Medio Oriente, raddoppi gli sforzi per aiutare l’Iraq a superare la situazione pericolosa in cui si trova in questo momento.
La stabilità nel Medio Oriente impone inoltre che il Parlamento europeo continui a impegnarsi per una soluzione pacifica alla questione del programma nucleare iraniano, con la conferma che i suoi obiettivi resteranno esclusivamente pacifici e sotto la supervisione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica. A questo proposito, vorremmo ribadire l’invito a eliminare la presenza di armi nucleari in Medio Oriente e a obbligare Israele a firmare il Trattato di non proliferazione.
(Applausi)
Prima di concludere il mio discorso, desidero ricordare la forza del rapporto di cooperazione tra l’Unione europea e lo Stato del Qatar nello specifico, e con il Consiglio di cooperazione degli Stati del Golfo in generale. Dalla firma del trattato di cooperazione tra i paesi del Consiglio di cooperazione degli Stati del Golfo e l’allora CEE nel 1989, lo Stato del Qatar ha consolidato le relazioni con l’Unione europea in vari settori. Solo nel campo dell’energia, il Qatar ha concluso contratti con una serie di paesi dell’Unione europea, tra cui Italia, Belgio, Regno Unito e Spagna, per soddisfare il fabbisogno di gas naturale di questi paesi. Abbiamo instaurato rapporti di collaborazione anche in campo culturale, economico e politico. Il Qatar e l’Unione europea saranno quindi in grado di rafforzare ulteriormente i legami che li uniscono.
Vi ringrazio nuovamente, e che la pace e la grazia di Dio siano con tutti voi.
(L’Assemblea, in piedi, applaude lungamente)
Presidente. – Sua Altezza, la ringrazio per le sue parole. Sono sicuro che avranno contribuito a una maggiore comprensione del punto di vista del mondo arabo, del mondo islamico, su questioni che sono di interesse comune, per l’Europa e per voi.
E’ stato un onore per il Parlamento europeo riceverla. La ringrazio molto.