Presidente. L'ordine del giorno reca in discussione le dichiarazioni del Consiglio e della Commissione sulla gestione delle frontiere marittime europee, la solidarietà europea e la tutela dei diritti dei migranti.
Peter Altmaier, amtierender Ratspräsident. Herr Präsident! Ich möchte im Namen der Präsidentschaft ganz klar zum Ausdruck bringen, dass uns die jüngsten Berichte über Migranten, die im Mittelmeer in Seenot geraten und ums Leben gekommen sind, die Berichte über Tragödien, die sich dort abgespielt haben, die Verantwortung vor Augen führen, die wir als Mitgliedstaaten in diesem Bereich haben.
Unabhängig von allen migrationspolitischen Regelungen hat bei einer konkreten Gefahr für Leib und Leben der Schutz des menschlichen Lebens als oberstes Gut unbedingten Vorrang. Dieser Grundsatz ist nicht nur in einer Reihe von internationalen Abkommen festgeschrieben, er entspricht auch unserem gemeinsamen Verständnis der Werte, auf denen sich die Europäische Union gründet.
Unabhängig von der Frage nach der juristischen Zuständigkeit gibt es eindeutig eine politische Verantwortung der Europäischen Union, und dieser Verantwortung wollen wir uns gemeinsam stellen. Deshalb hat die Präsidentschaft in Übereinstimmung mit der Kommission entschieden, in der nächsten Sitzung des Rates der Justiz- und Innenminister am 12. Juni über dieses Problem eine Aussprache im Ministerrat herbeizuführen.
Wir können die Augen nicht davor verschließen, dass es in der Vergangenheit Probleme bei der Auslegung und Anwendung internationaler Übereinkommen gegeben hat und bis heute gibt. Wir müssen als Mitgliedstaaten die Verantwortung, die wir haben, erkennen, solche menschlichen Tragödien zu verhindern, und das Haager Programm betont zu Recht ausdrücklich die Notwendigkeit einer stärkeren Zusammenarbeit aller Staaten sowie die Notwendigkeit von Solidarität und geteilter Verantwortung.
Es kommt neben der Rettung von Menschen entscheidend darauf an, dass wir es gar nicht so weit kommen lassen, dass gewissenlose und kriminelle Organisationen diese Menschen in Lebensgefahr bringen, indem sie versuchen, sie illegal nach Europa zu bringen. Deshalb ist es wichtig, dass wir im Rahmen eines Gesamtansatzes zur Lösung der Migrationsfrage auch eine bessere Zusammenarbeit mit den Herkunfts- und Transitländern erreichen. Es ist erforderlich, diese Zusammenarbeit im Rahmen des politischen Dialogs zu Migrationsfragen mit den Regierungen dieser Länder, insbesondere auch im Rahmen der Euromed-Partnerschaft und des Folgeprozesses der EU-Afrika-Migrationskonferenzen in Rabat und Tripolis weiter zu stärken.
Wir glauben, dass wir durch die Anstrengungen der letzten Monate, durch die Aussprachen in allen Ratssitzungen unter finnischer und deutscher Präsidentschaft einen ersten Grundstein dafür gelegt haben, dass die Europäische Union mit diesen Tragödien im Interesse der betroffenen Menschen in Zukunft besser und überzeugender umgehen kann.
Franco Frattini, Membro della Commissione. Signor Presidente, onorevoli deputati, molto è stato detto dalla Presidenza del Consiglio, da Peter Altmeier, di cui condivido l'impostazione, e certamente porrò l'accento su un tema squisitamente politico: l'esigenza di affrontare la questione dell'immigrazione coniugando la necessità di prevenire il traffico di esseri umani, e ogni forma di illegalità, con la necessità assoluta di solidarietà, e solidarietà vuol dire in primo luogo salvare vite umane in pericolo.
Di fronte al rischio di perdere anche una sola vita umana, come giustamente è stato detto e come si sottolinea nella nostra dichiarazione congiunta, passano in secondo piano anche le questioni strettamente giuridiche sull'applicazione, che pure deve essere rigorosa e scrupolosa, delle convenzioni internazionali sul diritto del mare. Prima occorre salvare ogni vita umana in pericolo. Ovviamente la solidarietà non è soltanto questo.
La solidarietà è alla base dell'approccio globale che la Commissione europea sta sviluppando, dopo il sostegno unanime del Consiglio europeo dello scorso dicembre ed in stretta collaborazione, in questo semestre, con la Presidenza tedesca dell'Unione europea. Solidarietà innanzitutto tra gli Stati membri dell'Unione europea, il che significa che ogni Stato membro dell'Unione, anche quelli convinti di essere meno toccati dal dramma quotidiano del flusso migratorio, deve comprendere che il problema è anche suo e riguarda tutta l'Unione europea, nessuno escluso. Appare quindi chiara la decisione di pattugliamenti nell'Oceano Atlantico per sostenere la Spagna, la quale altrimenti dovrebbe fronteggiare da sola nelle isole Canarie un flusso migratorio enorme, o di un pattugliamento nel Mediterraneo per venire incontro alle esigenze di paesi come Malta o Cipro, ossia i più piccoli paesi mediterranei membri dell'Unione, per non parlare dei più grandi.
In materia di pattugliamenti tutti gli Stati membri devono fare la loro parte, e dirò con grande amicizia a tutti i colleghi ministri la prossima settimana che non si è fatto, e non si sta ancora facendo abbastanza, dopo l'impegno a mettere a disposizione degli equipaggiamenti. Questo è il primo capitolo della solidarietà tra gli Stati membri.
Vi è poi un capitolo finanziario della solidarietà: occorre ripartire le somme necessarie per intervenire con il pattugliamento, per offrire una protezione e un'accoglienza decorosa alle persone che si trovano in difficoltà. A tale proposito, onorevoli parlamentari, sono costretto a lanciare anche a voi un appello con la consueta sincerità. Questo Parlamento europeo continua a tenere bloccati in riserva 12.7 milioni di euro indispensabili ora, non tra una settimana, affinché le missioni Frontex possano continuare. Rispetto le decisioni di questo Parlamento, ma dico con grande franchezza che se la riserva, che dovrà essere esaminata intorno al 24-25 giugno, sarà sciolta soltanto alla fine di questo mese, rischiamo di dover bloccare per mancanza di fondi la missione Frontex nel Mediterraneo centrale e nelle isole Canarie. E' necessario un intervento immediato per sbloccare dei fondi che sono disponibili ma accantonati.
C'è un altro tema che riguarda la solidarietà: l'impegno con i paesi terzi. Noi siamo impegnati a lavorare più strettamente con i paesi d'origine e con i paesi di transito. Abbiamo detto con grande chiarezza che vogliamo un contributo effettivo e siamo pronti ad aiutare i paesi d'origine con un flusso di immigrazione legale, regolare e accompagnata. Quindici giorni fa ho presentato una proposta chiara su questo tema.
Nel contempo chiediamo il sostegno dei paesi d'origine e dei paesi di transito per prevenire il traffico di esseri umani e per spiegare con grande chiarezza a quanti si vogliono imbarcare per attraversare l'oceano o il Mediterraneo che vanno non verso la fortuna, ma verso un rischio grave. Occorre quindi anzitutto una collaborazione politica, non una collaborazione di polizia, per creare nei paesi d'origine le condizioni per un'informazione ancora più chiara, la quale attualmente manca su questo tema. Al contrario, l'Europa è pronta ad accogliere coloro che vogliono lavorare onestamente rispettando la legge e che sono necessari, come tutti sappiamo, in molti paesi membri dove la manodopera manca. Questo è un altro aspetto della solidarietà.
Vi è poi una solidarietà importante nell'accogliere gli immigrati, anche illegali. Sono convinto che ogni Stato membro ha il dovere di fare tutto il possibile per salvare vite umane in mare, ma risulta anche necessario che gli altri Stati membri si rendano conto che non possiamo caricare soltanto su Malta, per citarne l'esempio, l'onere di accogliere tutti gli immigrati salvati in mezzo al Mediterraneo dalle navi maltesi. Occorre una solidarietà e anche un'ipotesi di accordo, di ragionamento politico, per individuare dove possiamo accogliere gli immigrati che arrivano nei paesi maggiormente esposti. Si tratta di un'altra espressione della solidarietà: offrire accoglienza in un più vasto ventaglio di paesi membri e non soltanto in quelli che si trovano in prima linea. Questo è un altro elemento su cui dovremo trovare un accordo di principio che purtroppo ancora non c'è.
Credo che la settima prossima, in sede di Consiglio dei ministri, dovremo affrontare un'altra questione: chi ha la responsabilità di pattugliamento nelle zone di ricerca e soccorso in alto mare che rientrano nella responsabilità di paesi terzi? Si è citato il caso della Libia. Secondo le convenzioni internazionali, ogni paese ha uno spazio di mare aperto per il quale ha la responsabilità di ricerca e soccorso in alto mare. Cosa accade se un paese non europeo come la Libia non adempie al suo obbligo di ricerca e soccorso in mare? Come possiamo fare noi europei per intervenire in quella zona? Chi si assume la responsabilità? Queste sono regole che vanno stabilite e che ancora non esistono, il problema riguarda l'applicazione di convenzioni internazionali e non di leggi europee. E' venuto però il momento di affrontare questo tema in sede europea e credo che sarà opportuno iniziare a discutere anche di questo al Consiglio dei ministri la prossima settimana.
Da ultimo, qual è la responsabilità e qual è la solidarietà per la prima accoglienza degli immigrati che arrivano e devono essere accolti in condizioni di dignità umana, le quali sono irrinunciabili e non negoziabili? Chi assume la responsabilità e come dividiamo i compiti tra gli Stati membri? Possiamo ancora una volta immaginare che un piccolo paese al centro del Mediterraneo possa occuparsi di tutto? Non sarebbe un esercizio di solidarietà tra paesi membri e anche di questo aspetto dovremo occuparci. L'Unione europea può fare molto in tal senso: può contribuire al finanziamento e organizzare operazioni di rimpatrio nei paesi d'origine rispettose delle regole di assoluta dignità di ogni persona da rimpatriare. Ovviamente ogni immigrato, anche se clandestino, ha il pieno diritto al rispetto della sua dignità umana, ma non possiamo sovrapporci se vi sono Stati membri che rifiutano di fare la loro parte.
Questa è la solidarietà a cui faccio riferimento e questi sono i principi cardine per far sì che la tragedia accaduta alcuni giorni fa - per la quale non è il caso di accusare o rimproverare, ma occorre imparare una tragica lezione - non si ripeta più.
Simon Busuttil, f'isem il-grupp PPE-DE. – Sur President l-agħar ħaġa li nistgħu nagħmlu huwa li noqogħdu nippuntaw subgħajna lejn xulxin minflok naħdmu flimkien biex insibu soluzzjoni għal din il-problema serja, problema li kif intqal mhix ta' pajjiż wieħed waħdu iżda tagħna lkoll. Li wieħed jipponta subgħajh lejn Malta dwar inċidenti li seħħew f'baħar responsabilità tal-Libja u mhux f'baħar responsabilità ta' Malta huwa skorrett u huwa inġust. Malta taf sew l-obbligi tagħha u qiegħda tonorahom b'rispett sħiħ tal-ħajja umana. Tant hu hekk li l-parti l-kbira ta' l-immigranti li jaslu Malta kull sena huma nies salvati minn ħalq il-mewt fil-baħar. Il-piż fuq Malta huwa diġà sproporzjonat u nagħtikom eżempju: biss biss iz-zona marittima li tissorvelja Malta hija kbira, Sur Altmaier, kważi daqs żewġ terzi tal-Ġermanja, jew inkella hija kbira kważi daqs tliet kwarti ta' l-Italja. Dik hija z-zona marittima responsabilità ta' Malta. S'issa Malta ssorveljat din iz-zona waħedha għaliex lanqas Frontex għadha ma bdiet ir-rondi tagħha. U Sur Kumissarju, dan il-Parlament il-baġit ta' Frontex irduppjah, daqstant irid li Frontex topera. Imma s'issa sfortunatament Frontex kienet għal kollox ineffettiva fil-Mediterran. Allura li xi ħadd jakkuża lil Malta fuq inċidenti f'baħar Libjan huwa skorrett u huwa inġust. Flok nippuntaw subgħajna lejn dak u lejn l-ieħor ejja nsibu soluzzjoni flimkien u jekk irridu, is-soluzzjoni hija ċara. Ladarba din mhix problema ta' pajjiż wieħed waħdu, il-piż ta' l-immigranti salvati fl-ibħra Maltin għandu jinqasam bejn kulħadd. Iva, bejn is-seba' u għoxrin pajjiż membru ta' l-Unjoni Ewropea. Dik hija ċara. Li mhux ċar Sur President huwa jekk il-gvernijiet nazzjonali humiex lesti jerfgħu din ir-responsabilità u jaqsmu l-piż. Grazzi.
Martine Roure, au nom du groupe PSE. – Monsieur le Président, il est absolument intolérable que nous soyons, chaque été, les témoins de drames humains aux frontières de l'Europe. Malgré notre indignation, chaque année ces drames se répètent.
Comment l'Union européenne peut-elle laisser des personnes seules face à leur désespoir aux portes de l'Europe? La Commission doit demander des engagements aux États membres lors du prochain Conseil JAI: nous devons garantir que de tels événements ne puissent plus se reproduire. Il est intolérable que l'on ait pu débattre des responsabilités de chacun alors que des personnes étaient en danger en mer et n'ont pu être secourues.
Malte porte une grande responsabilité, c'est certain. Porter assistance aux personnes en détresse est un devoir et non une option, or on les a laissé mourir. Mais je considère que nous sommes tous responsables de ce drame. J'ai eu des messages de nombreux Maltais qui sont des personnes de cœur et qui souffrent de voir des immigrés traités de cette façon et leur pays dans cette situation. Mais dans le même temps, ils ont conscience que leur petit pays est abandonné.
Je tiens donc à dire, ici, que ces événements démontrent l'absence de solidarité européenne en matière de gestion des frontières et d'accueil d'émigrants. Il est intolérable que la charge pèse essentiellement sur les pays du Sud et de l'Est de l'Europe. L'Europe doit se montrer solidaire et faire en sorte que les charges et les responsabilités soient partagées par tous les États membres. C'est pourquoi j'appelle les États membres à donner plus de moyens à Frontex afin que les missions en mer commencent avant la fin juin et soient largement développées, notamment, en Méditerranée.
J'ai été satisfaite d'apprendre que l'évaluation du règlement Dublin II va nous être présentée dans les jours à venir. C'est ce que l'on nous a dit récemment. Nous la réclamons depuis plusieurs mois, encore qu'aujourd'hui, ce n'est plus une évaluation qui serait nécessaire, mais une révision rapide. Le règlement de Dublin II n'est visiblement pas adapté, surtout pour un petit pays comme Malte.
Enfin, nous demandons à la Commission où en sont les discussions avec la Libye concernant l'immigration. Les événements récents ont montré l'incapacité de la Libye à porter secours aux migrants et aux personnes en détresse. Nous l'avons déjà dit et nous le répétons: l'Union européenne n'a pas à se défausser de ses responsabilités sur un pays qui n'applique pas les normes appropriées en matière de protection des droits fondamentaux.
Jeanine Hennis-Plasschaert, namens de ALDE-Fractie. – Voorzitter, de aanpak van illegale migratie is een prioriteit en dat is het al een tijdje. De eerste schuchtere stappen zijn gezet. Dit neemt echter niet weg dat er anno 2007 nog altijd heel veel ruis op de lijn is als het gaat om wie wanneer verantwoordelijk is voor het redden van drenkelingen, legaal of illegaal. Verbijsterend is het dat de morele en wettelijke plicht klaarblijkelijk niet door iedereen even serieus wordt genomen. Natuurlijk, - Martine Roure zei het net al - Malta heeft het niet makkelijk als het gaat om de grote toestroom van illegalen. Dat zal niemand ontkennen. Er moet dan ook snel werk worden gemaakt van die zo gewenste en veelbesproken solidariteit. De snelle introductie van een burden sharing-mechanisme lijkt dan ook op zijn plaats.
Maar dit gegeven rechtvaardigt op geen enkele manier de wijze waarop Malta met zijn morele en wettelijke plicht meent te moeten omgaan. We hebben het hier over een EU-lidstaat en dat maakt dat wij als Unie verantwoordelijk zijn. Terwijl Malta en Libië het niet eens kunnen worden over de precieze locatie van de drenkelingen hangen 27 mensen aan een visnet, drie dagen lang. Dit voorbeeld staat helaas niet op zichzelf. Absurd. Zoals bekend is Libië nu niet echt het paradijs van de mensenrechten of humane opvattingen, verre van dat. Dat wij als Unie dreigen te kiezen voor eenzelfde opstelling ten aanzien van deze drenkelingen is een grof schandaal.
Gisteren vond ik in mijn vergaderdossier voor de transportcommissie een studie inzake de status van illegale migranten op zee. De acties die in deze studie worden voorgesteld, dienen met voorrang te worden uitgevoerd. U, commissaris Frattini, zal uw krachten moeten bundelen met die van commissaris Barrot. Geld alleen is niet de oplossing. U weet heel goed dat juist de Raad de sleutel in handen heeft als het gaat om voorwaarden voor de terugkeer van illegale migranten. Laat tegelijkertijd en boven alles ook vooral duidelijk zijn dat niemand maar dan ook niemand zich mag en kan verschuilen achter zogenoemde juridische onduidelijkheden in bijvoorbeeld het internationale zeerecht. Waar een politieke wil is, is wel degelijk een weg.
Tot slot zou ik tegen de Raad willen zeggen: Berlijn-declaraties, geachte Raadsvoorzitters, kunt u opnemen totdat u een ons weegt. Europese waarden staan daarin centraal. Als er echter in de praktijk helemaal niets aan gedaan wordt, dan geeft de realiteit ons een totaal ander plaatje en zet u als Raadsvoorzitter de geloofwaardigheid van de Europese Unie op de helling. Maak werk van de mooie woorden die u zo graag verkondigt en zoals u dat zojuist ook weer deed. Maak werk van de ambities die u heeft vastgelegd in onder meer het programma van Tampere en het programma van Den Haag. Doe wat u ons beloofd heeft. Met alle respect, een debat volgende week is fantastisch, maar het is echt niet goed genoeg. De problematiek is niet nieuw. Actie is noodzakelijk en wel onmiddellijk.
Jean Lambert, on behalf of the Verts/ALE Group . – Mr President, I think many of the recent incidents and the shocking pictures that we have seen of a small boat towing people in its net, are the result – as we have been hearing – of a catalogue of failures, many of them absolutely avoidable with a bit of forward planning. We assume that the next Justice and Home Affairs Council will be doing some of that. It would have been avoidable if Member States had delivered on their promises regarding logistical and other support for Frontex and other measures promised in the wake of the experience in the Canaries, Lampedusa, Malta, Cyprus, etc. It would have been avoidable, as Commissioner Frattini said, if Member States had prepared a plan B for when Libya fails to carry out its obligations. Indeed, it appears that Libya has not clearly defined its maritime rescue area, so why are we negotiating in an emergency when we know there is already disagreement and we could have planned ahead?
I agree with Mrs Roure: we need to beware of the agreements we negotiate with a country which has such a poor record on human rights. That covers many of the transit and origin countries too. Such agreements have to be in the public domain, whether multilateral or bilateral, and this Parliament has yet to receive documents promised by the Italian authorities after our visit to Lampedusa.
My group believes we need an asylum agency to organise expert teams to help countries under stress assess claims. With reference to Dublin II, we are also aware that the fear of consequences makes some states reluctant to act and assume responsibility because they feel they are on their own. But there is also an issue about the reception and procedures directives and the quality of their implementation. The EU must again provide support to ensure a quality procedure: another task for an asylum agency.
But we also have to provide back-up in other countries to deal with the processing of arrivals. We also need to be clear that we do not penalise those who carry out rescues, so we have no more Cap Anamur-style prosecutions. We are told that the law of the sea is clear: people in distress should be rescued regardless of their status. I am absolutely certain that, had those people pictured in our media been cruise-line passengers, they would have been picked up far more quickly than was the case.
Giusto Catania, a nome del gruppo GUE/NGL. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, ha fatto bene il Commissario Frattini a parlare di solidarietà, ma noi la prima solidarietà la dovremmo esprimere alle famiglie delle persone annegate nel Mar Mediterraneo; solidarietà per spiegare anche a noi stessi che dovremmo smettere di chiamarli clandestini, probabilmente dovremmo chiamarli naufraghi, di questo infatti si tratta: persone - uomini, donne - che mentre tentavano di giungere in Europa sono affogate nel Mar Mediterraneo e che non hanno neanche ricevuto la possibilità di essere salvati, di essere aiutati in mare, addirittura sono stati lasciati per tre giorni aggrappati a una rete per tonni. Dobbiamo dirlo chiaramente: ci sono delle gravi responsabilità!
Il Commissario Frattini l'ha detto chiaramente in un'intervista a un giornale italiano, ha parlato di gravi responsabilità del governo maltese. In questa sala va ribadito questo e anche il fatto che non si è neanche avuto la pietas di dare sepoltura a queste persone, addirittura è stata rifiutata la possibilità di accoglierli dopo morti.
Allora dovremmo interrogarci seriamente sul fatto che forse Frontex ha un compito specifico, ma la sua priorità deve essere quella di salvare la gente in mare. Lo avevamo detto l'altra volta, quando abbiamo discusso delle squadre d'intervento rapido alle frontiere. Purtroppo questa è l'ennesima tragedia, negli ultimi dieci anni oltre 9.000 esseri umani sono morti annegati nel tentativo di giungere in un Europa. Questa è la più grande tragedia degli ultimi dieci anni!
Dovremmo inoltre interrogarci a fondo sulla necessità di allargare i canali legali per fare entrare le persone in modo legale e sulla possibilità anche di rivedere il regolamento Dublino II, onde evitare quello che sta avvenendo e quello che è avvenuto in questi ultimi tempi.
Guardate, sta succedendo una cosa grave a mio avviso: stiamo perdendo i cardini della civiltà occidentale, quella imperniata sull'ospitalità e sul diritto alla sepoltura. Come ci l'hanno insegnato i grandi tragediografi greci, dovremmo ripartire da lì per ripensare anche a una nuova idea dell'accoglienza e dell'ospitalità per l'Europa!
Manfred Weber (PPE-DE). – Herr Präsident, Herr Kommissar, Herr Staatssekretär! Es ist wichtig, sich heute nochmals die Bilder zu vergegenwärtigen, die wir alle in den Zeitungen und im Fernsehen gesehen haben. Es ging um Schiffe, die vom Flugzeug aus entdeckt wurden, und als man dann die Rettungsaktion vor Ort einleitete, war das Schiff nicht mehr da – 53 bis 57 Tote. Wir reden heute über andere Fälle, in denen man auf solchen Schiffen fast nur Tote geborgen hat, wir reden über Kinder, über Babies, über viele Unbekannte – und deswegen über eine entsetzliche Tragödie, über etwas, das uns erschüttern muss. Deswegen möchte ich für die zum einen zum Ausdruck bringen, dass Europa bei dieser Fragestellung im Kern getroffen sein muss. Es geht um Grundrechte, um unsere Wertegrundlage, um das Recht auf Leben. Es geht heute nicht um den Streit über Migration, nicht darum, wen wir nach Europa hereinlassen oder nicht, sondern um zutiefst humanitäre Fragen. Deswegen möchte ich zum Ausdruck bringen: Werte fragen nicht nach Grenzen, Werte sind für uns unteilbar und wir als Europäer müssen sie anwenden!
Zum anderen möchte ich unterstreichen, dass die europäische Solidarität – wie es von vielen Kollegen bereits angesprochen wurde – jetzt ernsthaft gefordert ist. Malta als ganz kleines Land – und viele andere Länder an der Südgrenze – allein zu lassen und dann mit dem Finger auf sie zu zeigen, ist nicht der richtige Weg. Nein, es ist ein europäisches Thema! Ich finde es schade, dass diese Tragödie in den Medien Mittel- und Nordeuropas kaum Niederschlag findet, dass sich die Menschen dort nicht dafür interessieren.
Jetzt muss gehandelt werden! Deswegen, Herr Kommissar, nehme ich für die EVP gerne den Gedanken auf, dass wir über die Haushaltssperre diskutieren, wenn dieses Geld notwendig sein sollte. Ich bitte den Rat – Herr Staatssekretär, lieber Peter –, nicht nur Beschlüsse zu fassen, sondern jetzt endlich zu handeln. Durch Beschlüsse werden diese Menschen nicht gerettet, sie werden nur durch Maßnahmen gerettet. Deswegen fordere ich ganz konkret, dass bei der kommende Woche stattfindenden Ratstagung diese humanitäre Katastrophe zu einem der Topthemen werden muss.
Javier Moreno Sánchez (PSE). – Señor Presidente, Señorías, una vez más han llegado a nuestros hogares imágenes de situaciones desesperadas y muertes de emigrantes. Una vez más estas imágenes reflejan la cara más dramática y visible de la inmigración clandestina. Una vez más reflejan una reiterada emergencia humanitaria a la que hay que responder de manera inmediata y contundente.
Esta situación no se va a detener por sí sola. Ya han muerto más de 9 000 personas en su intento de cruzar el Mediterráneo y, con la llegada del buen tiempo, esta cifra seguirá aumentando.
La semana pasada, las autoridades de un Estado miembro han incumplido sus obligaciones internacionales elementales con respecto al salvamento y acogida de náufragos. Ahora bien, no basta con condenar a ese Estado por su actitud inaceptable y pedirle que asuma responsabilidades para que esta situación no vuelva a producirse. Tampoco podemos pretender delegar la lucha contra la inmigración clandestina en los capitanes de los pesqueros. No estamos ante un problema maltés: es un problema europeo al que tenemos que dar una respuesta global desde la solidaridad entre todos. Insisto: todos los Estados miembros, la responsabilidad compartida, la transparencia y la confianza mutua.
Por todo ello, quiero pedir al Consejo, a la Comisión y a esta Cámara que adoptemos inmediatamente medidas concretas para poder fin a esta situación inaceptable. Frontex debe dejar de ser un espejismo y debe disponer de los recursos necesarios para que patrullas conjuntas de vigilancia operen permanentemente todo el año en las zonas de alto riesgo.
Señorías, no podemos seguir debatiendo y peleándonos entre europeos mientras siguen ahogándose inmigrantes. Actuemos ya.
Ignasi Guardans Cambó (ALDE). – Quiero empezar felicitanto al Comisario por asumir su responsabilidad en este asunto. Espero que no sólo sea de palabra, aunque, sin duda, es bueno empezar haciéndolo de palabra.
Es absolutamente intolerable que podamos dejar morir a un grupo de seres humanos mientras los gobiernos y las burocracias de distintos Estados discuten quién está obligado a salvar a náufragos que se están muriendo de inanición, ahogados, bajo el sol...
Malta tiene sus obligaciones y su actitud ha sido intolerable y merece ser condenada. Pero la Unión ha de estar en condiciones, obviamente, de apoyar a Malta, hoy; a España, en Canarias, ayer, o donde sea, mañana, cuando salva las vidas de quienes quieren entrar en la Unión Europea.
Empieza el verano y, con él, vuelve el flujo humano de quienes quieren ir a cumplir sus sueños a Londres o a Hamburgo, pero van a morir en las playas del sur.
Ese es el mensaje que hay que transmitir.
Estos días estamos en pleno debate sobre el futuro de Europa, sobre qué queremos y qué podemos hacer juntos. Pues bien, en ámbitos como éste se legitima la Unión Europea. Y no estoy hablando sólo de credibilidad: estoy hablando de legitimidad. También aquí se puede perder la legitimidad de la Unión Europea.
¿Qué Unión es una unión entre nosotros que puede organizar y regular todo tipo de cuestiones —algunas de las cuales consideran absurdas, estúpidas incluso, muchos de nuestros ciudadanos— y que es incapaz de organizar las cosas para que no mueran quienes intentan llegar a nuestras fronteras, que no mueran quienes intentan entrar en nuestros castillos y, en cambio, mueren a las puertas de la muralla?
Señor Vicepresidente, tiene usted un reto histórico, un reto político e histórico. Tiene usted la responsabilidad de promover la solidaridad, pero si la solidaridad no sale, tiene usted la responsabilidad de imponerla. Y está en su poder hacerlo. La solidaridad, si no sale, tendrá usted que imponerla: imponerla políticamente, imponerla avergonzando a aquellos Estados que no asuman sus responsabilidades e imponerla por la fuerza con propuestas legislativas para que cada uno cargue con su responsabilidad ante el presente y ante la Historia, con tantos muertos asignados a los gobiernos que no asuman su papel.
Hubert Pirker (PPE-DE). – Herr Präsident, Herr Kommissar! Täglich versuchen mehr Illegale, europäisches Festland zu erreichen, und täglich erleben wir unerträgliche Situationen und unerträgliche Tragödien im Süden Europas. Die Europäische Union hat Frontex geschaffen. Das Europäische Parlament war bereit, jährlich das Budget für die Grenzüberwachung zu verdoppeln. Mittlerweile stehen 35 Millionen Euro für Frontex zur Verfügung. Trotzdem kommen täglich mehr Illegale über die Grenzen in die Europäische Union. Das heißt schlicht und einfach: Der Grenzschutz funktioniert nicht! Die Hilfe für Mitgliedstaaten, die Koordinationstätigkeit, die Frontex leisten soll, funktioniert nicht.
Wenn Mängel in der Koordination bestehen, so ist die Arbeit von Frontex zu kritisieren. Wenn aber die Mitgliedstaaten nicht das notwendige Personal und die notwendige Ausrüstung zur Verfügung stellen, wie sie es versprochen haben, dann sind die Mitgliedstaaten zu kritisieren und in die Pflicht zu nehmen. Jedenfalls dürfen wir die Staaten im Süden Europas mit der Situation nicht alleine lassen.
Dazu habe ich eine Frage an unseren Kommissar: In einer Pressemeldung am 24. Mai wurde vonseiten der Kommission mitgeteilt, die Zahl der bisher eingebrachten Flugzeuge, Schiffe und sonstigen Ausrüstungsgüter sei zufriedenstellend. Heute lesen wir in einer anderen Mitteilung der Kommission eine Kritik an den Mitgliedstaaten, die nur ein Zehntel der versprochenen Schiffe, Flugzeuge und Hubschrauber geliefert hätten. Was ist nun richtig? Können Sie das bitte richtig stellen, Herr Kommissar? Wenn die Agentur Frontex schon von uns eingerichtet wurde und mit so vielen Mitteln versehen ist, dann muss sie auch erfolgreich arbeiten. Ansonsten schaffen wir sie bitte ab und suchen andere Wege.
In jedem Fall – und hier appelliere ich an alle, die verantwortlich sind – muss die Europäische Union zusätzlich zur Überwachung unserer eigenen Grenzen auch Hilfestellung beim Aufbau einer funktionierenden Grenzüberwachung in den Transitstaaten leisten – das ist eine Hilfestellung vor Ort, die wiederum uns hilft –, Stabilisierungshilfe leisten und Informationskampagnen vor Ort in den Ursprungsländern durchführen. Es ist in jedem Fall Zeit, endlich Taten zu setzen, anstatt weiter über eine Situation, die unerträglich ist, zu diskutieren.
Claudio Fava (PSE). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, vicepresidente Frattini, condivido le parole che lei ci ha offerto oggi e nelle interviste di questi giorni, ma chi non le condivide affatto è il Ministro degli esteri maltese. In un comunicato di oggi pomeriggio spiega che Malta non si può fare carico degli immigrati clandestini che legalmente non sono di sua competenza.
Ventuno persone annegate non sono un problema legale e occorre che qualcuno alla prossima riunione del Consiglio dei ministri, che sia la Presidenza o la Commissione, spieghi al governo maltese la differenza tra immigrati clandestini e naufraghi. Occorre che qualcuno ricordi al Ministro degli esteri maltese che un peschereccio che batteva bandiera maltese ha deciso di lasciare ventisette persone attaccate ad una corda per la pesca dei tonni ritenendo che fosse più importante salvare i tonni pescati che le vite umane.
Occorre che qualcuno spieghi al Ministro maltese e a tutti gli altri nostri ministri che il diritto umanitario prescinde dagli obblighi legali e dalle convenzioni firmate dai nostri paesi. Siccome credo che sia importante passare dalle parole ai fatti, sono d'accordo con lei, occorre sbloccare i fondi di Frontex, occorre che tutti i paesi si facciano carico di questa esigenza, ma occorre al tempo stesso condizionare la possibilità di ottenere questi fondi, Frontex o il Fondo europeo per i rimpatri, al rispetto dell'obbligo di assistenza da fornire a ogni naufrago, in qualunque situazione si trovi e qualunque sia la condizione legale del suo naufragio.
Questa è una delle ipotesi di lavoro con le quali si potrà affrontare questo problema nei prossimi giorni con gli altri ministri.
Louis Grech (PSE). – Sur President, hija ħaġa ta' mistħija li għal darb'oħra kellha tkun traġedja fejn mietu tant nies biex tesponi n-nuqqas ta' azzjoni konkreta fuq l-immigrazzjoni min-naħa ta' l-Unjoni. Waqt li nemmen li l-Istati Membri kollha jerfgħu r-responsabilitajiet tagħhom, speċjalment f'każ ta' ħajja jew mewt, daqshekk ieħor iridu jerfgħu ir-responsabilitajiet tagħhom il-Kummissjoni u speċjalment il-Kunsill, li skond jien ma ttrattawx din il-problema bl-urġenza u bl-impenn li jistħoqqilha. Rendikont ta' x'sar f'dawn l-aħħar erba' snin juri li jekk tneħħi l-'buzzwords' fiergħa ta' "solidarjetà" u ta' "mobilizzazzjoni" insibu li ftit li xejn ittieħdu miżuri biex jindirizzaw din is-sitwazzjoni allarmanti. Nistennew li immedjatament jittieħdu miżuri fuq il-prinċipju ta' 'burden-sharing', fuq ir-reviżjoni ta' Dublin 2, fuq l-għajnuna loġistika u amministrattiva u biex jibdew jaħdmu b'mod effettiv il- 'joint patrols' - s'issa fantażmi - li ġew imwiegħda żmien ilu minn Frontex, aġenzija li s'issa tidher li għadha ċċassata quddiem l-enormità tal-kriżi. L-ebda pajjiż, speċjalment wieħed żgħir bħal Malta, li qed iġorr piż ħafna iktar milli jiflaħ, ma jista' jkompli jiffaċċja waħdu din it-traġedja. F'dan l-istadju l-prijorità hija l-kriżi innifisha u mhux min għandu raġun jew tort. Irridu nwettqu pjan ta' emerġenza f'forma ta' 'marshal plan' qabel ma jkollna nerġgħu niltaqgħu hawn biex nerġgħu nirrepetu l-istess affarijiet għax tkun saret xi traġedja oħra. M'hemmx ħin x'nitilfu, intilfu wisq ħajjiet. Nawgura li d-definizzjoni li tana l-Kummissarju Frattini rigward is-solidarjetà fil-fatt tiġi implimentata. Grazzi Sur President.
Peter Altmaier, amtierender Ratspräsident. Herr Präsident, Herr Kommissar, meine Damen und Herren! Ich gebe all denen Recht, die gesagt haben, Reden allein reiche nicht aus, wir müssten handeln. Und der Rat hat in den letzten Monaten gehandelt. Der Rat hat dafür gesorgt, dass das technische Zentralregister, die Toolbox von Frontex, aufgefüllt worden ist, dass Frontex, jedenfalls im Prinzip, über mehr als 100 Schiffe, Flugzeuge und Helikopter verfügt. Der Rat hat mit Unterstützung dieses Parlaments dafür gesorgt, dass die Verordnung über die schnellen Einsatzteams, über die RABITs, verabschiedet werden konnte. Es wird einen Einsatz von Frontex in den Gewässern um Malta geben, wo wir mit Unterstützung von Experten der Mitgliedstaaten und mit Unterstützung von Hubschraubern aus den Mitgliedstaaten versuchen werden, dieser menschlichen Tragödie entgegenzutreten. Aber ich sage auch: Es wäre besser gewesen, wenn wir einige Wochen früher mit diesen Aktionen hätten beginnen können. Dieser Verantwortung müssen wir uns alle gemeinsam stellen.
Wir haben uns auf Vorschlag der Kommission in den letzten Monaten auch darauf geeinigt, dass wir regionale Schutzprogramme in den Herkunfts- und Transitländern einsetzen. Wir haben konkret gehandelt, indem wir uns darauf geeinigt haben, Partnerschaftsabkommen zu schließen, und indem wir über Anreize für legale Migration, für zirkuläre Migration gesprochen haben. Wir führen Verhandlungen zur Frage von Rückübernahmeabkommen mit Ländern in Afrika und mit anderen Staaten. All dies geht in die richtige Richtung. Aber es ist auch wahr, dass viele dieser Maßnahmen spät kommen und dass es für die betroffenen Menschen besser gewesen wäre, sie wären schneller und effizienter ergriffen worden.
Mevrouw Hennis-Plasschaert, ik denk dat het ook te maken heeft met een gebrek aan efficiëntie van de besluitvormingsprocedures in de Raad. Het is jammer dat de Europese grondwet tot nu toe nog niet in werking is getreden, omdat de Europese grondwet en de hervormingen waarin deze voorziet, ons in staat zou stellen om veel sneller en veel efficiënter noodzakelijke beslissingen te nemen.
Wir werden in den nächsten Tagen und Wochen dafür sorgen müssen, dass wir unserer humanitären Verantwortung für die betroffenen Menschen gerecht werden. Wir werden auch dafür sorgen müssen, dass wir Malta nicht im Stich lassen. Malta ist ein kleines Land mit einer großen Verantwortung in dem betroffenen Gebiet. Deshalb hat Malta Anspruch auf die Solidarität der Europäischen Union.
Wir werden drittens darauf achten müssen, dass wir bei allem, was wir tun, keine neuen Pull-Faktoren schaffen, die dazu führen, dass sich immer mehr Menschen auf den Weg nach Europa machen, weil wir ansonsten Gefahr laufen, das menschliche Elend nicht zu verringern, sondern zu multiplizieren. Deshalb bin ich überzeugt, dass der Rat die Kraft finden wird, auf seiner Tagung in der nächsten Woche ein deutliches Signal zu setzen.
Franco Frattini, Membro della Commissione. Signor Presidente, onorevoli deputati, condivido quanto detto da Peter Altmaier. La settimana prossima sicuramente il Consiglio dei ministri dovrà affrontare questo tema con sincerità e con una discussione realmente politica, non ripeterò quindi i richiami alle molte cose positive già fatte. Tutti gli onorevoli membri del Parlamento ricorderanno che soltanto due anni fa non vi era neanche un documento per un'azione comune europea relativa all'immigrazione, oggi stiamo parlando di come applicare i documenti e i principi frutto di un consenso politico che prima non c'era e oggi c'è. Passi avanti sono stati fatti, ma non tutto è stato fatto con la velocità che sarebbe stata necessaria.
Come qualcuno l'ha ricordato, abbiamo avuto per Frontex un grande incremento finanziario, 35 milioni di euro per il 2007, ma 13 milioni di euro sono bloccati, non si possono quindi utilizzare e non si possono impegnare le spese relative. Vi ringrazio per quanto è stato detto sull'impegno del Parlamento a sbloccare presto queste somme per Frontex. Il tool box cioè gli strumenti a disposizione di Frontex sono stati sufficienti. Lo avevo detto proprio questo alcune settimane fa, dopo aver letto le dichiarazioni di impegno dei ministri degli interni di ben 19 paesi europei e avevo detto, allora, a fine maggio: abbiamo a disposizione per quest'estate oltre 100 battelli, oltre 100 navi da pattugliamento, 25 elicotteri, 20 aerei. Ma quello che ho detto oggi è anch'esso vero, finora dall'impegno formale adottato abbiamo a disposizione un decimo degli equipaggiamenti promessi.
Dirò con amicizia ai Ministri e colleghi al Consiglio che l'impegno preso deve essere tradotto in una disponibilità immediata. Se avessimo avuto non 5, ma 50 navi da pattugliamento, forse una nave sarebbe arrivata prima a salvare le persone che stavano affogando. Hanno dovuto intervenire una nave italiana e poi una francese per recuperare i corpi delle vittime e portarle in Francia. Forse se ci fosse stata una presenza maggiore avremmo fatto prima, questa è solidarietà concreta, bisogna essere sinceri.
E' anche indispensabile ricordare che dove Frontex ha operato, mi riferisco alle isole Canarie, lo scorso anno ad esempio, il bilancio è stato positivo. Non posso non ricordare che il Ministro degli interni spagnolo, alla fine della stagione autunnale lo scorso anno, ha dichiarato una riduzione di circa il 30% dei flussi migratori verso le isole Canarie grazie al pattugliamento Frontex in collaborazione con uno Stato terzo, in questo caso il Senegal. Quando le operazioni funzionano i risultati si vedono.
Per quanto riguarda il Mediterraneo centrale, la Libia ha ricevuto la nostra visita qualche giorno fa. Una missione Frontex si è recata in Libia per esplorare la possibilità di un aiuto alla Libia per il controllo della frontiera sud con il Niger, la frontiera del deserto. Abbiamo detto con grande chiarezza alla Libia che ci aspettiamo più controlli e soprattutto il rispetto dello spazio territoriale di ricerca e salvataggio in alto mare, che anche la Libia è tenuta, come tutti, a rispettare.
La missione si chiamerà Nautilus II, sarà diretta al centro del Mediterraneo, partirà come previsto tra pochi giorni ed è evidente che spero partecipi ad essa il maggior numero possibile di Stati europei, non soltanto gli Stati mediterranei. Il governo tedesco ha dato un segnale, non è uno Stato mediterraneo ma parteciperà alla missione nel centro del Mediterraneo, poi ci saranno degli Stati mediterranei - vorrei vedere ad esempio partecipare il mio paese, l'Italia, che finora non ha dato indicazioni di voler partecipare a questa missione che si svolgerà proprio tra la Sicilia, Malta e la Libia. Ecco un esempio concreto di appello alla solidarietà che farò ovviamente ai colleghi ministri ma lo richiamo anche a voi.
Ultimo tema, il regolamento Dublino: l'onorevole Roure, ma anche altri, hanno fatto riferimento ad esso. La relazione è stata pubblicata oggi ed è stata adottata dalla Commissione. Essa indica il funzionamento del meccanismo di regolazione di Dublino, il regolamento ha funzionato correttamente, ma la Commissione suggerisce talune integrazioni, suggerisce cioè di riflettere se il principio per il quale solo lo Stato di prima destinazione è tenuto a fornire accoglienza, se solo quel principio può essere la risposta giusta oppure se lo si possa integrare con una migliore ripartizione degli oneri. Anche questo è oggetto di una proposta adottata oggi dalla Commissione europea, un Libro verde sulla politica di asilo da qui al 2010, come richiesto da questo Parlamento. Le proposte ci sono e mi aspetto ancora un gesto di solidarietà.
Ovviamente se gli Stati membri diranno a larga maggioranza che il sistema va bene così, ma allora continuerà ad essere lo Stato di prima destinazione a sostenere l'intero onere e questa non è solidarietà. Ecco un altro esempio di come anche il regolamento Dublino va interpretato nella maniera corretta, non per accusare qualcuno ma per lavorare insieme tutti quanti.
Presidente. La discussione è chiusa.
Dichiarazioni scritte (articolo 142)
Patrick Gaubert (PPE-DE), par écrit. – Combien de cadavres devrons-nous encore repêcher en mer Méditerranée avant que des solutions efficaces soient mises en place?
Arrêtons de pointer du doigt des petits pays comme Malte qui n'arrivent plus à gérer les flux incessants d'immigrés s'échouant quotidiennement sur leur plage. Ce n'est pas ainsi que nous combattrons l'immigration clandestine. Aucun fil barbelé, aucune barrière n'empêchera des hommes et des femmes, prêts à tout pour subvenir aux besoins vitaux de leur famille, de traverser les mers.
En septembre 2006, le Parlement avait déjà lancé un appel aux États membres et à la Commission dans une résolution adoptée par tous les groupes politiques. Nous insistions sur la nécessité de partenariats et dialogues renforcés avec les pays d'origine. Nous avions également exigé la révision du règlement de Dublin II qui impose une charge trop lourde aux pays du Sud et de l'Est de L'Union. Il faut de toute urgence instaurer un mécanisme équitable de solidarité et de partage des responsabilités entre tous les États membres.
De plus, nous ne pouvons que constater le manque de résultats de Frontex. Une réelle volonté politique est fondamentale afin que les États donnent des moyens suffisants à cette agence pour fonctionner efficacement à l'avenir.