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Procedura : 2006/2231(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A6-0450/2006

Testi presentati :

A6-0450/2006

Discussioni :

PV 31/01/2007 - 21
CRE 31/01/2007 - 21

Votazioni :

PV 01/02/2007 - 7.9
CRE 01/02/2007 - 7.9
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Testi approvati :

P6_TA(2007)0019

Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 31 gennaio 2007 - Bruxelles Edizione GU

21. Promuovere diete sane e attività fisica: una dimensione europea per la prevenzione di sovrappeso, obesità e malattie croniche (discussione)
Processo verbale
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  Presidente. – L’ordine del giorno reca la relazione (A6-0450/2006), presentata dall’onorevole Ries a nome della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, su “Promuovere diete sane e attività fisica: una dimensione europea per la prevenzione di sovrappeso, obesità e malattie croniche” [2006/2231(INI)].

 
  
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  Frédérique Ries (ALDE), relatore.(FR) Signor Presidente, innanzi tutto vorrei ringraziare i miei colleghi relatori ombra, che sono presenti in Aula: gli onorevoli Bushill-Matthews e le onorevoli McAvan, Evans, Sinnott e Belohorská. Devo dire che i miei contatti nei loro confronti sono stati particolarmente intensi e proficui da quando sono stata nominata relatrice, nove mesi or sono.

Cito alcune cifre di particolare interesse nella relazione: il 38 per cento delle donne, il 27 per cento degli uomini e circa cinque milioni di bambini nell’Unione europea sono obesi, e ogni anno si registrano tra i nostri bambini più piccoli tra 300 000 e 400 000 nuovi casi di obesità. Si tratta di una situazione semplice e al contempo terribile. Nel 2000, l’OMS ha definito l’obesità il principale problema di salute dei paesi occidentali. Come potrebbe essere altrimenti se, in media, il 6 per cento del bilancio sanitario nazionale viene assorbito da tutte quelle malattie legate ai problemi di sovrappeso: il diabete di tipo 2, problemi respiratori, disturbi cardiaci e problemi di altro genere? Al di là di queste cifre, è importante aggiungere e affermare a chiare lettere che il fatto più preoccupante è che questa malattia è in aumento.

Vi è un’osservazione iniziale da fare, su cui siamo tutti d’accordo: noi non abbiamo risposto in tempo e, quando dico “noi”, mi riferisco in realtà ai governi, ai consigli direttivi di sanità e istruzione, e di fatto a noi come genitori.

La mia seconda osservazione, altrettanto ovvia, è che non è facile combattere efficacemente l’obesità e le sue conseguenze sulla salute delle persone, poiché a tal fine occorre un approccio globale, olistico, che tenga conto di fattori differenziati quali ereditarietà, stile di vita e istruzione per l’adozione di una dieta equilibrata e variata, fin dalla più tenera età possibile. La famiglia e il bagaglio professionale di una persona rappresentano un fattore cruciale. Non possiamo sottovalutare il fatto che l’insicurezza lavorativa e la povertà sono fattori che talvolta provocano l’obesità e in ogni caso ne determinano un ulteriore incremento.

La mia terza osservazione è che non partiamo da zero. Attualmente esistono circa sessanta iniziative per la prevenzione dell’obesità e la promozione dell’attività fisica che beneficiano del monitoraggio a livello europeo o che lo assicurano, quali Fleurbaix e Laventie e Food Dude, per citarne solo due.

Come si è detto più e più volte, quando si tratta di questa lotta, l’Europa non ha soltanto qualcosa da dire; ha un immane contributo da dare. Se scopo dell’Europa è dare un effettivo valore aggiunto, deve inserire la nutrizione e l’attività fisica nell’ambito delle altre politiche comunitarie in modo trasversale, in aree in cui, fortunatamente, si concentrano i bilanci comunitari più cospicui: la politica agricola comune, il settimo programma quadro di ricerca e i Fondi strutturali. Mi fa molto piacere, inoltre, che, nel contesto della riforma dell’OCM degli ortofrutticoli, lanciata la scorsa settimana dal Commissario Fischer Boel, una delle sette priorità – i sette obiettivi principali – sia stata la promozione del consumo di questo tipo di alimenti altamente nutrienti tra i cittadini.

Per parte mia, vorrei ribadire in Aula, come ho fatto nella relazione, che preferisco una politica d’incentivi, tagli sul prezzo, riduzioni fiscali o altri tipi di agevolazione a qualunque sistema che assomigli a una tassa sui prodotti calorici del tipo “tassa sui grassi”, perché un tale sistema penalizzerebbe in ultima analisi soprattutto le famiglie europee dal reddito più basso.

Sono lieta di tutti compromessi raggiunti nel lavoro su questioni importanti della relazione. Non le elencherò tutte, ma soltanto un paio. Il compromesso sul paragrafo 4, che raccomanda che, come l’OMS, tutti gli Stati membri riconoscano ufficialmente l’obesità come malattia cronica: una richiesta forte, sostenuta dalle associazioni dei pazienti, che abbiamo il dovere di approvare; si tratta altresì del modo senza dubbio più sicuro per evitare che nella nostra società alcune tipologie di persone vengano stigmatizzate e di assicurare che i sistemi sanitari offrano un livello ragionevole di assistenza. E poi il compromesso sui paragrafi 16 e 17, che sottolineano l’importanza del ruolo svolto dalle scuole nell’educazione dei bambini a uno stile di vita sano, dalla mensa scolastica al campo sportivo. Il compromesso sul paragrafo 30, infine, sull’esigenza urgente di adottare, come proponiamo, un’etichettatura semplificata e armonizzata dei prodotti alimentari ad alto contenuto di sale, zucchero e di alcuni grassi.

Vorrei inoltre mettere in chiaro che concordo con il gruppo socialista al Parlamento europeo e il gruppo Verde/Alleanza libera europea quando si oppongono a cibi e bevande a contenuto calorico troppo elevato. Sì, dobbiamo smettere di essere diplomatici in questo modo un po’ fastidioso che porta all’inazione. Chi oggi può ancora credere e dichiarare che, da un punto di vista nutrizionale, non ci siano cibi buoni e cattivi? L’esistenza di cibi cattivi evidenzia il motivo per cui è altresì importante che l’Unione europea si metta all’opera per ridurre il consumo di grassi saturi da parte dei cittadini – il che è oggetto del nostro paragrafo 28 – in quanto sono responsabili del colesterolo cattivo e, per estensione, di tutta una serie di malattie cardiovascolari.

Mi rammarico inoltre del fatto che i nostri dibattiti, a mio avviso, si concentrino decisamente troppo sul divieto di trasmettere pubblicità televisive di cibi e bevande ad alto contenuto di zuccheri, sale e grassi nel corso di programmi per bambini. A mio avviso tale dibattito è stato ampiamente chiuso dal nostro voto sulla revisione della direttiva Televisione senza frontiere tenutosi nel dicembre 2006 – quindi in tempi molto recenti. Questo è il concetto espresso con molta precisione dal nostro emendamento di compromesso n. 5. Anch’io, da parte mia, avrei difficoltà a spiegare a una madre la logica di una politica che proibisce la pubblicità televisiva, ad esempio, delle barrette di cioccolato, ma che, d’altro canto, autorizza la stessa pubblicità su Internet o sul grande schermo, e questo è il ragionamento sotteso al nostro paragrafo 24.

In conclusione, signor Presidente, sono convinta che tutti in quest’Aula condividiamo la stessa aspirazione. Innanzi tutto, fermare quest’epidemia facendo progressi visibili in quattro o cinque anni, in particolare per quanto riguarda i bambini. In secondo luogo, dobbiamo tentare d’invertire la tendenza entro il 2015 al più tardi, mediante politiche ambiziose a ogni livello di potere, compreso quello europeo. Per questo motivo ci aspettiamo molto da lei, Commissario Kyprianou, nonché dall’imminente Libro bianco, che ci presenterà in primavera.

 
  
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  Markos Kyprianou, Membro della Commissione.(EN) Signor Presidente, accolgo con grande favore la relazione elaborata dal Parlamento in risposta al nostro Libro verde e naturalmente desidero congratularmi con l’onorevole Ries per l’ottimo lavoro svolto. Posso semplicemente dire che condivido l’approccio adottato nella relazione e soprattutto, naturalmente, il rilievo accordato all’esigenza di porre la salute pubblica al centro della riflessione in tutta Europa.

La sfida per tutti noi è fare in modo che accada. Si tratta di una grande sfida perché parliamo di cambiamenti nello stile di vita, il che non è sempre un compito facile. E’ uno sforzo nel lungo periodo e costante sul quale dobbiamo insistere e persistere. Si tratta di un problema complesso che richiede soluzioni complesse. La Commissione non ha preso parte al gioco dello scaricabarile perché, in realtà, siamo tutti colpevoli. Vedevamo che il problema s’insinuava, ma tendevamo a ignorarlo; abbiamo sempre pensato che fosse un problema più che altro dell’America del nord, ignorando il fatto che stava diventando un problema europeo. Tutti ne siamo dunque responsabili e pertanto tutti dobbiamo contribuire alla soluzione.

La questione è molto urgente, e in questa sede posso ribadire ancora una volta che l’obesità potrebbe facilmente rappresentare la più grave minaccia per la salute nell’Unione europea del XXI secolo. Non occorre analizzare i problemi, le preoccupazioni in materia di salute e i danni provocati dall’obesità. Ancor più preoccupante è la sempre maggiore diffusione dell’obesità tra i bambini. Le cifre sono davvero preoccupanti: oggi il fenomeno interessa 40 milioni di bambini, che aumentano di 400 000 unità l’anno. Si tratta davvero di un motivo d’ansia.

La Commissione adotterà un Libro bianco il mese prossimo. Nell’elaborare e redigere tale documento – che posso denominare strategia – terremo in seria considerazione le idee e le opinioni sollevate nella relazione.

Per noi, l’approccio adotterà un insieme di misure autoregolatorie, volontarie e – perché no? – anche alcune misure normative. Per quanto riguarda la regolamentazione, potrei facilmente riferirmi alle indicazioni sulla salute o alla revisione dell’etichettatura degli alimenti che avremo presto, con ogni probabilità quest’anno. Senza dubbio, però, disponiamo della Piattaforma, come sapete, in cui abbiamo impegni concreti da parte degli interessati. Si tratta di impegni che devono essere verificabili, monitorati e indipendenti in un modo oggettivo. Presto pubblicheremo la seconda relazione di controllo dalla Piattaforma.

La relazione sfiora molte questioni e molti argomenti su cui siamo d’accordo, quali la riformulazione dei cibi, programmi d’incentivazione per l’autoregolamentazione e la questione delicatissima della pubblicità di prodotti alimentari destinata ai bambini. La verità è che finora ci siamo concentrati molto sulla quantità di cibo, sulla nutrizione. Ora intendiamo porre maggiormente l’accento sull’aspetto dell’attività fisica, che costituisce a sua volta un grave problema per i cittadini europei. Anche gli Stati membri hanno una grande responsabilità in quest’ambito e vorrei sottolineare il riferimento nella relazione allo sport nelle scuole. Si tratta di un fattore molto importante. Per me è imbarazzante dire che nell’Unione europea non si pratica sufficiente attività fisica nelle scuole tra bambini e adolescenti. La grossa sfida non è solo riportarvela, ma renderla di nuovo divertente. Si tratta di un fattore importante. Posso citare molto brevemente il caso di un genitore che si è lamentato con me del fatto che suo figlio torni da scuola e giochi a basket al computer senza praticare il gioco vero e proprio all’aperto, nel cortile della scuola. Questa è la realtà. Pertanto il vostro riferimento ai videogiochi è molto importante, ma dobbiamo anche utilizzare un approccio più scientifico, avanzato e moderno per riportare il divertimento nell’esercizio fisico in modo che gli scolari e gli adolescenti facciano attività fisica per divertirsi. Lo sport non dev’essere solo per gli atleti e gli agonisti, ma per tutti.

Abbiamo già accennato alla riforma dell’organizzazione comune dei mercati nel settore degli ortofrutticoli. Intendiamo promuovere il consumo di questi alimenti. Si tratta di un aspetto molto importante, ma continueremo a lavorare anche sull’aspetto dell’accessibilità economica, perché purtroppo, al giorno d’oggi, il cibo sano è molto più costoso di quello che riteniamo cibo “spazzatura”.

In conclusione, vorrei ringraziare nuovamente la relatrice per l’ottimo lavoro. Vi assicuro che terremo in seria considerazione le opinioni del Parlamento quando, nei prossimi mesi, elaboreremo la nostra strategia.

 
  
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  Anna Hedh (PSE), relatore per parere della commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere.(SV) Signor Presidente, sono davvero molto lieta del fatto che ora si presti attenzione a questo importante problema che riguarda un così ampio numero di persone, non solo in Europa, ma anche in vaste regioni del resto del mondo. Sono stata relatrice per parere della commissione FEMM al riguardo, e avrei preferito che il lavoro svolto sulla relazione fosse stato più chiaramente orientato all’uguaglianza di genere. Reputo importante che il Parlamento assegni alla Commissione il compito di sviluppare ulteriormente la sua strategia di genere su sovrappeso e obesità, dieta ed esercizio fisico, soprattutto quando si tratta di raccogliere dati e condividere le migliori pratiche. Dobbiamo inoltre impostare una strategia di comunicazione per l’intera Comunità. Non dobbiamo dimenticare che le donne sono diverse dagli uomini. Sull’obesità femminile occorre indagare più a fondo, specialmente per via della discriminazione all’interno del sistema sanitario.

 
  
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  Philip Bushill-Matthews, a nome del gruppo PPE-DE.(EN) Signor Presidente, l’obesità è stata descritta dall’OMS come la più grande minaccia sanitaria per l’Occidente, in seguito all’aumento radicale degli ultimi 30 anni. In molti paesi comunitari più di metà della popolazione adulta è in sovrappeso e quasi un terzo degli adulti viene indicato come obeso. Vi sono inoltre tre milioni di bambini in Europa che già appartengono alla categoria degli obesi, con ulteriori 14 milioni considerati sovrappeso. Si è addirittura osservato che vi sono bambini che sviluppano malattie normalmente associate alla terza età, quali il diabete di tipo 2.

Il problema è serio, sta peggiorando e ci riguarda tutti. Nel mio paese il commissariato nazionale ai conti ha quantificato le conseguenze economiche dell’obesità intorno al mezzo miliardo di sterline l’anno di costi sanitari diretti, più altri due miliardi di sterline in costi più estesi per l’economia. In qualità di contribuenti, tutti paghiamo per questo problema, e perciò tutti abbiamo interesse a trovare una soluzione. E’ chiaro che si deve fare qualcosa, ma il problema è a chi spetta la decisione.

La ponderata relazione Ries mette in chiaro che non sta all’Unione europea decidere. Vi può essere aiuto a livello comunitario con la condivisione di buone pratiche, la promozione di nuove idee e così via, perché promuovere la salute è una competenza concordata dell’Unione europea. Prestare assistenza sanitaria è compito degli Stati membri. La responsabilità, tuttavia, non è solo dei governi degli Stati membri o dei produttori di cibo e bevande, ma dei genitori e degli individui stessi. Non vogliamo che lo Stato o l’Europa siano una grande balia che ci permette di fare solo ciò che pensa ci faccia bene. Vogliamo aiutare le persone a decidere da sé, ed è anche per questo motivo che abbiamo menzionato la direttiva Televisione senza frontiere, che invita gli Stati membri e la Commissione a elaborare codici di condotta che riguardano la pubblicità destinata ai bambini, anziché controlli obbligatori. A scanso di equivoci, mi riferisco alle revisioni a tale direttiva approvate dal Parlamento lo scorso dicembre.

In conclusione, dobbiamo ricordare che l’assunzione di calorie rappresenta solo metà del problema. Mi fa molto piacere che il Commissario Kyprianou nelle sue osservazioni d’apertura abbia parlato dell’altro aspetto, il dispendio energetico, ovvero del fatto che i cittadini di tutte le età dovrebbero fare più esercizio. Sono inoltre lieto che abbia menzionato la necessità che i governi e altri soggetti promuovano gli sport agonistici e smettano di svendere i campi di gioco scolastici.

Tutti hanno la responsabilità di affrontare il problema. E’ ora che ciascuno lo riconosca. Mi congratulo con la Commissione per il suo Libro e in particolare con la relatrice per l’attenzione e la cura dedicate alla relazione.

 
  
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  Linda McAvan, a nome del gruppo PSE.(EN) Signor Presidente, innanzi tutto vorrei ringraziare l’onorevole Ries, che ha presentato una buona relazione e lavorato in modo molto collaborativo. Vorrei inoltre ringraziare tutti i relatori ombra. Tutti abbiamo lavorato insieme e penso, signor Commissario, che si accorgerà del consenso generale sulla necessità di intervenire. Siamo grati alla Commissione per aver accordato la massima priorità alla questione.

L’Unione europea non può fare tutto, come ha affermato l’onorevole Bushill-Matthews. La responsabilità è a livello nazionale, ma vi sono tre settori in cui l’Unione potrebbe fare la differenza. Il primo è già stato menzionato: l’etichettatura dei cibi. In seno al gruppo PSE vogliamo l’etichettatura obbligatoria con gli otto elementi nutritivi essenziali sul retro della confezione. Non vogliamo un’etichettatura in cui l’industria decida da sé di quali sostanze nutritive intende mettere al corrente il consumatore. Molte imprese di vendita al dettaglio e società del settore alimentare lo stanno già facendo e vogliono che vi siano anche pari condizioni. Molte di loro vogliono l’etichettatura obbligatoria sul retro della confezione, cosa che a mio avviso deve considerare nella revisione dei regolamenti, signor Commissario.

Vogliamo l’etichettatura nutrizionale sulla parte anteriore della confezione e sistemi chiari, e lo vogliamo presto. Per quanto riguarda la pubblicità, non dobbiamo affrontare la questione della pubblicità destinata ai bambini solo a parole. Dobbiamo davvero prendere provvedimenti. Nel Regno Unito sta davvero accadendo qualcosa. La nostra autorità di regolamentazione sta ponendo un freno alla pubblicità di cibi ricchi di grassi, zuccheri o sale destinata ai bambini, e penso che dovremmo fare altrettanto in tutta Europa.

In conclusione, un settore fondamentale che potrebbe inserire, signor Commissario, è quello della riformulazione dei prodotti. Questa nel Regno Unito è la National Salt Awareness Week, la settimana nazionale di sensibilizzazione al consumo di sale. Nel Regno Unito molti produttori di generi alimentari hanno avuto buoni risultati nella riduzione del sale nei cibi. Vogliamo vedere più interventi su tale piano e maggiori interventi riguardo ai grassi trans. L’onorevole Ries ha affrontato questo aspetto. I grassi trans sono pericolosi. Non hanno alcun valore nutritivo. A New York sono proibiti. La Danimarca ha tentato d’intervenire. Vogliamo che fermiate l’azione contro la Danimarca e interveniate a livello comunitario in merito ai grassi trans. Che senso ha aggiungere ai cibi sostanze prive di valore nutritivo?

Accolgo con favore la dichiarazione scritta che io e gli onorevoli Higgins, Jørgensen e Bowis abbiamo lanciato questa settimana, invitando l’Unione europea a intervenire sui grassi trans. Mi auguro che la prenderà in esame, signor Commissario.

 
  
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  Mojca Drčar Murko, a nome del gruppo ALDE.(SL) Onorevoli colleghi, sostanzialmente tutti concordiamo sul fatto che, se vogliamo che i cittadini modifichino le proprie abitudini alimentari e i propri stili di vita malsani, dobbiamo convincerli che è ragionevole farlo. Vanno rieducati, per così dire. Ciò che conta al riguardo è il modo in cui tale informazione viene comunicata.

Nel considerare il metodo giusto per far passare questo messaggio, potremmo tenere a mente l’esperienza maturata in altre aree di sensibilizzazione. Ad esempio, per molto tempo il grande pubblico ha ignorato gli appelli a partecipare agli sforzi tesi a combattere il cambiamento climatico rivolti ai singoli. Le cose però sono cambiate. Le trasmissioni televisive d’informazione ai cittadini hanno già trovato terreno fertile, ma prima che il messaggio giunga a destinazione occorrerà naturalmente un lungo periodo di paziente diffusione di informazioni.

Per quanto concerne l’esigenza di convincere i giovani ad abbandonare le cattive abitudini alimentari, non dobbiamo sottovalutare il ruolo svolto dai genitori, in quanto anche questi ultimi vanno rieducati. Una volta convinti che un’alimentazione sana fa bene ai loro figli, potranno dare essi stessi un contributo maggiore.

Dalla mia circoscrizione elettorale mi giunge notizia che alcuni genitori, incoraggiati dalle nostre attività in seno al Parlamento europeo, hanno ottenuto da una scuola l’autorizzazione ad avviare il processo di modifica delle circostanze esterne che influiscono sulle abitudini alimentari degli scolari. Ad esempio, hanno rimosso dalle immediate vicinanze della scuola i distributori che vendono cibi non sani, hanno iniziato a incoraggiare i bambini a mangiare frutta di stagione durante i pasti a scuola e, che ci crediate o meno, i bambini vanno a scuola a piedi tutti giorni.

 
  
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  Andrzej Tomasz Zapałowski, a nome del gruppo UEN.(PL) Signor Presidente, la relazione Ries riguarda il sovrappeso e l’obesità, che rappresentano un problema serio, soprattutto tra i giovani. Pertanto è particolarmente importante per il futuro della società europea. Occorre prestare un’attenzione particolare alla salute dei bambini e dei giovani e all’ambiente in cui i bambini passano la maggior parte del tempo, cioè la scuola e la casa.

In molti paesi europei la qualità del cibo offerto nelle mense delle istituzioni scolastiche non è come dovrebbe. Il facile accesso a snack ricchi di zucchero e a bevande troppo dolci rende difficile mantenere una dieta sana. Vi è inoltre la tendenza a dare da mangiare ai bambini cibi molto elaborati tra le mura domestiche. Una delle ragioni è che il cibo sano, cioè quello biologico, è costoso. Lo stesso vale per la frutta. Pertanto bisogna intervenire per incrementare il cofinanziamento all’agricoltura biologica negli Stati membri dell’Unione, soprattutto per quanto riguarda i frutti rossi. Il prezzo della frutta e della verdura diminuirebbe. Il Commissario Kyprianou ne ha parlato poc’anzi.

Solo attraverso una chiara politica di promozione della salute accompagnata da azioni concrete si possono ottenere risultati. Se si affronterà il problema soltanto rilasciando dichiarazioni, si creerà l’errata convinzione che in qualche modo ne verremo fuori. Di fatto, se non si istituiranno rapidamente meccanismi atti a sostenere la produzione di alimenti biologici, garantendo così la disponibilità di tali cibi su larga scala, i paesi comunitari ben presto dovranno aumentare la spesa per la protezione della salute. Occorre prendere provvedimenti adeguati al riguardo in seno alle commissioni competenti, tra cui la commissione per l’agricoltura, perché la produzione di frutti rossi non riceve sostegno e aiuto adeguato dal bilancio comunitario.

 
  
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  Hiltrud Breyer, a nome del gruppo Verts/ALE. – (DE) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, onorevole Ries, benché il Commissario nutra grandi ambizioni nel campo della tutela dei cittadini dal fumo passivo, è deplorevole che finora non si evidenzi alcun senso di urgenza nei confronti dell’obesità.

Avrei voluto che questo Libro verde contenesse un maggior numero di proposte vincolanti, che avrebbero messo in chiaro che ci avviamo a compiere un processo legislativo e non un appello all’autoregolamentazione del settore. L’esperienza ci ha insegnato in tanti altri ambiti che questa è solo una tattica dilatoria.

Le cifre dell’OMS dimostrano che 1,5 miliardi di persone al mondo sono in sovrappeso, mentre 800 milioni soffrono di fame, svelando così non solo che il problema è globale, ma anche che esiste un problema particolare all’interno dell’Unione europea, dove un bambino su quattro è in sovrappeso e ogni anno si registrano 300 000 nuovi casi. Perciò è decisamente ora d’intervenire.

Per buone che siano le proposte e le idee contenute nella relazione, che senza dubbio accogliamo con favore, avremmo voluto che comprendessero maggiori obblighi, e che la Commissione avesse avuto il coraggio di proporre il divieto dell’uso di acidi grassi trans nei cibi di produzione industriale. Sappiamo che gli acidi grassi trans sono nocivi, e sono lieta che alcuni Stati membri abbiano trovato il coraggio di proibirli, ma avrei voluto che la Commissione dimostrasse la stessa audacia proponendo un simile divieto in tutta l’Unione europea, e spero che potremo rimediare a tale omissione. Un altro provvedimento utile consisterebbe nel vietare l’uso di giocattoli per invogliare i bambini a mangiare cibi “spazzatura” nei fast food e così via. A mio avviso, occorre nuovamente ribadire a chiare lettere – e qui mi avvio a concludere – che dobbiamo davvero fare di più nell’ambito della pubblicità per fare in modo che l’obesità e la minaccia del diabete nei bambini e nei giovani non ci sfuggano di mano.

 
  
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  Bairbre de Brún , thar ceann Ghrúpa GUE/NGL. – (GA) A Uachtaráin, mar iar-Aire Sláinte cuirim fáilte roimh an Tuarascáil seo. Aontaím léi go bhfuil gá daoine agus comhlachtaí a spreagadh chun an rud ceart a dhéanamh, ach creidim go láidir go bhfuil gá le cosc a úsáid fosta. Tá ilthosca ann ar cúis le mortabháil iad agus baineann freagairt ar bith le roghanna i réimsí éagsúla beartais. Cé go bhfuil oideachas agus rogha tomhaltóirí tábhachtach, caithfidh muid cinntiú go nglacann údaráis phoiblí, déantúsóirí bia, fógróirí agus na meáin lena gcuid freagrachtaí. Cuirim fáilte go háirithe roimh an leasú a iarrann ar dhéantúsóirí bia agus ar an tionscal margaíochta stop a chur le daoine cáiliúla, scannáin agus carachtair chartúin a bhfuil tóir ag páistí orthu a úsáid le bianna a bhfuil ardleibhéal saille, siúcra agus salainn iontu a chothú i measc páistí. Ba chóir do dhéantúsóirí lipéadú soiléir agus buan a thabhairt isteach ar bhealach nach mbeidh gá do thomhaltóirí a bheith ina saineolaithe cothaithe chun na roghanna cearta acu a dhéanamh.

 
  
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  Hélène Goudin, a nome del gruppo IND/DEM.(SV) Signor Presidente, discutiamo di una relazione su una questione che riguarda sia gli Stati membri dell’Unione che i paesi ricchi del mondo in generale, benché in modi diversi. Senza dubbio il sovrappeso e l’obesità sono gravi problemi che hanno conseguenze non solo per i diretti interessati, ma anche per la società in generale.

Dovremmo tuttavia chiederci se questo è un problema che va davvero affrontato a livello comunitario. Per quanto mi riguarda, credo di no. Perché l’Unione europea dovrebbe pronunciarsi sulla collocazione delle scuole negli Stati membri? L’Assemblea pensa forse che i cittadini non sappiano che frutta e verdura fanno bene o che l’attività fisica è importante per la salute? Il paragrafo 46 della relazione esprime preoccupazione per il calo dei consumi di frutta e verdura all’interno dell’Unione europea, determinato dai costi elevati di tali prodotti. Questo dà di per sé motivo di riflessione, date le ingenti sovvenzioni ricevute dagli agricoltori comunitari tramite la politica agricola comune. Il prossimo passo sarà la richiesta di un aumento degli aiuti all’agricoltura? L’obesità e le malattie collegate sono questioni che ogni Stato membro deve affrontare alla luce delle particolari condizioni presenti in ciascuna realtà nazionale. Concentriamoci invece sulle questioni adatte a quest’Assemblea.

 
  
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  Jean-Claude Martinez, a nome del gruppo ITS.(FR) Signor Presidente, signor Commissario, l’Europa ha quasi 100 milioni di persone in sovrappeso, diversamente dal Darfur che ha solo persone sottopeso. Senza dubbio vi sono 800 milioni di bambini nel mondo che rischiano di morire di fame, mentre noi, dal canto nostro, abbiamo 14 milioni di bambini obesi, numero che è in aumento.

Che cosa si può fare, dunque, non perché smettano di assomigliare a figure dipinte da Fernando Botero, ma per risparmiare il 7 per cento dei costi sanitari annui?

Innanzi tutto si può ricorrere all’opzione delle diete. Oltre a quella del Biafra, che è troppo pericolosa, ci si può affidare a quella cretese, che però richiede olio di oliva, frutta, verdura e carni bianche e, purtroppo, la rinnovata politica agricola comune sta distruggendo i nostri ulivi e rendendo disoccupati i nostri orticoltori, arboricoltori e allevatori di pollame.

Vi sono inoltre regimi finanziari molto efficaci. Di fatto l’obesità diminuisce quanto più si sale nella scala dei redditi. In cima alla scala, i ricchi sono tutti magri. Pertanto i poveri vanno resi più ricchi se vanno anche resi più magri. A tal fine, tuttavia, dobbiamo riconsiderare il patto di austerità di Maastricht, che produce cittadini esclusi dalla società e perciò persone grasse.

Per quanto mi riguarda, la mia unica speranza è che il riscaldamento globale prosegua. In tal modo i bambini europei farebbero molto esercizio andando a scuola sui loro bei cammelli circondati da dune di sabbia. Spero inoltre che nessuno di quei bambini con gli occhi infossati e lo stomaco gonfio legga la relazione Ries, perché ci sono due modi di indurre il vomito: uno è mangiare troppo, l’altro è leggere una relazione scandalosa come questa.

 
  
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  Renate Sommer (PPE-DE).(DE) Signor Presidente, innanzi tutto vorrei ringraziare la relatrice, onorevole Ries, la cui relazione, a mio avviso, si è dimostrata equilibrata fin dall’inizio, ed è un lavoro che posso, in linea di principio, sostenere.

Penso di essere nella posizione di giudicare, avendo passato tre anni a esaminare il problema della crescente obesità tra gli europei, in particolare i bambini, in relazione alla famosa – o famigerata – questione delle indicazioni nutrizionali e sulla salute sui cibi, che il Commissario Kyprianou non avrà dimenticato.

Reputo particolarmente importante che si adotti un approccio olistico al problema, perché riguarda la società nel suo insieme; non è un singolo alimento o la sua pubblicità allettante a causare ai cittadini un aumento di peso che li rende sempre più esposti alle malattie. Sappiamo che lo stile di vita moderno è il vero problema; non ci muoviamo abbastanza!

E tuttavia è forse un problema che si può risolvere con la legislazione? In generale, ho ancora qualche perplessità sui divieti alla pubblicità, perché implicano semplicemente che il prodotto sia cattivo e da biasimare per la sofferenze dei cittadini. Il cittadino comune la considera un’imposizione da parte dello Stato, il genere di cosa che allontana i cittadini dall’Europa e li porta a respingerla.

Che ne è stato della responsabilità personale degli individui? Improvvisamente non sono più adulti? E che dire della responsabilità dei padri verso i figli? E’ un aspetto su cui dovremmo insistere. Gli europei, tuttavia, necessitano di un’istruzione migliore, di un’etichettatura comprensibile per i cibi e di informazioni su uno stile di vita sano per poter esercitare tale responsabilità da soli; in fin dei conti, i genitori vogliono veramente un futuro positivo e sano per i loro figli.

A tale proposito, non dimentichiamo il principio europeo di sussidiarietà. Non possiamo e non dobbiamo essere altro che intermediari di idee tra gli Stati membri. Non fa parte della nostra funzione interferire in ambiti quali le scuole, organizzate secondo principi nazionali o, come in Germania, regionali. E’ un principio fondamentale che la coercizione per mezzo della legge è inopportuna, che fare pressioni provoca resistenza. Con le nostre politiche dobbiamo persuadere i cittadini e farli stare al nostro fianco; solo così otterremo dei risultati.

 
  
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  Anne Ferreira (PSE).(FR) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, innanzi tutto vorrei davvero lodare il lavoro della nostra collega, di cui sostengo in modo particolare le proposte sulla prevenzione e sull’educazione, nonché sull’educazione fisica, naturalmente. Tali proposte sottolineano inoltre l’importanza del ruolo delle mense scolastiche, che devono offrire a bambini e adolescenti una dieta equilibrata che comprenda prodotti sani.

Ogniqualvolta sono state attuate nei nostri paesi, tali misure hanno prodotto risultati soddisfacenti, e numerosi studi indicano che tali programmi, essendo progettati per prevenire l’obesità e promuovere un’alimentazione sana, hanno permesso di stabilizzare il tasso di obesità tra i giovani in sovrappeso – un tasso che, nel complesso, altrimenti è sempre in aumento. I numeri sono stati illustrati or ora. Questo mi induce ad affermare che dobbiamo davvero spronare la Commissione a diffondere molto di più l’adozione di tali programmi.

Detto questo, reputo necessario affermare che, di fronte a questo crescente problema di salute pubblica, dobbiamo inoltre rivolgere l’attenzione alle sue cause implicite. Il legame tra obesità e ambiente sociale, che è stato dimostrato molte volte, è determinato principalmente dal prezzo degli alimenti. Un quotidiano francese oggi ha pubblicato un articolo dal titolo “I ricchi sono magri”.

Se l’obesità è legata principalmente a un consumo eccessivo di zuccheri e grassi a scapito dell’assunzione di frutta e verdura, è certo per via del prezzo di queste ultime. Inoltre è arduo, a tale proposito, pensare che la situazione possa migliorare in futuro, in quanto è risaputo che la revisione della PAC farà sì che lo zucchero e persino i grassi vengano posti sul mercato al 25 per cento dei prezzi precedenti – cosa che ne favorirà l’uso nei prodotti dell’industria agroalimentare – mentre i prezzi di frutta e verdura continueranno a salire, ponendole ben al di là della portata dei cittadini più poveri.

Per questo motivo sarebbe utile se la politica alimentare dell’Unione europea potesse integrarsi con la politica sanitaria e se i generi alimentari venissero resi accessibili a tutti mantenendone bassi i prezzi. Né dev’essere ignorato l’impatto della politica socioeconomica, in quanto la scelta dei cibi tende a essere determinata dal potere d’acquisto della famiglia. Tuttavia, nell’attesa che le nostre politiche vengano sottoposte a revisione, dobbiamo immediatamente usare il programma di aiuti alimentari per fare in modo che si diano frutta e verdura a chi ne ha bisogno.

 
  
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  Jan Tadeusz Masiel (UEN).(PL) Signor Presidente, fino a poco tempo fa si pensava che sovrappeso e obesità fossero problemi che colpivano principalmente gli Stati Uniti. Ora pare che questa nuova malattia che interessa le società industrializzate sia presente anche nell’Unione europea. Come ha affermato la relatrice, i bambini sono i più colpiti.

Concordo con tutte le analisi e le dichiarazioni contenute nella relazione. Tuttavia vorrei richiamare la vostra attenzione sul fatto che per mangiare in modo sano occorre avere accesso a cibi sani. Purtroppo i cibi sani stanno diventando sempre più difficili da trovare nell’Unione europea. Purtroppo da molti anni ormai siamo ostaggio delle grandi imprese agroalimentari e siamo costretti a consumare i prodotti che esse ci forniscono. Tali grandi imprese impongono un certo tipo di produzione alimentare agli agricoltori, portando alla produzione di una quantità sempre maggiore di cibo sempre più economico e di qualità sempre più scarsa. Gli agricoltori vengono incoraggiati e indirettamente costretti a intraprendere un’agricoltura intensiva, il che è nocivo per l’ambiente e per la nostra salute.

Tra le varie questioni, oggi discutiamo dell’obesità e del sovrappeso. Nel frattempo, gli scienziati evidenziano una situazione ancora più preoccupante, in quanto, a loro avviso, l’aspettativa di vita in Europa, anziché essere mediamente in crescita, è in rapida diminuzione. Quel che è ancora peggio è che tutti sovvenzioniamo gli agricoltori e, in ultima analisi, né noi né loro traiamo sufficiente beneficio dal cibo prodotto. La soluzione ai problemi attualmente in discussione sta in parte in un ritorno all’agricoltura biologica tradizionale che, tra l’altro, è priva di OGM.

 
  
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  Urszula Krupa (IND/DEM).(PL) Signor Presidente, nel tentativo di prevenire il sovrappeso e le malattie croniche legate all’obesità, occorre dare la priorità al miglioramento della salute mentale della società. I problemi psicologici portano alla sovralimentazione, creando inoltre una predisposizione ad altre dipendenze provocate da bassa autostima e frustrazione, causate a loro volta da uno stile di vita stressante e dal tentativo frenetico di raggiungere il successo economico e migliorare gli standard materiali.

Altro fattore significativo responsabile di tale obesità diffusa è il cibo innaturale e dannoso alterato da conservanti e preparato artificialmente che ora è disponibile sempre e ovunque, 24 ore al giorno. Questo altera le normali sensazioni fisiologiche di fame e sazietà. La suddetta condizione è determinata anche dall’assenza di attività fisica che la meccanizzazione della vita quotidiana comporta. La consapevolezza di questi e di altri fattori va rafforzata da provvedimenti giuridici, che rientrano nelle competenze dei deputati al Parlamento e di altri decisori. Va tuttavia detto che le etichette che riportano la composizione e il valore calorico dei cibi non aiutano un granché una persona malata che ricorre al cibo nel tentativo di affrontare la paura o la depressione.

 
  
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  Pilar Ayuso (PPE-DE).(ES) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, innanzi tutto vorrei complimentarmi con la relatrice, onorevole Ries, nonché con i relatori ombra, per il lavoro svolto.

Questa iniziativa della Commissione di redigere un Libro verde sulla promozione di diete sane e attività fisica in relazione alla prevenzione dell’obesità ha ricevuto un’accoglienza estremamente positiva da parte di tutti coloro che hanno partecipato al processo. Questo rispecchia le molteplici sfaccettature del problema e l’esigenza di adottare misure che coinvolgano la società nel suo insieme. Tutto questo viene esposto con molta efficacia nella relazione Ries.

A tale proposito, vorrei sottolineare che l’industria alimentare europea partecipa a numerose iniziative e si è impegnata specificamente in diversi settori della promozione di diete e stili di vita sani nel quadro della Piattaforma d’azione europea sulla dieta, l’attività fisica e la salute, avviata dalla Commissione nel 2005.

Simili sforzi sono sempre più frequenti per offrire ai consumatori una gamma sempre più ampia e varia di prodotti che vadano incontro alle loro esigenze. Dobbiamo pertanto continuare a promuovere gli sforzi d’innovazione del settore, cosa che in ultima analisi andrà a beneficio del consumatore. Tale impegno da parte dell’industria europea responsabile è direttamente collegato alla promozione di diete e stili di vita sani e ne sono prova alcuni esempi di autoregolamentazione e marketing. In concreto, in Spagna l’industria ha firmato un accordo a tal fine con il ministero della Salute e delle politiche dei consumatori, accordo che sta funzionando molto bene. Comprende la promozione dell’educazione alimentare dei consumatori, diete sane e soprattutto l’attività fisica, che sono strumenti importantissimi per tenere sotto controllo l’obesità.

Vorrei tuttavia sottolineare che di per sé non esistono cibi buoni o cattivi. Tutto si può e si deve mangiare. Vi sono diete sane e diete che non lo sono granché. Tutto dipende dalla varietà. Dobbiamo insistere sulla necessità di usare meno la macchina, il telecomando, i videogiochi e così via, abbandonando l’idea che l’intero problema si possa risolvere per mezzo di divieti e regole.

Vi è una cosa che vorrei dire. Non dobbiamo demonizzare le persone in sovrappeso perché, se insistiamo troppo su questo, andremo incontro a un altro problema, l’anoressia, che è molto più grave, se ciò è possibile, soprattutto tra i giovani.

 
  
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  Zdzisław Zbigniew Podkański (UEN).(PL) Signor Presidente, tutti sanno che un’alimentazione sana e l’esercizio fisico sono la cura migliore per l’obesità, il sovrappeso e le malattie croniche. Tutti sanno inoltre che oltre la metà dei cittadini dell’Unione europea ha problemi di obesità e sovrappeso. Ne è al corrente anche ciascun deputato in quest’Aula.

Data questa situazione, sorge una domanda fondamentale. Perché così tanti individui illuminati, eletti a una carica pubblica dai propri concittadini, sostengono la produzione di alimenti geneticamente modificati? Quali motivazioni li spingono a cedere alle pressioni dei lobbisti e di altre parti interessate, che promuovono e immettono sul mercato prodotti pericolosi per gli esseri umani e per l’ambiente naturale? Com’è possibile che tali individui illuminati tollerino e, ancor peggio, creino di fatto le condizioni per la globalizzazione dell’agricoltura e per rovinare le aziende agricole a conduzione familiare che producono cibi sani, danneggiando il terreno e l’ambiente con la promozione di un’agricoltura su vasta scala? Perché così tanti individui illuminati agiscono a scapito di tanti altri?

 
  
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  Françoise Grossetête (PPE-DE).(FR) Signor Presidente, innanzi tutto vorrei congratularmi con l’onorevole Ries, che ha svolto un lavoro notevole su un argomento di particolare importanza, poiché, come si è già detto, più del 27 per cento degli uomini e del 38 per cento delle donne in Europa sono considerati in sovrappeso od obesi. Costoro soffrono psicologicamente dell’opinione che gli altri hanno di loro e corrono il rischio di complicazioni alla salute talvolta gravi.

Si è inoltre detto che l’obesità colpisce più di tre milioni di bambini, in altre parole un bambino su quattro in Europa. Questo dato statistico deve condurci all’azione, soprattutto se si considera il ritmo preoccupante con cui aumenta (quasi 400 000 nuovi casi l’anno). L’infanzia è lo stadio di vita in cui le persone adottano gran parte delle proprie abitudini alimentari. Pertanto è tempo che l’Unione europea incoraggi gli Stati membri – poiché è loro la competenza al riguardo – a intraprendere le misure necessarie alla promozione di un’alimentazione sana e di un’attività fisica regolare dall’infanzia in avanti.

Come raccomanda la relazione, è indispensabile che le misure intraprese dagli Stati membri vengano integrate dalla diffusione di informazioni ai consumatori e, in particolare, ai più giovani, il che significa attuare – non solo nei mezzi di comunicazione, ma anche nelle scuole e soprattutto nelle mense scolastiche – campagne volte a informare i consumatori dei problemi connessi all’obesità e a sensibilizzarli al problema.

La relazione pone altresì l’accento sul ruolo essenziale dei professionisti del settore sanitario nell’individuazione dei rischi delle malattie croniche legate all’obesità, come il diabete e le malattie cardiovascolari, le cui conseguenze sono particolarmente gravi per chi è in sovrappeso. Grazie al loro rapporto privilegiato con i pazienti, i professionisti del settore sanitario possono inoltre contribuire a educare e informare le persone circa i rischi che corrono e, in tal modo, svolgere un ruolo essenziale.

In conclusione, uno dei grandi problemi sollevati in Aula, come hanno detto i precedenti oratori, è il fatto che i cittadini non mangiano frutta e verdura a sufficienza. Tutti sappiamo quanto sia indispensabile mangiare la frutta e la verdura e, come indica la relazione, le persone sono impossibilitate a farlo per via dei costi eccessivi. Proponiamo pertanto qualche soluzione pratica allo scopo di evitare tale discriminazione intollerabile nell’ambito della salute. E’ essenziale che l’Unione europea sostenga quanto prima le misure pratiche intraprese dagli Stati membri in materia di salute e nutrizione, allo scopo di ridurre nettamente il crescente fenomeno dell’obesità in Europa, soprattutto tra i bambini.

 
  
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  Leopold Józef Rutowicz (UEN).(PL) Signor Presidente, il problema affrontato dalla relazione Ries non riguarda solo l’Europa. Da molti anni ormai diversi paesi tentano di lanciare la sfida dell’alimentazione sana, dell’attività fisica e della prevenzione di obesità, sovrappeso e malattie croniche. Alcune aziende prosperano grazie alla promozione di prodotti miracolosi contro l’obesità che di fatto fanno più male che bene. I libri su numerose diete affermano che il cibo è la cura migliore, mentre vi è un crescente numero di persone “in carne” nella nostra società.

Mi pare che i consumatori non siano molto ben informati sul cibo e sui suoi effetti. L’educazione, la promozione di una sana alimentazione attraverso i media e le informazioni sulla confezione in merito al valore nutritivo dei singoli ingredienti dovrebbero aiutare i cittadini. Credo che tutte queste misure vadano integrate sottoponendo a esame le persone a rischio di obesità, per mostrar loro quali sostanze alimentari tendono ad accumularsi nell’organismo e quali devono essere consumate.

 
  
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  Markos Kyprianou, Membro della Commissione.(EN) Signor Presidente, vorrei ringraziare tutti i deputati per l’interessantissima discussione. Constato con piacere che abbiamo opinioni affini.

Innanzi tutto vorrei dire che senza dubbio tutti siamo d’accordo sul fatto che in fin dei conti si tratta di una scelta individuale. Non metteremo il cibo in tavola ai consumatori, e non possiamo costringerli a mangiare o non mangiare qualcosa. Nel contempo, però, abbiamo la responsabilità di assicurare che i consumatori possano compiere una scelta informata, il che significa educare, è vero, ma anche fare in modo che le informazioni che ricevono siano precise, veritiere, corrette e scientifiche per quanto riguarda le indicazioni sulla salute. Prendo atto dell’appello in favore di un’etichettatura nutrizionale, cui stiamo lavorando.

Dobbiamo assicurare che i consumatori ricevano informazioni esaurienti e comprensibili per poter fare le loro scelte. Questo vale per i cittadini e i genitori che devono scegliere per i loro figli, che hanno la responsabilità di dire di no ogni tanto. Si tratta inoltre di un fattore importante, perché non vogliamo proibire alcun alimento. Vorrei che questo fosse chiaro. Non vogliamo escludere alcun cibo dalla dieta dei consumatori. Non riesco a immaginare un bambino che cresce senza mai mangiare un gelato o una barretta di cioccolato, ma non deve mangiarne dieci al giorno, il che è questione di moderazione. Si tratta di una sfida per tutti noi. Comprendo inoltre che la pubblicità destinata ai bambini sia un problema importante. Penso che il compromesso raggiunto quando abbiamo discusso della direttiva “Televisione senza frontiere” sia cauto, ma stiamo anche lavorando, come sapete, all’autoregolamentazione all’interno del settore per assicurare che si comporti in modo responsabile al riguardo.

Abbiamo sempre affermato che è in larga misura più pratico e veloce ricorrere all’autoregolamentazione, ma in seno alla Commissione abbiamo sempre detto che, se questo non funziona, non esiteremo a tornare sui nostri passi per intraprendere misure più vincolanti.

Mi spiace che l’onorevole Breyer non sia presente, ma devo dire che la Commissione è stata molto ambiziosa e coraggiosa in merito a molte questioni – mi riferisco al tabacco, all’alcol nonché al fatto che abbia sollevato questi temi. Ricorderete le reazioni che due anni fa, quando ho presentato per la prima volta tali questioni a nome della Commissione, sono venute da diverse parti. Ora però stiamo svolgendo questa discussione. Ora discutiamo di un Libro verde. Si tratta di una strategia che indicherà quali saranno i prossimi interventi.

La riformulazione dei prodotti è un fattore molto importante per noi. Stiamo affrontando e studiando la questione degli acidi grassi trans. Vi posso assicurare che conosco la situazione al riguardo. E’ una sfida. Dobbiamo fare in modo che, se verranno eliminati, non siano sostituiti da sostanze addirittura peggiori. Si tratta di un ambito in cui collaboreremo a stretto contatto con l’EFSA.

Il fattore che dobbiamo ricordare sempre è la dimensione sociale, e la questione delle disuguaglianze per quanto riguarda il danno alla salute che viene dall’obesità, perché purtroppo a esserne colpite sono perlopiù le famiglie a più basso reddito. Questa è una realtà. Perciò la nostra responsabilità ad agire al riguardo è maggiore.

In conclusione, vorrei ringraziare di nuovo tutti per il dibattito molto interessante. Sono ansioso di discutere con voi della vostra strategia, una volta presentata, e di come possiamo ottenere risultati concreti e raggiungere un buon funzionamento a vantaggio dei consumatori europei.

Infine, vorrei ringraziare ancora una volta la relatrice per l’ottimo lavoro svolto.

 
  
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  Frédérique Ries (ALDE), relatore.(FR) Signor Presidente, non è mia abitudine replicare alle parole dell’estrema destra. Tuttavia, vorrei solamente dire, in risposta all’intervento dell’onorevole Martinez, che è nel Tartufo, mi pare, che Molière ci dice che in certi momenti evitare di rispondere è come esprimere sostegno. Mi vedo costretta a rispondere, in quest’Aula, a nome del Commissario Kyprianou, poiché l’onorevole Martinez, dopo tutto, ha usato i termini “vomitare” e “scandaloso” a proposito del Libro verde e della relazione.

Sono deputata al Parlamento europeo da sette anni, e questi sono termini che non avevo mai udito in plenaria prima d’ora. Non credo che la relazione sia particolarmente controversa o polemica. Ritengo che sia frutto di un buon consenso, come si può evincere dagli interventi pronunciati. Pertanto respingo del tutto le accuse o, meglio, gli insulti che sono stati proferiti. E’ evidente che l’onorevole Martinez vede questa piaga solo attraverso un prisma nord-sud. Questa è la sua prospettiva. In effetti sottolineiamo fin dall’inizio – come ha affermato l’onorevole Breyer, che non è più presente in Aula – che, benché vi siano 1,5 miliardi di persone nel mondo che soffrono di obesità, vi sono anche 800 milioni di persone che muoiono di fame. Per fare un esempio aneddotico come quello dell’onorevole Martinez, vorrei dire che anche in Micronesia, nelle Isole Samoa, vi sono persone obese.

In conclusione vorrei aggiungere che, quando si tratta di aiuti umanitari e di dimostrazioni di solidarietà, né io né nessun altro dobbiamo prendere lezioni da una persona come l’onorevole Martinez, vista la nicchia particolare della scacchiera politica in cui si colloca.

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà domani, alle 11.30.

Dichiarazioni scritte (articolo 142 del Regolamento)

 
  
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  Ian Hudghton (Verts/ALE).(EN) La relatrice ha tentato di trovare un equilibrio tra i punti di vista ampiamente divergenti in seno alla commissione, il che, lo ammetto, non è compito facile, ma credo tuttora che la relazione potrebbe e dovrebbe essere irrobustita.

Sosterrò gli emendamenti presentati dal mio gruppo, che mirano a migliorare la composizione dei prodotti alimentari industriali, a richiedere restrizioni sulla commercializzazione di cibo da fast food, ricco di zuccheri, grassi e sale, destinato ai bambini, soprattutto da parte della pubblicità televisiva, a migliorare gli standard nelle scuole al fine di incrementare le conoscenze alimentari e culinarie e di ridurre la vendita di cibo “spazzatura” nelle scuole.

Sostengo inoltre l’appello a vietare gli acidi grassi trans nella produzione di cibo industriale, come si è concordato di recente a New York. Nell’Unione europea si potrebbero assegnare maggiori incentivi al miglioramento del valore nutritivo dei prodotti alimentari promuovendo la produzione di cibo di qualità nell’ambito della PAC e della politica di sviluppo rurale.

 
  
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  Magda Kósáné Kovács (PSE).(HU) La relazione sulla promozione di uno stile di vita sano mette in luce un problema che riguarda circa un terzo della popolazione europea.

Le politiche di prevenzione e controllo di sovrappeso, obesità e malattie croniche devono abbracciare l’intero arco della vita, dal grembo materno alla vecchiaia.

Gli anziani e i soggetti a mobilità ridotta sono più colpiti dal sovrappeso a causa dei problemi di salute provocati dalla mancanza di esercizio. Di conseguenza, talvolta gli anziani soffrono di più problemi contemporaneamente.

Ne è un buon esempio la diffusione in tutto il mondo del diabete, il cui trattamento espone al rischio di ulteriori complicazioni. I pazienti più anziani spesso soffrono di mobilità ridotta per necessità nel corso della terapia, affrontando così la battaglia non solo con la sofferenza ma anche con un ulteriore danno alle condizioni di vita.

Sappiamo che, dato l’invecchiamento della popolazione, l’Europa deve porre l’accento soprattutto sulla prevenzione. Agli anziani dobbiamo tuttavia garantire il diritto a una possibilità di dignità umana, di cui è parte fondamentale anche il diritto a una vita sana.

Devo sottolineare che diversi Stati membri hanno risorse diverse per la prevenzione. Il prezzo di una vita sana varia da Stato a Stato. Al momento di provvedere alla prevenzione, nel corso dell’identificazione dei gruppi svantaggiati si devono considerare gli anziani e i disabili e adattare il più possibile i programmi di prevenzione/riabilitazione alle necessità locali. A questo si può arrivare solo se tutti gli Stati membri dell’Unione uniscono le forze e condividono le esperienze migliori.

 
  
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  Gábor Harangozó (PSE).(EN) Nell’ambito dello straordinario aumento del numero di persone obese e in sovrappeso registratosi di recente nell’Unione europea, vorrei accogliere con favore il Libro verde della Commissione nonché la relazione Ries. Il tasso di crescita dell’obesità ha di fatto già raggiunto un livello drammatico all’interno dell’Unione. Pertanto la questione va affrontata con serietà istituendo un piano d’azione dell’UE per la promozione di stili di vita sani. Non solo dobbiamo far fronte alle cattive abitudini dei consumatori e alla scarsa attività fisica, ma occorre anche affrontare in modo adeguato tutte le conseguenze economiche.

In effetti, è dimostrato che un gran numero di decessi e malattie potrebbe essere evitato se si seguissero diete adeguate e si praticasse quotidianamente attività fisica. Non solo si salverebbero delle vite, ma si contribuirebbe alla diminuzione dell’onere finanziario sui bilanci nazionali, in quanto si dice che l’impatto socioeconomico delle malattie legate a problemi di sovrappeso è responsabile di una cifra tra il 4 e il 7 per cento della spesa sanitaria totale degli Stati membri. Le conseguenze economiche dell’obesità non sono state ancora valutate appieno. L’obesità è una malattia vera e propria, un’autentica sfida per l’Unione, per la salute dei suoi cittadini e per le abitudini dei consumatori.

 
  
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  Jules Maaten (ALDE).(NL) Sono lieto di vedere questo Libro verde all’ordine del giorno del Parlamento. L’obesità è un problema in aumento. Vi sono sempre più cittadini obesi che corrono un rischio ben più elevato di contrarre malattie cardiache e vascolari. Sono convinto che, nei settori in cui l’Europa può dare un vero valore aggiunto, quali l’informazione ai consumatori (etichettatura nutrizionale), dobbiamo intraprendere azioni concrete. Da ultimo, la fetta più grande di responsabilità ricade sugli stessi Stati membri, in quanto devono compiere uno sforzo a tutto campo per far sì che i cittadini mangino in modo più sano e, soprattutto, facciano più attività fisica, perché è questo il nodo centrale del problema.

 
  
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  Kathy Sinnott (IND/DEM).(EN) Vorrei ringraziare l’onorevole Ries per il lavoro svolto su questa relazione. Si sono dette molte cose importanti sulla scelta della dieta giusta e sull’adozione di uno stile di vita più attivo, e perciò citerò solo alcuni dei fattori dell’obesità meno ovvi, ma non meno importanti.

Il glutammato monosodico, che ora si trova in molti snack saporiti e cibi elaborati, viene sempre più collegato all’obesità, soprattutto se assunto da bambini nei primi anni dello sviluppo. Analogamente, l’aspartame, un dolcificante artificiale presente in molti cibi dolci elaborati, è associato ai disturbi dell’appetito. Paradossalmente, l’aspartame che si trova in molti alimenti etichettati come “dietetici” o “leggeri” può far sì che chi li assume voglia mangiarne ancora. Entrambe sono sostanze chimiche sintetiche che stimolano le papille gustative. Tali esaltatori di sapidità possono inoltre indebolire le papille, rendendo i cibi naturali, privi di esaltatori, scarsamente appetibili.

Un importante studio condotto di recente nel Regno Unito ha inoltre identificato nell’insufficienza di ore di sonno nei bambini e negli adolescenti una causa primaria di obesità per via degli effetti che essa ha sugli ormoni e sul metabolismo, nonché una causa secondaria perché la sensazione di stanchezza invoglia i ragazzi a consumare spuntini e li allontana dall’attività fisica.

 
  
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  Péter Olajos (PPE-DE).(HU) A proposito della discussione sulla relazione Ries, abbiamo già parlato moltissimo del fatto che l’obesità è la quarta causa di morte nell’Unione europea, e che indirettamente ne è la prima. In quanto malattia cronica, rappresenta un grave onere morale e finanziario non solo per la persona interessata, ma anche per la sua famiglia e l’intera società, e purtroppo vediamo crescere costantemente il numero delle persone colpite.

Tra i gruppi a rischio, dobbiamo prestare particolare attenzione ai bambini, perché ogni anno il numero di bambini obesi nell’Unione europea aumenta di oltre 400 000 unità. Senza dubbio è ovvio che si possono assumere misure di prevenzione. Ma che cosa intendiamo per prevenzione?

• Fornire alla società, e soprattutto ai bambini, informazioni e un’educazione adeguata a un’alimentazione sana

• Attività fisica regolare

• Controllo di pubblicità mirate, e

• Tutela dei consumatori.

Raramente pensiamo alla tutela dei consumatori, che tuttavia è uno strumento fondamentale di prevenzione. Dobbiamo assicurare che le etichette dei cibi indichino chiaramente quale percentuale del fabbisogno nutritivo giornaliero viene consumata mangiando quel prodotto.

Nel caso di cibi a basso valore nutritivo, ma ad alto contenuto di carboidrati – come il cioccolato, le bevande zuccherate e così via – va reso visibile chiaramente (al modo dei derivati del tabacco) che un consumo eccessivo di questi alimenti può portare al diabete e a malattie cardiache e circolatorie.

 
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