24. Sviluppo del sistema d’informazione Schengen di seconda generazione (SIS II) (regolamento) - Sviluppo del sistema d’informazione Schengen di seconda generazione (SIS II) (decisione) (discussione)
Presidente. – L’ordine del giorno reca, in discussione congiunta,
– la relazione presentata dall’on. Carlos Coelho a nome della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, sulla proposta di regolamento del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 2424/2001 sullo sviluppo del sistema d’informazione Schengen di seconda generazione (SIS II) (regolamento) [COM(2006)0383 – C6-0296/2006 – 2006/0125(CNS)] (A6-0410/2006), e
– la relazione presentata dall’on. Carlos Coelho a nome della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, sulla proposta di regolamento del Consiglio che modifica la decisione 2001/886/GAI sullo sviluppo del sistema d’informazione Schengen di seconda generazione (SIS II) (decisione) [COM(2006)0383 – C6-0297/2006 – 2006/0126(CNS)] (A6-0413/2006).
Franco Frattini, Vicepresidente della Commissione. – Signor Presidente, onorevoli deputati, ritengo in primo luogo doveroso ringraziare il relatore, onorevole Coelho, per l’eccellente lavoro svolto su queste proposte e anche per la rapidità con cui si è arrivati alla relazione e alla discussione di questa sera in assemblea plenaria.
Molti degli onorevoli parlamentari sapranno che la scorsa settimana il Consiglio dei ministri dell’Interno ha approvato delle conclusioni importanti. Queste conclusioni hanno confermato ancora una volta che il sistema di informazione Schengen II costituisce la priorità principale dell’Unione europea ed è quindi evidente che il prolungamento del mandato della Commissione sul SIS II è indispensabile, al fine di assicurare il proseguimento dello sviluppo del sistema di informazione Schengen II, in stretta cooperazione con i Paesi membri.
Saprete anche che il Consiglio ha accettato una proposta formulata dal governo portoghese – che io stesso, a nome della Commissione, ho ritenuto condivisibile – per una soluzione temporanea, che abbiamo chiamato SIS one for all. Si tratta cioè di un meccanismo volto a garantire, durante la fase di transizione verso SIS II, la possibilità di rimuovere le frontiere interne dei nuovi Paesi membri, rispettando la scadenza originaria fissata per la fine del 2007.
Questo non fa perdere di vista l’obiettivo principale, ovvero SIS II, il quale garantirà una maggiore sicurezza ai controlli di frontiera e confermerà il risultato che vogliamo raggiungere entro la fine dell’anno 2007, che consiste nel rimuovere i controlli alle frontiere interne dei nuovi Stati membri dell’Unione che hanno chiesto di aderire all’accordo Schengen allargato.
Quindi, qualora tali paesi rispondano – come mi auguro – ai criteri relativi alle condizioni di sicurezza necessarie alle frontiere terrestri, marittime e agli aeroporti, essi potranno coronare questo completamento politico del loro allargamento, realizzando uno spazio interno europeo senza controlli alle frontiere, che si estenderà dal Portogallo fino alla Lituania. Si tratterà di un grandissimo risultato politico per l’Europa.
SIS II continuerà a essere comunque l’obiettivo principale, garantirà un livello di sicurezza più elevato, apporterà un maggiore contributo alle autorità di controllo e di sicurezza della polizia e un maggior livello di protezione dei dati personali, che vengono inseriti nel sistema con maggiore trasparenza e responsabilità.
Per tutte queste ragioni SIS II rimane l’obiettivo per lo spazio europeo di sicurezza e di libera circolazione, ed è per questo che -condividendo le posizioni del relatore – chiediamo un prolungamento del mandato della Commissione affinché possa continuare a sviluppare il sistema SIS II.
L’accoglimento, da parte del Consiglio dei ministri, della proposta portoghese, comporterà un ritardo nell’attuazione di SIS II. Non sarà un grandissimo ritardo e posso anticipare all’onorevole relatore e al Parlamento che, nel febbraio 2007, la Commissione presenterà una proposta definitiva per la data finale di sviluppo del sistema SIS II e che il ritardo non sarà superiore ai sei-otto mesi rispetto alla data originariamente stabilita; il che, tutto sommato, è accettabile, se si considera che nel frattempo i nuovi Stati membri avranno realizzato il successo politico costituito dalla partecipazione ad uno spazio europeo senza frontiere interne.
PRESIDENZA DELL’ON. LUIGI COCILOVO Vicepresidente
Carlos Coelho (PPE-DE). – (PT) Signor Presidente, Vicepresidente Frattini, onorevoli colleghi, siamo tutti consapevoli dell’importanza del Sistema d’informazione Schengen di seconda generazione (SIS II), e il Vicepresidente Frattini ce l’ha appena ricordato. L’avvento della libertà di circolazione nell’area comunitaria e l’assenza di confini interni implica un rafforzamento della sicurezza dei confini esterni dell’Unione, che si può realizzare solo se le informazioni sono condivise tra tutti i membri dello spazio Schengen.
Il Vicepresidente Frattini inoltre ha affermato – ed è un’opinione che condivido – che SIS II non è solo una nuova generazione del Sistema d’informazione Schengen; si può dire infatti che si tratta di un nuovo Sistema d’informazione Schengen, con nuove funzioni, nuovi impieghi e nuovi dati importati. A parte le questioni tecniche relative alla creazione di un nuovo sistema, esiste anche un problema politico, relativo alla legittima ambizione dei nuovi Stati membri di aderire all’area Schengen non appena possibile. E’ un punto cruciale per i nuovi Stati membri: si tratta di poter offrire ai propri cittadini l’opportunità di circolare liberamente nel territorio della Comunità.
Per accedere allo spazio Schengen devono aderire al SIS. Come sappiamo, il SIS non è di per se stesso sufficiente, in altre parole la mera adesione al SIS non è sufficiente per accedere allo spazio Schengen; devono essere soddisfatte altre condizioni essenziali. Tuttavia, si tratta di un requisito necessario: non è possibile rientrare nello spazio Schengen senza rientrare nel Sistema d’informazione Schengen. Di conseguenza, la creazione del SIS II dev’essere prioritaria per noi e per questo abbiamo lavorato così intensamente per arrivare all’adozione della base giuridica del SIS II in prima lettura – e avendo collaborato strettamente con il Parlamento in tutto il processo verso questo obiettivo, il Vicepresidente Frattini ne sa qualcosa. L’adozione della base giuridica ci consentirà di non accumulare ritardi maggiori nell’attuazione del SIS II e desidero ringraziare nuovamente il Vicepresidente per il suo contributo decisivo alla realizzazione di questo obiettivo.
Il mandato assegnato dal Consiglio alla Commissione per l’elaborazione del SIS II termina tra qualche giorno, al 31 dicembre. La Commissione propone di prorogare questa scadenza al 2007, e ammette che il sistema non sarà operativo prima del 2008. La proposta di prorogare la scadenza al dicembre 2007 è la versione ottimistica. Mi ha fatto piacere sentire dal Vicepresidente Frattini che nel febbraio 2007 presenterà un calendario definitivo, e che prevede un ritardo di soli sei od otto mesi. Devo dire che questa previsione è molto migliore delle informazioni preoccupanti che circolavano. Si tratta comunque di un ritardo, ma è molto meno grave di quello che temevamo. Mi auguro che abbia ragione, poiché c’è chi ritiene che potremmo accumulare ritardi maggiori. In ogni caso, il Vicepresidente Frattini saprà che il Parlamento adempie sempre i suoi obblighi di monitoraggio. Intendiamo monitorare l’attuazione di questo processo e in caso di ritardi vorremo conoscerne i motivi.
Ritengo doveroso ringraziare i relatori ombra di altri gruppi politici, in particolare l’onorevole Mastenbroek e l’onorevole Lax, e desidero ringraziare pubblicamente i colleghi del mio settore dell’Aula, che hanno seguito attentamente la questione, mi hanno sempre incoraggiato e si sono costantemente dimostrati fortemente preoccupati per il ritmo di attuazione del SIS II, in particolare l’onorevole Bauer per la Slovacchia, l’onorevole Brejc per la Slovenia, l’onorevole Gál per l’Ungheria, l’onorevole Demetriou per Cipro, e ovviamente, per la Polonia, l’onorevole Kudrycka, che parlerà a nome del gruppo PPE-DE nella discussione odierna.
Barbara Kudrycka, a nome del gruppo PPE-DE. – (PL) Signor Presidente, desidero veramente ringraziare l’onorevole Coelho per la sua eccellente relazione e vorrei dire che la proroga del mandato alla Commissione non ha sollevato riserve. Il SIS II è e deve restare una priorità: il Parlamento europeo ha fatto tutto il possibile per mantenere tale priorità. Intendiamo ancora sostenere la Commissione affinché il SIS II si possa attuare al più presto. Gli obiettivi originari del nuovo sistema erano di aggiornare il SIS I e di ampliarlo per integrare i nuovi Stati Schengen.
Il primo di questi obiettivi deve ancora essere realizzato. Il secondo ha richiesto una decisione politica e la creazione del sistema alternativo “SIS I for all”. E’ un peccato che si sia dovuti arrivare a tanto, ma l’Unione europea deve mantenere la sua credibilità e adempiere i suoi obblighi politici nei confronti dei nuovi Stati membri.
Tuttavia, vorrei che si precisasse chiaramente come, in termini di organizzazione, tempo e finanziamenti, il progetto “SIS I for all” influenzerà la realizzazione del sistema SIS di seconda generazione. Occorre ancora una stretta collaborazione e il Parlamento dev’essere tenuto aggiornato su entrambi i progetti. Ci attendiamo inoltre che la Commissione adotti un atteggiamento più deciso ed esigente nei confronti degli Stati membri, per evitare successive recriminazioni.
SIS II è un progetto comunitario finanziato dal bilancio dell’Unione europea. Ciò significa che la Commissione e gli Stati membri sono responsabili in maggior misura rispetto al precedente sistema internazionale SIS 1+. La Commissione può contare sul sostegno politico del Parlamento europeo. Tuttavia, occorre imparare dagli errori e dagli insuccessi registrati finora. Mi auguro inoltre che, alla fine, il risultato del lavoro della Commissione sarà che tutti gli Stati membri si sentano parte integrante del progetto SIS II, senza divisioni tra Stati Schengen “vecchi” e “nuovi”.
Adam Jerzy Bielan, a nome del gruppo UEN. – (PL) Signor Presidente, il Sistema d’informazione Schengen, o SIS, così com’è conosciuto, è una banca dati che consente alle autorità competenti degli Stati membri di cooperare e scambiare le informazioni necessarie a creare un’area senza controlli alle frontiere interne. Il sistema agevola in misura significativa la circolazione dei cittadini dell’Unione europea e consente alle autorità giudiziarie e di polizia di operare in condizioni migliori per combattere il crimine.
Tuttavia, il SIS esiste ed è operativo dal 1995. E’ un periodo di tempo molto lungo in un’epoca di progressi estremamente rapidi in campo informatico. Per questo motivo, già nel dicembre 2001, esattamente cinque anni fa, il Consiglio ha incaricato la Commissione di istituire un sistema di seconda generazione, il SIS II. L’inclusione dei nuovi Stati membri è vitale per l’espansione dell’area Schengen. Non deve affatto sorprendere che l’opinione pubblica di questi paesi si preoccupi quando sente parlare di ritardi nell’attuazione del sistema.
Benché i ministri europei dell’Interno recentemente abbiano deciso che otto dei dieci nuovi Stati membri aderiranno all’area Schengen tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008, rientrando per un certo periodo nel sistema SIS I, si tratta di una soluzione di ripiego, che si rivelerà costosa e imperfetta.
Mi auguro che la Commissione trarrà qualche lezione dal ritardo nell’attuazione del sistema SIS II e che, in futuro, lavorerà con maggiore efficienza su progetti importanti per l’Unione europea nel suo complesso.
Andrzej Jan Szejna, a nome del gruppo PSE. – (PL) Signor Presidente, un sistema d’informazione che funzioni adeguatamente è alla base di un efficiente scambio di dati tra gli Stati membri, utile sia per la cooperazione giudiziaria e di polizia in materia penale, sia per i controlli alle frontiere e per il rilascio di visti e permessi di soggiorno. Inoltre, un sistema di questo genere dovrebbe garantire una maggiore sicurezza, poiché fornisce uno strumento al tempo stesso solido e flessibile, in grado di far fronte a requisiti in evoluzione.
Dal momento che la capacità dell’attuale sistema è in grado di servire un massimo di 18 Stati membri, è indispensabile realizzare al più presto il Sistema d’informazione Schengen di nuova generazione. Finora, l’attuazione di questo ambizioso progetto ha incontrato numerosi problemi che hanno provocato gravi ritardi. Per questo motivo, in futuro occorrerà fare il possibile per scongiurare il ripetersi di simili situazioni.
I ritardi nell’attuazione del sistema SIS II sono molto pericolosi dal punto di vista dei nuovi Stati membri, perché ritardano la loro piena integrazione nell’Unione europea e impediscono loro di trarre pieno vantaggio dalle possibilità offerte dal sistema Schengen e dall’abolizione dei controlli alle loro frontiere interne con gli altri paesi Schengen.
Desidero inoltre richiamare la vostra attenzione sulla dimensione orientale della politica estera dell’Unione europea e sui cambiamenti che occorre tenere presenti come conseguenze dell’ampliamento dell’area Schengen. Oggi la Polonia, che non appartiene a tale area, non riscuote tasse sui visti dai suoi vicini orientali, o riscuote importi molto bassi. Con l’ampliamento dell’area Schengen, il confine orientale della Polonia diventerà l’unico confine orientale dell’Unione europea e questo comporterà un aumento delle tasse sui visti, dell’ordine di decine di dollari USA, che interesserà anche i cittadini di Bielorussia o Ucraina.
Questa situazione potrebbe risultare difficile da accettare per i nostri vicini orientali, considerando il fatto che la Polonia e l’Unione europea hanno piani politici precisi in merito all’intensificazione della cooperazione con questi paesi, mentre si potrebbe creare qualcosa di simile a un nuovo muro di Berlino. E’ un’eventualità che l’Unione europea non si può permettere.
Leopold Józef Rutowicz (UEN). – (PL) Signor Presidente, l’attuazione del sistema SIS II rispecchia l’impotenza organizzativa del dipartimento operativo al quale è stato affidato questo compito. Ogni giorno decine di migliaia di automobilisti attendono in fila come rifugiati alle frontiere dell’Unione europea, in condizioni spaventose. Le aziende perdono migliaia di euro. La gente si interroga sulla natura di un’Unione europea che segna un autogol come questo. A Strasburgo, eleganti edifici amministrativi restano inutilizzati per l’80 per cento del tempo. Il costo del loro mantenimento è superiore a 200 milioni di euro all’anno. Nel contempo, ci sentiamo dire che ci sono dei ritardi perché non sono disponibili edifici per ospitare il sistema. I cittadini semplicemente non riescono a comprendere l’inefficienza di chi comanda.
Penso che gioverebbe all’Unione europea se i responsabili di questa situazione fossero mandati a passare una notte nella cabina di un autotreno. Presto le notti si illumineranno di neve, e un po’ di aria fresca non fa male a nessuno, anzi, rende più vigili. Propongo di fare finalmente qualcosa per chiarire questo problema, che è così importante per i nostri cittadini.