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Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 11 luglio 2007 - Strasburgo Edizione GU

Controllo democratico nell’ambito dello strumento di cooperazione allo sviluppo (discussione)
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  Gay Mitchell, a nome del gruppo PPE-DE. – (EN) Signora Presidente, ho molto apprezzato i commenti e il contenuto della risposta fornita dal Commissario qui questa sera. Devo dire che non potevo aspettarmi di meglio da lei. Ho riscontrato nel corso di tutto l’iter dello strumento di cooperazione allo sviluppo che spesso, quando ci trovavamo in fase di stallo, lei era certamente di grande aiuto nel tentare di far ripartire la situazione, così come il suo collega, il Commissario Michel.

Ho inoltre ascoltato con piacere ciò che lei aveva da dire riguardo ai programmi d’azione annuali, poiché dobbiamo davvero attenerci a quanto scritto nella lettera che il Commissario Ferrero-Waldner e il Commissario Michel hanno inviato all’onorevole Morgantini e a me in qualità di relatore sullo strumento di cooperazione allo sviluppo, in quanto risulta chiaro che il Parlamento stesso deciderebbe quali strutture creare e i programmi e i documenti di strategia da esaminare.

Ho il dovere di affermare altresì che, dato che lo strumento di cooperazione allo sviluppo è stato approvato soltanto lo scorso dicembre e che è un procedimento molto nuovo per tutti noi, il Parlamento è partito con slancio. In alcune occasioni, ho udito opinioni negative riguardo al comportamento di alcuni membri della Commissione relativamente ai programmi d’azione annuali. Nella mia esperienza di presidente del gruppo C, che esamina alcuni paesi dell’America latina, posso dire che la cooperazione è stata molto positiva. E ritengo che il Commissario dovrebbe incoraggiare il proseguimento di tale buona cooperazione in quanto crea un’atmosfera positiva e buoni rapporti di lavoro. Ci consente inoltre di apportare la nostra migliore esperienza al fine di affrontare le questioni cui noi tutti siamo interessati, e mi riferisco agli Obiettivi di sviluppo del Millennio e alle esigenze delle popolazioni molto povere che vivono in ogni parte del mondo che soffre.

Desidero sottolineare l’importanza del momento presente. La Commissione e il Parlamento hanno lavorato molto al fine di consentire all’Unione europea di attuare al meglio le proprie politiche di sviluppo. Nel corso dei negoziati relativi allo strumento di cooperazione allo sviluppo, abbiamo chiarito di non voler essere coinvolti nella microgestione. Quest’ultima spetta alla Commissione e al Consiglio, ma noi vogliamo la supervisione. Il Parlamento ha il diritto di controllo e la Commissione non deve temere il suo coinvolgimento in questo senso. Noi, la Commissione e il Consiglio dobbiamo collaborare nel tentativo di essere efficienti, e non in competizione e cercare di mantenere le cose riservate tra di noi. In quale modo possiamo collaborare per fornire un’efficace assistenza ai paesi che desideriamo aiutare?

I primi passi del nuovo strumento di cooperazione allo sviluppo sono già stati compiuti e abbiamo tutti la responsabilità di garantirne la riuscita. Lo strumento di cooperazione allo sviluppo ha formalizzato le strutture, riconoscendo l’importante funzione che il Parlamento dovrebbe esercitare nel suo ruolo di supervisione e di consulenza. Abbiamo lavorato duramente nell’esaminare con scrupolo i documenti di strategia elaborati dalla Commissione e nel formulare le posizioni sui differenti aspetti di tali strategie. Ritengo che la Commissione dovrebbe riflettere attentamente sull’inserimento delle nostre posizioni nei documenti di strategia.

Come parte del nostro ruolo di controllo, dobbiamo insistere affinché questa politica si concentri continuamente sul conseguimento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio intesi all’eradicazione di alcune tra le peggiori forme di povertà nel mondo. Il Parlamento ha costante bisogno di ricevere garanzie al riguardo.

Sono stato molto stupito nel sentir dire all’inizio dell’anno dalla Presidenza tedesca che avrebbe inoltrato i documenti relativi ai paesi ACP al Parlamento nello stesso modo in cui erano stati trasmessi quelli relativi ai paesi dell’Asia e dell’America latina.

Ora capisco il motivo per cui uno Stato membro, benché io non sia favorevole, abbia sollevato alcune obiezioni in merito. Sono consapevole che esistono numerosi documenti di questo tipo e che sembra molto opportuno che vengano esaminati dall’Assemblea parlamentare paritetica e dai paesi ACP. Tuttavia, a differenza del Parlamento, l’Assemblea parlamentare paritetica e i rappresentanti eletti dei paesi di Africa, Caraibi e Pacifico di tale Assemblea non sono in sessione permanente, e non sono presenti strutture adeguate al livello di valutazione richiesto.

Disponiamo di tre commissioni permanenti e forse, potremmo selezionarne alcuni aspetti ed esaminarli, sulla base di un controllo selettivo. Ciò nonostante, questo non deve interferire in alcun modo con la necessità di questo Parlamento di ottenere i documenti che esso desidera e di esaminarli nel miglior modo possibile.

Il nostro obiettivo dovrebbe essere sempre quello di conseguire gli Obiettivi di sviluppo del Millennio. Non siamo in competizione e possiamo collaborare. Per due anni, nel corso dell’iter dello strumento di cooperazione allo sviluppo, abbiamo cercato di persuadere la Commissione e altri che eravamo davvero impegnati nel tentativo di trovare un ottimo strumento. Infine, quando abbiamo ascoltato, abbiamo trovato tale strumento.

Signor Commissario, non ascoltate i cattivi consigli. Non ascoltate le persone che creano impedimenti. Facciamo parte della stessa squadra e desideriamo raggiungere gli Obiettivi di sviluppo del Millennio. Non nascondete al Parlamento le informazioni di cui dovrebbe disporre a pieno diritto nel suo ruolo di supervisione. Vi potrete rendere conto che risponderemo con generosità, efficacia e disponibilità.

Vi ringrazio molto per il vostro contributo qui questa sera.

 
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