Presidente. – L’ordine del giorno reca la relazione (A6-0411/2006), presentata dall’onorevole Graefe zu Baringdorf a nome della commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che rettifica la direttiva 2002/2/CE, che modifica la direttiva 79/373/CEE del Consiglio relativa alla circolazione degli alimenti composti per animali [COM(2006)0340 – C6-0209/2006 – 2006/0117(COD)].
Markos Kyprianou, Membro della Commissione. – (EL) Signor Presidente, onorevoli deputati, desidero anzitutto ringraziare la commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale per l’iniziativa che ha preso in merito a questo dossier, e soprattutto il relatore, onorevole Graefe zu Baringdorf, che purtroppo non può essere presente oggi.
Le discussioni della Commissione dimostrano l’alto livello di interesse che si è creato intorno al tema dell’etichettatura degli alimenti composti per animali. La proposta della Commissione è la logica conseguenza della sentenza emessa dalla Corte di giustizia delle Comunità europee nel dicembre scorso. La proposta intende correggere la nostra legislazione – e in particolare la direttiva 2002/2/CE – per conformarla alla sentenza della Corte. Comprendo e riconosco pienamente l’esigenza di avviare un dibattito politico sui potenziali miglioramenti da apportare all’attuale sistema di etichettatura degli alimenti composti per animali.
Sono lieto che il Parlamento europeo abbia largamente compreso che la proposta odierna non rappresenta il contesto adatto per un tale dibattito; l’aggiornamento e la semplificazione della legislazione sugli alimenti per animali sono compresi nel corrente programma di semplificazione della Commissione per il 2007. La Commissione persegue quest’obiettivo nel contesto della procedura per la valutazione degli effetti, nel corso della quale verranno esaminate alcune interessanti nuove idee sull’etichettatura degli alimenti composti per animali, discusse dal Parlamento nelle ultime settimane.
Come ho recentemente dichiarato alla commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, la valutazione degli effetti indicherà il cammino da seguire per la proposta legislativa concernente l’aggiornamento della legislazione sull’etichettatura degli alimenti per animali che, si prevede, verrà completata nel secondo semestre di quest’anno. Avremo così l’opportunità di studiare in maniera approfondita il modo migliore per aggiornare tutte le disposizioni di legge concernenti l’etichettatura degli alimenti per animali.
Albert Jan Maat, a nome del gruppo PPE-DE. – (NL) Signor Presidente, anch’io desidero ringraziare il relatore e i suoi collaboratori per l’impegno che hanno dedicato alla stesura di questa relazione. Si tratta ovviamente di una relazione interessante, ma anche controversa, e la commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale ha in ogni caso rettifica una correzione alla proposta della Commissione europea. In altre parole, era necessario eliminare l’articolo 1, paragrafo 1, lettera b) della direttiva del 2002, conformemente alla proposta formulata in riferimento alla sentenza della Corte di giustizia.
Nel corso dello scambio di opinioni è subito emerso che vi erano punti di vista assai differenziati in merito all’etichettatura degli alimenti composti. Il problema non è la definizione esatta; si tratta piuttosto di decidere se vogliamo davvero avviare un dibattito sugli articoli che, nella legislazione pertinente, si riferiscono alla dichiarazione aperta. A mio parere, sulla dichiarazione aperta bisogna dire la verità: l’attuale regolamento in materia non può funzionare e non è trasparente, dal momento che vi sono ancora in circolazione etichette che indicano il 110 per cento degli ingredienti.
Inoltre, non si tiene conto in maniera sufficiente della proprietà intellettuale dell’industria degli alimenti per animali che, a causa dell’attuale legislazione, è costretta a rendere pubblica la composizione dei suoi prodotti. Ciò danneggia non solo le aziende del settore, ma pure gli allevatori, poiché in tal modo i concorrenti al di fuori dell’Unione europea conoscono esattamente le nostre azioni. Inoltre, la legislazione attuale scoraggia le innovazioni nell’industria degli alimenti per animali, e anche questo va a scapito degli allevatori. Purtroppo è trapelato che era in gioco la soppressione dell’articolo 1, paragrafo 1, lettera b) e, a parere dei servizi giuridici della Commissione, del Consiglio e del nostro Parlamento, ciò rendeva impossibile emendare altri articoli della normativa.
Devo dire che tale opinione è condivisa dai coordinatori di tutti i partiti. Per tale motivo il PPE gradirebbe una tempestiva revisione dell’intera legislazione sugli alimenti per animali, anche come mezzo per garantire completa trasparenza.
Nell’esaminare gli emendamenti, devo confessare lo sconcerto del PPE per il fatto che il gruppo ALDE abbia presentato un emendamento a un altro articolo, mentre il suo stesso coordinatore ha dichiarato inammissibile tale emendamento. Il gruppo PPE-DE auspica una tempestiva revisione, e siamo lieti che, a questo proposito, il Consiglio si sia impegnato a svolgere un completo riesame nella prima metà del 2007. Ritengo che la signora Commissario agirà conformemente a questa proposta fatta dalla Commissione al Consiglio.
Heinz Kindermann, a nome del gruppo PSE. – (DE) Signor Presidente, il mio gruppo sostiene l’appello alla chiarezza e alla trasparenza formulato dal relatore in riferimento alla circolazione degli alimenti composti per animali; elogiamo anche i notevoli sforzi che egli ha compiuto per individuare una soluzione di compromesso. Dalle discussioni tenute in seno alla commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale è emerso un ampio ventaglio di opinioni diverse, soprattutto in merito alla dichiarazione aperta sugli alimenti composti per animali. Le opinioni divergevano non solo riguardo agli aspetti positivi o negativi dei singoli emendamenti, ma soprattutto riguardo alla loro ammissibilità giuridica; e questo non necessariamente per la natura controversa dell’argomento, ma in particolare per il carattere eccezionalmente complesso dei preliminari giuridici della procedura.
A questo punto vorrei ricordare all’Assemblea che stiamo discutendo una proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che rettifica una direttiva del 2002, che a sua volta modifica una direttiva del 1979 sulla circolazione degli alimenti composti per animali, basandosi su una sentenza emessa dalla Corte di giustizia delle Comunità europee il 6 dicembre 2005. E’ stata applicata la procedura di codecisione benché, di norma, la commissione per l’agricoltura abbia solo il diritto di essere consultata. Dopo molti andirivieni, dai colloqui preliminari con il Consiglio è scaturita una linea che il mio gruppo, il gruppo PSE, può sostenere.
La Commissione ha promesso di presentare l’anno prossimo una versione riveduta dell’intera dichiarazione sugli alimenti per animali; mi auguro che il documento rechi chiarezza e trasparenza agli allevatori, ai consumatori, ai rappresentanti del settore e soprattutto a noi politici.
Jan Mulder, a nome del gruppo ALDE. – (NL) Signor Presidente, benché il relatore sia assente, gli rivolgo comunque un caloroso ringraziamento; egli fa parte della nostra Assemblea ormai da parecchi anni, ma non ha perso nulla dell’iniziale entusiasmo che ha sempre dimostrato in passato. Se guardiamo indietro negli anni, dobbiamo ammettere che l’Unione europea ha dovuto affrontare, in materia di alimenti per animali, molti scandali senza precedenti che hanno avuto un profondo impatto sulla politica. E’ chiaro quindi che nel settore degli alimenti per animali non eserciteremo mai una sorveglianza abbastanza severa, e ci sono ottime ragioni per istituire un sistema di rigidi controlli.
Dobbiamo però chiederci se si possa risolvere questo problema per mezzo di etichette che precisino quantità e percentuali; infatti questo metodo è probabilmente inefficace, dal momento che il contenuto varia giorno per giorno; del resto conosco ben pochi allevatori che studino le etichette prima di scegliere l’alimento per animali da acquistare. Ciò che importa all’allevatore medio – all’allevatore medio di bestiame – è il contenuto energetico del mangime, il contenuto proteico e la reputazione dell’azienda produttrice. Qual è il ruolo del governo in tutto questo? E’ necessario che il governo conosca sempre ciò che determinati produttori fanno, e poi come si possono effettuare i controlli?
Mi sembra perciò importante che ogni produttore europeo di alimenti per animali tenga costantemente disponibili tali informazioni, per essere in grado di presentarle a chiunque sia interessato; questo tuttavia non significa che di punto in bianco si debbano rendere pubblici tutti i segreti aziendali. Al contrario; dubito che possiamo avanzare una proposta simile. Alcune esperienze sono vantaggiose per determinate aziende e si possono sostenere, ma credo che la Commissione – al pari di un organismo governativo o nazionale – debba avere sempre la possibilità di controllare la composizione degli alimenti per animali e il loro potenziale impatto sulla salute pubblica.
Tra gli aspetti più interessanti della sentenza della Corte di giustizia c’è il fatto che i criteri della direttiva, così come li conosciamo, non sono affatto proporzionati all’obiettivo principale della direttiva stessa, cioè il miglioramento della salute pubblica. Pongo quindi una domanda scottante: la Commissione attuale è favorevolissima a sfrondare la legislazione, ma come si concilia quest’obiettivo con i requisiti imposti dalla Commissione stessa in passato – e anche oggi, se non interpreto male la proposta – che esigono l’indicazione di percentuali esatte? Non vedo come sia possibile snellire le norme e allo stesso tempo indicare percentuali esatte. Mi preoccupa pure moltissimo il fatto che in sette Stati membri le autorità giudiziarie nazionali abbiano già dichiarato la direttiva inammissibile. Sospetto quindi che, nella sua forma attuale, l’intera direttiva sia un mostro giuridico, e sono lieto che la Commissione intenda presentare quanto prima una nuova proposta.
Agnes Schierhuber (PPE-DE). – (DE) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, anch’io desidero ringraziare il nostro relatore, in quanto l’onorevole Graefe zu Baringdorf si è realmente prodigato per ottenere il consenso di tutti i membri della commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale.
Sostengo due emendamenti di carattere sostanziale, in quanto ritengo che il testo sia troppo dettagliato; un eccesso di buone intenzioni spesso produce confusione piuttosto che chiarezza. Anch’io sono pienamente convinta che, in caso di calamità, le autorità competenti debbano ricevere notizie precise e dettagliate sugli ingredienti degli alimenti in questione, e che tali dettagli vadano resi pubblici. Naturalmente si può discutere sulla definizione di “calamità”, ma penso che alla fine in proposito prevarrà il buon senso.
In secondo luogo, è importante che – nel quadro del programma di semplificazione – le proposte di revisione della legislazione sugli alimenti per animali vengano completate entro la metà del 2007. Tutti, credo, abbiamo imparato dagli errori del passato. Spero che la crisi dell’ESB, alla fine degli anni ’90, sia stata un caso unico, una situazione estrema destinata a non ripetersi mai più. Vorrei far notare al Commissario che la trasparenza è un elemento essenziale, soprattutto per quanto riguarda la produzione alimentare; il programma di semplificazione della legislazione in materia di alimenti e di alimenti per animali segue le stesse linee. Ora più che mai, trasparenza e fiducia nel prodotto sono vantaggi impareggiabili sul piano della concorrenza internazionale per conquistare i consumatori, ma la concorrenza internazionale deve trovare spazio anche in Europa.
Marc Tarabella (PSE). – (FR) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, vorrei congratularmi con il relatore – e sono certo che il mio messaggio gli verrà trasmesso – per il lavoro svolto; constato purtroppo che la Commissione non ha seguito la proposta di decisione del Parlamento che rettifica la direttiva del 2002 relativa alla circolazione degli alimenti composti per animali. In effetti, l’obbligo di fornire, soltanto alle autorità, l’esatta composizione degli alimenti per animali in caso di calamità è certamente un passo avanti ma non è sufficiente, e il problema dovrà essere affrontato dalla Commissione in occasione della revisione della normativa nel 2007.
E’ essenziale che l’origine delle sostanze – vegetali o minerali – sia nota all’allevatore che utilizza tali alimenti. Le proteine minerali o vegetali non hanno infatti le stesse proprietà, ed è per la mancanza di tali informazioni che nei mangimi è stata riscontrata, per esempio, la presenza di oli esausti che ha provocato la tristemente famosa crisi dell’ESB.
D’altronde, non si può celare la composizione delle miscele, prendendo a pretesto la protezione intellettuale delle formule. Nell’esercizio della sua professione, un allevatore che compone la razione alimentare del suo bestiame con una parte della sua produzione deve poterla completare con una miscela che gli consenta di bilanciarla. E’ quindi essenziale che egli conosca la composizione della miscela che acquista, per assicurare l’equilibrio della razione che prepara. L’allevatore deve restare padrone a casa propria, e il monopolio dei produttori non può impedirgli di fare il suo mestiere, tanto più che, in caso di calamità, sarà lui a essere accusato di improprio utilizzo di alimenti di cui non sa niente.
Per riassumere, malgrado le rettifiche apportate da questa relazione alle proposte della Commissione, i produttori di alimenti e l’industria agroalimentare sono ancora troppo favoriti, a danno degli allevatori.
Elisabeth Jeggle (PPE-DE). – (DE) Signor Commissario, oggi, sulla base di una sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee, discutiamo la rettifica della direttiva 2002/2CE, relativa alla circolazione degli alimenti composti per animali, ossia la dichiarazione sugli alimenti per animali. Obiettivo di questa direttiva non è la protezione della salute; in tal senso, la sentenza della Corte di giustizia è accettabile. Tuttavia, la commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale ha avviato un ampio dibattito cui ha fatto seguito la presentazione di emendamenti, i quali chiedono che gli ingredienti degli alimenti per animali siano indicati secondo il peso, specificandone pure la percentuale.
Desidero inviare un ringraziamento particolare al relatore. Sostengo inoltre gli emendamenti presentati dal gruppo PPE-DE, e in particolare il mio emendamento – che è stato adottato – il quale chiede di non apportare ulteriori modifiche all’atto giuridico di base, d’ora in poi, per consentire un’azione rapida. La Commissione ha promesso di presentare entro il primo semestre 2007 proposte per un ampio riassetto della legislazione sugli alimenti per animali, e ci attendiamo che mantenga l’impegno. Sarebbe il momento opportuno per discutere le proposte, che dovranno tener conto non solo dei problemi relativi ai consumatori, ma anche dell’interesse degli agricoltori per un’informazione precisa e dettagliata sulle materie prime degli alimenti per animali, e dell’interesse dell’industria per una sufficiente tutela del segreto industriale. E potrebbe anche essere l’occasione giusta per riconsiderare la possibilità di impiegare, in futuro, proteine animali di alta qualità o componenti proteiche, che naturalmente sono state vietate dopo l’epidemia di ESB e non sono ancora state riammesse. Come tutti sappiamo, solo alimenti per animali che contengano ingredienti della migliore qualità possono garantire il benessere animale, le rese migliori e la massima qualità degli alimenti.
Thijs Berman (PSE). – (NL) Signor Presidente, dopo la crisi dell’ESB e gli scandali della diossina, allevatori e consumatori hanno più che mai bisogno di informazioni attendibili sull’origine e il contenuto degli alimenti per animali; ma a questo proposito le norme non sono chiare. Per prevenire efficacemente il diffondersi delle malattie degli animali è indispensabile la massima trasparenza, e tale interesse deve prevalere su quello delle aziende del settore, che si rifiutano di rivelare il contenuto degli alimenti per animali. Dal momento che un compromesso è a portata di mano, scongiuro la Commissione di presentare una nuova proposta nel 2007.
Dev’essere obbligatorio indicare tutti gli ingredienti, ma le percentuali sono essenziali solo per le sostanze che determinano il nome del prodotto; non è sempre necessario riportare le percentuali esatte. Le norme sugli alimenti per animali non devono essere più severe di quelle riguardanti i prodotti destinati all’alimentazione umana, ma le informazioni devono comparire sui prodotti stessi a beneficio di utenti, allevatori e consumatori, anziché restare nascoste finché non succede qualche guaio: a quel punto sarebbe troppo tardi.
La proposta della Commissione dovrebbe recare chiarezza per quanto riguarda gli ingredienti. Occorre un mercato trasparente: allevatori e consumatori lo meritano, così come lo meritano le aziende del settore. Purtroppo, in Parlamento i conservatori e i liberali si sono dimostrati eccessivamente arrendevoli, con i loro emendamenti, nei confronti dei rappresentanti di questo settore. L’Unione europea deve procedere con decisione verso il varo di norme che siano nell’interesse dei consumatori e degli allevatori. Bando agli indugi inutili: ogni allevatore vuol conoscere l’esatto contenuto degli alimenti per animali che utilizza. Per prevenire una nuova crisi è necessaria la massima trasparenza, e questa trasparenza va raggiunta nel 2007.
Markos Kyprianou, Membro della Commissione. – (EN) Signor Presidente, vorrei ringraziare gli onorevoli deputati per questo interessante dibattito. Adesso continuerò in greco.
(EL) Signor Presidente, vorrei ricordare che oggi siamo chiamati a decidere o a esprimere la nostra approvazione su una proposta di decisione che rettifica una direttiva, in base a una sentenza della Corte di giustizia. Siamo tutti, mi sembra, d’accordo su questo punto: quale che sia l’opinione di ciascuno di noi, non è questo il momento adatto per discutere di un completo riassetto della normativa. Come vi ho assicurato in precedenza, tale riassetto verrà effettuato nel corso del prossimo anno, auspicabilmente prima della fine dell’anno prossimo.
Mi sembra interessante – spero anche per voi – il fatto che prima di allora pubblicheremo una relazione concernente l’applicazione della direttiva 2002/2/CE; la relazione analizzerà il modo in cui la direttiva è stata applicata dagli Stati membri, e tale analisi gioverà alle nostre future discussioni sul completo riassetto della normativa.
Naturalmente, il dibattito odierno testimonia il vivo interesse suscitato dal miglioramento della legislazione, poiché vi sono sempre margini di miglioramento, e ovviamente l’impegno del Parlamento a osservare le procedure stabilite. Sono certo che il Parlamento risponderà alla nostra proposta rettificando, in questa fase, la direttiva sull’etichettatura degli alimenti per animali, seguendo la decisione della Corte.
Per quanto riguarda gli emendamenti, faremo circolare un elenco completo recante la posizione della Commissione su ciascun emendamento; spero che quest’elenco verrà incluso nel processo verbale di questa seduta(1).
Consentitemi di ricordarvi alcuni punti: la base giuridica della direttiva 2002/2 è la protezione della salute pubblica, aspetto strettamente legato, com’è ovvio, alla sicurezza degli alimenti per animali. Lo ha confermato la sentenza della Corte, e per questo la Commissione non può accettare l’emendamento n. 1, che lederebbe gravemente questo principio.
Il nuovo articolo, suggerito dall’emendamento n. 4, che prevede la dichiarazione delle percentuali esatte in caso di gravi crisi, include un aspetto già inserito nella direttiva in maniera estremamente esplicita. In questi casi saranno fornite le percentuali esatte; per questo motivo non consideriamo necessario adottare l’emendamento che si sovrappone a questa disposizione, e quindi la Commissione non può accettare l’emendamento n. 4.
Vorrei assicurarvi ancora una volta che questa proposta è compresa nel programma della Commissione in materia di semplificazione e miglioramento della legislazione. In altre parole, la Commissione ha incluso nella sua proposta questo provvedimento legislativo concernente l’etichettatura degli alimenti per animali. Ritengo che nel corso dell’elaborazione della nuova proposta si terrà conto della discussione che ha preceduto la decisione di questa rettifica; in ogni caso avremo naturalmente l’occasione di ridiscutere nel momento opportuno la nostra futura proposta sull’etichettatura degli alimenti per animali. Cercheremo costantemente di coniugare – anche se, lo ammetto, non è sempre facile – protezione e migliori servizi ai consumatori con una riduzione dei costi sostenuti dagli altri soggetti interessati. Questo è il nostro obiettivo e credo che grazie a questa cooperazione riusciremo a realizzarlo.