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Procedura : 2007/2015(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A6-0217/2007

Testi presentati :

A6-0217/2007

Discussioni :

PV 12/07/2007 - 3
CRE 12/07/2007 - 3

Votazioni :

PV 12/07/2007 - 6.15
CRE 12/07/2007 - 6.15
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P6_TA(2007)0355

Resoconto integrale delle discussioni
Giovedì 12 luglio 2007 - Strasburgo Edizione GU

3. Mandato negoziale relativo a un nuovo accordo rafforzato tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e l’Ucraina, dall’altra (discussione)
Processo verbale
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  Presidente. – L’ordine del giorno reca la relazione (A6-0217/2007), presentata dall’onorevole Michał Tomasz Kamiński a nome della commissione per gli affari esteri, recante una proposta di raccomandazione del Parlamento europeo destinata al Consiglio su un mandato negoziale per un nuovo accordo rafforzato tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da un lato, e l’Ucraina, dall’altro [2007/2015(INI)].

 
  
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  Michał Tomasz Kamiński (UEN), relatore. – (PL) Signor Presidente, la relazione in discussione, in merito alla quale voteremo in data odierna, riguarda l’accordo per il rafforzamento della cooperazione tra Unione europea e Ucraina. Nel mio intervento non intendo ripercorrere il contenuto della relazione. Vorrei invece concentrarmi sul contesto più ampio nel quale la relazione va inserita.

In primo luogo, la relazione contiene una valutazione realistica della situazione in Ucraina e, pertanto, da un lato riconosce che dovremmo apprezzare il grande impegno profuso dal popolo e dallo Stato ucraino sulla via verso la realizzazione di una piena democrazia, un’economia di mercato e il rispetto dei diritti dell’uomo, dall’altro aggiunge che, durante i circa dodici anni di indipendenza, l’Ucraina ha compiuto grandi progressi per quanto concerne la creazione di una società europea moderna.

Oggi l’Ucraina è un paese tollerante, libero e democratico, un paese in cui, in ultima analisi, la maggior parte della popolazione sostiene l’integrazione nell’Unione europea, come risulta da tutti i sondaggi di opinione. Tuttavia, poiché nella relazione abbiamo cercato di esaminare ogni aspetto, va altresì sottolineato il fatto che l’Ucraina è afflitta da alcuni problemi, che esortiamo il governo ucraino ad affrontare, problemi legati, tra l’altro, al libero e corretto funzionamento nel paese delle imprese straniere, ivi comprese quelle dell’Unione europea. Vi sono inoltre casi di attività criminale che il governo ucraino ha dichiarato di voler combattere, e dovremmo applaudire tale scelta.

Vorrei per inciso sottolineare che, durante il lavoro svolto per la preparazione della relazione, i colleghi di tutti i gruppi interessati alle difficoltà dell’Ucraina hanno dimostrato un forte senso di solidarietà. Ringrazierei pertanto, tra i tanti, l’onorevole Siwiec del PSE, che è qui oggi con noi. In quanto Vicepresidente del Parlamento europeo e responsabile per le relazioni con l’Ucraina, mi ha aiutato moltissimo.

Sin dall’inizio, desideravo che la presente relazione fosse un documento in grado di unire, anziché dividere, il Parlamento. Volevo che fosse un documento in merito al quale avremmo ricercato un consenso. Oggi pare opportuno che il Parlamento europeo, Istituzione alla quale il popolo ucraino presta attenzione, invii un segnale che dimostri agli ucraini che l’Unione europea non intende chiudere loro le porte, sebbene nel contempo valuti l’adesione dell’Ucraina in termini realistici, soprattutto come un passo che non sarà compiuto in un immediato futuro.

Questa grande nazione è una nazione europea e chiunque sia stato in Ucraina può facilmente confermare quanto sia rappresentato nel paese il patrimonio culturale europeo. Basta pensare a Kiev come culla della cristianità in Europa orientale per rendersi conto che il popolo e lo Stato ucraino meritano pienamente di essere descritti come nazione europea che noi, Parlamento europeo, Unione europea, dovremmo trattare con amicizia e rispetto.

Spero che, come ho già ribadito, la presente relazione venga considerata dall’Aula come un documento di compromesso, un documento che rispecchia la buona volontà della nostra Istituzione, il Parlamento europeo, nei confronti del popolo ucraino.

 
  
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  Janez Potočnik, Membro della Commissione. – (EN) Signor Presidente, onorevoli parlamentari, a nome della mia collega, Commissario Ferrero-Waldner, che oggi sostituisco, colgo l’occasione per discutere le relazioni tra Unione europea e Ucraina sulla base dell’eccellente relazione stilata dall’onorevole Kamiński.

La presente relazione è un documento politico equilibrato che contiene messaggi chiari. Come ben sapete, la situazione in Ucraina resta difficile ed è fondamentale che l’accordo del 27 maggio con il quale il Presidente Yushchenko e il Primo Ministro Yanukovych si sono impegnati a indire elezioni anticipate il 30 settembre venga rispettato. Gli attori principali devono stabilizzare la situazione politica del paese e devono istituire un sistema costituzionale sostenibile. Soltanto così potranno creare le condizioni affinché il paese proceda con le riforme politiche ed economiche basandosi sul rispetto dei principi di democrazia, Stato di diritto, diritti dell’uomo ed economia di mercato.

Per quanto concerne le elezioni, è assolutamente indispensabile garantire che si tengano in maniera democratica in base alle norme internazionali. Ci siamo tenuti in regolare contatto con le varie parti politiche in Ucraina per trasmettere tali messaggi e continuiamo regolarmente a farlo. Per esempio, la mia collega, Commissario Ferrero-Waldner, ha incontrato il Primo Ministro Yanukovych il 18 giugno in occasione della riunione del Consiglio “Cooperazione” e incontrerà il ministro degli Esteri Yatsenyuk la prossima settimana. Il Vertice UE-Ucraina del 14 settembre a Kiev, soltanto due settimane prima delle elezioni, sarà un evento chiave per ribadire questi messaggi ai massimi livelli.

Apprezziamo molto il fatto che la relazione dell’onorevole Kamiński ponga in luce tali messaggi cruciali. Questo documento, unitamente alla recente visita in Ucraina di una delegazione del Parlamento europeo guidata dall’onorevole Severin, presidente della delegazione del Parlamento per le relazioni con l’Ucraina, costituisce un prezioso contributo per garantire la stabilizzazione della situazione in Ucraina e per sottolineare l’importanza della riforma costituzionale. Uno stretto coordinamento tra Parlamento europeo e Commissione al riguardo è particolarmente benaccetto.

Per quanto concerne il nuovo accordo rafforzato, per il momento la crisi politica non ha avuto un effetto pregiudizievole sui negoziati. Ambedue le parti politiche in Ucraina attribuiscono grande valore ai negoziati, di cui si sono già svolte quattro tornate, l’ultima non più tardi della settimana scorsa, dal 2 al 4 luglio, a Kiev, e si sono conseguiti progressi apprezzabili in merito a diversi aspetti dell’accordo, tra cui quelli politici, quelli legati alla giustizia, alla libertà e alla sicurezza e altri aspetti settoriali.

La parte ucraina, per la quale la prospettiva europea è motivo di notevole interesse, sottolinea il suo obiettivo negoziale di giungere a “un’associazione politica e un’integrazione economica”. Il Vertice del 14 settembre rappresenterà un’occasione importante per valutare lo stato complessivo dei negoziati e imprimere uno slancio politico per conseguire ulteriori progressi. Come sottolineato nella relazione dell’onorevole Kamiński, i negoziati per la creazione di una vasta zona di libero scambio, che costituirà un elemento fondamentale del nuovo accordo rafforzato, inizieranno non appena sarà ultimato il processo di adesione dell’Ucraina all’OMC. Vi sono ancora alcune questioni pendenti da discutere, non soltanto con l’Unione europea, ma anche con altre parti. Tuttavia, con una certa buona volontà da parte degli ucraini, i loro sforzi dovrebbero dare frutti nel corso dell’anno.

Concludendo, apprezziamo moltissimo la presente relazione e i messaggi fondamentali che trasmette alla parte ucraina. Per quanto concerne il tema principale che è stato sollevato, vale a dire la risposta dell’Unione europea alle aspirazioni europee dell’Ucraina, la nostra posizione è chiara: il nostro scopo nei negoziati è avvicinare il più possibile l’Ucraina all’Unione europea in tutti gli ambiti in cui ciò sarà attuabile, senza pregiudicare possibili sviluppi futuri delle relazioni UE-Ucraina.

 
  
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  Charles Tannock, a nome del gruppo PPE-DE. – (EN) Signor Presidente, a nome del gruppo PPE-DE accolgo con estremo favore la relazione dell’onorevole Kamiński. L’Ucraina, oltre a essere un vicino strategico diretto dell’Unione europea, è un nostro partner commerciale fondamentale nel settore energetico, che in questo momento vive una crisi costituzionale in termini di ripartizione dei poteri tra Presidente e parlamento, nonché di divisione tra le regioni occidentali e centrali ucrainofone, prevalentemente a favore del Presidente Yushchenko e di Yulia Tymoshenko, e le regioni meridionali e orientali russofone, essenzialmente sostenitrici del Primo Ministro Yanukovych.

Risolvere tale situazione costituirà una prova di maturità per la democrazia ucraina e una sfida alla stabilità dell’eredità della rivoluzione arancione e allo Stato di diritto, ma sinora, e grande merito va attribuito al paese, non vi sono stati episodi di violenza. Purtroppo, la Corte costituzionale non è riuscita, a causa di un’indebita politicizzazione, a risolvere la controversia in merito ai poteri presidenziali in materia di scioglimento della Rada. L’attuale accordo interpartitico per le nuove elezioni della Rada, previste per il 30 settembre, potrebbe rasserenare l’atmosfera, o perlomeno confermare che tutti gli attori principali sono essenzialmente favorevoli al mantenimento dell’unità nazionale e all’imminente adesione all’OMC, oltre che a un rapporto economico più profondo con l’Unione europea.

La relazione Kamiński sostiene tali obiettivi e si spinge oltre tenendo aperta, a più lungo termine, la possibilità dell’adesione all’Unione europea. Per il momento, l’Unione europea sta giustamente basandosi sul piano di azione ENP 2005 e dando seguito al recente accordo di riammissione e di facilitazione del rilascio dei visti volto a concludere con l’Ucraina un ampio accordo di libero scambio, eventualmente sotto forma di accordo di associazione in sostituzione del modello post-sovietico di APC ormai superato.

Concludo esortando l’Unione europea a potenziare l’assistenza finanziaria all’Ucraina nell’ambito dello strumento europeo di vicinato e partenariato e l’Ucraina a moltiplicare i propri sforzi per combattere la corruzione nella vita pubblica e rafforzare l’indipendenza giudiziaria, dimostrando nel contempo la sua ferma volontà di avvicinarsi all’Unione europea attraverso l’armonizzazione delle proprie leggi con l’acquis comunitario dell’Unione.

 
  
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  Marek Siwiec, a nome del gruppo PSE. – (PL) Signor Presidente, la relazione in merito alla quale noi tutti stiamo esprimendo apprezzamenti è frutto di una riflessione su ciò che l’Ucraina è e ciò che essa rappresenta per l’Europa. Il Parlamento europeo ha iniziato a riflettere su tali temi quasi tre anni fa, molto prima che vi fosse il benché minimo segnale della rivoluzione arancione.

Siamo giunti a un punto in cui vogliamo mettere nero su bianco un piano, sia esso un accordo o altro, forse un accordo di associazione, in grado di avvicinare maggiormente l’Ucraina all’Unione europea. Come ha affermato il Commissario, dovremmo avvicinare l’Ucraina il più possibile, laddove “il più possibile” potrebbe significare l’assoluta assenza di distanza o, in altre parole, la futura adesione del paese all’Unione europea, eventualità di cui non dovremmo aver paura di parlare. Non dovremmo temere di affermare che tale prospettiva esiste. Dovremmo anzi discuterne con gli stessi ucraini, e la presente relazione, primo documento ufficiale dell’Unione europea sull’argomento, contiene tale dichiarazione.

Affinché questi piani si concretizzino, l’Ucraina dovrà assolvere un compito estremamente impegnativo facendo appello al suo senso di responsabilità e dovere nei confronti dei suoi stessi cittadini. Le riforme saranno difficili e dolorose, e noi vogliamo aiutare il paese a portarle a buon fine. L’Unione europea, l’adesione dell’Ucraina all’Unione e le sue aspirazioni europee dovrebbero diventare elemento di coesione anziché motivo di controversie.

I partiti politici ucraini che prendono parte alle elezioni devono dire con chiarezza al popolo ucraino che sostengono l’adesione all’Unione europea e che, anziché contestare, si adopereranno per conseguire tale obiettivo.

Non ho difficoltà nel pronunciare queste parole perché l’Unione europea, grazie al consenso raggiunto in occasione dell’ultimo Vertice, ha chiaramente dato prova della sua apertura nei confronti di un ulteriore allargamento. L’Unione europea ha dimostrato che vuole applicare la procedura di allargamento in modo sensato e ponderato affinché vada a vantaggio sia degli Stati membri che dei paesi candidati e dei paesi che intendono, in futuro, candidarsi all’adesione all’Unione europea.

Vi invito pertanto ad approvare la presente relazione senza ulteriori emendamenti, con la speranza che possa trasmettere un segnale importante all’Ucraina e ai cittadini dell’Unione europea. Spero, infatti, che saremo in grado di vedere il futuro dell’Ucraina non in termini di minacce e paure, bensì in termini di grandi opportunità e sfide sia per gli europei che per gli ucraini.

 
  
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  István Szent-Iványi, a nome del gruppo ALDE. – (HU) Alla fine del 2004 abbiamo accolto con grande gioia e speranza la notizia che l’Ucraina aveva optato per i valori europei e la democrazia. Da allora, l’esperienza ha dimostrato che il rafforzamento dello Stato di diritto, della democrazia e del libero mercato non è un processo facile, e l’Ucraina deve prestare la massima attenzione per preservare i risultati conseguiti perché sono ancora fragili.

Proprio per questo approviamo incondizionatamente quanto affermato anche nella relazione Kamiński, ossia il fatto che l’Unione europea non deve voltare le spalle all’Ucraina in questo periodo difficile, bensì offrirle una cooperazione ancor maggiore. Dal canto nostro, è fondamentalmente nel nostro interesse che l’Ucraina sia un paese indipendente orientato verso l’Europa. E’ nostro interesse che il paese sia una democrazia solida fondata sullo Stato di diritto e abbia un’economia di mercato funzionante. E’ a tal fine che intendiamo offrirle assistenza mediante l’accordo.

L’Ucraina deve rendersi conto che anch’essa ha obblighi e compiti da assolvere e che questo accordo ha senso soltanto se il paese è in grado di gestire le difficoltà e fronteggiare i problemi. E’ nostro parere che le relazioni tra l’Unione europea e l’Ucraina non debbano assumere la forma di un accordo di partenariato, bensì quella di un accordo di associazione, e speriamo che nelle fasi successive tale accordo di associazione subentri a quello di partenariato.

Sarebbe poi importante che la zona di libero scambio tra l’Ucraina e l’Europa si ampliasse, poiché i legami economici stanno diventando ancora maggiori e più stretti. Riteniamo essenziale che, durante la revisione dello strumento della politica di vicinato, il sostegno garantito all’Ucraina sia incrementato. Pensiamo dunque che sia fondamentale, dopo il periodo di revisione, ma anche adesso, che la maggior parte di tale sostegno sia consacrato alla costruzione della società civile, ossia al rafforzamento di mezzi di comunicazione indipendenti, sicuramente necessari in Ucraina.

L’Ucraina ha anche del lavoro da compiere nel campo dell’economia di mercato. Il sistema di aiuti di Stato, non trasparente, deve essere trasformato, e occorre garantire maggiore tutela alla proprietà intellettuale e agli investimenti stranieri poiché in tale ambito vi sono moltissimi problemi.

Accogliamo con grande favore l’accordo di facilitazione del rilascio dei visti, accordo che abbiamo sottoscritto. Lo consideriamo, tuttavia, soltanto il primo passo, pur ritenendo che possa davvero avvicinare l’Ucraina all’Europa. Nel medesimo spirito, appoggiamo l’approfondita relazione Kamiński, che ha raccolto un grande consenso.

 
  
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  Adam Bielan, a nome del gruppo UEN. – (PL) Signor Presidente, a nome del gruppo UEN vorrei esprimere i miei più sinceri ringraziamenti all’autore della relazione in discussione, il nostro brillante collega Michał Kamiński, per aver stilato questo documento incredibilmente importante.

L’odierna relazione è molto significativa in quanto esorta il Consiglio a presentare all’Ucraina prospettive europee chiare in maniera che il nuovo accordo rafforzato offra il giusto quadro per l’integrazione dell’Ucraina nell’Unione e, in futuro, apra la via alla sua piena adesione alla Comunità.

Come ha già osservato l’onorevole Marek Siwiec del gruppo PSE, questo è, in linea di principio, il primo documento ufficiale dell’Unione europea che parla di adesione a tutti gli effetti.

Stiamo discutendo la presente relazione in un momento molto importante per l’Ucraina. Nell’arco di soli due mesi, nel paese verranno indette le elezioni parlamentari, e dobbiamo riconoscere che, se non dovessimo inviare un segnale chiaro a Kiev, ciò potrebbe essere sfruttato dagli oppositori della riforma e dell’atteggiamento filoccidentale dell’Ucraina.

La relazione Kamiński invia precisamente tale segnale ed è un’altra voce a favore dell’Ucraina in Parlamento. Sono dunque certo che l’adozione dell’odierna relazione rafforzerà ulteriormente le relazioni dell’Unione europea con l’Ucraina.

Talvolta udiamo commenti scettici in Ucraina, secondo cui il paese non ha altra scelta se non quella di orientarsi verso est perché l’Occidente non intende accoglierlo. Io spero che il voto odierno dimostri che questi politici hanno torto. L’Ucraina deve avere la priorità, non foss’altro per il ruolo che essa svolge nel garantire la stabilità e la sicurezza energetica dell’Unione europea, aspetto particolarmente importante in questo momento in cui dobbiamo sostenere la decisione di invertire la direzione di flusso dell’oleodotto Odessa-Brody e le attività per estenderlo all’Unione europea.

Vorrei rammentare che un esempio eloquente della fiducia che riponiamo nell’Ucraina quale membro prezioso della comunità democratica europea è la decisione dell’UEFA di consentire a Polonia e Ucraina di ospitare congiuntamente i Campionati di calcio europei del 2012.

Vorrei infine sottolineare il fatto che l’Ucraina, in ragione dei suoi legami storici con i suoi vicini, fa parte dell’Europa. Da quando ha conquistato l’indipendenza, l’Ucraina ha scelto un percorso democratico per lo sviluppo del suo Stato, caratteristica che accomuna tutti i paesi europei, e spero che oggi il Parlamento confermi che la scelta compiuta dall’Ucraina è stata quella giusta.

 
  
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  Rebecca Harms, a nome del gruppo Verts/ALE. – (DE) Signor Presidente, vorrei ringraziare l’autore per la sua relazione. Detto questo, prima del mio intervento odierno, che sarà molto critico nei confronti del sistema politico ucraino, vorrei premettere quanto segue: una rapida occhiata a una carta geografica o a un libro di storia dimostra chiaramente che l’Ucraina è un paese europeo e che, di fatto, la questione della sua adesione all’Unione europea può soltanto essere legata ai progressi compiuti al suo interno nell’attuazione delle riforme democratiche. Il fatto che l’Ucraina sia parte dell’Europa dovrebbe essere incontestabile per tutti noi.

Dopo molte visite, sia prima che dopo la rivoluzione arancione, devo però dire che il sistema politico, o meglio il sistema delle élite politiche, in Ucraina è in uno stato assolutamente deplorevole. I blocchi partitici, senza eccezione, sono stati completamente screditati. La reputazione delle principali istituzioni, quella della presidenza e quella del parlamento sono state gravemente compromesse dal fatto che, negli ultimi due anni, l’interesse pubblico è realmente diventato intangibile all’interno di dette istituzioni, che hanno concentrato tutta la loro attenzione sugli interessi di gruppi elitari che ora se ne sono arbitrariamente impossessati, lasciando nel paese un vuoto di potere.

Si segnala, per esempio, una seconda ondata di arricchimenti che stanno avendo luogo all’ombra degli alterchi in parlamento. Questa situazione deve cambiare. Dopo le elezioni, dobbiamo adoperarci al meglio per garantire che il cammino verso reali compromessi democratici tra i blocchi venga proseguito, poiché vi sarà un altro momento di stallo, così come occorre intraprendere azioni per contrastare il tentativo di instaurare, nel paese, una sorta di tirannia della maggioranza.

Vi sono, tuttavia, anche segni di speranza. Ritengo infatti positivo che il popolo ucraino stia affrontando con calma l’intero conflitto e che non si corra più il rischio di sfociare in azioni di violenza. Spero che così continui a essere e credo che la situazione diverrà più stabile se prospetteremo costantemente agli ucraini una valutazione onesta delle loro possibilità di adesione. In proposito, sono molto lieta dei segnali trasmessi in merito a un accordo di associazione e attraverso la presente relazione.

 
  
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  Jiří Maštálka, a nome del gruppo GUE/NGL. – (CS) Anch’io vorrei ringraziare il relatore per l’eccellente documento da lui elaborato. Nel corso della nostra discussione, tutti abbiamo convenuto sul fatto che l’Ucraina, poiché è uno dei nostri vicini, dovrebbe essere uno Stato stabile, democratico e in via di sviluppo. Credo tuttavia che la relazione abbia omesso di soffermarsi su tre aspetti che mi preme sottolineare. Il primo è che dovremmo spingere per la stabilizzazione nella sfera socioeconomica, soprattutto per quanto concerne la situazione sanitaria del paese. Non sono sicuro che siamo sufficientemente consapevoli della gravità del fatto che, a causa della debolezza della sua economia, l’Ucraina ha registrato livelli più alti di patologie estremamente pericolose, soprattutto infettive, patologie che costituiscono una minaccia anche per altri paesi, in particolare quelli dell’Unione europea, visti gli elevati tassi di immigrazione. Nell’immediato futuro, ritengo dunque molto importante incrementare la nostra assistenza all’Ucraina in campo sanitario.

Il secondo aspetto riguarda i vicini dell’Ucraina, ossia Moldavia e Bielorussia. L’Unione europea ha profuso grande impegno politico e investito ingenti risorse finanziarie per risolvere la situazione nella regione della Transnistria. Penso che dovremmo prestare maggiore attenzione al modo in cui queste risorse umane e finanziarie sono impiegate dalla parte ucraina per una soluzione positiva della situazione in Transnistria, specialmente per quanto riguarda il controllo del mercato nero e altri temi problematici in questa zona di confine in cui l’Ucraina è potenzialmente in grado di esercitare forti pressioni positive.

Quanto alla Bielorussia, penso in particolare che dovremmo concentrare i nostri sforzi affinché l’Ucraina cooperi maggiormente per affrontare l’impatto del disastro di Chernobyl e collabori più strettamente per risolvere i problemi dell’immigrazione, poiché è chiaro che l’Ucraina è diventata un canale importante per l’ingresso di immigranti illegali nell’Unione europea. Ritengo che il nostro desiderio comune sia che le imminenti elezioni in Ucraina siano libere da ogni ingerenza esterna, siano realmente democratiche e dimostrino che l’Ucraina è un partner valido e stabile per l’Unione europea.

 
  
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  Bastiaan Belder, a nome del gruppo IND/DEM. – (NL) Signor Presidente, vorrei chiedere alla Presidenza portoghese, che a quanto pare è assente, una cosa e solo una: chiarezza in merito ai confini dell’Unione europea. Dal mio punto di vista, l’Ucraina palesemente vi rientra. Inutile dire che tale messaggio aperto trasmesso da Bruxelles a Kiev ha bisogno di una mano di aiuto dall’Europa sotto forma di impegno, impegno che è manifestamente presente a Kiev come ho avuto modo di constatare durante la visita di una delegazione alla fine di maggio, che ha rappresentato un’iniziativa UE-Ucraina informativa e ispirante per la quale vorrei complimentarmi con la Commissione. L’Ucraina è parimenti sostenuta nel suo cammino verso l’Europa dalla solida relazione dell’onorevole Kamiński, che sarò lieto di appoggiare poiché illustra in maniera alquanto chiara allo Stato e alle istituzioni amministrative del paese le aspettative di riforma europee.

Sull’attuale élite ucraina grava una grande responsabilità, quella di liberarsi del suo malefico olezzo di autointeresse, sia tangibile che intangibile. Questo processo di autopulizia conferirà alla causa nazionale l’indispensabile sostegno pubblico necessario per aderire all’Unione europea. Le Istituzioni europee, dal canto loro, devono contribuire concretamente a tale prospettiva europea, invitante per l’Ucraina, soprattutto durante questo interessante, eppure polarizzante, periodo di elezioni. La relazione Kamiński fornisce il giusto esempio orientando l’Ucraina, che indubbiamente deve ancora percorrere un lungo cammino, verso l’Europa in maniera chiara e concisa. Facciamo in modo che il cammino del paese sia il più agevole possibile e uniamoci a esso nel suo viaggio.

 
  
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  Jana Bobošíková (NI).(CS) Onorevoli colleghi, appoggio senza riserve la relazione Kamińsky, che descrive la situazione esattamente come è stata osservata di recente, da me personalmente e altri membri della commissione di cooperazione parlamentare UE-Ucraina, in occasione di vari incontri con il parlamento ucraino, il governo e il Presidente Yushchenko. La relazione illustra inoltre la posizione sinora incerta dell’Unione in merito all’Ucraina. Dopo il sostegno da noi manifestato alla rivoluzione arancione nel dicembre 2005 e l’accoglienza riservata al Presidente Yushchenko in questo Parlamento, avremmo dovuto spingerci oltre. Avremmo dovuto affermare chiaramente che non soltanto appoggiamo l’Ucraina, ma siamo al suo fianco. Nonostante tutti i problemi che il nostro vicino orientale sta incontrando, credo fermamente che, in un futuro prevedibile, l’Ucraina possa diventare membro dell’Unione europea poiché non solo ha forti legami storici, culturali ed economici con gli Stati membri, ma può anche svolgere un ruolo importante garantendo la sicurezza energetica nella regione.

Proprio come il relatore, sostengo un accordo tra l’Unione europea e l’Ucraina che stabilisca termini e condizioni specifici, nonché un calendario per lo sviluppo delle relazioni tra le due parti e l’attuazione di riforme che portino all’integrazione dell’Ucraina nell’Unione, così come sono anche favorevole all’incremento dell’assistenza finanziaria a beneficio dell’Ucraina, pur continuandola a esortare a completare le riforme, affrontare la corruzione e creare un contesto stabile, affidabile e prevedibile per gli investimenti, e spero che a tale processo partecipino in particolare i nuovi Stati membri in quanto condividono con l’Ucraina non soltanto una prossimità linguistica e geografica, ma anche un passato totalitario e un presente riformista.

 
  
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  Elmar Brok (PPE-DE).(DE) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, basta solo guardare una carta geografica per rendersi conto che, per noi, l’Ucraina è strategicamente uno dei paesi più importanti, da cui il nostro grande interesse a garantire che l’Ucraina segua un percorso democratico basato sullo Stato di diritto e goda di un successo economico, perché questi sono i migliori segnali del fatto che un paese sta seguendo il giusto cammino.

Nel contempo va anche detto che l’Ucraina, nazione indipendente, è libera di tracciare la propria via e nessuno, neanche un vicino di grandi dimensioni, ha il diritto di esercitare pressioni. L’epoca delle sfere di influenza appartiene ormai al passato e ogni paese in Europa può decidere liberamente. Per questo è importante che all’Ucraina venga offerto questo accordo rafforzato di partenariato e cooperazione, che amplierà notevolmente le sue possibilità di attuare un processo decisionale libero.

Io vedo tale accordo nell’ambito dell’adesione del paese all’OMC, di una futura zona di libero scambio, del continuo sviluppo della politica europea di vicinato e della possibilità di creare uno spazio economico europeo allargato, o comunque esso sia stato definito da questo Parlamento. Si tratta di aprire la via a un’Ucraina libera che sia concentrata sull’Europa e sia parte della comunità euro-atlantica.

Quanto lontano ci porterà tale cammino dipenderà dallo sviluppo dell’Unione europea e dell’Ucraina. Noi tutti abbiamo i nostri compiti da assolvere, ma non dovremmo formulare false promesse, promesse che non siamo certi di poter mantenere, perché ciò inevitabilmente creerebbe delusione. Viceversa, ora dobbiamo realizzare questo accordo di partenariato e cooperazione in maniera che il popolo ucraino si renda conto, oggi, domani e nei giorni a venire, che si stanno compiendo progressi e che vivere nella libertà e nella democrazia seguendo lo Stato di diritto in un paese con un orientamento occidentale è a tutto vantaggio dei cittadini. Questo è l’ambito in cui dobbiamo offrire il nostro sostegno.

Come ha affermato l’onorevole Harms, anche l’élite politica in Ucraina deve poter apprezzare tale progressi e porre fine a tutte quelle manovre tattiche, motivate unicamente da una chiara vanità personale, che non portano ad alcunché.

Ritengo che abbiamo un obbligo e dobbiamo assolverlo, senza formulare false promesse, ma restando realisti, in modo che le nostre dichiarazioni siano credibili.

 
  
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  Jan Marinus Wiersma (PSE).(NL) Signor Presidente, anche noi reputiamo importante che la Commissione sia ambiziosa per quanto concerne la conclusione di un nuovo accordo con l’Ucraina e, in tal senso, la priorità, dal nostro punto di vista, dovrebbe essere attribuita in particolare a una costante e lungimirante integrazione economica abbinata allo sviluppo della cooperazione nel maggior numero di ambiti possibile.

Il messaggio che l’Unione europea dovrebbe trasmettere è che vorremmo continuare ad approfondire le relazioni con l’Ucraina, ma, se vogliamo farlo in maniera corretta, è importante, ovviamente, che si agisca anche all’interno dell’Ucraina perché, in ultima analisi, la chiave per una cooperazione di successo sta nella stessa Kiev, il che significa peraltro che dobbiamo esercitare pressioni affinché nel paese si ristabilisca l’equilibrio politico. L’obiettivo effettivo del nostro lavoro o del nostro contribuito dovrebbe essere il raggiungimento di una sorta di compromesso storico tra est e ovest. Se il conflitto politico in Ucraina non dovesse risolversi, prevedo problemi notevoli nell’ulteriore sviluppo della cooperazione con l’Unione europea.

Il testo della relazione è cauto per quanto concerne il più lungo termine, ma non chiude completamente le porte, ed è anche estremamente importante trasmettere oggi questo messaggio all’Ucraina, sempre ribadendo l’ammonimento che la chiave sta nella stessa Kiev, nel senso che la possibilità che la richiesta di adesione divenga tema di effettiva discussione dipende dalla capacità di riforma del paese. Benché oggi non si debbano chiudere le porte, dobbiamo comunque restare realisti. Ciò che conta, come ho già affermato, è che l’Ucraina sviluppi il proprio programma di riforme nel cui ambito, in particolare, non sono soltanto importanti la lotta alla corruzione e la creazione nel paese di strutture più trasparenti, ma anche la graduale eliminazione delle strutture oligarchiche.

Vorrei concludere con due osservazioni. Io credo che l’Ucraina abbia un ruolo da svolgere come paese chiave della regione, un concetto che dobbiamo alimentare ed è peraltro espresso nella relazione dell’onorevole Kamiński. Se guardiamo alla regione del Mar Nero, afflitta da problemi relativi all’energia, al commercio e alla lotta alla criminalità e dove si esorta alla cooperazione tra i paesi con il sostegno dell’Unione europea, ebbene lì l’Ucraina può svolgere un ruolo fondamentale.

Infine, un altro elemento che emerge con estrema chiarezza dalla relazione è il fatto che l’Ucraina svolge un ruolo determinante nell’approvvigionamento energetico dell’Europa per quanto concerne la distribuzione e il transito, ma anche il riassetto della sua stessa situazione energetica, ambito nel quale, di fatto, Commissione e Unione europea possono svolgere, a loro volta, una parte di rilievo.

 
  
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  Grażyna Staniszewska (ALDE).(PL) Signor Presidente, il mandato in discussione costituisce, finalmente, un segnale positivo e costruttivo da parte della Comunità europea, tanto atteso da quanti, in Ucraina, chiedono che vengano attuate le necessarie riforme.

L’Ucraina è un paese giovanissimo, appena vent’anni di vita, e sta solo iniziando a imparare come gestirsi, costruire e rispettare le proprie strutture e istituzioni, un paese che sta apprendendo le regole della democrazia. Prima di tutto ciò, per centinaia di anni, gli ucraini sono stati privati del loro Stato, e la situazione di questo paese è completamente diversa da quella degli Stati baltici, che hanno perso la loro integrità quale Stato per soli quarant’anni.

La questione dei principi che saranno applicati per forgiare il giovane Stato ucraino è di vitale importanza perché l’Ucraina è il più grande vicino diretto dell’Unione europea. Occorre dunque chiedersi chi sarà in grado di mobilitare gli ucraini e a quali fini. Sarà la Russia, un paese non democratico con un’economia corrotta utilizzata quale strumento per esercitare influenza politica, o un’Unione europea libera e democratica?

A oggi, l’Unione europea è stata, obiettivamente parlando, indifferente alle aspirazioni europee dell’Ucraina. A parte un suo coinvolgimento costruttivo a breve termine durante la rivoluzione arancione, le dichiarazioni dei Commissari che si sono succeduti hanno sinora rivelato un’Unione europea disinteressata e distante. Il mandato che stiamo discutendo ci offre un’opportunità per modificare questo atteggiamento poiché crea prospettive a lungo termine di adesione all’Unione, chiede maggiori aiuti finanziari a seguito di una valutazione intermedia, esorta alla creazione di una zona di libero scambio e invita a istituire strumenti per rendere più agevole il rilascio di visti.

Tuttavia, ogni cosa ha un prezzo. In cambio, la Comunità ha affermato chiaramente che si aspetta che l’Ucraina prosegua il cammino verso la democrazia, che si concentri sul rafforzamento di quelle istituzioni tipiche di uno Stato democratico in grado di risolvere indipendentemente le crisi, che attui le riforme garantendo in primo luogo, e cosa più importante, l’indipendenza giudiziaria dall’influenza politica affinché, finalmente, il paese abbia una Corte costituzionale completamente autonoma e che, da ultimo, separi la politica dall’economia combattendo efficacemente la corruzione.

Tutto ciò rappresenta un lavoro enorme, difficile da portare a termine per gli ucraini e che richiederà molti anni di notevole impegno. Sono tuttavia persuasa che l’Ucraina sarà in grado di raccogliere tali sfide soltanto se le verrà offerta una prospettiva chiara, per quanto remota, di integrazione nell’Unione europea.

(Applausi)

 
  
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  Gintaras Didžiokas (UEN). (LT) In primo luogo vorrei ringraziare il relatore, onorevole Kamiński, e complimentarmi con lui per aver stilato questa relazione, a mio giudizio estremamente importante e necessaria. L’Ucraina ha svolto un ruolo fondamentale, e continuerà a svolgerlo, non soltanto sul piano economico, ma anche su quello geopolitico. La stabilità dell’Europa dipenderà dal modo in cui l’Ucraina evolverà e da chi l’accompagnerà in tale evoluzione. Basta analizzare la storia per convincersene. Se l’Europa intende creare una reale stabilità e sicurezza, dovrà prestare la dovuta attenzione all’Ucraina. L’Europa ha bisogno dell’Ucraina e l’Ucraina ha indubbiamente bisogno dell’Europa. Dobbiamo dunque tendere una mano agli ucraini, dobbiamo aiutarli a superare la paura instillata nei loro animi dalla propaganda sovietica e russa e dobbiamo liberarci dagli strascichi della guerra fredda, mentre l’Ucraina deve diventare un paese affidabile, stabile, sicuro e realmente europeo. Per questo ci occorrono più programmi opportunamente modulati e più contatti, ma dobbiamo anche trasmettere agli ucraini segnali molto chiari, poiché vi sono forze all’opera nel paese che incutono timore nei cittadini di fronte all’idea dell’Europa seminando discordia e tensione. L’Europa deve superare tutto questo.

 
  
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  Milan Horáček (Verts/ALE).(DE) Signor Presidente, approviamo la relazione sull’Ucraina, sebbene in alcuni passaggi avrei preferito un linguaggio ancora più semplice.

L’Ucraina sta attraversando una fase di sovvertimento, anche se l’accordo raggiunto dalle opposte fazioni per indire nuove elezioni alla fine di settembre ha contribuito a stemperare la tensione. Non vi sono garanzie che una neoeletta Verkhovna Rada possa essere la chiave per risolvere i problemi politici. Vi sarà più collaborazione e fiducia reciproca tra i campi blu e arancione?

Lungo il cammino verso la tanto necessaria stabilità in Ucraina si frappongono ostacoli politici e istituzionali che vanno ancora superati. Una prospettiva europea chiara può creare la spinta, essenziale, verso la democratizzazione e la modernizzazione. Va tuttavia ricordato il fatto che l’Ucraina non rispetta pienamente le norme internazionali in materia di diritti dell’uomo, così come va detto che le strutture corrotte, soprattutto in ambito politico e giudiziario, unitamente alla rete impenetrabile di collusione con l’economia, stanno ostacolando la riuscita del processo di riforma.

La prospettiva dell’adesione è molto importante e necessaria, sia per l’Ucraina che per l’Unione europea. L’ideale europeo di creare un continente in cui prevalgano pace, democrazia, prosperità e diritti umani vale per tutti i paesi europei, e noi stiamo trasmettendo questo messaggio inequivocabile anche all’Ucraina.

 
  
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  Jerzy Buzek (PPE-DE).(PL) Signor Presidente, vorrei complimentarmi con l’autore per la sua eccellente relazione. A tre anni di distanza dalla rivoluzione arancione abbiamo il diritto di essere insoddisfatti per i progressi compiuti nel campo della democrazia, del libero mercato e dello Stato di diritto in Ucraina. Tuttavia, coloro che hanno vissuto personalmente l’epoca comunista nella seconda metà del XX secolo – e all’interno dell’Unione europea vi sono dieci paesi che l’hanno sperimentata – sanno quanto sia difficile scrollarsi di dosso, sia psicologicamente che istituzionalmente, il sistema oppressivo e schiacciante del socialismo reale.

Non dimentichiamo che l’Ucraina ora dispone di mezzi di comunicazione liberi e diversificati, che rappresentano sempre la garanzia più importante di progresso. Condivido la maggior parte delle osservazioni formulate sinora. Se dunque tutti conveniamo sulla questione, perché non mettiamo i puntini sulle “i”? Perché non scriviamo chiaramente in merito alla futura adesione dell’Ucraina all’Unione europea che, superfluo aggiungerlo, è comunque distante nel tempo?

Se noi, Unione europea, intendiamo promuovere il nostro sistema di valori, e segnatamente democrazia, libero mercato e Stato di diritto in Europa orientale, soprattutto in Bielorussia, Russia o nel bacino del Mar Caspio, dobbiamo esprimere una posizione chiara per quanto concerne l’Ucraina, dobbiamo essere espliciti in merito alla sua futura adesione perché, se non lo faremo, perderemo l’opportunità di creare una stabilità costruttiva a lungo termine in Europa orientale.

Le nostre proposte relative alla futura adesione dell’Ucraina all’Unione europea non vincolano l’Ucraina in alcun modo. La decisione spetterà sempre agli ucraini, punto che mi premeva particolarmente sottolineare. Tanto meno queste proposte sono false promesse.

Oggi dobbiamo ancora assolvere due compiti specifici. In primo luogo, dobbiamo garantire, attraverso sforzi diplomatici, che le elezioni programmate per il 30 agosto siano effettivamente indette. In secondo luogo, alle elezioni dobbiamo inviare un gruppo significativo, non puramente simbolico, di osservatori. Questo è nostro dovere ed è ciò che hanno chiesto tutti gli ucraini con i quali ho parlato.

 
  
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  Libor Rouček (PSE).(CS) Vorrei esordire esprimendo il mio apprezzamento per la decisione del Consiglio di avviare negoziati per un nuovo accordo tra l’Unione europea e l’Ucraina volto ad ampliare la cooperazione politica e a giungere alla progressiva integrazione economica dell’Ucraina nel mercato interno dell’Unione europea. Condivido il punto di vista del relatore secondo cui il conseguimento di tali ambiziose finalità, importanti per ambedue le parti, richiederà la definizione di procedure, condizioni e priorità specifiche. Tra queste priorità vi è l’adesione all’OMC e la graduale creazione di una zona integrata di libero scambio, che dovrebbe fondarsi su una base normativa comune e che, a mio parere, dovrebbe includere tutti gli scambi di merci, servizi e capitali. La seconda priorità in campo economico dovrebbe essere l’integrazione più rapida possibile dell’Ucraina nella comunità energetica europea.

 
  
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  Janusz Onyszkiewicz (ALDE). (PL) Signor Presidente, oggi stiamo discutendo in merito all’accordo tra l’Unione europea e il più grande paese in Europa dopo la Russia. L’Ucraina, geograficamente parlando, è infatti il più vasto paese europeo, da migliaia di anni partecipa e contribuisce allo sviluppo della cultura europea e da tempo manifesta con estrema chiarezza il suo desiderio di aderire all’Unione europea ritenendo che le disposizioni dei nostri Trattati, le quali affermano che qualunque paese europeo ha il diritto di aderire all’Unione europea, sono più che semplici parole vuote.

Inoltre, l’Ucraina, molto importante per l’Europa, aspetto sottolineato a più riprese in quest’Aula e presente anche nel progetto di relazione, non foss’altro per le questioni energetiche, dovrebbe già far parte del sistema europeo di sicurezza energetica, per cui azioni quali la costruzione dell’oleodotto Odessa-Brody, il coinvolgimento dell’Ucraina nel progetto di oleodotto di Nabokov o gli incentivi per la realizzazione di interventi nel quadro del GUAM sono più che appropriate.

Si è detto che le istituzioni politiche ucraine non sono abbastanza mature per l’adesione all’Unione europea, il che oggi può essere vero, ma non ritengo che le istituzioni e la democrazia ucraine siano in una situazione peggiore rispetto a quella riscontrata in Turchia. Dovremmo peraltro ricordare che, se non calcoliamo gli Stati baltici, l’Ucraina è il più democratico di tutti i paesi riemersi dal crollo dell’Unione sovietica, e per questo dovremmo concedere a questo paese il via libera.

 
  
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  Guntars Krasts (UEN).(LV) La ringrazio, signor Presidente. In primo luogo, vorrei complimentarmi con il relatore, onorevole Kamiński, perché il suo profondo interesse personale per lo sviluppo degli avvenimenti in Ucraina e la promozione delle relazioni tra Unione europea e Ucraina è stato sicuramente costruttivo per la formulazione della posizione del Parlamento. L’Ucraina è sempre stata oggetto di particolare attenzione da parte dell’Unione europea perché svolge un importante ruolo geopolitico che va ben oltre i suoi confini. E’ di vitale interesse per l’Unione europea che l’Ucraina sia un paese democratico ed economicamente fiorente. Offrire una prospettiva all’obiettivo proposto dall’Ucraina di divenire uno Stato membro dell’Unione europea rappresenterebbe un contributo significativo per il conseguimento di tali finalità e assicurerebbe un appoggio importantissimo allo sviluppo dei processi democratici in Ucraina, contribuirebbe alla stabilizzazione dei processi politici interni del paese e promuoverebbe il processo di unificazione della società ucraina. Gli orientamenti illustrati nella relazione per attuare le riforme nel paese e i compiti per migliorare la democrazia, lo Stato di diritto, oltre all’attività imprenditoriale e agli investimenti per migliorare l’ambiente, sono elementi di sostegno importanti per la stabilizzazione a lungo termine dell’Ucraina. Una collaborazione ancora più stretta con l’Unione europea indicherà la via per risolvere questi problemi e stabilirà il ritmo dei progressi dell’Ucraina verso l’integrazione nell’Unione europea. Grazie.

 
  
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  Michael Gahler (PPE-DE).(DE) Signor Presidente, noi deputati al Parlamento europeo abbiamo sottolineato a più riprese in plenaria e in seno alle nostre commissioni quanto importante sia, per noi, il nostro vicino ucraino. Abbiamo seguito gli sviluppi incoraggianti emersi dalla rivoluzione arancione con grande spirito di solidarietà e abbiamo cercato di alimentarli ogni qual volta abbiamo potuto. Oggi proseguiamo in questo impegno approvando la costruzione di un partenariato rafforzato tra l’Ucraina e l’Unione europea.

L’Ucraina sta vivendo quello che si presenta come un processo di trasformazione potenzialmente molto promettente, sebbene il paese sia ancora molto lontano dallo stadio raggiunto dagli ultimi Stati che hanno aderito all’Unione europea. L’Ucraina stessa può influire sul ritmo di tale processo e, in tali sforzi, siamo pronti a sostenerla.

Considero le imminenti elezioni parlamentari e la successiva formazione di un governo in parte come una cartina tornasole del futuro orientamento del paese. Per adottare una prospettiva europea, occorre sviluppare una cultura politica compatibile con i criteri europei. Gli elementi che in passato hanno truccato le elezioni e oggi indulgono in mercanteggiamenti in Parlamento per accaparrarsi i voti mancanti devono cambiare radicalmente comportamento. Lo stesso dicasi, ovviamente, per quanti si lasciano comprare.

Tutte le forze politiche sono esortate a rispettare e tutelare le istituzioni del paese, i poteri assegnati loro e la loro integrità e a non usarle come pegno o merce di scambio nella lotta politica interna. Soltanto se questo obiettivo sarà coerentemente conseguito, il popolo potrà avere fiducia nella democrazia come forma di governo che valga la pena di essere sostenuta.

L’onorevole Harms ha già fatto riferimento alle istituzioni e anch’io sono molto preoccupato per il modo in cui sono trattate le istituzioni ucraine. Credo che noi, nell’Unione europea, non riusciamo neanche a immaginare le dimensioni che tali pratiche hanno assunto. Per questo la nostra relazione è costellata di richieste dettagliate alle quali ci aspettiamo che l’Ucraina adempia nel suo cammino verso l’Europa. Queste aspettative devono essere soddisfatte.

 
  
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  Adrian Severin (PSE).(EN) Signor Presidente, l’Ucraina è un paese ricco, un grande mercato e una società dinamica costituita da molti cittadini, una fonte impressionante di ricchezze naturali e una via di transito principale per l’energia e i prodotti di base, una grande cultura europea e un vasto territorio che occupa una posizione geostrategica cruciale.

Dobbiamo decidere se vogliamo che l’Ucraina sia semplicemente una zona cuscinetto dietro un’Unione europea campanilistica che nasconde le sue debolezze strutturali, oppure un avamposto di un’unione politica, democratica forte e orgogliosa nel punto di contatto – anziché lungo la linea di demarcazione – tra l’Europa e l’Eurasia, tra l’Europa e la Russia.

La maggior parte degli ucraini, a prescindere dalla loro affiliazione politica e ideologica, capisce che la sicurezza personale, sociale, nazionale e internazionale può essere consolidata soltanto nell’ambito delle relazioni con l’Unione europea. A quegli ucraini dobbiamo dire, in risposta alle loro legittime aspirazioni e seguendo i nostri interessi fondamentali, che siamo pronti a condividere tutte le nostre risorse e politiche con loro una volta creata l’interoperatività giuridica, politica, legislativa, istituzionale e morale tra l’Ucraina e l’Unione europea, così come dobbiamo dire loro che siamo pronti a vagliare l’eventualità di condividere con loro persino le nostre Istituzioni nelle circostanze appropriate e al momento opportuno.

Affinché tali obiettivi e aspettative siano realistici, l’Unione europea deve portare a buon fine le sue riforme istituzionali. Nel contempo, l’Ucraina deve migliorare nettamente le sue strutture democratiche, in primo luogo con i suoi meccanismi di controllo ed equilibrio, separare la politica dall’attività economica, affrancando in tal modo le politiche pubbliche dal controllo oligarchico, e colmare il divario culturale tra i suoi territori orientali e occidentali.

L’Unione europea deve stabilire un rapporto chiaro tra i progressi interni dell’Ucraina e i suoi progressi nell’accedere alle opportunità offerte dall’Unione europea. Il documento propostoci si basa su queste idee e, pertanto, è importante adottarlo, trasmettendo così i giusti messaggi a tutti gli interessati.

 
  
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  Adina-Ioana Vălean (ALDE).(EN) Signor Presidente, accolgo con grande favore i progressi compiuti dall’Ucraina negli ultimi anni per avvicinarsi all’Europa e ai nostri valori fondamentali. Non dovremmo tuttavia ignorare i gravi problemi che affliggono il paese: la corruzione è dilagante, la sfiducia reciproca è forte e il sistema giudiziario è inefficiente e completamente screditato. In tale contesto, dobbiamo incoraggiare le riforme, ma l’Ucraina dovrebbe anche garantire che le sue dichiarazioni siano seguite da azioni concrete e che le sue parole siano seguite da fatti.

La prova di ciò sta nell’atteggiamento dell’Ucraina nei confronti di Romania e Bulgaria per quanto concerne la politica dei visti. Il mese scorso, l’Unione europea ha siglato con l’Ucraina due accordi relativi alla riammissione e alla facilitazione del rilascio dei visti. Tuttavia, ho recentemente appreso che il nostro partner privilegiato nega l’estensione delle agevolazioni per il rilascio dei visti ai cittadini rumeni e bulgari, il che è assolutamente inaccettabile. Le autorità ucraine forse hanno dimenticato che ora Romania e Bulgaria sono Stati membri a pieno titolo dell’Unione europea e, in quanto tali, i loro cittadini hanno diritto a un pari trattamento. Questo è un principio fondamentale che l’Ucraina dovrebbe far proprio il prima possibile se desidera essere considerata un partner serio.

Esorto dunque Consiglio e Commissione a impegnarsi a non ratificare questo accordo fintantoché l’Ucraina non avrà abolito l’obbligo di visto per i cittadini rumeni e bulgari. L’Ucraina deve comprendere che la questione va risolta con urgenza o potrebbe compromettere interamente la sua credibilità. Spero che, per il prossimo Vertice di settembre, assisteremo a sviluppi positivi.

 
  
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  Andrzej Tomasz Zapałowski (UEN).(PL) Signor Presidente, la discussione odierna riguarda in larga misura il futuro dell’Europa, ossia se, in particolare, si baserà sulle tradizioni cristiane o perderà il suo passato e il suo futuro.

L’Ucraina è parte dell’Europa, condivide le tradizioni europee e i valori dei nostri antenati e il suo posto è tra noi. Sono dunque sorpreso che il Medio Oriente sia più importante per alcuni colleghi che riescono a immaginare l’Europa in Asia, ma non riescono a vedere una vasta area del nostro continente. Oggi, l’Ucraina è preda di una crisi politica ed economica. Per questo ora dobbiamo trasmetterle un segnale chiaro della nostra volontà di averla al nostro fianco, del fatto che vogliamo che la società ucraina compia la scelta politica giusta per stabilizzare la situazione nei territori orientali dell’Unione.

Vorrei complimentarmi con l’onorevole Kamiński per la sua relazione. Il suo contenuto dimostra un desiderio di rafforzare l’Europa, un’Europa di tradizioni e valori, nonché il potenziale economico e geopolitico di una Comunità allargata.

 
  
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  Bogdan Klich (PPE-DE). (PL) Signor Presidente, l’Unione europea ha una serie di responsabilità nei confronti dell’Ucraina. Due anni fa, abbiamo svolto un ruolo significativo nel sostenere la rivoluzione arancione a Kiev. Allora, lo scopo era ristabilire la democrazia nel paese, mentre adesso è consolidarla. Affinché ciò accada, l’Ucraina dovrebbe avere chiare prospettive per il futuro. Non possiamo dire, come ha affermato il Commissario, che l’Ucraina dovrebbe essere quanto più vicina possibile all’Unione europea. No. Dobbiamo essere espliciti. L’Ucraina ha bisogno, e vorrei sottolineare questo aspetto, di una prospettiva di adesione all’Unione europea.

Nel frattempo, dovremmo sostenere il progresso economico nel paese firmando un accordo di associazione e un accordo su una zona di libero scambio, nonché appoggiare l’adesione dell’Ucraina all’OMC.

Detto questo, dovremmo però essere chiari anche su un’altra questione. L’Unione ha una propria agenda per quanto concerne l’Ucraina e abbiamo pienamente il diritto di aspettarci che gli ucraini introducano standard economici europei, separino la politica dall’economia, risolvano l’attuale crisi politica con mezzi democratici e garantiscano che le imminenti elezioni si tengano lege artis.

Analogamente abbiamo il diritto di aspettarci che il gruppo interpartitico dell’attuale parlamento ucraino, che si sta occupando di adeguare il diritto ucraino agli standard dell’Unione europea, venga riattivato durante il prossimo mandato parlamentare e sia per noi, in futuro, un partner significativo.

 
  
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  Justas Vincas Paleckis (PSE). (LT) Mi complimento con il relatore e condivido pienamente il fatto che questo è il momento opportuno per un nuovo accordo tra l’Unione europea e l’Ucraina. Sono certo che l’Ucraina non esiterà lungo il cammino verso l’Europa. Tuttavia, questo dibattersi in conflitti e tensioni, come è avvenuto in primavera, non fa avanzare il paese verso la sua meta. Vorrei appoggiare l’iniziativa proposta per una dimensione UE-Mar Nero, il cui asse fondamentale correrebbe dall’Ucraina alla Turchia coinvolgendo Russia e alcuni altri paesi. L’esperienza maturata nell’ambito della cooperazione tra i paesi del Baltico e della dimensione settentrionale sarebbe molto utile in tal senso. Vi sono state lunghe e complesse discussioni in merito all’inversione della direzione di flusso dell’oleodotto Odessa-Brody per avvicinarlo all’Unione europea. Ora è tempo di agire concretamente. Sono a favore dell’emendamento suggerito, che sottolinea come il successo dell’integrazione dell’Ucraina nelle Istituzioni dell’Unione europea dipenda dalle riforme, non solo in Ucraina, ma nella stessa Unione europea. Che lo volessero o meno, le macchinazioni di Polonia, Regno Unito e alcuni altri paesi in merito a un accordo con l’Ucraina sulle riforme hanno agito contro gli interessi dell’Ucraina nel suo tentativo di conseguire l’obiettivo di un progressivo avvicinamento all’Unione europea.

 
  
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  Roberta Alma Anastase (PPE-DE).(RO) Relaţiile dintre Uniunea Europeană şi Ucraina se află în prezent în pragul unor decizii cruciale pentru viitorul lor. Odată cu aderarea României la Uniunea Europeană, frontiera comună cu Ucraina s-a extins, ambele părţi devenind tot mai conştiente de avantajele şi oportunităţile unor relaţii aprofundate şi consolidate. Îi mulţumesc, în acest sens, domnului raportor pentru examinarea tuturor elementelor cheie în această direcţie.

Aş dori să atrag atenţia că o relaţie aprofundată şi mutual avantajoasă presupune responsabilitate crescândă şi angajament ferm din partea ambelor părţi. Îmi exprim astfel speranţa că Ucraina îşi va continua eforturile de conformare la standardele şi valorile europene atât pe plan intern, cât şi pe plan internaţional.

Pe plan intern, stabilitatea politică şi consolidarea principiilor democratice constituie o prioritate. Printre ele, respectarea drepturilor omului şi libertăţilor fundamentale, mai ales a minorităţilor şi a drepturilor acestora de a-şi vorbi limba şi de a-şi promova cultura, trebuie să stea la baza eforturilor Ucrainei de a deveni o societate multiculturală democratică, partener credibil al Uniunii Europene. Pentru a nu vorbi la modul general, doresc să atrag atenţia asupra încălcării drepturilor minorităţii române din Ucraina. Dreptul la educaţie în ţară şi în străinătate, dreptul la cultură şi religie sunt grav încălcate de către statul ucrainean care, în acelaşi timp, depune eforturi susţinute de divizare a acestei minorităţi în minoritatea română şi moldovenească, fără nicio raţiune istorică sau ştiinţifică.

Nu mai puţin importantă este acţiunea Ucrainei la nivel regional şi internaţional, în conformitate cu obligaţiile asumate. Ucraina şi-a demonstrat deja capacitatea de a fi un partener credibil şi eficient prin eforturile de pregătire pentru aderarea la Organizaţia Mondială a Comerţului, precum şi prin cooperarea cu Uniunea Europeană şi Moldova în cadrul Misiunii Uniunii Europene de asistenţă la frontieră.

Noua iniţiativă a Uniunii Europene de consolidare a cooperării regionale la Marea Neagră va fi, în sfârşit, o nouă şansă pentru toţi actorii din regiune pentru a-şi uni eforturile în crearea unui spaţiu de democraţie, stabilitate şi prosperitate în zona Mării Negre.

 
  
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  Marianne Mikko (PSE).(ET) In qualità di responsabile della delegazione per la Moldavia, desidero sottolineare il ruolo dell’Ucraina come garante di stabilità nell’Unione europea. Il conflitto congelato nella Transnistria è un’eredità della guerra fredda in Europa. Il regime separatista si mantiene al potere grazie ai proventi del contrabbando, oltre che grazie alle forze armate russe.

La disponibilità dell’Ucraina a collaborare con la missione dell’Unione europea per l’assistenza alle frontiere ci è stata d’aiuto nel promuovere l’allontanamento di governi illegali riducendo di un terzo le entrate di bilancio del regime della Transnistria.

Sono favorevole alla proposta di autorizzare il Consiglio a concludere un nuovo e più ampio accordo. Sebbene la situazione sia tutt’altro che ideale, l’Ucraina ha nondimeno compiuto progressi riguardo al rispetto dei diritti umani e all’estensione dello Stato di diritto. Il conflitto tra il Presidente e il Primo Ministro sarà risolto a Kiev in un contesto democratico, come si conviene a un paese che aspira all’adesione all’Unione europea.

Ma per poter diventare un candidato serio all’adesione all’Unione europea, l’Ucraina deve rafforzare la società civile, difendere la libertà dei media, aumentare l’indipendenza del potere giudiziario e trasformare il controllo democratico in una prassi abituale.

Ci auguriamo che questi obiettivi siano importanti sia per l’Ucraina sia per tutti noi nell’Unione europea che dialoghiamo con quel paese. Ringrazio l’onorevole Kamiński per la sua costruttiva relazione.

 
  
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  Anna Ibrisagic (PPE-DE).(SV) Molte cose sono successe dalla rivoluzione arancione, sia in Ucraina sia nell’Unione europea. La relazione di cui stiamo discutendo descrive quanto è accaduto in quel paese e i problemi e le sfide che esso si trova ad affrontare e ha dovuto superare, nonché il lavoro ancora da compiere e le riforme da attuare. Come avviene di solito nelle nostre discussioni sulle relazioni dell’Unione europea con vari paesi, anche nel caso dell’Ucraina descriviamo la situazione nel paese, poniamo domande e lanciamo esortazioni.

Troppo di rado, però, ci soffermiamo a riflettere sul fatto che l’Unione europea è cambiata nel corso del tempo. Nei tre anni scarsi da quando sono stata eletta al Parlamento europeo, l’Europa è già diventata meno aperta, meno collaborativa e meno generosa; è diventata più fredda e più introversa. Troppo spesso ci preoccupiamo di quanto costano le cose e troppo raramente di ciò che esse rappresentano per noi e per l’Europa dei nostri figli, soprattutto quando cominciamo a parlare delle prospettive di un paese in rapporto all’Unione europea o delle possibilità di una sua futura adesione. Mi fa pertanto molto piacere che la relazione appoggi l’aspirazione e le ambizioni dell’Ucraina di avvicinarsi all’Unione europea e anche, un giorno, di arrivare a una riunificazione con il resto d’Europa.

E’ a ragion veduta che uso il termine “riunificazione” anziché “allargamento”, perché l’Ucraina, come gli altri paesi dell’Europa orientale, fanno e hanno sempre fatto parte dell’Europa, solo che, per diversi decenni, sono stati vittima del comunismo. E’ ora di correggere questo errore, e nel caso dell’Ucraina il modo migliore di farlo è approvare la relazione, sostenere l’ulteriore sviluppo delle relazioni tra l’Ucraina e l’Unione europea e dare all’Ucraina chiare prospettive in riferimento all’Unione europea – prospettive che ovviamente devono comprendere anche l’adesione una volta che saranno state soddisfatte tutte le condizioni previste.

 
  
  

PRESIDENZA DELL’ON. MARTINE ROURE
Vicepresidente

 
  
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  Francisco Assis (PSE).(PT) Signora Presidente, per chi come me è originario dell’estremo limite occidentale del continente, è doveroso dimostrare profondo rispetto nei confronti di un popolo il cui destino molto spesso è stato tragico, specialmente nel corso del XX secolo, e che adesso sta compiendo sforzi immani per trovare i modi di diventare un paese democratico fondato sullo Stato di diritto.

Questo orientamento è stato dimostrato dagli avvenimenti accaduti nelle strade di Kiev tre anni fa ed è tuttora confermato dal desiderio del popolo ucraino di aderire un giorno all’Unione europea. Dobbiamo avere rispetto per tale desiderio e dobbiamo lanciare segnali all’Ucraina sia rafforzando la nostra cooperazione sia sostenendo lo sviluppo del paese in quanti più settori possibile.

E’ vero che non è nostro dovere assumerci compiti che rientrano nella responsabilità del popolo ucraino, come il consolidamento della democrazia, la completa istituzionalizzazione della democrazia e dello Stato di diritto e il superamento dei problemi che ancora lo affliggono. Però, pur essendo vero che questi compiti spettano al popolo ucraino, è altrettanto vero che dobbiamo inviare segnali adeguati. Sono certo che approvando la relazione manderemo all’Ucraina un valido segnale politico, e pertanto mi congratulo con il relatore.

 
  
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  Bogusław Sonik (PPE-DE).(PL) Signora Presidente, il prerequisito per ottenere un buon risultato politico è, prima di tutto e più di tutto, avere obiettivi chiari e lavorare coerentemente per raggiungerli. La coerenza è importante in particolare nel contesto del complicato sistema politico dell’Unione europea.

Nel caso dell’Ucraina – una regione che ha una grande importanza politica, economica e strategica – l’Unione europea deve dar prova di ferrea determinazione per realizzare i suoi attuali obiettivi. L’Unione europea ha aiutato l’Ucraina in un momento cruciale della sua storia, durante la rivoluzione arancione, quando si è trattato di decidere quale strada il paese avrebbe seguito: se verso est o verso ovest, verso l’Unione europea o verso la Russia. Abbiamo preso la decisione giusta e ora è necessario metterla coerentemente in pratica.

Adesso la situazione è molto meno drammatica; nondimeno l’Unione europea deve compiere passi decisivi per integrare l’Ucraina nelle proprie strutture. Agendo in linea con i principi di partenariato e solidarietà, l’Unione europea sosterrà la giovane democrazia ucraina e la metterà al riparo da minacce interne.

Per potersi integrare maggiormente nelle strutture dell’Unione europea, l’Ucraina dovrà compiere più d’uno sforzo, anche per quanto riguarda, ad esempio, la lotta contro la corruzione e l’ammodernamento del sistema giudiziario e delle infrastrutture. Senza il nostro aiuto, l’Ucraina non sarà in grado di acquisire gli standard europei in materia di democrazia e libero mercato, né riuscirà a costruire un paese fondato sullo Stato di diritto o a separare la politica dall’economia.

Mi rattrista constatare che l’Ucraina non è una priorità per la Presidenza portoghese. Pur essendo citata nel documento che abbiamo ricevuto, è vergognoso che all’Ucraina non sia stato dedicato un capitolo separato, come invece è avvenuto nel caso del Brasile. L’Ucraina è il più grande paese d’Europa che ancora non fa parte dell’Unione europea. Dobbiamo dargli una prospettiva di adesione a lungo termine, come abbiamo fatto con la Turchia.

Vorrei aggiungere qualcosa sull’ipocrisia europea. I sostenitori del Trattato costituzionale hanno criticato il Trattato di Nizza, in particolare per il fatto che esso non costituisce una base giuridica per l’allargamento. Bene, chiedo loro di essere coerenti e di dire altrettanto apertamente che la riforma del Trattato ci permetterà di prendere una decisione storica sulla futura adesione dell’Ucraina all’Unione europea.

 
  
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  Silvia-Adriana Ţicău (PSE). – Ucraina se află la intersecţia marilor axe rutiere, feroviare şi de transport de hidrocarburi. Dispunând de cea mai mare densitate de gazoducte şi oleoducte din Europa, Ucraina este un actor important pentru securitatea energetică a Uniunii Europene. Referitor la energia nucleară, Ucraina trebuie să facă dovada securităţii reactoarelor nucleare aflate pe teritoriul său.

În 2007, Grupul de nivel înalt a decis ca axa centrală prin care se va face integrarea sistemului comunitar de transport cu cele ale statelor vecine va asigura conectarea cu Ucraina şi Marea Neagră. Această axă include şi o conexiune prin Ucraina cu calea ferată transsiberiană şi utilizând fluviile Don şi Volga, o cale navigabilă internă către Marea Caspică.

Uniunea Europeană trebuie să fructifice ieşirea la Marea Neagră a României şi Bulgariei. Pentru România, Acordul consolidat este extrem de important şi solicităm asigurări că dezvoltarea infrastructurii de transport fluvial din Ucraina se va face cu protejarea biodiversităţii Deltei Dunării.

 
  
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  Zuzana Roithová (PPE-DE).(CS) Condivido l’impostazione politica della relazione, da cui emerge che per l’Unione europea l’Ucraina non è una minaccia bensì un’opportunità. So che l’Europa non sarà completa fino a quando l’Ucraina non diventerà parte dell’Unione europea. Siamo uniti da una storia comune e da centinaia di migliaia di legami familiari. Sono veramente lieta che l’Ucraina si sia incamminata sulla strada della democrazia e mi auguro che l’avvio del processo di adesione non sarà affrettato, come nel caso della Turchia, quando non tutti i criteri di Copenaghen erano stati soddisfatti, determinando l’attuale clima di delusione da entrambe le parti. Spero che anche l’opposizione ucraina dichiarerà apertamente che l’adesione all’Unione europea è un obiettivo importante anche per gli abitanti della parte orientale del paese. Questo obiettivo a lungo termine richiede un cambiamento di mentalità da parte di milioni di cittadini, che devono anch’essi esprimere il loro consenso. Sarebbe facile promettere oggi all’Ucraina l’adesione all’Unione europea, ma la cosa più importante da fare adesso è invece aiutarla ad aderire alla NATO e all’OMC.

 
  
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  Janez Potočnik, Membro della Commissione. – (EN) Signor Presidente, vorrei fare due osservazioni, la prima sul futuro dell’Ucraina e la seconda sull’assistenza finanziaria dell’Unione europea. La relazione Kamiński usa parole chiare ed equilibrate per descrivere la prospettiva dell’Unione europea. Ci sono molti e importanti passi avanti che non possiamo ignorare.

Ci troviamo in un’intensa fase di negoziati sul nuovo accordo rafforzato. L’Ucraina è nella fase finale dei negoziati di adesione all’Organizzazione mondiale del commercio, adesione che le aprirebbe le porte anche a negoziati di adesione all’area di libero scambio. Stiamo parlando di agevolazioni per la concessione di visti e a tale proposito dovremmo considerare la parità di trattamento riguardo ai requisiti previsti per tutti i cittadini dell’Unione europea.

So per esperienza che in Ucraina le riforme democratiche sono oltremodo necessarie, ma so anche che non è affatto una strada facile. Dobbiamo quindi lavorare sodo, lavorare insieme, lavorare con la mente e con il cuore aperti e disponibili. Sempre per esperienza personale so che chiari messaggi di sostegno e disponibilità a fornire aiuto per percorrere questa difficile strada sono della massima importanza ai fini del buon esito dell’impresa. La relazione di cui stiamo discutendo lancia proprio segnali di tal genere, segnali importanti per il futuro dell’Ucraina.

La mia seconda osservazione attiene all’assistenza finanziaria per quel paese. Come sapete, l’Ucraina sta entrando in una nuova fase, la fase del nuovo strumento europeo di vicinato e partenariato, cosicché nel quadriennio 2007-2010 beneficerà di quasi 500 milioni di aiuti. Se confrontate gli aiuti TACIS di qualche anno fa, cioè del 2002, con le cifre di quest’anno, noterete che nel corso dell’ultimo quinquennio gli importi sono triplicati.

Ma non si tratta soltanto di assistenza tecnica. Ora stiamo migliorando anche il livello qualitativo degli aiuti per focalizzarli sul rafforzamento del buon governo e dello sviluppo democratico, sul ravvicinamento giuridico e normativo, sulle infrastrutture, sullo sviluppo, in particolare in campo energetico, e su un’amministrazione moderna, nonché sulle questioni connesse con le riammissioni. Inoltre, l’ampliamento del mandato della BEI all’Ucraina significa che il paese avrà ora accesso anche a finanziamenti considerevoli da parte di quella istituzione. Come Unione europea forniremo sicuramente assistenza finanziaria per aiutare l’Ucraina ad accedere a tali finanziamenti.

Desidero ringraziarvi, onorevoli deputati al Parlamento europeo, per i vostri commenti, dai quali emerge il vostro vivo interesse per uno dei nostri vicini più importanti. La relazione dell’onorevole Kamiński e la discussione di oggi sono contributi indubbiamente preziosi all’attuale rafforzamento da parte dell’UE delle relazioni con quel paese. E’ importante che lavoriamo insieme per incoraggiare l’Ucraina a proseguire con decisione lungo la strada delle riforme – per il proprio bene attuale e futuro.

 
  
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  Presidente. – La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà oggi, alle 11.30.

Dichiarazioni scritte (articolo 142 del Regolamento)

 
  
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  Marian-Jean Marinescu (PPE-DE), per iscritto. – (EN) L’Ucraina è un paese con riconosciute tradizioni europee e con un significativo ruolo nello sviluppo di una sostenibile politica regionale e intraregionale nell’ambito della politica europea di vicinato.

Negli ultimi tempi sono stati compiuti progressi importanti nelle relazioni tra l’Unione europea e l’Ucraina, quali l’avvio di negoziati su un nuovo accordo rafforzato e la recente firma di accordi sulle agevolazioni per il rilascio dei visti e sulle riammissioni.

I disordini causati dagli eventi recenti non dovrebbero compromettere la continuazione di buoni rapporti in questo stesso quadro di partenariato, nel rispetto dei principi democratici dell’Europa.

Credo che, infine, l’Ucraina sarà in grado di uscire dalla crisi in cui si trova attualmente.

Affinché ciò possa avvenire, la classe politica ucraina dovrebbe agire in linea con le disposizioni dell’accordo del 27 maggio, ovvero indire le elezioni parlamentari anticipate come programmato ed emendare la costituzione vigente.

Accolgo con favore la firma della Dichiarazione di unificazione delle forze democratiche e il suo obiettivo dichiarato di garantire all’Ucraina un prospero futuro in Europa, nonché l’impegno assunto dalle forze democratiche di difendere fermamente i loro diritti e di dedicarsi alla realizzazione anche in Ucraina di standard socioeconomici di livello europeo.

L’Ucraina dovrebbe interpretare la relazione Kamiński come un messaggio di incoraggiamento e aiuto da parte dell’Unione europea.

Credo che il futuro accordo dovrebbe essere un accordo di associazione.

 
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