3. Miglioramento del metodo di consultazione del Parlamento europeo nelle procedure di allargamento dell’area dell’euro – Adozione da parte di Cipro della moneta unica il 1o gennaio 2008 – Adozione da parte di Malta della moneta unica il 1o gennaio 2008 (discussione)
Presidente. – L’ordine del giorno reca, in discussione congiunta:
– le dichiarazioni del Consiglio e della Commissione sul miglioramento del metodo di consultazione del Parlamento europeo nelle procedure di allargamento dell’area dell’euro,
– la relazione di Werner Langen, a nome della commissione per i problemi economici e monetari, sulla proposta di decisione del Consiglio a norma dell’articolo 122, paragrafo 2, del trattato CE relativa all’adozione della moneta unica da parte di Cipro il 1o gennaio 2008 [COM(2007)0256 – C6-0151/2007 – 2007/0090(COD)] (A6-0244/2007), e
– la relazione di Werner Langen, a nome della commissione per i problemi economici e monetari, sulla proposta di decisione del Consiglio a norma dell’articolo 122, paragrafo 2, del trattato CE relativa all’adozione della moneta unica da parte di Malta il 1o gennaio 2008 [COM(2007)0259 – C6-0150/2007 – 2007/0092(COD)] (A6-0243/2007).
Günter Gloser, Presidente in carica del Consiglio. – (DE) Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli deputati, avviando questo dibattito che riguarda questioni procedurali, non dovremmo innanzi tutto dimenticare le conclusioni soddisfacenti delle relazioni sulla convergenza della Commissione e della Banca centrale europea su Cipro e Malta. La Presidenza è molto lieta che la Commissione abbia potuto accertare che Cipro e Malta hanno raggiunto un elevato e duraturo livello di convergenza e sulla base di ciò abbia potuto presentare proposte relative all’introduzione dell’euro in entrambi i paesi.
In occasione della riunione del Consiglio ECOFIN del 5 giugno 2007, i ministri hanno appoggiato la valutazione della Commissione secondo cui Cipro e Malta soddisfano le condizioni previste per l’adozione dell’euro.
La Presidenza sarebbe pertanto molto lieta se il successo di Cipro e Malta non fosse messo in secondo piano da questioni procedurali e se il Parlamento europeo, la Commissione e il Consiglio pervenissero a una soluzione amichevole.
E’ assolutamente nel nostro interesse evitare incertezze e ritardi rispetto ai preparativi tecnici e giuridici che Cipro e Malta devono condurre per l’adozione dell’euro. Vorrei ringraziare in particolare il Parlamento europeo per la sua disponibilità alla cooperazione.
La Presidenza capisce le preoccupazioni del Parlamento europeo e comprende il suo auspicio di poter disporre di più tempo per esaminare le relazioni sulla convergenza e le proposte della Commissione per le decisioni del Consiglio sull’introduzione dell’euro.
Tuttavia il Consiglio e la Presidenza sono vincolati nel loro agire dalla procedura prevista dal Trattato CE. Il calendario è sostanzialmente definito dalle normative indicate dal Patto di stabilità e di crescita, compresa la normativa in materia di rendicontazione di Maastricht.
L’obbligo del Consiglio di consultare il Parlamento europeo in merito alle proposte relative all’introduzione dell’euro negli Stati membri è sancito nell’articolo 122, paragrafo 2, del Trattato CE. La Presidenza è del parere che, nei casi di Cipro e di Malta, il Consiglio abbia rispettato questa disposizione del Trattato CE.
Il Consiglio ha ricevuto entrambe le proposte della Commissione per le decisioni del Consiglio il 21 e 22 maggio 2007, ognuna in tre versioni linguistiche. Le altre versioni linguistiche sono state trasmesse al Consiglio nel corso delle due settimane seguenti. Il 25 maggio il Consiglio ha consultato il Parlamento europeo in merito alle due proposte della Commissione.
Nella sua richiesta di consultazione, il Consiglio ha segnalato che sarebbe utile che il Parlamento europeo adotti i propri pareri rispetto alle proposte della Commissione in occasione della plenaria del 18-21 giugno, in modo da metterli a disposizione del Consiglio nella composizione di capi di Stato e di governo del 21 giugno.
Sebbene non sia un requisito giuridico, la Presidenza sarebbe molto lieta se la dichiarazione dei capi di Stato e di governo potesse anche tenere conto della posizione del Parlamento. In ogni caso, il Consiglio non può adottare le sue due decisioni sull’introduzione dell’euro fino a quando il Parlamento europeo non ha presentato i propri pareri.
In linea di principio, la Presidenza appoggia le proposte contenute nella lettera del Presidente Barroso del 13 giugno 2007 in risposta alla lettera del Presidente Poettering. La Presidenza è dell’avviso – come precisato dal Presidente del Consiglio, Cancelliere Angela Merkel, nella sua lettera al Presidente del Parlamento europeo del 19 giugno – che questa questione sia primariamente di competenza della Commissione e del Parlamento europeo.
Joaquín Almunia, Membro della Commissione. – (ES) Signora Presidente, onorevoli deputati, desidero iniziare ringraziando la commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento e il relatore, onorevole Langen, per la rapidità con la quale hanno esaminato le relazioni sulla convergenza riguardo a Cipro e Malta approvate il 16 maggio dalla Commissione europea e dalla Banca centrale europea.
Domani a Bruxelles, il Consiglio europeo discuterà dell’allargamento della zona euro a questi due paesi e confidiamo che il 10 luglio, a seguito dell’accordo favorevole del Consiglio europeo di domani, il Consiglio ECOFIN prenderà la decisione definitiva relativa all’allargamento della zona euro a questi due paesi.
Sia il Parlamento sia il Consiglio ECOFIN del 5 giugno concordano con l’analisi della Commissione e della Banca centrale per quanto riguarda il rispetto da parte di Cipro e Malta dei criteri di convergenza sanciti dal Trattato.
In occasione della riunione con i coordinatori della commissione per i problemi economici e monetari, il 7 giugno scorso, ho avuto l’opportunità di spiegarvi che la Commissione ha ricevuto informazioni complete e affidabili su questi due paesi ai fini della redazione delle relazioni sulla convergenza.
In alcuni documenti che accompagnano il progetto di risoluzione c’è una certa confusione tra i dati relativi ai conti finanziari trimestrali e i dati notificati due volte all’anno dai paesi nell’ambito della procedura prevista in caso di disavanzo eccessivo, dati relativi al disavanzo e al debito. Devo dire nuovamente alla plenaria che, per quanto riguarda le informazioni necessarie per prendere decisioni sulle procedure per disavanzo eccessivo, la Commissione non ha riserve rispetto alla qualità dei dati forniti da Malta e Cipro. Nessun tipo di riserva.
Per quanto concerne Malta, la Commissione ha pubblicato un parere sul criterio relativo alla sostenibilità delle finanze pubbliche, subordinato all’approvazione del Consiglio ECOFIN dell’abrogazione della procedura prevista in caso di disavanzo eccessivo che era stata aperta nei confronti di quel paese nel 2004; il Consiglio ECOFIN del 5 giugno ha confermato questo punto, chiudendo la procedura per disavanzo eccessivo relativa a Malta.
Ci sono anche precedenti per quanto riguarda l’approvazione nella relazione sulla convergenza subordinatamente al soddisfacimento di determinate condizioni relative alla stabilità del tasso di cambio o alla dichiarazione di disavanzo eccessivo. Per quanto riguarda il rispetto da parte di Malta di questo criterio, non c’è pertanto alcun tipo di situazione particolare o eccezione. La procedura generale applicata è stata quella seguita in numerosi altri casi precedenti a molti altri paesi.
Nel corso delle prossime settimane e una volta confermata la decisione favorevole del Consiglio rispetto all’allargamento della zona euro a Cipro e Malta, la Commissione pubblicherà le due relazioni sul grado di preparazione di ognuno dei due paesi in vista dell’adesione all’euro. So anche che ci sono preoccupazioni da parte di alcuni onorevoli deputati a questo riguardo. La relazione sul grado di preparazione per il cambio delle banconote e delle monete non è la relazione sulla convergenza, è un’altra cosa. Non si tratta in questo caso di un criterio di convergenza e la Commissione pubblica regolarmente, come faremo anche nelle prossime settimane, relazioni e comunicazioni che vertono proprio su questo tema.
In queste circostanze, onorevoli deputati, possiamo prevedere che il 1o gennaio 2008 la zona euro avrà quindici Stati membri con l’ingresso di Cipro e Malta. E’ un passo estremamente positivo per questi due paesi, per la zona euro e per tutta l’Unione europea. L’euro costituisce indubbiamente uno dei maggiori successi dell’integrazione europea, e maggiore è il numero di cittadini europei che godono dei suoi vantaggi, più sarà riconosciuta la capacità dell’Unione di offrire a tutti i suoi cittadini maggiori garanzie di prosperità e di benessere sociale.
Onorevoli deputati, con questo dibattito sulla richiesta di Cipro e Malta di aderire alla zona euro è la quarta volta che le Istituzioni europee sono chiamate a esprimere il proprio parere sull’appartenenza alla zona. La prima risale al 1998 e l’obiettivo era quello di individuare i paesi che avrebbero inizialmente costituito la zona euro il 1o gennaio 1999. In tale occasione, si era deciso che undici Stati membri avrebbero aderito alla zona. Due anni dopo, nel 2000, è stata esaminata la richiesta della Grecia e si stabilì che la Grecia avrebbe potuto aderire alla zona euro il 1o gennaio 2001. L’anno scorso tutte le Istituzioni europee hanno discusso e accettato l’adesione della Slovenia alla zona euro il 1o gennaio 2007. Infine, abbiamo ora la richiesta di Cipro e Malta, che spero sarà definitivamente approvata dal Consiglio europeo e dall’ECOFIN il 10 luglio.
Non si può perciò assolutamente dire che la zona euro è un club chiuso, come è stato talvolta sostenuto. E’ invece un club completamente aperto a tutti i membri che desiderano aderire, che sono pronti e rispettano le condizioni previste per raggiungere tale fase.
A seguito di queste quattro procedure per la costituzione e l’allargamento della zona euro, a partire dal prossimo anno ci saranno quindici Stati membri, altri due hanno una clausola di opt-out (Regno Unito e Danimarca) e altri dieci Stati membri non appartengono ancora alla zona e spero che possano entrarvi nei prossimi anni.
Senza avanzare alcuna previsione in merito al momento in cui tutti i requisiti previsti per l’adesione alla zona euro potranno essere soddisfatti, credo che nei prossimi anni, praticamente ogni anno, noi, in quanto Istituzioni europee, dovremo esprimere il nostro parere su nuove adesioni alla zona, conformemente al Trattato che sancisce che l’euro è la valuta ufficiale degli Stati membri dell’Unione europea.
Negli articoli 121 e 122, il Trattato precisa inoltre quali sono i criteri sulla base dei quali si stabilisce se uno Stato membro soddisfa le condizioni previste per l’adozione della moneta unica e definisce la procedura che le Istituzioni europee devono seguire. Per quanto riguarda la proposta di risoluzione che gli onorevoli deputati hanno preparato sulle procedure per la consultazione del Parlamento in materia di allargamento della zona euro, affronterò questo aspetto nella seconda parte del mio intervento.
Conformemente al Trattato, la procedura deve coinvolgere cinque attori: la Commissione, la Banca centrale europea, il Parlamento, il Consiglio europeo e il Consiglio ECOFIN. Il Trattato non contiene tuttavia alcuna disposizione specifica relativamente ai termini di tempo di cui le Istituzioni dispongono per esprimere il proprio parere.
Nelle quattro occasioni in cui abbiamo espresso il nostro parere, la tempistica è stata sempre simile: prima fase, la richiesta di adesione alla zona da parte dello Stato membro o degli Stati membri, solitamente presentata all’inizio dell’anno precedente quello in cui lo Stato o gli Stati in questione desiderano aderire alla zona euro; seconda fase, valutazione della Commissione e della Banca centrale europea tesa a stabilire se i requisiti sono soddisfatti o meno, valutazione che viene condotta in primavera; terza fase, decisione definiva del Consiglio che tiene conto del parere del Parlamento e del dibattito al Consiglio europeo, che interviene verso la metà dell’anno precedente l’adesione; infine, adozione dell’euro da parte dello Stato membro o degli Stati membri il 1o gennaio dell’anno successivo.
In queste fasi intervengono vari fattori determinanti, e vorrei parlarne perché interessano tutte le Istituzioni. Primo, perché l’euro è introdotto il 1o gennaio? In ragione delle enormi implicazioni giuridiche, economiche, fiscali, contabili e pratiche del cambio di valuta, sarebbe estremamente irragionevole considerare una data diversa dal 1o gennaio per adottare l’euro, e credo che in merito a questo aspetto ci sia un consenso generale.
Secondo, lo Stato membro deve disporre di un periodo di tempo sufficiente per condurre i preparativi all’adesione in modo corretto ed efficace, e sulla base della nostra esperienza con gli allargamenti precedenti possiamo affermare che, nell’interesse dei cittadini del paese in questione, che sarebbero i primi a soffrire delle conseguenze di un’adozione dell’euro non adeguatamente preparata, è auspicabile che il processo decisionale da parte delle Istituzioni europee sia completato con parecchi mesi di anticipo rispetto al 1o gennaio, data in cui le banconote e le monete sono introdotte e si applica il tasso di cambio irrevocabilmente fissato nel paese che aderisce all’euro.
Questi sono i fattori determinanti nella pratica e nessuno di essi dipende evidentemente dalla volontà della Commissione. La Commissione, in collaborazione con la Banca centrale europea, ha tuttavia la responsabilità di adottare la relazione sulla convergenza che stabilisce se i criteri sono stati o meno soddisfatti. La data in cui la Commissione deve adottare la relazione sulla convergenza dipende, in primo luogo, dalla data in cui lo Stato membro presenta la sua richiesta – la Commissione non può decidere quando uno Stato membro debba presentare tale richiesta – e, secondo, dal momento in cui la Commissione dispone dei dati affidabili e precisi di cui ha bisogno per condurre una valutazione corretta, rigorosa e precisa del soddisfacimento o meno dei criteri di convergenza.
La data della relazione sulla convergenza della Commissione dipende pertanto, da un canto, dalla data di presentazione della richiesta da parte dello Stato membro e, dall’altro, dalla data in cui la Commissione può disporre dei dati corretti, rigorosi e precisi necessari per svolgere la valutazione.
Nel 1998 e nel 2000, la Commissione ha adottato le relazioni sulla convergenza all’inizio di maggio. Nel 2006 e nel 2007, l’approvazione è avvenuta alla metà di maggio perché, dal 2005, la scadenza prevista per gli Stati membri per la comunicazione dei dati sulla situazione di bilancio è stata rinviata di un mese, dal 1o marzo al 1o aprile. E questo è stato fatto per acquisire informazioni precise e rigorose sull’esecuzione di bilancio per l’anno precedente dello Stato membro che fa richiesta di adesione alla zona euro. L’esperienza ha dimostrato che le notifiche al 1o marzo non contenevano tutti i dati precisi necessari per fornire un quadro sufficientemente completo della chiusura del precedente esercizio di bilancio.
In queste circostanze, se ricordiamo che Cipro e Malta hanno soddisfatto il criterio della stabilità del tasso di cambio il 2 maggio di quest’anno, la Commissione ha avuto due settimane, come avvenuto lo scorso anno nel caso della Slovenia, per redigere ed adottare le relazioni sulla convergenza. Attraverso questa spiegazione forse eccessivamente dettagliata, ho cercato di mettere in evidenza che tutte le Istituzioni hanno scadenze strette entro le quali devono prendere le decisioni relative a questa procedura.
I tempi di cui dispone il Parlamento dipendono, da un lato, dall’approvazione della relazione sulla convergenza da parte della Commissione e della Banca centrale, ma anche, dall’altro, dalle date stabilite dal Consiglio per la sua procedura decisionale, sia al Consiglio europeo sia alla riunione del Consiglio ECOFIN, e tutto ciò non dipende certamente dalla Commissione.
In ogni caso, il Presidente dalla Commissione Barroso ha scritto una lettera al Presidente Poettering nella quale ha precisato che la Commissione è disposta a esperire tutte le vie praticabili per far sì che ogni Istituzione possa esercitare le competenze attribuitele dal Trattato nel modo migliore possibile nell’ambito di questa procedura, e la Commissione e il sottoscritto vorrebbero ribadire, anche in risposta alla proposta di risoluzione del Parlamento, che siamo interessati a cercare di pervenire a un accordo tra le tre Istituzioni su una procedura che possa migliorare il modo in cui lavoriamo, tenuto conto delle obiettive limitazioni alle quali siamo confrontati quando prendiamo decisioni in questo settore.
Onorevoli deputati, la commissione per i problemi economici e monetari sa benissimo, come anche tutti voi, che la Commissione e il sottoscritto sono completamente al vostro servizio quando si tratta di fornire qualsiasi informazione disponibile prima della scadenza di questi termini – in merito alla situazione economica dei paesi candidati e al grado di rispetto dei criteri di convergenza – anche prima che gli Stati membri presentino le loro richieste.
Werner Langen (PPE-DE), relatore. – (DE) Signora Presidente, signor Ministro, signor Commissario, prima di passare a Malta, Cipro e alla procedura vorrei, con il suo consenso, esprimere alcune osservazioni preliminari sull’euro. L’euro è indubbiamente un progetto di grandissimo successo. E’ stabile all’interno e all’esterno. Non dovremmo dimenticarlo nell’ambito del dibattito odierno. All’interno, abbiamo tassi di inflazione bassi; all’esterno l’euro è diventato la seconda valuta più importante al mondo ed è molto stabile rispetto al dollaro. Nulla di tutto ciò è frutto del caso. E’ il risultato di una costruzione in cui la responsabilità principale ricade sugli Stati membri e sulla Commissione: i criteri di Maastricht nel Patto di stabilità e di crescita – che certamente è stato già indebolito sotto la guida del Commissario Almunia –, la procedura in caso di disavanzo, i chiari dati statistici e l’indipendenza della Banca centrale europea. Solo se ci sarà piena coincidenza tra tutti questi fattori l’euro rimarrà a lungo termine una valuta stabile. Lo dico come osservazione preliminare; resta poi da affrontare ancora il tema della procedura.
Il Trattato è naturalmente chiaro. Ma nel Trattato si legge anche che il Parlamento europeo deve essere ascoltato. Signor Commissario, sarò molto franco: non permetteremo che il nostro ruolo sia ridotto a quello di un extra facoltativo! La Commissione – come ho appena sentito – ha fatto tutto a regola d’arte, e il Parlamento deve crearsi un proprio spazio. Se così è – ed è questo il senso della proposta –, nel caso in cui non ci fosse un accordo interistituzionale con i contenuti che poi adotteremo a larga maggioranza, la prossima volta interromperemo le consultazioni, così come facciamo nell’ambito della politica agricola. Non approveremo questi pareri con i ritmi sostenuti che ci vengono ora imposti per la terza volta. Lo dico chiaro e tondo: il Parlamento non si lascia trattare come un extra facoltativo, da nessuno!
E ora passo a Cipro e a Malta: mi fa piacere che possiamo approvare l’allargamento da 13 a 15 Stati membri. In febbraio Malta e Cipro hanno chiesto una relazione sulla convergenza, conformemente all’articolo 121, in vista dell’adesione. La disamina dei dati disponibili – il Commissario ha illustrato gli innegabili problemi a tale riguardo – ci indica quanto segue: Cipro partecipa da tempo all’ERM II; dal 5 maggio soddisfa i requisiti relativi ai tassi di interesse a lungo termine; il PIL pro capite è buono, pari all’85 per cento della media comunitaria, e la sua economia mette in evidenza una sostanziale convergenza. Tuttavia c’è stato un problema di dati, in particolare con i conti finanziari trimestrali. Anche di questo problema si è discusso il 3 maggio.
Dovremmo ora verificare la chiarezza dei dati anche in considerazione della responsabilità della Commissione. Non è sufficiente che la Commissione dica che il nostro lavoro dipende dai dati e che gli Stati membri devono trasmetterli. La Commissione ha altresì la responsabilità di assicurare che questi dati siano corretti. Lo abbiamo visto nel caso della Grecia, in cui la Commissione non ha eseguito una verifica sufficientemente accurata, e sei mesi più tardi abbiamo avuto una brutta sorpresa.
Cipro soddisfa le condizioni e Cipro – e per questo motivo era stato criticato – ha anche allineato la legge sulla sua banca centrale, sebbene lo abbia fatto molto tempo dopo aver richiesto la relazione sulla convergenza, ossia il 15 marzo, oltre un mese dopo. Ora comunque la legge è stata emendata, l’inflazione è bassa e, sebbene il debito pubblico sia sempre al di sopra del 60 per cento, la direzione è quella giusta. Oggi possiamo pertanto dire che siamo favorevoli in maniera incondizionata all’ingresso di Cipro nella zona euro. Sono certo che il Parlamento europeo lo farà.
Con Malta la situazione è simile, anche se con un’eccezione. Siamo favorevoli all’ingresso di Malta. Lunedì la commissione per i problemi economici e monetari ha espresso voto favorevole all’ingresso di entrambi gli Stati a larga maggioranza, quasi all’unanimità: per Malta con 39 voti a favore e per Cipro con 38 voti a favore e un’astensione. Con Malta tuttavia avevamo un problema: nel momento in cui era stata presentata la relazione sulla convergenza, la procedura per disavanzo non era stata ancora conclusa. Pertanto la Commissione ha presentato una relazione sulla convergenza non conforme all’articolo 2 del Protocollo sui criteri di convergenza, che sancisce che al momento della verifica la procedura di disavanzo deve essere conclusa. Questo è un dato di fatto. Abbiamo accettato comunque la relazione, ma la Commissione non deve dire che ha fatto tutto a regola d’arte e che ora questo Parlamento impiccione crea scompiglio nelle sue consultazioni con il Consiglio.
Per passare infine alla nostra proposta di risoluzione, abbiamo ricevuto le relazioni e le lettere del Presidente della Commissione Barroso e di Angela Merkel. Il Cancelliere Merkel deve completare una procedura complessa, in quanto deve consultare tutti e 26 gli altri Stati membri. Al Presidente Barroso basta invece una decisione della Commissione. Sono d’accordo che dovremmo prendere una decisione, malgrado molte delle nostre richieste non siano state soddisfatte, ma proprio per questo chiediamo ora un accordo interistituzionale. In tale accordo, che dovrebbe essere approvato entro la fine del 2007, chiediamo al Consiglio e alla Commissione di essere più accomodanti sui tempi, altrimenti la prossima volta – e probabilmente sarà la volta della Slovacchia – insisteremo sul nostro diritto a un periodo di consultazione minimo di due mesi. La prossima volta non tollereremo la tempistica che abbiamo accettato ora per la terza volta.
Tenendo a mente tutto ciò, accogliamo favorevolmente l’ingresso di Cipro e Malta. Ma chiediamo alla Commissione e al Consiglio condizioni di consultazione adeguate per il Parlamento europeo.
PRESIDENZA DELL’ON. GÉRARD ONESTA Vicepresidente
David Casa, a nome del gruppo PPE-DE. – (MT) Signor Presidente, non posso iniziare senza prima esprimere il mio apprezzamento nei confronti della popolazione di Malta e di Gozo per gli enormi progressi che è riuscita a compiere in questi tre anni trascorsi dall’adesione di Malta all’Unione europea. Sono stati tre anni difficili che hanno posto molte sfide. In questi tre anni i maltesi si sono dimostrati in grado di adattarsi al futuro. E’ stato un periodo estremamente interessante per il mio paese e posso dire apertamente che i risultati cominciano a farsi vedere. L’introduzione dell’euro il prossimo gennaio ne è conferma.
Malta si è chiaramente dimostrata in grado di soddisfare tutti i criteri necessari a garantire che questa importante transizione si svolga senza ostacoli. La transizione rafforzerà l’economia del paese e conseguentemente la competitività. I cambiamenti non sono mai facili. Credo tuttavia che Malta sia assolutamente pronta ad affrontare questa nuova sfida in gennaio. Dobbiamo ricordare che a Malta è stato concesso un periodo di tempo limitato per adeguarsi e adottare le misure necessarie a questo passaggio. In meno di tre anni, Malta ha ridotto il suo tasso di inflazione al 2,2 per cento, e il rapporto tra il debito nazionale e il prodotto interno lordo sta diminuendo, avvicinandosi al tasso di riferimento del 60 per cento. C’è stata una riduzione sostenibile del disavanzo di bilancio, ora inferiore al 3 per cento, e si deve anche considerare il fatto che, dall’ingresso di Malta nel programma ERM II, la lira maltese non ha subito alcuna svalutazione e non c’è stato mai alcun sentore di incertezza nel paese. Come ha affermato il Commissario Almunia, Malta ha raggiunto un elevato livello di sostenibilità e convergenza. Malta e i maltesi sono abituati ad affrontare e superare le sfide cui siamo confrontati, sfide che, in passato, non sono certo state di poco conto e che comunque hanno condotto a una serie di successi attraverso tutta la storia. Questo è un momento storico per l’Unione europea perché porterà alla costituzione di una più ampia zona euro comprendente più paesi e più popoli. Ed è anche un momento storico per Malta perché contribuirà all’ulteriore integrazione dei suoi cittadini nell’Unione europea.
Desidero inoltre ringraziare il relatore per il lavoro svolto su questa materia, che si è rivelato molto utile.
Dariusz Rosati, a nome del gruppo PSE. – (PL) Signor Presidente, innanzi tutto vorrei esprimere la mia soddisfazione per il fatto che, dal 1o gennaio 2008, la zona euro avrà due nuovi membri, segnatamente Cipro e Malta. Entrambi questi paesi hanno soddisfatto i criteri di convergenza sanciti dal Trattato. Desidero congratularmi calorosamente con i nostri colleghi ciprioti e maltesi.
L’espansione della zona euro è un processo importante che promuove una più profonda integrazione nell’Unione europea. Questo processo ha anche un effetto positivo sui paesi candidati e sulla posizione economica della zona euro. I paesi che si preparano ad aderire alla zona euro registrano un tasso di sviluppo molto più elevato di quelli già appartenenti a tale zona. Anche la loro situazione macroeconomica è migliore, soprattutto in termini di debito pubblico e di disavanzo di bilancio. I nuovi membri rafforzeranno tutta la zona e la moneta unica.
Allo stesso tempo vorrei anche far notare che non accolgo favorevolmente il fatto che si eserciti tutta questa pressione sui tempi di cui dispone il Parlamento per condurre l’opera di valutazione dell’idoneità all’adesione di questi paesi alla zona euro. I tempi attualmente a disposizione del Parlamento per tale opera non gli consentono di preparare i suoi pareri in maniera adeguata. Per questo la risoluzione che spero adotteremo oggi è tesa ad avviare un dibattito su un accordo interistituzionale che faciliti in futuro l’analisi efficace ed efficiente delle relazioni sulla convergenza.
Accolgo favorevolmente la posizione aperta e costruttiva poc’anzi espressa dal Presidente Barroso e dal Commissario Almunia, a nome della Commissione. Ministro Gloser, spero che anche la posizione del Consiglio sia costruttiva. Spero davvero che possa essere creato un meccanismo efficace che consenta un’espansione priva di problemi della zona euro in futuro.
Nel dibattito sull’espansione della zona euro, sarebbe opportuno sottolineare che certi criteri di convergenza obbligatori stabiliti da Maastricht non si applicano alla situazione attuale. Questo vale in particolare per l’inflazione. In primo luogo, non ci sembra corretto che i criteri per l’adesione alla zona euro siano definiti in funzione del tasso medio di inflazione nei paesi che non appartengono alla zona euro.
Secondo, il criterio attuale non tiene conto del fatto che la rapida crescita economica nei nuovi Stati membri si traduce naturalmente in un più elevato tasso di inflazione, che non è assolutamente un sintomo di debolezza economica. In realtà, è il contrario: è piuttosto sintomo del fatto che i nuovi Stati membri stanno recuperando terreno rispetto alle economie sviluppate della vecchia Unione.
Terzo, vorrei attirare la vostra attenzione sul fatto che la definizione di stabilità applicata dalla Commissione e dalla Banca centrale europea nelle relazioni sulla convergenza è diversa dalla definizione di stabilità dei prezzi utilizzata dalla Banca centrale europea nell’ambito della politica monetaria. Il testo del Trattato contiene invece solo una definizione di stabilità dei prezzi e non possiamo avere due interpretazioni diverse di questo termine.
Applicando il criterio dell’inflazione si giunge alla constatazione che alcuni dei nuovi Stati membri probabilmente non sarebbero in grado di aderire alla zona euro per molti anni, il che provoca una divisione permanente degli Stati membri in due categorie, ossia i paesi all’interno della zona euro e quelli al suo esterno. Tale situazione minaccia la coesione dell’Unione ed è in contrasto con lo spirito del Trattato. I criteri di convergenza sono stati elaborati 16 anni fa, in circostanze completamente diverse. Dovrebbero essere adattati alla situazione attuale. Chiedo un dibattito approfondito in materia.
Donato Tommaso Veraldi, a nome del gruppo ALDE. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei innanzitutto ringraziare il relatore onorevole Langen per l’ottimo lavoro svolto nonostante il breve tempo a disposizione.
Infatti, il 16 maggio scorso la Commissione ha adottato la relazione di convergenza sui criteri di partecipazione di Malta e Cipro alla moneta unica e il 25 maggio il Parlamento europeo è stato invitato a esprimersi sulla proposta di decisione del Consiglio relativa all’adozione della moneta unica da parte di Cipro e di Malta il 1° gennaio 2008. Il breve tempo a disposizione non ha permesso al Parlamento di valutare in maniera approfondita la situazione dei paesi e le relazioni proposte dalla Commissione.
Esprimo tuttavia un parere favorevole all’adozione della moneta unica da parte di Cipro e Malta, poiché i criteri di convergenza sono stati rispettati. Infatti, per quanto riguarda Malta, negli ultimi dodici mesi il tasso d’inflazione è stato pari al 2,2%, ovvero inferiore al valore di riferimento del 3%. Il deficit eccessivo è stato corretto per mezzo di una riduzione durevole del deficit di bilancio sotto la soglia del 3% del PIL e il tasso d’indebitamento è in diminuzione avvicinandosi al valore di riferimento del 60% del PIL. Fino al marzo 2007 il tasso di interesse medio a lungo termine di Malta è stato del 4,3%, ovvero inferiore al valore di riferimento del 6,4%. L’economia maltese è molto integrata nell’Unione europea e il disavanzo delle partite correnti è sceso al 6,3% nel 2006 anche grazie agli investimenti diretti esteri.
Per quanto riguarda Cipro, negli ultimi dodici mesi il tasso d’inflazione è stato pari al 2%, ovvero inferiore al valore di riferimento del 3%. Per il 2007 le previsioni stabilite dai servizi della Commissione durante la primavera di quest’anno annunciano un deficit invariato dell’1,4% del PIL. Dalla sua entrata nel meccanismo di tasso di cambio europeo ERM II, la sterlina cipriota è scambiata stabilmente a un tasso di cambio soddisfacente. Negli ultimi dodici mesi il tasso di interesse medio a lungo termine è stato pari al 4,2%, ovvero al di sotto del valore di riferimento del 6,4%. L’economia cipriota è molto integrata in quella dell’Unione europea. La Commissione sostiene che l’integrazione economica è compiuta, nonostante l’aumento del disavanzo delle partite correnti.
Onde evitare che in futuro vi siano ancora problemi sulle tempistiche procedurali, occorre migliorare il metodo di consultazione del Parlamento europeo, creando una cooperazione interistituzionale tra il Parlamento e la Commissione. Ciò permetterà di disporre del tempo necessario per valutare adeguatamente le proposte della Commissione e della Banca centrale europea. A tale riguardo, mi sono parsi assai positivi lo scambio di opinioni con il Commissario Almunia e la risposta del Presidente della Commissione Barroso alla lettera inviatagli dal Presidente del Parlamento Poettering. La Commissione dovrebbe notificare con grande anticipo al Parlamento tutte le richieste di relazione di convergenza presentate dagli Stati membri e decidere assieme al Parlamento e al Consiglio il calendario della procedura.
Zbigniew Krzysztof Kuźmiuk, a nome del gruppo UEN. – (PL) Signor Presidente, intervengo nel dibattito sull’espansione della zona euro a Cipro e Malta per attirare l’attenzione di tutti sui temi seguenti. Innanzi tutto, la Commissione ci ricorda ancora una volta che è necessario che i nuovi Stati membri soddisfino tutti i criteri di Maastricht prima di poter aderire alla zona euro. Allo stesso tempo, fa finta di non vedere un dato reale: quando l’euro è stato introdotto, molti dei vecchi Stati membri non soddisfacevano questi criteri.
Secondo, nonostante la revisione del Patto di stabilità e di crescita, la Commissione continua a essere indulgente nei confronti degli Stati membri più grandi in termini di rispetto dei criteri di Maastricht. In passato, la Commissione ha tollerato, e sembra tollerare ancora, elevati disavanzi di bilancio e un livello di debito pubblico spesso superiore al 60 per cento del PIL. Le statistiche lo confermano: nel 2006 il debito pubblico nei paesi della vecchia Unione europea era pari al 63,3 per cento del PIL e, in almeno metà dei paesi della zona euro, il debito superava il 60 per cento del PIL.
Terzo, l’atteggiamento della Commissione nei confronti dei paesi che desiderano aderire alla zona euro è molto variabile. Recentemente, la richiesta di adesione della Lituania è stata respinta, malgrado il paese rispettasse i criteri di Maastricht e il suo tasso di inflazione superasse appena dello 0,1 per cento il valore di riferimento.
Pertanto, la rapida approvazione dell’adesione di Cipro e Malta alla zona euro potrebbe sembrare sorprendente tenuto conto del fatto che il debito pubblico di entrambi questi paesi supera ampiamente il 60 per cento del PIL. Nel 2006, il debito pubblico di Cipro era addirittura pari al 65,3 per cento e quello di Malta al 66,5 per cento del PIL. Inoltre, entrambi i paesi hanno difficoltà per quanto concerne la trasmissione a Eurostat di statistiche relative alla loro situazione finanziaria.
Nonostante i dubbi appena espressi, desidero comunque congratularmi sia con Cipro sia con Malta per l’ingresso nella zona euro.
Cem Özdemir, a nome del gruppo Verts/ALE. – (DE) Signor Presidente, signor Presidente in carica del Consiglio, signor Commissario, onorevoli colleghi, sia Malta che la parte greca di Cipro soddisfano i criteri di Maastricht. E’ pertanto logico ampliare la zona euro a entrambi i paesi. Se fosse per me e per il mio gruppo, anche altri Stati membri dell’Unione europea potrebbero tranquillamente aderire alla zona euro, a condizione naturalmente che soddisfino i criteri. Non può che fare bene all’Unione europea.
Questo evento è tuttavia pervaso da certa tristezza e vorrei spiegarvi perché: purtroppo a Cipro si è sprecata l’opportunità di integrare entrambe le parti di Cipro nella zona euro e indicare la via verso la riunificazione dell’isola sulla base di una soluzione bicomunale e bizonale. E’ un vero peccato, perché in questo modo il muro di Cipro non si indebolisce ma si rafforza.
Andreas Mölzer, a nome del gruppo ITS. – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, gli esperti di economia sembrano essere d’accordo sul fatto che la zona euro sta vivendo una fase di ripresa economica generale. Parlano addirittura di una forte crescita dell’occupazione. Troppo spesso però, a mio avviso, si registra unicamente un aumento dell’occupazione a tempo parziale – o delle nuove forme di occupazione, come le si chiama con un eufemismo – che non è certo in grado di compensare i posti di lavoro a tempo pieno soppressi. In queste condizioni, non dobbiamo certo stupirci del calo del tasso di natalità. Non si può certo mantenere una famiglia con un lavoro precario. Parlare entusiasticamente di ripresa è uno schiaffo morale per ognuno dei milioni di disoccupati nell’Unione europea. E’ come prendersi gioco di tutti quei milioni di persone che sono definiti “lavoratori poveri”.
Siamo confrontati a un problema che non dovrebbe essere sottovalutato: l’incremento delle divergenze già esistenti nella zona euro, che si traduce, per esempio, nel continuo deterioramento della posizione competitiva dei paesi dell’Europa meridionale. Che l’euro non sia una panacea è dimostrato dall’esempio del Regno Unito. Come sappiamo, l’economia britannica gode di ottima salute, anche senza l’euro. Il Regno Unito è al sesto posto nel mondo nel settore dell’industria manifatturiera e all’ottavo posto nel settore dei servizi. Solo per questo motivo, a mio avvisto, nessuno Stato membro dell’Unione dovrebbe essere obbligato ad introdurre l’euro. Paure come il trasferimento della sovranità alla Banca centrale europea devono essere considerate con la stessa serietà con cui si considerano gli aumenti dei prezzi paventati dai consumatori. Molti milioni di cittadini si sono in realtà resi conto che l’euro ha effetti inflazionistici, in quanto è stato un fattore determinante nell’aumento dei prezzi dei prodotti di uso quotidiano. Né le statistiche ufficiali che dimostrano il contrario né le campagne di immagine potranno fare nulla per cambiare questa percezione. Qualunque Stato membro dell’Unione europea valuti la possibilità di introdurre l’euro dovrebbe, a mio parere, come regola generale, lasciare decidere al potere sovrano, ossia al popolo.
Panayiotis Demetriou (PPE-DE). – (EL) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, innanzi tutto desidero ringraziare il relatore, onorevole Langen, e i componenti della commissione per i problemi economici e monetari per la relazione favorevole rispetto all’integrazione del mio paese, Cipro, e naturalmente di Malta, nella zona euro. Desidero altresì ringraziare il Commissario Almunia per l’assistenza costantemente fornita a Cipro in vista della realizzazione di questo obiettivo. Nonostante i tempi stretti concessi dalla Commissione al Parlamento e nonostante le reazioni che sono state espresse, l’onorevole Langen ha dato prova di un grande senso di responsabilità, ha aggirato le questioni procedurali e, ripeto, nella sua positiva relazione, ha dimostrato di essere in grado di andare a toccare il cuore del problema. Ringrazio pertanto nuovamente l’onorevole Langen.
Oggi il Parlamento europeo ricompensa l’impegno a lungo termine messo in atto da Cipro per riportare ordine nell’economia e assicurare la convergenza con gli indicatori dell’Unione europea. Il Parlamento europeo sta ora dando il terzo benestare istituzionale all’adozione dell’euro a Cipro. L’adozione dell’euro a Cipro porterà l’euro nel Medio Oriente e creerà un legame monetario tra l’Europa e il mondo arabo attraverso Cipro. L’area monetaria dell’Unione europea si estenderà da Bruxelles all’estremità orientale del Mediterraneo. Cipro ha sempre avuto un’economia forte; anche durante i difficili anni dell’invasione militare e dell’occupazione della zona settentrionale di Cipro da parte della Turchia e nonostante la perdita delle sue risorse economiche fondamentali, è riuscita a sviluppare un’economia forte. Quindi, tutto quello che occorre fare entro il 1o gennaio 2008 da parte di Cipro per assicurare la piena integrazione economica e la piena convergenza dovrà essere fatto, e potete star certi che sarà fatto. Per quanto riguarda il commento di Eurostat sulla trasmissione di dati imprecisi, il chiarimento del Commissario Almunia ci soddisfa.
Confido che entro il 1o gennaio 2008 disporremo delle condizioni di base necessarie per un’adeguata soluzione del problema di Cipro e per la riunificazione politica, sociale ed economica di Cipro, affinché l’euro diventi la moneta di tutti i ciprioti, sia greci che turchi. L’Unione europea ha l’obbligo di prendere un’iniziativa in tale direzione.
Pervenche Berès (PSE). – (FR) Signor Presidente, Ministro Gloser, signor Commissario, è effettivamente la quarta volta che il Parlamento europeo è chiamato a pronunciarsi sulla zona euro, nella sua composizione iniziale o in occasione degli allargamenti. Il tema dell’euro non è poca cosa per i nostri concittadini: è, nelle loro mani, uno dei beni più preziosi dell’Unione europea.
Tuttavia, dallo scorso anno, dall’avvio del dibattito sull’adesione della Lituania, abbiamo l’impressione che sia diventato un dibattito da cui deve essere esclusa qualsiasi questione politica e in cui possono essere avanzati solo argomenti puramente tecnici.
In questo dibattito, il Parlamento europeo chiede di poter pervenire a una decisione di questo tipo secondo gli schemi normali. A tal fine ha bisogno, come qualsiasi istituzione, di tempo. E’ questo lo spirito della lettera che il nostro Presidente ha trasmesso ai Presidenti delle altre due Istituzioni. La risposta che abbiamo ricevuto dal Presidente della Commissione è ispirata da uno spirito di cooperazione e conciliazione che apprezziamo. Da parte del Consiglio, abbiamo un work in progress. Ma bisogna superare questa fase, Ministro Gloser. Abbiamo bisogno che lei dia prova dello stesso spirito di concertazione e di conciliazione della Commissione, altrimenti faremo fatica a proseguire su questo cammino.
Aldilà delle argomentazioni tecniche, non vorrei che tutta la discussione si svolgesse senza che, in nessun momento, ci ponessimo il problema della governance della zona euro. Infatti, dopo tutto, in quale situazione ci troviamo oggi, con due paesi che hanno una clausola di opt-out permanente e paesi che devono sottoscrivere, aderire a questa zona senza che in alcun momento ci si ponga la questione della governance della zona?
Ci avviciniamo al momento in cui interverrà la rotazione degli organi della Banca centrale europea (BCE). E’ un meccanismo che abbiamo criticato qui al Parlamento e nei confronti del quale, penso, continuiamo ad essere critici. Riteniamo anche che il funzionamento dell’Eurogruppo non sia del tutto soddisfacente, che si debba fare ancora meglio.
Domani avremo l’adesione della Slovacchia e poi, fino al 2012, il nostro calendario sarà sensibilmente più leggero. Approfittiamo di questo periodo per migliorare la governance della zona euro, altrimenti i nostri concittadini non avranno più fiducia nella loro moneta, la cui portata geografica viene estesa senza che però prima ne sia stato migliorato il funzionamento.
Con il suo permesso, signor Presidente, vorrei fare un’ultima osservazione sul criterio dell’inflazione. So che questo criterio è stato definito nel 1992, in un momento in cui l’Europa era molto diversa dall’Europa attuale. Ma se vogliamo rivedere i criteri di Maastricht su una base strettamente economica, indipendentemente da qualsiasi condizione politica che permetterebbe di riaprire il dibattito, allora ci sono altri elementi dei criteri di Maastricht che dovrebbero essere riveduti.
Marios Matsakis (ALDE). – (EN) Signor Presidente, la zona euro è un’altra importante istituzione che avvicina tra loro le nazioni europee e che lega e unisce ulteriormente il benessere e le prospettive dei nostri popoli nel futuro comune di un’Europa unita.
Per questo motivo, i cittadini che rappresento in quanto europarlamentare cipriota sono soddisfatti della decisione della commissione per i problemi economici e monetari di approvare la proposta della Commissione relativa all’adozione dell’euro da parte di Cipro il 1o gennaio 2008.
Noto purtroppo con dispiacere che il paragrafo 7b della motivazione della relazione afferma erroneamente che il governo cipriota ha violato le disposizioni del regolamento (CE) n. 501/2004 del 10 marzo 2004 relativamente alla trasmissione a Eurostat di informazioni complete sui conti trimestrali delle amministrazioni pubbliche.
Ieri ho scritto a tale proposito al ministro delle Finanze cipriota e alla Commissione. Accolgo con favore la rapida rettifica apportata dal Commissario Almunia, sia a me per iscritto sia qui stamani. Mi chiedo se sia altresì possibile apportare un’adeguata rettifica e l’opportuno chiarimento nella relazione, seppure in questa fase tardiva. L’assistenza del relatore sarebbe a tale fine molto gradita.
L’adozione dell’euro da parte di Cipro avrà, oltre a tutto il resto, altri due effetti benefici. Primo, avvicinerà la Turchia all’Europa in quanto, a livello pratico, l’euro sostituirà la lira turca, valuta utilizzata nella parte settentrionale di Cipro occupata dai turchi.
Secondo, avvicinerà l’Europa al Regno Unito, in quanto l’euro sarà la valuta utilizzata dalla popolazione civile che vive nelle due colonie britanniche a Cipro, Akrotiri e Dhekelia. In queste zone, la lira sterlina – sebbene si stia qui parlando della lira sterlina cipriota, una versione coloniale della fortissima sterlina britannica – sarà sostituita dall’euro. Queste colonie saranno il primo territorio britannico ufficiale in cui l’euro sarà la valuta di uso comune. In futuro, l’euro potrebbe addirittura essere esteso dalle colonie alle isole britanniche, sicuramente con grande gioia di tutti gli europarlamentari britannici, che, per inciso, non sono presenti numerosi in Aula.
In conclusione, chiedo a tutti i miei colleghi di sostenere la relazione e colgo questa occasione per rivolgere un invito a tutti voi: visitate Cipro nel 2008, per apprezzare l’ospitalità cipriota e spendere liberamente i vostri euro al sole.
Alexander Radwan (PPE-DE). – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, oggi limiterò le mie osservazioni alla procedura e non commenterò i numerosi altri punti affrontati. A livello contenutistico, posso francamente associarmi all’onorevole Langen nella sua valutazione di Malta e Cipro e ai suoi commenti sull’approvazione del Parlamento.
Mi concentrerò pertanto sulla procedura, prendendo come spunto le parole del Ministro Gloser, che ha affermato che non dovremmo considerare come prima cosa la procedura. Si è parlato di comprensione, richieste ed esami. Per la prossima procedura vorrei dire: esamineremo con comprensione le richieste del Consiglio e della Commissione, per prendere le nostre decisioni rapidamente. Ma la prossima volta utilizzeremo anche la procedura che il Parlamento prevede per casi di questo tipo. Capiamo benissimo quelli che sono i vincoli del Consiglio con il suo calendario di riunioni e anche i vincoli della Commissione, come pure la scadenza del 1o gennaio: sono tutti elementi che il Parlamento comprende benissimo. Ma se viceversa non si capisce che anche noi al Parlamento abbiamo una data procedura e che ora, e non è certo la prima volta, non riusciamo a rispettare correttamente una delle regole fondamentali di tale procedura, per esempio per i tempi necessari per le traduzioni, la prossima volta si vedrà quali saranno le conseguenze.
Non possiamo pertanto che insistere perché ci sia un accordo tra le Istituzioni, altrimenti il Consiglio dovrebbe fare in modo che in futuro il Parlamento non sia più consultato. Si è già ricordato che tutto questo è sancito dal Trattato, ma il Trattato deve anche essere rispettato. Il ministero degli Esteri tedesco e tutti i ministeri degli Esteri europei hanno fatto ripetuti tentativi per evitare che il Parlamento diventasse troppo forte. E questo vale, purtroppo, anche per altri settori.
Ma un aspetto per me molto importante è quello della trasmissione dei dati. Proprio per tale motivo noi al Parlamento vogliamo avere il tempo sufficiente per occuparcene. Abbiamo visto gli esempi della Grecia e dell’Ungheria. Riteniamo che la Commissione abbia la responsabilità di garantire che i dati sui quali si basa la decisione relativa a un’adesione siano verificati quanto più accuratamente possibile, affinché si possa essere certi della loro correttezza. Mi riferisco solo ai commenti del ministro delle Finanze ungherese, che, dopo quanto accaduto in Ungheria, ha pubblicamente filosofeggiato sulle varie possibilità di cui dispone un ministro delle Finanze quando si tratta di trasmettere i dati a Bruxelles. Anche il Presidente della BCE Trichet ha segnalato che la raccolta dei dati nell’Unione europea è molto problematica.
Per noi è fondamentale che in casi simili la Commissione non faccia lo scaricabarile con Eurostat, ma si assuma personalmente la responsabilità. Però vogliamo anche rafforzare la Commissione nei confronti degli Stati membri. E’ inaccettabile che la Commissione debba rispettare certe richieste, quando gli Stati membri continuano a servirsi di tutti i mezzi a loro disposizione per limitare i poteri di vigilanza della Commissione laddove devono essere concretamente esercitati.
Joseph Muscat (PSE). – (MT) Grazie, signor Presidente, la votazione di oggi è molto importante per Malta, perché al di là delle argomentazioni legittime ed importanti che sono state addotte in merito a quello che sarebbe stato il momento migliore per adottare l’euro, constatiamo comunque un consenso politico e l’impegno a garantire che il passaggio avvenga il 1o gennaio 2008. Quando l’Unione europea avrà accettato le statistiche e la metodologia presentate dalle autorità maltesi, queste saranno accettate anche da tutte le autorità europee, se la stessa base sarà utilizzata dai successivi governi.
Nei prossimi anni occorrerà condurre un importante lavoro in materia di sostenibilità delle finanze pubbliche se si vuole che siano soddisfatti i criteri di Maastricht. Come hanno affermato sia la Commissione sia la Banca centrale europea, il governo maltese finora ha fatto ricorso alla vendita una tantum dei beni pubblici, pur continuando a incrementare la pressione fiscale, soprattutto sui lavoratori e sul ceto medio. Tutto questo non è sostenibile. Il Comitato nazionale sta facendo un ottimo lavoro per preparare il passaggio all’euro, ma occorre fare di più per coinvolgere direttamente i rappresentanti dei consumatori nell’impegno teso a contrastare la percezione secondo la quale l’euro determinerà un aumento del costo della vita. Occorre fornire più informazioni fondamentali, comprese le informazioni sui tassi di interesse. L’iniziativa FAIR, che consente alle singole imprese di concludere contratti con la doppia indicazione dei prezzi, dovrebbe essere elogiata. Tuttavia, finora poco più della metà delle imprese di Malta e Gozo ha partecipato a questo programma. Esorto con vigore le imprese che non hanno ancora aderito all’iniziativa a farlo senza ulteriori indugi.
Cerchiamo di fare in modo che il passaggio all’euro sia un successo, anche se non dobbiamo illuderci e pensare che questo risolverà i problemi economici del paese. La soluzione a questi problemi la dobbiamo cercare in noi stessi. Negli ultimi anni, il prodotto interno lordo di Malta è calato, passando dal 78 per cento al 71 per cento della media europea. Il progresso registrato in questo periodo è stato determinato principalmente dagli elevati utili bancari e dai progetti governativi in materia di spese dirette. Questo tipo di politica sarà estremamente limitata in ragione dei criteri di convergenza. Al contempo, i settori che dovrebbero essere i motori della nostra economia, ossia turismo e industria manifatturiera, hanno registrato un declino, come dimostra chiaramente il pesante colpo economico e sociale che il nostro paese ha subito ieri, quando 570 persone hanno perso il posto di lavoro in un solo giorno a causa della chiusura dello stabilimento VF. Proprio per questo è necessario uno sforzo a livello nazionale in grado di favorire la concorrenza in tali settori.
Ieke van den Burg (PSE). – (EN) Signor Presidente, anch’io devo scusarmi con i colleghi ciprioti e maltesi per aver rovinato questo momento storico dell’ingresso nella zona euro con il dibattito sui nostri problemi istituzionali quando si tratta di affrontare tematiche legate all’adesione. Ciò non toglie in ogni caso nulla al nostro sostegno all’adozione dell’euro da parte loro e a entrambe le relazioni dell’onorevole Langen.
Non volevamo appesantire il dibattito sull’adesione di questi due paesi con il tema della procedura futura, ma spero che oggi si possa pervenire a un accordo con la Commissione e il Consiglio per fare in modo che, in futuro, la procedura sia migliorata e il Parlamento abbia veramente la possibilità concreta di esprimere il proprio parere in merito.
Questo è il motivo per il quale abbiamo presentato questa proposta di risoluzione non legislativa sulla procedura. Vorremmo essere invitati a partecipare a un incontro con le altre due Istituzioni per elaborare un accordo interistituzionale su vari temi, che sono elencati nella nostra proposta di risoluzione. Il testo chiede un sistema di prenotifica in virtù del quale gli Stati membri che desiderano aderire ce ne danno notifica anticipata, affinché noi possiamo iniziare a studiare la situazione, e riguarda la valutazione della qualità delle statistiche e dei dati forniti.
La mia ultima osservazione concerne la programmazione delle date per la procedura formale. Siamo d’accordo che tutto deve avvenire in un periodo di tempo molto breve. Tuttavia, se saremo preparati meglio, avremo maggiori opportunità di avviare un dibattito serio.
Il Commissario ha espresso la sua disponibilità a sedersi con noi intorno a un tavolo per concludere un accordo interistituzionale di questo tipo. Vorrei chiedere al Ministro Gloser di prendere con noi lo stesso impegno a nome del Consiglio, della Presidenza tedesca e delle presidenze future.
Antolín Sánchez Presedo (PSE). – (ES) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, la richiesta di Cipro e Malta di valutazione del proprio grado di convergenza è stata avanzata meno di due anni dopo l’ingresso nel meccanismo di cambio, il 2 maggio 2005, e le relazioni della Banca centrale europea e della Commissione sono state presentate secondo il modello adottato per le relazioni richieste da Grecia, Lituania e Slovenia.
Sebbene sia sempre utile migliorare i processi per l’espansione della zona euro e accrescere il coinvolgimento del Parlamento europeo, il mio messaggio principale si rivolge ai nostri concittadini di Cipro e Malta affinché ascoltino il nostro punto di vista: noi riteniamo che Cipro e Malta possano aderire alla zona euro e debbano poter beneficiare di tutti i vantaggi dell’unione monetaria dall’inizio del prossimo anno.
Questo allargamento della zona euro costituirà un passo significativo nel processo dell’integrazione europea. Per la prima volta dalla riunificazione, la maggioranza degli Stati membri dell’Unione europea apparterrà alla zona euro.
Günter Gloser, Presidente in carica del Consiglio. – (DE) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli deputati, desidero ringraziarla di cuore, onorevole Langen, in qualità di relatore, per entrambe le parti del suo contributo. Lei ha raccomandato l’ingresso di Malta e Cipro nella zona euro nonostante le riserve espresse nella seconda parte del suo intervento in merito al fattore tempo. E’ importante che si possa realizzare questo obiettivo nel rispetto delle varie scadenze, come ha già detto il Commissario Almunia. Entrambi i paesi hanno bisogno di un certo periodo di tempo per prepararsi a questo passo, affinché i cittadini di Malta e Cipro non si trovino poi a pagare il conto di preparativi tirati per le lunghe.
Vorrei nuovamente ribadire che il Consiglio europeo ha segnalato al Presidente del Parlamento europeo che la situazione era complessa e che probabilmente il tempo a disposizione era insufficiente. Vorrei nuovamente tornare su quello che è fattibile, quello che è ancora possibile prima dello scadere dei termini ufficiali fissati. Il calendario è stato definito e non possiamo discostarcene, poiché il Trattato CE contiene disposizioni in merito. L’altra questione riguarda la misura in cui, nelle consultazioni tra il Consiglio ECOFIN e la vostra commissione, voi ricevete le informazioni necessarie per poter assicurare una sorveglianza continuativa della situazione e quindi essere preparati. C’è poi la questione della misura in cui vi vengono trasmesse in anticipo copie delle relazioni dei paesi che hanno fatto domanda di adesione.
Rispetto alle varie questioni poste qui durante il dibattito, vorrei ribadire quanto segue: da una parte molti punti sono prestabiliti, ma laddove è possibile apportare cambiamenti – come ha spiegato il Cancelliere Merkel nella sua lettera al Presidente Poettering e come ha accennato anche il Presidente della Commissione –, se dobbiamo riconoscere tale possibilità, dobbiamo continuare a portare avanti la discussione attraverso adeguate proposte della Commissione. Per tutto il resto, dobbiamo aspettare gli ulteriori sviluppi. Spero pertanto che capirete che oggi, su questo punto, non posso fare nessuna promessa a nome del Consiglio.
Joaquín Almunia, Membro della Commissione. – (ES) Signor Presidente, signor Presidente in carica del Consiglio, onorevoli deputati, in questo mio intervento finale nel corso del dibattito vorrei congratularmi ancora una volta, a nome mio e della Commissione, con Cipro e Malta per gli sforzi messi in atto per consentirci di giungere fino a questa fase e per gli sforzi che stanno mettendo in atto per introdurre l’euro con successo, sia per la loro economia che per i loro cittadini.
Credo che questo dimostri ancora una volta che la zona euro non è un club chiuso e che l’adesione all’euro non è semplicemente un obbligo per gli Stati membri, ma un’ottima opportunità per chi desidera condividere la moneta unica con 318 milioni di altri europei e per i paesi che già appartengono all’Unione economica e monetaria.
Credo pertanto che sia stato giusto aver deciso di sostenere l’ingresso di Cipro e Malta nell’euro, come fa la relazione dell’onorevole Langen.
Vorrei esprimere due commenti sul rispetto dei criteri. Nel suo intervento, l’onorevole Langen ha rimesso in discussione il modo in cui Cipro e Malta rispettano i criteri o il modo in cui la relazione sulla convergenza della Commissione ha valutato il rispetto di tali criteri.
Devo dire che l’abrogazione della procedura per disavanzo eccessivo per Malta, in occasione dell’ultimo Consiglio ECOFIN, su proposta della Commissione, è una condizione necessaria perché Malta ottemperi al criterio di Maastricht su questo punto, mentre la relazione sulla convergenza della Commissione del 16 maggio affermava che, se il Consiglio ECOFIN avesse approvato l’abrogazione della procedura per disavanzo eccessivo, Malta sarebbe stata conforme. Lo abbiamo fatto per non ritardare la relazione sulla convergenza, perché altrimenti avremmo dovuto aspettare fino al 5 giugno per pubblicare la relazione sulla convergenza e voi avreste avuto ancora meno tempo per discuterne.
La valutazione del rispetto dei criteri subordinato all’approvazione definitiva è pertanto tesa a favorire il lavoro del Parlamento e del Consiglio, non a ostacolarlo.
Passo ora alle cifre: le cifre relative al disavanzo e al debito di Cipro e Malta comunicate nel contesto delle procedure di notifica per disavanzo eccessivo che hanno luogo due volte all’anno, il 1o aprile e il 1o ottobre, sono affidabili – perché esaminate da Eurostat, che ha pubblicato il suo parere il 23 aprile – tanto quanto lo sono quelle degli altri Stati membri. Eurostat non ha espresso alcuna riserva per quanto riguarda le cifre trasmesse relative a disavanzo e debito.
Non c’è motivo di mettere in discussione le cifre di Cipro e Malta e invece di non mettere in discussione quelle di Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Germania, Svezia, Danimarca o di qualsiasi altro Stato membro. Non c’è assolutamente alcun motivo giustificato per farlo.
Ci sono poi difficoltà con altre cifre, segnatamente per quanto riguarda le cifre relative ai conti finanziari nazionali trimestrali, le cifre relative alla disoccupazione nell’indagine attuale sulla forza lavoro tedesca e le cifre francesi, ma questa è la routine quando si lavora con le statistiche, e se il Parlamento vuole dotare Eurostat di maggiori risorse, è il benvenuto. Se il Parlamento vuole sostenere il lavoro di Eurostat, gli onorevoli deputati sanno che io, in quanto Commissario responsabile di Eurostat, sono sempre grato del sostegno che il Parlamento può fornire alla Commissione e a Eurostat, ma non voglio che ci siano dubbi quanto alla validità e alla qualità delle cifre sulla base delle quali stiamo valutando se Cipro e Malta soddisfano o meno i criteri di convergenza.
Per quanto concerne le procedure, vorrei rivolgermi direttamente a lei, onorevole Langen. La Commissione non emargina il Parlamento e nemmeno ostacola in alcun modo il suo lavoro in questo dibattito, non intende farlo né ha motivo per farlo. Anzi, ho espresso, come ha fatto anche il Presidente Barroso nella sua lettera, la piena disponibilità della Commissione e del Commissario per gli affari economici e monetari a lavorare con voi.
Vorrei che mi ascoltasse, onorevole Langen, perché le sto dicendo – e ripeto quanto il Presidente della Commissione ha dichiarato nella lettera al Presidente Poettering e quanto io ho detto il 7 giugno in seno alla commissione per i problemi economici e monetari in sua presenza – che siamo assolutamente disponibili a scambiare informazioni con voi e a trasmettere qualsiasi informazione di cui disponiamo. Ma quello che non può chiedere alla Commissione è che affermi che un paese ha definitivamente soddisfatto il criterio relativo al disavanzo quando il Consiglio non ha ancora abrogato la procedura per disavanzo eccessivo. L’anno prossimo, se la Slovacchia presenterà una richiesta, avremo ancora lo stesso problema, perché la Slovacchia attualmente è oggetto di una procedura per disavanzo eccessivo che potrà essere abrogata – sempre che un’abrogazione sia giustificata – solo dopo che Eurostat avrà convalidato le cifre definitive per il 2007.
Pertanto noi non possiamo, così come non può farlo nemmeno il Consiglio ECOFIN, prevedere quelle che saranno le decisioni sull’abrogazione della procedura per disavanzo eccessivo per la Slovacchia, prima della data in cui quest’anno sarà stata abrogata la procedura per disavanzo eccessivo di Malta.
Possiamo fare qualche previsione sulla relazione di convergenza affermando che, se il Consiglio ECOFIN approverà la deroga, la Slovacchia soddisferà il criterio. E’ un’ipotesi. Non possiamo tuttavia dire in febbraio che la Slovacchia soddisfa il criterio relativo al disavanzo se l’abrogazione potrà essere approvata solo a maggio o giugno del prossimo anno. Analogamente, non possiamo condurre una valutazione rigorosa – e lei ha ragione a chiederci una valutazione rigorosa – sul rispetto o meno dei criteri di Maastricht, dei criteri di convergenza da parte dei paesi in questione, prima di conoscere le previsioni economiche di primavera in maggio 2008, che non possono essere approvate o pubblicate anticipatamente dalla Commissione e dai suoi servizi, perché se facciamo anticipazioni sulle previsioni di primavera, saranno previsioni invernali e non forniranno un quadro della situazione economica e dei dati economici per la primavera.
Vorrei pertanto spiegare al Parlamento che la relazione sulla convergenza per il prossimo anno non può essere anticipata a prima di maggio. La Commissione, il Parlamento e il Consiglio devono quindi discutere e accordarsi su modalità di lavoro rigorose, coerenti e improntate alla cooperazione per poter prendere le decisioni giuste che consentano a tutti noi di lavorare in modo rigoroso e di prendere le decisioni nel momento più opportuno, affinché i cittadini dei prossimi paesi che si aggiungeranno agli attuali 13 membri della zona euro non soffrano delle conseguenze di una decisione ritardata e di una insufficiente preparazione all’introduzione delle banconote e delle monete in euro.
Questo è lo spirito che anima la Commissione e la convinzione che la guida. Dovrebbe esserci un accordo tra le tre Istituzioni. E’ auspicabile. Non ha senso che, per ogni allargamento della zona euro, si discuta delle procedure invece che dei paesi che aderiscono e delle conseguenze positive per i loro cittadini. Dobbiamo risolvere questo problema, ma lo risolveremo solo mantenendo un atteggiamento di cooperazione fra le tre Istituzioni e tenendo conto delle limitazioni oggettive cui sono confrontate le Istituzioni quando devono prendere questa decisione.
Werner Langen (PPE-DE), relatore. – (DE) Signor Presidente, devo reagire alle ultime osservazioni del Commissario Almunia. Sono piuttosto deluso per il modo in cui egli ha interpretato e non riportato quanto io ho detto.
In primo luogo, non ho detto che i dati di Cipro e Malta erano peggiori di quelli degli altri Stati. Ma la Commissione, nei casi di Portogallo, Ungheria e Grecia, ci ha venduto per buoni dei dati che buoni non erano. Questo è un dato di fatto. In secondo luogo, non si tratta di attaccare paesi specifici, ma di fare in modo che la Commissione si assuma la responsabilità. In terzo luogo, il 3 maggio 2007 la Commissione ha presentato al Parlamento europeo e al Consiglio il documento COM(2007)0230 – la relazione sulla qualità dei conti finanziari trimestrali dello Stato. Tale documento ha rilevato mancanze per Slovenia, Malta e Cipro, né più né meno di quanto contenuto nella motivazione della mia relazione.
Joaquín Almunia, Membro della Commissione. – (ES) Signor Presidente, onorevole Langen, in merito all’ultimo aspetto, vorrei ribadire ancora una volta che è chiaro che, per quanto riguarda questi conti trimestrali, la Commissione ed Eurostat chiedono a vari paesi, compresi Cipro e Malta, di fornire informazioni, di migliorarle e di integrarle. Ripeto tuttavia che queste statistiche non sono rilevanti ai fini della valutazione del rispetto o meno dei criteri di convergenza da parte di un paese. Ci sono migliaia di statistiche, molte serie di statistiche che i paesi devono trasmettere a Eurostat e che costituiscono l’apparato statistico del sistema europeo di statistiche. Queste statistiche, che sono incomplete e lacunose nel caso di Cipro e Malta, non sono tuttavia le statistiche che abbiamo utilizzato e che dobbiamo utilizzare per valutare i criteri di convergenza. Sono statistiche diverse.
Per quanto riguarda la sua osservazione precedente, nel caso di Portogallo, Italia, Francia, Grecia, Ungheria e molti altri paesi Eurostat ha rivisto le cifre relative al PIL, al disavanzo, al debito e a molti altri fattori, anche se chiaramente stiamo parlando in particolare di disavanzo e debito.
Lei, onorevole Langen, e tutti gli onorevoli deputati, sapete che queste revisioni ci sono state e sapete che le cifre che stiamo utilizzando grazie al lavoro di Eurostat e della Commissione, lavoro che è notevolmente migliorato nel corso degli ultimi tre anni, sono ora più realistiche e più vicine alla realtà. Insieme al Consiglio avete approvato un regolamento che migliora gli strumenti e le possibilità di cui dispone Eurostat per la revisione delle cifre che riceve da ogni Stato membro. Vi ringraziamo del sostegno che Eurostat ha ricevuto e che gli permette di produrre un lavoro di qualità più elevata rispetto al passato, e se io, in quanto Commissario responsabile di Eurostat, avrò bisogno di nuovi strumenti legislativi per migliorare la qualità del suo lavoro, ve li chiederò.
Oggi vi posso dire che, se faccio un confronto con la credibilità e la qualità delle cifre relative a bilancio, disavanzo e debito degli Stati membri con le quali mi ero trovato a lavorare tre anni fa, osservo che le cose sono chiaramente migliorate da questo punto di vista e dovremmo tutti esserne soddisfatti. Vi prego di non biasimare la Commissione se svolge il suo lavoro correttamente e propone a voi e chiunque altro cifre migliori in termini di disavanzo e debito.
Pervenche Berès (PSE). – (FR) Signor Presidente, invito l’onorevole Langen e tutti i suoi colleghi a partecipare con lo stesso impegno di cui hanno dato prova oggi alla discussione in commissione per i problemi economici e monetari, quando ci adoperiamo per migliorare, nell’ambito della discussione attualmente in corso, per esempio, le modalità di funzionamento di Eurostat e quando adottiamo i testi di cui ha appena parlato il Commissario, che dovrebbero permettere di migliorare la governance di Eurostat. In quei momenti, non vi vedo.
Vorrei chiedere al Ministro Gloser se è disposto a impegnarsi, a nome del Consiglio e nello spirito della risposta del Presidente Barroso al Presidente Poettering, a sedersi attorno a un tavolo con noi per trovare un accordo su un calendario comune per le tre Istituzioni, quando verrà il momento di esaminare una nuova domanda di adesione alla zona euro.
Günter Gloser, Presidente in carica del Consiglio. – (DE) Nel dibattito abbiamo sentito quali opzioni ci sono. Il Commissario e il Presidente Barroso hanno avanzato proposte. Ora dobbiamo sederci insieme attorno a un tavolo per cercare di capire che cosa sia ancora possibile in virtù delle disposizioni dei Trattati. Dovremmo utilizzare per tale fine il tempo disponibile.
Presidente. – A conclusione della discussione, comunico di avere ricevuto una proposta di risoluzione(1) ai sensi dell’articolo 103, paragrafo 2, del Regolamento.
La discussione è chiusa.
La votazione si svolgerà domani, giovedì 21 giugno 2007.
Dichiarazioni scritte (articolo 142 del Regolamento)
Louis Grech (PSE), per iscritto. – (EN) Il sostegno dell’opinione pubblica maltese sarà influenzato anche dall’impatto dell’adesione alla zona euro sui cittadini comuni, sulla comunità economica e sull’economia stessa. Si profilano tre fattori fondamentali. Il primo è il successo della transizione. Dopo un inizio forse un po’ lento, ora i preparativi sembrano procedere più celermente ed è indubbiamente fondamentale che i consumatori e gli operatori tengano il processo sotto attento controllo.
Finora abbiamo avuto la tendenza ad ascoltare solo i pro, in termini di vantaggi per i consumatori maltesi quando si recano all’estero, di maggiore competitività della destinazione Malta per i turisti, minori costi delle transazioni per le imprese che operano nel commercio intracomunitario e così via. Ma abbiamo sentito parlare molto poco dei potenziali inconvenienti.
Da una parte, Malta deve adattarsi a politiche, meccanismi di adeguamento e misure adottati dalla Banca centrale europea, in ambiti come per esempio i tassi di interesse e gli aggregati monetari, che influenzeranno moltissimo il nostro destino. Dall’altra, l’adempimento da parte nostra dei criteri di adesione non può basarsi sui risultati di una dieta economica drastica ma su politiche economiche sostenibili che garantiscano che non violiamo le regole.
Richard Corbett (PSE), per iscritto. – (EN) Osservo con interesse che ci sono nuovi paesi, l’ultimo esempio è quello di Cipro e Malta, che scelgono di aderire all’euro, il che rende sempre più vistosa la posizione britannica.
Ricordando che l’euro si sta rapidamente affermando come valuta più forte del mondo e che ha ora preso il posto del dollaro statunitense come moneta principale del commercio mondiale, in quanto rappresenta il 45 per cento del mercato mondiale rispetto al 37 per cento del dollaro, appare sempre più chiaro che per il Regno Unito la decisione di non farne parte equivale alla perdita di un’opportunità.