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Resoconto integrale delle discussioni
Lunedì 9 luglio 2007 - Strasburgo Edizione GU

14. Interventi di un minuto su questioni di rilevanza politica
Processo verbale
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  Presidente. – Ai sensi dell’articolo 144 del Regolamento, l’ordine del giorno reca gli interventi di un minuto su questioni di rilevanza politica.

 
  
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  Ovidiu Victor Ganţ (PPE-DE). – Preşedinţia germană a Uniunii Europene a început sub auspicii excelente pentru România, ţara noastră devenind membru la 1 ianuarie 2007. Acest moment istoric a fost validat în unanimitate în Parlamentul României odată cu Tratatul constituţional european.

Din păcate, acesta nu a fost adoptat, noi negocieri fiind iniţiate. În aceste condiţii politice apreciez în mod deosebit eforturile Germaniei şi ale doamnei cancelar Merkel în realizarea unui consens. Germania şi Franţa au pus împreună bazele Uniunii Europene, trecând peste resentimente seculare. De aici hotărârea şi perseverenţa cu care preşedinţia germană a căutat consensul.

 
  
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  Presidente. – La ringrazio. Non è necessario tradurre l’espressione pacta sunt servanda perché tutti ne conoscono il significato.

 
  
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  Árpád Duka-Zólyomi (PPE-DE).(SK) Prima dell’adesione all’Unione europea, la Slovacchia era riuscita a soddisfare piuttosto bene i criteri di Copenaghen, tra cui quelli sui diritti delle minoranze etniche.

Da quando il governo Fico è entrato in carica, tuttavia, la situazione è diventata assai incerta. E’ sempre più evidente che il governo sta gradualmente contestando e smantellando i diritti che le minoranze hanno conquistato a caro prezzo. Una delle prime promesse del governo fu che la situazione relativa ai diritti delle minoranze non sarebbe mutata in alcun modo. Come esempio potremmo ricordare il recente attacco verbale sferrato dal ministero della Cultura, che ha accusato un quotidiano in lingua ungherese pubblicato in Slovacchia di aver violato la legge per aver utilizzato toponimi ungheresi.

Queste accuse e le argomentazioni usate per giustificarle sono del tutto assurde, giacché il diritto di utilizzare la propria lingua madre nella toponomastica è garantito da accordi internazionali e richiesto dalla grammatica di ogni lingua, ungherese compreso. Il problema principale sta nel fatto che l’attuale legislazione linguistica contravviene agli accordi internazionali che sono stati ratificati dalla Repubblica slovacca. Vi è anche una certa riluttanza a garantire il rispetto degli obblighi assunti dalla Slovacchia in base alla Carta europea delle lingue regionali o minoritarie. E’ sconcertante che, ancora una volta, il governo Fico abbia deciso di riattizzare le tensioni tra la Slovacchia e l’Ungheria in merito a una questione su cui, negli ultimi anni, era scesa una relativa calma.

 
  
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  Presidente. – Vorrei ricordare all’Assemblea che a ogni intervento di un minuto è concesso un minuto.

 
  
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  Lasse Lehtinen (PSE).(FI) Signor Presidente, la Commissione ha promesso di pubblicare il 10 luglio un Libro bianco sullo sport. Le organizzazioni che si occupano di sport e attività fisiche in tutta Europa vorrebbero attribuire allo sport uno status speciale, affinché le norme dell’Unione sulla concorrenza e sul mercato interno non mettano a repentaglio la sua importanza sociale.

L’attività dilettantistica nello sport non deve soffrire solo perché gli sportivi di successo sono professionisti e vengono gestiti come un’attività economica. Soprattutto i paesi nordici vantano una lunga tradizione di lavoro volontario; il modello europeo, in cui spesso le organizzazioni di volontariato e la Chiesa gestiscono attività sportive, si è dimostrato ugualmente efficiente e si ispira agli stessi valori.

La Commissione e il Parlamento europeo devono applicare leggi che consentano allo sport di decidere autonomamente su molti problemi.

(Applausi)

 
  
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  Alexandru-Ioan Morţun (ALDE). – România a luat notă de adoptarea de către Adunarea Parlamentară a Consiliului Europei a raportului Dick Marty referitor la presupuse centre de detenţie. Regretăm că raportorul, în pofida invitaţiilor repetate de a se documenta la faţa locului, a preferat discuţiilor directe cu autorităţile române realizarea raportului în baza unor surse nenominalizate, a căror veridicitate nu a fost până acum probată.

Deoarece tema va fi reluată în curând în Comisia LIBE a Parlamentului European, România, într-un spirit de totală deschidere şi cooperare, doreşte să-i fie aduse la cunoştinţă probele care au stat la baza formulării unor acuzaţii atât de grave.

Solicităm acest lucru şi pentru a vedea dacă nu au existat şi alte informaţii rămase eventual neinvestigate la nivel naţional.

În plus, revenim asupra necesităţii ca domnul Dick Marty să dea curs invitaţiei de a se deplasa în România pentru avea discuţii directe cu autorităţile, pentru a fi confruntat nemijlocit cu rezultatele anchetei naţionale efectuate.

 
  
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  Andrzej Tomasz Zapałowski (UEN).(PL) Signor Presidente, negli ultimi mesi il presidente del gruppo PSE ha ripetutamente attaccato la Polonia e il suo governo. Nonostante egli abbia più volte dichiarato di voler combattere la xenofobia in Europa, si è comportato con arroganza e ha mosso accuse infondate nei confronti del mio paese. Simili attacchi non sono emersi nel corso di una discussione ragionevole, ma dimostrano semplicemente l’odio e il pregiudizio di cui sono vittima la Polonia e i suoi leader.

Mi rivolgo a lei, signor Presidente, affinché impedisca all’onorevole Schulz di abusare delle Istituzioni europee per alimentare l’inimicizia tra gli Stati membri. L’intolleranza dimostrata dall’onorevole Schulz per le nazioni che cercano di promuovere i propri interessi viola il codice etico che ogni deputato europeo dovrebbe osservare.

 
  
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  Presidente. – Lei si è rivolto a me nella mia veste di Presidente, e io credo che le sue affermazioni siano prive di fondamento. C’è stata una disputa di carattere politico, non priva di motivazioni, come il presidente del gruppo ha avuto modo di spiegare. Non vedo quindi alcun motivo per intervenire nel modo da lei richiesto.

 
  
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  Milan Horáček (Verts/ALE).(DE) Signor Presidente, nel suo nuovo rapporto di valutazione la Commissione ha attribuito alla Romania e alla Bulgaria il giudizio “insoddisfacente” per quanto riguarda la lotta contro la corruzione. Contemporaneamente, ha deciso di non applicare le clausole di salvaguardia; per di più, i Commissari hanno notevolmente annacquato i rapporti che originariamente contenevano critiche severissime contro il deficit nei settori della giustizia e dei procedimenti penali, e hanno cancellato molti passaggi che deploravano le evidenti carenze che tuttora sussistono rispetto agli standard dell’Unione europea.

Allo stesso tempo, i risultati della lotta contro la criminalità sono assai scarsi. Destano grave preoccupazione gli omicidi su commissione, e in particolare gli assassini di politici locali commessi a partire da gennaio. Fino a oggi, nessuno è stato accusato né condannato per tali reati.

Questo ricorso al guanto di velluto è dannoso non solo per il Parlamento, che aveva fatto delle clausole di salvaguardia un prerequisito per l’adesione di entrambi i paesi, ma anche per l’integrità dell’intera Unione europea, ed è quindi inaccettabile.

 
  
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  Willy Meyer Pleite (GUE/NGL).(ES) Signor Presidente, vorrei che le mie parole fossero un campanello d’allarme per il Parlamento e per le Istituzioni europee, in merito agli incidenti sul lavoro che si verificano nell’Unione europea.

In questo momento la Spagna occupa la prima posizione per il numero di incidenti sul lavoro, registrando il 20 per cento di tutti gli incidenti riscontrati nell’UE. La situazione è molto grave: soltanto nel mio paese, si contano 7 600 incidenti ogni 100 000 lavoratori dipendenti. Questa cifra dimostra quanto sia necessario invertire la rotta della nostra crescita economica, una crescita incontrollata che non tiene conto della qualità del lavoro.

In Spagna, in media, ogni settimana muoiono tre lavoratori a causa di incidenti sul posto di lavoro. La settimana scorsa, due persone sono morte mentre smontavano il palco utilizzato dai Rolling Stones per il loro concerto allo stadio Vicente Calderón di Madrid. Altri quattro lavoratori sono morti a Carboneras (Almería). Sono cifre che dimostrano la necessità di un cambiamento radicale per garantire la qualità dell’occupazione e porre fine agli incidenti sul lavoro e al lavoro precario.

 
  
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  Thomas Wise (IND/DEM).(EN) Signor Presidente, recentemente il governo belga ha approvato una legge che impone ai supermercati l’obbligo di far pagare le borse di plastica ai consumatori. Vorrei lodare quest’iniziativa, che rappresenta un passo avanti sulla strada della protezione ambientale. Una legge simile è stata approvata in Irlanda alcuni anni fa e ha registrato un grande successo, riducendo l’uso di questo tipo di borse anche del 90 per cento. Si dimostra così che gli Stati membri sanno risolvere benissimo i propri problemi quando possono gestire la vita del proprio paese in piena autonomia senza interferenze da parte dell’Unione europea. Noto però che il supermercato ubicato nel seminterrato del Parlamento a Bruxelles non fa pagare le borse di plastica. Ho scritto al direttore del supermercato chiedendo il motivo della mancata applicazione di questa legge nel suo negozio. Ma forse abbiamo qui un altro esempio di una legge che viene applicata ai comuni mortali ma ignorata per pochi privilegiati.

 
  
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  Presidente. – Onorevole Wise, mi consenta di dire che lei ha appena offerto un contributo all’europeizzazione della soluzione di questo problema. La ringrazio.

 
  
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  Десислав Чуколов (ITS). – Уважаеми г-н председател, уважаеми колеги, вземам думата сега, за да фокусирам вниманието ви върху огромния скандал, случващ се в България през последните няколко седмици.

Уволнен служител на Националната служба за охрана изнася факти, че български политици са следени от тази служба, като тази служба се води на пряко подчинение на президента на Република България Георги Първанов.

Преди време, г-н Pöttering, Вие приехте Първанов, въпреки изричното предупреждение на колегата ми Димитър Стоянов, че се срещате с агент на бившата Държавна сигурност. Сега се оказва, че този агент на Държавна сигурност и неговият приятел, вътрешният министър на Република България, Румен Петков, следят и подслушват български политици.

Аз като представител на най-силно изразената опозиционна партия у нас, „Атака“, изказвам възмущението си по този повод - следенето и подслушването на председателя на „Атака“ - г-н Волен Сидеров. Това не са голи твърдения. Това са факти, изнесени от подполковник Николай Марков - бивш служител на НСО. Ние от „Атака“ настояваме за изясняване на всеки детайл от този грозен случай и затова изискахме изслушването на всички страни в българския парламент. Управляващите у нас отново отказаха това, което идва да потвърди отново тяхната замесеност в този случай.

Накрая г-н президент, искам да Ви призова като ръководител на тази уважавана институция, каквато е Европейският парламент, да използвате влиянието и авторитета си пред властите в България, за да се сложи край на тези незаконни и недемократични действия.

 
  
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  Presidente. – I servizi del Parlamento esamineranno la questione che lei ha sollevato, e sono certo che mi offriranno la loro consulenza in materia.

 
  
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  Sergej Kozlík (NI). – (SK) Un anno fa la richiesta della Lituania di aderire alla zona dell’euro è stata respinta, benché questo paese avesse rispettato i criteri di Maastricht in misura assai maggiore e con notevole anticipo rispetto a gran parte dei membri della zona dell’euro. L’unico punto negativo stava nel fatto che il parametro dell’inflazione era stato superato di un decimo di punto percentuale; questo è bastato per negare alla Lituania l’accesso alla zona dell’euro, provocando una grave crisi nella politica interna lituana.

L’anno prossimo verrà valutata la richiesta della Slovacchia di aderire alla zona dell’euro. Attualmente, la Slovacchia è vicina a soddisfare i criteri di convergenza, ma girano voci secondo le quali la Banca centrale europea e la Commissione riterrebbero necessario garantire che i criteri vengano soddisfatti in modo sostenibile. Non ci sarebbe alcun problema, se questa “norma flessibile” venisse applicata indistintamente a tutti gli Stati membri della zona dell’euro. Un simile approccio ci spinge a interrogarci sulla sincerità del desiderio di estendere la zona dell’euro ai paesi dell’Europa orientale.

 
  
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  Georgios Papastamkos (PPE-DE).(EL) Signor Presidente, l’iniziativa della Presidenza tedesca di registrare il mandato negoziale per il Trattato di riforma sul cambiamento climatico è stata più che opportuna.

L’ambiente ha bisogno di una dimensione orizzontale, e dovremmo salvaguardare la logica orizzontale della politica ambientale nel Trattato di riforma, poiché la politica ambientale non è altro che un complesso di singole politiche; non è un’unica politica, ma un complesso di politiche diverse.

Credo inoltre che la diplomazia ambientale dell’Unione europea debba acquistare maggiore coesione rispetto al mondo esterno; se vogliamo ottenere risultati su scala globale, è anche necessario associare la diplomazia ambientale alla politica estera e di sicurezza comune, al commercio internazionale e alla politica di sviluppo europea. Infatti l’ambiente non ha confini: è un bene pubblico e, in quanto tale, dobbiamo proteggerlo attraverso associazioni internazionali.

 
  
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  Maria Matsouka (PSE).(EL) Signor Presidente, ritengo mio dovere informarvi sulla tragica situazione prodottasi in seguito ai licenziamenti effettuati nella ditta Dipasmata Drapetsonas.

I primi 380 lavoratori sono stati licenziati nel 1999. Nel 2003, la commissione per le petizioni ha deciso all’unanimità di chiedere la loro riassunzione. Nel 2006, la Corte suprema greca ha deciso, ancora una volta all’unanimità, che i licenziamenti erano nulli e illeciti.

Nonostante la battaglia giuridica e la rivendicazione dei loro diritti da parte della corte, 200 dei lavoratori licenziati sono ancora vittima di ingiustizie sociali e isolamento finanziario. Il governo greco si rifiuta di applicare perfino la sentenza del supremo organo giudiziario del paese.

Davanti a questo ostruzionismo politico senza precedenti, due membri del comitato di lotta, Francheskos Karakatsanis e Apostolos Panayiotidis, hanno cominciato, durante una terribile ondata di caldo, uno sciopero della fame che, dopo 12 giorni, li ha condotti al ricovero in ospedale.

Queste persone rivendicano l’ovvio diritto a una vita dignitosa per sé e per le proprie famiglie. Vi chiedo di adottare le misure più adeguate per la credibilità della nazione più favorita e per l’Europa sociale.

 
  
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  Diana Wallis (ALDE).(EN) Signor Presidente, trovo molto strano, nella mia veste di deputata al Parlamento europeo proveniente da un paese molto ricco e sviluppato, essere qui per attirare la vostra attenzione su una calamità naturale di immense proporzioni che ha investito la regione che io rappresento.

La settimana scorsa, a poche miglia da casa mia, ho visto abitazioni i cui giardini contenevano cataste di mobili, case abbandonate dai proprietari, che non osano tornare, case all’interno delle quali l’acqua dell’inondazione aveva raggiunto un metro d’altezza – o più – penetrando attraverso il pavimento a causa delle abbondanti precipitazioni: l’equivalente di due mesi di pioggia si è abbattuto sulla zona in appena 12 ore. Migliaia di abitazioni sono state distrutte, le scuole chiuse sine die, attività economiche e aziende agricole spazzate via – spesso in comunità che in passato avevano beneficiato dei Fondi strutturali europei.

Ieri sono arrivati autobus recanti aiuti umanitari – autobus che solitamente offrono questo servizio alle comunità dell’Africa. Ci troviamo davanti a una situazione assurda, irreale – eppure estremamente reale e devastante per le persone le cui abitazioni sono andate distrutte, insieme alle infrastrutture locali.

Ci auguriamo che il nostro governo chieda aiuto al Fondo di solidarietà dell’Unione europea, e spero che quest’Assemblea approvi tale richiesta. Sarebbe auspicabile che l’Assemblea mostrasse la propria solidarietà alle comunità dello Yorkshire.

 
  
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  Presidente. – La ringrazio, onorevole Wallis. Poiché si tratta del suo collegio elettorale, dobbiamo offrire la nostra solidarietà.

 
  
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  Marie Panayotopoulos-Cassiotou (PPE-DE).(EL) Signor Presidente, il suo commento di poco fa mi incoraggia a intervenire sul tema che avevo già scelto in precedenza; lei ha detto che non è necessario tradurre l’espressione pacta sunt servanda perché tutti ne conoscono il significato.

Quanti giovani europei studiano il latino e il greco antico, le lingue che fin dagli inizi sono state usate non soltanto per esprimere il pensiero europeo ma anche per dar voce alla spiritualità europea?

Nell’ambito del plurilinguismo sostenuto dall’Unione europea, non dobbiamo dimenticare queste due lingue – il latino e il greco antico – che rappresentavano la base espressiva dello spirito europeo; dobbiamo sostenerle con misure e programmi adeguati, affinché tutti i giovani europei abbiano la possibilità di studiare l’origine delle parole di cui fanno uso esprimendosi nelle moderne lingue europee.

Quando ascolto gli interventi dei colleghi in Parlamento, pur non parlandone la lingua, sono in grado di capire le parole che derivano dal latino e dal greco antico. Perché i giovani europei non dovrebbero avere la stessa opportunità?

 
  
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  Silvia-Adriana Ţicău (PSE). – Ca urmare a schimbărilor climatice, agricultorii europeni se confruntă tot mai des cu fenomene de secetă şi inundaţii.

Agricultorii din România se confruntă în acest an cu o secetă excesivă, ce a afectat toate culturile însămânţate în toamna anului 2006 şi primăvara anului 2007. În acest an, peste milion de agricultori din sudul, vestul şi estul României nu vor putea recolta nici măcar un kilogram de produs agricol de pe hectarul de teren arabil cultivat, ceea ce va aduce la o creştere explozivă a preţurilor pe piaţa românească la toate produsele agroalimentare şi la falimentul agricultorilor.

Uniunea Europeană trebuie să sprijine mai mult prin Fondul European de Solidaritate statele membre aflate în astfel de situaţii.

 
  
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  Marco Cappato (ALDE). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo appena inserito all’ordine del giorno di mercoledì la votazione sul parere del Parlamento sulla Conferenza intergovernativa.

Desidero soltanto attirare l’attenzione dei colleghi, in vista della riunione di questa sera della commissione affari costituzionali, sul fatto che in realtà in passato l’obbligatorietà del parere del Parlamento europeo – pur non essendo il nostro parere vincolante – era stata utilizzata, per esempio da Altiero Spinelli, per poter condizionare le decisioni di riforma dei tali trattati.

Il fatto di aver scelto invece dei tempi e delle procedure – mi si consenta – con ritmi quasi militari, per cui la commissione discute e vota immediatamente questa sera e poi il Parlamento si esprime mercoledì, equivale a rinunciare a quel potere di condizionamento che pure nella nostra Assemblea avremmo potuto e potremmo esercitare, ad esempio rispetto a chi vuole addirittura togliere i simboli di questa Europa dai trattati.

Io spero che questa sera qualcuno dei colleghi qui presenti voglia far presente, in commissione affari costituzionali, questa possibilità.

 
  
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  Presidente. – Onorevole Cappato, posso dirle che adotteremo la dichiarazione soltanto se, quando il Presidente del Consiglio europeo parlerà di fronte al Parlamento mercoledì prossimo, egli ci garantirà che il Parlamento sarà coinvolto a tutti i livelli procedurali. Questa è la nostra condizione. Lei potrà parlarne questa sera in sede di commissione per gli affari costituzionali.

 
  
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  Ryszard Czarnecki (UEN).(PL) Signor Presidente, in occasione dell’ultima seduta del Parlamento europeo, il Commissario Almunia ha sorpreso molti deputati dicendo, a nome della Commissione europea, che le conseguenze della mancata adesione alla zona dell’euro sarebbero state diverse per i nuovi Stati membri – quattro dei quali ha menzionato esplicitamente – rispetto ai vecchi, ossia il Regno Unito, la Svezia e la Danimarca. Questa dichiarazione, onesta ma allarmante, è la prova delle discriminazioni di cui sono vittima i nuovi Stati membri.

Riconoscendo che i nuovi Stati membri vanno trattati diversamente dai vecchi, il Commissario ammette che l’Europa, sia pure soltanto ufficiosamente, è stata davvero divisa in due: l’Europa di prima e di seconda categoria. Questa intollerabile situazione è emersa a tre anni di distanza dall’adesione all’Unione europea dei dieci nuovi Stati membri, e sei mesi dopo l’adesione degli ultimi due nuovi membri. Sarebbe utile che i rappresentanti della Commissione europea capissero che l’Unione è un soggetto unico, e che non esiste un’entità vecchia e quindi migliore da opporre a una nuova e peggiore.

 
  
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  Monica Maria Iacob-Ridzi (PPE-DE). – Procedura bugetară pentru anul 2008 deschide perspectiva unei posibile diminuări a fondurilor structurale şi de coeziune pe baza unei rate de absorbţie scăzute în 2007.

În primul an de implementare a unei noi programări financiare, toate statele Uniunii au o rată de absorbţie redusă pentru că trebuie să aştepte aprobarea de către Comisie a programelor operaţionale. Deşi România a fost printre primele ţări care au depus aceste documente, până în prezent ele nu au fost aprobate, în ciuda termenului de 4 luni adoptat de legislaţia europeană.

Întârzierea aprobării programelor operaţionale sectoriale reduce cu aproape un an perioada în care se pot depune proiecte pentru finanţare. Astfel, numeroase proiecte planificate pentru 2007 vor fi întârziate, ceea ce va antrena costuri economice considerabile.

În plus, se creează o discontinuitate în accesarea finanţărilor europene. Fondurile de pre-aderare au fost foarte bine absorbite -Phare în proporţie de 97%- şi sunt convinsă că la fel se va întâmpla şi cu cele structurale şi de coeziune.

Limitarea fondurilor structurale ar afecta într-o proporţie mai mare ultimele state care au aderat la Uniunea Europeană, România şi Bulgaria, care au deja alocate sume mai mici. Cele două ţări beneficiază împreună de un fond egal cu cel al Ungariei. Pentru toate aceste motive consider că reducerea sumelor destinate politicii de coeziune nu trebuie să se facă pe baza absorbţiei din anul curent.

Parlamentul European, ca instituţie care are ultimul cuvânt în privinţa fondurilor structurale, nu trebuie să permită acest lucru şi trebuie să solicite Comisiei Europene să urgenteze aprobarea programelor operaţionale.

 
  
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  Magda Kósáné Kovács (PSE) . – (HU) Da quando l’Europa centrale e orientale ha conosciuto significativi cambiamenti di regime, i diritti alla libertà di espressione e di riunione devono essere tutelati, per difenderli non tanto dallo Stato quanto dalle forze sempre più potenti di ideologie estremiste e neofasciste. In genere si tratta di raggruppamenti politici extraparlamentari ma assai violenti. In alcuni Stati, l’esclusione e l’intolleranza non sono estranee neppure alle politiche governative.

Varie minoranze nazionali, etniche e sessuali sono oggetto di intimidazioni. L’esercizio dei loro diritti viene limitato e ostacolato, e la loro dignità umana è soggetta a continue umiliazioni. Nelle ultime settimane in diversi Stati membri gli omosessuali hanno manifestato per affermare la parità di diritti. In alcuni paesi le dimostrazioni di milioni di persone si sono svolte senza alcun problema; altrove, le forze dell’estrema destra hanno provocato veri e propri scontri di piazza.

Ricordando il discorso di addio del Presidente francese Jacques Chirac, chiedo a tutte le forze conservatrici europee, sia a livello europeo che a livello nazionale, di offrire il proprio aiuto a tutte le persone in pericolo e ai loro sostenitori. Difendiamo insieme la dignità dei cittadini europei, e opponiamoci all’omofobia e a ogni comportamento teso all’emarginazione. Se oggi non riusciremo a proteggere il diritto alla differenza, domani forse non saremo in grado di proteggere noi stessi.

 
  
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  Pedro Guerreiro (GUE/NGL).(PT) Vorrei esaltare la manifestazione dei lavoratori portoghesi, tenutasi il 5 luglio a Guimarães e organizzata dalla loro confederazione sindacale, la CGTP-IN. Sostengo senza riserve la loro lotta, audace e generosa, contro le nuove misure volte a favorire i licenziamenti senza giusta causa, la deregolamentazione e l’arbitraria definizione delle condizioni di lavoro, il peggioramento della contrattazione collettiva e l’attacco all’organizzazione dei lavoratori, in particolare ai sindacati.

Queste proposte inaccettabili fanno parte dell’offensiva senza precedenti lanciata contro il lavoro e nota come “flessicurezza”, che è stata sancita nei Libri verdi o nelle comunicazioni della Comunità e nei Libri bianchi nazionali, il cui obiettivo è quello di generalizzare la precarietà del lavoro, inasprire lo sfruttamento e ridurre i diritti dei lavoratori per accrescere i profitti dei grandi gruppi economici e finanziari. Dopo il grande sciopero generale del 30 maggio, questa lotta incessante e generosa porterà migliaia di dipendenti del settore pubblico a manifestare il prossimo giovedì, e molte migliaia di altri lavoratori a partecipare alla manifestazione prevista per il 18 ottobre a Lisbona.

 
  
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  Czesław Adam Siekierski (PPE-DE).(PL) Signor Presidente, l’alternarsi alla Presidenza dell’Unione europea dei diversi Stati membri, che assumono tale carica a turno per sei mesi, indirizza tutte le attività e gli sforzi a raggiungere a ogni costo gli obiettivi fissati, in un lasso di tempo molto breve. Questo sistema genera tensioni, a causa dell’indebita accelerazione di alcuni processi decisionali.

Il Trattato costituzionale rappresenta un tipico esempio. Il cosiddetto periodo di riflessione è stato troppo lungo. La questione è rimasta in sospeso, senza essere oggetto di opportune analisi, contrariamente a quanto era stato previsto.

Durante i sei mesi della Presidenza tedesca, è stato difficile recuperare le occasioni perdute, e il tempo a disposizione non ha consentito di svolgere un dibattito approfondito sulle migliori soluzioni possibili. Una situazione simile potrebbe ripetersi se, soprattutto con l’arrivo delle vacanze, dedicassimo poco tempo alla Conferenza intergovernativa. Corriamo il rischio, ancora una volta, di adottare decisioni importanti in fretta e furia e senza la necessaria preparazione.

 
  
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  Marc Tarabella (PSE). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, eccezionalmente parlerò in lingua italiana per criticare il criptaggio e l’oscuramento di alcuni programmi diffusi dalla RAI all’estero: si tratta di partite di calcio, di Gran Premi di Formula 1 ma anche di filmati, di serie televisive e di cartoni animati.

Penso a tutti coloro che hanno dovuto lasciare il loro paese tanti anni fa e ai loro figli e che vogliono conservare un legame con la cultura italiana. Vedere che le altre televisioni europee trasmettono in chiaro rende la cosa anche più incomprensibile: si tratta di un’ingiustizia e, in quanto portavoce della comunità italiana all’estero in quest’Aula, sostengo pienamente la petizione www.petizionerai.org, cui auguro un grande successo.

 
  
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  Cristian Silviu Buşoi (ALDE). – Doresc să salut decizia Conferinţei ministeriale a Tratatului Comunităţii Energetice din sud-estul Europei din Muntenegru, din 29 iunie, de a deschide negocierile privind aderarea Moldovei şi Ucrainei la Comunitatea Energetică din sud-estul Europei.

Aderarea Moldovei la acest tratat înseamnă adoptarea legislaţiei comunitare în domeniul energiei şi al mediului; înseamnă integrarea în piaţa europeană de energie electrică şi gaze naturale; înseamnă o perspectivă europeană pentru această ţară; înseamnă în fapt un mare pas înainte către Uniunea Europeană.

Apreciez (că) termenul de 31 decembrie 2007 asumat pentru finalizarea negocierilor privind aderarea Moldovei ca fiind unul realist. Având în vedere că aceste negocieri se vor purta cu Comisia Europeană, solicit Comisiei Europene să nu facă nici un fel de asociere între aderarea-tratat a Moldovei şi cea a Ucrainei.

Negocierile trebuie purtate separat, iar aderarea trebuie să se facă în funcţie de meritele proprii ale fiecărei ţări. Datorită modului în care Ucraina abordează problematica mediului înconjurător, inclusiv în problema în canalului Bâstroe şi a situaţiei cu standardele de securitate nucleară, este posibil ca aderare Ucrainei să întârzie. Ar fi incorect ca într-o astfel de situaţie aderarea Moldovei să fie întârziată datorită problemelor Ucrainei.

 
  
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  Péter Olajos (PPE-DE). (HU) Lo scorso fine settimana, mentre in tutti e sette i continenti era in corso il concerto Live Earth, per rilanciare la necessità di arrestare il cambiamento climatico e ridurre le emissioni di anidride carbonica, in Slovacchia è stato dato un annuncio sconcertante. Ad appena venti chilometri dalla storica regione vinicola del Tokaj, una società di investimenti ha intenzione di costruire la più grande centrale elettrica a carbone della Slovacchia.

Una volta operativo, l’impianto emetterà ogni anno quattro milioni di tonnellate di sostanze pericolose. A causa della prevalente direzione del vento, questa enorme quantità di aria inquinata si riverserà quasi interamente sull’Ungheria, proprio dove si trovano le famose colline del Tokaj, un sito classificato come patrimonio mondiale. In questa zona inoltre si trova il parco nazionale Bükk, che è un’importante zona Natura 2000. E’ qui che l’inquinamento verrebbe a depositarsi, sotto forma di pioggia acida e fuliggine.

Oggi, mentre lottiamo disperatamente per ridurre le emissioni di anidride carbonica e preservare la biodiversità, nessuno Stato membro dell’Unione europea può permettersi di ignorare gli impegni e i valori comuni che ci legano ai paesi confinanti e a tutti gli altri Stati membri. Chiedo quindi ai colleghi, e in particolare ai colleghi slovacchi, di levare la propria voce per opporsi a questo progetto. Non basta applaudire ai concerti, bisogna agire.

 
  
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  Proinsias De Rossa (PSE). – Signor Presidente, sono preoccupato per la situazione degli stranieri che svolgono il ruolo di lettori nelle università italiane. Sono ormai vent’anni che lottano per avere pari diritti; hanno vinto ben quattro cause davanti alla Corte di giustizia delle Comunità europee, ma le università italiane persistono nel loro comportamento discriminatorio. Di recente, la Corte di giustizia ha emesso, in modo del tutto incomprensibile, una sentenza favorevole all’Italia, contrariamente al parere dell’Avvocato generale. La Commissione adesso ha chiuso il caso che era stato aperto contro l’Italia, anziché cercare una revisione della nuova sentenza della Corte di giustizia. Questa decisione è stata presa nonostante le prove documentarie che dimostrano il perpetuarsi delle discriminazioni.

Invito il Presidente a mettersi in contatto con la Commissione – con il Commissario Špidla in particolare – e insisto affinché la Commissione rispetti e difenda il diritto dei cittadini europei alla parità di trattamento sul posto di lavoro, ovunque essi svolgano la propria attività. Le invierò tutte le informazioni necessarie per dar seguito alla questione.

 
  
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  Richard James Ashworth (PPE-DE).(EN) Signor Presidente, saprà certamente che un milione di cittadini europei ha firmato una petizione per chiedere che il nostro Parlamento abbia un’unica sede; è stata un’importante manifestazione della volontà popolare, non soltanto perché in tal modo il Parlamento potrà risparmiare circa 200 milioni di euro all’anno di denaro dei contribuenti ma anche perché noi, come parlamentari dotati di senso di responsabilità, dimostreremo finalmente di agire per ridurre le nostre emissioni di anidride carbonica. Nella nostra veste di deputati di questo Parlamento, abbiamo il dovere di ascoltare e soddisfare le richieste dei nostri cittadini.

Si tratta però di una questione che può essere affrontata esclusivamente dalla Conferenza intergovernativa. Invito quindi la Presidenza e l’Ufficio di presidenza ad agire in merito, e a sollevare la questione prima della prossima Conferenza intergovernativa. E’ giunto il momento che il Parlamento dia ascolto alle preoccupazioni e alle richieste di un milione di cittadini europei, e dedichi al problema l’attenzione che merita.

 
  
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  Brian Simpson (PSE).(EN) Signor Presidente, lo scorso fine settimana a Heidelberg si è disputato il primo incontro di rugby league – lo splendido rugby a tredici – tra Germania e Serbia. Tuttavia l’HTV, il club di rugby a 15 di Heidelberg, con l’appoggio della Federazione tedesca di rugby a 15, ha cercato di sabotare questo importante evento adottando un comportamento volgarmente antisportivo. Costoro hanno strappato i manifesti che annunciavano l’incontro e hanno minacciato i giocatori tedeschi: a chi avesse giocato nella nazionale di rugby a 13 sarebbe stato proibito di giocare nelle squadre di rugby a 15. Prima dell’esecuzione degli inni nazionali, l’allenatore della nazionale tedesca di rugby a 15 ha minacciato un giocatore, impedendogli di scendere in campo per il suo paese. Nonostante il divieto delle autorità locali, il giorno precedente l’incontro internazionale di rugby a 13 l’HTV ha disputato una partita nel medesimo stadio, rovinando così la superficie del campo da gioco. L’incontro di rugby a 13 Germania-Serbia è stato riconosciuto come incontro internazionale dalla Rugby League International Board European Federation.

Il comportamento dell’HTV e della Federazione tedesca di rugby a 15, degno di una repubblica delle banane e non di uno Stato membro dell’Unione europea, prova il fanatismo di queste due associazioni; il loro atteggiamento vergognoso ha disgustato gli spettatori. Questi palesi atti di discriminazione e intimidazione sono intollerabili e, mi auguro, saranno condannati da quest’Assemblea e dalla Commissione. Chiedo alle autorità tedesche di ritirare ogni forma di sostegno all’HTV e alla Federazione tedesca di rugby a 15 finché il loro atteggiamento non sarà cambiato.

 
  
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  Marios Matsakis (ALDE).(EN) Signor Presidente, la settimana scorsa la comunità internazionale ha assistito con grande sollievo e soddisfazione alla liberazione del corrispondente da Gaza della BBC Alan Johnston. Come sapete, il giornalista era stato rapito quattro mesi prima da un gruppo di estremisti islamici, e la sua liberazione è stata possibile, essenzialmente, grazie all’intermediazione di Hamas. Hamas non è certo un’organizzazione umanitaria, ma il fatto che di recente abbia assunto il controllo di Gaza ha prodotto una serie di effetti positivi, al di là del rilascio di Alan; ha portato pace e stabilità, e ha sensibilmente diminuito la dilagante corruzione nella zona. I rappresentanti di Hamas sono stati democraticamente eletti nelle ultime elezioni e godono di un diffuso sostegno popolare tra i palestinesi. Tutti questi fattori dovrebbero indurre l’occidente a riconsiderare il ruolo di Hamas nella questione mediorientale, e la possibilità di cancellare il nome di Hamas dalla lista delle organizzazioni terroristiche.

 
  
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  Bogusław Rogalski (UEN).(PL) Signor Presidente, desidero sottoporre alla vostra attenzione un testo in cui si legge quanto segue: “I padri tendono a trascurare il clitoride e la vagina delle proprie figlie. Raramente accarezzano queste parti del corpo, eppure è l’unico modo per far sì che le bambine, fin da piccole, siano orgogliose della propria sessualità. I bambini toccano frequentemente il corpo del padre e talvolta lo eccitano. I padri dovrebbero fare altrettanto”.

Queste agghiaccianti e sconvolgenti dichiarazioni, ispirate da un animo perverso, sono tratte da un opuscolo ufficiale che si intitola L’amore, il corpo e il gioco del dottore, pubblicato dal Centro federale tedesco per l’educazione sanitaria. L’opuscolo è indirizzato ai genitori di bambini da uno a tre anni di età. E’ una lettura obbligatoria in nove Länder tedeschi, e viene usato nell’ambito della formazione del personale di nidi e scuole materne.

Signor Presidente, è inaccettabile che un’istituzione posta sotto l’egida del ministero della Famiglia stia incoraggiando con questo opuscolo l’incesto e la pedofilia. Invito la competente commissione del Parlamento europeo a occuparsi di pubblicazioni ufficiali governative di questo tipo. Non possiamo permettere che opuscoli ufficiali incoraggino la pedofilia e l’incesto negli Stati membri.

 
  
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  Ioannis Gklavakis (PPE-DE).(EL) Signor Presidente, in Grecia quest’anno abbiamo registrato una grave carenza di piogge, che ha provocato sensibili danni alla produzione del settore agricolo e dell’allevamento. Purtroppo, fin dai primi giorni d’estate, le temperature in tutto il sud-est europeo sono state eccezionalmente alte, e si sono protratte per più di dieci giorni consecutivi, associandosi a incendi catastrofici.

Nel mio paese, sulla penisola di Pilion e sul monte Parnitha – un imponente massiccio dell’Attica che è stato dichiarato parco nazionale nel 1961 – sono andate distrutte ampie zone. Si trattava di una pineta unica nel suo genere, che contava 1 100 specie di piante, alcune delle quali endemiche, che crescevano soltanto in questa zona, e ospitava 23 specie rare di animali a rischio di estinzione, tra cui la popolazione di cervo rosso più numerosa di tutto il paese.

Purtroppo negli ultimi anni i danni ambientali hanno assunto dimensioni spaventose.

Chiedo quindi di lanciare, con estrema serietà, una campagna di informazione globale, su iniziativa dell’Unione europea, in merito ai principali problemi che affliggono il pianeta e che, oltre alla distruzione delle foreste che interessa tutto il mondo, comprendono l’inquinamento e l’eccessivo sfruttamento dei mari, la contaminazione del suolo e l’inquinamento atmosferico.

Tutti questi fattori contribuiscono allo squilibrio ecologico della natura e alla perdita di biodiversità. Prima che sia troppo tardi, dobbiamo avviare azioni e iniziative per salvare il nostro pianeta, perché presto la situazione sarà irreversibile. Lo dobbiamo alle generazioni future, lo dobbiamo ai nostri figli.

 
  
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  Jörg Leichtfried (PSE).(DE) Signor Presidente, oggi vorrei attirare la vostra attenzione sui rom e sui sinti che vivono in Europa. Con i suoi dodici milioni di persone situate ai margini della società, questo gruppo rappresenta la più grande minoranza europea. La situazione dei rom e dei sinti è sconvolgente. La quotidiana esperienza del razzismo e delle discriminazioni, nonché la generale mancanza di prospettive, impediscono a questo gruppo etnico di integrarsi nella nostra società democratica e pluralistica.

Sono stato particolarmente turbato dalle dichiarazioni di un sedicente politico austriaco – una vergogna per la nostra professione – il quale recentemente ha dichiarato che se queste persone vengono trovate a mendicare dovrebbero essere cacciate dalle strade con getti di vapore. Constato quindi con piacere che in Austria esiste un altro movimento, l’Iniziativa Graz, che si occupa dei problemi di questo gruppo e si è assunto l’impegno di aiutare i rom e i sinti a uscire dalla difficile situazione in cui versano, nonché di promuoverne l’integrazione. La settimana scorsa importanti esponenti di questa Iniziativa hanno partecipato a numerose riunioni tenutesi a Bruxelles, per cercare di risolvere i problemi di questo gruppo insieme ai rappresentanti del Parlamento europeo e della Commissione.

Desidero congratularmi con questa Iniziativa per la sua attività; è l’approccio giusto per risolvere questi problemi in Europa.

 
  
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  Geoffrey Van Orden (PPE-DE).(EN) Signor Presidente, mentre il disastro incombe sullo Zimbabwe, molti di noi apprendono con turbamento che la Presidenza dell’Unione europea avrebbe intenzione di invitare Robert Mugabe al previsto Vertice UE-Africa che si terrà a Lisbona.

Mugabe, naturalmente, è il diretto responsabile della tragedia dello Zimbabwe e figura al primo posto nell’elenco dei cittadini di quel paese cui le sanzioni mirate dell’UE vietano l’ingresso nei paesi dell’Unione.

Il Parlamento non ignora l’importanza del Vertice, ma ha espresso chiaramente la propria opinione; recentemente, nella risoluzione del 26 aprile, la nostra Assemblea ha invitato il Consiglio ad “assicurare che nessuna delle persone bandite sia invitata o partecipi al previsto Vertice UE-Africa che si svolgerà a Lisbona in dicembre”. Se l’Unione europea vuole mantenere la sua credibilità, deve almeno rispettare le politiche di sanzioni che essa stessa ha varato.

Noto con disappunto, signor Presidente, che in Aula non è presente alcun rappresentante del Consiglio, ma le chiedo comunque di riaffermare con estrema decisione, presso il Consiglio, l’esplicita politica del Parlamento.

 
  
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  Tunne Kelam (PPE-DE).(EN) Signor Presidente, nel corso dei decenni gli Stati europei hanno imparato a mostrare un minimo rispetto per la cultura e la religione di milioni di immigrati. Purtroppo, è vero il contrario per gran parte dei paesi d’origine di quelle stesse persone.

Nel Medio Oriente, in Asia e in Africa, coloro che professano confessioni cristiane devono frequentemente subire discriminazioni di natura sociale, politica ed economica. In pratica, in tutti i paesi musulmani, coloro che decidono di aderire a una chiesa cristiana lo fanno a rischio della vita. In tutti questi paesi la tradizionale popolazione cristiana ha registrato un sensibile calo; anche in un paese ufficialmente laico come la Turchia, i cristiani sono oggetto di intimidazioni e persecuzioni, e talvolta vengono addirittura uccisi. Non si può fare a meno di approvare la proposta avanzata da un noto commentatore, secondo il quale la Turchia sarà pronta ad aderire all’Unione europea soltanto quando in Turchia si potrà costruire una chiesa cristiana con la stessa facilità con cui oggi si costruisce una moschea turca in Germania.

Invito la Commissione e il Consiglio a rivolgere urgente attenzione a questo aspetto, nei rapporti con quei governi che non rispettano né proteggono in alcun modo le minoranze cristiane locali.

 
  
  

PRESIDENZA DELL’ON. SIWIEC
Vicepresidente

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

 
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