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Resoconto integrale delle discussioni
Lunedì 15 gennaio 2007 - Strasburgo Edizione GU

1. Seduta solenne : Accoglienza dei nuovi deputati bulgari e rumeni
Processo verbale
MPphoto
 
 

  Presidente. – Onorevoli colleghi, è con gioia e con entusiasmo che oggi accogliamo i 153 nuovi deputati bulgari e rumeni. A nome dell’Assemblea vi porgiamo il nostro più caloroso benvenuto e vi auguriamo un grande successo nel vostro primo mandato di deputati al Parlamento europeo.

Mi pregio inoltre di dare il benvenuto ai presidenti dei parlamenti nazionali di Romania e Bulgaria che sono seduti in tribuna…

(L’Assemblea, in piedi, applaude i nuovi deputati)

Porgo il benvenuto del Parlamento europeo a Bogdan Olteanu, presidente della Camera dei deputati rumena, a Nicolae Văcăroiu, presidente del Senato rumeno, e a Georgi Georgiev Pirinski, presidente dell’Assemblea nazionale bulgara.

Siamo ora una grande Assemblea di 785 deputati provenienti da 27 paesi e – per quanto allarmante possa sembrare – in rappresentanza di 177 partiti politici. Tra alcuni mesi i rumeni e i bulgari saranno chiamati alle urne per eleggere i propri rappresentanti europei. Da oggi il Parlamento si attiverà al massimo per sottolineare quanto sia importante partecipare alle prime elezioni europee indette in Romania e in Bulgaria.

Recentemente ho potuto constatare di persona tutto l’entusiasmo che i rumeni e i bulgari nutrono per l’Europa. Me ne sono reso conto in occasione delle cerimonie ufficiali cui ho preso parte a Bucarest il 31 dicembre 2006 e a Sofia il 1° gennaio 2007. Sia da un punto di vista personale che politico questi momenti sono stati tra i più memorabili del mio mandato e sono stati anche fonte di incoraggiamento, visto l’euroscetticismo che fa capolino in altre capitali.

Ho visto quanto siano orgogliosi i rumeni e i bulgari di essere diventati cittadini europei. Adesso tutto quanto li preoccupa ci riguarda ancor più di prima. Il caso delle infermiere bulgare condannate a morte in Libia ora è una questione europea. Non ci deve essere alcun allentamento nell’opera portata avanti dall’UE a difesa di queste cittadine europee – senza dimenticare il medico palestinese, anch’egli condannato alla pena capitale – e desidero cogliere questa occasione per chiedere nuovamente al governo libico di intercedere a loro favore.

(Vivi applausi)

Onorevoli colleghi rumeni e bulgari, voi portate la vostra storia, la vostra cultura e la vostra fiducia nell’Europa. Portate una nuova dimensione marittima all’Unione europea – quella del Mar Nero – la cui importanza strategica è nota a tutti soprattutto in questo momento, visto che buona parte delle nostre fonti di energia passa attraverso il Mar Nero. Siamo nel mezzo di un dibattito sulla politica energetica e la posizione geografica dei vostri due paesi è destinata senz’altro ad accrescere l’ascendente dell’Europa sulla scena internazionale.

Voi ci state dando una visione più ravvicinata di popoli che ora sono meno distanti da noi. Sono certo che, come cittadini di due paesi che hanno un confine comune con i Balcani occidentali, apporterete un contributo decisivo all’Europa che stiamo costruendo.

Con l’adesione della Romania ora vi sono quattro paesi membri dell’Unione europea che confinano con l’Ucraina e, aggiungendo la frontiera con la Moldavia, si viene a creare una situazione destinata a rafforzare la politica europea di vicinato.

Con l’adesione della Bulgaria ora vi sono due paesi che confinano con la Turchia, e anche in questo caso sono certo che l’esperienza della Bulgaria ci sarà estremamente utile.

I vostri paesi e i vostri popoli hanno compiuto uno sforzo enorme per aderire all’Unione europea. E’ uno sforzo di cui forse noi non siamo sufficientemente consapevoli, ma l’avete compiuto. La strada però è ancora lunga. Come ben sapete, nel novembre 2006 il Parlamento europeo ha sollecitato i vostri governi a non rallentare il ritmo delle riforme. A nostro avviso, ora vi trovate in posizione migliore per portare a termine le riforme, in quanto lo farete dall’interno anziché dall’esterno dell’UE, e il monitoraggio costituirà pertanto uno sforzo congiunto.

Per noi tutti l’impegnativo compito di conoscerci meglio comincia oggi. Regioni antiche come la Tracia e la Dacia, che erano parte dell’Europa ancor prima che il nostro continente avesse un nome, si sono ricongiunte alla famiglia e sono ritornate nell’Europa cui appartengono da sempre. Il loro ritorno sarà fertile come quello di altre parti d’Europa avvenuto il 1° maggio 2004.

Ci attendono grandi sfide e sono certo che lavoreremo insieme per affrontarle. Benvenuti allora.

(Applausi)

Ora vi invito ad ascoltare l’inno dell’Unione europea.

(L’Assemblea, in piedi, ascolta l’inno europeo)

 
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