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Procedura : 2006/0134(CNS)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A6-0163/2007

Testi presentati :

A6-0163/2007

Discussioni :

PV 06/06/2007 - 20
CRE 06/06/2007 - 20

Votazioni :

PV 07/06/2007 - 5.13
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P6_TA(2007)0231

Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 6 giugno 2007 - Bruxelles Edizione GU

20. Statuto sociale degli artisti (discussione)
Processo verbale
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  Presidente. – L’ordine del giorno reca la relazione (A6-0199/2007), presentata dall’onorevole Claire Gibault a nome della commissione per la cultura e l’istruzione, sullo statuto sociale degli artisti [2006/2249(INI)].

 
  
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  Nathalie Griesbeck (ALDE), in sostituzione del relatore. – (FR) Signor Presidente, l’onorevole Claire Gibault non può essere presente questa sera e mi ha chiesto, innanzi tutto, di porgervi le sue scuse per la sua assenza e, in seguito, di presentarvi questa importante relazione in sua vece.

Se esiste un legame universale che ci unisce tutti, noi cittadini europei, al di là delle nostre differenze, è senz’altro la cultura. L’Europa sta per vincere la sua scommessa perché ha saputo svolgere saldamente il suo ruolo di fronte alla globalizzazione al fine di conservare le sue identità e la sua diversità culturale. L’eccezione culturale europea è, oggi, sul punto di diventare universale.

L’onorevole Gibault si è impegnata, quando è stata eletta al Parlamento europeo, a intercedere presso le autorità europee a nome di tutti gli artisti europei: questa relazione è per lei un’occasione per farlo, attraverso il mio intervento di questa sera e tutto il lavoro da lei svolto. A tale proposito, per mio tramite, l’onorevole Gibault desidera ringraziare tutti i relatori ombra e tutti i colleghi, molto numerosi, che hanno lavorato al suo fianco e hanno contribuito alla redazione finale del testo.

La scelta della tematica riguardante la situazione degli artisti in Europa era d’obbligo: le stava particolarmente a cuore poiché è stata direttrice d’orchestra. Come Albert Camus, la relatrice è convinta che dobbiamo scegliere di porre la cultura al centro del nostro progetto di società e che la creazione e il libero accesso alla cultura debbano figurare tra le nostre priorità europee.

Contrariamente alle idee generalmente accettate, la maggior parte delle difficoltà incontrate dagli artisti non è esclusivamente di natura culturale, ma è spesso legata alla loro mobilità, alla politica dei visti, alla salute, alla previdenza sociale, alla disoccupazione e alla pensione. L’onorevole Gibault ha riflettuto su misure concrete per migliorare la vita quotidiana degli artisti e propone, in particolare, la creazione di un visto specifico che ne faciliti la mobilità. Ha progettato un registro professionale europeo per lottare contro il lavoro nero e una carta europea per la previdenza sociale dotata di un chip elettronico per rendere più semplice la ricostruzione delle carriere artistiche. L’onorevole Gibault ha anche proposto la pubblicazione di una guida pratica destinata agli artisti che riprenderebbe, in parallelo, le disposizioni in materia di sicurezza sociale che li riguardano adottate dalle Istituzioni europee e la loro applicazione nei vari Stati membri.

Infine, la relatrice ha insistito sulla necessità di promuovere l’educazione artistica in ambito scolastico, poiché secondo lei, come per tutti noi, in questo caso siamo di fronte a una vera sfida culturale europea. Senza la volontà dell’Unione europea di realizzare una vera politica in materia di educazione artistica, infatti, è facile comprendere che la conquista del pubblico e la democratizzazione dell’accesso alla cultura non faranno grandi progressi.

La relazione è stata votata all’unanimità lo scorso 7 maggio dalla commissione per la cultura e l’istruzione. Il testo è innovativo e rappresenta un vero passo in avanti per gli artisti, poiché tiene conto della loro situazione precaria e della necessità di mantenere la flessibilità delle loro attività, e propone soluzioni che consentono agli artisti di concepire il loro futuro in una prospettiva più duratura e, quindi, con più serenità.

Domani dovremo votare gli emendamenti e ci sono due emendamenti in particolare che stanno a cuore alla relatrice perché darebbero nuovo slancio alla creazione artistica e incoraggerebbero l’assunzione di rischio nel settore, che oggi ne avrebbe un estremo bisogno. Come si afferma chiaramente nella relazione, per progredire su questi aspetti, si dovranno analizzare, innanzi tutto, i risultati del relativo studio della Commissione, prendendo in considerazione vantaggi e svantaggi.

Il diritto comunitario, se lo si analizza più da vicino, non è indifferente a proposito della cultura, a differenza di quanto si potrebbe immaginare. L’onorevole Gibault, nella sua relazione, ha ripreso un’idea già sviluppata, a suo tempo, da Victor Hugo e Alfred de Vigny, secondo la quale gli artisti, anche dopo la morte, possono continuare a contribuire al sostegno dei loro contemporanei. In effetti, le norme internazionali alle quali l’Unione ha aderito autorizzano gli Stati membri ad adottare le misure necessarie per proteggere il loro patrimonio culturale, costituito, tra l’altro, dalle creazioni non soggette ai diritti d’autore, cioè quelle che diventano patrimonio pubblico settant’anni dopo la morte dell’autore e cinquant’anni dopo la prima rappresentazione di un’opera.

Claire Gibault si è soffermata su questa idea. Propone di tenere presente che basterebbe, in uno spirito di solidarietà culturale a livello europeo, che gli Stati membri esaminassero, ognuno relativamente alla propria situazione, come prelevare una parte del reddito generato dallo sfruttamento commerciale delle opere e destinarlo alla creazione artistica e al miglioramento dello statuto sociale degli artisti europei. Questo permetterebbe la creazione di nuovi punti di appoggio adatti a favorire l’innovazione e il pluralismo e a incoraggiare nuove forme di espressione culturale. Questa è un’immagine molto bella di solidarietà tra generazioni.

Per concludere, permettetemi di citare questa frase che Victor Hugo, sempre lui, ha pronunciato durante una seduta pubblica di fronte ai deputati francesi: “Siamo tutti una famiglia, i morti appartengono ai vivi, i vivi devono essere protetti dai morti”. Quale migliore protezione potreste desiderare?

 
  
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  Presidente. (EN) Ottima definizione dei diritti d’autore!

 
  
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  Ján Figeľ, Membro della Commissione. – (EN) Signor Presidente, desidero ringraziare l’onorevole Gibault, lei stessa un’artista, per avere preparato questa importante relazione, e l’onorevole Griesbeck per avercela presentata questa sera.

Nel cinquantesimo anniversario del Trattato di Roma ci rendiamo conto di quanto la cultura sia al centro del progetto europeo. Abbiamo programmi e progetti a livello comunitario che incoraggiano la mobilità degli artisti in Europa, rafforzando così il dialogo interculturale nell’Unione europea. Ad esempio, nel 2006, che è stato l’anno europeo della mobilità dei lavoratori, abbiamo cofinanziato tre progetti sulla mobilità degli artisti su un totale di 41 progetti finanziati nel corso dell’anno. Questi progetti hanno portato a un maggiore riconoscimento dei vari ostacoli alla mobilità degli artisti nell’UE. Si tratta di un primo passo e so che, se vogliamo migliorare la situazione degli artisti in Europa, ci attendono ancora molte sfide concernenti l’apprendimento permanente, i permessi di lavoro e lo statuto sociale.

Lo scorso mese, ho proposto una comunicazione sulla cultura intitolata “Un’agenda europea per la cultura in un mondo globalizzato”, che è stata approvata dalla Commissione. Ho presentato la comunicazione alla commissione per la cultura e l’istruzione e ai ministri durante l’ultimo Consiglio. L’obiettivo è quello di coinvolgere tutte le parti interessate – Stati membri, Istituzioni europee e il mondo della cultura – in una serie di priorità comuni per i prossimi anni. Il miglioramento dello statuto degli artisti, che è collegato a una migliore mobilità e alla circolazione delle opere d’arte dell’Unione europea, è una delle sfide principali della strategia. E’ una condizione irrinunciabile se vogliamo riuscire a creare uno spazio culturale europeo. Quindi, non vedo l’ora di poter collaborare con voi sulla questione, e soprattutto con gli Stati membri, perché in questo campo la competenza risiede in primo luogo a livello nazionale, regionale e locale.

Ritornando alla relazione, sono particolarmente soddisfatto per l’accento posto sull’apprendimento permanente e la riqualificazione. L’istruzione iniziale alimenta i primi accenni della vocazione artistica, ma continuare a riqualificarsi è la chiave per garantire lo statuto sociale degli artisti in un’economia delle arti in rapida evoluzione. Come sapete, rafforzare il legame tra l’istruzione e la cultura è un altro dei miei obiettivi perché propongo di proclamare il 2009 “Anno europeo della creatività e dell’innovazione”. Sono in corso i lavori per preparare un’indagine di Eurydice sull’educazione culturale e artistica nella scuola dell’obbligo in Europa. Si tratta di un passo verso il miglioramento della nostra conoscenza e spero che l’iniziativa dell’Anno europeo possa stimolare la ricerca e lo sviluppo di una più solida e più ampia base d’informazioni e di una politica e una prassi maggiormente basate su dati concreti, relativamente all’educazione artistica.

Per concludere, vorrei sottolineare che lo statuto degli artisti in Europa è una questione molto vasta che non può essere trattata in modo isolato da un solo Commissario responsabile per la cultura. Pertanto, nel quadro della comunicazione proposta il mese scorso, lavorerò in stretta collaborazione con i colleghi competenti per l’occupazione, la giustizia e il mercato interno per garantire che le specificità del settore culturale siano tenute in debita considerazione in altri programmi e in altre politiche dell’Unione europea.

 
  
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  Presidente. (EN) La ringrazio, signor Commissario. Auguriamo a tutti gli artisti di avere successo, soprattutto a quelli che partecipano alla Biennale di Venezia – che inizia questa settimana – e in modo particolare a Tracy Emin.

 
  
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  Erna Hennicot-Schoepges, a nome del gruppo PPE-DE. – (FR) Signor Presidente, vorrei complimentarmi con l’onorevole Gibault per l’impegno profuso in questa relazione. Recentemente il Commissario Frattini ha reso noto il suo progetto di direttiva sulla carta verde europea per attirare lavoratori extra-europei altamente qualificati concedendo loro di risiedere per cinque anni nell’Unione europea e di spostarsi al suo interno senza visto.

Lo scorso novembre, grazie a uno studio richiesto dalla Commissione, abbiamo scoperto che, sul territorio dell’Unione, esiste una categoria professionale costituita da 5,8 milioni di cittadini europei, pari al 3,1 per cento della popolazione attiva e a un fatturato di 654 miliardi di euro. Questi professionisti lavorano legalmente, eppure in molti Stati membri sono trattati come clandestini: sto parlando degli artisti e dei professionisti dello spettacolo.

Siamo in tanti ad apprezzare i concerti, il teatro o il circo ma, quando il nostro momento di svago si conclude, il lavoro degli artisti continua, ripagato da qualche applauso e spesso da un magro salario, e quasi sempre accompagnato da problemi nei corridoi del fisco e degli istituti di previdenza sociale. Mi complimento, quindi, con la relatrice perché vuole gettare luce dietro le quinte. Detto questo, non si tratta del nostro primo tentativo, perché nel 1992 l’onorevole Doris Pack aveva scritto una relazione estremamente completa, come anche l’onorevole Vaz da Silva nel 1999. E cosa dire delle iniziative degli organismi culturali volte a favorire la mobilità e il riconoscimento dello statuto degli artisti? Questa relazione non è un punto di arrivo bensì un punto di partenza.

Ora, dopo avere approvato la Convenzione dell’Unesco e dopo che la Commissione ci ha presentato la sua agenda strategica per la cultura, è venuto il momento di agire. Signor Commissario, esorto gli Stati membri e la Commissione ad accordare gli strumenti e ad affrontare senza ulteriore indugio gli innumerevoli problemi tecnici e pratici. In questo compito lei non è solo, signor Commissario, lo sappiamo bene, ma occorre mettere in atto le iniziative suggerite da questa relazione e dalle due precedenti che ho appena citato. Basta con le belle parole, passiamo ai fatti!

 
  
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  Gyula Hegyi, a nome del gruppo PSE. – (EN) Signor Presidente, questa mattina sull’aereo da Budapest a Bruxelles ho incontrato il direttore dell’orchestra filarmonica nazionale ungherese. Si è congratulato con me per la relazione Gibault, esprimendomi la soddisfazione sua e dei suoi colleghi. Queste congratulazioni vanno all’onorevole Gibault, che ha lavorato a questa importante tematica con spirito positivo e buone intenzioni.

Tutti noi rispettiamo gli artisti e riconosciamo il loro importante contributo alla cultura europea. Dobbiamo aiutarli migliorando il loro statuto sociale. E’ fondamentale per loro avere informazioni sui vari accordi sociali nei diversi Stati membri, ad esempio, relativamente ai sistemi di assicurazione sanitaria e alle disposizioni in materia di disoccupazione e pensioni. In realtà, alcuni dei nuovi Stati membri offrivano condizioni sociali piuttosto buone per gli artisti durante il cosiddetto ancien régime, ma la situazione è cambiata durante il periodo di transizione. Il tempo che gli artisti dedicano alle prove dovrebbe essere considerato effettivo tempo di lavoro.

La libera circolazione degli artisti, e dei lavoratori in generale, provenienti dai nuovi Stati membri non è tuttora garantita. L’agevolazione dei visti per gli artisti dei paesi terzi è importante, ma dobbiamo dare priorità alla libera circolazione di tutti i cittadini dell’Unione europea.

Sono favorevole alla relazione. I miei colleghi socialisti ed io la sosterremo in sede di votazione. Tuttavia, come deputato di un nuovo Stato membro, devo lanciare un appello a favore del libero accesso al mercato del lavoro per ogni cittadino europeo.

Si deve anche dire che alcuni famosi artisti ungheresi si rifiutano di recarsi negli Stati Uniti a causa del trattamento degradante inflitto dalle autorità di frontiera americane.

 
  
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  Presidente. (EN) Sì, abbiamo tutti sperimentato questo trattamento degradante.

 
  
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  Alfonso Andria, a nome del gruppo ALDE. – Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, affido al cortese tramite della collega Griesbeck il più vivo apprezzamento per la relatrice Claire Gibault che ha svolto un lavoro eccellente. Dall’alto della sua esperienza nel settore, quale direttore d’orchestra, ha saputo individuare i principali ostacoli che gli artisti affrontano sul proprio percorso. Concordo pienamente con lei quando afferma che nessun artista è totalmente al riparo dalla precarietà in nessuna fase della sua carriera ed è proprio sulla base di questa considerazione che occorre intervenire in modo più mirato per tutelare la categoria e gli operatori del settore.

Proprio le peculiarità delle attività artistiche impongono un adeguamento del quadro normativo degli Stati membri onde garantire lo status degli artisti, ma occorrono anche interventi armonizzanti dell’Unione europea soprattutto al fine di facilitare la loro mobilità, come pure è fondamentale porre le premesse per un sistema formativo omogeneo garantendo nel territorio dell’Unione il riconoscimento dei titoli rilasciati, assicurando una sempre maggiore professionalità dell’insegnamento artistico ed anzi incoraggiandola mediante scambi ed interrelazioni per insegnanti e studenti come nel modello del programma ERASMUS.

Trovo interessante ed auspicabile, infine, la proposta di un visto temporaneo specifico per gli artisti che possa facilitare la mobilità dei professionisti europei ed extracomunitari nello svolgimento della loro attività. Del resto, i linguaggi universali dell’arte rappresentano notoriamente uno straordinario veicolo di promozione culturale, sociale ed umana.

In conclusione, preciso che sosterrò i due emendamenti della relatrice all’esame dell’Aula domattina ed in particolare il 20 bis che auspica nuove forme di aiuto agli artisti tramite un apposito fondo costituito attraverso un prelievo sullo sfruttamento commerciale delle creazioni originali e delle loro interpretazioni libere da diritti.

 
  
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  Zdzisław Zbigniew Podkański, a nome del gruppo UEN. – (PL) Signor Presidente, lo statuto degli artisti ha sempre suscitato interesse e discussioni accese. Tuttavia, i responsabili dell’elaborazione di tale statuto hanno tutti commesso lo stesso errore, dimenticando che oltre agli artisti professionisti ci sono anche i dilettanti, tra cui gli artisti popolari, e che la cultura popolare, spesso denominata tradizionale, è la base delle culture nazionali.

Dobbiamo anche ricordare che con i cambiamenti di civiltà scompaiono molte professioni tradizionali e abilità importanti dal punto di vista della conservazione del patrimonio culturale nazionale. Pertanto, la prevista carta sociale europea per le attività nell’ambito della creazione artistica deve includere anche gli artisti popolari e gli artigiani. Dobbiamo, poi, accogliere con favore l’iniziativa volta a creare una base di dati comune che agevolerebbe la mobilità degli artisti che lavorano in Europa.

 
  
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  Thomas Wise, a nome del gruppo IND/DEM. – (EN) Signor Presidente, come forse potete immaginare, ci sono molti elementi nella relazione che mi preoccupano, ma purtroppo ho il tempo per citarne solo uno. Nella relazione l’onorevole Gibault propone un progetto pilota di carte di registrazione degli artisti. Non sarà l’ennesimo caso di un’idea con una serie infinita di conseguenze? Questo progetto finirà poi con l’essere esteso a tutte le professioni e attività commerciali? Avremo tutti bisogno di una carta prima di poter iniziare a lavorare? Sarà impossibile lavorare nel settore prescelto senza un permesso specifico, come succede in Germania per i fotografi stranieri? E chi organizzerà il tutto, vorrei sapere? Altri burocrati?

Così come l’eccessiva regolamentazione soffoca l’attività economica, questa proposta soffocherà l’arte. Garantirà una costante predominanza straniera nel campo dell’arte e dello spettacolo, prevalentemente dagli Stati Uniti. Prevedo che, se approvata, questa relazione sarà un altro esempio di legge dalle conseguenze indesiderate.

 
  
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  Eugen Mihăescu, a nome del gruppo ITS. – (FR) Signor Presidente, che cos’è un artista? Qual è il suo posto? Marginale o centrale? Parliamo di un artista famoso o sconosciuto? Sempre incompreso, maledetto e povero, oppure celebre e ricco? Il preferito delle élite o il paria della società del consumo? Scroccone alla tavola dei ricchi o sulle barricate rivoluzionarie? Immagine della disperazione o specchio della felicità?

Che cos’è un artista? Una persona che ha il gusto dell’arte, l’amore per il bello? Se è così, cosa può fare l’artista in una società che produce brutture? Isolarsi nella sua torre d’avorio o scendere in strada in mezzo alla gente arrabbiata? Se l’artista ha uno statuto, riuscirà a risolvere il suo dilemma o lo farà sprofondare ancora di più nella confusione? Mentre noi stiamo ad esaminare da ogni angolatura colui chi crea arte, il Creatore supremo lo protegge, lo salva e lo ispira.

Abbiamo parlato dell’artista come di un cittadino: questa è propaganda! Abbiamo parlato dell’artista testimone della propria epoca: è una definizione da critica d’arte. Io credo che sia il sismografo di questa società. Possiamo aiutarlo varando nuove leggi a suo vantaggio, ma lo faremo sprofondare in una burocrazia artistica. Perché le cose che oggi sono nuove per noi, per l’artista sono già vissute, assimilate, consumate.

 
  
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  Manolis Mavrommatis (PPE-DE).(EL) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, desidero congratularmi, in primo luogo, con l’onorevole Gibault, un’artista di ottima fama nel mondo dell’opera, che ha utilizzato il suo ruolo nel Parlamento europeo per gettare luce sui problemi che devono affrontare gli artisti a causa dei diversi sistemi sociali negli Stati membri. Desidero congratularmi anche con l’onorevole Hennicot per l’aiuto prezioso che ha fornito al nostro gruppo al momento di prendere le decisioni finali su una decisione di tale importanza.

Molte delle difficoltà incontrate dagli artisti non sono di natura culturale, ma riguardano la mobilità, la sanità, l’assicurazione sociale, la disoccupazione e i diritti pensionistici. La Commissione deve dedicare la sua attenzione ai regimi di rilascio dei visti e dei permessi di lavoro ed elaborare normative in questo ambito. Inoltre, deve essere realizzato uno studio a livello europeo con l’obiettivo di analizzare le disposizioni adottate dagli Stati membri per salvaguardare le compensazioni per i proprietari dei diritti d’autore e diritti simili.

La creazione artistica contribuisce allo sviluppo e aiuta a mantenere il patrimonio culturale. Ci aiuta a conoscere meglio le nuove tendenze nell’arte e nei progressi realizzati in altri paesi, soprattutto tra i giovani artisti. La società e lo Stato, a livello sia nazionale sia europeo, devono contribuire a sostenere la creazione degli artisti e la loro protezione economica e sociale perché, come sappiamo, l’arte non è un bene di base. E’, pertanto, dovere di noi tutti proteggerne l’espressione e rafforzare la creatività in Europa.

 
  
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  Maria Badia i Cutchet (PSE).(ES) Signor Presidente, anch’io voglio associarmi alle congratulazioni all’onorevole Gibault per questa relazione, il cui obiettivo è quello di studiare i problemi e le difficoltà che incontrano le persone che si dedicano alle arti, in generale, come la sanità, la sicurezza sociale, la disoccupazione, la pensione e anche la mobilità e, per quanto possibile, cerca di trovare soluzioni.

Non mi soffermerò su questi aspetti – ne hanno già parlato gli oratori precedenti –, però vorrei parlare brevemente degli studi artistici. Innanzi tutto, se ne deve evidenziare l’importanza e, di conseguenza, la necessità di prestare attenzione all’educazione artistica fin dall’infanzia.

In secondo luogo, è necessario che gli Stati membri riconoscano i diplomi e i certificati rilasciati dai conservatori o dalle accademie nazionali, al fine di convergere progressivamente e, nella misura del possibile, di procedere verso gli obiettivi di Bologna nel 2010.

In terzo luogo, vorrei sottolineare l’importanza di incentivare studi artistici regolamentati che siano assimilabili ad altri indirizzi ufficiali di studio riconosciuti dagli Stati membri, affinché gli studenti non solo possano rafforzare il loro talento artistico, ma siano anche aiutati nella loro formazione e acquisiscano competenze anche per altri ambiti professionali. Il settore culturale, artistico e dello spettacolo ne ha bisogno per non frustrare le aspettative degli studenti delle varie arti. Ciò richiede investimenti in ambito culturale nelle infrastrutture, nella promozione della formazione artistica e dell’attività culturale.

Spero che gli Stati membri dedichino l’attenzione necessaria a questa relazione che può aiutare moltissimo queste persone.

 
  
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  Ljudmila Novak (PPE-DE).(SL) In Europa ci piace vantarci del fatto che la nostra diversità culturale e le nostre eccellenti opere d’arte sono parte delle nostre identità. Eppure, raramente diciamo che queste opere d’arte spesso erano frutto del lavoro di artisti poveri, che non erano pagati adeguatamente durante la loro vita e che diventavano famosi solo dopo la morte. Anche oggi non mancano gli artisti che, a causa di procedure complicate per ottenere i permessi di lavoro o per il calcolo degli anni di attività, si trovano ai margini della sopravvivenza, sebbene le loro opere siano magnifiche e molto apprezzate in tutta Europa.

Poiché la cultura e l’arte sono tra quei settori che non arricchiscono solo spiritualmente, ma creano anche benefici commerciali e molti posti di lavoro, è assolutamente incredibile e intollerabile che i migliori artisti dei nostri tempi debbano lottare per la sopravvivenza e contro l’insicurezza sociale. Un artista in Slovenia, ad esempio, è un artista anche in altre parti d’Europa, e sarebbe davvero un peccato se le barriere amministrative lo relegassero esclusivamente al suo paese, privando così i cittadini di altri Stati membri della possibilità di apprezzarne il lavoro.

Nell’ambito dell’istruzione e sul mercato del lavoro europeo, poniamo un forte accento sulla mobilità, che è realmente importante per gli artisti e i fruitori dell’arte e che dà un contributo significativo al dialogo interculturale e alla coesione reciproca tra le nazioni e le culture nell’Unione europea. Sarebbe, quindi, giusto che l’Europa intraprendesse passi importanti in questo campo e armonizzasse le normative rendendole più utilizzabili e comprensibili per i profani, oppure introducendo almeno alcuni strumenti adeguati che contribuiscano ad aumentare la mobilità e la sicurezza sociale degli artisti.

 
  
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  Doris Pack (PPE-DE).(DE) Signor Presidente, signor Commissario, la relazione dell’onorevole Gibault fissa le stesse priorità che il Parlamento aveva fissato quindici anni fa con la mia relazione e otto anni fa con la relazione dell’onorevole Vaz da Silva. Ci dobbiamo chiedere seriamente quante volte il Parlamento deve avanzare le stesse richieste affinché qualcuno reagisca. Mi ha fatto piacere sentire che il Commissario forse farà un piccolo passo nella direzione che noi abbiamo proposto quindici anni fa. Certe cose richiedono davvero molto tempo!

La relazione afferma che si deve effettuare una revisione dello statuto sociale degli artisti. Le difficoltà e gli ostacoli che gli artisti incontrano relativamente alla mobilità nel quadro della politica dei visti devono essere definiti con chiarezza. So che il Parlamento attualmente sta lavorando alla normativa in materia di visti e spero sinceramente che anche gli artisti possano avvantaggiarsene. E’ un desiderio che esprimiamo da tempo e credo che ora siamo sulla buona strada. Sono in gioco la sicurezza sociale e questioni come la disoccupazione e le pensioni.

Già nella relazione del 1992 chiedevamo uno statuto degli artisti. Provate a immaginare! Nel 1992 dov’era la Slovacchia, signor Commissario? All’epoca stavamo già cercando di presentare proposte per quanto riguarda il trattamento fiscale delle opere d’arte e di conseguire l’armonizzazione per le opere degli artisti, in particolare riguardo all’imposta sul valore aggiunto. Abbiamo cercato di istituire un fondo. Abbiamo cercato di creare un passaporto degli artisti. Tutto questo già nel 1992! Ora si chiedono nuovamente tutte queste cose. Ma si deve ripetere tutto – questo l’ho imparato quando facevo l’insegnante – se si vuole che venga recepito. In questo caso, però, il messaggio si è sedimentato così in profondità che non riemerge più in superficie. Quindi, signor Commissario, ci permetta di sussurrarle un parola all’orecchio, ma non solo al suo orecchio perché di fatto si tratta di un compito degli Stati membri. Per questo le nostre richieste, oggi come allora, sono rivolte agli Stati membri, affinché riflettano su come dare sostegno a questo settore.

All’epoca la mia relazione era molto più coraggiosa rispetto a quella che ci è presentata oggi, perché temiamo che alcune cose possano non essere realizzate e perché oggi siamo molto più prudenti. Dobbiamo misurare le nostre democrazie in funzione di quanto fanno per la cultura e di quante possibilità le offrono. L’onorevole Gibault ha indicato le modalità con cui la Commissione e gli Stati membri potranno attuare le misure che sarebbe opportuno adottare. Le auguro buona fortuna nel suo lavoro per la realizzazione di questo obiettivo!

 
  
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  Ovidiu Victor Ganţ (PPE-DE). – Doresc, de la bun început, să salut iniţiativa Doamnei Claire Gibault

Este, de fapt, un nou efort de a sensibiliza Comisia Europeană şi statele membre în legătură cu statutul artiştilor în Europa. Aş dori să insist asupra unor idei conturate în raport pe care le consider extrem de importante, dar şi realizabile. Sunt convins de necesitatea unui Euro-pass, un registru profesional european pentru artişti care să consemneze activitatea acestora. Documentul ar veni în sprijinul mobilităţii specifice acestei bresle. În ceea ce priveşte această mobilitate, trebuie să facem o distincţie netă între cea a artiştilor şi cea a lucrătorilor în general. De aceea, solicităm statelor membre să elimine orice restricţie privind accesul pe piaţa muncii pentru artiştii din noile state membre. Totodată este esenţială recunoaşterea reciprocă de către statele membre a diplomelor şi certificatelor eliberate de către instituţiile de învăţământ de profil. Aceasta ar facilita atât schimburile la nivelul studenţilor, cât şi la nivelul artiştilor profesionişti, precum şi posibilitatea de a fi angajaţi pe baza acestora. Nu putem accepta nici situaţia în care artiştii europeni care lucrează în afara Uniunii să nu-şi poată transfera drepturile de pensie şi securitate socială la revenirea în ţara de origine din motive pur birocratice şi, de aceea, solicităm o iniţiativă şi în acest sens.

Luând aceste măsuri am convingerea că, vom contribui direct de la nivel comunitar la dezvoltarea culturii europene fără a leza principiul subsidiarităţii care guvernează acest domeniu. Nu cred că există un mijloc mai bun de cunoaştere şi apropiere între cetăţenii europeni decât actul artistic, respectiv cultura ca atare.

 
  
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  Carlo Fatuzzo (PPE-DE). – Signor Presidente, onorevoli deputati, onorevole Doris Pack, mi ha colpito la decisione di criticare l’assenza di azioni da parte degli Stati membri e della Commissione, eppure quindici anni fa lei propose per prima questo argomento. Tuttavia sarebbe stato peggio se avesse dovuto dire quello che ha detto adesso fra quindici anni dicendo “trent’anni fa avevo proposto un regime per gli artisti”. Con l’iniziativa dell’onorevole Gibault sarà sicuramente realizzato qualcosa di meglio di adesso. E ora inizio l’intervento che avevo preparato.

In Europa, signor Presidente, tutti i cittadini dei 27 Stati dell’Unione europea sperano in qualcosa. Quando sono lavoratori, sperano di avere un futuro e, se sono pensionati anziani, sperano di avere un presente sicuro. Tra questi ci sono anche gli artisti, che svolgono un’attività la quale molto spesso è di ricreazione e di godimento per tanti altri milioni di cittadini che li guardano, li ascoltano, ne approvano e ne apprezzano le esecuzioni.

Ma il nostro attuale l’obiettivo è che l’artista venga considerato un lavoratore con i diritti di tutti i lavoratori, un artista è un uomo e un lavoratore e in quanto tale ha diritto a condizioni di lavoro degne di un cittadino europeo.

Quanti sono gli artisti che non diventano famosi, che ogni giorno svolgono umilmente la loro attività artistica e non ricevono la giusta mercede e il giusto rispetto, e non avranno la giusta pensione? Sono certo che tale iniziativa contribuirà a garantire anche agli artisti un futuro o un presente.

 
  
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  Ján Figeľ, Membro della Commissione. – (EN) Signor Presidente, desidero ringraziare tutti per questo dibattito molto interessante. Credo che questa relazione aiuterà a sviluppare non solo il dialogo ma anche la cooperazione in Europa a favore della creatività e della cultura degli artisti.

Mi piace l’atteggiamento dell’onorevole Pack, che è molto entusiasta e solitamente le persone così anticipano molto gli sviluppi, ma abbiamo proprio bisogno di un atteggiamento simile.

Nel 1992, quindici anni fa, molti, soprattutto gli Stati membri, non volevano toccare il tema della cultura, perché la sussidiarietà è una questione delicata. Ora si vuole fare di più tramite la cultura, perché esistono altre realtà: il mercato, l’euro. Il problema è alquanto intangibile. Non sto dicendo che abbiamo bisogno di armonizzazione, ma ci servono migliori condizioni affinché le culture possano fiorire e si possa creare comprensione, instaurare relazioni interculturali e così via.

Pertanto, la comunicazione di lunedì scorso è stata la prima in cinquant’anni con la quale la Commissione stabilisce una sorta di manifesto politico e propone un’agenda culturale comune. Proponiamo di organizzare un forum annuale, il Forum di Davos, che riunirà gli Stati membri, le parti interessate e le Istituzioni europee, che discuteranno, faranno passi avanti e daranno risposte alle questioni culturali.

A proposito dei nuovi programmi – ERASMUS è stato citato più volte – quest’anno avremo il triplo delle opportunità per aumentare la mobilità e triplicare l’intensità di ERASMUS. In ogni caso, deve esserci compatibilità tra gli studi o il riconoscimento dei diplomi, dei titoli e delle qualifiche. Lo scorso autunno ho proposto – e questo è previsto anche nel “quadro europeo delle qualifiche” del Parlamento e del Consiglio – di rendere le nostre qualifiche più leggibili, comparabili e trasferibili. Vi esorto a dare il vostro contributo in autunno o entro la fine dell’anno, sotto la Presidenza portoghese.

Per concludere, ci sono state molte richieste relative ai visti. L’agevolazione dei visti è già in vigore, e spero che gli Stati membri – ad eccezione di Irlanda, Regno Unito e Danimarca – applicheranno queste agevolazioni per migliorare la mobilità degli studenti e di altre categorie.

Per i lavoratori, vale a dire i professionisti, a settembre intendiamo avanzare due importanti proposte di direttiva. La prima è una proposta di direttiva quadro orizzontale sui diritti fondamentali dei lavoratori migranti, che porterà alla creazione di un permesso combinato di soggiorno e di lavoro per ridurre la burocrazia. La seconda è ancora più importante alla luce di quanto hanno affermato molti di voi. Si tratta di una proposta di direttiva sull’ammissione dei lavoratori altamente qualificati. In alcuni casi, tale direttiva può essere direttamente applicata agli artisti provenienti da paesi terzi, dando loro un accesso facilitato ai mercati del lavoro dell’UE. Possiamo andare indietro di quindici o cinque anni, ma ora è giunto il momento di muoverci, e insieme possiamo fare qualcosa.

 
  
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  Presidente. – Grazie, signor Commissario, e grazie a tutti i deputati che hanno contribuito.

La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà domani.

Dichiarazioni scritte (articolo 142 del Regolamento)

 
  
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  Gábor Harangozó (PSE), per iscritto. – (HU) L’Unione europea ha bisogno della Costituzione! Il Trattato costituzionale può svolgere un ruolo fondamentale non solo accrescendo l’importanza dell’Unione europea nella politica mondiale, semplificando il diritto comunitario e le procedure decisionali e aumentando la trasparenza, e di conseguenza l’accessibilità per i cittadini, ma può anche contribuire a creare un ambiente favorevole alle imprese e a completare il mercato interno. La creazione di una costituzione è anche una questione che riguarda la competitività. E’ una risposta alle sfide esterne e interne.

Il Trattato approvato nel giugno 2005 contiene i valori fondamentali delle Comunità che hanno preso forma nel corso del tempo, nonché politiche comuni che devono essere salvaguardate nell’interesse dell’intero progetto di integrazione e di ogni singolo cittadino degli Stati membri e dell’UE. Il Trattato costituzionale è stato firmato dai capi di Stato e di governo di ogni Stato membro e diciotto di questi hanno già ultimato il processo di ratifica. Nonostante l’esito negativo dei referendum in Francia e nei Paesi Bassi, non dobbiamo rinviare il potenziale di integrazione che sottende alla creazione della Costituzione.

L’impegno della Presidenza tedesca per avviare i preparativi volti a proporre una nuova versione del Trattato è accolto con favore, e il Parlamento europeo spera di svolgere un ruolo attivo in questo processo. La proposta di trattato che sarà ora elaborata deve contenere meno cambiamenti possibile e deve continuare a garantire la protezione dei valori comunitari precedentemente citati.

Al contempo, ritengo importante che al trattato modificato sia dedicata una campagna informativa più approfondita, più obiettiva e di lunga durata negli Stati membri, in parte finanziata con risorse comunitarie, per garantire un maggiore livello di accettazione pubblica. In questa campagna informativa, si deve attribuire al Parlamento europeo e ai suoi deputati, che rappresentano gli interessi dei cittadini dell’UE, un ruolo preminente.

 
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