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Procedura : 2006/0046(COD)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A6-0417/2006

Testi presentati :

A6-0417/2006

Discussioni :

PV 13/12/2006 - 22
CRE 13/12/2006 - 22

Votazioni :

PV 14/12/2006 - 6.14
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P6_TA(2006)0582

Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 13 dicembre 2006 - Strasburgo Edizione GU

22. Patente di guida (rifusione) (discussione)
Processo verbale
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  Presidente. – L’ordine del giorno reca la raccomandazione per la seconda lettura della commissione per i trasporti e il turismo sulla posizione comune del Consiglio in vista dell’adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la patente di guida (rifusione) [09010/1/2006 – C6-0312/2006 – 2003/0252(COD)]

(Relatore: Mathieu Grosch) (A6-0414/2006).

 
  
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  Mathieu Grosch (PPE-DE), relatore. – (DE) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, è stato un compito difficile. Abbiamo iniziato a lavorarci due anni e mezzo fa. L’attuale legislatura non è stata tra le più favorevoli per trovare un accordo in prima lettura; credo nondimeno che siamo riusciti a portare questo dossier a buon fine. Desidero in primo luogo ringraziare i colleghi per il clima aperto di discussione che abbiamo avuto in commissione e ci ha permesso di scoprire che non era tanto una questione di differenze politico-partitiche, quanto di tradizioni. Un ringraziamento speciale va ai colleghi che hanno ampiamente sostenuto il progetto nonostante le diverse sensibilità nei rispettivi paesi.

Ringrazio altresì il Consiglio, perché sia la Presidenza finlandese sia quella austriaca, senza dimenticare la Presidenza lussemburghese, che ha creato le premesse per raggiungere il compromesso, hanno contribuito a metterci in condizione di arrivare domani a un buon risultato.

Signor Commissario, anch’io desidero ringraziarla perché lei personalmente e la sua squadra avete compiuto un ottimo lavoro nel sostenere questo progetto. Sono molto lieto di poter lodare la competenza dimostrata dai membri della sua amministrazione nell’affrontare questa materia così complessa, una competenza che ci permesso di trovare soluzioni che reputo valide.

Credo che le sfide poste da questa direttiva possano essere riassunte nella maniera seguente.

In primo luogo, abbiamo ritenuto importante non creare una patente di guida aggiuntiva, la centoundicesima o la centotrentesima, bensì introdurre gradualmente una patente unica europea. Essa, però, doveva essere considerata più come un simbolo, perché volevamo che, al momento della sostituzione delle patenti, quelle attualmente in uso venissero registrate e ne fosse conservata la relativa documentazione, per sapere con esattezza quante patenti di guida sono in circolazione nei diversi paesi e a chi sono state rilasciate, allo scopo di scambiare queste informazioni.

Da ultimo ci siamo occupati anche della sicurezza stradale, e in proposito abbiamo riscontrato l’esigenza di migliorare soprattutto la sicurezza dei motocicli. Siamo riusciti a fare anche questo. Inoltre, la direttiva ha trovato uno stabile equilibrio tra la sostenibilità economica, da un lato, e la sicurezza, dall’altro, con particolare riguardo ai caravan. Queste sfide comuni hanno portato a una posizione comune. Tra sei anni, i paesi rilasceranno le patenti di guida utilizzando il modello nuovo, che un po’ alla volta finirà per interessare 300 milioni di cittadini. Ma il suo valore per i cittadini europei è molto più che meramente simbolico, ed è stato proprio questo valore aggiunto a convincere noi tutti della bontà del progetto. Assistiamo a un aumento della mobilità delle persone; pertanto, una patente di guida unica, riconosciuta ovunque, porrà fine ai problemi di riconoscimento dei diritti acquisiti nei diversi paesi, non solo per i turisti ma anche per gli autisti professionisti. La proposta garantirà una volta per tutte tale riconoscimento comune. La certezza del diritto è una delle nostre principali preoccupazioni, e con questo progetto l’abbiamo garantita.

Trattandosi di un compromesso, dobbiamo parlare di scadenze. Personalmente avrei preferito, com’è ovvio, un periodo di completamento di dieci anni per tutte le procedure, cioè sia per la sostituzione iniziale sia per la sostituzione regolare, ma alcuni paesi hanno insistito per un periodo di vent’anni per la sostituzione definitiva. L’ho presa con filosofia e mi sono attenuto al principio “meglio tardi che mai”. Mi auguro, tuttavia, che la procedura sia completata ben prima della scadenza prevista dalla direttiva.

A mio parere, la sicurezza resta uno dei fattori più importanti. Ci siamo concentrati su due aspetti rilevanti a tale riguardo: primo, la prevenzione del cosiddetto turismo delle patenti di guida. Se i paesi dimostrano buona volontà, la conservazione dei dati in paesi diversi rende impossibile il ricorso a questa pratica in caso di ritiro, restrizione o sospensione di una patente. Crediamo che a una persona che rappresenta un pericolo sulla strada in un paese debba essere vietato di guidare anche negli altri 26. Le basi in tal senso sono state poste; restiamo ora in attesa di un chiaro segnale da parte degli Stati membri.

Il secondo aspetto importante nel campo della sicurezza riguarda i motocicli. Il principio di accesso graduale alle motociclette di grossa cilindrata, che potrebbe forse essere previsto, a tempo debito, anche in altri settori, si fonda sulle statistiche degli incidenti, che purtroppo non sono affatto positive quando sono coinvolti motocicli. Occorre anche una buona combinazione tra teoria e pratica: prima la teoria e poi la pratica faciliteranno l’accesso.

In relazione ai caravan, abbiamo trovato un valido equilibrio tra l’economia e la sicurezza. Mi fa piacere che la Commissione abbia accolto la nostra proposta. Abbiamo fissato come requisiti non solo la patente aggiuntiva B + E per la guida di case mobili e caravan, ma anche, in caso di rimorchi superiori a un certo peso, il superamento di un piccolo test.

In conclusione vorrei dire che, grazie alla stretta collaborazione fra le tre Istituzioni, ma anche tra i colleghi deputati, questa direttiva rappresenta un valore aggiunto per i cittadini: maggiore certezza del diritto, maggiore sicurezza stradale, maggiore mobilità, meno turismo delle patenti di guida e benefici per l’economia e il turismo. Tutto considerato, credo che con questa direttiva abbiamo dato un esempio di come la commissione per i trasporti e il turismo sia capace di agire con spirito pragmatico.

 
  
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  Jacques Barrot, Vicepresidente della Commissione. – (FR) Signor Presidente, vi porgo le mie scuse. In effetti, una persona nella mia posizione, che ha avuto l’onore di partecipare per molti anni ad assemblee parlamentari, non dovrebbe mai arrivare in ritardo. Signor Presidente, onorevoli deputati, vi prego di accettare le mie scuse.

Detto ciò, il mio imbarazzo è ancora più grande perché devo rendere omaggio all’eccellente lavoro svolto dal Parlamento europeo sull’importantissimo dossier della direttiva concernente la patente di guida. Rivolgo i miei più calorosi e sinceri ringraziamenti all’onorevole Grosch, la cui relazione è di straordinaria qualità, e alla commissione per i trasporti e il turismo, che ha appoggiato la proposta della Commissione europea.

Dalle numerose reazioni suscitate da questa proposta durante il processo legislativo emerge con chiarezza la grande importanza che questo tema riveste per voi – com’era del resto prevedibile, dato che la patente di guida è il documento d’identificazione oggi più diffuso nell’Unione europea. Quasi 300 milioni di persone dipendono dalla patente di guida per la loro mobilità e, naturalmente, per la vita di ogni giorno. Il numero di esperti in questo campo, o di coloro che tali si reputano, è quasi pari al numero dei possessori di patente, e ognuno di essi ha la propria opinione al riguardo.

Tuttavia, dopo l’accordo politico raggiunto in Consiglio lo scorso marzo e dopo il voto della commissione per i trasporti e il turismo alla fine di novembre, si sta delineando un ampio consenso, a conferma del fatto che le altre Istituzioni condividono gli obiettivi indicati dalla Commissione. Sebbene il processo sia durato un po’ più a lungo del previsto, siamo ora alla vigilia di un accordo in seconda lettura con il Consiglio su una proposta molto ragionevole. Abbiamo avvertito l’esigenza di applicare a questa proposta di una terza direttiva sulla patente di guida la nuova procedura di comitatologia. In tal modo, il processo di emendamento degli allegati tecnici diventerà più trasparente. Su questo punto è stato rapidamente raggiunto un accordo durante negoziati informali tra Parlamento, Consiglio e Commissione. Accolgo pertanto con grande favore gli emendamenti del Parlamento su questo specifico punto.

Signor Presidente, mi prenderò la libertà di fare un breve riassunto dei tre obiettivi che vogliamo raggiungere con questa proposta di direttiva concernente la patente di guida, e riprenderò al riguardo gli azzeccati commenti dell’onorevole Grosch.

Il primo obiettivo è quello di contribuire alla lotta contro le falsificazioni. Un modello unico di patente, in forma di tesserino plastificato, andrà gradualmente a sostituire il sistema attuale, che può vantare ben 110 modelli diversi. La validità amministrativa del documento sarà limitata a 10 anni, con una possibile estensione a 15. Rafforzeremo il principio di una sola patente per persona e inseriremo nel tesserino un microchip opzionale. Queste misure mirano a contrastare le falsificazioni, come ha già chiaramente spiegato l’onorevole Grosch.

Il secondo obiettivo è quello di migliorare la sicurezza stradale. Sì, introdurremo una vera patente di guida per gli utenti più vulnerabili dei veicoli a due ruote, cioè i guidatori di motorini. Metteremo in atto un sistema potenziato di accesso graduale per poter guidare motocicli e veicoli pesanti, ridefiniremo le categorie B e B + E per la guida di automobili che trainano rimorchi pesanti e, infine, introdurremo la formazione iniziale e continua obbligatoria per gli esaminatori. Questo è, a mio giudizio, un punto particolarmente importante.

Il terzo obiettivo è quello di facilitare la libertà di circolazione. Ribadiremo pertanto il principio del riconoscimento reciproco delle patenti di guida all’interno dell’Unione europea. Armonizzeremo tanto le norme sulla validità delle patenti di guida quanto la frequenza delle visite mediche per gli autisti di automezzi pesanti.

Concluderò dicendo che la posizione comune, accompagnata dagli emendamenti relativi alla procedura di comitatologia, rappresenta un efficace compromesso. Ho l’impressione che il testo finale sia equilibrato e costituisca un reale miglioramento rispetto alla direttiva attuale. Grazie all’ottimo lavoro dell’onorevole Grosch siamo riusciti a compiere un passo avanti nel raggiungimento del nostro obiettivo comune di dimezzare entro il 2010 il numero dei morti per incidenti stradali nell’Unione europea.

Signor Presidente, onorevoli deputati, se mi è concesso, vorrei associarmi all’auspicio espresso dal vostro relatore onorevole Grosch che gli Stati membri non aspettino fino alla scadenza ultima per introdurre la patente di guida europea, la quale sarà un forte simbolo della nostra cittadinanza europea e della responsabilità assunta da ciascun automobilista quando si siede al volante.

 
  
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  Georg Jarzembowski, a nome del gruppo PPE-DE. – (DE) Signor Presidente, signor Vicepresidente della Commissione, onorevoli colleghi, sarò breve. Desidero rivolgere subito uno speciale ringraziamento all’onorevole Grosch per tutto ciò che ha fatto. Dobbiamo però per prima cosa chiarire, ai non addetti ai lavori, ciò che egli è riuscito a realizzare, perché all’opinione pubblica può sembrare che si sia limitato a presentare tre richieste di applicazione della procedura di comitatologia e che per il resto il Consiglio abbia imposto la propria volontà. Invece, l’onorevole Grosch, insieme con i relatori ombra, si è impegnato per settimane e mesi in negoziati per trovare l’intesa su un’accettabile posizione comune del Consiglio. Dobbiamo mettere bene in evidenza questo fatto, perché altrimenti la gente penserà che stiamo semplicemente approvando la posizione comune e nulla più. No, ringraziamo l’onorevole Grosch e i suoi colleghi per aver negoziato per settimane e settimane al fine di indurre il Consiglio a presentare una posizione comune che era stata concordata con noi.

Ancora due brevi osservazioni. Sono tra i deputati che erano contrari alla sostituzione obbligatoria e alla validità limitata delle patenti. Successivamente abbiamo però concordato che, nell’interesse della sicurezza stradale e al fine di contrastare il fenomeno della falsificazione delle patenti, per i cittadini fosse accettabile la sostituzione dei documenti di guida dopo 26 anni. Molti di noi, forse, non dovranno farlo – se saremo saggi. Al riguardo, il periodo di 26 anni è probabilmente un buon compromesso che possiamo senz’altro approvare.

Signor Presidente, concluderò con questa osservazione: lei ha fatto bene ad auspicare che molti Stati membri applichino tutte queste misure prima della scadenza fissata. La prego di provvedere affinché gli Stati membri mantengano la promessa di realizzare sollecitamente lo scambio di informazioni sulle patenti di guida, perché potremo evitare il cosiddetto turismo delle patenti soltanto se gli Stati membri si scambieranno le informazioni rilevanti e sapranno in tal modo che non devono rilasciare la patente a questo o a quel cittadino perché è tuttora interdetto dalla guida. Accertiamoci, quindi, che gli Stati membri creino rapidamente la rete di informazioni.

 
  
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  Ewa Hedkvist Petersen, a nome del gruppo PSE. – (SV) Signor Presidente, signor Commissario, finalmente possiamo cominciare il nostro cammino verso la patente comune europea. Purtroppo siamo stati costretti ad accettare una scadenza massima di 26 anni per l’introduzione della patente di guida comune da parte di tutti gli Stati membri. 26 anni sono un periodo eccessivamente lungo. Come gli oratori precedenti, credo anch’io che nella realtà questa procedura si completerà prima della scadenza prevista. Dobbiamo ora sollecitare gli Stati membri a prendere la questione sul serio e a impegnarsi per introdurre la patente di guida comune in tempi più rapidi, una patente che peraltro dovrà essere sostituita a intervalli regolari. Dobbiamo sollecitare anche la Commissione affinché aiuti gli Stati membri in tale compito, come ha già osservato l’onorevole Jarzembowski.

Si tratta di una questione molto importante per gli europei perché riguarda tantissime persone. La maggioranza dei cittadini europei è in possesso di una patente di guida. Se c’è una cosa che sappiamo per certo è che gli europei vogliono poter guidare più facilmente nel loro come negli altri paesi, e vogliono poter usare la propria patente senza intralci amministrativi. Ma gli europei vogliono anche che gli automobilisti abbiano una preparazione adeguata. Inoltre, dev’essere possibile punire chiunque violi la legge o le regole, anche se originario di un altro paese.

La nuova patente di guida comune soddisferà, un po’ alla volta, tutte queste esigenze. E’ evidente che ciò deve avvenire entro un periodo di tempo inferiore a 26 anni. Come già osservato, questa misura aumenterà la sicurezza stradale ma, allo stesso tempo, contrasterà anche il dumping sociale, cosicché chi intende approfittare del fatto che circolano patenti false non potrà in futuro trarne vantaggi economici.

Concludo ringraziando tutti i colleghi con cui ho cooperato per l’ottima collaborazione di cui hanno dato prova. Abbiamo lavorato su questo tema per molto tempo e non sono pochi quelli che hanno partecipato attivamente alla discussione. Voglio infine aggiungere che giudico positivamente il principio dell’accesso graduale alle motociclette; penso che in questo modo contribuiremo alla sicurezza stradale.

 
  
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  Danutė Budreikaitė, a nome del gruppo ALDE. – (LT) Signor Presidente, onorevoli colleghi, la raccomandazione nella direttiva della Commissione europea concernente la nuova versione delle patenti di guida, che sostituisce la direttiva del 1991, risolve una serie di questioni importanti; in particolare, riduce le possibilità di contraffazione, garantisce il diritto alla libertà di circolazione dei cittadini e migliora la sicurezza stradale.

Vorrei sottolineare l’importanza di una simile patente per la libertà di circolazione dei cittadini. Nell’Unione europea ci sono oltre 100 diversi tipi di patenti di guida con differenti periodi di validità e differenti scadenze per le visite mediche degli autisti professionisti.

La libertà di circolazione dei singoli cittadini crea occasioni di abuso delle patenti di guida, nel senso che, dopo esser stato privato nel suo paese del permesso di guidare per aver commesso infrazioni, un cittadino dell’Unione può procurarsi un’altra patente in un altro paese. Simili comportamenti da parte di automobilisti privi di scrupoli costituiscono un pericolo per la sicurezza stradale in tutta Europa. E’ dunque essenziale dare attuazione al principio dell’uniformità delle patenti di guida.

Per quanto riguarda il periodo di applicazione del regolamento, la durata prevista è eccessivamente lunga. La validità della patente di guida può essere estesa fino a 15 anni e modificata – circa 20 anni dall’entrata in vigore della direttiva.

Invero, periodi così lunghi penalizzano e rinviano nel tempo il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla Commissione nella sua raccomandazione sulla riduzione delle possibilità di frodi e sul miglioramento della sicurezza stradale.

 
  
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  Michael Cramer, a nome del gruppo Verts/ALE. – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, inizierò porgendo al relatore i miei sinceri ringraziamenti. Credo che, insieme con l’onorevole Jarzembowski, egli abbia dedicato la maggior parte del suo tempo a trovare una posizione comune. E’ stato un compito molto difficile, però egli è riuscito a portarlo a compimento, meritandosi così le nostre congratulazioni.

Dopo una discussione cominciata oltre dieci anni fa, all’inizio degli anni ’90, la patente unica europea in formato carta di credito diventerà finalmente realtà e sostituirà le 110 diverse patenti attualmente in circolazione. Dovrà essere rinnovata e munita di una nuova fotografia aggiornata ogni 10 o 15 anni. Anche se non sarà richiesta una visita medica – che peraltro viene effettuata da anni in Italia –, la patente di guida europea contribuirà nondimeno a una maggiore sicurezza stradale perché eviterà anche il cosiddetto turismo delle patenti di guida. Allo stato attuale delle cose, chiunque abbia superato i limiti di velocità o sia stato pizzicato con un tasso troppo elevato di alcool nel sangue e si è visto ritirare la patente può procurarsene una nuova all’estero. Questa pratica rappresenta un grave rischio per la sicurezza stradale. Spesso i contravventori si recano in Polonia o nella Repubblica ceca, aggirando così non solo il periodo di sospensione della patente ma anche le visite mediche e psicologiche di cui hanno urgente necessità.

Con la patente di guida europea tutto questo non sarà più possibile. Non ci sarà più motivo per organizzare i “pacchetti tutto compreso” che in passato hanno permesso a persone colpevoli di aver guidato in stato di ebbrezza o sotto l’influsso di droghe, o ancora colpevoli di eccesso di velocità, di procurarsi una nuova patente all’estero. In questo modo, i pirati della strada si sono sottratti, al prezzo di 1 000 euro, non solo a noiosi periodi di attesa ma anche a costose visite mediche e psicologiche. Vista l’alta percentuale di incidenti causati dall’eccessiva velocità e dall’ubriachezza, il nuovo sistema contribuisce in misura importante alla sicurezza stradale. Controlli casuali hanno dimostrato che il 75 per cento degli automobilisti tedeschi in possesso di una patente straniera si erano visti ritirare la patente precedente per problemi connessi con l’uso di alcool o droghe. Questa pratica irregolare diventerà ora impossibile con la patente europea grazie allo scambio completo dei dati.

Mi spiace dover dire che il mio paese, la Germania, ha frenato la conclusione di questo dossier e che, dopo i 15 anni che sono stati necessari per prendere una decisione, ha spinto per l’introduzione di un ulteriore periodo transitorio di 26 anni prima che scatti l’obbligo di sostituire le vecchie patenti. Questo non è soltanto un atto di ingiustizia sociale a spese delle future generazioni – con le nuove scadenze, i detentori delle nuove patenti europee saranno già in possesso della seconda patente di guida prima che le vecchie patenti debbano essere sostituite per la prima volta –, ma è anche, con il rinvio dello scambio dei dati, un ulteriore segnale della tolleranza con cui si guarda alla criminalità organizzata.

Nell’interesse della sicurezza stradale e specialmente a causa dei tempi lunghi di questa decisione, il Parlamento e il Consiglio non avrebbero dovuto consentire un periodo di transizione; avrebbero dovuto invece fissare regole uniformi per la validità delle vecchie e delle nuove patenti. Gli Stati membri hanno la facoltà di anticipare le scadenze previste; vi invito pertanto a farlo e a tradurre in realtà la patente di guida europea entro dieci anni.

 
  
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  Erik Meijer, a nome del gruppo GUE/NGL. – (NL) Signor Presidente, due gravi problemi concernenti le patenti di guida sono stati motivo di disagio per i cittadini. Il primo è il turismo delle patenti di guida, grazie al quale è possibile procurarsi una patente di guida senza possederne in realtà i requisiti; il secondo è la pericolosa situazione in cui vengono a trovarsi i guidatori di motocicli nel mezzo dell’intenso traffico automobilistico. Potremmo risolvere a livello nazionale il secondo problema, ma non il primo.

Da moltissimo tempo, è pratica comune prendere lezioni di guida durante le vacanze e ottenere poi nel Medio Oriente o ai Caraibi una patente che non soddisfa i requisiti prescritti nel proprio paese.

Ancora più allarmante è il caso di chi, dopo essere stato privato della patente a causa di una grave violazione del codice stradale o di guida spericolata, ha l’opportunità di superare un altro esame di guida in un altro Stato membro dell’Unione europea. Il riconoscimento reciproco delle patenti di guida nazionali consente a costoro, pur avendo subito il ritiro della patente, di riottenere il diritto di guidare un’automobile nel loro paese. Queste persone abusano dei confini nazionali e rappresentano una grave minaccia per la sicurezza stradale.

Uno dei compiti precipui dell’Unione è quello di contrastare le infrazioni transfrontaliere e i difetti di comunicazione, e la situazione attuale delle patenti di guida rientra in tale casistica. Dev’essere nostro impegno prioritario dire chiaramente che gli Stati membri di residenza non devono in alcun modo essere ostacolati nella lotta contro questi pericolosi abusi. Il testo di cui stiamo discutendo, frutto della seconda lettura, cerca i metodi più adatti per affrontare quest’insieme di problemi.

Più controverso è il modo in cui il testo affronta il tema degli incidenti che coinvolgono, come vittime o come causa di incidente per altre persone, i guidatori di motorini e motociclette, che spesso sono giovani. Capita qualche volta che i motociclisti novizi vogliano dar prova delle proprie capacità di guida compiendo acrobazie estremamente pericolose. Facciamo bene a cercare di proteggere da se stessi coloro che potrebbero provocare incidenti, e anche di proteggere gli altri utenti della strada dal comportamento sconsiderato di pochi.

C’è poi un altro aspetto da considerare al riguardo: i guidatori di motorini e motociclette hanno ragione di credere che gli automobilisti siano i padroni della strada, e questo è il motivo per cui i secondi vorrebbero bandirne i primi. I motociclisti considerano una discriminazione il fatto di dover rispettare obblighi più severi degli automobilisti e, in pratica, di dover attendere un’età minima più elevata per guidare legalmente sulle strade pubbliche. Devono infatti avere compiuto 24 anni per poter guidare le motociclette più pesanti, senza passaggi intermedi. Ciò crea un contrasto di interessi tra giovani e vecchi come pure tra i guidatori di veicoli blindati a quattro ruote e i guidatori dei vulnerabili veicoli a due ruote.

D’istinto, il mio gruppo prenderebbe le parti dei guidatori delle due ruote, che sono il gruppo più debole, ma in alcuni paesi l’aggressività manifestata dagli automobilisti può causare un inutile aumento delle vittime appartenenti a quel gruppo. Forse, una questione delicata come questa dovrebbe essere affrontata singolarmente a livello di Stati membri; tuttavia, la crescita del traffico stradale transfrontaliero renderebbe probabilmente impossibile l’applicazione di norme diverse.

Tre anni di discussioni sulla proposta di armonizzazione delle patenti di guida, finora regolamentate a livello nazionale, hanno portato alla definizione del più ampio denominatore comune delle richieste avanzate dai singoli Stati membri e da vari gruppi di pressione, un denominatore comune che di gran lunga non soddisfa tutte le parti interessate, tra cui le organizzazioni dei motociclisti. E’ probabile che le esperienze concrete che faremo con questa direttiva e i problemi che ne potranno derivare renderanno necessarie alcune correzioni.

Nonostante tale stato di cose, il mio gruppo preferisce che questa proposta sia applicata provvisoriamente così com’è, piuttosto che si perpetui la situazione attuale. L’alternativa sostenuta dall’onorevole Bradbourn può funzionare bene nello splendido isolamento del Regno Unito, non negli Stati membri con confini nazionali che attraversano zone densamente popolate.

 
  
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  Kathy Sinnott, a nome del gruppo IND/DEM. – (EN) Signor Presidente, all’inizio di quest’anno nel mio comune si è verificato un terribile incidente automobilistico, costato la vita a quattro giovani cittadini dell’Europa orientale. Si erano avventurati al buio su una di quelle spaventose strade irlandesi di campagna e non erano abituati alle differenti modalità di guida dell’Irlanda. Purtroppo non è un caso isolato: un mio vicino irlandese è morto in circostanze simili mentre si trovava in Spagna per lavoro.

Gli europei sono in movimento: io vengo nel tuo paese, tu vieni nel mio. E’ una cosa bellissima, però, in materia di sicurezza nella guida, è un dato di fatto che alcuni sono abituati a guidare sulla sinistra e altri sulla destra, che gli automobilisti non solo sono abituati a differenti velocità consentite, a differenti condizioni meteorologiche e stradali, ma anche – e questo è il punto cruciale – sono preparati, esaminati e autorizzati alla guida con differenti livelli di competenza. Il permesso di guida provvisorio, rilasciato in un paese a chi sta imparando a guidare, può corrispondere a una vera e propria patente in un altro.

Dato che siamo liberi di circolare in tutta Europa, va a finire che guidiamo l’uno sulle strade dell’altro, e il problema è che, quando le differenze sono causa di morte, non possono più essere tollerate.

Condivido molti punti della relazione. Il principio di accesso graduale per i veicoli a due ruote contribuirebbe senz’altro a una maggiore sicurezza. Inoltre, è chiaramente poco pratico avere 110 diversi tipi di patente di guida, che possono essere esibiti ma non compresi; quindi, l’idea di un formato e di un codice unico per categoria è ragionevole.

Tuttavia, i codici della strada, le strade, le condizioni meteorologiche, eccetera sono così diversi che non si può rinunciare a un test e a una patente di guida nazionali. In ogni caso, dovrebbe essere disponibile anche una patente di guida europea, come la vecchia patente internazionale, per coloro che guidano in altri paesi dell’Unione per un periodo più lungo di una semplice vacanza.

Infine, anche se non se ne parla nella relazione, vorrei dire che, se vogliamo infine avere una patente di guida europea, dovremmo prendere in considerazione un sistema diverso da quello del “test unico per tutta la vita” che è in uso in Europa. Con tale sistema, il livello di competenza richiesto può essere molto elevato, cosicché per i giovani diventa molto difficile e molto costoso superarlo, mentre nessuno va poi a controllare le capacità di guida a vent’anni di distanza dal conseguimento della patente. Consiglio pertanto di adottare il modello americano a test ripetuti, consistente in un esame scritto da sostenere ogni quattro anni e un esame pratico ogni otto anni, per dimostrare di aver mantenuto le capacità di guida. Questo tipo di test garantisce un alto livello di sicurezza; probabilmente il livello delle competenze tecniche e d’altro genere non sarebbe altrettanto elevato, però la gente continua a guidare…

(Il Presidente interrompe l’oratore)

 
  
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  Reinhard Rack (PPE-DE).(DE) Signor Presidente, stasera dobbiamo veramente congratularci con noi stessi. Se abbiamo un testo legislativo che sta effettivamente a cuore al cittadino medio europeo, ne discutiamo quasi di nascosto durante la seduta notturna, cosicché nessuno possa vedere o udire l’azione concreta con cui cerchiamo di risolvere i problemi europei con la legislazione comunitaria.

Molto si potrebbe dire del valore aggiunto europeo che deriverebbe dall’introduzione della patente unica europea. Dobbiamo ringraziare l’onorevole Grosch per aver messo ordine in questo guazzabuglio. Egli ha già citato alcuni punti. Con la proposta in esame, semplifichiamo la situazione attuale trasformando le odierne 110 diverse patenti nazionali in un’unica patente europea – ma con i nuovi Stati membri ora ce ne sono ben più di 110 – e aumentiamo la sicurezza. Si è già parlato dell’accesso graduale, e andrebbero ricordati anche molti altri aspetti.

Stiamo cercando di prevenire il turismo delle patenti di guida; non posso che condividere questo obiettivo e appoggiare coloro che hanno invitato la Commissione a costringere gli Stati membri ad adempiere i loro impegni quanto prima possibile. Abbiamo inoltre garantito che gli automobilisti più anziani non saranno discriminati da esami medici continui. Certo, questi automobilisti possono effettivamente essere pericolosi in determinate condizioni di guida, però i pericoli reali sulle strade sono spesso da ascrivere ai guidatori più giovani.

Sono lieto che, come ha ricordato anche l’onorevole Grosch, la Presidenza del Consiglio austriaca abbia contribuito al successo di oggi. Non deve sorprendere che quel governo sia stato poi mandato a casa dai suoi elettori.

 
  
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  Willi Piecyk (PSE).(DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, con il voto di domani daremo finalmente il via alla patente di guida europea. C’è voluto molto tempo e quello che abbiamo è un compromesso, però sono stati compiuti progressi reali e significativi. Il più importante è forse il fatto che le nuove norme metteranno fine all’inaccettabile turismo delle patenti di guida. Oggi, infatti, se a un guidatore, per esempio, viene ritirata la patente in Germania per aver guidato in stato di ebbrezza, egli può procurarsene una nuova senza difficoltà e a un prezzo ragionevole, in un paese confinante, per riprendere poi a guidare sulle strade d’Europa in modo del tutto legale. Questo scandalo cesserà. Il trucco ha funzionato un’ultima volta; d’ora in avanti non potrà più essere ripetuto – ed è giusto che sia così.

La libertà di circolazione degli automobilisti in Europa è un bel vantaggio; però l’esistenza di oltre 110 diverse patenti di guida rende i controlli estremamente problematici. Quello che in Germania viene chiamato lo “straccio grigio”, ovvero la patente rilasciata negli anni ’50 o ’60, con una bella fotografia che ci riprende in età giovanile, finita in lavatrice almeno quattro volte, è sicuramente un caro, vecchio oggetto che suscita nostalgia, però non è più utilizzabile come documento di identificazione nei controlli di polizia. Personalmente – e molti onorevoli colleghi saranno sicuramente d’accordo con me – ritengo che il periodo di 26 anni che è stato negoziato per la sostituzione delle patenti sia oltremodo eccessivo; ci penserà la biologia a risolvere il problema, prima ancora che le norme. E’ stato precisato che gli Stati membri possono adempiere i loro doveri entro una scadenza più breve; staremo a vedere.

Tutti i dati statistici sugli incidenti rivelano chiaramente che la maggior parte delle morti sulla strada riguardano giovani motociclisti di sesso maschile di età compresa tra 18 e 25 anni. L’accesso graduale alla patente per motociclette è quindi una disposizione sensata, che salverà vite umane e migliorerà la sicurezza stradale.

A nome del mio gruppo ringrazio sinceramente il nostro relatore onorevole Grosch, che ha negoziato bene, cosicché nella votazione di domani non ci saranno periodi transitori, né esenzioni o restrizioni: la appoggeremo, onorevole Grosch, in modo convinto e unanime e insieme porteremo questo dossier a buon fine. Grazie per il lavoro che ha compiuto!

 
  
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  Michael Henry Nattrass (IND/DEM).(EN) Signor Presidente, ieri il Presidente, di fronte a una direttiva su un ambiente privo di supporti cartacei, ha mormorato “Continuate a sognare”. L’Unione europea è nascosta dietro una montagna di carta o, in altri termini, è sommersa da un’enorme valanga di carta. Un eccesso di regolamentazione costringe le imprese a chiudere i battenti e la valanga di carta che è l’Unione europea sta soffocando lo spirito imprenditoriale e qualsiasi afflato innovativo. Ci è stato detto che il mercato interno è stato creato per favorire il commercio, non per avere nuove regolamentazioni su come guidare un motorino. O avete forse paura di un’invasione di motorini britannici, che potrebbero sbarcare sulla spiaggia di Dunkerque? Continuate a sognare!

Alcuni paesi dell’UE trattano i documenti comunitari come se fossero carta straccia, prodotta da tigri di carta con denti di carta; però continuano a occupare le loro poltrone nelle varie commissioni, come tanti accondiscendenti cani di carta che producono altri folli documenti, altre montagne di carta per tutti noi e riempiono moduli di carta per farsi rimborsare le spese, invece di applicare norme semplici e comprensibili sull’uso dei caschi protettivi. Ormai non ci vorrà molto prima che un pezzo di carta imponga ai britannici di adottare d’ora in avanti la guida a destra!

La British Motorcyclists Federation, che giudica queste proposte inadeguate e mal concepite, fa notare che con la relazione di cui ci occupiamo oggi l’Unione europea ha ignorato il suo stesso documento di ricerca. La BMF ha citato l’accurato studio sugli incidenti di motocicli dal quale risulta che la maggior parte di tali incidenti sono la conseguenza di scontri a bassa velocità in strade urbane, spesso causati da errori degli automobilisti. Lo studio è stato finanziato dai contribuenti europei con 2,5 milioni di euro e questa direttiva si trasformerà ora in uno spreco di carta dal costo di 2,5 milioni di euro.

Secondo la BMF, gli elementi della direttiva che riguardano i motocicli sono diametralmente opposti alla strategia del governo del Regno Unito in materia di motocicli, non promuovono affatto una maggiore sicurezza sulle strade e saranno scarsamente rispettati, con possibili effetti negativi sulla sicurezza. Il responsabile della BMF per le relazioni con il governo Trevor Magnus ha detto che è tipico dell’Unione, con la sua mancanza di democrazia, essere sprezzante nei confronti dei cittadini.

Concludo dicendo che l’intera proposta dovrebbe finire nel cestino della carta straccia ed essere riciclata, però, per favore, non in un’altra valanga di carta.

 
  
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  Stanisław Jałowiecki (PPE-DE).(PL) Signor Presidente, ci stiamo avvicinando alla fine del nostro lavoro su questa importante relazione, e questo mi sembra molto positivo. Ogni passo che compiamo verso il miglioramento della sicurezza sulle strade è in effetti un passo che vale la pena di compiere e che non può non comprendere anche l’introduzione di una procedura di registrazione internazionale di tutte le patenti revocate o sospese.

Lo scopo è in tutta evidenza quello di eliminare il turismo delle patenti di guida; di ciò, tuttavia, sono responsabili in prima istanza gli Stati membri. Spetta a loro il compito di migliorare, prima di tutto, il sistema di registrazione delle persone le cui patenti sono state temporaneamente sospese o definitivamente revocate. Mi auguro che questa direttiva costringerà gli Stati membri, come prima cosa, a mettere a posto le procedure amministrative. Questo è naturalmente motivo di soddisfazione, però nelle attuali circostanze riesce difficile non deplorare il fatto che la patente unica europea entrerà in vigore appena tra 25 anni. Non è paradossale che una normativa incredibilmente complicata come quella di REACH o la direttiva sui servizi diventino vincolanti con effetto quasi immediato, mentre un testo incredibilmente semplice come la direttiva sulla patente di guida sarà a pieno regime non prima del 2033? Fino ad allora potrebbero intervenire mutamenti tali da rendere del tutto superfluo un documento come la patente di guida, che potrebbe venir sostituita da altri meccanismi, per esempio di tipo elettronico. Nel frattempo potremmo addirittura introdurre la cittadinanza europea, pur essendo ancora privi di una patente di guida europea.

Posso comprendere che alcuni Stati membri vogliano mantenere le loro tradizioni, però tale volontà, quanto meno a mio parere, non ha nulla a che fare con le tradizioni; direi che è più un’ossessione che una tradizione.

 
  
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  Gary Titley (PSE).(EN) Signor Presidente, il mio assistente ha scoperto recentemente l’esistenza di un sito web che proclama molto apertamente di essere in grado, dietro compenso, di procurare in un altro paese una patente di guida a coloro cui è stata ritirata. Ciò è chiaramente inaccettabile nella società attuale, così com’è del tutto inaccettabile che chi commette gravi infrazioni in un paese possa evitare di essere penalizzato in un altro. La proposta in esame metterà gradualmente fine a tale situazione; temo però che ci vorrà molto tempo e spero pertanto che sarà possibile accelerare questo processo.

La proposta dà un contributo di semplicità e trasparenza e riduce la burocrazia; rilevo che l’onorevole Nattrass non si è preso la briga di restare qui ad ascoltare questa osservazione. Si tratta, in effetti, di un elemento decisivo ai fini di una migliore regolamentazione. La proposta originaria era molto più burocratica e il Parlamento ha fatto benissimo a semplificarla. La proposta migliorerà la sicurezza sulle strade e contrasterà le frodi.

Sono particolarmente soddisfatto di un punto che nessuno ha ancora citato: l’importanza che la relazione attribuisce alle competenze degli esaminatori di guida. Dobbiamo elevare il livello generale della formazione fornita dalle scuole guida in tutta l’Unione europea.

Non sono invece soddisfatto delle proposte per i motocicli: sono inutilmente complicate e non sottolineano a sufficienza l’importanza di una corretta preparazione già nelle primissime fasi, né prevedono come requisito l’obbligatorietà di un test. Riconosco che per questi aspetti non c’è un vero interesse, né da parte del Parlamento né da parte del Consiglio, e quindi devo darmi per vinto. Nonostante gli episodi terrificanti narrati da alcuni colleghi, questa proposta si discosta ben poco dalla tradizione e dalla pratica consolidate nel Regno Unito.

 
  
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  Philip Bradbourn (PPE-DE).(EN) Signor Presidente, desidero anzi tutto far presente all’Assemblea che durante tutta la procedura legislativa che ha portato a questa direttiva mi sono espresso a favore di un formato comune – e sottolineo “formato” – per le patenti di guida nell’intera Europa, che favorirebbe un più semplice riconoscimento del documento da parte della polizia e dei responsabili dell’ordine pubblico in tutti gli Stati membri e ridurrebbe le possibilità di falsificazione, cui si è già accennato.

Tutto questo, però, può essere realizzato senza dover ricorrere alla burocrazia prevista dalle proposte in esame, e a mio parere è fondamentale, nell’ottica del principio di sussidiarietà e di proporzionalità, che gli Stati membri mantengano la facoltà di stabilire le modalità di ottenimento e conservazione della patente di guida da parte dei rispettivi cittadini. Per esempio, le misure qui proposte invertirebbero l’onere della prova, imponendo ai cittadini di dimostrare di essere in grado di guidare in modo sicuro, invece di imporre allo Stato di dimostrare il contrario, come succede adesso. Rinnovi regolari, anche i cosiddetti rinnovi amministrativi delle patenti, non farebbero altro che aumentare i costi a carico degli automobilisti, senza tuttavia migliorare minimamente la sicurezza stradale.

Citerò un solo esempio, che riguarda i motocicli. Le misure proposte sono mal concepite, eccessivamente prescrittive e non miglioreranno la sicurezza sulle strade, limitandosi a complicare ai motociclisti il passaggio a moto di potenza superiore. Questa non è una misura mirata alla sicurezza stradale, è soltanto un cinico tentativo di rendere la vita più difficile a coloro che utilizzano questi mezzi di trasporto.

Purtroppo il tempo a mia disposizione non mi consente di entrare nei dettagli di tutti i punti della direttiva ai quali sono contrario; tuttavia, posso riassumere la mia posizione dicendo che queste proposte non contengono un valore aggiunto. Sono eccessivamente prescrittive, eccessivamente burocratiche e inutili. Chiedo vivamente ai colleghi di appoggiare i miei emendamenti volti a respingere la posizione comune nel suo insieme.

 
  
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  Bogusław Liberadzki (PSE).(PL) Signor Presidente, a differenza dell’oratore che mi ha preceduto, vorrei sottolineare che questo documento sulla patente di guida unica europea è forse il primo sull’identità europea. Si tratta di un testo importante che mi consentirà, come europeo, di sentirmi sicuro. Desidero manifestare la mia ammirazione per l’onorevole Grosch, che è riuscito a mettere insieme tre gruppi: i pragmatici, i tradizionalisti e gli ultra-tradizionalisti. Questo è stato il motivo del ritardo. Personalmente sarei più favorevole a introdurre le nuove patenti entro un periodo di tempo minore, ma quella raggiunta è una soluzione di compromesso. Rispettiamola.

Un aspetto importante che desidero sottolineare è il fatto che con la direttiva abbiamo armonizzato meglio le modalità di rilascio delle patenti, i metodi di formazione e quelli di esame. E’ probabile che anche questo fatto porti a eliminare le differenze di comportamento sulla strada. Ci saranno più movimenti tra gli Stati membri. Un aspetto importante della direttiva è che contribuisce ad aumentare la sicurezza stradale. Un altro fattore rilevante è la creazione di una banca dati. Non c’è nulla di male nell’ottenere una patente all’estero; quello che non va bene, invece, è procurarsi una patente nuova dopo aver violato la legge ed essere stati privati della patente nel proprio paese.

Nel complesso voterò con piacere a favore di questa proposta.

 
  
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  Luís Queiró (PPE-DE).(PT) Siamo fiduciosi che nella votazione di domani verrà confermato lo scadenzario previsto dall’iter legislativo relativo all’adozione di una patente di guida europea. Desidero anzi tutto complimentarmi con l’onorevole Grosch per la sua eccellente relazione. Gli è stato affidato il compito di gestire questo lungo processo, caratterizzato da un dialogo positivo e da un’azione efficace grazie ai quali è stato possibile trovare una soluzione di compromesso; quest’ultima, riflettendo le aspettative dei singoli Stati membri e delle Istituzioni della Comunità, è riuscita a garantire la coerenza in una materia che, come ha giustamente ricordato il relatore, riguarda circa due terzi della popolazione adulta europea.

Il mio timore principale era che una buona idea potesse essere ostacolata da un eccesso di regolamentazione, finendo così per non andare a beneficio della sicurezza stradale. Invero, il consenso raggiunto, fondato sugli assi principali della direttiva, ci consente di guardare al futuro con ottimismo.

Nel complesso, si può affermare che il testo ha raggiunto gli obiettivi prefissati rispettando il principio di sussidiarietà e le pratiche legittimamente stabilite dagli Stati membri.

Si tratta di un passo positivo che metterà a disposizione dei cittadini norme più chiare, standardizzate e proficue per la mobilità e la sicurezza stradale. Queste norme, inoltre, preverranno l’uso fraudolento di patenti false e porteranno a misure più efficaci contro i contravventori. La nuova direttiva raggiungerà coloro ai quali è destinata grazie a quello che, mi auguro, sarà un messaggio semplice e di facile comprensione, un messaggio al quale è auspicabile che i cittadini si attengano senza troppe difficoltà. Dovrebbe essere chiaro che il nostro obiettivo è semplificare la vita dei cittadini e degli addetti ai lavori, promuovendo un trasporto stradale più sicuro.

Per concludere, vorrei fare un commento sulla controversa questione dell’accesso scaglionato e graduale per la guida di motociclette, e dell’imposizione di un’età minima di 24 anni, a chi sia privo di esperienza, per la guida di moto di grossa cilindrata. Parlando da motociclista – sì, sono un vecchio motociclista – riconosco che l’età non è l’unico indicatore di maturità di una persona né di comportamento responsabile sulla strada; tuttavia, insieme con l’esperienza è l’indicatore migliore su cui la legge possa fare affidamento. Il punto è che ci sono sul mercato motociclette capaci di raggiungere velocità vicine a quelle della Formula uno. Veicoli del genere non devono finire in mano a ragazzi di appena 18 anni. Personalmente, non permetterei mai a mio figlio di guidarne uno a quell’età. Appoggio pertanto la soluzione individuata, mirante a tutelare i motociclisti più vulnerabili, che sono anche i più giovani membri della nostra società.

 
  
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  Inés Ayala Sender (PSE).(ES) Signor Presidente, credo che dobbiamo essere grati al relatore, onorevole Grosch, in particolare per questo regalo di Natale che l’Unione europea fa a 300 milioni di cittadini europei. E’ vero che, nel suo ruolo di Babbo Natale anticipato, egli è stato affiancato dal Commissario Barrot e dai suoi servizi, come pure dai relatori ombra, con i quali ha compiuto un ottimo lavoro.

Grazie, onorevole Grosch. Grazie per aver aggiunto agli aspetti importanti della sicurezza stradale elementi altrettanto importanti quali la lotta contro le frodi e il turismo delle patenti di guida, migliorando i controlli grazie a una banca dati on-line.

Per un paese turistico come il mio, simili misure erano essenziali e urgenti, ora più che mai visto che, con l’introduzione della patente a punti, sta nascendo una forma di turismo assolutamente condannabile che consiste nel rilascio di patenti all’estero o via Internet, come testé ricordato dall’onorevole Titley.

Per i motocicli è stata introdotta una saggia procedura educativa di accesso graduale, che aiuterà i nostri giovani a crescere, anche se alcuni di loro pensano di poter correre più velocemente.

Le disposizioni per i rimorchi e i caravan migliorano i controlli senza aumentare gli oneri.

Sono grata anche perché questo strumento apporta grande visibilità e incrementa la libera circolazione delle persone. Esso inoltre si rivelerà molto utile anche per gli autisti professionisti.

E’ vero che le scadenze previste sembrano lontanissime; personalmente condivido però l’ottimismo del relatore sul fatto che, nella pratica, la sostituzione delle patenti potrà avvenire entro tempi più rapidi. Quasi sempre i cittadini sono più avanti dei loro legislatori.

Infine, e nonostante il relatore ci ricordi che il rinnovo periodico e obbligatorio delle patenti non richiede obbligatoriamente esami attitudinali, medici o oculistici per gli automobilisti, credo che questa sia un’ottima base per creare in futuro un reale consenso su questo nuovo elemento.

Sono ottimista anche a tale proposito e mi permetto quindi di incoraggiare l’onorevole Grosch a lavorare per tradurre tale nuovo elemento in un successo.

 
  
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  Corien Wortmann-Kool (PPE-DE).(EN) Signor Presidente, desidero anzi tutto congratularmi con l’onorevole Grosch per il buon risultato ottenuto. Nelle trattative con il Consiglio, è riuscito a inserire nel compromesso finale molti punti della posizione del Parlamento. Quindi, in aggiunta all’euro, la nostra valuta comune, avremo ora anche una patente di guida comune, che metterà una buona volta fine al cosiddetto turismo delle patenti: se vi verrà ritirata la patente in un paese, non potrete più procurarvene una nuova da un’altra parte. E’ inoltre molto positivo il fatto che con queste misure potremo limitare le frodi, perché siamo riusciti a ottenere dagli Stati membri un periodo di validità limitato. Mi dispiace per l’onorevole Jarzembowski e per gli altri colleghi tedeschi, però si tratta di un fatto positivo per la sicurezza stradale in Europa.

Un compromesso significa sempre che un po’ si vince e un po’ si perde. Sarebbe stato più giusto nei confronti dei motociclisti consentire loro di guidare moto di grossa cilindrata al compimento dei 21 anni, invece che dei 24. A soli 18 anni si possono guidare un SUV enorme o una Ferrari, mentre, secondo questa proposta, se ne devono attendere altri sei per poter guidare moto di grossa cilindrata. Non c’è proporzione. Se il Commissario vuole veramente fare qualcosa per la sicurezza dei motociclisti, dovrebbe potenziare la ricerca in questo campo e poi adottare misure fondate sui risultati della ricerca. Diventerà così chiaro che, accanto a una buona formazione nel campo della guida, per aumentare la sicurezza dei motociclisti occorre anche potenziare le infrastrutture – per esempio, costruendo migliori barriere di protezione.

Infine, accolgo con piacere l’introduzione di ulteriori possibilità per gli automobilisti con patente di categoria B per il traino di rimorchi pesanti. Sono pertanto assolutamente favorevole a questa nuova direttiva sulla patente di guida europea.

 
  
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  Proinsias De Rossa (PSE).(EN) Signor Presidente, in primo luogo voglio ringraziare l’onorevole Grosch e tutti gli altri colleghi che hanno lavorato a questo importante testo legislativo europeo. Approvo quasi tutto ciò che può migliorare la sicurezza delle nostre strade. Vengo da uno Stato membro, l’Irlanda, che registra uno dei più alti tassi di mortalità per incidenti – dato che preoccupa non poco tutti i nostri cittadini.

Ciò dipende in parte dalla preparazione inadeguata degli automobilisti irlandesi, e in parte dal fatto che sulle strade circolano molti guidatori privi di patente. Su 2,5 milioni di automobilisti irlandesi, 410 000 non hanno la patente di guida e sono in possesso soltanto di un permesso provvisorio, e all’incirca 30 000 di essi sono già arrivati al quinto permesso provvisorio. E’ evidente che rappresentano un pericolo per gli altri utenti della strada. Mi rivolgo quindi a coloro che nutrono riserve su questa direttiva affinché la appoggino e appoggino così la tutela della vita umana sulle nostre strade.

 
  
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  Rodi Kratsa-Tsagaropoulou (PPE-DE).(EL) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, mi associo al plauso per il raggiungimento dell’accordo politico e interistituzionale su una questione così importante per la sicurezza stradale e la certezza del diritto in Europa, per la libertà di circolazione, la trasparenza e il funzionamento del mercato unico. Credo che la nostra procedura di standardizzazione rappresenti un importante successo.

I circa 110 modelli di patenti di guida sono il prodotto di tradizioni e pratiche diverse delle pubbliche amministrazioni dei nostri paesi, e per noi riuscire a coniugare una reale armonizzazione a livello europeo con il rispetto del principio di sussidiarietà è una sfida e un impegno costante. Penso quindi che il risultato che abbiamo raggiunto e ci permetterà di avere una patente di guida unica, in formato carta di credito, unitamente all’obbligo di sostituire le vecchie patenti entro un periodo di tempo adeguato, sia molto importante e consentirà alle pubbliche autorità di apportare le necessarie modifiche finanziarie e burocratiche.

Questo compito si integra poi con la necessità, che costituisce un valore aggiunto, di uniformare i modelli di formazione e controllo degli istruttori; ovviamente, acquisirà ulteriore valore aggiunto se sarà integrato dalla disponibilità di infrastrutture adeguate, munite di segnali stradali e di ogni altro dispositivo atto a migliorare la sicurezza, tra cui la qualità delle strade.

Noi crediamo che la patente di guida europea avvicini molto l’Europa ai suoi cittadini e sia una scommessa che non dobbiamo perdere.

 
  
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  Dieter-Lebrecht Koch (PPE-DE).(DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, a lungo si è dato per scontato che taluni documenti di identificazione personale, come i passaporti e le carte d’identità, debbano essere rinnovati a determinati intervalli di tempo. Ciò non vale per le patenti di guida. Molte persone continuano a guidare con la patente originaria anche se hanno cambiato nome più volte e la fotografia ha più di 40 anni. Ma non è un aperto invito a violare la legge e a ricorrere al turismo delle patenti di guida? Non è, spesso, un motivo di imbarazzo durante i controlli stradali? Perfino le targhe dei veicoli immatricolati in Europa hanno un valore di riconoscimento e contribuiscono, sia pure in minima parte, alla diffusione di un senso di identità europea. I 110 modelli di patente attualmente vigenti presentano l’Europa, invece, come un mosaico. E’ questo ciò che vogliono gli avversari della direttiva? I tempi sono più che maturi per una patente unica europea in formato carta di credito. La posizione comune del Consiglio riflette a tutti gli effetti la volontà del Parlamento e promette grandi progressi nella sicurezza stradale. Nella votazione di domani dobbiamo approvarla, affinché possa entrare in vigore quanto prima possibile.

Continuo a non comprendere, però, perché abbiamo accordato agli Stati membri periodi transitori così lunghi. Invito il mio paese, la Germania, a dare il buon esempio e a decidere autonomamente di anticipare la scadenza. Se lo faranno anche tutti gli altri Stati membri, le ricadute positive della direttiva concernente la patente di guida potranno farsi sentire durante il terzo programma d’azione dell’UE per la sicurezza stradale, cioè entro il 2010. Purtroppo, le decisioni del Consiglio non sono sempre in linea con la strategia di Lisbona. Andrà perso inutilmente un potenziale di crescita e occupazione se, per esempio, i dipendenti di officine meccaniche potranno guidare, a fini di riparazione, autocarri da 40 tonnellate mentre non potranno più guidare corriere vuote. Né comprendo la logica per cui una patente B può, in determinate circostanze, essere sufficiente per guidare combinazioni di automobili e caravan fino a 4,25 tonnellate, ma non per guidare una casa mobile, che è più facile da manovrare. Che peccato!

 
  
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  Jacques Barrot, Vicepresidente della Commissione. – (FR) Signor Presidente, onorevoli deputati, vi ringrazio per questa gratificante discussione che ha confermato l’amplissimo sostegno di cui gode la soluzione negoziata dalle nostre tre Istituzioni. Desidero congratularmi con voi tutti e in particolare con l’onorevole Grosch, il vostro relatore, per l’eccellente risultato.

In risposta alle pochissime osservazioni negative che sono state fatte, desidero precisare, onorevoli deputati, che abbiamo l’impegno morale di raggiungere un importante obiettivo: quello di dimezzare il numero dei morti sulle strade entro il 2010. Spetta quindi a ognuno di voi valutare quale sia la sua parte di responsabilità a tale riguardo.

Insieme con gli Stati membri abbiamo adottato un approccio trasversale fondato in primo luogo sulla qualità del veicolo. D’intesa con il collega Commissario Verheugen abbiamo preparato un calendario con le date entro le quali i fabbricanti di automobili possono gradualmente introdurre tutti i sistemi che servono a rendere i veicoli più sicuri. Il secondo elemento chiave del nostro approccio è l’approvazione da parte della Commissione il 5 ottobre 2006 di una proposta di direttiva sulla gestione della sicurezza delle infrastrutture stradali. Vogliamo infatti che la sicurezza sia tenuta in maggior conto, dalla fase di progettazione fino a quella di costruzione delle infrastrutture, e questo per il bene di tutti gli utenti della strada, motociclisti compresi.

Il terzo elemento chiave è, naturalmente, il comportamento di ogni singolo guidatore – e in questo senso il documento che vi sarà sottoposto domani per la votazione fornisce, a mio giudizio, un importante contributo. Al riguardo, signor Presidente, vorrei sottolineare ancora una volta la fermezza con cui il Parlamento europeo ha sostenuto e difeso gli interessi europei in questo campo. Proponendo e poi approvando progetti rilevanti – per esempio, la graduale sostituzione delle vecchie patenti di guida e l’applicazione delle condizioni per l’accesso graduale a determinate categorie di veicoli – il Parlamento ha dimostrato molto chiaramente una cosa che è del tutto ovvia: la sua preoccupazione di difendere e affermare gli interessi degli europei.

Sono stati espressi alcuni timori in relazione ai motociclisti, dato che la sicurezza dei motocicli è un tema che ci preoccupa molto. Nonostante il miglioramento generale della sicurezza stradale, i motociclisti sono gli utenti della strada più esposti a rischi, se consideriamo che un quinto delle persone che muoiono per incidenti stradali nell’Unione europea sono motociclisti. Ed è proprio per invertire questa tendenza che nella direttiva abbiamo sottolineato l’importanza di un accesso graduale alle motociclette di maggiore cilindrata. Maggiore esperienza, una preparazione mirata o un esame adeguato dovrebbero consentirci di ridurre il numero delle vittime. Non è una questione di burocrazia; al contrario, le procedure sono state semplificate. E’ però del tutto ovvio pretendere che i motociclisti ricevano un certo grado di preparazione. E’ fondamentale che i motociclisti siano preparati. L’allegato 6 alla direttiva si occupa appunto dell’educazione stradale dei motociclisti e potrà essere emendato ove necessario.

Signor Presidente, onorevoli deputati, l’accordo che voterete domani rappresenta un momento importante del nostro programma d’azione sulla sicurezza stradale. Pensando alle quasi 40 000 vittime della strada che registriamo ogni anno nell’Unione europea, si può giustamente ritenere che il Parlamento stia compiendo un’opera molto valida, visto che queste nuove disposizioni permetteranno senz’altro di salvare vite umane. Rivolgo pertanto al Parlamento europeo e al relatore i miei più sinceri ringraziamenti per l’ottimo lavoro che hanno compiuto.

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà giovedì, alle 11.00.

 
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