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Proċedura : 2006/2094(INI)
Ċiklu ta' ħajja waqt sessjoni
Ċiklu relatat mad-dokument : A6-0152/2007

Testi mressqa :

A6-0152/2007

Dibattiti :

PV 23/05/2007 - 15
CRE 23/05/2007 - 15

Votazzjonijiet :

PV 24/05/2007 - 9.2
Spjegazzjoni tal-votazzjoni

Testi adottati :

P6_TA(2007)0213

Rapporti verbatim tad-dibattiti
L-Erbgħa, 23 ta' Mejju 2007 - Strasburgu

15. L-elaborazzjoni ta' kunċett strateġiku fil-ġlieda kontra l-kriminalità organizzata (dibattitu)
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  Πρόεδρος. – Η ημερήσια διάταξη προβλέπει τη συζήτηση της έκθεσης του Bill Newton Dunn, εξ ονόματος της Επιτροπής Πολιτικών Ελευθεριών, Δικαιοσύνης και Εσωτερικών Υποθέσεων, που αφορά την πρόταση σύστασης του Ευρωπαϊκού Κοινοβουλίου προς το Συμβούλιο σχετικά με την ανάπτυξη στρατηγικής αντίληψης για την αντιμετώπιση του οργανωμένου εγκλήματος [2006/2094(INI)] (A6-0152/2007).

 
  
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  Bill Newton Dunn (ALDE), rapporteur. – Madam President, I am sorry to tell you this is going to be a tale of woe, of unhappiness and of problems for Europe, because organised crime is growing in every field, it is hidden and we do not have a full picture. It is based in states outside the EU, mostly, where government is weak and therefore there is very little action to stop the gangs and the criminals who are working in an organised way.

I am referring to drugs like heroin and cocaine, which are brought in from different parts of the world; to ecstasy, which is exported from Europe to different parts of the world; to illegal immigrants, who are brought in from Asia and Africa without proper controls; to counterfeit goods of every imaginable kind, some just simple toys or music CDs but also some things like medicines, which are deeply serious and life-threatening; and to crime on the internet – the theft of money and identity. In every area, crime is growing and in every area we each have, maybe, some small experience.

Every industry is aware of the problems in its own sector, but it keeps the statistics hidden because it does not want to damage public confidence. If a bag manufacturer says, ‘Be careful about buying my beautiful leather bag because it may be a fake from the Far East or elsewhere,’ they damage their prospects. So, nobody tells the public what is really going on.

Some organised gangs are ethnic families working very well in a tightly-knit way; some are now organised like very efficient, very big multinational corporations – this week I was even given an organisational chart for an organised criminal gang! They cross the borders inside our Union with total ease and without any difficulty at all. Here is the problem: our police cannot cross any borders. So, the criminals are going wherever they like, doing whatever they do, but our police are restricted to their own regions or their own Member States and therefore are deeply handicapped and cannot fight the criminals on equal terms. What do individual police officers do if there is a problem across the border? Do they go to a central point and get contact details from the telephone directory? There is no directory. There is no facility for a police officer in any one country to find a telephone number or an e-mail address for an appropriate contact in another Member State. It is unbelievable – a total lack of cooperation.

The reason for this is the lack of mutual trust and understanding, meaning that, traditionally, we do not want to give foreigners our information or reveal the source of our information, because that would give away too many secrets. We do not trust each other inside Europe. The gangs trust each other beautifully and so they are winning hands down.

It is not all woe. The Americans, with their open borders between states, found exactly the same problem in the 1930s. You probably saw the film Bonnie and Clyde. They robbed banks, took the money across a state border and the police could not follow them. The Americans invented the FBI with powers to cross borders, and I suspect that is the stage we have now reached in Europe. We need a law enforcement agency that can pursue criminals across frontiers. The public will be very sceptical; the national leaders say nothing about it, but I think we have reached that point and we have to do something about it.

Today, however, on this side of the Atlantic, in the European Union, there are no statistics to tell the public the scale of the problem. Each of the 27 Member States collects statistics in its own different way. There are no comparative EU statistics, so we hope that the Commission is working in that direction to start that happening in a few years’ time. We have no idea, no clear picture, no information for the public, no democratic control, because this comes under the third pillar and is therefore controlled by the national governments, who do very little because they do not feel any pressure from the public to take any action.

The only way that we will get a change, I fear, is if there is a dramatic shock, something like 9/11 in Europe. Something so bad that the public says, ‘How was this allowed to happen? How did the criminal gangs get away with this for so long when there was so much inactivity in 27 national capitals?’ But, if the criminals are smart – and they are very smart – they will never come up above the horizon. They will never commit a 9/11 and they will just go on eating into our society, feeding off us, weakening us, taking away jobs and, basically, weakening the whole Union. We really need action, and I hope Parliament will support this report and push the ministers into taking some decisions.

 
  
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  Franco Frattini, Vicepresidente della Commissione. Signora Presidente, onorevoli colleghi, mi congratulo con il relatore, con l'on. Newton Dunn, per questa relazione. Credo che l'importanza di sviluppare tutti i mezzi a disposizione nella lotta contro la criminalità organizzata sia chiara a tutti, nessuno credo possa avere dubbi in merito. Mi limiterò a dare alcune brevi indicazioni su alcuni progressi recenti che l'Unione europea ha realizzato in questo campo ed alcune iniziative che la Commissione europea avvierà in tempi estremamente brevi.

In primo luogo, proprio per migliorare la conoscenza del fenomeno della criminalità organizzata, sono particolarmente d'accordo con il relatore. Non abbiamo un quadro di conoscenza preciso sulle dimensioni del fenomeno criminale e dei flussi della criminalità organizzata. In questo campo l'evoluzione dell'attività di Europol è particolarmente apprezzabile. Europol come voi sapete, da quest'anno, dal 2007, pubblicherà e ha proposto di integrare il suo tradizionale rapporto conoscitivo sullo stato della criminalità in Europa con una valutazione annuale della minaccia. Il rapporto Europol sarà quindi un rapporto proattivo e non solo conoscitivo; indicherà cioè i settori anno per anno, nei quali la minaccia della criminalità organizzata è cresciuta e, come noi speriamo, quelli in cui la minaccia sarà anche diminuita. Purtroppo, noi registriamo un aumento crescente in tutti i grandi ambiti della criminalità organizzata.

Un altro risultato importante, lo ricordava ora il relatore, è l'azione europea nel campo delle statistiche criminali. Non abbiamo avuto finora un quadro statistico. Voi lo ricorderete, in una comunicazione adottata lo scorso anno, proposi proprio un sistema di statistiche criminali a livello europeo. Abbiamo costituito già un gruppo di esperti e posso dire con soddisfazione che già Eurostat ha effettuato la prima pubblicazione di dati statistici sui reati a livello europeo. Stiamo cominciando a realizzare dei risultati concreti.

Nel campo della prevenzione, che è estremamente importante, abbiamo deciso di concentrarci, ad esempio, sulla lotta alla corruzione, spesso legata alle reti della criminalità organizzata. Abbiamo deciso di stabilire una rete europea di esperti nazionali in collegamento costante, proprio in funzione di prevenzione anticorruzione. Ho ritenuto di inserire nel programma del prossimo anno, del 2008, un'iniziativa che esplorerà i legami tra la corruzione, il riciclaggio di denaro sporco e quindi le reti della criminalità organizzata. E' un settore su cui l'Europa deve lavorare di più.

C'è poi una grande azione per quanto riguarda il traffico di esseri umani; c'è un piano d'azione, già adottato e in corso di sviluppo, di attuazione concreta. Tra l'altro, come probabilmente voi sapete, abbiamo promosso una giornata europea ogni anno, proprio contro il traffico di esseri umani, che sarà il segnale concreto di uno sviluppo, di una presa di coscienza europea che finora è stata insufficiente.

Abbiamo pensato inoltre di concentrarci sulla protezione dei testimoni, elemento indispensabile se si vuole lottare contro la criminalità organizzata. Metterò a disposizione di questo Parlamento un documento di lavoro con alcune proposte concrete entro la fine di luglio di quest'anno, cioè entro i prossimi due mesi. Questo documento di lavoro sarà il risultato di un'analisi che abbiamo fatto con le polizie, con le autorità giudiziarie dei paesi membri, su come i testimoni nella lotta alla criminalità organizzata debbano essere protetti, perché se non si proteggono i testimoni viene meno un elemento fondamentale per la lotta al crimine organizzato.

Sulla cooperazione di polizia e sulla cooperazione giudiziaria il coordinamento deve essere rafforzato anzitutto tra Europol e Eurojust. Certamente è indispensabile un approccio multidisciplinare e abbiamo fatto molto per Europol. Ho proposto un nuovo statuto per Europol per aumentarne i poteri, estenderne il mandato e dare più flessibilità ad Europol, la criminalità organizzata purtroppo ha un grado di adattabilità molto elevato e quindi anche Europol deve essere estremamente più flessibile. Mi auguro che per Europol il Consiglio accolga la nostra proposta di un finanziamento comunitario. Questo avrebbe un immediato vantaggio, quello del controllo democratico del Parlamento europeo, sull'utilizzazione del budget di Europol, che quindi sarà soggetto in modo, direi più trasparente, ad un'autorità parlamentare democratica di controllo.

Come sapete, il Consiglio nutre ancora qualche reticenza ad accettare questa mia proposta. Sulla questione operativa Europol si sta potenziando. Dov'è il punto debole? Il punto debole è che gli Stati membri non trasmettono ad Europol il numero necessario di informazioni operative di cui Europol ha bisogno per coordinare le sue attività. Voi sapete probabilmente che il sistema informativo centrale di Europol viene alimentato per il 70% solamente da cinque Stati membri e il 30% da tutti gli altri. Questo fa vedere quale sarebbe la potenzialità di Europol se tutti gli Stati membri contribuissero in modo migliore. Cosa che adesso dovranno fare perché sono entrati in vigore tutti e tre i protocolli di Europol e quindi la cooperazione sarà migliore.

Anche per Eurojust bisogna fare qualcosa in più. Certamente su Eurojust, presenterò una proposta, quest'autunno, credo tra ottobre e novembre, e sarà una proposta per rafforzare i poteri d'iniziativa di Eurojust. Il punto che sarà al centro di questa mia iniziativa sarà l'associazione di Eurojust, direi l'associazione normale, sistematica alle squadre comuni d'inchiesta. Queste squadre comuni d'inchiesta sono uno strumento fondamentale per combattere la criminalità e Eurojust viene chiamata a partecipare alle squadre comuni d'inchiesta in modo insufficiente, non organico e qualche volta episodico. Così non va! Eurojust deve essere protagonista normale delle squadre comuni d'inchiesta per aumentare le sue capacità.

Certamente tutta questa grande attività che noi stiamo svolgendo deve vedere sempre un bilanciamento tra le esigenze di sicurezza che sono, come sostengo con convinzione personale, un diritto fondamentale dei cittadini. I cittadini hanno diritto alla sicurezza, ma accanto alla sicurezza ci sono altri diritti, anch'essi diritti fondamentali e quindi, credo che la materia della protezione dei dati nel settore della cooperazione di polizia – materia che ancora non ha trovato una risposta positiva in Consiglio, malgrado la mia proposta di un anno e mezzo fa – dovrà finalmente trovare una risposta organica, cioè un'iniziativa legislativa europea sulla protezione dati nel cosiddetto terzo pilastro. Questo servirà a dare anche al cittadino il segno tangibile che accanto ad un'azione forte contro il crimine organizzato, noi rispettiamo fortemente altri diritti fondamentali come il diritto al trattamento dei dati personali.

In tutti questi ambiti, mi auguro che il Consiglio a giugno decida di incorporare le previsioni del trattato di Prüm nella legislazione europea, cioè che si passi da quella che oggi è stata una semplice cooperazione rafforzata tra alcuni Stati membri ad una disposizione organicamente inserita nel contesto della legislazione comunitaria. Se il Consiglio, come auspico, darà via libera a questa proposta avremo fatto un passo avanti.

Da ultimo, mi permetto di ricordare due temi. Uno, l'applicazione concreta della nuova Agenzia per i diritti fondamentali, che è stata inaugurata a marzo, che sarà uno strumento importante per garantire il rispetto dei diritti fondamentali anche a domanda del Parlamento, della Commissione, nella materia della cooperazione e dell'attività di polizia investigativa.

E il grande tema della lotta alla criminalità organizzata informatica. Come sapete, ieri ho presentato una comunicazione sul cosiddetto cyber crime che affronta vari settori della criminalità organizzata informatica, dalla pedofilia all'attacco informatico ai sistemi bancari. Credo che questa della criminalità informatica sia una delle nuove frontiere su cui evidentemente questo Parlamento potrà lavorare.

 
  
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  Giuseppe Castiglione, a nome del gruppo PPE-DE. – Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, vorrei innanzitutto ringraziare il relatore per l'ottimo lavoro svolto e anche il Commissario per i passi avanti compiuti in maniera concreta e per le informazioni che ha voluto rendere stasera al Parlamento.

Questa relazione costituisce certamente un segnale importante della volontà politica di combattere energicamente il fenomeno, purtroppo sempre più diffuso, della criminalità organizzata. Una criminalità che ha saputo, nostro malgrado, sviluppare una rete del crimine oltre i confini nazionali. Non siamo riusciti oggi ad apporre i servizi di polizia dotati degli strumenti necessari per combatterla.

Dobbiamo quindi offrire una risposta forte, autorevole, credibile, rafforzando tutti gli strumenti della cooperazione, come diceva il Commissario, dalla conoscenza del fenomeno criminale all'acquisizione dei dati statistici, dal miglioramento e semplificazione dello scambio di informazione, al perfezionamento dei metodi di indagine, al potenziamento del coordinamento delle attività investigative e repressive.

Personalmente ritengo che la creazione di strumenti più incisivi di collaborazione e di collegamento a livello europeo, quale potrà essere Europol, sia la chiave per rafforzare la fiducia tra gli Stati membri, per creare le necessarie sinergie tra autorità nazionali di polizia e per avviare una vera e propria politica europea in questo campo. Negli ultimi anni, i sodalizi di stampo criminale hanno assunto sempre più la vera forma di un'impresa, trovano nei mercati economico-finanziari il luogo preferenziale per il riciclaggio di proventi illeciti e il danno che ne consegue per le economie nazionali e comunitarie è facilmente immaginabile. Dobbiamo combattere la criminalità organizzata anche sul versante economico e aggredire con sistematicità le risorse finanziarie, i beni mobili e immobili lecitamente acquisiti. Tra l'altro privare la criminalità delle sue risorse significa anche ledere i rapporti e i legami tra queste e le organizzazioni terroristiche.

Auspico inoltre, e prendo atto della comunicazione del Commissario, la pronta ratifica e soprattutto l'applicazione della Convenzione delle Nazioni Unite sulla criminalità transnazionale organizzata e dei due protocolli sulla tratta di esseri umani e sul traffico di immigranti.

Sono sicuro che sulla base di queste indicazioni arriveranno a breve proposte concrete dalla Commissione e ne prendo atto con grande piacere stasera e auguro buon lavoro al Commissario che si è dimostrato, non solo sensibile a questi temi ma concretamente ha applicato alcune iniziative che stasera ha illustrato.

 
  
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  Magda Kósáné Kovács, a PSE képviselőcsoport nevében. – A kiváló Dunn-jelentés színvonalas hozzájárulás a bizottság kommunikációjához. Mint a társjelentéstevő magam is kiemelten fontosnak tartom, hogy az Unió hozzá tudjon járulni a polgárok hétköznapi biztonságának javításához, és hogy erősítse a politika és a közigazgatás korrupciómentességét.

Mi a LIBE szocialistái a jelentés kapcsán elsősorban néhány kérdéskörben sürgetjük az előrelépést, a megvalósítást. Erősíteni kell az együttműködést a tagállamok rendőrségei és igazságügyi szervezetei között különösen azért, mert egy határok nélküli Európában a bűnözés, főleg a szervezett bűnözés ezeknek a szerveknek a hatékonyabb együttműködése nélkül csak erősödhet.

Tovább kell lépésről lépésre erősíteni az EUROPOL és az EUROJUST függetlenségét és hatáskörét is annak érdekében, hogy legyen olyan európai szintű rendőrségi és igazságügyi szerv, amely a tagállamok felett átfogóan foglalkozik a bűnözéssel, ezzel sarkallva a hazai szerveket is a pontos és korrupciómentes munkára. Ösztönözni kell a tagállamokat arra, hogy támogassák és finanszírozzák a szervezett bűnözéssel kapcsolatos ügyekben illetékes hatóságokat, képzési és együttműködési programjaikat a jobb és hatékonyabb együttműködés érdekében.

Úgy gondoljuk, hogy csak európai szinten lehet továbbfejleszteni a tanúvédelmi programot, hiszen az országok többsége önmagában nem képes saját területén elrejteni a szervezett bűnözés ellen tanúskodó polgárokat, és biztosítani kell a nekik járó védelmet. Az egyik legfontosabb feladat, hogy az európai intézkedésekről, illetve a jó együttműködések sikereiről megfelelően tájékoztassuk az aggódó európai polgárokat és így nyomatékosítsuk az európai együttműködés hasznosságát a kommunikáció területén is.

És akkor néhány tüskéről, ami a körmöm alatt maradt. A bizottságba benyújtott módosító indítványaimban megpróbáltam felhívni a figyelmet arra, hogy a tagállamok rendkívül különböző történelmi múlttal, polgáraik pedig eltérő szocializációval rendelkeznek. Az egyes tagországokban bizonyos büntetőjogi fogalmaknak egészen más a jelentéstartalma, mint másokban. Hiszen előfordulhat, hogy az egyik tagországban valami súlyos morális ítélet alá esik, míg a másikban civil virtus kérdése. Azt mondta egy magyar politológus, hogy az az ország korrupt, ahol az állampolgárnak esze ágába se jut vonatjegyet venni, amikor felszáll a vonatra. És azt nem kérdezzük meg magunktól, hogy hol váltanak vonatjegyet.

Mint ahogy meggyőződésem, hogy a geopolitikai és gazdasági téren lesznek olyan részpolitikák, amelyek a szervezett bűnözés célpontjaivá válnak, és ha erre nem figyelünk oda és nem lesz nemzetbiztonsági típusú megközelítésünk, akkor veszélybe kerülünk.

Én remélem, hogy nem elvi, hanem nyelvi félreértés volt közöttünk, és ennek a jelentésnek a támogatása az elvi egyetértésen fog alapulni.

 
  
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  Marios Matsakis, on behalf of the ALDE Group. – Madam President, I congratulate Mr Newton Dunn on his excellent report. In order to make this report and the level of debate associated with it even more practically useful and perhaps more controversial, I would like to take the opportunity, to address one issue which, although dealt with in the report and referred to by the Commissioner, in my view needs to be further elaborated upon.

I refer to the issue of money laundering. Money laundering constitutes the oxygen supply to organised crime. Legitimising crime profits is essential for crime barons to survive and expand their illegal activities. I question whether the EU, despite its frequent criticism of money laundering, is in fact doing very much to combat it.

My thesis is demonstrated by the following example. A vast amount of money laundering is taking place through institutions based and functioning in areas such as the Channel Islands, in particular Guernsey and Jersey. These islands have a rather peculiar status as regards their relation to the EU. The British Government, although fully aware of the money laundering problem associated with these islands, conveniently turns a blind eye to such activities under the pretext that these areas enjoy a certain degree of autonomy from British sovereignty. The same applies to institutions based on other British overseas territories or British Crown dependencies. Such territories are the Isle of Man and the British Virgin Islands. I note that in 2000 KPMG reported that the British Virgin Islands had 41% of the world’s tax-haven-seeking offshore companies.

I call upon the Commission to make a statement in relation to the aforementioned money laundering activities in British-related territories and to declare before us what action it intends to take, in particular with regard to the British Government, in order to halt the money laundering legitimacy cover-up currently afforded to the areas I have mentioned.

 
  
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  Giusto Catania, a nome del gruppo GUE/NGL. – Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, l'ironia del caso ha voluto che oggi, 23 maggio, discutessimo in quest'Aula di lotta alla criminalità organizzata.

Proprio il 23 maggio di quindici anni fa succedeva un fatto gravissimo per la storia d'Italia, per la storia d'Europa: un giudice importante come Giovanni Falcone veniva assassinato dalla mafia in modo terrificante, facendo esplodere l'autostrada nel tratto che va dall'aeroporto verso la città di Palermo. Morirono insieme a quel giudice la moglie e altri tre agenti della scorta. E fu un anno terribile quello del 1992, perché dopo Falcone, un altro giudice fu assassinato dalla criminalità organizzata, dalla mafia come Paolo Borsellino.

Entrambi avevano capito quanto fosse importante attuare opere di cooperazione giudiziaria e di polizia a livello internazionale e quindi avevano colto come fosse necessario combattere le organizzazioni criminali a un livello più alto, a un livello internazionale, puntando soprattutto a intercettare i capitali delle organizzazioni criminali e mafiose. Falcone e Borsellino furono le ennesime vittime di una sequenza di stragi dell'Italia repubblicana che cominciarono dalla strage di Portella della Ginestra il 1° maggio del '47.

Tante cose sono cambiate in questi anni, le organizzazioni criminali sono diventate transnazionali e questo passaggio si è consumato già alla fine degli anni '80, quando si è affermato il dogma liberista nella politica del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale. La globalizzazione dell'economia e della finanza hanno trovato attuazione nella deregolamentazione dei mercati finanziari e commerciali, nella privatizzazione dei servizi e nel rafforzamento dei paradisi fiscali.

Si è affermato quello che un autorevole istituto di ricerca, il Transnational Institute di Amsterdam, ha definito il GlobalFix, cioè il compromesso globale tra l'economia teoricamente legale e l'economia criminale. Il traffico internazionale di armi, di droga e il riciclaggio di denaro sporco. Si è affermata per certi versi la vocazione criminogena della globalizzazione liberista.

Analizzando gli studi della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale scopriamo che dagli anni '80 ad oggi si è quadruplicata l'economia sommersa. Nel 2001 le transazioni sommerse oscillavano tra i 6500 e i 9000 miliardi di dollari all'anno, cioè tra il 20 e il 25% del prodotto interno lordo mondiale. Stiamo parlando di una cifra raccapricciante che potrebbe contribuire ad abbattere la povertà su scala mondiale.

In questo contesto sono avvenuti fenomeni importanti. Primo fra tutti il crollo dell'Unione sovietica, il quale ha fatto in modo che molti beni statali fossero trasferiti in denaro contante e direttamente ai cartelli e alle organizzazioni criminali. Non è un caso che oggi la mafia russa sia molto forte, sia sul terreno economico che sul terreno politico. Molti di questi soldi sono transitati in molti conti svizzeri, nelle isole Cayman, nelle isole di cui parlava il collega Matsakis, nello stretto di Gibilterra.

E l'altro grande fenomeno che si è affermato negli anni '90 è stata la spinta americana e britannica alla deregulation dei mercati finanziari e internazionali. La globalizzazione dei mercati finanziari ha in sé i germi della riorganizzazione dei poteri criminali.

L'altro grande evento che ha ampliato gli utili della criminalità organizzata è stata la ripresa delle attività belliche. La guerra e il suo intreccio con la globalizzazione liberista hanno portato a un aumento spaventoso degli utili per le mafie internazionali, a partire dall'aumento degli utili derivanti dalla droga.

Nella zona andina, in Colombia, la logica della War on Drugs ha determinato una crescita esponenziale della produzione di coca e la sua trasformazione delle piante di coca in cocaina. La guerra nei Balcani ha trasformato quel territorio in una zona franca dove oggi vengono riciclati i capitali sporchi e viene raffinata l'eroina per il mercato europeo. E pensate a quello che è avvenuto in Afghanistan! Nel 2001 prima dell'occupazione militare, la produzione di oppio era di 74 tonnellate annue. Nel 2006, la fonte è il Dipartimento di Stato americano, la produzione di oppio è lievitata oltre 6000 tonnellate, è una crescita fortemente legata all'occupazione militare. Oggi l'Afghanistan produce il 93% dell'intera produzione mondiale di oppio.

Quanto vale oggi la produzione di droga nel mercato globale? L'ONU, che purtroppo in questa materia non è molto credibile, dice che l'1% del PIL mondiale è derivato dal traffico di droga; il Dipartimento di Stato americano dice che è il 2,5% e l'Osservatorio europeo sulle droghe dice che tra il 2 e il 5% del PIL mondiale è ricavato dal traffico internazionale di stupefacenti. E questo è solo un dato, perché a questo va aggiunto il traffico di esseri umani, di armi, di rifiuti, la contraffazione dei prodotti e tutti questi utili vengono immediatamente riciclati e vengono immessi nel mercato legale.

Bisogna intervenire sui capitali, sui beni e sulle transazioni finanziarie, per questo pensiamo che le confische dei beni dei mafiosi, della criminalità organizzata su scala transnazionale sia un punto centrale della lotta che dobbiamo fare contro la mafia. L'aveva capito Pio La Torre che aveva proposto una legge al Parlamento italiano in cui diceva che bisognava intervenire soprattutto sui capitali. Per questa ragione sostengo la relazione del collega Newton Dunn, perché affronta questo punto in cui si evidenzia che bisogna intervenire intaccando i capitali delle organizzazioni criminali e mafiose.

Una parte del mio gruppo non sosterrà questa relazione, forse anche per ragioni che vanno comprese, perché la considera poco garantista, in particolare sul trattamento dei dati personali. A partire dal collega Adamou, che è il relatore ombra per il nostro gruppo, che non voterà e non sosterrà questa relazione. Penso invece che la lotta alla criminalità organizzata sia una priorità, però non è solo un fatto che riguarda la polizia.

Bisogna intervenire sul terreno culturale, bisogna costruire una vera e propria antimafia sociale, che si faccia carico delle grandi sacche di disagio sociale, di disoccupazione e bisogna intervenire anche sul terreno politico. In questi ultimi anni la mafia, le organizzazioni criminali transnazionali si sono infiltrate nella pubblica amministrazione e nella politica. Non è un caso e concludo su questo che, per esempio, il presidente della mia regione sia indagato per rapporti con la criminalità organizzata e la mafia.

Finisco, sostenendo il paragrafo della relazione di Newton Dunn in cui si chiede di monitorare le attività di queste amministrazioni che sono infiltrate dalla criminalità organizzata, dalla mafia.

 
  
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  Petre Popeangă, în numele grupului ITS. – Demersul deputatului Newton Dunn privind recomandarea pe care Parlamentul European urmează să o adreseze Consiliului în legătură cu elaborarea unui concept strategic privind lupta împotriva criminalităţii organizate este unul deosebit prin necesitatea şi utilitatea unui astfel de instrument în această perioadă în care criminalitatea organizată, în special criminalitatea economico-financiară, a căpătat valenţe noi, din ce în ce mai rafinate. Pornind de la această stare de fapt, în prezent lupta împotriva criminalităţii organizate nu mai poate fi continuată utilizând instrumente clasice, fiind necesară, aşa cum se remarca şi în motivaţia raportului, citez, „o schimbare radicală de perspectivă, care să permită soluţionarea constrângerilor interne din ce în ce mai complexe şi, în acelaşi timp, rezolvarea dificultăţilor aferente constrângerilor externe aflate în creştere exponenţială.” La aceste obiective consider, însă, că trebuie adăugat şi faptul că numai o schimbare de optică sau de program, oricât de judicios ar fi elaborată, nu va da rezultate dacă nu se asigură un mediu de stabilitate care să confere voinţa politică necesară realizării practice a acestora. Aceasta, voinţa, ar trebui canalizată în primul rând spre asigurarea funcţionalităţii independente şi eficiente a structurilor statului, desemnate să realizeze controlul modului de derulare a activităţilor susceptibile de a face obiectul operaţiunilor care intră sub incidenţa legilor criminalităţii organizate. În sfârşit, consider că un capitol separat din conceptul strategic ar trebui să fie consacrat acelor state, membre mai noi sau mai vechi ale Uniunii Europene, în care stabilitatea politică este deseori perturbată de acţiuni mai mult sau mai puţin democratice, stare de care structurile crimei organizate nu ezită să profite din plin. În ceea ce mă priveşte, voi vota propunerea de rezoluţie cu toată convingerea.

 
  
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  Jim Allister (NI). – Madam President, I want to focus on something we might all take for granted, namely that in the EU one would expect every member of any form of government in the EU to wholeheartedly support the Europe-wide fight against organised crime and terrorism. Considering the antecedents of some of those recently admitted into the new government in my country, Northern Ireland, the irony of the welcome call in this report for the Council of Ministers to monitor the governmental activities of institutions at regional level whose members include political figures with links to criminal organisations is not lost upon me, especially in a week in which the Deputy First Minister in my country, Martin McGuinness, protested at the use of the European arrest warrant to seek the extradition to Germany of a person wanted in connection with an IRA bombing charge, and during a week in which his policing spokesman condemned arrests in Northern Ireland in an organised crime investigation in which a leading Irish Republican figure has now been charged.

If you genuinely support the rule of law, then you do not attack and protest against the means of securing international justice and you do not protest against operations attacking organised crime. But if shamefully, as in Northern Ireland, you are a Sinn Féin minister, then your first loyalty is still not to the rule of law, but to protecting the interests of the republican movement. Little wonder some of us still regard Sinn Féin as unfit for government.

 
  
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  Carlos Coelho (PPE-DE). – Senhora Vice-Presidente da Comissão, Senhoras e Senhores Deputados, quero começar por felicitar o colega Newton Dunn pelo excelente relatório que nos apresentou. Não sou tão ácido quanto ele quanto à descrição da situação e reconheço que se têm verificado alguns contributos nos últimos 30 anos no domínio da cooperação policial e judiciária na Europa.

Mas concordo com ele quando sublinha que há uma diferença muito grande entre a mobilidade das redes criminosas, que tiram proveito de uma Europa sem fronteiras, e o nível de intervenção dos aparelhos da justiça que, no essencial, estão de facto circunscritos à jurisdição do respectivo Estado-Membro.

Ora essa contradição não se resolve. Ao contrário do que alguns, erradamente, defendem limitando a liberdade e a circulação e recolocando as fronteiras nacionais. Pelo contrário, isso resolve-se com mais e melhor colaboração, mais e melhor cooperação com base em procedimentos comuns e numa harmonização mínima das normas jurídicas.

Precisamos, como o Sr. Comissário disse, e bem, de aumentar os conhecimentos relativos ao fenómeno da criminalidade organizada, que é cada vez mais sofisticada, precisamos de reforçar a política de prevenção de forma a reduzir o nível da ameaça que é colocada às nossas sociedades pelo crime organizado, precisamos de tirar partido da legislação já existente recorrendo melhor às equipas de investigação conjuntas, às técnicas especiais, ao ataque sistemático aos recursos económicos e financeiros ilícitos, à utilização efectiva, quer do mandato de detenção europeu, quer do mandato europeu de obtenção de provas. Temos que utilizar melhor os vários instrumentos já disponíveis, como é o caso da Europol e da Eurojust, conforme o sublinhou o Sr. Vice-Presidente da Comissão.

Senhora Presidente, quero concluir, juntando a minha voz aos que chamam a atenção dos Estados-Membros da União Europeia que ainda não ratificaram a Convenção das Nações Unidas contra a criminalidade organizada transnacional e os protocolos anexos relativos à luta contra o tráfico de pessoas e ao tráfico de imigrantes, para que o façam o mais brevemente possível.

 
  
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  Adina-Ioana Vălean (ALDE). – Madam President, we have committed ourselves to creating in Europe an area of freedom, security and justice with no internal borders. However, we are often reminded that criminals and terrorists do not recognise borders. They take advantage of the lack of borders and are fully in command of the new means of travel and communications.

On the other hand, our law enforcement agencies still have to face enormous administrative burdens that hinder their efficiency. It is now our responsibility to take all the necessary steps to adapt means and methods to the new realities. We must overcome the lack of mutual trust among law enforcement agencies, increase cross-border cooperation, intensify joint training and work together.

I believe, however, that the Union must pay greater attention to its external borders and its neighbourhood policy. Since the recent enlargements, enforcing strong external borders has become a wider challenge. Some of the new EU border countries do not have the appropriate resources to tackle the phenomenon of organised crime. Corruption must be tackled with as much energy as we bring to the fight against organised crime and terrorism.

The EU must recognise the situation and provide additional human resources and financial means, as well as sharing its know-how. We must adopt a comprehensive and specific approach built on transparency and anti-corruption measures. Our citizens need a safer world and more security, but this should not be at the expense of our civil liberties. We need more safeguards to ensure the balance of rights in our democracies, which means more parliamentary oversight of security activities and a high level of protection of privacy. This is why, once again, I urge the Council to adopt the framework decision on data protection under the third pillar as soon as possible. We have all waited too long.

 
  
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  Πρόεδρος. – Ο Επίτροπος κύριος Frattini μας ενημέρωσε ότι δεν θα παρέμβει εκ νέου.

Η συζήτηση έληξε.

Η ψηφοφορία θα διεξαχθεί αύριο, Πέμπτη, στις 12 το μεσημέρι.

Γραπτές δηλώσεις (άρθρο 142)

 
  
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  Marianne Mikko (PSE), kirjalikult. – Kallid kolleegid, Europoli uusim ohuanalüüs räägib kuritegelikest turgudest. Tõepoolest, kuritegeliku maailma dünaamilisus, keerukus ning kohanemisvõime ei jää alla ühelegi vaba turumajanduse sektorile. Ressursid suunduvad sinna, kus nende tootlikkus on suurim. Eksisteerib rahvusvaheline konkurents turgude pärast, kus välismaised jõugud on teinekord kohalikud kõrvale surunud.

Meie vastu kasutatakse ära uusimat tehnoloogiat, transpordi- ning rahandussektori kasvu ning sisepiiride kadumist. Seaduskorra vastu kasutatakse ka meie eneste aeglust.

Järjest väiksem osa kuritegevusest on rangelt riigisisene, kuid Euroopa Liidu sisejulgeoleku koostöö on endiselt piiratud kolmanda samba seatud raamidega.

Euroopasisene liikumisvabadus on kurjategijatele tõeline kingitus. Füüsilised piirid on kadunud, administratiivsed takistused on jäänud.

Europol ning Eurojust vajavad tõhusaks tööks autonoomiat ning tõsiseltvõetavat eelarvet. Selle üle ei tohiks enam kaubelda, nagu ka Euroopa Parlamendi järelevalveõiguse üle.

Ma nõustun raportööri ning Europoliga uurimis- ning analüüsitegevuse märgatava tugevdamise ning refokuseerimise vajalikkuse osas. Traditsioonilise jälitustegevuse kõrval vajame rohkem "ülalt-alla" analüüsi, mis võimaldaks avastada ebaseaduslikku tegevust haavatavates sektorites nagu rahandus, maksundus ning riigitellimuste täitmine.

Meie suurim kasutamata ressurss on aga kodanike kaastöö. Vaid ükskõiksus teeb võimalikuks sundprostitutsiooni ja narkokaubanduse. Vaid demokraatiaväsimus võimaldab korrumpeerunud poliitikutel taas hoobade juurde saada.

Kodaniku usk politsei võimekusse ning kohtute õiglusse saab põhineda ainult tegelikel saavutustel, mida kommunikatsioon vaid võimendab. Tänan raportööri ning kutsun sõnadelt tegudele minema.

 
  
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  Sebastiano (Nello) Musumeci (UEN), per iscritto. – Il fenomeno della criminalità organizzata in Europa, di stampo mafioso o similare, si sta radicando ed estendendo rapidamente nel "Vecchio Continente".

Si tratta di un fenomeno preoccupante che approfitta della libera circolazione delle persone e dei flussi economici e finanziari in seno all'Unione europea per sviluppare sempre più le proprie attività illegali, anche nei Paesi extra comunitari.

Queste ultime comprendono il contrabbando di armi e di rifiuti (anche radioattivi), il narcotraffico, lo sfruttamento sessuale delle donne e dei bambini, il traffico di tessuti umani (sono di drammatica attualità i casi scoperti e denunciati pochi giorni fa in Ucraina), il racket degli animali e delle opere d'arte.

La relazione dell'on. Newton Dunn evidenzia, fra i numerosi punti, il ruolo svolto finora da Europol e Eurojust - ossia degli unici strumenti comunitari disponibili - nella lotta contro la criminalità organizzata, sottolineando alcuni risultati raggiunti ma deplora la mancanza di una loro vera e propria autonomia.

A questo proposito, desidero rinnovare la mia proposta, già indirizzata alla Commissione e al Consiglio nel febbraio del 2004, di prevedere la creazione di un Osservatorio europeo sulla criminalità organizzata con lo scopo di ridurre le discrepanze nelle sanzioni esistenti tra i diversi sistemi giuridici dei singoli Stati membri, opportunamente rilevate dal collega Newton Dunn.

 
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