Presidente. – L’ordine del giorno reca la relazione (A6-0298/2006), presentata dall’on. Jean-Paul Gauzès a nome della commissione per i problemi economici e monetari, sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno e recante modifica delle direttive 97/7/CE, 2000/12/CE e 2002/65/CE [COM(2005)0603 – C6-0411/2005 – 2005/0245(COD)].
Charlie McCreevy, Membro della Commissione. – (EN) Signor Presidente, prima di tutto ringrazio la commissione per i problemi economici e monetari e, in particolare, il relatore, onorevole Jean-Paul Gauzès, per l’eccellente lavoro svolto nella stesura della relazione sulla direttiva relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno. Vi ringrazio altresì per la pazienza dimostrata in occasione del rinvio del voto in plenaria. In questo modo, infatti, abbiamo avuto il tempo di trovare un terreno comune tra le tre Istituzioni.
Attualmente vigono 27 normative nazionali diverse in materia di transazioni di pagamento. Pur avendo l’euro, i mercati nazionali dei pagamenti permangono frammentati e, purtroppo, troppo spesso i pagamenti sono lenti e costosi, mentre il servizio ai consumatori è assai carente. Di conseguenza, la vita dei cittadini e delle imprese è ben più difficile di quanto potrebbe essere. Le attività ordinarie vengono bloccate e lo sviluppo delle imprese risulta frenato. Talvolta non esiste nemmeno la possibilità di usufruire di prodotti di pagamento appropriati, quali gli addebiti diretti. La direttiva è volta a porre rimedio a tale situazione principalmente agendo su due fronti: da un lato, conferisce maggiore certezza giuridica e intensifica la protezione dei consumatori e, dall’altro, apre i mercati dei pagamenti a una maggiore concorrenza allo scopo di favorire più efficienza e più innovazione.
La direttiva intensifica la certezza giuridica, istituendo una serie di norme armonizzate sui diritti e sugli obblighi per gli utenti e i fornitori, nonché requisiti chiari in materia di informazione. Sono questi i due fattori essenziali per un mercato comunitario integrato dei pagamenti, al cui centro si pone la SEPA, l’area di pagamento unica in euro. La SEPA si configura come un’iniziativa dell’industria che è fortemente sostenuta dalle Istituzioni europee. Tale area consentirà la creazione di un mercato integrato in cui i pagamenti saranno eseguiti in maniera più facile e veloce in tutta l’Unione europea. L’efficienza dei nostri sistemi di pagamento deve infatti essere incrementata, mentre vanno ridotti i costi dei pagamenti che si ripercuotono sull’intera economia. L’adozione della direttiva proposta è quindi fondamentale per assicurare il successo al varo della SEPA.
Ma il quadro non sarebbe completo senza l’altro obiettivo della direttiva, ossia l’incentivo a una maggiore concorrenza nei mercati dei pagamenti attraverso l’istituzione di un quadro prudenziale appropriato e calibrato per i nuovi arrivati. I nuovi istituti di pagamento, come i servizi di rimessa di denaro, gli operatori di telefonia mobile e i commercianti, devono fungere da sprone all’innovazione.
Nel corso di questi lunghi mesi di negoziati sia il Consiglio che la Commissione hanno tenuto presente le posizioni racchiuse nella relazione che la commissione per i problemi economici e monetari ha approvato lo scorso settembre. Il testo di compromesso, che ora è in discussione sotto forma di emendamento n. 286, punta infatti a conseguire siffatti obiettivi e, in particolare, chiede il rafforzamento del quadro prudenziale per i nuovi istituti di pagamento. Oltre ai requisiti prudenziali qualitativi già proposti dalla Commissione, queste nuove istituzioni ora saranno soggette a un regime patrimoniale appropriato e bilanciato – sia in termini di capitale iniziale che operativo, mentre le istituzioni ibride, quali i commercianti o le società di telecomunicazioni, dovranno anch’esse ottemperare a norme di salvaguardia come la separazione dei fondi.
Il campo d’azione della direttiva si limita ai pagamenti che traggono origine e che si concludono nell’Unione europea. Tuttavia, è importante non dimenticare le transazioni di pagamento che interessano i paesi terzi e le valute extracomunitarie. I consumatori giustamente si aspettano che le disposizioni a loro tutela in materia di furto, smarrimento o appropriazione indebita degli strumenti di pagamento si applichino a prescindere dal fatto che l’uso non autorizzato avvenga all’interno o al di fuori dell’Unione europea. Appare infatti opportuno migliorare anche l’operatività, la qualità e il prezzo dei pagamenti effettuati verso paesi terzi. I consumatori comunitari trasferiscono importi ragguardevoli verso paesi terzi, spesso per mantenere le loro famiglie, e il costo di tali operazioni può essere molto elevato. Pertanto, dopo tre anni, il campo d’azione della direttiva dovrebbe essere rivisto per valutare l’opportunità di inserire i cosiddetti pagamenti one-leg, in cui solo una delle parti interessate è localizzata nell’UE, e i pagamenti in valute extracomunitarie.
Per concludere, i cittadini e le imprese europee oggi hanno bisogno di un mercato unico dei pagamenti in cui i pagamenti possano essere effettuati in maniera spedita, efficiente e conveniente alla stessa stregua dei pagamenti nazionali. Questa direttiva può dotare il mercato del necessario fondamento giuridico per la SEPA e di un quadro prudenziale atto a favorire una nuova concorrenza.
Jean-Paul Gauzès (PPE-DE), relatore. – (FR) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, il 1° dicembre 2005 la Commissione europea ha pubblicato una proposta di direttiva sui servizi di pagamento nel mercato interno al fine di creare un vero mercato unico dei pagamenti nell’Unione europea.
Quando sono stato nominato relatore del Parlamento nel gennaio 2006, ho ritenuto che, sebbene alcune delle previsioni della Commissione sembrassero ottimiste, la realizzazione di un siffatto mercato attraverso l’armonizzazione delle legislazioni nazionali avrebbe permesso di rimuovere determinati ostacoli e si sarebbero quindi prodotti effetti positivi sulla crescita. In linea di principio ho pertanto approvato l’iniziativa della Commissione europea.
Questa proposta di direttiva inoltre è stata presentata in un momento propizio per consentire il successo dell’iniziativa del settore bancario volta a creare un’area di pagamento unica in euro. Gli obiettivi dichiarati dalla Commissione europea erano quelli di rafforzare la concorrenza, introducendo nuovi partecipanti – come ha appena ricordato, signor Commissario –, migliorare la trasparenza del mercato sia per i prestatori di servizi che per gli utenti, nonché chiarire i diritti e gli obblighi degli utenti e dei prestatori dei servizi.
Allo scopo di conferire una maggiore efficacia a questa proposta legislativa e tener conto dei limiti tecnici dell’industria, preservando al contempo l’obiettivo di ridurre i costi per gli utenti, la commissione per i problemi economici e monetari ha adottato una serie di emendamenti coordinati che alla fine hanno raccolto il consenso unanime dei membri della commissione.
Nell’arco dell’intera procedura si sono susseguiti contatti informali tra i rappresentanti del Parlamento europeo, le Presidenze che si sono succedute e la Commissione. Queste discussioni hanno permesso al Parlamento – il quale, come raramente accade, ha assunto la propria posizione prima che il Consiglio trovasse un accordo – di influenzare in maniera tangibile i negoziati in seno al Consiglio. Mi rallegro in particolar modo per la fruttuosa cooperazione con la Presidenza tedesca, che non ha lesinato gli sforzi, e con la Commissione.
Il 27 marzo 2007 i ministri delle Finanze, riuniti in seno al Consiglio ECOFIN, hanno finalmente adottato all’unanimità un approccio generale su un testo di compromesso. Tale compromesso oggi mi pare accettabile. Mi preme infatti di ringraziare la Presidenza tedesca. Grazie al suo efficace operato e alla cooperazione positiva che ha prestato al Parlamento europeo, il processo è prossimo ad una positiva conclusione.
La posizione del Consiglio si è avvicinata a quella del Parlamento sui punti essenziali, ossia la limitazione del campo d’azione ai pagamenti in euro o nelle altre valute usate all’interno dell’Unione europea – con l’opzione di apportare aggiustamenti dopo un periodo di prova – la limitazione dell’attività degli istituti di pagamento alle persone giuridiche, l’istituzione di condizioni rigorose di autorizzazione di esercizio, l’introduzione di un capitale iniziale e operativo, l’accantonamento di fondi per le istituzioni ibride, la limitazione della concessione di credito a dodici mesi con il divieto per il credito rotativo, nonché l’introduzione di una disposizione secondo cui la concessione di credito non deve contravvenire alle norme nazionali ed europee applicabili, segnatamente in materia di credito al consumo.
Il ravvicinamento ha riguardato altresì l’informazione più chiara da dare al consumatore mediante la distinzione tra informazioni che devono essere fornite attivamente e quelle che devono essere solamente messe a disposizione, la possibilità offerta alle microimprese di beneficiare della medesima tutela dei consumatori per quanto concerne l’informazione, infine la possibilità limitata di deroga entro un volume massimo di transizione di 3 milioni di euro.
Il testo, nella sua versione corrente, fissa un termine di esecuzione del G + 1 e suddivide chiaramente le responsabilità tra i diversi prestatori di servizi di pagamento nel caso in cui la transazione non venga debitamente eseguita. E’ su questo testo di compromesso che il Parlamento si pronuncerà domani.
Tenuto conto dei significativi progressi conseguiti dall’ECOFIN verso la posizione del Parlamento e dell’obiettivo delle parti interessate di raggiungere un accordo in prima lettura, in plenaria ho presentato un unico emendamento, che riprende il compromesso dell’ECOFIN. Invito pertanto i colleghi a sostenerlo.
Il gruppo GUE/NGL ha presentato l’emendamento n. 287 sulla protezione dei dati, che è volto a modificare l’articolo 71. Ritengo che tale emendamento non debba essere accolto dal Parlamento. D’altro canto, signor Commissario, sarebbe però auspicabile – e mi rivolgo anche ai rappresentanti della Presidenza e del Consiglio – che siano date rassicurazioni in tal senso all’Assemblea.
Il testo di compromesso di certo non è perfetto e alcuni colleghi forse avrebbero potuto in qualche modo farlo presente. Tuttavia, ha il merito di gettare solide basi per il mercato interno dei pagamenti. E’ importante sottolineare il significato di questo avanzamento che conduce all’armonizzazione dei sistemi di pagamento, i quali oggi sono strettamente nazionali. E’ inutile sottolineare che non si tratta solamente dei pagamenti transfrontalieri, settore che non arriva nemmeno al 5 per cento del totale, bensì dell’insieme dei pagamenti effettuati.
Nonostante la sua ovvia natura tecnica, il testo ha una portata politica ben definita. Migliora i rapporti tra i consumatori e i prestatori di servizi finanziari di pagamento e rientra nella strategia di Lisbona. Tuttavia desidero altresì sottolineare che su questo argomento specifico e particolarmente delicato, visto che potrebbe dar luogo a conflitti di interesse, il Parlamento, nella sua diversità, ha trovato una soluzione prima dei governi. Forse perché in questa sede disponiamo più che in altre sedi…
(Il Presidente interrompe l’oratore)
PRESIDENZA DELL’ON. DOS SANTOS Vicepresidente
Mia De Vits (PSE), relatore per parere della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori. – (NL) Signor Presidente, onorevoli colleghi, domani voteremo su un argomento che ritengo cruciale e che è destinato ad avere un influsso sui cittadini, sulle imprese e sugli istituti bancari. Sono lieta che l’Assemblea abbia reso un contributo sostanziale nel processo decisionale e desidero ringraziare tutti i deputati del Parlamento, in particolare l’onorevole Gauzès, il quale, essendo un’autorità in materia, ha gestito la questione con grande oggettività, e ringrazio altresì tutti i relatori ombra.
In veste di relatrice per parere della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, reputo assolutamente importante il fatto che, di fronte a 27 sistemi di pagamento diversi e quindi 27 normative diverse, siamo riusciti a garantire un livello estremamente elevato di protezione dei consumatori. Giudico questo testo più che soddisfacente, soprattutto perché ora è stato stralciato il dovere di informazione delle banche e la loro responsabilità in caso di transazioni non corrette, perdite o frodi.
Il dibattito si è fatto particolarmente rovente quando si è parlato degli istituti di pagamento, e in definitiva è questo il punto su cui, a mio parere, il compromesso è giustificabile, anche se il mio gruppo avrebbe preferito vedere un inasprimento in alcune parti del testo. Non è una disgrazia essere una banca. Questa direttiva verte sui pagamenti, non direttamente sul credito, e, se si vuole concedere credito, è necessario ottemperare alle condizioni e ai controlli cui sono assoggettati gli istituti bancari.
Nutro però anche qualche preoccupazione. Il progetto di un’area di pagamento unica europea non deve andare a discapito della gente comune. Sono lieta di rilevare, signor Commissario, che l’Esecutivo ha avviato un’inchiesta sulle tariffe applicabili all’uso delle carte di credito e lo esorto quindi a varare un’azione normativa urgente qualora emerga che le banche abbiano abusato della loro posizione di potere in questo ambito. La direttiva è stata presentata al momento giusto; e visto che il progetto è solido, credo sia anche giunto il momento di applicarlo correttamente.
Rainer Wieland (PPE-DE), relatore per parere della commissione giuridica e per il mercato interno. – (DE) Signor Presidente, al momento si parla tanto della necessità di spiegare i vantaggi dell’Europa all’opinione pubblica, e questa direttiva ha il potenziale di diventarne un fulgido esempio, anche se dal dibattito odierno in plenaria ne emerge nuovamente il lato tecnico che non è sempre particolarmente attraente, quindi dobbiamo certamente adoperarci per comunicare i vantaggi della normativa in maniera semplice in modo che i cittadini ne comprendano la portata.
L’introduzione dell’euro ci ha dato un’area di pagamento interna europea, un’area che non poteva essere altro se non anche un’area dei servizi di pagamento, la stessa area verso cui ora ci stiamo avvicinando di un altro passo. I pagamenti transnazionali al dettaglio che avevamo approvato anni fa ora attraverso questa direttiva si evolvono, e dovremmo avere il coraggio di affermarlo senza rimanere impantanati nei dettagli.
Possiamo essere lieti che si sia rivelato possibile tenere conto dei cavilli nei singoli Stati membri, garantendo, ad esempio, che i debiti siano accertati e che le disposizioni vadano a vantaggio dei consumatori. Come ha affermato l’onorevole de Vits, dobbiamo prestare attenzione all’evoluzione che il mercato seguirà in futuro, soprattutto per quanto concerne l’entità degli oneri sui pagamenti – pagamenti in arrivo e anche in uscita. Dovremmo pensare di più a questo aspetto, poiché è proprio in quest’area, a mio avviso, che ultimamente sono venuti alla luce una serie di abusi.
Ora che possiamo parlare dell’istituzione della SEPA – l’area di pagamento unica europea – in quest’Assemblea, dobbiamo dar prova di lungimiranza e, invece di usare il termine “cieli aperti” dobbiamo parlare di un’area unica europea dei voli aerei, o SEFA, e, quando parliamo di tariffe di roaming, possiamo parlare di un’area unica europea delle telecomunicazioni, o SETA; a quel punto l’Europa acquisirà visibilità e i singoli progetti non naufragheranno in un crescendo di nuovi concetti che li offuscano agli occhi della gente.
Alexander Radwan, a nome del gruppo PPE-DE. – (DE) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, innanzi tutto devo esprimere un ringraziamento speciale all’onorevole Gauzès, il quale insieme all’Assemblea ha lavorato moltissimo per far progredire la relazione; adesso che usiamo l’euro da qualche tempo ormai, il Parlamento si pone come la forza trainante che soggiace all’area di pagamento unica europea e l’Unione europea, partendo dagli oneri transnazionali, ora si sta muovendo verso la SEPA, e va sottolineato il ruolo che l’Assemblea ha avuto in questo ambito.
Nonostante le differenze culturali e strutturali nelle modalità di effettuazione dei pagamenti in Europa, siamo riusciti a trovare una soluzione condivisa da tutti. La decisione era stata presa nel settembre dell’anno scorso; ed è stata solamente la pressione esercitata dal Parlamento che ha spinto il Consiglio a risolvere la questione.
Alcuni Stati membri purtroppo ritengono ancora di dover mantenere i propri rigidi sistemi nelle relazioni commerciali con il resto d’Europa, ma non è questa l’essenza dell’Europa; l’Europa – come ha affermato l’onorevole Wieland – ha la vocazione di riunire tutti. Tramite progetti come questi l’Europa può dimostrare sul piano pratico il significato che essa riveste per la gente comune. Alla fine si troveranno compromessi su temi quali il G + 1, il credito, i prestatori di servizi di pagamento e le disposizioni in materia di protezione dei consumatori, mentre il fine ultimo deve essere quello di mettere al centro il cittadino informato; a mio parere, si tratta di un importante passo in avanti e spero che la direttiva sia attuata in questo spirito, anche se permangono questioni irrisolte in alcune aree.
Il mio ufficio ultimamente riceve una quantità crescente di richieste di informazioni su quanto accade a livello pratico nei casi di trasferimenti di denaro effettuati sulla base di dati errati. Giusto per darvi un esempio, una persona ha inviato 150 euro dalla Germania all’Italia e, a causa di un dato digitato erroneamente, gli sono stati addebitati 113 euro a titolo di oneri. Se le banche hanno siffatta condotta, il prossimo passo riguarderà proprio tali istituzioni.
Pertanto sollecito queste istituzioni a disciplinarsi in maniera sensata e a ispirarsi maggiormente alle esigenze dei cittadini. Spero che questo appello non susciti un’altra polemica: dopo tutto non è stato tutto così negativo. Desidero rinnovare i miei ringraziamenti all’onorevole Gauzès e alla Commissione che ancora una volta ci ha consentito di riportare all’ordine il Consiglio.
Gianni Pittella, a nome del gruppo PSE. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, anch’io voglio rivolgere un particolare ringraziamento al relatore Gauzès per il lavoro eccellente che ha svolto, ma anche per il dialogo, lo stile e la capacità di concertare con i gruppi politici, come pure con la Commissione e con il Consiglio. Rivolgo un saluto anche al Commissario McCreevy.
Il Parlamento nel suo insieme ha avuto un ruolo determinante per quanto riguarda la direttiva sui servizi di pagamento e, anche in questo caso, ha confermato di essere l’istituzione che, in questa fase storica, ha la maggiore vitalità. E’ grazie al Parlamento, grazie al nostro lavoro, che si è raggiunto un accordo e che il Consiglio ha adottato quale base del suo lavoro la relazione approvata quasi all’unanimità dalla commissione per i problemi economici e monetari. E’ grazie al nostro ruolo che sono stati affrontati gli scogli impervi ed è grazie al nostro lavoro – e voglio anche ricordare il ruolo specifico svolto dalla delegazione socialista attraverso la collega van den Burg, la collega De Vits, la collega Berès e io stesso – che sono stati affrontati in maniera positiva anche alcuni problemi, come quello della concessione del credito, che giustamente adesso viene ancorato alla direttiva sul credito al consumo.
Io penso che l’accordo raggiunto in marzo in sede di Consiglio “Ecofin”, grazie alla tenacia della Presidenza tedesca e al lavoro fatto in precedenza dalla Presidenza finlandese, rappresenti un ottimo risultato e ritengo che noi dobbiamo sostenere questa posizione. E’ per questo motivo che annuncio il voto favorevole del gruppo socialista, in modo da evitare qualsiasi ritardo. Non possiamo consentire ulteriori ritardi che sarebbero a danno dei consumatori – come ha ricordato Mia De Vits –, delle imprese e dell’industria bancaria. Per quanto riguarda le banche, l’indagine che sta svolgendo la Commissione è importante al fine di rilevare eventuali incongruenze; tuttavia, nonostante la necessità di essere severi nel nostro giudizio, mi sembra anche giusto sottolineare quando le banche fanno sforzi positivi. Infatti, per adeguarsi a questa direttiva, le banche stanno compiendo sforzi quasi pari a quelli fatti per l’introduzione dell’euro. Un ritardo sarebbe quindi negativo sul piano degli interessi di questi soggetti e noi, col voto di domani, dovremo evitare assolutamente che questo ritardo si verifichi.
Sharon Bowles, a nome del gruppo ALDE. – (EN) Signor Presidente, mi posso ritenere soddisfatta di questo pacchetto? Non del tutto. Lo sostengo? Sì, perché credo sia opportuno dotarsi di un sistema europeo di pagamenti per migliorare il mercato unico e quindi è bene compiere questo passo, per quanto sia lungi dall’essere perfetto.
Sono stupefatta per come sia stato difficile tentare di uscire dal medioevo in materia di tempi dei pagamenti, regimi patrimoniali e denaro elettronico. La domanda che mi è stata rivolta più spesso su questa direttiva è stata: “I pagamenti costeranno meno?”, e non “Saranno più sicuri?”. Ma questa non è una direttiva sulla disciplina dei prezzi, quindi l’unico modo di rendere meno cari i pagamenti è attraverso una maggiore concorrenza e attraverso la trasparenza in modo che i consumatori abbiano consapevolezza di quello che comprano.
Siamo riusciti a infondere una maggiore trasparenza, che giudico positivamente, come ritengo positive le altre opportune salvaguardie a beneficio dei consumatori. E’ auspicabile che l’autorizzazione per i prestatori dei servizi di pagamento intensifichi la concorrenza, ma temo che, per quanto concerne i regimi patrimoniali operativi e soprattutto i fattori scalari dello 0,5 e dello 0,8 rispettivamente per le società che prestano servizi di pagamento e per i pagamenti effettuati mediante cellulari, possano ripetersi gli errori compiuti nella direttiva sui pagamenti elettronici.
Una revisione del regime patrimoniale dopo tre anni alla luce dell’esperienza maturata e forse dopo aver raggiunto gli estremi dell’attuazione con una flessibilità del 20 per cento potrebbe quindi rivelarsi interessante. E’ certamente un paletto essenziale che mi consente di accordare il mio sostegno, cui si aggiunge anche la possibilità di rivedere il campo d’azione dopo tre anni. E’ assai deludente che il campo d’azione attuale non si estenda ai pagamenti one-leg.
Infine, per quanto concerne l’emendamento n. 287, ho convinto il mio gruppo a non presentare un emendamento analogo, poiché, oltre ai dettagli tecnici, la questione della protezione dei dati va oltre la portata di questa direttiva. Ciò non significa che la questione non debba essere affrontata o, se ci dovessimo arrivare, che un voto contro l’emendamento sia un voto contro il principio che esso incarna, ma spero che si riesca a trovare un’altra soluzione in cui sia presente questa idea senza distruggere la possibilità di raggiungere un accordo con un’unica lettura.
Dariusz Maciej Grabowski, a nome del gruppo UEN. – (PL) Signor Presidente, la proposta di direttiva è certamente appropriata e giustificata. Tuttavia, essa suscita una serie di preoccupazioni. La creazione di istituti di pagamento ci porta a domandarci se tali organismi agiranno in virtù del principio della massimizzazione del profitto oppure nell’interesse del bene pubblico. Questi due approcci infatti si escludono a vicenda. Poi ci si deve domandare se effettivamente aumenterà la concorrenza tra istituzioni o se si avrà invece una concentrazione del mercato dei pagamenti nel breve periodo con la formazione di un oligopolio. In tal caso allora è fondamentale introdurre la presente misura per i paesi dell’area dell’euro. I nuovi Stati membri avranno così la possibilità di vedere se il sistema produce o meno dei vantaggi. Tali paesi saranno poi in grado di valutare i costi derivanti dall’introduzione di siffatto sistema. Il costo probabilmente sarà relativamente elevato visto il software e il monitoraggio richiesti ed è difficile da quantificare al momento.
John Whittaker, a nome del gruppo IND/DEM. – (EN) Signor Presidente su una questione tecnica il relatore punta a introdurre una rigida separazione tra servizi di pagamento e altre attività commerciali, il che vuol dire necessariamente l’attività bancaria. Lo scopo di tale separazione presumibilmente è quello di minimizzare il rischio. Ma tutti i pagamenti, a parte una piccola porzione di pagamenti in contanti, sono trasferimenti tra conti bancari. Di conseguenza, le banche sono le istituzioni che hanno la naturale vocazione a gestire i sistemi di pagamento, e dubito che siffatta separazione sia fattibile o persino opportuna dal punto di vista dell’efficienza. Questa direttiva afferma di avere i nobili fini di incrementare la concorrenza, la trasparenza, la tutela dei consumatori e via dicendo. Mi chiedo se in definitiva seguirà la sorte di altre direttive finanziarie, come la direttiva MiFID, la direttiva sui mercati degli strumenti finanziari, ad esempio. Molti infatti nella City di Londra ora hanno compreso che i costi derivanti dall’ottemperanza alla MiFID sono molto superiori rispetto ai potenziali benefici.
Piia-Noora Kauppi (PPE-DE). – (EN) Signor Presidente, per cominciare devo dire che dissento totalmente da quanto ha affermato l’onorevole Whittaker sulla direttiva MiFID e sulle sue conseguenze. Credo che MiFID abbia segnato una rivoluzione per gli scambi nei mercati europei e che porterà a ottimi risultati in Europa. Su questo punto credo che il Commissario sia d’accordo con me.
Nel complesso la direttiva sui servizi di pagamento rappresenta un passo molto positivo nell’armonizzazione del mercato interno. Come il Commissario, ritengo che con il presente accordo abbiamo conseguito un equilibrio tra le banche e gli altri prestatori di servizi, da una parte, e i consumatori, dall’altra. Nella fattispecie il mercato non riusciva a esprimersi al meglio in termini di risultati ed era veramente necessario emanare una normativa.
Desidero brevemente sollevare tre punti sulla sostanza. In primo luogo sono pienamente d’accordo con l’onorevole Bowles in materia di regime patrimoniale. Avrei preferito la proposta originale del Consiglio sui requisiti patrimoniali. Ma forse non sarebbe stata sufficiente per creare un quadro omogeneo e avrebbero potuto insorgere nuove barriere di accesso soprattutto per gli organismi che non sono istituti bancari. Avrei anche voluto un regime più liberista in materia di concorrenza in tale ambito.
In secondo luogo, sulla questione della concessione di credito, soprattutto da parte delle società di carte di credito che non sono banche, sussistono possibili svantaggi per tali aziende, ma possiamo rivedere questi aspetti nella revisione prevista fra tre anni.
In terzo luogo, sulla responsabilità dei prestatori di servizi, so che vi è una flessibilità insita nei contratti di pagamento, ad esempio, sulla responsabilità di chi effettua il pagamento come nel caso citato dall’onorevole Radwan, quando il pagamento non avviene come invece dovrebbe. Tuttavia, credo che la rigorosa definizione sulla responsabilità nella direttiva non debba essere eccessivamente rigida e inflessibile e quindi deve essere riformata. D’altro canto, possiamo riprenderla nella revisione.
Infine, per quanto concerne la lettura unica, credo che il Parlamento, la Commissione e il Consiglio abbiano interagito molto bene. Tuttavia, siamo stati messi alle strette e sarebbe stato meglio se il Parlamento avesse potuto apportare emendamenti sostanziali prima della votazione in plenaria. Ad ogni modo, la lettura unica nel complesso rappresenta un passo positivo verso l’ammodernamento dei nostri processi legislativi, pur non essendo un fine in sé. Abbiamo raggiunto un compromesso positivo su questa direttiva, ma se così non fosse, non si dovrebbe ricorrere alla lettura unica.
Pervenche Berès (PSE). – (FR) Signor Presidente, a otto anni dall’introduzione dell’euro credo sia ragionevole che l’Unione si doti di un mercato unico dei servizi di pagamento. E ho trovato altrettanto ragionevole che il Parlamento insistesse affinché nel momento stesso in cui si mette in atto questo mercato unico dei pagamenti, si legiferi anche sugli istituti di pagamento, i nuovi attori che entrano in questo mercato.
Quando guardo all’insieme degli organismi che partecipano alla creazione di questa nuova dimensione del mercato interno, sia che si tratti di banche, distributori, amministrazioni o consumatori, sento che capiremo meglio la validità della legislazione che adotteremo se domani i servizi di pagamento saranno più convenienti per i consumatori e se la loro diversità sarà valorizzata in modo da agevolare l’accesso ai moderni mezzi di pagamento.
Credo inoltre che abbiamo avuto ragione a insistere affinché gli istituti di pagamento non siano sottoposti a tutte le norme definite da Basilea II, ma che siano garantite, come condizioni minime, la loro stabilità e la loro affidabilità nell’interesse del consumatore.
D’altro canto, mi rammarico per una certa confusione che si è creata tra il concetto di prestito e quello di pagamento. Spero che l’accordo raggiunto su questo testo non comprometta l’accordo sulla direttiva sui crediti al consumo di cui l’Unione ha veramente bisogno.
Infine, mi preme sottolineare il significato dell’emendamento n. 287 e soprattutto la lettera che il Presidente della nostra Istituzione ha ricevuto dal presidente del cosiddetto gruppo “dell’articolo 29”, incaricato della protezione dei dati in seno all’Unione europea. Oggi non possiamo approvare la relazione del collega, onorevole Gauzès, senza garanzie in questo senso tanto della Commissione quanto del Consiglio. Inoltre, mi rivolgo ai due interlocutori istituzionali affinché ci si assicuri che al momento della messa in atto del sistema SEPA non ci troveremo in una situazione in cui, con quello che si è venuto a sapere sul sistema SWIFT, non si esasperi la deriva cui stiamo assistendo.
Dobbiamo essere certi che quando il sistema SEPA entrerà pienamente in vigore, avremo un sistema idoneo per la protezione dei dati scambiati attraverso SWIFT. E’ inoltre necessario – e su questo punto attendo una dichiarazione delle altre due Istituzioni – che siano avviati i negoziati con i nostri partner americani per verificare le condizioni in cui i dati trasmessi attraverso SWIFT vengono comunicati all’amministrazione degli Stati Uniti.
Margarita Starkevičiūtė (ALDE). – (LT) Mi preme sottolineare l’importanza dell’applicabilità della direttiva non solo nei paesi della zona euro, ma anche nei paesi che per il momento ancora usano altre valute. E’ importante, perché in questo modo anche i mercati finanziari di questi paesi saranno modernizzati. Desidero inoltre ringraziare il relatore per l’eccellente lavoro che ha svolto.
Oggi in questa sede sono stati enunciati molti problemi connessi all’attuazione della direttiva. Come il relatore, anch’io sottolineo che il documento ha una natura molto tecnica. Dobbiamo ancora chiarire diversi aspetti, soprattutto in materia di vigilanza sull’attuazione della direttiva relativa ai pagamenti, visto che sono coinvolti grandi gruppi bancari e finanziari. Chi ne sarà responsabile? Anche se la direttiva sembra indicarlo, permangono però molte incertezze.
Un’altra questione importante che richiede attenzione è la vigilanza sugli istituti finanziari non bancari, che è veramente necessaria e opportuna. In effetti, la differenziazione talvolta può essere un contrappeso alla vigilanza, ma può costare di più delle operazioni stesse nei paesi piccoli.
John Purvis (PPE-DE). – (EN) Grazie, signor Presidente, desidero esprimere un encomio all’onorevole Gauzès. Abbiamo atteso a lungo, ma finalmente ci siamo riusciti. Ben fatto! In particolare, la direttiva sui servizi di pagamento apre il mercato dei pagamenti alle istituzioni non bancarie. Le barriere all’accesso e i freni all’innovazione sono stati affrontati, perlomeno in una certa misura, attraverso un mix di deroghe per gli operatori più piccoli e mediante la flessibilità concessa agli Stati membri sui pagamenti elettronici e altri mezzi di pagamento, come il borsellino elettronico.
Tuttavia, ritengo vi siano alcuni aspetti su cui avevamo la possibilità di avanzare maggiormente sul fronte della concorrenza, ma non siamo stati abbastanza audaci. Le istituzioni non bancarie non hanno bisogno di requisiti patrimoniali così completi come quelli che sono stati definiti con il Consiglio. Le società di servizi di pagamento che offrono servizi basati su carte di credito non prendono depositi e quindi non hanno bisogno della stessa base finanziaria delle banche che invece li richiedono. Viene il dubbio che sia in atto un tentativo di proteggere le banche tradizionali dai nuovi concorrenti piuttosto che una misura di protezione verso i consumatori.
In secondo luogo nella presente epoca di comunicazioni simultanee di certo un giorno è più che sufficiente per trasferire il denaro da un capo all’altro della terra, figuriamoci da Strasburgo a Friburgo. E perché allora le banche temono la trasparenza in relazione al costo dei propri servizi e alzano invece gli oneri di nascosto attraverso tempi di trasferimento eccessivamente lunghi? Di sicuro nello spirito di Lisbona dovremmo essere i primi al mondo nell’applicazione della tecnologia moderna ai trasferimenti di denaro. I pagamenti dovrebbero essere istantanei, non deve intervenire alcun lasso di tempo. Il prestatore del servizio dovrebbe indicare apertamente la tariffa complessiva richiesta per il servizio.
Di conseguenza, questa direttiva, infine tortuosamente concordata, è un passo nella giusta direzione per garantire agli europei, sia ai cittadini che alle PMI, un servizio di trasferimento del denaro moderno, efficiente e al prezzo giusto. Tuttavia ci potrebbe essere di più e speriamo che siano compiuti ulteriori passi in avanti, signor Commissario.
Ieke van den Burg (PSE). – (NL) Signor Presidente, prima di tutto desidero riprendere l’osservazione espressa dall’onorevole Kauppi alla fine del suo intervento rispetto alla procedura di prima lettura: credo che la collega abbia ragione ad affermare che l’Assemblea ha il dovere di agire in maniera adeguata. Ed è meraviglioso esserci riusciti. Desidero poi aggiungere che il relatore e i relatori ombra hanno informato il resto della commissione per i problemi economici e monetari in maniera eccellente e trasparente, tanto più che la trasparenza non è sempre una consuetudine che si può dare per scontata nelle procedure di prima lettura, ma è buona cosa che ora abbiamo preso il ritmo e che possiamo passare alla fase successiva.
Desidero poi esprimere due osservazioni sul contenuto. Prima di tutto condivido in parte l’opinione dell’onorevole Purvis sulla concorrenza all’interno del mercato dei pagamenti. In Olanda non sussistono grosse difficoltà rispetto alla deroga che viene ora proposta, poiché confidiamo nello sviluppo di nuovi servizi e speriamo che faranno il loro ingresso sul mercato nuovi prestatori di servizi, soprattutto per gli immigrati, ad esempio, che desiderano inviare denaro nei loro paesi d’origine. Questo è tipicamente un servizio in cui i prestatori di servizi sono spuntati come funghi, ed è un servizio che vorrei fosse assolutamente trasparente, che non sia intrappolato nell’illegalità sommersa. A mio parere, devono essere favoriti sviluppi e opportunità del genere, soprattutto laddove si parla di importi di piccola entità e servizi immediati; infatti perché queste persone dovrebbero essere costrette a ricorrere a costosi servizi bancari?
Desidero poi esprimere un commento conclusivo, cui hanno accennato diversi oratori prima di me. Rivolgendomi in particolare alla Commissione e alla DG competente per la concorrenza, invito a stare in guardia contro la formazione di nuovi monopoli, oligopoli e cartelli che possono emergere in questo mercato, poiché alla fine si verrebbe a creare una situazione in cui i servizi per la clientela non sono né più convenienti e nemmeno di migliore qualità.
Zsolt László Becsey (PPE-DE). – (HU) Mi congratulo con il relatore; speriamo di essere arrivati a un momento storico. Nel settore dei servizi nel mercato interno siamo riusciti a conseguire solamente risultati parziali, ma spero che giungeremo a un vero e proprio successo in relazione ai servizi di pagamento.
Io stesso provengo da un cosiddetto nuovo Stato membro, e confido che, oltre a doverne subire i numerosi svantaggi, riusciremo a godere dei benefici derivanti dall’apertura del mercato interno. Per tale ragione l’anno scorso sono rimasto deluso quando avremmo potuto dar prova di coraggio con l’apertura di quei servizi che avrebbero rappresentato un vantaggio comparativo per i nuovi Stati membri e rafforzato la concorrenza nel mercato interno. Ora siamo ancora allo stesso punto e ancora speriamo che, oltre a disciplinare aspetti dei servizi che sinora non sono ancora stati disciplinati in maniera complessa, riusciremo altresì a spingere per la riduzione dei prezzi per servizi di pagamento di qualità elevata, assicurando l’ingresso di nuovi arrivati nel settore.
La vera garanzia di libertà di stabilimento e di erogazione dei servizi riveste un’importanza capitale. La proposta originale della Commissione era audace in proposito, in quanto avrebbe reso possibile l’introduzione di nuovi servizi senza alcun requisito patrimoniale speciale, rompendo quindi il monopolio che le banche hanno formato in questo campo. La valutazione del Commissario Kroes ha altresì comprovato ampiamente questa tesi. Con rammarico rilevo infatti che rispetto alla proposta originale ora sono previsti requisiti patrimoniali più rigidi, ma spero che essi non impediranno a nuovi operatori di accedere al mercato.
L’altra importante considerazione è che i trasferimenti di denaro dovrebbero raggiungere i destinatari il più velocemente possibile, in modo che essi possano usare i fondi quanto prima. In questo settore il compromesso attuale può segnare un passo in avanti, in quanto abbrevia il considerevole periodo in cui le banche fanno gratuitamente uso di tale denaro.
Sono altresì lieto che il compromesso dedichi un’attenzione speciale alle microimprese in quanto singoli consumatori. Voterò a favore dell’accordo anche se è stato raggiunto a porte chiuse e secondo criteri di élite. Il punto più importante, però, arriverà dopo tre anni dal recepimento nell’ordinamento giuridico nazionale, quando ci sarà la revisione – la prova che la torta è buona si ha solo quando la si assaggia. Se in questo campo si verificheranno i tre cambiamenti positivi cui ho accennato e che reputo importanti, e se i consumatori vulnerabili e le piccole imprese dell’Europa centrale accederanno a servizi di pagamento più convenienti, allora avremo agito bene. Altrimenti, nel caso in cui non entrassero nel mercato nuovi operatori, dovremmo apportare modifiche, e ciò richiederà coraggio, quindi speriamo di avere il coraggio necessario quando arriverà il momento.
Silvia-Adriana Ţicău (PSE). – Doresc să-l felicit pe domnul Gauzès pentru raport. Directiva privind serviciile financiare în cadrul pieţei comune completează iniţiativa sectorului bancar privind înfiinţarea zonei unice pentru plăţi în euro prin armonizarea legislaţiei din statele membre. Deşi în Uniunea Europeană 96% din plăţi au un caracter naţional şi doar 4% din plăţi se realizează între furnizorii de servicii financiare din state membre diferite, directiva propusă va încuraja competiţia, va reduce costurile, va asigura o mai mare transparenţă privind condiţiile si tarifele aplicabile precum şi o mai bună protecţie a utilizatorilor şi furnizorilor prin definirea drepturilor şi obligaţiilor acestora. Sistemele electronice de plăţi asigură un timp de procesare redus şi facilitează tranzacţiile între furnizorii de servicii financiare din state membre diferite, dar implementarea acestora necesită investiţii importante. Mobilitatea cetăţenilor necesită mijloace electronice de plată. În ultimii ani s-au dezvoltat sisteme electronice de plată şi, în acest context, securitatea plăţilor electronice este crucială pentru încrederea utilizatorilor acestor servicii. Consider că, pentru protecţia consumatorilor şi încrederea acestora în serviciile financiare, este important ca pentru instituţiile plătitoare să existe condiţii de autorizare şi funcţionare foarte clar definite. Felicit încă o dată raportorul.
Karsten Friedrich Hoppenstedt (PPE-DE). – (DE) Signor Presidente, l’accordo che ora abbiamo raggiunto – in prima lettura – segna un importante passo in avanti verso l’area di pagamento unica in euro, che è l’unico modo per avviare le prime misure in tempo, all’inizio del 2008, e di questo sono grato al relatore, onorevole Gauzès, e alla Presidenza tedesca, senza dimenticare ovviamente la Commissione. Si tratta di un importante segnale politico: è il segnale di via che le banche europee attendevano; anche alle banche infatti va un ringraziamento per la cooperazione costruttiva e fattiva che hanno prestato.
Per i consumatori il regolamento rappresenta un passo verso un mercato interno dei servizi finanziari veramente unito, come altri oratori hanno già giustamente osservato.
Per quanto sia appropriato usare un tono celebrativo, non dobbiamo dimenticare che un compromesso per certi versi è sempre al di sotto della soluzione ideale; l’esempio lampante sono i ragguardevoli costi che le banche dovranno sostenere non solo per il periodo di esecuzione che è loro concesso di una sola giornata lavorativa, ma anche per effetto di altre misure strutturali. Secondo alcune indicazioni sono già stati investiti 23 miliardi di euro per l’orientamento strutturale della SEPA nel suo complesso. Un periodo di esecuzione di due giorni bancari senza eccezioni per il settore finanziario europeo sarebbe più semplice e più trasparente e sarebbe più favorevole alla concorrenza; ad ogni modo, tale lasso di tempo avrebbe consentito di ridurre i costi, ma la decisone che prenderemo domani sarà quella definitiva.
Mentre i consumatori potranno dichiararsi soddisfatti per la più ampia scelta di banche di diversi Stati membri, non posso esimermi dall’esprimere una critica per quanto riguarda la loro tutela, in quanto non tutti i prestatori di servizi sono assoggettati alle medesime norme di vigilanza; il principio che prevede una parità di condizioni per tutti gli attori del mercato non sempre viene applicato. Le nostre azioni politiche dovrebbero sempre prendere le mosse dalle esigenze dei consumatori e dalla necessità di avere un mercato finanziario funzionante e competitivo; pertanto le procedure nazionali e i prodotti finanziari che funzionano bene, sono convenienti e accettati non dovrebbero mai per alcuna ragione essere immolati sull’altare delle transazioni di trasferimenti europei di denaro, il cui numero, espresso in proporzione, segna una costante diminuzione.
Corien Wortmann-Kool (PPE-DE). – (NL) Signor Presidente, in relazione alla direttiva su cui voteremo domani, siamo chiamati a esprimerci su un compromesso senz’altro giustificabile, per il quale sono molto grata all’onorevole Gauzès. Il Commissario McCreevy ha opportunamente aperto il suo intervento illustrando gli obiettivi che vogliamo conseguire, ossia una maggiore efficienza e una maggiore concorrenza. Il considerando 4 stabilisce verbosamente che si vuole favorire un considerevole passo in avanti in termini di costi e di efficienza per il consumatore e per le PMI, ma come si pone questo obiettivo rispetto alla realtà dei fatti? In Olanda e in altri paesi le banche stanno già dando indicazioni secondo cui le norme europee innescheranno un aumento dei costi per i consumatori e per le PMI e che i costi per i pagamenti con carta di credito sono destinati ad aumentare, come è già successo in diversi paesi. Ricordo infatti al Commissario McCreevy che il progetto non è terminato, anzi è solo all’inizio, e vorrei che ci dicesse come egli pensa di assicurare il proprio impegno, come garantirà che questi obiettivi siano effettivamente conseguiti e che i consumatori ne traggano veramente beneficio; vorrei inoltre che ci indicasse le misure che pensa di prendere di concerto con il Commissario Kroes nei prossimi due anni affinché ciò accada.
Charlie McCreevy, Membro della Commissione. – (EN) Signor Presidente, ho seguito attentamente il dibattito sulla proposta di direttiva relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno e desidero ringraziare gli onorevoli deputati per i commenti espressi.
Non possiamo istituire un mercato unico per i pagamenti senza un quadro giuridico armonizzato a livello comunitario atto a sostituire il mosaico delle 27 normative nazionali. Al contempo occorre una maggiore concorrenza e una maggiore innovazione nei mercati dei pagamenti. In questo modo, i cittadini, le imprese, le amministrazioni pubbliche e l’economia tutta ne ricaveranno benefici sostanziali. In definitiva i pagamenti sono la linfa vitale della nostra economia e senza un sistema efficiente di pagamenti non possiamo avere un mercato unico efficiente.
Gli onorevoli Gauzès, Bowles e Berès hanno sollevato la questione della protezione dei dati. E al riguardo desidero fare due osservazioni. In primo luogo la Commissione ha già risposto alla risoluzione del Parlamento del 14 febbraio 2007 sul caso SWIFT. L’articolo 19 della direttiva proposta consente lo scambio di informazioni tra autorità competenti della protezione dei dati personali e l’autorità preposta alla vigilanza sugli istituti di pagamento. Tale soluzione è in linea con le conclusioni del parere del gruppo di lavoro “dell’articolo 29” del 22 novembre 2006 sull’elaborazione dei dati da parte di SWIFT.
In secondo luogo, la limitazione dell’elaborazione dei dati ai paesi membri, come si propone nell’emendamento n. 287, in realtà sarebbe in contrasto con la direttiva sulla protezione dei dati. Tale direttiva prevede un regime specifico per l’autorizzazione all’esportazione dei dati in paesi terzi, purché tali paesi presentino le necessarie garanzie. Siffatto regime è volto a garantire che le norme europee sulle protezione dei dati non vengano pregiudicate nell’esportazione dei dati a paesi in cui vigono norme più miti.
Il caso SWIFT ha dimostrato che dobbiamo restare in guardia in materia di protezione dei dati personali. L’azione di lotta contro il terrorismo e contro il finanziamento del terrorismo è importante. Altrettanto importante è però anche la protezione dei dati personali, che rappresenta un principio fondamentale per tutti gli Stati membri dell’Unione europea. La Commissione si avvarrà dei mezzi di cui dispone per assicurare che tutti gli Stati membri ottemperino alla protezione dei dati, anche nell’esportazione verso paesi terzi. Porterò gli elementi emersi in questa sede all’attenzione del collega, il Commissario Frattini, che è direttamente competente per questo settore.
Domani il Parlamento ha la possibilità di approvare la proposta in cui si rispecchiano le opinioni espresse dalla commissione competente per il merito e che fornisce un fondamento giuridico per un mercato dei pagamenti efficiente e moderno. La Commissione sostiene pienamente una serie di emendamenti di compromesso volti a conseguire tale scopo. Desidero quindi rinnovare i miei ringraziamenti al relatore, onorevole Gauzès, e al Parlamento per la pazienza che ha avuto rinviando il voto. Vorrei sottolineare la convinzione che il vostro voto segna un’occasione storica nell’ambito dei pagamenti in Europa.
Pervenche Berès (PSE). – (FR) Signor Presidente, il Consiglio è presente in questa sede e gli sono state rivolte domande molto chiare, in particolare sull’impegno ad affrontare le preoccupazioni del Parlamento europeo in materia di protezione dei dati. Vorrei quindi che il Consiglio possa esprimersi in merito.
Presidente. – Poiché il Consiglio non desidera esprimersi su questo argomento, la discussione è chiusa.