Presidente. – L’ordine del giorno reca la discussione su quattro proposte di risoluzione sulla situazione concernente il Presidente della Banca mondiale(1).
Bernd Posselt (PPE-DE). – (DE) Signor Presidente, intervengo a nome del mio gruppo. Ai sensi del Regolamento, il giovedì pomeriggio si possono tenere, nell’arco dell’ora prevista, tre discussioni sui diritti dell’uomo riguardanti esclusivamente casi di violazione dei diritti dell’uomo, della democrazia e dello Stato di diritto. Ora stiamo passando a una quarta discussione che non ha nulla a che vedere con la democrazia o i diritti dell’uomo.
Siamo dunque del parere che ciò costituisca una violazione del Regolamento che neanche la Conferenza dei presidenti può ignorare.
Il mio gruppo, pertanto, propone formalmente che la discussione in merito a questo punto sia immediatamente sospesa.
Presidente. – Prendo atto della sua dichiarazione, onorevole Posselt. Poiché la Conferenza dei presidenti, con piena cognizione dei fatti, ha deciso di programmare per oggi quattro discussioni, non posso fare altro che prendere atto della sua dichiarazione e trasmetterla al Presidente, il quale valuterà come meglio rispondervi.
Ciò detto, è chiaro che questo dibattito non può essere rinviato. Lei conosce bene il Regolamento, il quale dispone che i punti non affrontati oggi nell’ambito delle discussioni su problemi di attualità e urgenti decadano. Pertanto, qualora lei volesse insistere ulteriormente sul fatto che la questione non debba essere discussa in data odierna, il punto decadrà e non sarà posposto in occasione della minitornata.
John Bowis (PPE-DE). – (EN) Signor Presidente, vorrei formulare un richiamo al Regolamento. Lei ha affermato che la Conferenza dei presidenti ha preso la decisione in conformità del Regolamento. Potrebbe dirmi a norma di quale articolo ha potuto ampliare tale punto per programmare quattro discussioni anziché tre?
Marios Matsakis (ALDE). – (EN) Signor Presidente, vi è stata una decisione della Conferenza dei presidenti affinché si seguisse questa specifica procedura. I punti sono stati iscritti all’ordine del giorno e penso che dovremmo proseguire. Non vedo quale motivo possa impedirci di continuare il nostro lavoro.
Pervenche Berès (PSE). – (FR) Signor Presidente, forse interpretiamo il Regolamento in maniera diversa… Tuttavia, leggendo l’articolo 115, che permette di iscrivere questi punti all’ordine del giorno tra i problemi di attualità e urgenti, di fatto si parla anche di Stato di diritto e, se la Conferenza dei presidenti ha ritenuto e stabilito che tale risoluzione avrebbe potuto rientrare in questo schema del nostro ordine del giorno, è proprio perché la situazione creatasi all’interno della Banca mondiale pone una questione di Stato di diritto e di funzionamento del diritto all’interno di tale istituzione.
Michael Gahler (PPE-DE). – (DE) Signor Presidente, come è stato già affermato, il Regolamento cita tre argomenti. Nessuno può ignorarlo. In aggiunta a quanto affermato poc’anzi dal mio collega, vorrei dire che la questione è stata già risolta con le dimissioni del Presidente della Banca mondiale. Non vi è alcun motivo per affrontare l’argomento poiché l’interessato ha già intrapreso le misure del caso. Il Regolamento menziona il numero tre e abbiamo già discusso tre punti. Neanche la Conferenza dei presidenti può ignorarlo.
Presidente. – Onorevoli colleghi, la situazione è la seguente. Così com’è formulato, il Regolamento ci consente di iscrivere all’ordine del giorno tre punti relativi a discussioni su casi di violazioni dei diritti dell’uomo, della democrazia e dello Stato di diritto; la Conferenza dei presidenti ne ha proposti quattro e la plenaria li ha accettati lunedì senza sollevare alcuna obiezione.
E’ possibile procedere a una contestazione a norma dell’articolo 167 sostenendo l’irricevibilità di un punto, ma ciò deve avvenire ventiquattro ore prima delle discussioni.
Visto che la Conferenza dei presidenti, la quale conosce bene il Regolamento, ha formulato la proposta all’Assemblea, che non ha mosso obiezioni, non vedo come oggi potrei andare contro la decisione presa lunedì in plenaria, non da ultimo tenuto conto del fatto che la richiesta non è stata presentata entro i termini previsti.
Bernd Posselt (PPE-DE). – (DE) Signor Presidente, è tuttavia possibile proporre il rifiuto di un punto dell’ordine del giorno all’inizio della discussione, ed è quello che ho fatto.
Presidente. – Onorevole Posselt, citerò il Regolamento: “L’intenzione di sollevare una questione pregiudiziale deve essere notificata con almeno ventiquattro ore di anticipo al Presidente, che ne informa immediatamente il Parlamento.”
Con grande rammarico sono costretto ad applicare questo articolo.
Lei aveva incontestabilmente il diritto di chiedere che questo punto fosse ritirato; poteva farlo lunedì, quando l’ordine del giorno è stato approvato. Le ricordo che lunedì nessuno in quest’Aula ha contestato l’ordine del giorno proposto dalla Conferenza dei presidenti e il termine per il rifiuto di questo punto è, purtroppo, scaduto.
Sono davvero spiacente, ma non posso decretare che la plenaria lunedì ha sbagliato, per cui ora propongo di proseguire con questa discussione che, posso assicuraglielo, sarà estremamente breve, visto che pochissimi parlamentari si sono iscritti per prendere la parola in merito.
Erik Meijer (GUE/NGL), autore. – (NL) Signor Presidente, la nomina del Presidente della Banca mondiale non dovrebbe essere appannaggio del capo dello Stato con il pacchetto più consistente di azioni, come è avvenuto sino ad oggi. Non vi è stato alcun bisogno di raffrontare il candidato degli Stati Uniti con altri candidati né di valutarli l’uno rispetto all’altro. Un solo uomo decide chi sarà il candidato americano.
Wolfowitz non è stato scelto da quanti sono maggiormente coinvolti nella Banca mondiale, ma dal Presidente americano, George W. Bush, e da lui solo. Per Bush era un fedele alleato; per altri una persona incline agli incidenti, che compie continuamente tentativi infelici di seguire la politica sbagliata.
Era un uomo molto controverso quando ha assunto l’incarico presso la Banca mondiale e non ha cessato di esserlo, neanche ora che sta rassegnando le dimissioni. Concedere favoritismi alla sua fidanzata non è stato un errore involontario, bensì la giustificazione necessaria per porre termine al suo modo caparbio e inaccettabile di accostarsi alle cose. Tali errori non dovranno ripetersi all’atto della scelta del suo successore. Ciò che chiediamo, dunque, è proprio una procedura di nomina trasparente con audizioni pubbliche per i candidati.
Pervenche Berès (PSE), autore. – (FR) Signor Presidente, a sessant’anni di distanza dall’istituzione del sistema di Bretton Woods, è chiaro che qualcosa deve cambiare. Due anni dopo l’arrivo di Wolfowitz a capo della Banca mondiale – tutti in quest’Aula ricordiamo le condizioni in cui è avvenuta la sua nomina, peraltro brevemente richiamate dal precedente oratore, condizioni che lo avevano portato a doversi spiegare, qui, dinanzi ai rappresentanti dell’Unione europea riuniti nel Consiglio ECOFIN – forse ci corre l’obbligo di constatare che gli europei hanno avuto il torto di aver avuto ragione troppo presto. Due anni dopo, ci confrontiamo con una situazione che ha indebolito non solo la Banca mondiale, ma anche tutto il sistema di regolamentazione internazionale in un momento in cui abbiamo realmente bisogno che sia in grado di far fronte ai suoi compiti.
Per il futuro, propongo che l’Unione europea – e questo è il senso della risoluzione che proponiamo – si faccia pienamente carico della sua responsabilità e si dimostri in grado di proporre una riforma del sistema di Bretton Woods in maniera che la sua procedura di nomina, che attualmente non garantisce né la legittimità, né la trasparenza, né la credibilità del responsabile di un’istituzione importante quale è la Banca mondiale, possa essere rafforzata. In quest’ottica, credo che la pratica in uso, ad esempio, presso il FMI, che impone una certa concorrenza tra i candidati e una certa pubblicità, prefiguri un sistema già più accettabile. Per questo, dobbiamo intraprendere discussioni approfondite, in tutti i casi argomentate, con i nostri partner americani. L’avevamo già ricordato nella risoluzione adottata lo scorso mese e, in tal senso, chiediamo sia alla Presidenza tedesca, sia alla Presidenza portoghese che vi subentrerà, di riflettere sulle proposte che l’Unione europea vorrà formulare. Per la nomina del successore di Wolfowitz, speriamo che gli europei abbiano la possibilità di assistere ad un’audizione del candidato che sarà scelto prima della sua conferma.
Ci rammarichiamo, infine, per il fatto che il Presidente Barroso abbia ricevuto Wolfowitz nel momento in cui la sua permanenza alla testa della Banca mondiale era in discussione.
Marios Matsakis (ALDE), autore. – (EN) Signor Presidente, Wolfowitz appartiene alla potente banda di Bush che ha appoggiato la guerra in Iraq. Nessuno si è dunque sorpreso per il fatto che, nel giugno 2005, lo zio Sam lo abbia nominato al lucrativo posto di Presidente della Banca mondiale.
Sorprendente è stata invece l’audacia impudente dimostrata da questo individuo nel predisporre provocatoriamente un generoso aumento retributivo per la sua fidanzata, e ancor più sorprendente è stato il modo sfrontato con cui si è battuto per rimanere al suo posto, nonostante l’indignazione espressa nei suoi confronti da tutto il mondo. Superfluo aggiungere che, durante questa battaglia, ha avuto il pieno sostegno del Presidente Bush, avvezzo invece a certe audacie. Il caso Wolfowitz forse ora è chiuso, ma ancora sentiamo fortissimo l’odore nauseante della manipolazione corrotta e diabolica del mondo da parte dell’amministrazione Bush.
Speriamo e preghiamo affinché, per il bene del popolo americano e del resto del mondo, Bush e i suoi soci guerrafondai possano scomparire di scena abbastanza presto. Adottando questa proposta di risoluzione, auguriamo alla Banca mondiale una felice liberazione da Wolfowitz e un futuro migliore.
Monica Frassoni (Verts/ALE), autore. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, quando il sig. Wolfowitz è stato nominato alla testa della Banca mondiale, il nostro Parlamento, attraverso la sua commissione per lo sviluppo, inviò una lettera aperta nella quale si descrivevano esattamente tutti i problemi da un punto di vista di governance e quindi di Stato di diritto, nonché dal punto di vista internazionale, che una nomina fatta in quel modo poteva provocare.
I fatti hanno dato ragione a quell’iniziativa, che purtroppo è rimasta isolata nell’ambito dell’Unione europea, dato che né la Commissione né i membri del Consiglio hanno mai voluto veramente impegnarsi per elaborare una posizione europea sulle istituzioni di Bretton Woods.
Credo che nelle prossime settimane ci aspetta una sfida: dimostrare e cercare di convincere gli Stati membri, ma anche la Commissione, ad agire su questo tema, senza far finta che la questione non ci riguardi; senza una voce europea, questo tipo di procedura comunque rimarrà così com’è.
Karin Scheele, a nome del gruppo PSE. – (DE) Signor Presidente, Paul Wolfowitz lascerà l’incarico di Presidente della Banca mondiale alla fine di giugno. Le sue dimissioni sono state sollecitate principalmente da Canada ed Europa, poiché giustificatamente temevamo una perdita di fiducia nella Banca mondiale.
I principi di democrazia, trasparenza, responsabilità e rendiconto richiamati a più riprese dal Presidente uscente della Banca mondiale devono anche applicarsi alle attività e ai processi decisionali della stessa Banca mondiale. Come molti miei colleghi, apprezzo le dimissioni di Paul Wolfowitz, uno dei principali esponenti del neoconservatorismo e fautori della guerra in Iraq. Come molti altri, mi rammarico per il fatto che questa decisione sia stata alquanto tardiva.
Ovviamente, la discussione e la risoluzione odierne non riguardano soltanto personalmente Paul Wolfowitz. Ciò che più conta è cercare di evitare di commettere gli stessi errori in futuro individuando procedure di selezione migliori. Vorremmo pertanto chiedere alle Presidenze tedesca e portoghese di formulare proposte a nome dell’Unione per rendere la futura selezione dei dirigenti delle istituzioni di Bretton Woods più democratica, trasparente e responsabile.
Gerard Batten, a nome del gruppo IND/DEM. – (EN) Signor Presidente, la risoluzione descrive il caso Wolfowitz come l’incapacità da parte della “Banca Mondiale [di soddisfare] gli standard globalmente condivisi di trasparenza e democrazia”. Che grande ipocrisia! Nel mondo, l’applicazione di qualunque standard di trasparenza e democrazia è estremamente limitata, e l’Unione europea difficilmente può considerarsi un esempio al riguardo.
Wolfowitz è stato scalzato da quanti erano contrari alla sua agenda anticorruzione. Il peggiore commento che i direttori esecutivi della Banca hanno potuto formulare contro di lui è stato che “si sono commessi diversi errori”. Se il reato più grave di Wolfowitz è stato quello di offrire un lavoro alla sua fidanzata, io penso che vada considerato semplicemente un lieve errore di valutazione rispetto ai leggendari livelli di nepotismo e corruzione di cui l’Unione europea si è resa colpevole negli anni e ai consueti livelli di corruzione associati alla Banca mondiale. Wolfowitz voleva fare pulizia e ora non sarà in grado di farlo, ma è una circostanza sfavorevole che l’Unione europea non può sfruttare a proprio vantaggio.
Ciò mi conduce al paragrafo 6 della risoluzione nel quale si chiede che la Commissione benefici dello status di osservatore presso la Banca e che possa così sedere e intervenire in determinati consessi. La frase chiave è la seguente: “in attesa che l’Unione acquisti personalità giuridica”. Questa personalità giuridica dipende dalla ratifica della Costituzione europea che l’Unione europea intende far mandare giù ai cittadini europei, che la vogliano o meno.
Il Presidente Bush dovrebbe nominare un nuovo Presidente della Banca mondiale, con una fidanzata o un fidanzato già sistemato, che faccia pulizia o chiuda definitivamente i battenti dell’istituzione, accertandosi che, nel frattempo, l’Unione europea non sia nei paraggi!
Dalia Grybauskaitė, Membro della Commissione. (EN) Signor Presidente, la Commissione comprende le preoccupazioni del Parlamento europeo in merito alla situazione della Banca mondiale prima delle dimissioni del Presidente Wolfowitz. Tuttavia, a differenza degli Stati membri, la Commissione non è azionista della Banca, non è membro del Consiglio di amministrazione e può soltanto prendere atto della decisione di dimettersi del Presidente Wolfowitz.
La Commissione esorta la Banca e i suoi membri a intavolare discussioni per designare un successore che garantisca continuità e stabilità alla guida della Banca. La Banca mondiale svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo. La Commissione auspica che il suo ruolo resti forte e che la proficua collaborazione con questa Istituzione negli sforzi di sviluppo prosegua.
Presidente. – Prima di chiudere la discussione, vorrei formulare la seguente dichiarazione.
Comprendo il motivo della sorpresa e della perplessità manifestate dai parlamentari in Aula per la presenza di quattro punti all’ordine del giorno anziché tre, come disposto dal Regolamento, per le discussioni di questo pomeriggio. Si è avuta una sorta di divergenza tra due prospettive più che legittime, e segnatamente quanto previsto dal Regolamento e quanto proposto lunedì dalla Conferenza dei presidenti e convalidato in plenaria.
Esorto dunque il Presidente del Parlamento a sincerarsi che la Presidenza non debba mai più affrontare un problema del genere. La Presidenza ha dovuto fare del suo meglio per rispondere allo stupore dell’Assemblea, comprensibile visto il conflitto verificatosi oggi tra due fonti di legittimazione.
Non crediate che i vostri interventi non siano stati ascoltati: vi sarà un seguito e si trarranno le necessarie conclusioni.
La discussione è chiusa.
La votazione si svolgerà al termine delle discussioni di questo pomeriggio, vale a dire subito.