17. Problemi specifici relativi al recepimento e all’applicazione della legislazione sugli appalti pubblici e al suo rapporto con l’agenda di Lisbona (discussione)
Presidente. – L’ordine del giorno reca la relazione di Arlene McCarthy, a nome della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, sui problemi specifici relativi al recepimento e all’applicazione della legislazione sugli appalti pubblici e al suo rapporto con l’agenda di Lisbona (2006/2084(INI) (A6-0226/2007).
Arlene McCarthy (PSE), relatore. – (EN) Signor Presidente, vorrei innanzi tutto ringraziare i coordinatori della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori per avere sostenuto il lavoro che ho svolto come presidente presentando la prima relazione dettagliata della commissione sul recepimento e l’applicazione della legislazione sul mercato interno, in questo caso al fine di esaminare l’efficacia del diritto in materia di appalti pubblici.
Alla stesura della relazione, che è il frutto di mesi di intense attività di ricerca e consultazioni informali tra Stati membri, specialisti in materia di appalti pubblici e personale della Commissione, ha inoltre ampiamente contribuito il personale di segreteria della commissione per il mercato interno, cui vanno altresì i miei ringraziamenti.
Abbiamo tenuto un workshop volto a esaminare le migliori pratiche, puntando i riflettori sugli appalti pubblici e dimostrando l’impegno del Parlamento a legiferare meglio, nonché migliorando al contempo l’esperienza delle imprese in materia di diritto comunitario e illustrando i benefici esistenti per i cittadini.
Perché abbiamo deciso di esaminare la legislazione sugli appalti pubblici? Una serie di articoli negativi pubblicati dalla stampa tra il 2003 e il 2006 sembrava suggerire che il malfunzionamento del mercato interno dipendesse dal mancato rispetto delle norme UE in materia di appalti pubblici, in particolare quelle che prevedono il divieto di qualsiasi discriminazione fondata sulla nazionalità. E’ stato anche espresso il timore che il numero di aggiudicazioni dirette illegali fosse in aumento. Il mercato degli appalti pubblici, che secondo le stime si aggira intorno al 16 per cento del PIL comunitario e ha un valore di circa 1,7 trilioni di euro, riveste ovviamente un’enorme importanza economica per la crescita e la creazione di posti di lavoro in tutta l’UE. Un numero sempre maggiore di appalti pubblici viene assegnato alle autorità locali, fenomeno che permette così di aumentare il potenziale occupazionale a livello locale, soprattutto per le PMI.
Dalla nostra analisi siamo giunti alla conclusione che effettivamente esistono diversi problemi in merito alla corretta applicazione del diritto comunitario sugli appalti pubblici, tra cui casi di discriminazione transfrontaliera. Un ampio numero di casi di violazione trattati dalla Commissione riguarda questioni inerenti agli appalti pubblici e avremmo potuto elaborare una relazione per denunciare apertamente le cattive pratiche o individuare e sanzionare gli Stati membri, cinque dei quali, nel 2007, non hanno ancora attuato le direttive sugli appalti pubblici. Se l’avessimo fatto, ci saremmo guadagnati i titoli delle prime pagine.
Ciononostante, siamo del parere che, nel complesso, l’apertura del mercato degli appalti pubblici nell’Unione europea contribuisca positivamente alla salute del mercato interno e permetta all’UE di realizzare gli obiettivi di Lisbona. Pertanto, abbiamo invece scelto di concentrarci costruttivamente su azioni che consentano agli Stati membri di affrontare meglio i persistenti – nonché emergenti – problemi in materia di recepimento e applicazione.
La relazione raccomanda dunque alla Commissione di proporre un piano d’azione che incoraggi vivamente gli Stati membri ad affrontare i problemi. Chiediamo l’introduzione di pratiche collaborative tra gli Stati membri e la Commissione, che prevedano altresì gli scambi informali di informazioni sin dalla fase iniziale. Sottolineiamo l’importanza di ricorrere a meccanismi informali di composizione delle controversie contestualmente a misure formali. Chiediamo alla Commissione che, una volta terminato lo studio, vengano pubblicati orientamenti sull’applicazione dei criteri sociali e vogliamo assistere a un maggiore scambio delle migliori pratiche in materia di appalti pubblici che preveda, tra l’altro, la formazione sistematica dei professionisti in materia di appalti e il coordinamento dei lavori delle reti europee per lo scambio delle migliori prassi. Raccomandiamo l’adozione di tutte le disposizioni facoltative della nuova direttiva, quali le aste elettroniche e chiediamo l’istituzione di agenzie consultive nazionali incaricate di assistere le amministrazioni aggiudicatrici e gli offerenti.
Riconosciamo che, per affrontare i problemi, la Commissione deve disporre di sufficienti risorse umane in quest’area e, inoltre, chiediamo di migliorare le capacità di raccolta dei dati sugli appalti pubblici, che come sappiamo è un’area molto problematica a causa della mole di materiale e dei diversi sistemi contabili nazionali. Vogliamo l’impegno politico degli Stati membri, in particolare, ad accelerare la corretta trasposizione e applicazione di questa legislazione.
Attualmente una questione scottante è l’erogazione di servizi in-house e l’applicabilità delle norme in materia di appalti pubblici ai partenariati pubblico-pubblico. La commissione ha stabilito che, dopo il caso Teckal, l’attuale giurisprudenza della Corte di giustizia non è sufficiente a fornire chiarezza giuridica sul comportamento che devono tenere le autorità pubbliche. Esortiamo tuttavia la Commissione a proseguire il suo lavoro in quest’ambito per risolvere i problemi esistenti e ottenere chiarezza giuridica. Ricordo ai colleghi che abbiamo recentemente adottato la relazione dell’onorevole Weiler, che formula ottime raccomandazioni sui partenariati pubblico-pubblico.
Infine, esiste una relazione chiara tra il testo da me elaborato e il futuro del mercato unico e, di fatto, attendiamo che la Commissione si pronunci sulla politica futura in autunno.
Desidero ringraziare tutti i colleghi per il loro contributo a questo dibattito e tutti coloro che hanno partecipato al workshop e hanno collaborato in molte altre maniere. Conto sul forte sostegno della Commissione per quella che a mio avviso è una relazione positiva e pratica per il miglioramento di questo importante settore del mercato interno.
Charlie McCreevy, Membro della Commissione. – (EN) Signor Presidente, come sapete, attualmente la Commissione sta riflettendo sul futuro del mercato unico. Quest’autunno speriamo di riuscire a presentare le nostre idee sugli obiettivi della politica del mercato unico per i prossimi anni.
Uno dei principali elementi su cui verte la nostra analisi è come meglio garantire una corretta applicazione pratica del diritto comunitario. Sono lieto che dedichiate una relazione a questo argomento, concentrandovi nello specifico sugli appalti pubblici, e mi congratulo con la relatrice, onorevole McCarthy, per l’iniziativa.
Come raccomandazione fondamentale, la relazione suggerisce di istituire agenzie consultive nazionali incaricate di assistere le amministrazioni aggiudicatrici e gli offerenti. Questi punti di contatto nazionali potrebbero svolgere un ruolo importante nel garantire la corretta applicazione delle norme sugli appalti pubblici. E’ una buona idea avvicinare gli organi consultivi in materia di appalti pubblici alle varie amministrazioni aggiudicatrici e ai singoli offerenti attraverso agenzie nazionali. La Commissione è pronta a collaborare con questi punti di contatto nazionali e a rispondere a loro eventuali richieste.
Sarebbe opportuno che gli Stati membri accogliessero i suggerimenti contenuti nella relazione e, ad esempio, istituissero tali agenzie consultive nazionali. Alcuni Stati membri sono attualmente in procinto di istituire punti di contatto nazionali o centri per il mercato interno che potrebbero aiutare imprese e cittadini nell’ambito di SOLVIT, della libera circolazione delle merci o della direttiva sui servizi. Accolgo con favore tali iniziative e mi auguro che questi organismi nazionali estendano le loro attività a tutti i settori del mercato interno, compreso quello degli appalti pubblici.
Desideriamo altresì assicurarvi che la Commissione sta utilizzando tutti i mezzi a sua disposizione affinché le direttive sugli appalti pubblici del 2004 vengano attuate il più presto possibile in quegli Stati membri che registrano ancora ritardi. Mi spiace che, nonostante il nostro impegno a fornire tutta la consulenza e l’assistenza possibile, siamo stati comunque costretti a intraprendere azioni legali nei confronti di alcuni Stati membri che non avevano portato a termine il processo di recepimento. Tuttavia, non possiamo permetterci di perdere tempo nella creazione di condizioni di parità tra tutti gli offerenti d’Europa.
In conclusione, vorrei sottolineare che, se vogliamo realizzare progressi in materia di corretta trasposizione e applicazione, è necessario che gli Stati membri si impegnino nella causa degli appalti pubblici. Tra i procedimenti di infrazione avviati nei confronti degli Stati membri, un numero eccessivo continua a essere rappresentato dai casi che riguardano gli appalti pubblici, situazione che pregiudica la concorrenza leale tra gli offerenti e va anche a discapito delle finanze pubbliche e, di conseguenza, dei contribuenti. La vostra relazione evidenzia la necessità di apportare miglioramenti e ringrazio l’Assemblea per il sostegno.
Charlotte Cederschiöld, a nome del gruppo PPE-DE. – (EN) Signor Presidente, vorrei innanzi tutto esprimere un caloroso ringraziamento alla relatrice, onorevole McCarthy, per l’ottima relazione.
Ultimamente ho riscontrato in questo Parlamento una tendenza che, come europea, trovo preoccupante: un minore rispetto per le sentenze della Corte di giustizia. Nelle sue sentenze, la Corte di giustizia delle Comunità europee non tiene conto di considerazioni nazionali, bensì degli interessi dell’Unione e dei suoi cittadini. Inoltre, la possibilità di applicare la giurisprudenza della Corte di giustizia delle Comunità europee in ogni Stato membro è una delle basi del Trattato. Il nostro ruolo in seno al Parlamento europeo è essenzialmente legislativo. Nell’adempimento del nostro compito, è indispensabile che utilizziamo l’approccio europeo della Corte di giustizia come punto di riferimento, anziché considerare la CGCE come un nemico, atteggiamento che, purtroppo, al giorno d’oggi non è così raro.
La legislazione sugli appalti pubblici è ancora alle prese con alcuni problemi iniziali, molti dei quali sono causati dalla sua mancata applicazione o da difficoltà di attuazione a livello nazionale. Dobbiamo sempre cercare, e questo deve essere anche l’obiettivo degli Stati membri, di fare in modo che la legislazione sia quanto più comprensibile e adattabile possibile alle esigenze concrete. Le PMI devono poter partecipare al mercato transfrontaliero nella pratica, non solo nella teoria.
Dobbiamo far funzionare il quadro per i partenariati pubblico-privato e creare certezza giuridica sia per le imprese sia per le autorità pubbliche, controllando che agiscano tutte in conformità della legislazione comunitaria senza gravarle di inutili ostacoli burocratici. Abbiamo il dovere di accertarci che gli interessi locali e nazionali non prevalgano sul nostro obiettivo europeo, che è, e deve essere, il miglior risultato per tutti i cittadini e gli imprenditori europei.
Concludo esprimendo la mia fiducia nella Commissione e in una nostra positiva collaborazione futura.
Manuel Medina Ortega, a nome del gruppo PSE. – (ES) Signor Presidente, vorrei innanzi tutto congratularmi con la collega, onorevole McCarthy, per l’ottima relazione, ma credo che questa sia anche una buona occasione per parlare chiaramente, in modo che le persone che si trovano al di fuori dell’Emiciclo, i cittadini comuni, possano comprendere la situazione.
Per quanto mi riguarda, ho una certa esperienza di pratica professionale proprio in quest’ambito, e devo segnalare che gli appalti pubblici sono il metro di valutazione della lotta alla corruzione. La trasparenza e il livello di buon governo delle amministrazioni pubbliche si misurano in base al funzionamento delle norme giuridiche e alla loro applicazione da parte delle Istituzioni.
Desidero congratularmi con la Commissione per il lavoro svolto nell’applicazione di queste norme giuridiche ed esprimere la mia gratitudine alla Corte di giustizia per la loro corretta applicazione. Come osserva la relatrice, non possiamo essere soddisfatti della situazione attuale, poiché molte normative dell’Unione europea non sono ancora state recepite negli ordinamenti nazionali e, purtroppo, sono tuttora molte le amministrazioni pubbliche dell’Unione europea che non applicano correttamente la legislazione comunitaria.
Credo che in questo momento, come raccomanda la relatrice, la Commissione debba elaborare un importante piano d’azione finalizzato, da una parte, al rispetto della normativa comunitaria e al suo perfezionamento e, dall’altra, tramite la collaborazione con gli Stati membri, che sono i responsabili dell’applicazione di questa normativa, al conseguimento dell’effettiva attuazione a tutti i livelli amministrativi; infatti, benché forse in alcuni paesi non si verifichino episodi di corruzione, ritengo che questo fenomeno costituisca il pericolo maggiore tanto per il funzionamento delle amministrazioni quanto per il funzionamento della nostra democrazia.
Ringrazio nuovamente l’onorevole McCarthy. Credo che domani potremo adottare questa relazione ad ampia maggioranza.
Heide Rühle, a nome del gruppo Verts/ALE. – (DE) Signor Presidente, desidero ringraziare a mia volta l’onorevole McCarthy per l’ottima relazione. Anch’io sono convinta che da parte nostra sia urgentemente necessario garantire la trasposizione delle direttive nella pratica. Se la legislazione è lacunosa, ne possono scaturire incertezza giuridica e distorsioni della concorrenza, situazione che dobbiamo evitare.
Purtroppo da questa relazione emerge che finora solo 20 Stati membri su 27 hanno recepito le nuove direttive, benché il termine ultimo per la loro trasposizione fosse il 31 gennaio 2006. I motivi più spesso indicati come ostacoli a un recepimento soddisfacente sono la mancanza di competenza giuridica, di risorse umane e di volontà politica negli Stati membri. Di conseguenza, sono questi i problemi che dobbiamo affrontare, e penso che le proposte avanzate in tal senso dall’onorevole McCarthy siano eccellenti. La commissione suggerisce all’Esecutivo di proporre un piano d’azione per incoraggiare gli Stati membri ad affrontare i problemi persistenti ed emergenti di recepimento e applicazione nel campo degli appalti pubblici.
A mio parere, tuttavia, è anche importante che la commissione abbia ribadito la necessità di uno scambio delle migliori pratiche esistenti in taluni ambiti. Gli Stati membri dovrebbero scambiarsi attivamente conoscenza e migliori pratiche sul recepimento della legislazione in materia di appalti pubblici e migliorare la cooperazione con la Commissione in tale ambito. La commissione incoraggia vivamente gli Stati membri a coordinare e semplificare le tecniche di acquisto elettronico per facilitare l’accesso a tali gare d’appalto. Accoglie con favore il manuale della Commissione sull’applicazione di criteri ambientali e chiede che vengano pubblicati orientamenti sull’applicazione dei criteri sociali. Anche queste misure potrebbero contribuire a evitare l’incertezza giuridica.
In materia di incertezza giuridica, occorre citare un altro aspetto, ossia il problema irrisolto della cooperazione pubblica, noto in Germania con l’espressione “cooperazione intercomunale”. In quest’ambito, le autorità locali – e sono effettivamente solo le autorità locali a farsi carico di tali incombenze – forniscono congiuntamente servizi come asili d’infanzia, approvvigionamento idrico, smaltimento di acque reflue e rifiuti. Attuano questa cooperazione congiunta per controllare il declino della popolazione nelle aree rurali.
Ora sono del parere che questo genere di cooperazione intercomunale non sia contemplata dagli appalti pubblici e desidero che la Commissione fornisca un chiarimento in proposito una volta per tutte. Pertanto, il gruppo Verde/Alleanza libera europea ritirerà l’emendamento n. 12 e non lo sottoporrà al voto di domani.
Nils Lundgren, a nome del gruppo IND/DEM. – (SV) Una volta tanto, questa è una relazione che può riscuotere una significativa approvazione da parte dei membri del partito degli euroscettici, la Lista di giugno. Questo è proprio il problema di cui deve opportunamente occuparsi l’Unione europea, facendo in altre parole in modo – con un comportamento che peraltro dobbiamo adottare in ogni caso – di ottenere soluzioni economiche liberali nei settori in cui abbiamo scelto il mercato. L’orientamento della relazione è quindi assolutamente corretto.
E’ incredibilmente importante, a livello sia di UE sia di Commissione, garantire che i sistemi normativi siano seguiti e che sia assolutamente proibito cercare di favorire i fornitori nazionali a spese di quelli stranieri, questo negli interessi delle persone sia come consumatori che come cittadini.
Tuttavia, che euroscettico sarei se non avessi qualche obiezione? Ne ho due.
Innanzi tutto, credo che ora sia sbagliato iniziare a chiedere di nominare un maggior numero di funzionari con responsabilità di controllo alla Commissione. In seno alla commissione per il controllo dei bilanci, di cui sono il primo vicepresidente, adottiamo invece l’approccio contrario, poiché ciò che conta è chiedere agli Stati membri e ai leader politici, ministri delle Finanze e Primi Ministri compresi, di poter garantire che stanno effettivamente rispettando le norme che i paesi sono tenuti a osservare quando appartengono all’Unione europea.
In secondo luogo, dobbiamo altresì ricordare che i paesi hanno il diritto di optare per altre soluzioni. Se un paese non vuole deregolamentare e desidera che i servizi postali siano di proprietà dello Stato o che qualche altra istituzione sia sotto il controllo del governo, ha tutto il diritto di adottare tale posizione senza dover ricorrere ad appalti alle condizioni in esame.
Andreas Schwab (PPE-DE). – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, anch’io desidero ringraziare tutti i coordinatori e la loro rappresentante, la relatrice, per l’ottimo lavoro svolto su questo documento. L’intero spettro politico conviene che l’orientamento e il contenuto della relazione sono corretti, come dimostra anche il fatto che la commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori ha votato chiaramente a favore di questo documento.
Occorre rilevare che, di norma, nell’UE si riscontrano incongruenze nella trasposizione delle normative sugli appalti pubblici da parte dei singoli Stati membri e che quindi la costante affermazione della Commissione, secondo cui in taluni Stati membri esistono problemi in relazione al diritto in materia di appalti pubblici, è insostenibile come tale sulla base di criteri macroeconomici fondamentali. E’ tuttavia indispensabile migliorare la raccolta di dati sui problemi riguardanti la legislazione sugli appalti pubblici negli Stati membri. Di conseguenza, sono lieto che la relazione affronti questo punto e chieda alla Commissione di ampliare la risorsa di dati sulla cui base vengono valutati i sistemi legislativi nazionali in materia di appalti pubblici.
Vorrei ora discutere alcuni emendamenti. Respingiamo la maggior parte degli emendamenti presentati. Sono lieto che l’onorevole Rühle abbia annunciato che ritirerà l’emendamento n. 12. Non disapproviamo tutti gli emendamenti presentati dall’onorevole Lipietz e dalla commissione giuridica, ma riteniamo che indebolirebbero la relazione, che è molto omogenea.
La tempestiva e corretta trasposizione e attuazione della legislazione in materia di appalti pubblici contribuirebbe in misura significativa a soddisfare gli obiettivi del programma comunitario “legiferare meglio” e a migliorare l’applicazione della direttiva nel mercato interno attraverso un recepimento migliore e più coerente.
Vorremmo chiedere alla Commissione, e in particolare al Consiglio, di esercitare pressioni sugli Stati membri affinché destinino maggiori risorse all’innalzamento del livello di professionalità in materia di appalti e alla condivisione delle migliori pratiche, onde assicurare un’applicazione uniforme di queste norme in tutte le aree dell’Unione europea.
Per quanto riguarda l’emendamento presentato dal gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa, vorrei aggiungere che, se le autorità locali accolgono presumibilmente con favore il fatto che godranno di cooperazione senza intralci burocratici, in ultima analisi la giurisprudenza della Corte di giustizia delle Comunità europee non fornisce alcun orientamento davvero chiaro sulle opportunità di cooperazione intercomunale o sulla possibilità di instaurare partenariati pubblico-pubblico in Spagna o altrove. Di conseguenza, la Commissione è invitata a esaminare le ulteriori azioni da intraprendere in quest’ambito.
Barbara Weiler (PSE). – (DE) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, vorrei unirmi ai ringraziamenti rivolti alla presidente della commissione per l’ottima relazione, che è coerente con i precedenti documenti e inoltre integra tutti i nostri suggerimenti. Sono particolarmente riconoscente perché ritengo che questo documento segua l’orientamento della relazione sui partenariati pubblico-privato, un approccio molto opportuno e anche utile.
Penso che la relatrice avanzi proposte eccellenti, che, in linea di principio, ci avvicinano alla realizzazione del mercato interno. Tuttavia, le critiche formulate dalla collega meritano l’attenzione di tutti, cittadini compresi.
Il fatto che i motivi principali siano “la mancanza di competenza giuridica o di risorse umane a livello nazionale e la mancanza di volontà politica negli Stati membri” è una vera e propria denuncia. Pretendiamo che i paesi nostri vicini, dall’Asia all’Africa, si comportino correttamente, eppure noi non realizziamo i nostri obiettivi. Non voglio limitare questo mio intervento alle accuse, ma tutte le procedure giudiziarie che si avviano a questo proposito sono irritanti, inutili e costose. E’ quindi importante intervenire in quest’ambito e anche sostenere le attività della Commissione.
Vorrei ribadire quanto sia opportuno pubblicizzare maggiormente i criteri ambientali e sociali. E’ alquanto sorprendente che, negli Stati membri, siano soprattutto le PMI – le fautrici della nostra capacità economica innovativa – a essere perlopiù all’oscuro delle possibilità esistenti, e che la maggior parte dei cittadini dei nostri Stati membri pensi di doversi preoccupare solo degli appalti più economici senza farsi orientare da altri criteri.
Vorrei concludere esprimendo i miei ringraziamenti per la costruttiva cooperazione che ho ricevuto. E’ stata talmente soddisfacente che raccomando a tutti coloro che hanno presentato emendamenti di ritirarli.
Graham Booth (IND/DEM). – (EN) Signor Presidente, chiedo scusa agli interpreti perché l’intervento che sto per pronunciare funziona bene solo in inglese.
Vi confesso che, nei 60 secondi di tempo oggi a mia disposizione,
di pronunciare un discorso di Gettysburg non sono in condizione,
e quindi, per utilizzare al meglio questo prezioso tempo,
elenco i punti importanti e in rima ve li presento.
Il Commissario Verheugen sostiene che le normative dell’Unione
a tutti i paesi dell’UE presentano un conto da un trilione.
Beneficio ne traggono le grandi aziende e le PMI ne sono svantaggiate.
E’ proprio da direttive come queste che saranno danneggiate.
L’obiettivo finale dell’onorevole McCarthy, da questi risultati non appagata,
era rendere quella sugli appalti pubblici una politica centralizzata.
Le agenzie consultive nazionali e l’obiettivo della condivisione dei dati cui mirava
l’hanno convinta a continuare a scavare quando già in una buca si trovava.
Se il paradiso del socialismo richiede di talune norme l’applicazione e il recepimento,
mi mangio il cappello, e anche il cappotto, con o senza condimento.
(Applausi dal gruppo IND/DEM)
Presidente. – Grazie onorevole Booth, lei ha aumentato il tasso poetico di questo Parlamento.
Malcolm Harbour (PPE-DE). – (EN) Signor Presidente, mi spiace non poter rispondere in maniera altrettanto poetica. Posso soltanto affermare che, quando dirò all’onorevole Booth che questo sistema di appalti pubblici apporterà i maggiori vantaggi possibili alle piccole imprese europee, riusciremo sicuramente a trovare un cappellaio capace di confezionargli un cappello che potrà mangiarsi a tempo debito!
Desidero ringraziare l’onorevole McCarthy non solo per questa relazione, ma anche per aver tracciato un percorso chiaro per la nostra commissione avviando l’analisi di queste direttive sugli appalti pubblici e dotandole di importanza politica. Dopo tutto, l’intero sistema di appalti pubblici è stato effettivamente il primo atto legislativo sul mercato interno davvero riuscito, risalente agli anni ’50, eppure in molti casi mi chiedo se venga considerato un’opportunità concreta da un numero sufficiente di imprese.
Il primo suggerimento fornito nella relazione è che gli Stati membri devono davvero unire le forze per innalzare il loro livello di professionalità nella gestione degli appalti e dischiudere opportunità che non solo incoraggeranno la crescita economica in Europa, ma forniranno anche servizi di maggiore qualità ai loro cittadini riducendo i costi e migliorando la qualità. Sappiamo che, laddove si è proceduto in tal senso, ne sono scaturiti chiari benefici e in questo processo occorre tenere conto proprio delle piccole imprese.
In conclusione, ringraziando l’onorevole McCarthy per avere accettato uno dei miei emendamenti, vorrei dire che, alla luce degli ingenti acquisti che stanno effettuando, le autorità pubbliche hanno anche la concreta responsabilità di incoraggiare l’innovazione a livello di prodotti e servizi. Nell’ambito delle direttive in vigore, possono prevedere disposizioni per la fase di preappalto o mettere in atto misure precompetitive per introdurre sul mercato soluzioni innovative che apportino benefici concreti ai cittadini. Questo è il prossimo passo che dobbiamo affrontare e sono certo che l’onorevole McCarthy e la commissione – e parlo come coordinatore del mio gruppo – si impegneranno a tal fine, per continuare a garantire vantaggi concreti all’economia europea e a tutti i nostri cittadini.
Silvia-Adriana Ţicău (PSE). – Licitaţiile publice reprezintă peste 16% din produsul intern brut comunitar. Sistemele de achiziţii dinamice şi licitaţiile electronice asigură transparenţa, accesul egal la piaţă şi realizarea de importante economii. În acelaşi timp, armonizarea procedurilor de achiziţii publice duce la creşterea competiţiei între întreprinderile mici şi mijlocii şi, implicit, a competitivităţii acestora. Programul comunitar IDA, destinat schimbului de date între administraţiile publice, a permis din 2003 cunoaşterea implementărilor de succes ale sistemelor de licitaţie electronice. Cu un an înainte, România a introdus sistemul electronic de achiziţii publice, în martie 2002. Cu un număr de peste 7200 de autorităţi publice contractante şi peste 7500 de ofertanţi înregistraţi în sistem, au fost astfel realizate economii faţă de bugetul planificat de 24%. Consider că utilizarea mijloacelor electronice pentru realizarea achiziţiilor publice va ajuta în mod real Uniunea Europeană să realizeze obiectivele propuse prin strategia de la Lisabona. Felicit raportorul pentru munca depusă.
Zita Pleštinská (PPE-DE). – (SK) Accolgo con favore la relazione dell’onorevole McCarthy, che ha evidenziato problemi relativi al recepimento e all’applicazione della legislazione sugli appalti pubblici, questione che riveste sempre maggiore importanza per la crescita economica e il mercato interno dell’UE. I mercati degli appalti pubblici negli Stati membri devono aprirsi alla concorrenza transfrontaliera così da creare parità di condizioni in tutta la Comunità, specialmente per fornitori come le piccole e medie imprese.
La nuova direttiva chiarisce la necessità di rispettare requisiti ambientali e sociali. Tuttavia, occorre garantire che gli enti appaltanti non applichino questi criteri in maniera discriminatoria nei confronti delle imprese di altri Stati membri. Come la relatrice, credo anch’io che l’istituzione di agenzie consultive nazionali permetterà di aiutare le amministrazioni aggiudicatrici nella corretta applicazione delle norme sugli appalti pubblici e di assistere gli offerenti, in particolare le piccole e medie imprese, nella partecipazione alle gare d’appalto pubbliche.
Un’amministrazione altamente professionale e depoliticizzata è fondamentale per la riuscita applicazione della legislazione europea. Solo funzionari professionali con un’ampia esperienza lavorativa nell’ambito dell’amministrazione pubblica o del governo locale, nonché in possesso di una regolare formazione, saranno in grado di reagire in maniera adeguata alle nuove sfide poste dalla legislazione europea. I nuovi Stati membri post comunisti in particolare sembrano aver inventato uno sport nazionale, nel quale, subito dopo essere entrato in carica, un nuovo governo cerca praticamente di sostituire tutti i funzionari che rivestono incarichi che dovrebbero essere assegnati per meriti professionali.
Sulla base delle mansioni che ho svolto per molti anni nell’amministrazione pubblica e municipale e dell’esperienza che ho maturato in materia di appalti pubblici, sono convinta che solo un’amministrazione professionale e credibile saprà trasporre la legislazione comunitaria nel diritto nazionale in maniera responsabile. E’ importante che gli Stati membri non impongano a singoli e ad enti giuridici responsabilità che esulano dalle norme recepite e, in particolare, non facciano gravare sulle piccole e medie imprese un inutile onere amministrativo. Credo che un attivo scambio di conoscenze e migliori pratiche in merito al recepimento della legislazione sugli appalti pubblici tra gli Stati membri, nonché la modernizzazione e la semplificazione delle norme in materia di appalti pubblici aumenteranno notevolmente l’efficacia degli appalti pubblici dell’Unione europea.
Małgorzata Handzlik (PPE-DE). – (PL) Signor Presidente, credo che l’introduzione di una legislazione comunitaria volta a creare un sistema di appalti pubblici equo e non discriminatorio sia l’azione giusta da intraprendere, poiché promuove lo sviluppo del mercato comune.
L’attuale legislazione comunitaria stabilisce norme minime che devono essere rispettate per questo genere di appalto. Tali norme, tuttavia, sono spesso insufficienti, principalmente a causa dei problemi di trasposizione negli ordinamenti nazionali e della mancanza di un sistema efficace che permetta di controllare se le procedure di appalto soddisfano i requisiti stabiliti nella direttiva. La relatrice fornisce una definizione molto appropriata di questi problemi e richiama la nostra attenzione sul modo in cui possono essere risolti.
I problemi sono essenzialmente associati alla preferenza dimostrata nei confronti di forti entità imprenditoriali nazionali, al mancato rispetto dei principi di una libera e leale concorrenza, e ovviamente alla corruzione, che impedisce a entità commerciali come le piccole e medie imprese di partecipare alle procedure di aggiudicazione degli appalti. Dobbiamo pertanto introdurre un sistema di controllo per gli appalti pubblici che ci permetta di impedire l’assegnazione illecita e indipendente di appalti. Per questo convengo che gli Stati membri dovrebbero utilizzare meglio il sostegno offerto dalla Commissione europea per migliorare la trasposizione e l’applicazione della direttiva.
Sarebbe altresì una buona idea istituire agenzie consultive nazionali in materia di appalti pubblici. Oltre a fornire assistenza alle imprese coinvolte nelle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici, potrebbero anche controllare la situazione negli Stati membri e inviare dati statistici alla Commissione. Dobbiamo inoltre facilitare l’accesso a questo genere di appalti semplificando le procedure elettroniche di aggiudicazione degli appalti.
Non dimentichiamo che gli appalti pubblici costituiscono un importante indicatore della crescita economica nell’Unione, attualmente pari al 16 per cento del PIL. Obiettivo della direttiva è eliminare la discriminazione negli Stati membri e dotare il sistema della necessaria flessibilità affinché le imprese straniere abbiano parità di accesso ai mercati degli altri paesi.
Infine, vorrei richiamare la vostra attenzione sul fatto che, per risolvere il problema delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici dobbiamo concentrarci non solo su soluzioni formali, ma anche su soluzioni informali. Tra queste figurano la promozione delle buone pratiche, lo scambio di esperienze, l’organizzazione della formazione e lo scambio di informazioni tra gli Stati membri.
Charlie McCreevy, Membro della Commissione. – (EN) Signor Presidente, un’attuazione e un’applicazione rigorose sono una priorità per la Commissione, che in questo momento sta valutando il modo di migliorare ulteriormente la corretta applicazione delle nostre norme.
La questione dei partenariati pubblici è un tema che sta particolarmente a cuore a diversi deputati. E’ stata sollevata la necessità di chiarire concetti quali “autorità pubblica” e di precisare che cosa sia un contratto in-house.
Prendo atto della richiesta di presentare una proposta legislativa in quest’area. Sono stati formulati emendamenti in tal senso, ma devo dire che non sono convinto della necessità di un’azione legislativa. Sulla base degli elementi disponibili, credo che sarebbe prematuro intraprendere tale iniziativa.
La Commissione sta esaminando le pratiche nazionali in quest’area. Se dall’analisi che stiamo conducendo emergerà la necessità di chiarificazione, potremmo in seguito decidere come meglio apportare tale chiarezza.
Accolgo con favore la vostra relazione poiché la ritengo un tempestivo contributo a questa riflessione e sono impaziente di lavorare con il Parlamento europeo per fare in modo che il mercato interno apporti benefici concreti sia ai consumatori che alle imprese.
Presidente. – La discussione è chiusa.
La votazione si svolgerà mercoledì 20 giugno 2007.