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Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 31 gennaio 2007 - Bruxelles Edizione GU

20. Interventi di un minuto (Articolo 144 del regolamento del Parlamento)
Processo verbale
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  Presidente. – L’ordine del giorno reca gli interventi di un minuto su questioni urgenti e d’attualità di particolare importanza.

 
  
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  Zsolt László Becsey (PPE-DE).(HU) Nella mia regione d’origine, le contee meridionali delle pianure ungheresi, ha suscitato grande clamore la scoperta compiuta dalla polizia di un’enorme quantità di rifiuti generici, 5 000 tonnellate finora, probabilmente provenienti dalla Germania. L’indagine sta continuando, con la cooperazione delle autorità tedesche. Ma il fatto è che una tale quantità di rifiuti, e forse anche di più, in Germania risulta certamente mancante, e questo non può passare inosservato alle meticolose amministrazioni pubbliche tedesche. Fatti come questo, benché vietati dalle normative dell’Unione europea, sono sempre più frequenti come risultato della libera circolazione di beni, e nella mia regione di provenienza minano seriamente il valore attribuito all’adesione all’UE.

Inoltre, alcune aziende tedesche e austriache hanno già provocato numerosi scandali in Ungheria immettendo sul mercato attraverso grandi catene di negozi prodotti alimentari scaduti, sfruttando le abitudini di acquisto attente al risparmio dei cittadini dei nuovi Stati membri che si trovano a dover affrontare enormi problemi di sostentamento.

Questo impone non solo l’intervento da parte delle autorità tedesche e austriache; la Commissione europea non dovrebbe limitarsi a esigere una governance più rigorosa negli Stati membri in attesa di adottare l’euro: la protezione dei consumatori richiede un potenziamento del personale.

 
  
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  Józef Pinior (PSE).(PL) Signor Presidente, vorrei commemorare la scomparsa di Ryszard Kapuściński, uno dei più grandi scrittori dei tempi moderni. Nelle sue cronache scritte da ogni angolo del mondo e in tutto il suo lavoro, Ryszard Kapuściński ha detto la verità sul mondo nella seconda metà del XX secolo e all’inizio di questo secolo. I suoi libri registrano la sua testimonianza della fine del colonialismo verso la fine degli anni ’60, la caduta delle dittature negli anni ’80 e i lati positivi e negativi della globalizzazione che stiamo vivendo.

Ryszard Kapuściński era un reporter e pensatore modello; un giornalista dedito alla causa dei poveri e degli oppressi. Era un intellettuale, un libero pensatore, indipendente da qualsiasi sistema di potere. Ha sempre difeso la libertà e la democrazia – in America latina, Africa, Etiopia, Iran e Polonia. La sua presenza nei cantieri navali di Danzica durante lo sciopero generale del 1980 dimostrò la sua solidarietà con la lotta dei lavoratori polacchi per i diritti sindacali e la democrazia. La cultura polacca ed europea hanno perso molto con la morte di Ryszard Kapuściński.

 
  
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  Marco Pannella (ALDE). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, in queste ore ci è giunta di nuovo la notizia dell’assassinio a Bagdad di donne, bambini, lavoratori in cerca di occupazione e personalità civili. Da parte di chi? Da una banda di delinquenti criminali, estremamente organizzati, dei quali non si sa nulla.

Una parte dell’opinione internazionale parla di insorti ma si tratta di delinquenti che vengono protetti anche dalle autorità. Paul Bremer, primo amministratore iracheno, aveva affermato che in primo luogo vi sarebbe stata la moratoria sulla pena di morte e poi il riconoscimento della Corte penale internazionale. Invece, oggi l’Iraq non riconosce la Corte penale internazionale e non c’è nessuna possibilità legale di perseguire queste bande di assassini.

Non vorrei che l’Iraq di oggi sia uno Stato che protegge questa realtà invece di combatterla.

 
  
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  Věra Flasarová (GUE/NGL).(CS) La propaganda militare degli Stati Uniti parla in termini di terrorismo mondiale, di forze del male e di necessità di sicurezza. Un tempo si diceva: “Se vuoi la pace prepara la guerra”. Forse oggi si dovrebbe dire: “Se stai preparando la guerra, parla di salvaguardare la pace”. Io temo che i cittadini cechi siano stati indotti con l’inganno a credere che la base radar degli Stati Uniti in territorio ceco contribuirà a proteggere il mondo da minacce non specificate. Io credo che le basi militari statunitensi, comprese quelle nella Repubblica ceca, o dovunque possano essere in Europa, non conducano davvero a una maggiore sicurezza, ma rappresentino piuttosto una minaccia alla sicurezza della Repubblica ceca e di altri paesi europei, aggravino le tensioni, aumentino il bisogno di armamenti e peggiorino significativamente le relazioni con la Russia sia a livello politico che riguardo alla situazione energetica. L’attuale governo ceco o è ignaro di questi rischi o manca del coraggio di affrontare gli Stati Uniti. I cittadini cechi sono consapevoli del pericolo, come, ne sono certa, una grande proporzione della popolazione dell’Unione europea, che non sente il bisogno di essere trascinata nei piani bellicosi degli Stati Uniti.

 
  
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  Димитър Стоянов (ITS).(BG) Искам да запозная Парламента с най-новото развитие по случая с българските медици в Либия. Вчера срещу българските медицински сестри е било повдигнато ново обвинение за клевета срещу техните мъчители. Тоест, казано по друг начин, сега циничният либийски режим обвинява българските сестри за това, че те са били изнасилвани и тормозени в продължение на дни и седмици.

В същото време синът на либийския диктатор Кадафи, Сейф ал Ислам, необезпокояван обикаля из територията на Европейския съюз. В същото време страни като Германия, Франция и Италия търгуват за милиарди с този диктаторски режим. Време е да сложим край на двойните стандарти! Време е да бъдат наложени истински икономически санкции срещу Либия! Време е диктаторът Кадафи да бъде бойкотиран! Време е да няма програма, аз съм против, и не трябва да има програма „Петрол срещу човешки живот”. И този Парламент трябва да защити това!

 
  
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  Jim Allister (NI).(EN) Signor Presidente, nell’Irlanda del Nord è positivo vedere sostenitori di vecchia data del terrorismo professare il loro impegno a favore dello Stato di diritto contro il quale hanno combattuto per tanto tempo. Ma solo uno sciocco accetterebbe impegni verbali da chi sinora non esitava a uccidere, senza metterli alla rigorosa prova del tempo e dei risultati.

Il Sinn Féin ha preso l’impegno di sostenere la polizia subordinatamente a considerevoli condizioni, ma solo dopo che avrà ottenuto in cambio un incarico di governo. Tale ricatto è inaccettabile. Un impegno autentico per la legalità è incondizionato. Inoltre, non si può essere democratici incorrotti e un partito che aspira al governo ed essere ancora collegati inestricabilmente a un’organizzazione illegale che vanta tuttora un consiglio dell’esercito. Quindi il Sinn Féin è soltanto all’inizio di un lungo cammino di transizione da braccio politico del terrorismo a partito atto agli scopi di governo. Auspico che tale cammino sia reale e non virtuale.

 
  
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  Мартин Димитров (PPE-DE).(BG) Уважаеми господин Председател, дами и господа, искам да обърна внимание на този Парламент и на всички Европейски институции за очертаващата се енергийна криза на Балканите.

В Албания има много сериозен режим на тока, Македония едва покрива своите енергийни нужди. България вече не е износител на ток за Балканите. След затварянето на 3-ти и 4-ти блок на АЕЦ „Козлодуй” България едва покрива вътрешното си потребление.

Необходим е нов подход на европейските институции към Балканите, нова стратегия. 3-ти и 4-ти блок, които бяха затворени в началото на тази година и спрени от действие, са напълно безопасни и това се показа от множество международни изследвания. Необходим е гъвкав подход. В противен случай, тези проблеми само ще се задълбочат и само меката зима до сега скрива техния истински мащаб.

Този Парламент само с няколко гласа не подкрепи гъвкавия подход по отношение на АЕЦ „Козлодуй”, но тези възможности още не са изчерпани и ние всички заедно трябва да ги използваме, ако не искаме проблемите на Балканите да стават все по-сериозни. Прогнозите показват, че през 2007 г. и 2008 г. ще има още по-голям недостиг на ток. Така че е важно Европейската комисия и другите европейски институции да вземат отношение.

 
  
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  Elizabeth Lynne (ALDE).(EN) Signor Presidente, desidero sollevare la questione della rimozione delle mine. Sono molto preoccupata riguardo alla continuazione del finanziamento a favore di questo importantissimo obiettivo da parte dell’Unione europea. Anche se esistono alcuni aspetti positivi nell’ottimizzazione della linea di bilancio destinata alle mine antiuomo, se le autorità nazionali non includono il finanziamento per il disarmo umanitario – che comprende la rimozione di munizioni a grappolo e mine – nel programma strategico dei rispettivi paesi, dopo dicembre di quest’anno i fondi per queste operazioni salvavita finanziate dall’UE potrebbero cessare. Ciò avrebbe un grave impatto su tutta una serie di programmi di sviluppo in particolari paesi.

Chiedo al Presidente di esercitare pressioni sulla Commissione perché esamini in dettaglio le possibili conseguenze, compresa la perdita di vite umane per la mancata eliminazione di mine e munizioni a grappolo.

 
  
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  Bairbre de Brún (GUE/NGL).(GA) Signor Presidente, la settimana scorsa è stato pubblicato il rapporto del Mediatore di polizia per l’Irlanda del Nord, un rapporto che ha confermato la collusione tra la forza di polizia e una squadra omicidi paramilitare unionista. Questo rapporto è solamente l’inizio. E’ chiaro, quando si considera l’anzianità di quelli coinvolti all’interno della forza di polizia e ai quali è fatto riferimento in questo rapporto, che la collusione era una pratica politica e amministrativa presente a tutti i livelli di quella forza di polizia – il RUC – e nel governo britannico. Ora la domanda è che ne sarà di questo rapporto e quali azioni saranno intraprese. Nonostante ciò, il Sinn Féin ha adottato la storica decisione di sostenere il nuovo servizio di polizia. C’è ora un’opportunità straordinaria per far avanzare il processo di pace in Irlanda. Chiederei al partito DUP di Ian Paisley, e in particolare al collega onorevole Jim Allister, di lavorare con il Sinn Féin e con me per realizzare tale avanzamento nel processo di pace in Irlanda.

 
  
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  Jana Bobošíková (NI).(CS) Signor Presidente, la mia reazione alle dimissioni del presidente della commissione per gli affari costituzionali è la seguente. Questa settimana l’onorevole Leinen ha lanciato accuse contro il Presidente Klaus della Repubblica ceca in relazione ai suoi pareri sulla Costituzione europea, affermando che la politica del Presidente va contro gli interessi del suo paese e dei suoi cittadini. Vorrei però dire all’onorevole Leinen che si sbaglia. Il rifiuto della Costituzione nella sua forma attuale è decisamente negli interessi della Repubblica ceca e il Presidente Klaus sta solo mantenendo la sua promessa presidenziale riguardo alla Costituzione. Oltre al suo encomio unilaterale dei meriti del documento, l’onorevole Leinen dovrebbe rendere noto che la Costituzione europea, ad esempio, offrirà benefici non autorizzati e illimitati alla Germania, il paese di cui è rappresentante eletto. Se l’onorevole Leinen non menziona tutti gli aspetti della Costituzione europea e se ne nasconde le potenziali conseguenze per alcuni paesi, è lui che agisce contro gli interessi dei cittadini dell’Unione europea e frena il processo di integrazione europea, non il Presidente ceco.

 
  
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  József Szájer (PPE-DE).(HU) In Ungheria, una delle vecchie democrazie d’Europa nonché Stato membro dell’Unione europea da meno di due anni, la polizia, con l’appoggio malcelato del governo, da mesi limita notevolmente il diritto fondamentale di associazione dei cittadini. Noi ungheresi siamo orgogliosi del palazzo del parlamento ungherese e abbiamo dedicato la grande piazza su cui si affaccia al più grande eroe della guerra di indipendenza ungherese, Lajos Kossuth. Questa piazza ha avuto un ruolo decisivo nella storia dell’Ungheria degli ultimi 100 anni. Tre mesi fa il capo della polizia di Budapest l’ha chiusa illegalmente e in violazione del diritto di associazione per impedire ai cittadini di manifestare. La costituzione ungherese, come tutti i trattati internazionali sulle libertà civili, vieta la restrizione ingiustificata di un diritto fondamentale come il diritto di associazione. Eppure, nel cuore dell’Europa, sulla piazza principale di Budapest, intitolata a Kossuth, da tre mesi è vietato dar voce a opinioni politiche. Questo è inaccettabile. Non si tratta di un problema ungherese, ma di un grave attacco ai valori democratici europei condivisi da tutti. Per concludere, signor Presidente, sono felice che proprio lei oggi mi abbia dato la parola, onorevole Bielan.

 
  
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  Yannick Vaugrenard (PSE).(FR) Signor Presidente, onorevoli colleghi, l’ascesa dell’estrema destra in Europa è motivo di grande preoccupazione e la costituzione di un tale gruppo parlamentare in seno alla nostra Assemblea getta un’ombra sulla nostra storia, poco più di sessant’anni dopo la liberazione dei campi di concentramento. L’Europa è stata creata tenendo conto degli errori del passato, per bandirli per sempre. Ma oggi alcuni deputati vogliono dimenticare il passato o, peggio, negarlo, facendoci quindi rischiare di rivivere quelle situazioni.

Questo è inaccettabile e il cordone sanitario politico per evitare alla democrazia di incancrenirsi, per quanto indispensabile, non è sufficiente. La causa del malessere è politica e filosofica, ma anche economica e sociale. La mancanza di benessere porta al disagio, che a sua volta può portare la paura e il sospetto dell’altro e della sua diversità.

Impegniamoci quindi per una maggiore solidarietà, una maggiore attenzione agli esclusi e ai dimenticati della nostra società attuale, affinché quelli che approfittano della disgrazia e della miseria altrui non possano inquinare una democrazia europea così duramente conquistata.

 
  
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  Ilda Figueiredo (GUE/NGL).(PT) Altri 500 lavoratori sono appena stati licenziati nella fabbrica di Ovar della multinazionale Yasaki Saltano, e solo poche decine di questi sono stati trasferiti in altri stabilimenti del gruppo. Questi esuberi hanno colpito principalmente giovani donne, in una regione in cui non esistono alternative occupazionali, e sono seguiti a promesse fatte dalla multinazionale di lanciare nuovi progetti di produzione, che poi non si sono realizzati.

Tuttavia, la Commissione ha appena confermato che la multinazionale Yasaki Saltano ha ricevuto oltre due milioni di euro di fondi comunitari per i suoi stabilimenti in Portogallo. E’ importante, quindi, porre fine alla concessione di aiuti a multinazionali che poi licenziano i lavoratori e trasferiscono la produzione. E’ uno scandalo che non può continuare.

 
  
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  Laima Liucija Andrikienė (PPE-DE).(EN) Signor Presidente, il Parlamento europeo sta discutendo la conclusione di accordi tra la Comunità europea e la Federazione russa sul riconoscimento e l’agevolazione per l’emissione di visti per soggiorni brevi.

Quanto agli accordi di riconoscimento, le nostre riserve riguardano l’assenza del quadro normativo per l’attuazione dell’accordo, nonché il fatto che l’accordo non esclude esplicitamente i richiedenti asilo dal proprio campo di applicazione. Riguardo all’accordo di agevolazione dei visti, nutriamo riserve ancor più serie, che dovrebbero essere prese in considerazione.

Signor Presidente, vorrei richiamare la sua attenzione sull’importanza di queste preoccupazioni. Anche se il Trattato CE prevede che il Parlamento sia soltanto consultato in casi di questo tipo, dovrebbe continuare a esortare Consiglio e Commissione ad adempiere i loro obblighi di informazione, in modo che le decisioni europee possano essere prese su basi democratiche.

 
  
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  Danutė Budreikaitė (ALDE).(LT) Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Vicepresidente della Commissione europea Günter Verheugen ha sorpreso l’intera Unione europea presentando la sua visione della riforma della gestione in corso di attuazione nell’UE. A suo parere, i piccoli paesi membri non dovrebbero nominare membri della Commissione, poiché questi sarebbero soltanto responsabili per settori insignificanti dell’attività comunitaria. Potrebbero inviare i loro rappresentanti a lavorare negli uffici di importanti Stati membri in Commissione, e questo sarebbe il ruolo dei piccoli paesi nella Commissione europea. I grandi paesi gestirebbero i settori importanti e prenderebbero le giuste decisioni. Quali settori sono insignificanti? Forse i membri della Commissione dei grandi paesi potrebbero partecipare e renderli significativi? Perché la Germania non dà l’esempio e assume un ruolo di guida, ad esempio, nel campo del multilinguismo? Soltanto i membri della Commissione appartenenti ai grandi paesi possono essere competenti?

Uno dei più importanti principi fondamentali dell’Unione europea è il principio della non discriminazione. Ciò che si sta proponendo qui è una discriminazione basata sulle dimensioni a danno di alcuni Stati membri dell’UE. Tali membri della Commissione sono in grado di proporre qualcosa di positivo per la riforma dell’UE? La loro mancanza di consenso sembra dimostrare l’inadeguatezza di molti di loro a lavorare in un collettivo europeo internazionale.

 
  
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  Milan Gaľa (PPE-DE). – (SK) La Commissione europea ha abbassato le quote delle emissioni di CO2 per la Slovacchia per il periodo 2008-2012 di 10,3 milioni di tonnellate all’anno. Questo significa che le quantità consentite a 183 fonti, compresa la riserva per nuove fonti, non possono eccedere 30,9 milioni di tonnellate di biossido di carbonio. Per la Slovacchia questo è inaccettabile.

Grazie al precedente governo di Dzurinda, l’economia slovacca ha registrato una crescita del PIL da record. A marzo 2006 l’indice di produzione industriale ha raggiunto il 15,3 per cento invece del previsto 7,4 per cento. Le basse quote di emissioni imporrebbero vincoli discriminatori alla crescita. Durante questo periodo la Slovacchia affronterà cambiamenti significativi nella struttura di generazione di energia elettrica, come risultato della disattivazione delle unità della centrale nucleare di Jaslovské Bohunice stabilita nel trattato di adesione. E’ sconcertante che la Commissione non abbia accettato la proposta della Slovacchia di aumentare la quota di emissioni di CO2 almeno di 4,5 milioni di tonnellate. Va notato che la Slovacchia emette una quantità di biossido di carbonio inferiore a quanto stabilito nel Protocollo di Kyoto.

 
  
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  Marco Cappato (ALDE). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, il 18 febbraio 2007 l’Albania sarà chiamata alle urne per le elezioni amministrative, che erano già state rinviate per il rischio di brogli elettorali nell’identificazione degli elettori. In realtà, dalle segnalazioni che ci trasmettono dall’Albania i nostri compagni del Partito radicale non violento e dell’Associazione MJAFT, questi rischi sussistono a tutt’oggi e la violazione degli standard del Consiglio d’Europa e dell’OSCE è praticamente certa.

Mi auguro che l’Aula si potrà esprimere su questo tema e che, in ogni caso, la Presidenza del Parlamento possa manifestare formalmente la propria preoccupazione. Come Unione europea dovremmo certamente fare di più per garantire non soltanto un controllo meramente formale delle operazioni di voto bensì un vero e severo monitoraggio di tutta la fase che precede e prepara le condizioni elettorali e poi lo svolgimento delle elezioni stesse. Dobbiamo smetterla di limitarci ad un controllo formale: ne va anche del futuro della nostra Europa.

 
  
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  Marie Panayotopoulos-Cassiotou (PPE-DE).(EL) Signor Presidente, vorrei ricordare all’Assemblea che la strategia dell’Unione europea per realizzare entro il 2010 gli obiettivi fissati a Lisbona richiede maggiore competitività, miglioramenti economici e, naturalmente, la soluzione del problema della disoccupazione, specialmente fra i giovani.

Questo risultato non sarà conseguito a meno che non si cambino anche i sistemi di istruzione, a meno che non si modernizzi il sistema, in special modo il sistema di istruzione superiore. Numerosi Stati stanno cercando di cambiarlo e qui si tratta evidentemente di politica nazionale. Questi cambiamenti sono causa di notevole preoccupazione per i giovani o, al contrario, li lasciano indifferenti. In entrambi i casi l’impatto è preoccupante per l’Europa.

Naturalmente c’è il problema della Costituzione e dell’informazione al riguardo. Tuttavia, forse, prima che sul Trattato costituzionale, gli abitanti d’Europa – specialmente i giovani – dovrebbero essere informati in modo più efficace riguardo ai cambiamenti che si trovano dinanzi e a questo proposito sia la Commissione europea che noi qui in Parlamento abbiamo la responsabilità di intervenire.

 
  
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  Marios Matsakis (ALDE).(EN) Signor Presidente, i turcociprioti che vivono nella parte settentrionale di Cipro stanno ora tentando gradualmente di liberarsi dall’oppressione dell’esercito turco di occupazione. Circa 85 000 turcociprioti, dopo l’invasione turca del 1974, vivono infatti sotto il dominio della Turchia, imposto decisamente dalla presenza di 40 000 soldati turchi.

Dopo l’adesione di Cipro all’Unione europea nel 2004, i turcociprioti stanno cominciando a sentirsi abbastanza sicuri per cominciare a esprimere apertamente il loro desiderio di libertà dalla dominazione turca. A tale riguardo, centinaia di studenti universitari turcociprioti hanno tenuto di recente una manifestazione nella città occupata di Nicosia contro l’esercito di occupazione turco. Alcuni giorni più tardi, un autorevole politico turcocipriota, Mustafa Akinci, ha osato attaccare con forza l’occupazione di Cipro da parte delle truppe turche.

La lotta dei turcociprioti contro l’esercito turco di occupazione della parte settentrionale di Cipro è ormai cominciata. Sta acquistando slancio e merita il nostro pieno appoggio se vogliamo infine che Cipro possa essere un paese unito e indipendente dove i principi della giustizia e della democrazia siano sostenuti pienamente.

 
  
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  Zita Pleštinská (PPE-DE).(SK) Questo mese ricorrerà il trentesimo anniversario della pubblicazione da parte della stampa mondiale del testo di Charta 77, una petizione strettamente associata alle proteste contro la dittatura comunista nella ex Cecoslovacchia. Era un’espressione di resistenza contro l’arroganza del potere e la brutalità dell’apparato di sicurezza statale che non rispettava la libertà di religione, imprigionando tutti coloro che esprimevano critiche nei suoi confronti e impedendo ai giovani di studiare a causa delle loro opinioni o persino di quelle dei loro genitori.

Charta 77 era collegata a eminenti personalità, come Václav Havel e, anche a trent’anni di distanza, non ha minimamente perso la sua importanza e la sua attualità. Ha ispirato all’opposizione in Bielorussia l’iniziativa Charta 97, firmata da decine di migliaia di bielorussi che protestano contro il regime di Lukashenko. Anche i dissidenti nordcoreani, cubani e birmani stanno cercando di avvalersi di queste tattiche. Consentitemi quindi di pronunciare qualche parola qui al Parlamento europeo a nome di quanti hanno vissuto l’esperienza di un regime comunista totalitario. Firmatari di Charta 77, vi ringraziamo per il vostro coraggio che ha condotto a vincere la paura, in modo che tutti noi oggi possiamo vivere e lavorare nell’Unione europea come liberi cittadini.

 
  
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  Zbigniew Zaleski (PPE-DE).(PL) Signor Presidente, ogni Presidenza cerca di lasciare un segno particolare. L’Europa si sta organizzando formalmente e sta guardando al futuro. Questo è giusto e corretto, ma sarebbe un errore cercare di costruire un futuro da zero, creando un nuovo tipo di persona. L’URSS si era cimentata in questa impresa, fallendo però miseramente. L’Europa deve tenere conto della sua storia, con i momenti più luminosi e i tempi più terribili. E’ importante distillare dalla verità storica i valori che si sono dimostrati validi e che hanno avuto un’importanza cruciale per il superamento delle crisi passate. Tra questi spiccano i valori cristiani nel senso più ampio del termine, che costituiscono un punto di riferimento centrale per l’umanità. Confido nell’attuale Presidenza perché consenta ai valori cristiani di svolgere un ruolo guida nel lavoro del Parlamento, per garantire una piena e sana democrazia. Una democrazia che non è fondata su valori profondi è destinata a essere debole e inadatta al suo scopo.

 
  
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  Avril Doyle (PPE-DE).(EN) Signor Presidente, il Libro verde della Commissione sul fumo passivo, presentato ieri, asserisce che i divieti generali di fumo sono il modo migliore per combattere questo grave pericolo per la salute. Sono d’accordo.

Quasi cinque milioni di morti nel mondo sono riconducibili al tabagismo, ma i governi non attuano ancora politiche di controllo sul tabacco la cui efficacia sia nota e dimostrata. Le imprese del tabacco hanno contrastato strenuamente gli sforzi mirati alla protezione della salute. Proprio in questo momento, il sito web della British American Tobacco minimizza i gravi rischi del fumo passivo, affermando che se esiste qualche rischio è troppo basso per essere misurato. Il fumo passivo provoca 79 000 morti l’anno nell’Unione europea; le statistiche indicano che il fumo passivo provoca un decesso per ogni giornata lavorativa nel settore dell’ospitalità: non mi pare che sia un’incidenza così bassa che non possa essere misurata.

Inoltre, un recente studio della School of Public Health di Harvard ha rilevato che le società del tabacco hanno aumentato il tenore di nicotina nelle sigarette dell’11 per cento tra il 1995 e il 2005. Da questo studio è emerso che le sigarette erano state ridisegnate in modo da aumentare il numero di boccate di fumo per unità, aumentando così l’assunzione di nicotina da parte del fumatore. Questo dato inquietante non sorprende affatto. Nel corso degli anni le imprese del tabacco hanno mentito costantemente sulla pericolosità dei loro prodotti.

Qualsiasi provvedimento meno severo di un divieto assoluto comporterebbe l’incapacità di proteggere le categorie più vulnerabili ed esposte a seri rischi, e il Parlamento ha il dovere di promuovere e tutelare la salute dei cittadini.

 
  
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  Romana Jordan Cizelj (PPE-DE).(SL) Mercoledì 17 gennaio si è svolta una conferenza stampa al Parlamento europeo in cui i Primi Ministri di Germania, Portogallo e Slovenia hanno presentato una piattaforma per le tre Presidenze dell’Unione europea che si succederanno nei prossimi 18 mesi. Data l’importanza anche simbolica dell’evento, alla conferenza erano presenti non solo i tre Primi Ministri, ma anche i Presidenti del Parlamento europeo e della Commissione europea.

In considerazione dell’importanza di questo evento, sono rimasta esterrefatta nell’apprendere che la conferenza stampa si è svolta in una sala assolutamente inadeguata, troppo piccola per accogliere tutti coloro che volevano ascoltare i Primi Ministri. Le condizioni di lavoro per la stampa sono state inaccettabili.

Poniamoci due domande. In primo luogo, vogliamo che le notizie riguardanti il nostro lavoro siano contraddistinte da qualità e trasparenza? E in secondo luogo, vogliamo che il nostro lavoro ottenga un maggiore riconoscimento da parte dei cittadini dell’Unione europea? Se aspiriamo a entrambe le cose, esorto i responsabili a fare in modo che le future conferenze stampa siano organizzate in locali più adeguati e soprattutto più ampi, in modo da garantire l’accesso a tutti. Dobbiamo infine riconoscere che la stampa ha un impatto decisivo sull’immagine pubblica dell’Unione europea.

 
  
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  Czesław Adam Siekierski (PPE-DE).(PL) Signor Presidente, siamo ormai a metà strada di questa legislatura del Parlamento europeo. E’ ora di fare un bilancio del passato e decidere obiettivi e programmi per il futuro. Il cinquantesimo anniversario dei Trattati di Roma è una buona opportunità per guardare indietro ai decenni, e non solo agli anni, passati. Benché gli scopi originali della Comunità europea riguardassero problemi economici, la creazione di un mercato comune e di una comunità economica, l’esperienza di vita e la saggezza dei leader europei hanno ampliato la portata del nostro grande progetto europeo per includervi nobili scopi come i diritti umani, la democrazia, la libertà, la solidarietà e l’aiuto reciproco.

Le sfide che attualmente ci troviamo ad affrontare rientrano nel settore della sicurezza nel senso più ampio del termine. Tra queste sfide, spicca quella della sicurezza energetica e della lotta ai cambiamenti climatici dannosi. Questi problemi possono essere risolti, a quanto pare, con l’introduzione di nuove tecnologie e con l’innovazione. Comunque, non dobbiamo trascurare la sicurezza sociale, la sicurezza alimentare e la lotta al terrorismo. E’ essenziale che le Istituzioni dell’Unione e l’Unione stessa funzionino in modo efficiente se vogliamo portare a termine tutti questi compiti.

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

 
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