Presidente. – L’ordine del giorno reca la relazione (A6-0191/2007), presentata dall’onorevole Roithová a nome della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, sulla fiducia dei consumatori nell’ambiente digitale [2006/2048(INI)].
Zuzana Roithová (PPE-DE), relatore. – (CS) Signor Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, dopo un anno di lavoro, oggi ho il piacere di potervi presentare, unitamente ai relatori ombra, la relazione completa sulla fiducia dei consumatori nell’ambiente digitale.
Con questa relazione, il Parlamento trasmette un messaggio politico forte alla Commissione e agli Stati membri affinché aggiornino le condizioni per il commercio on line e intraprendano iniziative per rafforzare la fiducia dei consumatori nelle ultime tendenze nell’ambiente digitale. Aziende e consumatori attendono norme inequivocabili, semplici e applicabili che migliorino la cultura del commercio on line all’interno del mercato europeo. La relazione è soltanto l’inizio dell’intero processo e mi rendo conto che la sua attuazione inevitabilmente comporta un impegno notevole per la Commissione, già soggetta a vincoli in termini di risorse finanziarie e umane.
Dibattiti pubblici e studi hanno rivelato alcuni fatti eloquenti, che non possiamo ignorare. Soltanto il 6 per cento dei consumatori acquista on line da fornitori in altri Stati membri. Un terzo di essi non riceve i prodotti o i servizi ordinati a causa della sua nazionalità, del suo paese di residenza o del paese in cui è stata emessa la sua carta di pagamento. Alcuni servizi elettronici moderni che forniscono contenuto digitale sono accessibili unicamente a clienti della vecchia Unione europea dei 15.
Gli utenti sono vincolati da una serie di contratti digitali semplicemente per aver fatto clic con il mouse, ma non li hanno letti. Non sanno dunque che tali contratti possono contenere una serie di pattuizioni contrattuali inique e fuorvianti. Abbiamo scoperto che neppure gli esperti giuridici sono in grado di decifrare l’esatto contenuto dei contratti digitali, ad esempio quelli di concessione di licenza all’utente finale. Le piccole imprese non sono al corrente dei loro obblighi nel campo del commercio elettronico e hanno difficoltà a destreggiarsi con 27 ordinamenti giuridici diversi. I consumatori non conoscono i propri diritti rispetto a Internet e, peraltro, non vi sono documenti che li riassumano. Gli utenti non sono sicuri di quello che possono e non possono fare con il contenuto digitale che hanno acquistato. Temono di dover far fronte a rivendicazioni in un altro paese e sono completamente all’oscuro del fenomeno dei farmaci contraffatti venduti in Internet. Proponiamo pertanto che la Commissione lanci una campagna mondiale per mettere in luce i pericoli derivanti dai farmaci contraffatti, che si crei un sistema di allerta precoce in Europa per combattere le attività fraudolente in Internet e che si ampli l’ambito dei contratti da vietare perché contengono pattuizioni contrattuali inique.
L’equazione fondante del mercato unico è meno restrizioni e più opportunità. Paradossalmente, però, è come se questa equazione non si applicasse all’ambiente elettronico, nonostante le opportunità transfrontaliere. Oserei dire che 27 mercati nazionali distinti stanno ostacolando lo sviluppo della società dell’informazione in Europa, che è in palese ritardo rispetto a quella americana e asiatica.
Se intendiamo abolire gli ostacoli naturali e artificiali al commercio elettronico, dovremo superare la frammentazione delle norme tra gli Stati membri, cosa che a lungo termine sarà possibile se vi è la volontà politica di giungere a un’armonizzazione completa. Questo settore estremamente dinamico richiede però una soluzione più rapida e flessibile. Per questo nella relazione ho optato per un lavoro coordinato su norme volontarie, o meglio norme superiori, come ad esempio un contratto standardizzato opzionale pensato per il commercio elettronico transfrontaliero, il cui contenuto sia concordato tra organizzazioni di consumatori e aziende con il coordinamento della Commissione, che in tal senso assumerebbe un ruolo fondamentale. Tali norme dovranno essere rispettate dai titolari del marchio di fiducia europeo per il commercio elettronico transfrontaliero. Le organizzazioni dei consumatori apprezzano l’introduzione del marchio di fiducia e costantemente si impegnano a rivelare e a divulgare qualunque utilizzo improprio con l’ausilio delle risorse tecniche e giuridiche esistenti.
Chiediamo altresì la formulazione di una Carta europea dei diritti degli utenti nella società dell’informazione. Il Parlamento europeo è uno dei primi al mondo a compiere il tentativo di chiarire i diritti dei consumatori rispetto alla rete. Se la Carta sarà facilmente accessibile e disponibile in tutte le lingue ufficiali, i consumatori inizieranno a esigere che i loro diritti siano rispettati e le aziende cominceranno a sostenere la Carta per non rischiare di dover spendere denaro per la composizione di controversie.
Ritengo che la relazione sarà fonte di ispirazione per migliorare gli standard nell’ambiente digitale.
Vorrei concludere ringraziando i relatori ombra, onorevoli Herczog, Rühle, Schmidt e Jäätteenmäki, per la loro straordinaria collaborazione, nonché gli assistenti, soprattutto Jiri Jirsa, per la sua preziosa consulenza tecnica. Vorrei altresì esprimere il mio riconoscimento per il sostegno offerto dai coordinatori, dal presidente e dal segretariato della commissione e dai servizi. Ho infine molto apprezzato la comunicazione costruttiva avuta con le organizzazioni dei consumatori, le aziende e i singoli membri del personale della Commissione. Mi complimento in particolare con la signora Commissario Kuneva per la cortesia e l’estrema apertura dimostrate. Ha assunto il suo nuovo incarico nella Commissione in maniera sicuramente esemplare, e sono certa che riusciremo a superare qualunque difficoltà dovesse insorgere nel momento in cui le nostre proposte per rafforzare la fiducia nell’ambiente digitale europeo saranno messe in atto.
Meglena Kuneva, Membro della Commissione. – (EN) Signor Presidente, sono veramente lieta di essere qui, oggi, a discutere con voi un tema importantissimo, ossia i modi per migliorare la fiducia dei consumatori nell’ambiente digitale.
Vorrei esordire ringraziando l’onorevole Roithová e tutti i relatori ombra per la loro collaborazione eccellente e molto stretta, e non è solo questione di cortesia, ma un sincero tributo dovuto a un lavoro svolto con grande impegno.
Mi compiaccio del fatto che la Commissione e il Parlamento europeo concordino su un approccio comune nell’accostarsi a questo tema estremamente importante e impegnativo. Quella che abbiamo dinanzi a noi è una relazione ambiziosa di grande valore, e ritengo che tutti a grandi linee condividiamo i medesimi obiettivi e le stesse analisi dei problemi.
L’economia digitale, e più specificamente il commercio elettronico, offre grandi possibilità di miglioramento del benessere dei consumatori rendendo accessibile una gamma più ampia di prodotti, stimolando la concorrenza dei prezzi e sviluppando nuovi mercati. E’ anche essenziale, tuttavia, completare la dimensione al dettaglio del mercato interno. Attualmente, i mercati al dettaglio sono ancora fortemente frammentati in minimercati nazionali, come sottolineava l’onorevole Roithová, il che non ha alcun senso nell’era del commercio elettronico e di Internet. Il commercio elettronico sta cambiando il volto del commercio al dettaglio, ma solo a livello nazionale. Se Internet è senza confini, non lo sono invece consumatori, aziende e legislatori. Il 50 per cento dei consumatori europei che ha un computer a casa ha effettuato un acquisto elettronico negli ultimi 12 mesi, ma soltanto il 12 per cento dei consumatori con un computer a casa ha comprato oltre frontiera. Ciò significa che occorre agire per rafforzare la fiducia dei consumatori nella dimensione al dettaglio del mercato interno e che bisogna superare la sua frammentazione per giungere, infine, a un mercato dei cittadini.
Come ben sapete, sin dall’inizio dell’anno abbiamo lanciato due importanti iniziative per i consumatori: la strategia politica per i consumatori e la consultazione sulla revisione delle normative esistenti in materia di tutela dei consumatori. Il nostro obiettivo in quanto Commissione è aiutare l’Unione europea a raccogliere le sfide della crescita e della creazione di posti di lavoro ricollegandosi con i suoi cittadini, obiettivo che verrà raggiunto se, entro il 2013, saremo in grado di dimostrare in maniera credibile a tutti i cittadini che possono acquistare ovunque nell’Unione europea, dal negozio all’angolo a un sito Internet, certi del fatto che saranno parimenti ed efficacemente tutelati.
La necessità di migliorare la fiducia dei consumatori nell’economia digitale permea ogni aspetto della nostra strategia. La relazione dell’onorevole Roithová dimostra che gli ostacoli, ivi compresi quelli normativi, sono tanti. I miei predecessori hanno compiuto progressi nell’affrontarne alcuni con la direttiva sulle pratiche commerciali sleali e il regolamento sulla cooperazione per la tutela dei consumatori, che ha istituito la Rete dei centri europei per i consumatori (Rete CEC). Ora la mia priorità consiste nell’affrontare gli ostacoli restanti riformando le normative esistenti in materia di tutela dei consumatori per quanto concerne i contratti con i consumatori.
Sicuramente siete al corrente del fatto che abbiamo intrapreso un’ampia consultazione sul futuro della tutela dei consumatori e abbiamo iniziato ad analizzare le reazioni delle varie parti interessate. Attendiamo altresì la relazione dell’onorevole Petre dopo l’estate. I vostri punti di vista e il vostro sostegno saranno un riferimento importante per compiere il successivo lavoro e formulare proposte specifiche. Il seguito dato dalla Commissione alla revisione dell’acquis è una solida base sulla quale costruire la fiducia dei consumatori. Lo sviluppo di contratti standardizzati con i consumatori può essere uno strumento da approfondire ulteriormente una volta creata tale base.
Una delle finalità di questo processo è ridurre la frammentazione normativa del mercato interno attraverso un’armonizzazione mirata degli aspetti che causano particolari problemi a consumatori e aziende. Valuteremo, tra l’altro, se gli standard e la standardizzazione possono svolgere un ruolo in tale processo.
Per quanto concerne l’autoregolamentazione, la situazione è analoga. La Commissione ha compiuto alcuni interventi importanti per istituire un modello di migliori prassi per l’autoregolamentazione e la coregolamentazione, e continueremo a farlo in futuro. Condivido le vostre preoccupazioni in merito all’interazione tra normative diverse che disciplinano le transazioni on line o i prodotti digitali. Esistono molte leggi precise, e consumatori e aziende possono non essere sufficientemente informati dei loro diritti e doveri nell’ambiente digitale. Studierò come meglio chiarire tali aspetti con i miei colleghi, Commissari Reding e McCreevy.
Grazie al vostro contributo, esploreremo l’idea di una guida pratica sui servizi della società dell’informazione per aiutare i cittadini a comprendere meglio i loro diritti. Vorrei altresì ringraziarvi per aver insistito sull’importanza dell’applicazione delle norme, e su tale aspetto concordo pienamente con voi. Una legislazione di qualità non basta, se non è sostenuta da un’applicazione effettiva. Nell’Unione europea abbiamo creato una rete di incaricati nazionali dell’applicazione delle norme e ora la estenderemo progressivamente ai paesi terzi nostri partner per migliorarne l’efficienza.
Concludendo, vorrei ringraziarvi per l’impegno da voi profuso per aiutare i cittadini europei a usufruire di tutti i vantaggi del mercato interno e dell’economia digitale, e sono pronta a collaborare con voi per conseguire i nostri obiettivi comuni e creare un autentico mercato interno dei cittadini.
David Hammerstein (Verts/ALE), relatore per parere della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia. – (ES) Signor Presidente, vorrei ringraziare l’onorevole Roithová per questa splendida relazione.
La fiducia dei consumatori nell’ambiente digitale dipende in larga misura dalla nostra capacità di assicurare ai consumatori tutela e chiarezza in tale ambiente.
Dobbiamo ricordare che anche le piccole e medie imprese sono consumatrici, ed è necessario che l’Unione europea promuova l’uso delle nuove tecnologie e incoraggi le piccole e medie imprese a partecipare ai mercati on line. Nel contempo, occorre però promuovere la fiducia dei consumatori in queste piattaforme garantendo che le transazioni siano trasparenti ed eque.
I consumatori devono essere consapevoli dei loro obblighi e diritti nel mondo digitale. Per alcuni prodotti, come i riproduttori MP3, i riproduttori DVD e le play-station, il consumatore è tenuto ad accettare condizioni molto vincolanti, spesso riportate in caratteri microscopici, che in alcuni casi rasentano l’illegalità e violano il diritto alla vita privata.
Parallelamente, i produttori di tali dispositivi stanno espandendo l’uso di sistemi di gestione dei diritti digitali per prevenire copie non autorizzate, il che desta timore e può minare la fiducia dei consumatori. Per risolvere il problema dell’interoperabilità servono standard aperti che creino un ambiente più sicuro, aperto e affidabile.
I brevetti relativi ai software rappresentano anch’essi una grave minaccia per gli sviluppatori di software delle piccole e medie imprese, che non sono in grado di farsi carico dei costi legali. In questo ambiente, il timore non è compatibile con la fiducia, né per le piccole e medie imprese né per i consumatori.
Le piattaforme digitali possono offrire crescita e sviluppo soltanto se si basano su standard aperti e interoperabili. Gli standard possono contribuire a ridurre la frammentazione dei mercati e anche l’uso di software open-source può dare un apporto notevole alla promozione della sicurezza on line.
Il miglioramento della sicurezza e della fiducia dei consumatori dipende da alcuni elementi fondamentali, ossia legislazione e meccanismi di rafforzamento e creazione di strumenti normativi come codici di condotta e marchi di fiducia.
Malcolm Harbour, a nome del gruppo PPE-DE. – (EN) Signor Presidente, sono particolarmente lieto di esprimere il mio apprezzamento per questa relazione e vorrei ringraziare per l’eccellente lavoro la collega, onorevole Roithová, e i relatori ombra, anch’essi presenti. E’ stato un lavoro di squadra straordinario. Vorrei inoltre ringraziare la signora Commissario Kuneva per la sua risposta estremamente positiva.
La relazione dimostra come una commissione parlamentare possa valorizzare un tema complesso, ma soprattutto un tema che abbraccia trasversalmente molti ambiti politici. Il messaggio specifico che vorrei trasmettere alla signora Commissario è che spero che vorrà promuovere tale processo facendosi portavoce dei consumatori nel mondo digitale e nel commercio elettronico perché, come lei stessa ha affermato, non sono solo i suoi servizi a dover intervenire in tale campo, ma anche quelli dei Commissari Reding e McCreevy, come pure quelli dei Commissari Frattini e Verheugen, quest’ultimo nel suo ruolo di promotore delle aziende e, in particolare, delle piccole imprese. Per quanto concerne il Commissario Frattini, vorrei nuovamente sottolineare l’inquietudine condivisa da molti di noi in merito alla proposta di riforma soprattutto del regolamento Roma I, che rischia seriamente di compromettere le disposizioni che consentono alle piccole imprese di essere attive nel mondo del commercio elettronico. Vi sono poi importanti disposizioni in materia di protezione dei dati rispetto alle quali i consumatori provano una certa preoccupazione quando si collegano on line e forniscono i propri dati, disposizioni che rientrano anch’esse in tale ambito. Ritengo dunque che occorra un approccio coordinato.
Vorrei inoltre riprendere quanto detto dall’onorevole Hammerstein-Mintz, ossia che dobbiamo guardare in particolare alle piccole imprese. Le grandi aziende possono realizzare siti Internet complessi in varie lingue, con sede in diversi paesi, ma noi vogliamo che le piccole imprese con un prodotto o un servizio interessante e innovativo, pur avendo sede in un solo paese dell’Unione europea, possano accedere liberamente e facilmente a questo mercato comunitario, sfruttando appieno le potenzialità che il commercio elettronico offre loro. Dobbiamo prestare grande attenzione nell’elaborare il regime in modo da garantire che non siano disincentivate dal farlo, perché non vogliamo soltanto che i consumatori si colleghino on line, ma anche che le aziende offrano on line i propri prodotti e che le due parti collaborino. Questo è quanto in futuro abbiamo la possibilità di fare nel nostro dinamico mercato del commercio elettronico partendo dai presupposti esistenti.
Edit Herczog, a nome del gruppo PSE. – (HU) Signor Presidente, vorrei ringraziare la relatrice per il lavoro da lei svolto negli ultimi diciotto mesi, durante i quali ha dimostrato notevole apertura e disponibilità al compromesso. Parimenti vorrei ringraziare la signora Commissario per la sua apertura, perché abbiamo collaborato in tale ambito sin da quando è stata eletta al nuovo incarico.
Il risultato di questo lavoro è una relazione i cui ambiziosi messaggi politici, contrariamente a quanto accade di solito, non sono stati indeboliti dai numerosi compromessi raggiunti. Al contrario, ne sono stati rafforzati, e questo è esattamente ciò di cui abbiamo bisogno perché, dopo tutto, è così che la società e l’economia europea si stanno strutturando per l’era digitale, che rappresenta la posta in gioco. Ciò che occorre in tale ambito, per fasce sempre più ampie della società europea, è l’accesso alle tecnologie dell’informazione. Dobbiamo dunque, in ogni caso, sottolineare, a margine della presente relazione, l’importanza dell’integrazione digitale, ossia, in altre parole, l’importanza di integrare nella dinamica società digitale europea gli abitanti delle zone rurali, i disabili, le generazioni più anziane e i cittadini meno abbienti.
Non vi è dubbio che il futuro appartenga alla società dell’informazione e all’economia basata sulla conoscenza. Come ci siamo già resi conto, dobbiamo accettare anche il fatto che il commercio, il mercato dei prodotti e dei servizi, come pure lo stesso consumo, sono sempre più digitali e basati sulla conoscenza. I consumatori, tuttavia, restano sempre consumatori, anche in Internet, con i diritti e gli obblighi che ciò comporta, e pertanto è fondamentale che sappiano esattamente con cosa si confrontano: opuscoli, prodotti, servizi o giornali gratuiti.
Forti di questa conoscenza, basterà loro comportarsi con discernimento proprio come se fossero in una biblioteca, una banca, un’agenzia di viaggi o un negozio tradizionali. I consumatori hanno bisogno di sapere cosa possono e non possono fare. In cambio della loro osservanza, potranno beneficiare della tutela assicurata ai consumatori rispettosi delle leggi anche sul mercato tradizionale. Vi sono tuttavia parecchi aspetti dell’ambiente digitale che stanno alimentando la sfiducia dei consumatori. Il flusso facile e rapido di informazioni, la frequente assenza di informazioni per i consumatori, nonché la rapida e capillare diffusione di comportamenti illegali sono soltanto alcuni dei tanti motivi per i quali chiunque usi Internet può sconfinare da un contesto di rispetto delle leggi, pur agendo in buona fede. E’ nostra responsabilità politica, proprio perché siamo politici, elaborare strumenti per l’ambiente digitale europeo che consentano agli utenti di Internet di restare consumatori rispettosi delle leggi.
A nome del gruppo socialista al Parlamento europeo, posso dire che, a più lungo termine, sosterremo l’idea di una carta per i consumatori digitali, che fornisca ad ogni consumatore informazioni chiare e comprensibili sul modo di affrontare specifiche situazioni quando usano Internet. Il Parlamento è inoltre consapevole del fatto che lo sviluppo dinamico dell’ambiente digitale e la verifica in corso delle normative in materia di tutela dei consumatori avranno un notevole impatto sul contenuto di una futura carta. I consumatori, però, hanno bisogno di informazioni già da subito, ed è per questo che chiediamo alla Commissione, anche nelle attuali circostanze e sulla base della legislazione esistente, di fornire alcune indicazioni in merito ai diritti e alla tutela di cui godono i consumatori digitali.
In tal senso, proponiamo che sia costituita una rete di centri di tutela dei consumatori ispirata al modello del sistema SOLVIT e del sito Internet Dolceta. Si tratterebbe, in altre parole, di un portale di informazione e sostegno dei consumatori digitali europei, in grado di aiutare i consumatori europei on line offrendo consulenze, risposte e soluzioni. Analogamente, sosteniamo la chiarificazione delle normative che disciplinano l’uso e la protezione del contenuto digitale. Dopo tutto, l’interoperabilità tra strumenti e contenuto, da un lato, e gestione on line dei diritti, dall’altro, sono due principi importanti.
Vorrei infine richiamare l’attenzione dei consumatori e dell’industria sul fatto che tutto questo è nel loro comune interesse. Sul modello dei mercati tradizionali, anche il mercato digitale dipende da un comportamento rispettoso delle leggi, e questo è un tema sul quale stanno attualmente lavorando molte commissioni interessate. Vorremmo dunque chiedere alla commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, che è vicina ai consumatori ed è la più sensibile all’argomento, di coordinare all’interno della Commissione gli ulteriori sforzi profusi in tale ambito.
PRESIDENZA DELL’ON. MARIO MAURO Vicepresidente
Olle Schmidt, a nome del gruppo ALDE. – (SV) Signor Presidente, signora Commissario, pochi avrebbero potuto immaginare come Internet avrebbe cambiato radicalmente il mondo, da un punto di vista sia politico che economico. Nonostante i tentativi compiuti dai regimi totalitari di limitare il flusso di informazioni, Internet sta conquistando milioni di nuovi utenti. Il modo in cui usiamo Internet si sta inoltre rapidamente trasformando dall’acquisizione passiva di informazioni in un approccio interattivo. In rete compriamo e vendiamo prodotti e servizi, chiacchieriamo e ci incontriamo. In Internet, abbiamo finanche acquisito un’altra vita, una realtà virtuale che, per alcuni, diventa più importante della realtà vera.
Esistono statistiche che indicano un aumento annuo del 21 per cento del commercio in Internet e, sebbene lo shopping transfrontaliero all’interno dell’Unione europea non sia un fenomeno assai diffuso, molti segnali suggeriscono che aumenterà. Più di metà delle famiglie europee ha un computer, il che rappresenta un incremento del 4 per cento circa in un solo anno. Il 42 per cento di tutti i nuclei familiari è in Internet, e anche in questo caso l’aumento è dell’ordine del 4 per cento in un anno. Nel mio paese, un buon 75 per cento della popolazione dispone di una connessione a Internet a casa, ed è in ogni caso gratificante che il maggiore aumento lo si registri nei nuovi Stati membri.
Come molti miei colleghi hanno sottolineato in quest’Aula, in concomitanza con questo sviluppo sta aumentando il numero di frodi e altri atti ingannevoli. Alla luce di ciò, la relazione dell’onorevole Roithová è un passo importante verso il miglioramento della fiducia dei consumatori nel mercato digitale. Sappiamo che, parallelamente al lavoro del Parlamento, la Commissione sta rivedendo l’intera legislazione comunitaria riguardante i consumatori.
Il paragrafo 19 della relazione propone ciò che definisce un marchio di fiducia europeo, che è ovviamente una buona idea, ma che, a mio avviso, pone una serie di problemi. In primo luogo, i costi del mantenimento di tale marchio di qualità aggiornato possono rivelarsi notevoli. La stessa Commissione ha calcolato che tali costi potranno essere pari a 1 milione di euro per paese all’anno, che rappresenta una somma di denaro considerevole. In secondo luogo, vi è il rischio che il marchio di fiducia venga rubato, falsificato o usato in maniera impropria.
Un altro elemento importante è l’elaborazione di una carta comunitaria dei diritti e degli obblighi degli utenti nella società dell’informazione. Non è un tema nuovo ed è naturalmente un campo importante per la Commissione, come anche la signora Commissario ha sottolineato in riferimento alla revisione in corso. Ritengo che le formulazioni proposte negli emendamenti tengano conto maggiormente della complessità e della rapidità dei cambiamenti nell’ambiente digitale.
Forse è superfluo aggiungerlo, ma l’ambiente digitale ha, come è ovvio, bisogno di un quadro efficiente sotto forma di norme e legislazione. Tutti gli attori che usano la rete devono essere consapevoli dei propri diritti e obblighi. Abbiamo bisogno di consumatori informati ed educati. Non ci servono soltanto rivenditori e imprenditori con senso di responsabilità, ma anche innovatori coraggiosi che ipotizzino nuove possibilità e nuovi lavori, così come ci occorrono, ovviamente, leggi che funzionino in un ambiente in continuo mutamento.
La Commissione deve contemperare tutti questi interessi al fine di giungere ad un’Unione europea che sia meglio in grado di diventare più competitiva e rispettare i requisiti della strategia di Lisbona.
Vorrei infine sottolineare che non dobbiamo mai dimenticare che proprio la libertà e il libero accesso alle informazioni hanno costituito la base per lo straordinario successo di Internet.
Mieczysław Edmund Janowski, a nome del gruppo UEN. – (PL) Signor Presidente, vorrei ringraziare l’onorevole Roithová per aver affrontato un tema così importante. Non possiamo, infatti, non ricordare che, se il lavoro per lo sviluppo di Internet è iniziato circa 40 anni fa, ora possiamo parlare di una vera e propria rivoluzione della rete.
Questo strumento straordinario schiude opportunità favolose in molti campi, ma ci pone anche di fronte a notevoli sfide. Può essere usato per scopi lodevoli, ma purtroppo può anche essere sfruttato per attività criminali, come accade per molti altri strumenti impiegati da uomini e donne nello sviluppo delle civiltà.
L’uso della tecnologia digitale nel commercio elettronico per l’acquisto di prodotti e servizi dovrebbe essere visto in tale contesto. Come sostiene la relazione, le soluzioni tecniche e giuridiche applicate dovrebbero rispondere a una serie di criteri e, in proposito, vorrei formulare qualche osservazione.
Primo, l’accesso al mercato al dettaglio in Internet dovrebbe essere decisamente più diffuso. Ciò è legato ad un accesso più generalizzato alla rete a banda larga, questione che è stata sollevata a più riprese in quest’Aula. Attualmente, soltanto il 25 per cento circa delle utenze domestiche nell’Unione europea dispone di una connessione a banda larga, e dunque usufruisce di una connessione di alta qualità.
Secondo, l’acquirente deve essere certo che gli acquisti così eseguiti siano sicuri, sia per quanto concerne la transazione in sé che in termini di corrispondente garanzia sui prodotti e servizi acquistati, prescindendo dai confini.
Terzo, non si può permettere che il fatto che le transazioni siano spesso anonime agevoli in qualche modo l’attività criminale. Penso alla pirateria ai danni di opere cinematografiche o musicali tutelate dalla proprietà intellettuale. E’ dunque essenziale chiarire l’espressione “ad esclusivo uso personale”.
Quarto, altre attività svolte utilizzando la rete, come l’acquisito di materiale pedofilo o pornografico e la diffusione della prostituzione, richiedono interventi specifici da parte della polizia e delle autorità inquirenti. E’ una questione che grava pesantemente sulle nostre coscienze.
Quinto, i pagamenti in Internet devono essere eseguiti in un modo da garantire la totale sicurezza ad ambedue le parti. Sesto, le pubblicità di prodotti o servizi acquistabili elettronicamente devono permettere ai potenziali clienti di verificare le informazioni fornite.
Settimo, la sicurezza delle transazioni bancarie eseguite con mezzi elettronici deve essere drasticamente migliorata. Ottavo, i mezzi digitali sono importanti per erogare alcuni servizi sanitari, diagnostici e di monitoraggio a distanza, segnatamente nelle zone più remote.
Nono, l’istruzione a distanza è importante. Infine, sarebbe bene anche ricordare che soprattutto i disabili traggono enormi benefici dall’opportunità di usare le piattaforme digitali come consumatori.
Concludendo, vorrei sottolineare che l’alta qualità, l’onestà, la trasparenza e la flessibilità devono essere caratteristiche essenziali del solido mercato di servizi digitali, aperto alla concorrenza, che intendiamo creare.
Heide Rühle, a nome del gruppo Verts/ALE. – (DE) Signor Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, vorrei ringraziare in modo particolare la relatrice perché, grazie all’impegno da lei profuso, oggi disponiamo di un’eccellente relazione di iniziativa da approvare. Spero e confido nel fatto che la Commissione farà proprie le raccomandazioni e le conclusioni della relazione quando riesaminerà le normative concernenti i diritti dei consumatori europei.
Il nostro gruppo appoggia la sua relazione, onorevole Roithová, come pure la maggior parte dei suoi emendamenti di compromesso. Ci rammarica, però, la sua decisione di indebolire la proposta relativa al tema del marchio di fiducia europeo, per cui non voteremo a favore dell’emendamento n. 4 e respingeremo anche gli emendamenti dei liberali.
Non è possibile permettere che i diritti di proprietà intellettuale erodano i diritti dei consumatori. I consumatori hanno bisogno di informazioni chiare sulla loro posizione giuridica in materia di gestione di diritti digitali e contenuto digitale. Hanno diritto a soluzioni interoperabili.
La relazione affronta aspetti importanti, che richiedono una Carta europea dei diritti degli utenti, la creazione di un sistema europeo di allerta rapida e di una banca dati per combattere le attività fraudolente su Internet, l’introduzione di un obbligo di audit esterno in merito a specifici servizi elettronici come l’on line banking e la standardizzazione delle disposizioni europee in materia di fatturazione elettronica transfrontaliera, ma richiedono anche un approccio globale coordinato all’ambiente digitale, ivi compresa un’analisi dei fattori esterni come la tutela della vita privata, l’accesso dei cittadini alle tecnologie dell’informazione e la sicurezza di Internet.
La relazione esorta inoltre la Commissione a esaminare misure per gestire le azioni di ricorso collettive in caso di controversie transfrontaliere tra imprese e consumatori nell’ambiente digitale. Noi appoggeremo la relazione e speriamo che venga adottata in plenaria.
Nils Lundgren, a nome del gruppo IND/DEM. – (SV) Signor Presidente, commercio e scambio di prodotti, servizi e capitali sono le basi della prosperità economica. Pertanto, qualunque tecnologia che riduca i costi delle transazioni per il commercio è anch’essa essenziale ai fini di una maggiore prosperità. In un mondo sempre più interconnesso grazie alle moderne comunicazioni, a metodi di pagamento sicuri e rapidi e all’abolizione di buona parte del protezionismo, i paesi del mondo che ora possono partecipare al commercio globale sono sempre più numerosi. A lungo termine, ciò andrà a beneficio di tutti gli abitanti del pianeta. Il compito più importante dell’Unione europea è dunque quello di adoperarsi al meglio per agevolare il commercio, prima di tutto all’interno dello spazio dell’Unione europea e poi tra l’area dell’Unione europea e il resto del mondo.
L’Unione europea è riuscita perfettamente ad agevolare il commercio all’interno del suo spazio geografico e ha dato un apporto notevole allo sviluppo economico dei suoi Stati membri. L’unica nota dolente è l’agricoltura: in questo settore non è avvenuta alcuna liberalizzazione e si deve fare ancora molto per promuovere la crescita.
Quanto agli scambi tra l’area dell’Unione europea e il resto del mondo, la situazione non è affatto così rosea. Il protezionismo dell’Unione europea nei confronti del mondo circostante è un fenomeno diffuso, che riguarda non solo il settore agricolo, ma anche i prodotti industriali ad alta intensità di manodopera. I costi economici per i paesi poveri del mondo e per i consumatori dell’Unione europea sono molto alti. E’ dunque innanzitutto in questi campi che vogliamo investire le nostre risorse politiche per elaborare una politica comunitaria che consenta di ottenere un aumento degli scambi commerciali e una maggiore prosperità.
Il commercio elettronico nell’Unione europea attualmente rappresenta un fenomeno limitato, ma oserei dire che siamo tutti persuasi del fatto che si tratta di una forma di commercio con un grande futuro. L’onorevole Roithová analizza dunque un ambito che in futuro si dimostrerà molto importante. La questione, tuttavia, riguarda il ruolo che l’Unione europea potrebbe svolgere al riguardo in questa fase di sviluppo del commercio elettronico.
L’onorevole Roithová e la commissione per l’industria, la ricerca e l’energia sostengono che i consumatori non osano effettuare acquisti transfrontalieri via Internet all’interno dell’Unione europea a causa della scarsa certezza giuridica. Forse è così, ma è un dato di fatto inconfutabile? Ogni nuovo ambito e ogni nuovo problema individuato vengono presentati in quest’Aula come prova della necessità che l’Unione europea intervenga. La noiosa frase “questo dimostra che l’Unione europea è necessaria” è ripetuta come un mantra. In qualunque analisi socioeconomica di tali problemi, però, si compie sempre prima il tentativo di stabilire quali siano le lacune del mercato, se possano essere corrette con misure politiche e, in caso affermativo, quali possano essere tali misure e a quale livello politico debbano applicarsi.
In quest’Aula, il vero punto di partenza è, nella maggior parte dei casi, che le lacune possono e devono essere colmate a livello comunitario. Ogni problema identificato viene assunto come pretesto per far avanzare le posizioni strategiche dell’Unione europea a spese degli Stati membri o di organismi internazionali di portata più globale. Sempre, man merkt die Absicht [“si nota l’intenzione”].
Il commercio elettronico è ancora agli albori. Non sappiamo cosa ne stia rallentando la crescita, in quali settori fiorirà e quali forme assumerà. Consiglierei dunque al Parlamento di opporsi a tutte le proposte riguardanti programmi di sovvenzionamento e campagne di educazione e informazione diretti e sponsorizzati dall’Unione europea, invitandolo ad attendere prima di chiedere carte dei diritti, meccanismi di composizione delle controversie e armonizzazione del diritto contrattuale a livello di Unione, così come lo esorto a rispondere negativamente a un logo per un marchio di fiducia europeo in questo campo.
I paesi e le regioni creativi e pionieristici in vari ambiti sono quelli che offrono agli imprenditori la libertà di trovare essi stessi soluzioni che politici o funzionari non sono normalmente in grado di ipotizzare. Per quanto concerne il commercio elettronico, si può constatare che le aziende sono fortemente incentivate a creare sicurezza per i consumatori. Tale sicurezza, pertanto, deriverà dal mercato finanziario con l’aiuto di nuovi servizi assicurativi e attraverso lo sviluppo di marchi da parte degli stessi produttori.
Milan Gaľa (PPE-DE). – (SK) Signor Presidente, in primo luogo vorrei ringraziare l’onorevole Roithová per la presente relazione, che risponde a un ambiente digitale caratterizzato da uno sviluppo dinamico. Per noi tutti, consumatori, imprenditori o commercianti, questo è un ambito della nostra vita quotidiana. Le nuove tecnologie offrono grandi opportunità di sfruttare appieno il mercato interno. Le statistiche, tuttavia, dimostrano che soltanto il 6 per cento dei consumatori europei partecipa a transazioni on line e il 33 per cento incontra problemi perché il paese di residenza è diverso da quello dei venditori dei prodotti.
Secondo il sondaggio di Eurobarometro, il 48 per cento dei commercianti nell’Unione europea è già pronto a vendere oltre confine, ma soltanto il 29 per cento delle aziende è effettivamente coinvolto in transazioni transfrontaliere con almeno un altro paese dell’Unione europea. Eppure, il 57 per cento dei rivenditori al dettaglio nell’Unione europea vende via Internet. Tra gli ostacoli più importanti alle transazioni transfrontaliere vi sono l’incertezza delle transazioni, le diverse regole contabili, le difficoltà nel risolvere reclami e controversie, le differenze a livello di normative nazionali in materia di tutela dei consumatori, i problemi in termini di fornitura di assistenza post-vendita, le spese aggiuntive derivanti dalla consegna transfrontaliera, nonché il costo delle traduzioni.
L’uso dell’ambiente on line è più complicato di quello dell’ambiente off line per le tante barriere che si frappongono. Proprio per questo reputo importante la proposta di elaborare una strategia per rafforzare la fiducia dei consumatori, che dovrebbe essere un tentativo di rispondere e intraprendere iniziative per rendere le transazioni in Internet più allettanti, ponendo dunque fine alla frammentazione del mercato interno nell’ambiente digitale; ciò dovrebbe comportare miglioramenti in termini di accesso a prodotti e servizi offerti on line in altri Stati membri.
Evelyne Gebhardt (PSE). – (DE) Signor Presidente, onorevole Roithová, la ringrazio sentitamente per la sua eccellente relazione, così come ringrazio la relatrice ombra, onorevole Herczog, responsabile della collaborazione con il mio gruppo in riferimento alla relazione.
Questo è un tema di particolare importanza per i nostri cittadini, ed è stato molto confortante sentire che la signora Commissario Kuneva intraprenderà azioni in tale ambito. Tale impegno è essenziale, e non possiamo far altro che appoggiarla nei suoi sforzi. La sosterremo senza riserve.
I nostri cittadini incontrano tutta una serie di problemi nell’ambiente digitale. I prodotti non arrivano o arrivano in ritardo. Talvolta capita che intendano ordinare un prodotto in un altro paese, ma non possono farlo perché l’azienda risponde che risiedono nel paese sbagliato, oppure che inoltrino un ordine per poi improvvisamente scoprire di aver aderito a una sottoscrizione. Questi sono i problemi riscontrati dai nostri cittadini. Ovviamente, all’interno dell’Unione europea esistono anche regolamenti molto efficaci in tale ambito, ma la situazione è estremamente disomogenea. E’ fondamentale che creiamo una legislazione positiva nel settore in questione, che risponda alle aspettative dei nostri cittadini e, cosa più importante, dei consumatori.
Vogliamo che, in tale ambito, i cittadini usufruiscano dei vantaggi del mercato unico. Ciò, tuttavia, potrà accadere soltanto se garantiremo loro certezza giuridica, se comprenderanno la base sulla quale possono svolgere transazioni, se capiranno che, quando hanno un problema con un’azienda, possono chiedere un risarcimento, e non attendere 12 o 15 anni per ottenere un risultato. Beneficeranno inoltre di un mercato più aperto se saranno in grado di raffrontare i prezzi e di accedere a maggiori informazioni. Come vedete, vi è ancora molto da fare in questo campo.
I cittadini non solo si aspettano che regolamentiamo il mercato interno e stabiliamo norme più semplici e costruttive per le aziende, garantendo in tal modo che le imprese siano libere di muoversi all’interno dell’Unione europea, ma si aspettano anche un’Europa che lavori per loro, in cui le politiche non siano studiate unicamente per incoraggiare l’economia, relegando i cittadini al ruolo di semplici contributori a quell’economia. Le politiche, invece, dovrebbero essere determinate anche dall’esigenza di tutelare i consumatori, soprattutto nel campo digitale. Dovrebbe essere chiaro che elaboriamo politiche per i consumatori e che l’economia è al loro servizio. Se ciò accadrà, signora Commissario, e so che questo è il suo intento, conseguiremo il nostro obiettivo, e segnatamente un’Europa per i cittadini, un’Europa in cui siano liberi di fare acquisti on line in un altro paese senza problemi od ostacoli e in cui abbiano diritti, ivi compresa la possibilità di ottenere riparazione. Lei sicuramente avrà il pieno appoggio del mio gruppo, signora Commissario, e saremo molto lieti di collaborare con lei per raggiungere gli obiettivi che intende perseguire.
Marek Aleksander Czarnecki (UEN). – (PL) Signor Presidente, ora il ruolo del mercato delle transazioni on line nel fornire prodotti, servizi e relative informazioni è inestimabile. L’onorevole Roithová ha giustamente sottolineato nella sua relazione che lo sviluppo e l’accresciuta importanza di questo mercato subisce la frammentazione presente tra i vari Stati membri dell’Unione europea.
Concordo sul fatto che la suddetta mancanza di armonizzazione delle disposizioni esistenti nel territorio dell’Unione europea e la mancanza di fiducia dei consumatori nelle transazioni sul mercato digitale possano compromettere la competitività dell’Unione europea sul mercato mondiale, soprattutto considerato che ora l’Europa è in ritardo rispetto agli Stati Uniti e ad alcuni paesi asiatici.
Creare un sistema europeo di informazione è sicuramente un’idea valida, sebbene richieda tempo e un enorme investimento finanziario. E’ evidente, infatti, che tale proposta può aumentare la sicurezza delle transazioni on line tra entità di paesi diversi, perché è proprio la diversità delle disposizioni tra gli Stati membri e la mancanza di accesso a tali disposizioni che le aziende lamentano come causa principale dell’incertezza nell’intraprendere transazioni del genere.
Ritengo che la situazione nei nuovi Stati membri, in cui vi è carenza di risorse finanziarie per le campagne di informazione sull’accesso ai servizi elettronici e la loro qualità, sia un tema particolarmente pressante. I singoli cittadini di questi paesi spesso non hanno accesso a siffatti servizi, soprattutto nelle zone rurali. La relazione giustamente fa riferimento alla discriminazione ai danni dei consumatori di questo gruppo di paesi per quanto riguarda il commercio elettronico. A mio parere, la Commissione dovrebbe affrontare tale situazione con urgenza, poiché tutti i consumatori dell’Unione hanno diritto alla parità di trattamento.