23. Conseguenze dell’accordo Comunità-Stati membri/Philip Morris per combattere il contrabbando di sigarette e verifica delle raccomandazioni della commissione d’inchiesta del Parlamento europeo sul transito (discussione)
Presidente. − L’ordine del giorno reca la relazione di Bart Staes, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sulle implicazioni dell’accordo tra la Comunità, gli Stati membri e Philip Morris per l’intensificazione della lotta contro la frode e il contrabbando di sigarette e sui progressi realizzati nell’applicazione delle raccomandazioni della commissione d’inchiesta del Parlamento sul regime di transito comunitario [2005/2145(INI)] (A6-0337/2007)
Bart Staes (Verts/ALE), relatore. – (NL) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, le relazioni della commissione per il controllo dei bilanci contengono spesso notizie poco confortanti – dopotutto si tratta della commissione antifrode del PE. Spesso si parla di deficienze, irregolarità, mistificazioni – talvolta addirittura di frode e raggiri. Ebbene, onorevoli colleghi, oggi sono lieto di avere qualcosa di positivo da comunicarvi, una storia di successo, una storia che dimostra come la cooperazione tra Commissione europea, Parlamento europeo e Stati membri possa portare alla risoluzione dei problemi.
Qual è il contesto? All’inizio degli anni ‘90, le frodi relative al contrabbando di sigarette erano una florida attività economica. Centinaia di milioni di ECU – all’epoca si ragionava ancora in termini di ECU e non di euro – sparivano nelle tasche dei criminali, a scapito dei bilanci dell’Unione europea e degli Stati membri. Nel lontano 1994, l’allora UCLAF – predecessore dell’OLAF – istituì una task force “sigarette”. Nel 1996 e nel 1997 la commissione d’inchiesta del Parlamento europeo – che, per inciso, era la prima commissione d’inchiesta avviata nell’ambito del trattato sull’Unione europea – esaminò tutti gli aspetti delle frodi commesse ai danni del sistema di transito.
La commissione d’inchiesta constatò che il sistema di controllo nel settore doganale era arcaico. Gli autocarri in transito dovevano farsi timbrare un documento alla dogana del valico in cui la merce entrava nel territorio dell’Unione, quindi attraversare l’Unione e farsi poi timbrare di nuovo lo stesso documento presso la dogana del valico da cui la merce usciva dal territorio comunitario. Il documento doveva poi essere rispedito all’ufficio doganale di importazione. I problemi che insorgevano nel corso di questo processo erano molteplici. I documenti pervenivano troppo tardi: talvolta anche tre o quattro mesi dopo. C’era il problema della falsificazione dei documenti e dei timbri. Di conseguenza, una delle principali raccomandazioni della commissione d’inchiesta fu di sostituire quell’intero sistema arcaico, basato su carta e timbri, con un sistema computerizzato.
Questo nuovo sistema di transito automatizzato (NCTS) è stato gradualmente introdotto e oggi è operativo in tutti gli Stati membri. Esso aiuta i servizi doganali a verificare, in tempo reale, se una partita di merce sta sfuggendo illegalmente al controllo doganale, pertanto costituisce un enorme progresso. Ciò, tuttavia, non elimina il problema delle false dichiarazioni, che tuttora sussistono, per questo chiediamo alla Commissione di istituire un sistema specifico, per evitare la falsa dichiarazione di merci. Richiediamo, inoltre, che venga concesso all’OLAF l’accesso diretto a questo sistema computerizzato.
Come si è detto, la commissione d’inchiesta si concentrò sul problema delle sigarette, le quali venivano trasportate da una frontiera all’altra, ma molto spesso finivano sul mercato nero. Inoltre, con altrettanta frequenza, venivano reintrodotte di contrabbando nell’Unione. Ciò comportò enormi problemi, conducendo, talvolta, anche alla violenza. In Italia, per esempio, due agenti della Guardia di finanza furono assassinati.
L’indagine complessiva rivelò addirittura che alcune società produttrici di tabacco erano in combutta con i contrabbandieri e, sulla base di tale rivelazione, la Commissione, insieme a una serie di Stati membri, fece causa alla società Philip Morris presso un tribunale di New York. Ben presto fu chiaro che sarebbe stato piuttosto difficile per Philip Morris vincere la causa, quindi, nel 2004, venne concluso un accordo con la società. A fronte di un pagamento di 1,25 miliardi di dollari, da versarsi nell’arco di 12 anni, la Commissione e gli Stati membri non avrebbero proceduto con la causa presso il tribunale di New York.
In realtà, la seconda parte dell’accordo con Philip Morris era forse ancora più rilevante. Prevedeva misure di cooperazione tra Philip Morris e l’Unione europea, volte a tracciare e rintracciare le sigarette. Nel caso in cui i servizi doganali avessero trovato carichi di sigarette e le disposizioni dell’accordo non fossero state seguite, Philip Morris era tenuta a versare immediatamente i dazi doganali evasi – e la cifra in questione poteva raggiungere 1,5 milioni di euro per container di sigarette.
Ribadisco che si tratta di una storia di successo: la riprova che il Parlamento e la Commissione possono collaborare. Tuttavia, ho alcune critiche da sollevare. Quando il risarcimento di 1,25 miliardi di dollari fu spartito tra la Commissione e gli Stati membri, solo il 9,7 per cento venne destinato alla Commissione, mentre gli Stati membri fecero la parte del leone. Ritengo che questo sia scorretto, soprattutto perché la Commissione e l’OLAF svolgono la parte maggiore del lavoro.
Una seconda critica è che, secondo lo spirito dell’accordo, quel denaro doveva essere utilizzato nella lotta contro la frode. La Commissione ha svolto la sua parte, destinando una quota di quel denaro al programma Ercole II. Gli Stati membri, invece, hanno semplicemente lasciato che il denaro confluisse nelle loro tesorerie, anziché impiegarlo per attrezzare meglio i loro servizi investigativi, per esempio i servizi doganali, e intensificare la lotta contro quel tipo di frode.
Ricapitolando, signor Presidente, questa è senza dubbio una storia di successo, che potrebbe essere valida anche per altre merci, come l’alcol o determinati prodotti agricoli. Mi auguro, inoltre, che questa relazione abbia aggiunto una nota positiva all’importante lavoro svolto dal Vicepresidente Kallas e dalla Commissione, nonché dal nostro Parlamento, nella lotta contro la frode.
Siim Kallas, Vicepresidente della Commissione. − (EN) Signor Presidente, devo ringraziare l’onorevole Staes per questa relazione di propria iniziativa e il Parlamento europeo per l’attenzione dimostrata verso queste problematiche e il sostegno nella ricerca di soluzioni.
Vorrei aprire il mio intervento parlando del nuovo sistema di transito automatizzato, del quale è responsabile il collega Lázló Kovács. Il Parlamento europeo plaude alla riuscita introduzione del nuovo sistema di transito computerizzato. E’ di certo un enorme cambiamento rispetto alle obsolete procedure cartacee. La piena attuazione del sistema aggiornato avrà luogo entro il 1° luglio 2009.
La gestione dei rischi è un moderno strumento di controllo. La Commissione sta dando attiva applicazione al sistema per la gestione dei rischi a livello doganale, al fine di eseguire verifiche più mirate. Al momento, stiamo fissando i criteri, le priorità e la piattaforma informatica con gli Stati membri. Il nuovo sistema offrirà anche la possibilità di monitorare regolarmente l’efficacia dell’analisi dei rischi effettuata. Il previsto sviluppo di un sistema di informazioni doganali antifrode rafforzerà la capacità di analizzare e contrastare i rischi di frode doganale, dapprima in relazione a merci sensibili e in seguito per tutti i generi di merce in transito. Questo a condizione che gli Stati membri concedano alla Commissione un più ampio accesso ai dati di movimentazione NCTS. Tuttavia, il congelamento di ulteriori finanziamenti al sistema NCTS, come proposto nella relazione, sarebbe controproducente per il necessario ulteriore sviluppo di un controllo doganale più efficace.
Qualche parola sulla frode relativa all’imposta sul valore aggiunto. Nella sua relazione, la Camera dei Lord britannica ha evidenziato numerosi fattori alla base del fenomeno della frode della società fittizia. Tuttavia, noi non riscontriamo alcuna prova del fatto che eventuali debolezze nel sistema doganale abbiano comportato casi di frode carosello. Mi preme chiarire che, sebbene il sistema doganale non fosse una priorità nel periodo delle tradizionali ispezioni delle risorse proprie tra il 2001 e il 2006, quando il cambiamento era in atto, esso non venne, tuttavia ignorato. A seguito di numerose ispezioni, venne richiesto il pagamento di risorse proprie e interessi. Questo approccio rappresenta un efficiente utilizzo delle risorse d’ispezione della Commissione ed evita di fare ricorso a controlli ex ante.
Vorrei ora concentrarmi sull’accordo antifrode con Philip Morris International, che rientra nel mio portafoglio di competenza. Devo ringraziare il Parlamento per il suo sostegno forte e continuato. La Commissione ha ripetutamente dichiarato di auspicare che l’accordo possa fungere da modello per accordi simili con altre società. Riguardo ai fondi derivanti dall’accordo, il nuovo programma Ercole ha ricevuto, in Grecia, finanziamenti destinati a combattere il contrabbando e la contraffazione di sigarette; obiettivi, questi, di recente introduzione. Stiamo inoltre considerando l’ipotesi che il programma possa essere utilizzato per finanziare l’istituzione di un laboratorio per la verifica dell’autenticità delle sigarette.
Ma devo anche ammettere – e l’onorevole Staes lo sa molto bene – che la distribuzione del denaro è stata un vero e proprio incubo e continuerà a esserlo anche nei prossimi esercizi finanziari. Ovviamente, mi compiaccio del sostegno e del costante interesse espresso dal Parlamento in merito all’utilizzo di questo denaro, poiché anch’io sono interessato all’investimento di questi fondi al fine di combattere il contrabbando di sigarette e altre forme di frode.
Quanto ai dati di confisca, la maggior parte degli Stati membri comunica i quantitativi alla Commissione su base trimestrale. Tuttavia, non tutti gli Stati membri indicano le marche delle sigarette confiscate, pertanto non ci sono dati completi a riguardo. Inoltre, non sempre nelle notifiche di confisca, gli Stati membri distinguono fra sigarette autentiche e contraffatte, in parte perché non necessario né ai fini dell’azione legale a carico dei trasgressori, né per la riscossione di dazi e imposte, e in parte perché talvolta è estremamente difficile distinguere tra sigarette contraffatte e autentiche. Dal canto nostro, continuiamo a esortare gli Stati membri a fornire dati più completi.
Infine, la Commissione è disposta a preparare una relazione OLAF in proposito, come suggerito dal Parlamento, tuttavia, personalmente ritengo che sarebbe meglio attendere fino al 2010 per avere una visione d’insieme più completa. La ragione è che si stanno profilando cambiamenti considerevoli nel settore doganale e una relazione redatta nel 2008 potrebbe avere carattere unicamente temporaneo e riflettere lo stato delle cose in quel determinato momento.
Jean-Pierre Audy, a nome del gruppo PPE-DE. – (FR) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, le mie prime parole saranno per congratularmi con il relatore, l’onorevole Bart Staes, che ha saputo produrre un’eccellente relazione sulla difficile questione delle imperfezioni del nostro regime di transito comunitario. Sono altresì molto grato alla Corte dei conti europea, la quale, nella sua relazione del dicembre 2006, evidenziò in termini molto chiari la portata del problema.
A tal proposito, mi delude che si confondano le ripercussioni dell’accordo con Philip Morris, che, ricordiamolo, è un accordo volto ad arrestare l’azione legale ai danni di tale società e non già un accordo di partenariato, con i seri problemi relativi al transito comunitario. E’ questa la motivazione alla base dell’emendamento che ho presentato a nome del gruppo PPE, mirato, appunto, a evitare la confusione.
In merito all’industria, propongo che l’Unione europea e l’intera industria del tabacco finanzino congiuntamente un programma per combattere il contrabbando e la contraffazione di sigarette.
Detto questo, vorrei focalizzare le mie osservazioni sulle imperfezioni del regime di transito comunitario. La Commissione ci dice di aver rafforzato il sistema doganale tramite l’introduzione di un moderno e solido sistema automatizzato. Dimentica, però, che per quanto necessario, un sistema computerizzato non è mai sufficiente e, in realtà, è il sistema stesso a essere imperfetto. E’ imperfetto perché amministrato sotto l’autorità degli Stati membri, il che significa – come giustamente sottolineato dal nostro relatore e della Corte dei conti – che gli Stati membri stanno applicando le nuove normative in materia di transito comunitario con gravi mancanze.
Nel 1997, il Parlamento istituì una commissione d’inchiesta, la quale affermò chiaramente che l’UE dovesse creare un sistema che permettesse ai servizi doganali di operare congiuntamente. Questo obiettivo è lungi dall’essere raggiunto.
Nel 2005, il nostro collega Herbert Bösch evidenziò, nella sua eccellente relazione, la portata dei problemi e la necessità di combattere frode ed errori. La verità è, onorevoli colleghi, che questa relazione ci invita a una riflessione più ampia in merito alla qualità dei nostri sistemi doganali, dei nostri circuiti finanziari e, più in generale, della tutela degli interessi finanziari dell’Unione europea.
A questo riguardo, Commissario, lei ha il pieno sostegno dei deputati.
Herbert Bösch, a nome del gruppo PSE. – (DE) Signor Presidente, noi accogliamo con entusiasmo quest’eccellente relazione. Il termine “relazione d’iniziativa” non è del tutto preciso. Quello che stiamo facendo qui è proseguire con il lavoro della prima commissione d’inchiesta del Parlamento – ed è bene continuare. Non vorrei lagnarmi, ma è una vergogna che siamo costretti a condurre questa discussione a un’ora così inoltrata. Noto con interesse sull’elenco degli oratori, i gruppi che hanno chiesto di intervenire oggi su questo argomento. A quanto pare, è sempre più facile, in qualche modo, lamentarsi degli scandali nell’UE che non lavorare a soluzioni specifiche e positive. E’ una strada che può apparire lunga – ora stiamo discutendo di sigarette – ma è quella giusta da imboccare. Stiamo facendo dei progressi e la relazione Staes lo dimostra molto chiaramente.
Certo, in questo contesto dobbiamo fare i conti con l’incompletezza dell’integrazione europea. Numerosi ministri delle Finanze continuano a non saper resistere alla tentazione di aumentare semplicemente le tasse sul tabacco quando le casse del tesoro cominciano a sembrare un po’ vuote, conquistandosi erroneamente il plauso di questo o quel politico impegnato nella sanità. Dico “erroneamente” perché i fumatori non fanno altro che passare alle sigarette di contrabbando o, sempre più, a quelle contraffatte, e i profitti derivanti da questo tipo di frode vanno direttamente al crimine organizzato.
Il fatto che questa sera ci sia motivo di celebrare alcuni nostri progressi mi spinge ancor di più a ricordare a quest’Aula un episodio che fa meno onore all’Europa, in particolare alla Commissione. E’ stato provato che nel periodo 1992–2001, circa 10 000 autocarri di sigarette, diretti principalmente in Italia, furono introdotti in maniera illegale nell’UE attraverso il Montenegro. Questa è probabilmente la più grande frode di tutti i tempi contro il bilancio UE. La procura di Augusta, in Germania, ha formulato 60 richieste di assistenza giudiziaria a tale riguardo. Ci sono state confessioni, condanne e così via in Svizzera. Ciononostante, l’Unione europea non ha avanzato alcuna richiesta di riscossione delle risorse proprie a carico della Repubblica del Montenegro. Commissario, vorrei che ci potessimo presentare davanti ai nostri contribuenti e dire: “Anche noi abbiamo indagato sulla questione”.
Ci sono umili funzionari doganali in Germania, Austria e in Europa centrale che hanno fatto un grandissimo lavoro in questo ambito, ma che, a quanto pare, sono stati piuttosto delusi dalla Commissione europea. Dobbiamo affrontare questa colossale questione per cui il periodo limite non è ancora terminato. Questa è la mia aspirazione in relazione a quella che è di gran lunga una lieta occasione per il dibattito di oggi.
Ingeborg Gräßle (PPE-DE). – (DE) Signor Presidente, Commissario, onorevoli colleghi, quest’Aula preferisce occuparsi di spese anziché di ricavi – pertanto è merito dell’onorevole Staes se oggi, per una volta, ci dedichiamo a un’inezia come quella dei ricavi. Un’inezia, tuttavia, nell’ordine dei 17 miliardi di euro in termini di IVA e risorse proprie e 14 milioni di euro in dazi doganali – ovvero quasi il 30 per cento. A mio avviso, è un bene che si stia discutendo di questo argomento oggi.
E’ evidente che ci sono solo vincitori qui e anche il Commissario merita le nostre congratulazioni per questo. Siamo lieti di essere riusciti a trovare una via praticabile, in collaborazione con gli Stati membri. E’ essenziale sostenere il futuro dell’OLAF, l’ufficio europeo per la lotta antifrode, per consentire a tale istituzione di svolgere il proprio ruolo all’interno dell’UE in maniera anche migliore e più efficiente. L’OLAF merita le nostre congratulazioni per quello che ci ha dimostrato finora e per ciò che abbiamo davanti agli occhi anche in questo momento. Siamo tutti molto orgogliosi di questi successi, poiché sono stati proprio questi esperti a renderli possibili. Non era scontato, soprattutto data la materia, che avremmo fatto progressi concreti con il dossier sui prodotti di tabacco contraffatti, né che gli Stati membri avrebbero cooperato.
Vorremmo veder riprodotto questo scenario anche in relazione ad altri dossier, riguardanti la tutela degli interessi finanziari dell’Unione, per esempio la lotta contro la frode sull’IVA. Allora sì avremo dei veri vincitori: i contribuenti europei che ci hanno inviati qui e che nutrono determinate aspettative.
Ritengo che continuare la lotta al contrabbando di sigarette sia un compito importante e che ci sia la necessità urgente di inviare un ispettore dell’OLAF a Pechino, così come è imperativo rafforzare la presenza degli organismi antifrode a livello mondiale. Ora, l’interrogativo per la Commissione sarà come intensificare la pressione su altri produttori di sigarette, affinché sottoscrivano l’accordo tra Philip Morris e la Comunità, all’interno degli Stati membri. A mio avviso, è necessario considerare molto specificatamente come dare seguito a quest’accordo e come continuare a lavorare sulla questione, altrimenti ne andrà della nostra credibilità.
Paulo Casaca (PSE). – (PT) Il nostro relatore, e in questo caso anche la Commissione europea, meritano tutte le nostre congratulazioni. Questo, a mia memoria, è il più grande successo che l’Unione europea abbia raggiunto finora contro il contrabbando e la frode fiscale.
Il messaggio già lanciato dal nostro relatore e raccolto ormai da tutti gli oratori, riguarda, comunque, la necessità di estendere tale lotta anche ad altri ambiti. Si tratta, di fatto, di assicurare che il movimento di qualsiasi tipo di sostanza attraverso l’intero sistema doganale tuteli, in maniera efficace, gli interessi finanziari dell’Unione europea e di tutti gli Stati membri e, da questo punto di vista, ritengo ci sia ancora molto da fare. Pertanto, vorrei invitare la Commissione europea a indagare la questione con maggiore assiduità.
Monica Maria Iacob-Ridzi (PPE-DE). - (RO) L’accordo tra la Commissione europea e la società Philip Morris è un ottimo esempio di strumento finanziario comunitario che si prefigge, contemporaneamente, diversi obiettivi.
Innanzi tutto, il libero accesso al mercato da parte dell’industria di trasformazione non è limitato, e l’evasione fiscale operata da coloro che importano prodotti contraffatti viene combattuta tramite un programma della portata di 1,25 miliardi di dollari, interamente finanziato dalla società europea.
Tuttavia, l’accordo dovrebbe essere sottoscritto da molti più Stati membri.
L’accordo è stato concluso nel 2004 e nel frattempo sia Romania che Bulgaria, entrambe situate al limitare dell’Unione europea, sono diventate Stati membri.
A seguito dell’ingresso sul mercato di prodotti non oggetto di concessioni governative in tutti gli Stati membri dell’Unione, il budget europeo ha registrato sostanziali perdite di entrate fiscali derivanti dalle accise, così come i bilanci nazionali hanno risentito del mancato versamento delle imposte sugli utili.
E’ una realtà incontestabile che chi intende introdurre merci contraffatte in territorio comunitario scelga i porti europei non equipaggiati con tecnologie avanzate, come quelle di scansione e registrazione dei pallet.
Poiché la situazione inficia le entrate doganali dell’Unione europea, ritengo sensato che la modernizzazione delle strumentazioni portuali benefici dell’assistenza finanziaria della Comunità.
Con l’introduzione sul mercato di prodotti contraffatti a basso costo, un numero sempre maggiore di giovani si accosta al fumo, il che ovviamente, nel lungo periodo, avrà un considerevole costo finanziario per i sistemi di previdenza sociale e sanitari degli Stati membri.
Le relazioni pubblicate dall’Organizzazione mondiale della salute mostrano che, nella maggior parte dei casi, le sigarette contraffatte hanno un contenuto superiore di catrame del 75 per cento, di nicotina del 28 per cento e di ossido di carbonio del 63 per cento.
Poiché gli effetti disastrosi del fumo in generale, a prescindere dall’origine legittima o meno delle sigarette, sono sotto gli occhi di tutti, ritengo opportuno riflettere anche su un altro aspetto: se da un lato l’Unione europea promuove le politiche contro il fumo, dall’altro concede sovvenzioni considerevoli alle coltivazioni di tabacco, il che, a mio avviso, costituisce una contraddizione all’interno della politica sanitaria europea.
Szabolcs Fazakas (PSE). - (HU) Grazie per avermi concesso la parola, signor Presidente. Stimatissimo Commissario Kallas, onorevoli colleghi, l’onorevole Staes ha ragione e vorrei cogliere l’occasione per porgergli le mie congratulazioni per la presente relazione e per il suo operato, sempre molto valido e disposto al sacrificio.
L’Unione europea e le sue istituzioni – comprese la Commissione, la Corte dei conti, l’OLAF, il Parlamento europeo e non da ultima la commissione per il controllo dei bilanci – considerano l’accordo siglato con Philip Morris nel 2004, nonché le fasi successive della sua applicazione e controllo, un vero e proprio successo, e a giusta ragione.
Abbiamo ottenuto un risultato importante nella lotta contro il contrabbando e la frode, non solo per i commercianti e i consumatori posizionati alla fine del processo, ma anche per un grande produttore internazionale collocato all’inizio del processo. Quest’accordo non solo compensa finanziariamente le perdite del passato, ma copre anche la loro futura prevenzione.
Siamo riusciti a far comprendere a Philip Morris che è interesse anche suo elaborare una strategia congiunta contro il contrabbando e la frode e predisporre gli strumenti finanziari necessari a porla in essere. E’ particolarmente rincuorante e significativo per noi paesi di nuova adesione, che la cooperazione non comprenda solo i dieci Stati membri firmatari dell’accordo, ma si estenda anche ai nuovi paesi particolarmente minacciati dal contrabbando e dalla frode, garantendo, di conseguenza, anche le condizioni tecnico-finanziarie per contrastare tali fenomeni, seppur con diversi livelli di efficacia. Grazie.
Bogusław Liberadzki (PSE). - (PL) Signor Presidente, signor Commissario, accolgo con piacere e approvo la relazione dell’onorevole Staes, la cui prima e principale conseguenza sarà di limitare il più possibile il contrabbando. E’ questo il punto forte della relazione. In seconda battuta, tale documento fornisce importanti indicazioni su come riscuotere i dazi con la massima efficienza.
Tuttavia, poiché provengo da un paese la cui frontiera orientale è molto estesa, ovvero la Polonia, vorrei richiamare la vostra attenzione sui confini esterni. L’onorevole Herbert Bösch ha assolutamente ragione quando esorta ad affidarsi a doganieri d’esperienza. Queste persone rivestiranno un ruolo ancor più cruciale delle attrezzature e dei sistemi utilizzati, pertanto, signor Commissario, la prego di esaminare in maniera ragionevolmente completa le proposte e le raccomandazioni avanzate e di prendersene carico. Efficienza ed efficacia nel combattere il contrabbando saranno un indice significativo per la reputazione della nostra Comunità.
Siim Kallas, Vicepresidente della Commissione. − (EN) Signor Presidente, la ringrazio per il suo costante sostegno a favore delle tematiche sollevate. Devo ammettere che il problema maggiore in materia di diritti doganali e imposta sul valore aggiunto risiede nel fatto che tutte le competenze sono concentrate nelle mani degli Stati membri.
Non riesco proprio a capire perché alcuni Stati membri siano così restii nel concedere maggiori possibilità di ricorso alle strutture esistenti all’interno delle istituzioni dell’Unione europea. Ad esempio, l’OLAF si è dimostrato estremamente incisivo in svariati casi, nell’accordo con Philip Morris e nell’operazione doganale Diabolo contro la contraffazione, e tutto ciò non può avvenire senza una collaborazione a livello europeo, tanto meno senza il sostegno di specifiche commissioni.
Dal punto di vista giuridico, però, questa materia è totalmente in mano agli Stati membri, così come il rafforzamento dei servizi doganali che forniscono le risorse necessarie. La Commissione sta facendo tutto quanto in suo potere per facilitare questa cooperazione. E’ necessario riconoscere che, senza cooperazione fra gli Stati membri, è impossibile condurre una lotta efficiente ed efficace al contrabbando di sigarette e, soprattutto, alle frodi relative all’imposta sul valore aggiunto.
Credo che tutto ciò sia nostro interesse comune, in questa sede, pertanto dovremmo risollevare costantemente la questione, al fine di aumentare la cooperazione. Inoltre – ma forse ho compreso in maniera non corretta la traduzione – l’accordo Philip Morris è stato sottoscritto da dieci Stati membri e la Commissione europea, da un lato, e da Philip Morris dall’altro, il che è piuttosto insolito. E’ stata la Commissione, per mezzo dei suoi servizi giuridici e dell’OLAF, a raggiungere l’accordo e grazie all’onorevole Gräßle, si sta procedendo. Perciò immagino che potremo portarvi degli aggiornamenti in futuro.
Tuttavia, la questione principale è la riluttanza di alcuni Stati membri ad accettare la proposta di mutua assistenza amministrativa che è stata avanzata e che potrebbe fungere da piattaforma. Quella che stiamo offrendo è una piattaforma di cooperazione, eppure alcuni fra i più grandi Stati membri sono ancora restii (personalmente ho tentato di convincere alcuni ministri del più grande Stato membro a essere più aperti nei confronti di questa proposta). C’è ancora molta diffidenza, tuttavia, in qualità di ex ministro delle Finanze, so bene che la lotta contro le frodi a carico dell’imposta sul valore aggiunto e i diritti doganali non è possibile senza cooperazione tra gli Stati membri.
Presidente. − La discussione è chiusa.
La votazione si svolgerà giovedì 11 ottobre 2007.
Dichiarazioni scritte (articolo 142)
Francesco Musotto (PPE-DE), per iscritto. – Come relatore sulla lotta alla frode nell’UE, mi felicito per l’importante accordo con Philip Morris per combattere il contrabbando di sigarette alle dogane. Le frodi alle dogane sono una delle fonti di principale danno agli interessi finanziari della comunità, e quello delle sigarette é uno dei settori piú vulnerabili.
Le recenti operazioni OLAF – come l’operazione DIABOLO (135 milioni di sigarette sequestrate, danno stimato di 220 Milioni di EU) - hanno dimostrato che la frode alle dogane si può e si deve contrastare: é importante potenziare le capacità operative delle autorità europee. L’accordo con Philip Morris può costituire un esempio non solo nel campo del tabacco, ma anche in altri campi della lotta alla contraffazione. I proventi delle compensazioni dovute da Philip Morris, circa 1 Miliardo di euro, dovrebbero servire a rafforzare la lotta alla contraffazione nell’UE.