14. Accordo multilaterale sulla creazione di uno spazio aereo comune europeo – Accordo multilaterale sulla creazione di uno spazio aereo comune europeo (ECAA) (discussione)
Presidente. – L’ordine del giorno reca, in discussione congiunta,
– la dichiarazione della Commissione sull’Accordo multilaterale sulla creazione di uno spazio aereo comune europeo, e
– la relazione presentata dall’on. Eva Lichtenberger, a nome della commissione per i trasporti e il turismo, sulla proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione dell’accordo multilaterale tra la Repubblica di Albania, la Bosnia-Erzegovina, la Repubblica di Bulgaria, la Repubblica di Croazia, la Comunità europea, la Repubblica d’Islanda, l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia, il Regno di Norvegia, la Serbia e Montenegro, la Romania e la Missione delle Nazioni Unite per l’amministrazione ad interim nel Kosovo sull’istituzione di uno spazio aereo comune europeo (ECAA) [COM(2006)0113 – C6-0218/2006 – 2006/0036(CNS)] (A6-0060/2007).
Jacques Barrot, Vicepresidente della Commissione. – (FR) Signor Presidente, onorevoli deputati, desidero prima di tutto congratularmi con l’onorevole Lichtenberger per la sua costruttiva relazione. La posta in gioco nel caso dell’accordo sullo Spazio aereo comune europeo è certamente molto rilevante.
L’accordo è stato siglato lo scorso giugno da 37 parti contraenti – il numero senza dubbio più alto nella storia degli accordi in campo aeronautico – e ci permette di creare un’unica rete globale che avvicinerà le persone, i paesi e le culture. In tale ottica, il trasporto aereo svolge un ruolo essenziale ai fini dell’integrazione e del successivo sviluppo dell’Europa nel suo complesso. L’accordo sullo Spazio aereo comune europeo significa dunque molto di più che una semplice apertura del mercato: è uno strumento che ci consente di creare uno spazio unico e di portare tutti i paesi dei Balcani e dell’Europa sudorientale nell’alveo della famiglia europea.
L’accordo favorirà lo sviluppo dei collegamenti aerei non solo in termini quantitativi bensì anche qualitativi, collegamenti che, a loro volta, favoriranno gli scambi tra i popoli, sia in forma di relazioni commerciali sia di viaggi privati, ad esempio a fini turistici – e il turismo è in effetti un settore in forte crescita nella maggior parte dei paesi interessati dall’accordo. Il trasporto aereo può pertanto fungere da motore trainante dello sviluppo di altri settori economici e contribuire alla crescita dell’intera regione balcanica. Al pari dell’accordo sull’energia nell’Europa sudorientale, quello sullo Spazio aereo comune europeo rappresenta un passo fondamentale verso un’ancor più stretta unione dei cittadini europei, che è tuttora l’obiettivo fondante dell’Unione europea. Esso costituisce una tappa decisiva nella realizzazione, entro il 2010, di uno spazio aereo comune che comprenda l’Unione e i suoi vicini, insieme con il recente accordo con il Marocco e i negoziati da poco avviati con l’Ucraina.
Lo scopo dell’accordo è chiaro e lungimirante, ma è bene sottolineare che anche il metodo che si è deciso di seguire presenta importanti vantaggi. Esso si basa su due pilastri: il primo è la convergenza delle normative, ovvero l’armonizzazione delle regole e degli standard europei per il trasporto aereo sotto profili importanti quali la sicurezza, la difesa, la concorrenza, la politica sociale, la tutela dei diritti dei consumatori e dell’ambiente. L’armonizzazione delle legislazioni a livello nazionale e comunitario testimonia la volontà dei paesi balcanici di condividere i valori e i principi dell’Unione europea, e il livello di convergenza normativa non ha precedenti: tutti i firmatari dell’accordo si sono impegnati a uniformare la rispettiva legislazione nazionale a quella comunitaria.
Il secondo pilastro è costituito dall’offerta di nuove opportunità grazie all’apertura dei mercati. Siamo ora impegnati a creare un mercato aereo comune in 35 paesi, a beneficio di oltre 500 milioni di cittadini – un mercato che è, peraltro, in continua crescita. Dal 2001 il traffico aereo tra l’Unione europea e l’Europa sudorientale è aumentato di quasi il 120 per cento, e questa tendenza sta accelerando grazie all’integrazione totale di una regione nella quale, stando alle previsioni, il traffico aereo crescerà del 6 per cento all’anno fino al 2011. Dal 2005 il numero di posti sui voli tra l’Unione europea e i Balcani è passato da 12 a 14 milioni. Sono certo che siamo tutti consapevoli degli effetti positivi dell’accordo.
Affinché quest’impresa possa dare buoni risultati, la Commissione necessita del sostegno anche di un terzo pilastro, quello dell’assistenza tecnica. E’ nostra intenzione seguire con attenzione l’applicazione della nuova legislazione e, allo stesso tempo, mettere a disposizione delle parti interessate tutto l’aiuto di cui hanno bisogno. Onorevoli deputati, sarà mia cura tenervi al corrente dei progressi raggiunti e dell’andamento della situazione.
Ringrazio ancora una volta la relatrice, onorevole Lichtenberger, e voi per il sostegno che avete voluto dare alla campagna europea mirata alla creazione di uno Spazio aereo comune europeo. Anche questa volta, l’alleanza tra il Parlamento e la Commissione ha permesso di raggiungere risultati importanti che, signor Presidente, sono nell’interesse generale dell’Europa.
Eva Lichtenberger (Verts/ALE), relatore. – (DE) Signor Presidente, sono molto grata al Commissario per quanto ha detto nel suo intervento iniziale. Ringrazio inoltre i colleghi perché, grazie a un impegno comune, siamo riusciti a preparare una relazione che, nelle sue parti principali, è molto coesa. Mi permetto di aggiungere che questo sforzo coordinato non va sottovalutato.
Di noi austriaci si dice sempre che abbiamo affinità con i popoli balcanici; sono quindi lieta che abbiamo da poco concluso con gli Stati balcanici un accordo che regolamenta il nostro sviluppo comune in un particolare settore di attività secondo un approccio graduale capace di rispondere quanto più efficacemente possibile alle diverse realtà di quei paesi.
I paesi balcanici, che nel recente passato hanno vissuto momenti di estrema difficoltà a causa di guerre, dispute e conflitti nazionalistici, sono molto diversi tra loro per quanto riguarda la flotta aerea, le infrastrutture, i poteri di controllo e le strutture governative. Proprio per tale motivo, è necessario adottare un approccio di tipo differenziato – cosa che peraltro siamo indubbiamente riusciti a fare nel contesto di questo accordo.
Vorrei ora evidenziare alcuni punti che saranno d’importanza decisiva per il nostro sforzo congiunto. Vigileremo su questo processo di convergenza e forniremo aiuto e sostegno per l’introduzione di misure di safety e security – uso i termini inglesi perché mi permettono di esprimere entrambi i significati della parola “sicurezza”. Naturalmente, è tutta una questione di prassi quotidiana, di dettagli pratici delle procedure di lavoro quotidiane. E’ superfluo ricordare che per noi il rispetto delle condizioni è un’esigenza imprescindibile e che non possiamo far finta di non vedere le carenze che esistono; al contrario, nei prossimi anni dovremo lavorare insieme per migliorare la sicurezza comune e le norme di sicurezza dell’aviazione europea, e questo impegno dovrà essere accompagnato dalla creazione di meccanismi di accesso al mercato.
Mi pare che, nel pacchetto complessivo di norme, alcuni punti siano centrali e rivestano un’importanza particolare; mi riferisco ai diritti dei passeggeri, specialmente dei passeggeri disabili, i quali devono poter esercitare i loro diritti negli altri paesi allo stesso modo che in patria. Le persone costrette su una sedia a rotelle non devono vedersi negata la possibilità di viaggiare nei paesi balcanici solo perché vi mancano personale e infrastrutture adeguati. Inoltre, dobbiamo ovviamente prevenire il dumping sociale, che si manifesta con il mancato adempimento di norme comuni sull’orario di lavoro, perché si tratta di un problema di fondo che ora ha investito anche il settore dell’aviazione.
E’ chiaro che anche la tutela dell’ambiente svolge un ruolo importante. In riferimento all’accordo molto è stato detto sugli alti tassi di crescita che il traffico aereo tra l’Unione europea e i paesi balcanici registrerà in futuro. A tale aumento dovrà associarsi un’iniziativa ambientale mirata a ridurre le emissioni e i livelli di rumore, onde garantire che volumi crescenti di traffico aereo non comportino un forte aumento del grado di inquinamento ambientale.
Vorrei ricordare un ultimo punto importante: i blocchi di spazi aerei funzionali. Sarà difficile creare un blocco comune o perseguire politiche comuni, ma sono una vecchia, inguaribile ottimista e mi auguro perciò che anche a tale riguardo riusciremo a ottenere risultati soddisfacenti. Naturalmente sappiamo, purtroppo, che queste cose non sempre funzionano a dovere, neppure nell’Unione europea; però possiamo creare le condizioni per un sistema comune della gestione del traffico aereo che consenta di ridurre le emissioni e di semplificare la vita tanto ai passeggeri quanto al personale degli aeroporti e delle compagnie aeree.
Spero che la collaborazione intergovernativa nei Balcani che sarà avviata nel quadro di questo accordo possa rappresentare un ulteriore passo in direzione di una comprensione reciproca anche in altri ambiti.
Georg Jarzembowski, a nome del gruppo PPE-DE. – (DE) Signor Presidente, signor Vicepresidente della Commissione, consentitemi anzi tutto di ringraziare vivamente la relatrice per l’enorme mole di lavoro che ha compiuto per preparare la relazione e, in particolare, la risoluzione. Le vorrei dire anche che non è una vecchia, inguaribile ottimista bensì un’ottimista nel fiore degli anni!
Il gruppo del Partito popolare europeo (Democratici cristiani) e dei Democratici europei appoggia con convinzione la creazione di uno spazio aereo comune più ampio, che comprenda Unione europea, Islanda e Norvegia, in quanto paesi dello Spazio economico europeo, e i paesi confinanti dell’Europa sudorientale, poiché tutti questi paesi adotteranno gradualmente, grazie all’accordo multilaterale, lo stesso codice aereo con l’obiettivo ultimo di creare uno spazio giuridico uniforme in Europa che riguardi tutti gli aspetti dell’aviazione, dal controllo del traffico aereo e dalla gestione degli spazi aerei fino alla concorrenza tra le compagnie aeree. In questo modo aumenteremo anche la sicurezza dell’aviazione e rafforzeremo i diritti dei passeggeri aerei.
Sono molto grato alla relatrice per la risoluzione. Non sono solito attribuire l’etichetta di ecocompatibilità a qualsiasi attività in qualsiasi circostanza, voglio tuttavia ribadire l’esigenza di garantire un ragionevole livello di mobilità. Per tale motivo credo che tutti gli Stati membri dovrebbero darsi da fare per adottare senza indugio misure concrete volte a mettere in pratica il concetto di cielo unico europeo per mezzo di un efficace sistema di gestione dello spazio aereo. In questo modo potremo ridurre del 12 per cento le emissioni di CO2 nell’Unione europea.
Siamo inoltre favorevoli agli sforzi mirati a introdurre un valido sistema europeo di scambio di quote di emissioni nel trasporto aereo, allo scopo di ottenere ulteriori benefici per l’ambiente. Se, poi, lo scambio di quote di emissioni sia o meno un sistema intelligente sarà oggetto di una successiva discussione in un altro contesto.
Permettetemi, infine, di sottolineare che per noi è importante anche collaborare nella formazione del personale e nell’acquisizione e implementazione delle più moderne tecnologie per il controllo del traffico aereo, poiché abbiamo bisogno di un sistema sicuro ed efficiente per monitorare l’uso dello spazio aereo europeo.
Saïd El Khadraoui, a nome del gruppo PSE. – (NL) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, anch’io desidero ringraziare la relatrice, onorevole Lichtenberger, per il buon lavoro che ha compiuto su questo tema, come pure su altre questioni concernenti l’aviazione riguardo alle quali abbiamo avuto il piacere di collaborare e, spesso, di trovare ampi consensi con la maggior parte dei gruppi. Assai di frequente ci siamo resi conto di perseguire gli stessi obiettivi, che sono quelli non solo di una graduale estensione del mercato aereo europeo liberalizzato ma anche e, possibilmente, soprattutto di cogliere questa opportunità per, in un certo senso, esportare un po’ alla volta nei paesi confinanti, e poi anche in altri paesi del mondo, l’acquis europeo, ovvero la somma di tutte le norme europee nel settore dell’aviazione. In tal modo, le nostre norme comuni in materia di sicurezza, protezione, controllo del traffico aereo, concorrenza, aspetti sociali e ambientali potranno essere adottate anche da paesi terzi, creando così un contesto uniforme con condizioni uguali per tutti, benché di livello elevato. Tutto ciò è importante sia nell’ottica dell’apertura reciproca dei nostri mercati sia in termini di sicurezza dei passeggeri e del mantenimento della coesione sociale in questo settore.
E’ ovvio che non sarà facile per tutti i paesi interessati applicare le norme europee vigenti, perché spesso quei paesi non dispongono del necessario know-how né del necessario bagaglio tecnico. Per tale ragione è importante che l’accordo preveda che la Commissione sia pronta a fornire loro assistenza tecnica, legale e gestionale. Altrettanto importante è che in questi accordi lasciamo aperta la possibilità di adottare altre misure che si rendessero necessarie in futuro, come quelle già citate dalla relatrice per ridurre al minimo gli effetti negativi sul clima. Si è già parlato del sistema di scambio di quote di emissioni, mentre il sistema di registrazione di campioni di Terra (SESAR) è un altro modo per raggiungere lo stesso obiettivo. Naturalmente appoggiamo in toto la relazione Lichtenberger e la risoluzione, anche se preferiremmo dare maggiore rilievo a qualche punto qui e lì. A tal fine abbiamo presentato alcuni emendamenti che, mi auguro, il Parlamento vorrà accogliere e che, per quanto simbolici, sono importanti e coerenti con risoluzioni simili da noi già approvate.
Jeanine Hennis-Plasschaert, a nome del gruppo ALDE. – (NL) Signor Presidente, uno spazio aereo comune basato sulla libertà di accesso al mercato e di stabilimento, su condizioni uguali per tutti e su norme comuni in materia di sicurezza, protezione, controllo del traffico aereo e, naturalmente, tutela sociale e ambientale può senza dubbio creare un’interessante situazione vantaggiosa per tutti – e nessuno può negare che essa sia utile e necessaria.
Questa è, di fatto, la conclusione cui siamo giunti nel commemorare il disastro aereo di Tenerife il 27 marzo scorso. Esattamente trent’anni fa, due Boeing 747 si scontrarono causando la morte di 583 persone in quello che è il più grave incidente aereo nella storia dell’aviazione. In tale circostanza mi sono resa conto di quanti e quali progressi abbiamo compiuto da allora per quanto riguarda le norme comuni sull’aviazione europea e in particolare la sicurezza dei passeggeri del trasporto aereo, e ho avuto netta la percezione di quanti benefici ciò abbia comportato per tutti noi.
Di conseguenza, ritengo che la creazione di uno Spazio aereo comune europeo, fondato sui principi ispiratori già citati da quasi tutti gli oratori precedenti, rappresenti un ulteriore e importante progresso. A ben guardare, l’accordo di cui stiamo discutendo prevede la graduale estensione ai paesi partner dell’acquis in materia aeronautica. Insieme con la sicurezza, è evidente che anche le implicazioni economiche assumono grande rilievo.
Al pari della relatrice e di oratori precedenti reputo importante sottolineare che non tutti i paesi partner partono dalla stessa posizione. Alcuni si trovano ad affrontare – per usare un eufemismo – una sfida considerevole, e anche il settore dell’aviazione presenta livelli di sviluppo molto diversi da paese a paese.
In altri termini, il progresso verso uno spazio aereo comune non sarà uniforme, né, peraltro, vogliamo che sia così. Ritengo quindi che l’assistenza tecnica, legale e d’altro tipo che l’Unione europea fornirà ai paesi partner in questo accordo sia uno strumento fondamentale per poter realizzare effettivamente uno Spazio aereo comune europeo. Concludo associandomi ai ringraziamenti alla relatrice, onorevole Lichtenberger.
Mieczysław Edmund Janowski, a nome del gruppo UEN. – (PL) Signor Presidente, mi congratulo con l’onorevole Lichtenberger per il lavoro che ha compiuto.
A nome del gruppo “Unione per l’Europa delle nazioni”, desidero esprimere il nostro sostegno a questo accordo multilaterale internazionale nel quale l’Unione europea svolge un ruolo di primo piano, nonostante alcune differenze tecniche tra i partner. Stiamo arrivando alla fine di un percorso difficile e tortuoso, che abbiamo imboccato molti anni fa e che ci porterà a un mercato dell’aviazione civile in Europa che sarà libero, sicuro e comune. La rapida diffusione del trasporto aereo sia di merci sia di passeggeri ha avuto conseguenze positive ma anche conseguenze negative. In tale contesto, sono lieto di poter dire che il mercato polacco dell’aviazione è quello che registra il tasso più elevato di crescita a livello europeo, con una media annua superiore all’11 per cento. Solo in Cina il trasporto aereo è cresciuto più velocemente. La nascita di compagnie aeree a basso costo ha chiaramente contribuito a questo sviluppo e ha favorito la creazione di alcuni centri regionali del traffico aereo molto importanti. Ora possiamo dire che i livelli del traffico aereo in Europa hanno ormai raggiunto il punto di saturazione e che fattori di disturbo quali condizioni atmosferiche avverse, incidenti o scioperi possono causare pesanti interruzioni nell’intero sistema europeo. Vorrei sottolineare che lo Spazio aereo comune europeo sarà responsabile del controllo delle autorità aeree dei singoli paesi e collaborerà con esse e con Eurocontrol. Il sistema SESAME svolgerà al riguardo un ruolo importante.
Due punti in conclusione. Primo: lo Spazio aereo comune europeo dovrebbe essere il precursore di uno spazio aereo comune mondiale; in proposito condivido le osservazioni del Commissario. Secondo: in tutti gli ambiti previsti dall’accordo non si deve mai dimenticare che al centro del nostro agire stanno i passeggeri, compresi i passeggeri disabili, come ricordato dalla relatrice. Credo che il recente sciopero dei vigili del fuoco all’aeroporto di Bruxelles costituisca un esempio assolutamente negativo.
Vladimír Remek, a nome del gruppo GUE/NGL. – (CS) Signor Commissario, onorevoli colleghi, desidero innanzi tutto complimentarmi con la relatrice per il lavoro svolto e in qualità di relatore ombra vorrei ringraziarla per la sua ottima collaborazione.
A mio parere, uno dei principali effetti positivi di questo accordo sarà l’estensione di specifici standard europei a un’altra regione, quella dei Balcani, che si caratterizza per la sua complessità.
Avendo trascorso parte della mia attività professionale nel settore aeronautico, so quanto sia importante la cooperazione internazionale in questo campo e quanto sia necessario avere almeno un piccolo numero di norme specifiche in materia. Approvando la relazione, soddisferemo ulteriori requisiti per l’estensione del Cielo unico europeo al di fuori del territorio dell’Unione europea. Si tratta non soltanto di contribuire a una maggiore sicurezza, ma anche di cogliere l’occasione di migliorare la qualità dei servizi ai passeggeri. Inoltre, l’accordo offre all’Europa nuove occasioni imprenditoriali, che, secondo me, sono una conseguenza altrettanto importante dell’accordo. Credo altresì che esso sia un valido esempio di un progetto che contribuirà concretamente a diffondere le idee europee. Altri accordi concreti di questo tipo, che non si limitino a meri interventi di natura burocratica nei paesi europei e godano di ampio consenso, potranno sicuramente aumentare il prestigio dell’Unione europea.
In Europa l’aviazione è aperta a tutti i paesi che ambiscono all’integrazione nella famiglia aerea europea nel rispetto di termini e condizioni chiari e accettati da tutti.
Jean-Claude Martinez, a nome del gruppo ITS. – (FR) Signor Presidente, signor Commissario, un mercato unico, una moneta unica e, adesso, persino il cielo sta per diventare unico: questa è la conferma del fatto che l’integrazione europea è un monoteismo giuridico, finanziario ed economico che, come tutti i monoteismi, ha il potere di espandersi. Lo possiamo vedere in questo caso, con la decisione definitiva del Consiglio a favore di un accordo multilaterale sull’istituzione di uno Spazio aereo comune dell’Unione europea, dei paesi balcanici, dell’Islanda e della Norvegia – ossia di 37 paesi, se non ho contato male.
Questo corpus giuridico, ancora una volta positivo, è un accordo multilaterale: 35 articoli, 4 allegati e 8 protocolli. Le norme nazionali vengono armonizzate tra loro. Stiamo creando un mercato comune per il trasporto aereo e, Dio mio, l’unificazione sembra procedere più speditamente in cielo che in terra. Ecco qui un accordo che istituisce una normativa di validità continentale in materia aeronautica che si fonda su cinque punti principali: il diritto di stabilimento, la sicurezza aerea, affrontata nell’articolo 11, la protezione del trasporto aereo, soprattutto in tempi di minacce terroristiche e dirottamenti, la gestione del traffico aereo e, naturalmente, la concorrenza, che comprende aspetti quali gli aiuti di Stato, gli appalti pubblici e la commercializzazione dei beni.
I punti citati si aggiungono alle norme solite, tipiche degli accordi multilaterali come questo, cioè quelle riguardanti la composizione delle controversie, l’interpretazione, l’attuazione – in questo caso, un’attuazione che prevede l’applicazione per fasi – e, ancora una volta, il solito problema della data di entrata in vigore e dell’applicazione provvisoria. Una volta tanto, possiamo accogliere con favore qualcosa che dovrebbe semplificare la vita sia delle società sia dei cittadini.
Erna Hennicot-Schoepges (PPE-DE). – (FR) Signor Presidente, condivido le valutazioni molto positive dell’oratore che mi ha preceduta. Signor Presidente, 37 Stati dovranno ratificare questo accordo prima della sua applicazione finale; fino ad allora vigeranno accordi bilaterali, laddove esistono. La relatrice ha evidenziato l’inadeguatezza di un approccio generalizzato per quanto riguarda i paesi associati.
Tuttavia, l’approccio intergovernativo su un comitato misto più grande del necessario, come lo ha gentilmente definito l’onorevole Lichtenberger, con cui mi congratulo per la sua relazione, complica di molto la collaborazione. E’ evidente che l’applicazione del sistema SESAR semplificherà la gestione del traffico aereo, e non possiamo non assicurare al Commissario Barrot tutto il nostro sostegno al fine di velocizzare quanto più possibile la fase di sviluppo di SESAR.
Non c’è bisogno che vi ricordi che questo sistema fornirà alla tutela dell’ambiente un contributo importante e più efficace del sistema di scambio di quote di emissioni, che si cerca ora di imporre anche nel settore dell’aviazione civile, perché avremo uno spazio aereo meglio organizzato e risparmi effettivi di carburante. Non ci sarà soltanto un cielo unico bensì anche un cielo pulito, come lei ha detto, signor Commissario.
Ribadisco, comunque, il mio timore che l’obbligo di ratifica degli accordi da parte degli Stati contraenti possa rinviare l’applicazione del sistema SESAR. Il periodo che comincia stasera è molto importante, e la data del 2010 è ambiziosa. La fase di sviluppo di SESAR dovrebbe concludersi nel 2013. Signor Commissario, è comprensibile nutrire l’ambizione di compiere progressi per quanto attiene alla tutela ambientale; chiedo tuttavia alla Commissione di dirci se è possibile fare passi avanti anche per quanto riguarda l’attività legislativa degli Stati membri, e a quale punto essa è giunta. Invito la Commissione a tenere regolarmente informato il Parlamento sullo stato di avanzamento di questi lavori.
Silvia-Adriana Ţicău (PSE). – Felicit raportorul pentru munca depusă. Încep prin a menţiona că România şi Bulgaria, ca state membre, respectă acquis-ul comunitar. De asemenea acestora se aplică regulamentele în vigoare. Acordul multilateral pentru stabilirea spaţiului aerian comun european se înscrie în politica de vecinătate a Uniunii Europene şi în procesul de extindere a pieţei interne de transport la statele vecine. Statele din Balcani sunt importante pentru Uniune Europeană. Este important pentru aceasta ca statele semnatare să respecte standardele şi reglementările europene privind siguranţa şi securitatea aviaţiei, drepturile pasagerilor, concurenţa, achiziţiile şi ajutorul de stat. Implementarea acordului se va face gradual, conform protocolului cu fiecare stat semnatar, urmând ca aplicarea integrală a acordului să se realizeze după ratificarea sa de către toate părţile semnatare. Până în acel moment se vor aplica acordurile bilaterale existente privind accesul la spaţiul aerian şi frecvenţele utilizate. Având în vedere importanţa spaţiului aerian comun european pentru politica comunitară de transport, este important ca statele semnatare să primească din partea Comisiei Europene sprijinul tehnic, legal şi procedural necesar pentru implementarea sa. Felicit încă o dată raportorul pentru activitatea depusă.
Arūnas Degutis (ALDE). – (LT) La risoluzione oggi in esame è breve ma d’importanza cruciale. Approvandola, aderiremo a un accordo multilaterale sullo Spazio aereo comune europeo che la Commissione ha negoziato un anno fa con i paesi balcanici, Islanda e Norvegia e che è importante perché estende ai paesi partner l’applicazione delle norme comunitarie in materia aeronautica.
Tutto ciò ha rilevanti implicazioni non solo per quei paesi, che stanno cercando di armonizzare gradualmente le loro norme nel settore aereo con quelle europee, ma anche per l’Europa, dato che gli standard europei inizieranno gradualmente a essere applicati anche nell’area geografica testé indicata, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza aerea, consentendo così ai nostri cittadini di viaggiare più sicuri. I viaggi nei Balcani registrano una crescita costante, a mano a mano che quei paesi si avvicinano all’Europa.
Il settore dell’aviazione civile internazionale è complesso e sfaccettato; è stato quindi corretto scegliere un approccio negoziale asimmetrico che tenga conto della specifica situazione e del livello di attuazione degli standard in ciascuno dei paesi con i quali doveva essere siglato un protocollo. In questo modo si velocizza l’applicazione delle norme, non si costringono i paesi più avanzati ad aspettare gli altri e si stimolano all’azione quelli più arretrati.
Jacques Barrot, Vicepresidente della Commissione. – (FR) Signor Presidente, ringrazio il Parlamento per aver sottolineato – invero, l’hanno fatto tutti gli oratori – l’importanza di questo accordo che istituisce uno Spazio aereo comune europeo.
Vorrei dire alla relatrice che l’accordo ovviamente contempla gli aspetti sociali e ambientali, richiamandosi alle norme dell’Unione europea in materia. Inoltre, i paesi firmatari sono impegnati ad applicare l’acquis comunitario con particolare attenzione ai diritti dei passeggeri e, come lei, onorevole Lichtenberger, ha sottolineato, ai diritti delle persone a mobilità ridotta. I partner dello Spazio aereo comune europeo si sono altresì impegnati ad applicare tutta la legislazione che l’Unione europea adotterà in futuro riguardo, ad esempio, ai diritti sociali. Lo Spazio aereo comune europeo fungerà pertanto da quadro comune di riferimento per il trasporto aereo e garantirà parità di trattamento in tutte le circostanze per tutte le parti interessate.
Vorrei inoltre sottolineare che il sistema SESAR promuoverà una migliore gestione del settore aereo, e anche questo sarà un aspetto rilevante. Molti di voi hanno sottolineato il fatto che il rispetto dell’acquis comunitario è fondamentale non solo in sé e per sé bensì anche al fine di fornire aiuto, un aiuto che deve essere commisurato alle esigenze di ciascuno degli Stati membri, che non sono tutti allo stesso livello. All’onorevole Hennicot-Schoepges vorrei dire, a questo proposito, che farò quanto lei mi chiede e terrò informato il Parlamento sui progressi degli Stati membri per quanto riguarda la legislazione. Ha fatto bene, onorevole Hennicot-Schoepges, a evidenziare il rischio che la ratifica rallenti il processo, mentre lo Spazio aereo comune, in realtà, dovrebbe essere realizzato celermente. Terrò quindi bene a mente le sue parole.
Credo di aver risposto a quasi tutti i quesiti sollevati. Voglio aggiungere che la Commissione ogni anno compirà visite di valutazione e sottoporrà al Parlamento europeo una relazione dettagliata sui progressi compiuti dai paesi aderenti allo Spazio aereo comune europeo.
A beneficio dell’onorevole Tičau aggiungo che l’accordo aveva tenuto conto dell’adesione di Bulgaria e Romania. In quanto Stati membri dell’Unione europea, i due paesi sono firmatari dell’accordo e non c’è dunque bisogno di alcun emendamento.
Signor Presidente, concludo qui il mio intervento. Sono molto grato al Parlamento per l’interesse che ha dimostrato per l’accordo, che è sicuramente di importanza cruciale per l’unificazione del cielo europeo. Come ha osservato l’onorevole Martinez, qualche volta, forse, occorre partire dal cielo per creare unità in Terra.