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Procedura : 2007/2006(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo dei documenti :

Testi presentati :

A6-0291/2007

Discussioni :

PV 22/10/2007 - 14
CRE 22/10/2007 - 14

Votazioni :

PV 24/10/2007 - 8.22
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P6_TA(2007)0467

Resoconto integrale delle discussioni
Lunedì 22 ottobre 2007 - Strasburgo Edizione GU

14. Direttiva quadro sull’utilizzo sostenibile dei pesticidi - Strategia tematica per l’uso sostenibile dei pesticidi - Commercializzazione di prodotti fitosanitari (discussione)
Processo verbale
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  Presidente. − L’ordine del giorno reca, in discussione congiunta

– la relazione di Christa Klaß, a nome della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi [COM(2006)0373 – C6-0246/2006 – 2006/0132(COD)] (A6-0347/2007),

– la relazione di Irena Belohorská, a nome della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, sulla Strategia tematica per l’uso sostenibile dei pesticidi [2007/2006(INI)] (A6-0291/2007), e

– la relazione di Hiltrud Breyer, o a nome della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla commercializzazione dei prodotti fitosanitari [COM(2006)0388 – C6-0245/2006 – 2006/0136(COD)] (A6-0359/2007).

 
  
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  Stavros Dimas, Membro della Commissione. (EL) Signor Presidente, vorrei ringraziare innanzi tutto quest’Assemblea e in particolare le relatrici, le onorevoli Belohorská e Klaß, per il loro lavoro eccezionalmente completo. Grazie anche alla commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, all’onorevole Ebner e alla commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, e all’onorevole Corbey e alla commissione per l’industria, la ricerca e l’energia, per le relazioni e le opinioni espresse in prima lettura.

Negli ultimi trent’anni, le politiche e le leggi dell’UE sulla protezione della salute pubblica e dell’ambiente ci hanno consentito di compiere progressi significativi, riducendo considerevolmente i rischi dei pesticidi. L’attuale legislazione, tuttavia, si incentra da un lato sull’approvazione e l’immissione sul mercato dei prodotti, e dall’altro sul controllo dei residui dei prodotti negli alimenti e nei mangimi. Fra questi due punti di interesse, nessuna legge copre il periodo nel quale sono usati i pesticidi. Questo, tuttavia, è uno stadio importantissimo, durante il quale la salute umana e l’ambiente sono a rischio.

I programmi di monitoraggio attuati negli Stati membri hanno trovato tracce di pesticidi non solo negli alimenti e nei mangimi, ma anche nell’ambiente, in concentrazioni superiori ai valori limite fissati dalla normativa europea. Inoltre, è risultato chiaro che i pesticidi sono una questione che suscita seri timori nei cittadini europei. Dovremmo quindi cercare di compiere maggiori sforzi per rafforzare la protezione dei cittadini europei e del nostro ambiente La strategia tematica sull’uso sostenibile dei pesticidi e la direttiva quadro che l’accompagna sono coperte dalla rubrica generale relativa alla gestione della salute umana e dell’ambiente a motivo dei pesticidi.

Gli elementi principali della proposta della Commissione di direttiva quadro sono i seguenti.

In primo luogo, ciascuno Stato membro elaborerà piani d’azione nazionali che stabiliscano obiettivi, misure e scadenzari per ridurre i rischi e la dipendenza dai pesticidi.

In secondo luogo, gli utenti professionali di pesticidi, che sono principalmente agricoltori, distributori e consulenti, dovranno avere accesso a una formazione adeguata che insegnerà loro abbastanza sui rischi dei pesticidi e sull’uso di mezzi alternativi. Anche la sensibilizzazione pubblica sui rischi dell’uso di pesticidi sarà incrementata.

In terzo luogo, le attrezzature professionali di irrorazione dei pesticidi dovranno essere sottoposte a controlli regolari ed essere mantenute in modo corretto.

In quarto luogo, l’irrorazione aerea sarà vietata, ma gli Stati membri manterranno l’opzione di prevedere eccezioni in casi limitati in cui l’irrorazione aerea è l’unica soluzione fattibile.

In quinto luogo, saranno adottate misure speciali per proteggere il pubblico e settori vulnerabili della popolazione, nonché i sistemi idrici e zone geografiche, come quelle della rete Natura 2000. Queste misure possono includere, fra l’altro, la creazione di fasce di rispetto o il divieto o la limitazione dell’uso di pesticidi.

In sesto luogo, e per concludere, ma è altrettanto importante, dobbiamo sostenere le tecniche agricole che fanno ricorso a basse dosi di pesticidi, al fine di consentire l’attuazione del controllo integrato delle specie nocive, che dovrebbe diventare obbligatorio a partire dal 2014.

Altre misure previste dalla strategia tematica sono state o saranno incorporate a breve in altri atti legislativi, fra cui una proposta per regolamentare la commercializzazione dei prodotti fitosanitari. Il regolamento precederà una restrizione sempre maggiore delle sostanze nocive attive che circolano nel mercato, in particolare attraverso valutazioni comparative e rispetto del principio di sostituzione. E’ una proposta del mio collega Kyprianou, che stiamo discutendo anche questa sera sulla base della relazione redatta dall’onorevole Breyer.

Vi è anche una proposta per regolamentare la raccolta di dati statistici sui prodotti fitosanitari. Detta proposta è di cruciale importanza; stabilisce indicatori per misurare i progressi in materia di riduzione dei rischi. La proposta è discussa attualmente dalla commissione parlamentare pertinente.

Vi è ancora una nuova proposta di direttiva che stabilisce specificazioni di base per l’immissione sul mercato delle attrezzature di irrorazione. La proposta si aggiungerà alle disposizioni esistenti sulla manutenzione e l’ispezione periodica delle attrezzature di irrorazione.

In conclusione, signor Presidente, vorrei sottolineare l’importanza di un aspetto della proposta di direttiva sull’uso sostenibile di pesticidi, ovvero la gestione integrata delle specie nocive. E’ una misura fondamentale della proposta della Commissione ed è stata discussa dalle altre sottocommissioni parlamentari.

Nessuno dubita che dobbiamo ridurre la dipendenza dai pesticidi e passare a prodotti alternativi più rispettosi dell’ambiente per proteggere le piante e controllare le specie nocive. La gestione integrata e il controllo delle specie nocive sono i metodi più efficaci per raggiungere questo obiettivo. E’ quindi particolarmente importante che questo elemento sia mantenuto nella nostra proposta e dovrebbe diventare obbligatorio in tutti gli Stati membri a partire dal 2014.

 
  
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  Markos Kyprianou, Membro della Commissione. (EL) Signor Presidente, discuteremo oggi di una questione realmente difficile, ma importante.

Vorrei ringraziare innanzi tutto coloro che hanno lavorato per rendere possibile questo dibattito e in particolare la relatrice, l’onorevole Breyer.

L’argomento è sempre stato difficile. Si deve raggiungere un equilibrio. La protezione della salute e dell’ambiente deve essere rafforzata, mentre le procedure vanno semplificare e i costi amministrativi ridotti per consentire maggiore competitività e innovazione. Sono convinto che la proposta della Commissione contribuirà a raggiungere questi due obiettivi, perché integra il mercato interno. Lo fa creando un sistema di riconoscimento reciproco flessibile di zone, e consentendo agli Stati membri di adottare misure e di prevedere restrizioni, in casi di speciali pericoli sanitari o ambientali, in tutto il territorio o solo in una parte.

Signor Presidente, onorevoli deputati, è un dato di fatto che i prodotti fitosanitari svolgono un ruolo importante nell’agricoltura, nella raccolta, nella silvicoltura e nell’orticoltura commerciale. Vorrei che non ne avessimo di bisogno, perché di sicuro incidono sulla salute umana e animale e sull’ambiente. Dobbiamo quindi garantire che le norme applicabili siano efficaci ed equilibrate.

La legislazione in vigore risale al 1991. Sulla base di una relazione del 2001 della Commissione sulla funzione della legislazione e le possibilità di miglioramento, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno chiesto alla Commissione di presentare proposte di modifica della direttiva. Suppongo che nessuno dubiti della necessità di aggiornare la legislazione vigente.

Vorrei ringraziare gli organi interessati in tutti i settori e sottolineerei il contributo vitale che hanno apportato nel quadro di questo progetto preliminare di proposta. La Commissione ha svolto anche una valutazione generale dell’impatto.

La prima priorità è indiscutibilmente raggiungere il più alto livello di protezione della salute umana e animale e dell’ambiente. Sarà possibile grazie a una serie di disposizioni: formulazione di criteri chiari, severi per l’approvazione delle sostanze attive; previsione di un ruolo centrale per l’Autorità europea per la sicurezza alimentare nella valutazione di sostanze attive; e obbligo agli agricoltori di tenere fascicoli sull’uso di prodotti fitosanitari, che devono essere messi a disposizione su richiesta ai vicini e all’industria idrica. Le autorità degli Stati membri devono anche intensificare i controlli sullo sfruttamento commerciale e sull’uso di prodotti fitosanitari, e la Commissione esaminerà e verificherà l’efficacia con cui gli Stati membri realizzano detti controlli. Saranno vietati ulteriori esperimenti sugli animali. Per quanto riguarda poi la promozione di un’agricoltura sostenibile, le soluzioni alternative più sicure sostituiranno i prodotti più pericolosi. La proposta creerà quindi un quadro più sicuro per l’uso dei prodotti fitosanitari nell’UE e rafforzerà le misure di protezione dell’ambiente.

La proposta ha gli stessi effetti della strategia di Lisbona perché ridurrà anche i costi amministrativi. La procedura sarà più breve e più efficiente, e, aspetto più importante, credo, manterrà i livelli di sicurezza e di protezione della salute e dell’ambiente.

Gli Stati membri non lavoreranno più in isolamento, perché le autorizzazioni di riconoscimento reciproco saranno adesso la regola, e non l’eccezione. Si eviterà così di dividere il mercato interno dei prodotti fitosanitari e si porrà fine alla divisione del mercato dei prodotti agricoli.

Le modifiche alle norme sulla protezione dei dati porteranno a maggiore trasparenza e a una concorrenza più equa, senza ostacolare la ricerca e l’innovazione.

Il regolamento proposto è uno degli elementi chiave della strategia globale della Commissione nel settore dei pesticidi. Integra la proposta di direttiva sull’utilizzo sostenibile dei pesticidi, che è già stata analizzata dal collega Dimas.

Infine, vorrei menzionare l’elevato numero di emendamenti presentati. E’ appena sorprendente per un argomento talmente complesso e forse non abbiamo ancora raggiunto un accordo completo sulle nostre opinioni. Sono ottimista sul fatto che a breve saremo in grado di farlo, nelle prossime fasi della procedura. Nel frattempo, la Commissione può accettare taluni emendamenti respingendone altri. L’elenco completo, con il parere della Commissione su ciascun emendamento e la spiegazione rilevante,è a disposizione del Parlamento e dei deputati. Non tocca a me analizzare ogni emendamento separatamente qui perché di sicuro non vi è abbastanza tempo. Chiedo che l’elenco sia inserito nel processo verbale della seduta.

Signor Presidente, onorevoli deputati, attendo un dibattito costruttivo e interessante.

 
  
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  Christa Klaß (PPE-DE), relatore. (DE) Signor Presidente, signori Commissari Dimas e Kyprianos, onorevoli colleghi, accolgo con favore la proposta della Commissione per istituire un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi, e le mie osservazioni oggi si limitano a quella parte del pacchetto globale.

E’ un settore ampio, in cui sono ancora necessarie parecchie modifiche in tutta l’Europa in favore dei consumatori e degli utenti e, in particolare, dell’ambiente. L’applicazione di norme diverse nell’Unione europea non solo crea standard di sicurezza divergenti, ma genera confusione e distorce la concorrenza.

La possibilità che le specie nocive distruggano il raccolto di un interno anno, fortunatamente, appartiene al passato dell’Europa. Oggi, affrontiamo nuove sfide importanti, alle quali dobbiamo rispondere con una solida politica sulla protezione delle piante. La popolazione mondiale sta crescendo e l’alimentazione scarseggia in tutto il mondo. Il cambiamento climatico ha alterato le condizioni in cui si svolge l’agricoltura: compaiono nuove specie nocive, e le catastrofi naturali decimano i raccolti. E’ ancora essenziale, quindi, salvaguardare i raccolti, e l’uso di agenti fitosanitari contribuisce a questo obiettivo.

Con la protezione delle piante, così come in molte altre cose della vita, è la dose che produce il veleno. Mentre un solo sonnifero è benefico, molti sonniferi possono essere fatali. Si deve garantire che i prodotti fitosanitari siano usati con correttezza e professionalità, perché l’uso improprio è pericoloso. Questo è vero non solo per i terreni coltivati, ma anche per gli spazi pubblici come parchi, aree ricreative, campi sportivi, sentieri e binari ferroviari. Informazioni, istruzione e conoscenza delle implicazioni dell’uso di pesticidi, dei benefici, ma anche dei rischi sono alla base della direttiva. I venditori e gli utenti di agenti fitosanitari devono essere istruiti e informati.

Attraverso i piani d’azione nazionali, gli Stati membri devono garantire che i prodotti fitosanitari siano usati in modo sostenibile. A questo proposito, devono compiere sforzi per la coerenza con altre disposizioni comunitarie. Un meccanismo di applicazione testato e sicuro garantirà una protezione mirata delle piante, dato che l’obiettivo è minimizzare qualsiasi rischio.

Una percentuale arbitraria di riduzione dell’intera gamma degli agenti fitosanitari va contro gli obiettivi delle buone pratiche agricole e della gestione integrata delle specie nocive. Abbiamo bisogno di entrambi i fattori, Commissario Dimas, e continueremo ad avere bisogno di buone pratiche agricole e di una gestione integrata delle specie nocive, perché ci occorre dinamismo. La severa regolamentazione sulle autorizzazioni, inoltre, è stata ridotta all’assurdo. I prodotti con effetti dannosi non devono essere autorizzati del tutto; non è sufficiente dimezzare il loro uso. Tuttavia, se gli agenti sono sottoposti a un severo processo di approvazione, ridurre il loro uso di una certa percentuale forfettaria sarebbe illogico. Inoltre, nessuno è stato ancora in grado di spiegarmi esattamente come una tale riduzione dovrebbe essere gestita e quantificata.

Lo stesso si applica alla protezione dell’ambiente acquatico. La fissazione arbitraria di fasce di rispetto standard accanto ai corpi idrici è inutile. E’ sempre necessario un approccio differenziato in questo caso. Le fasce di rispetto devono essere adatte alla situazione geografica, alle proprietà del suolo e alle piante che richiedono protezione. Questo tipo di approccio è già stato adottato nelle istruzioni per l’uso che accompagnano i vari prodotti fitosanitari.

Lei ha menzionato l’irrorazione aerea, signor Commissario. Per i vigneti scoscesi che si trovano lungo le rive della Mosella nella zona da cui provengo o per le piantagioni di riso nell’Europa meridionale non esiste alternativa. In quei luoghi, l’irrorazione aerea delle colture è indispensabile. L’uso di elicotteri per l’irrorazione, tuttavia, deve essere regolamentato. E’ necessaria un’attenzione particolare in aree sensibili, come i parchi e le aree ricreative pubbliche o scolastiche. L’uso di pesticidi in quei luoghi deve essere mantenuto assolutamente al minimo, e si dovrebbe dare la precedenza ad alternative non chimiche. A mio avviso, questo potrebbe significare persino mandare un’intera scolaresca a diserbare i campi della scuola.

Vietare la protezione delle piante in zone che ospitano specie particolari di flora e fauna sarebbe incoerente con gli obiettivi di conservazione degli habitat. I pesticidi in realtà sono essenziali se vogliamo preservare tali habitat. I prodotti fitosanitari sono costosi, e nessun agricoltore ne applicherà più dello stretto necessario. Ulteriori tasse distorcono la concorrenza nel mercato mondiale. Scatenerebbero l’acquisto di prodotti più economici provenienti al di fuori dell’UE, che potrebbero nuocere alla causa della sostenibilità.

Vogliamo la stessa protezione e lo stesso standard in tutta l’UE. In molti paesi, le misure proposte hanno tipizzato buone pratiche per un certo periodo. Per questo motivo, l’armonizzazione delle regole che governano l’uso di agenti fitosanitari è imperativa, ed ecco perché l’approccio della Commissione è quello giusto. Adesso spetta a tutti noi – e possiamo considerarlo un invito – elaborare una direttiva che mantenga la burocrazia al minimo e che sia nel contempo all’altezza della nostre aspirazioni. Chiedo il vostro sostegno.

 
  
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  Marie Anne Isler Béguin (Verts/ALE) . – (FR) Signor Presidente, mi permetto di intervenire perché non riesco a capire cosa stia accadendo. Ho partecipato alle discussioni nella commissione per l’ambiente su queste diverse relazioni, ma ho avuto l’impressione che la relazione che ci ha presentato l’onorevole Klaß non fosse la relazione che è stata approvata all’unanimità dalla commissione, ma che piuttosto la sua posizione personale. Vorrei sapere, quindi, se posiamo sperare in una presentazione più obiettiva della posizione della commissione per l’ambiente su questa relazione molto importante.

 
  
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  Christa Klaß (PPE-DE), relatore. (DE) Signor Presidente, vorrei dire all’onorevole Isler Béguin che non vi è stato un voto unanime nella commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, che noi avevamo un’opinione decisamente opposta e che la maggiore parte dei membri del mio gruppo era contraria alla posizione cui ella fa riferimento. Certo, ho sottolineato che sostengo la proposta della Commissione.

 
  
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  Irena Belohorská, relatrice. (SK) La strategia tematica per l’uso sostenibile dei pesticidi, essendo un documento politico non legislativo che accompagna la direttiva, risponde al fatto che i rischi nell’uso dei pesticidi non sta diminuendo. Oggi, i livelli di residui nei prodotti alimentari eccedono i valori di accettazione; il 44 per cento dei frutti è contaminato da pesticidi, il 5,5% dei quali contiene il livello di residuo massimo. Residui in eccesso sono stati trovati anche nella frutta venduta nei locali del Parlamento europeo. Lo scopo della mia relazione è minimizzare i danni e i rischi per la salute e l’ambiente derivanti dall’uso di pesticidi.

Innanzi tutto, vorrei sottolineare che l’uso di pesticidi è associato allo sviluppo di tumori maligni o di malattie immunologiche o altre affezioni neurotossiche. Ecco perché ho trovato sorprendente (purtroppo è stata una cattiva sorpresa) che nel suo testo la Commissione menzioni solo incidentalmente i rischi sanitari posti dall’uso dei pesticidi, in particolare con il loro effetto cumulativo. Le donne in stato di gravidanza, i bambini e i feti sono il gruppo più a rischio. Sebbene sia favorevole alla protezione delle piante, credo che dobbiamo proteggere innanzi tutto la salute delle persone. Esiste chiaramente un collegamento con il cambiamento climatico, Il riscaldamento climatico porterà più specie nocive: non possiamo continuare all’infinito ad aumentare il numero dei pesticidi utilizzati.

I piani d’azione nazionali, contenenti gli obiettivi individuali degli Stati membri in termini di riduzione dei rischi, sono la parte più importante dell’intero processo. Ritengo che gli obiettivi quantitativi di riduzione dell’utilizzo siano insufficienti. La frase “riduzione dei rischi, dei pericoli e della dipendenza dai pesticidi” è definita in modo molto impreciso e non indurrà gli Stati membri a ridurre la quantità di pesticidi utilizzati.

La strategia tematica è un testo generale e non offre una soluzione dettagliata per il calcolo delle quantità. Tuttavia, la mia collega e io proponiamo quanto segue per la direttiva: una riduzione del 50 per cento per le sostanze più pericolose che, se usate in grandi quantità, sono cancerogene e mutagene; l’uso di pesticidi biologici e di pesticidi che presentano poco rischio non deve essere ridotto attualmente; il cosiddetto indice di frequenza dell’applicazione sarà usato per altri pesticidi. Saranno prese in considerazione le caratteristiche individuali e le condizioni di ciascuno Stato membro. Va sottolineato che gli indicatori quantitativi nei piani d’azione nazionali non impongono un’eguale riduzione dell’uso di pesticidi in tutti i paesi. Terranno conto delle specifiche condizioni geografiche e dei sistemi agricoli del paese interessato.

E’ vero che una riduzione automatica della quantità non porta necessariamente a una diminuzione dei rischi; tuttavia, è così in molti casi. La strategia tematica e la direttiva devono riguardare sia misure per la protezione delle colture sia i biocidi. La protezione dell’ambiente acquatico dalla contaminazione con pesticidi deve essere rafforzata attraverso la creazione di fasce di rispetto lungo i corpi idrici. Sebbene sostenga il divieto dell’irrorazione aerea, accetto che sarà possibile concedere eccezioni in talune circostanze, in assenza di un’alternativa migliore. Quando ha luogo l’irrorazione aerea, il pubblico in generale deve essere informato, con mezzi idonei, del momento di irrorazione e della sostanza usata. La strategia non è rivolta contro gli agricoltori. Credo che tutte queste misure possano essere adottate senza tagli radicali nei bilanci degli agricoltori. Lo ha dimostrato l’esperienza danese. Tutti noi dobbiamo renderci conto di quanto sia importante che gli agricoltori siano competitivi, e dobbiamo garantire che i loro prodotti non siano sostituiti da prodotti di agricoltori dei paesi in via di sviluppo.

Per concludere, vorrei esprimere la mia opinione sugli emendamenti. Non posso accettare l’emendamento n. 4, che mira a modificare il nome dell’intera strategia tematica. Sebbene voglia che i pesticidi siano usati con cura, credo che dovremmo lasciare inalterato il nome ufficiale dell’interno documento: dopotutto è un nome ufficiale nella Gazzetta ufficiale e credo che sia adatto. Vorrei anche menzionare gli emendamenti nn. 3 e 5, che riguardano le zone residenziali. L’emendamento 3 propone di aggiungere il termine “urbana”: per me significa “zona suburbana” e quindi esclude quelli che vivono in zone rurali. Il termine “zone residenziali” è vago e impreciso. Propongo anche di modificare linguisticamente il paragrafo 8 perché il termine “practitioner” è una cattiva traduzione; anche in francese è “médecin”. Sto per finire, signor Presidente, e per concludere vorrei ringraziare sinceramente quelli che hanno lavorato sui questa relazione.

 
  
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  Hiltrud Breyer (Verts/ALE), relatrice. (DE) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, ho il privilegio di introdurre una relazione che offrirà al Parlamento l’opportunità, domani, di votare per una svolta verso una maggiore protezione della salute, dell’ambiente e dei consumatori. Secondo Eurobarometro, l’uso di pesticidi è la maggiore preoccupazione dei consumatori europei, e la commissione ne ha tenuto conto.

Più di 220 000 tonnellate di pesticidi sono impiegati in Europa ogni anno, il che rappresenta il 25 per cento dell’uso globale di pesticidi sul 4 per cento solo del terreno agricolo mondiale. Riteniamo che l’eliminazione dei pesticidi ad alto rischio dovrebbe essere l’essenza di questo regolamento: sono i pesticidi cancerogeni, mutageni, tossici per la riproduzione nonché quelli che inducono effetti negativi a livello, neurologico, immunologico o ormonale.

Questo regolamento contribuirebbe enormemente a rendere i pesticidi più sicuri, ma dobbiamo incorporare regole per i pesticidi meno pericolosi. Le sostanze che sono scoperte con maggiore frequenza in concentrazioni superiori ai limiti di residui stabiliti dall’UE non dovrebbero più essere commercializzate perché è stato provato, devo dire, che sono incontrollabili.

Siamo anche lieti che il principio di sostituzione, che ha già rappresentato un importante passo avanti verso una migliore protezione della salute quando è stato incorporato nel regolamento CE sulle sostanze chimiche, sarà inserito anche in queste proposta di regolamento, perché la sostituzione è uno incentivo particolarmente potente della concorrenza nell’industria dei pesticidi. E’ scandaloso ed è puro allarmismo lanciare avvertimenti che fino alla metà di pesticidi potrebbe scomparire dal mercato.

Vorrei ringraziare il Commissario per avere stabilito criteri di sostituzione talmente rigorosi, perché i pesticidi devono essere migliorati di dieci volte. Dovrebbero essere autorizzati – e questo è una proposta avanzata dalla commissione per l’ambiente – per un periodo massimo di cinque anni. La proposta della Commissione, tuttavia, regolamenta anche le modalità di trattamento dei casi di resistenza.

Un’altra caratteristica fondamentale del regolamento proposto è una migliore protezione dei gruppi sensibili. Come sappiamo, i feti, i neonati e i bambini sono particolarmente vulnerabili agli effetti tossici di sostanze chimiche nocive. Per questo motivo, sono lieto che la commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare abbia proposto che le decisioni sull’autorizzazione di sostanze attive e la valutazione dei rischi che esse comportano siano prese con riferimento ai gruppi della società più vulnerabili.

Sono particolarmente lieto di dirvi che abbiamo anche introdotto norme sull’etichettatura, perché i prodotti alimentari non conformi alla direttiva 2006/215 devono recare una dicitura in tal senso. Si tratta di un passo da gigante verso una maggiore trasparenza, perché gli studi, e in particolare uno studio condotto da ONG ambientaliste nel supermercato del Parlamento, hanno dimostrato quanto rischiosi possano essere alcuni prodotti, in particolare prodotti di uso quotidiano. I valori misurati erano di 200 volte superiori ai livelli normalmente prescritti per i lattanti e i bambini.

Una maggiore trasparenza per questi gruppi vulnerabili, ma anche per i consumatori e per le persone che vivono vicino ai terreni agricoli significa maggiore sostegno per l’Europa nel suo insieme, perché dobbiamo smettere di brancolare nel buio quando si tratta di tracciabilità. Relazioni, elenchi di pesticidi autorizzati, valori dei residui e, soprattutto, dati tossicologici ed ecotossicologici devono essere resi accessibili a tutti quasi in tempo reale, e i residenti locali devono essere informati dell’imminente irrorazione di pesticidi attraverso un sistema informativo centrale. Il passaporto dei pesticidi consentirà di risalire, nei punti vendita all’ingrosso e al dettaglio, a quali pesticidi sono stati usati e quando. Si creerà concorrenza e i consumatori, ovviamente, saranno i principali beneficiari della concorrenza fra i produttori che preparano solo prodotti sicuri.

Un altro dei nostri obiettivi è che questo regolamento dovrebbe garantire elevati standard ambientali. Ecco perché la commissione per l’ambiente si è opposta all’idea di dividere arbitrariamente l’Europa in tre zone che non sono basate su criteri ambientali o climatici o su tipi di paesaggi. Inoltre, signor Commissario, l’idea non ha ottenuto il sostegno della maggioranza nel Consiglio. Proprio come il Consiglio, siamo favorevoli a una migliore cooperazione volontaria in Europa sulle licenze relative ai prodotti. Vorrei ribadire che vi sono forti riserve giuridiche perché non esiste alcun accordo intergovernativo in queste zone per l’applicazione di un riconoscimento reciproco obbligatorio delle licenze. Tali disposizioni esistono nel contesto comunitario sulla base dei trattati europei, ma non vi è un quadro giuridico per il reciproco riconoscimento nelle zone definite.

Le persone in Europa non vogliono veleno nei loro piatti. Mi auguro che questo regolamento migliorerà anche l’atteggiamento dell’Europa in materia di ubicazione delle imprese, perché renderà l’Europa un luogo migliore per i consumatori in cui vivere, e sarà vantaggioso a livello universale – non solo per l’ambiente e i consumatori, ma anche in termini di benessere animale, ma soprattutto per i produttori e gli agricoltori, dato che riceveranno più incentivi a innovare e a diventare più competitivi.

In conclusione, vorrei esprimere i miei più vivi ringraziamenti ai relatori ombra che hanno collaborato su questa relazione con reale spirito di cooperazione. Mi auguro che questo nuovo regolamento sui pesticidi ci consentirà di rafforzare la protezione della salute e dell’ambiente in Europa.

 
  
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  Neil Parish (PPE-DE), relatore per parere della commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale. (EN) Signor Presidente, dobbiamo fare i conti con l’idea molto pratica che abbiamo bisogno della produzione alimentare in Europa – il mese scorso abbiamo ridotto a zero le terre messe a maggese per riportare alla produzione il 10 per cento dei terreni agricoli – e che ci occorrono gli strumenti necessari per farlo.

Siamo felicissimi di volere alimenti sicuri e prodotti chimici sicuri, ma – e la Commissione sta trattando questo tema nel modo giusto – dobbiamo farlo nell’ambito di un sistema basato sui rischi, siile a quello applicato per REACH: se un prodotto chimico è sicuro da usare, allora può essere usato, ma se non è sicuro da usare, allora dovrebbe essere ritirato dal mercato. Ecco come dovremmo trattare la questione in futuro.

Le condizioni climatiche fanno molta differenza quando si deve procedere a irrorazione, quindi occorre flessibilità su quando e come irrorare. Vi sono nuovi sistemi satellitari che possono rilasciare la spruzzata al momento giusto, e si riduce effettivamente la quantità di spruzzo e di prodotti chimici usati, come ad esempio quest’anno, che è stato un anno estremamente secco in molte parti dell’Europa. Nel mio paese, la Gran Bretagna, non si possono comprare patate biologiche perché non si poteva irrorarle e non si è potuto evitare l’avvizzimento. Si sono avute, quindi, pochissime patate biologiche. Ci occorrono gli strumenti necessari ed ecco perché non possiamo prevedere una riduzione basata su percentuali ogni anno. Dobbiamo creare un sistema sensibile, basato sui rischi.

Inoltre, per quanto riguarda le fasce di rispetto di 10 metri, vi sono – che ci si creda o no – sostanze chimiche che si possono usare nei corpi idrici. Esiste una sostanza chimica chiamata Roundup che può realmente essere spruzzata sulle rive di un fiume o di un ruscello. Ne vieteremo l’uso su una fascia di 10 metri vicina a un fiume quando in realtà può essere usato proprio sulle rive di un ruscello? Cerchiamo di agire con assennatezza. Abbiamo bisogno della sicurezza alimentare, abbiamo bisogno della produzione alimentare e abbiamo bisogno di alimenti sicuri in Europa. Lavoriamo insieme per raggiungere questo obiettivo.

 
  
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  Dorette Corbey (PSE), relatore per parere della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia. (NL) Signor Presidente, ritengo che un minuto per due pareri sia troppo poco, ma va bene, cercherò di essere quanto più breve possibile.

I pesticidi sono utili e necessari e senza tali prodotti diventa difficile sfamare 6 miliardi di persone. Certo, si deve fare ancora molto per combattere gli effetti dannosi dei pesticidi sull’ambiente e sulla salute. Immettere sul mercato prodotti nuovi è un processo sempre più costoso. Per l’industria è positivo che le autorizzazioni possano essere concesse con più rapidità, ma il Parlamento esige, a ragione, che gli Stati membri abbiamo il diritto di vietare alcune sostanze nei loro territori.

L’industria si concentra sempre più sulle colture più importanti, in particolare i grandi cinque: riso, grano, mais, soia e cotone, perché con questi può recuperare i propri costi. Ma ovviamente è importante che anche le piccole colture ricevano una buona protezione e al riguardo la commissione per l’industria ha avanzato una serie di proposte. La commissione per l’industria ha presentato una serie di buone proposte anche per introdurre incentivi a realizzare prodotti più sostenibili. Anche questo è molto importante.

Ho un’altra osservazione sull’uso dei pesticidi. La zona di rispetto obbligatoria di 10 metri dai corpi idrici non è una buona idea in alcuni Stati membri. Accolgo quindi con favore l’emendamento presentato dal gruppo PSE. I corpi idrici sono adesso uno dei criteri di valutazione ai fini dell’autorizzazione e su quella base gli Stati membri hanno il diritto di stabilire individualmente zone di rispetto.

Tutto sommato, credo che sia una posizione molto equilibrata e praticabile per il Parlamento.

 
  
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  Manuel Medina Ortega (PSE), relatore per parere della commissione giuridica. (ES) Signor Presidente, la proposta della Commissione su questo parere aveva una duplice base giuridica: l’articolo 37, paragrafo 2, relativo alla politica agricola, e l’articolo 152, paragrafo 4, lettera b), relativo alla protezione della salute.

La commissione giuridica ha esaminato queste proposte. Ad esempio, la commissione competente per il merito aveva presentato una proposta per eliminare l’articolo 37, paragrafo 2, e inserirei l’articolo 175, paragrafo 1, eliminando l’articolo 37, paragrafo 2, mantenendo l’articolo 152, paragrafo 4, lettera b), e aggiungendo l’articolo 175, paragrafo 1.

L’aspetto fondamentale per la base giuridica è che la discussione riguardi l’obiettivo e il contenuto, e la commissione giuridica, all’unanimità, ritiene che l’articolo applicabile sia l’articolo 152, paragrafo 4, lettera b), senza necessità di fare riferimento all’articolo 175, paragrafo 1.

Riteniamo che sia perfettamente chiaro e che non sia necessaria la duplice base giuridica che propone la Commissione né la duplice base giuridica che propone la commissione competente per il merito, ma che sia sufficiente un semplice riferimento all’articolo 152, paragrafo 4, lettera b), dato che la finalità della proposta di direttiva è la protezione della salute umana.

 
  
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  Anja Weisgerber (PPE-DE), relatore per parere della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori. (DE) Signor Presidente, quale relatrice per parere della mia commissione sulla relazione su un regolamento relativo alla commercializzazione dei prodotti fitosanitari, vorrei commentare la proposta.

In questa proposta di regolamento, è importante trovare un equilibrio fra i seguenti interessi: da un lato gli interessi dei consumatori a cibi sani senza residui, in altre parole a prodotti fitosanitari sicuri che non mettano in pericolo la salute pubblica e l’ambiente, e ad acqua potabile pulita; dall’altro, l’interesse dei consumatori ad avere un approvvigionamento affidabile di prodotti freschi e a buon mercato. Essi desiderano ortofrutticoli locali, piuttosto che quella proveniente da paesi al di fuori dell’UE, dato che vi sono scarsi controlli sui pesticidi usati in quei paesi.

I nostri agricoltori devono usare taluni prodotti fitosanitari se vogliono combattere la resistenza. Ciò non è possibile, tuttavia, senza un certo numero di prodotti fitosanitari. Nel contempo, vogliono prodotti sicuri, esenti da rischi. Ecco perché crediamo anche che debbano essere vietate sostanze manifestamente cancerogene. Per quanto riguarda gli altri criteri di autorizzazione, intendiamo basarci sulle prove scientifiche e basare il nostro approccio sui valori massimi. Questa è una posizione intermedia equilibrata che protegge i nostri consumatori, garantendo che gli ortofrutticoli locali siano a buon mercato e siano sottoposti a test adeguati.

Per quanto riguarda l’informazione dei vicini, se chiediamo criteri di autorizzazione rigorosi e testiamo i prodotti fitosanitari adeguatamente, non vedo perché dobbiamo prevedere procedure burocratiche per allertare i vicini e i residenti locali dell’uso di prodotti fitosanitari quando non hanno nemmeno chiesto informazioni. Cosa dovrebbero fare i consumatori con quelle informazioni? In pratica, come dovrebbero gli agricoltori informare tutti i loro vicini e tutti i residenti della zona locale prima di utilizzare prodotti fitosanitari? E’ per questi motivi che sono strenuamente contraria alla proposta avanzata dalla commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, che imporrebbe questo requisito, e sono anche per il rigetto della clausola di informazione pubblica proposta dalla Commissione al riguardo, perché se abbiamo prodotti fitosanitari sicuri non sono necessarie queste procedure burocratiche.

Un breve commento adesso sull’approccio zonale. Chiediamo maggiore armonizzazione. E’ l’aspetto principale anche per la commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori. Le disposizioni proposte nella relazione Breyer comporterebbero 27 zone di autorizzazione nazionali. Il nostro obiettivo, dopo tutto è l’armonizzazione, con il dovuto riguardo per le opinioni degli Stati membri, che potrebbero adeguare questa autorizzazione alle loro condizioni d’uso. Invito quindi l’Aula a sostenere la proposta di zonizzazione della Commissione.

 
  
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  Kyösti Virrankoski (ALDE), relatore per parere della commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale. (FI) Signor Presidente, l’argomento discusso, l’uso e la commercializzazione di pesticidi sostenibili, è molto importante. Riguarda sia la pratica dell’agricoltura sostenibile, sia la sanità pubblica. E’ quindi deplorevole che il Commissario per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale non sia prendendo parte alla discussione proprio ora.

Per millenni l’umanità ha dovuto lottare con le specie nocive, i parassiti, le piante infestanti e le malattie di piante e colture che hanno ridotto i raccolti e li hanno resi inidonei per il consumo umano. Nei decenni recenti la lotta è stata vinta in certa misura, soprattutto per quanto riguarda nuovi prodotti fitosanitari. Nello stesso tempo, tuttavia, è sorta una minaccia per la salute.

Le proposte di direttiva di cui stiamo discutendo sono molto rigide. In generale, lo scopo dei nuovi regolamenti è migliorare la situazione sotto il profilo della sanità pubblica. Tuttavia, non è stata presentata alcuna illustrazione analitica chiara dei pericoli delle malattie delle piante e delle erbacce che i pesticidi devono impedire. E’ un enorme svantaggio perché in questo caso ciò che è meglio potrebbe non essere corretto. La pratica sostenibile dell’agricoltura potrebbe essere ritardata di anni. Non usare pesticidi non è necessariamente una buona opzione, anche per quanto riguarda la sanità pubblica.

 
  
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  Ambroise Guellec, a nome del gruppo PPE-DE. – (FR) Signor Presidente, discutiamo oggi di una questione importante, complessa e difficile. Infatti, la lotta contro le specie nocive che divorano e distruggono le colture rappresenta una sfida essenziale, in termini sia di sicurezza alimentare che di protezione e di miglioramento del nostro ambiente.

A questo proposito, l’uso sensato di pesticidi è inevitabile. E’ tuttavia indispensabile fare una giusta valutazione dei rischi del loro impiego, in particolare in termini di salute umana, e di definire gli aspetti della riduzione programmata del loro uso. Il progetto di risoluzione sulla strategia tematica da seguire in questo settore risponde bene, a mio avviso, alle questioni essenziali che ci vengono poste e vorrei rendere omaggio alla nostra relatrice, l’onorevole Belohorská, e sottolineare l’ottima collaborazione che abbiamo avuto su questo testo.

Alcune osservazioni: il problema centrale della gestione dei rischi non può essere separato da quello delle quantità di pesticidi utilizzati. L’eliminazione delle sostanze tossiche o di quelle più pericolose deve essere considerata, in via di principio, inevitabile. Per gli altri pesticidi, deve applicarsi la sussidiarietà. A partire da un quadro comunitario comune, spetta agli Stati membri definire i loro obiettivi, il loro calendario e i loro criteri nazionali di riduzione delle quantità utilizzate. I piani d’azione nazionali permetteranno anche l’adeguamento alle condizioni specifiche di ciascun paese. Anche la protezione dell’ambiente acquatico è una questione importante e deve essere rigorosamente garantita con la delimitazione di zone di rispetto, in funzione delle condizioni locali.

Vorrei dire, per concludere, che il dispositivo che intendiamo attuare si inserisce nella continuità e nella coerenza della direttiva REACH. Sintetizzerei il dibattito in una formula: “tanti pesticidi quanti bastano”.

 
  
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  Dan Jørgensen, a nome del gruppo PSE. (DA) Signor Presidente, i miei colleghi britannici usano talvolta l’espressione “Una mela al giorno toglie il medico di torno”. E’ così che dovrebbe essere! Gli ortofrutticoli sono di solito cibi sani, ma purtroppo non è sempre il caso. In troppe occasioni vi sono residui di pesticidi negli ortofrutticoli, con ovvi effetti negativi diretti per la salute umana. La questione che stiamo discutendo è quindi molto importante. Di conseguenza, è essenziale usare queste sostanze in modo sostenibile, in modo da poterne ridurre l’uso in quei casi in cui impieghiamo troppi pesticidi. La nostra natura, l’ambiente e la salute sono danneggiati, e anche le acque sotterranee possono rimanere contaminate.

Ritengo quindi che vi sia motivo per criticare la Commissione, in particolare perché lei, Commissario Kyprianou, è conosciuto (anche nel mio paese) per essere un uomo molto attento agli interessi dei consumatori e per avere fatto tantissimo per la tutela dell’ambiente e della salute. Non capisco come possa stare qui oggi e difendere una proposta della Commissione concernente la divisione in zone che spingerà i paesi europei a ridurre i loro livelli di protezione ambientale e anche i loro livelli di protezione dei consumatori.

Vorrei solo illustrare due esempi di cosa accadrà se accettiamo la proposta che lei ha presentato. In Danimarca, sono autorizzati circa 100 tipi di pesticidi. Abbiamo ridotto l’uso di pesticidi del 50 per cento circa sin dall’inizio degli anni ‘80. Sono sicuro che lei concorderà che è una cosa molto sensata da fare. Se la sua proposta viene attuata, saremo obbligati in Danimarca a raddoppiare il numero di pesticidi autorizzati. Raddoppiare il numero di pesticidi! Significherà probabilmente che sarà molto difficile continuare a bere le nostre acque sotterranee non trattate così come facciamo oggi.

Non considero la questione come puramente nazionale. Parlo a nome dell’intero gruppo socialista al Parlamento europeo e fortunatamente anche a nome della vasta maggioranza che ha espresso chiaramente la sua opinione attraverso il voto nella commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare. Gli esempi sono numerosi. In ogni zona, è ovvio che ogni paese, tranne uno, sarà obbligato ad autorizzare pesticidi che attualmente non autorizza. Vorrei darvi l’esempio di una coltura: il mais. Nel Regno Unito, è usato un pesticida per il mais che contiene circa 15 sostanze attive. In Ungheria sono usate 57 sostanze attive, mentre in Polonia 37. Tuttavia, se le proposte della Commissione vengono attuate, ogni paese autorizzerà allora i pesticidi che potrebbero contenere 57 sostanze attive. Questo significa che nel Regno Unito il livello sarà quadruplicato. Non dovrebbe essere compito dell’UE spingere i paesi a usare più pesticidi. Ne rimarranno colpiti l’ambiente, la salute e le acque sotterranee. Di certo non può essere questa l’intenzione.

Mi auguro che lei sosterrà quanto abbiamo proposto nella commissione per l’ambiente, che renderà la vita più facile anche all’industria. E’ nel compromesso che abbiamo adottato nella commissione per l’ambiente: diremo no all’approvazione reciproca obbligatoria dei pesticidi, ma diremo sì all’approvazione reciproca obbligatoria dei dati. Inoltre, stiamo parlando non solo di zone, ma anche di dati in tutta l’Europa. Ciò faciliterà la vita all’industria. Nello stesso tempo, diamo in realtà il diritto ai paesi di dire no se hanno condizioni climatiche che impongono loro di agire in tal senso.

Infine, per quanto riguarda gli obiettivi di riduzione, vorrei dire al Commissario Dimas che è incredibilmente positivo che ci stiamo liberando delle sostanze più pericolose – sostanze che possono provocare il cancro, che possono incidere sullo sviluppo dei bambini, eccetera. Ovviamente, vorremmo eliminare queste sostanze dal mercato. Sono del tutto inutili, Inoltre, credo che dovremmo andare oltre e stabilire anche un obiettivo generale di riduzione per tutte le sostanze. Certo, sarebbe qualcosa che ogni singolo paese dovrebbe determinare, ma se lo colleghiamo simultaneamente agli obiettivi europei di riduzione del 20 per cento circa, credo che saremmo ambiziosi. Tuttavia, nonostante tutto, credo ancora che siamo in una fase in cui ciò sia possibile. Sarà molto importante per la salute e l’ambiente in Europa.

Per quanto riguarda la giustificazione avanzata dalla Commissione per non introdurre questi obiettivi di riduzione, abbiamo previsto un indice di frequenza di trattamento che tiene conto dei punti che lei ha in altro modo sottolineato.

 
  
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  Anne Laperrouze, a nome del gruppo ALDE. – (FR) Signor Presidente, signori Commissari, onorevoli colleghi, è vero che diversi Stati membri hanno già iniziato a prendere misure per ridurre i rischi legati ai pesticidi, ma le tendenze in materia di utilizzazione dei pesticidi divergono da uno Stato all’altro. Ad esempio, alcune sostanze vietate in alcuni Stati membri sono comunque presenti sul loro mercato, perché autorizzate in un altro Stato membro. Conviene quindi armonizzare le regole applicabili in materia per garantire condizioni uniformi in tutta l’Unione europea. Il gruppo ALDE è a favore di un inquadramento rigoroso dei pesticidi, riconoscendo comunque che il ricorso ai pesticidi è una necessità e una realtà.

Abbiamo alcuni emendamenti per rendere il testo più facilmente applicabile, mantenendo il principio della promozione di alternative più sicure e non chimiche. Il mio gruppo desidera che gli obiettivi di riduzione dei volumi utilizzati si focalizzino sulle sostanze pericolose. Abbiamo voluto presentare un emendamento all’articolo 4 sui piani d’azione nazionali, che fissa un obiettivo di riduzione di frequenza d’applicazione a livello comunitario del 20 per cento in dieci anni e tassi di riduzione delle sostanze pericolose del 50 per cento entro il 2013.

Paradossalmente, penseranno alcuni, il mio gruppo ha presentato un altro emendamento relativo sempre all’articolo 4, dando la possibilità agli Stati membri di optare per un approccio di riduzione basata ai rischi. Infatti, questo approccio di riduzione basata sui rischi è più realistico, ma meno facile da calcolare rispetto a un approccio di riduzione per volumi. Abbiamo voluto presentare questo emendamento perché desideriamo che le discussioni fra le istituzioni, che seguiranno il voto in prima lettura, riguardino anche tale questione.

Intendo affrontare adesso alcuni punti precisi. Per quanto riguarda la protezione dei corpi idrici, sembra più logico ricorrere ad azioni appropriate in funzione dell’ambiente geologico, piuttosto che fissare una distanza minima per le zone di rispetto. E’legittimo volere proteggere zone specifiche di vita, quali i parchi, i terreni di gioco, le zone verdi delle scuole, perché l’uso dei pesticidi in prossimità di queste zone dovrebbe essere limitato al minimio necessario, oppure vietato, e la priorità dovrebbe andare a metodi non chimici.

Per quanto riguarda la questione delicatissima dell’irrorazione aerea, la proposta della Commissione europea aveva molto senso: divieto in linea di principio, con eccezioni giustificate. Tuttavia, il testo della commissione per l’ambiente è accettabile. Anche se comprendo la necessità di informare il pubblico dell’irrorazione con pesticidi, credo che debba spettare alle autorità gli Stati membri la definizione della qualità, della quantità e del canale di diffusione delle informazioni. Ci troviamo, infatti, di fronte a una molteplicità di territori e di approcci che non mi sembra realistico volere uniformare.

Il gruppo ALDE cerca quindi di raggiungere l’equilibrio seguente: non penalizzare nessuna parte, che sia l’utente o il produttore, ma elaborare una normativa severa, coerente, che consenta agli utenti di proteggere le loro colture, ai produttori di vendere prodotti sempre meno nocivi e al pubblico non solo di consumare prodotti sani, ma anche di vivere in un ambiente sano.

 
  
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  Wiesław Stefan Kuc, a nome del gruppo UEN. (PL) Signor Presidente, le tre relazioni che sono state presentate sono indissolubilmente legate. L’Unione europea sta cercando di fare il possibile per ridurre l’impatto negativo dei pesticidi sull’ambiente e per prevenire il loro accumulo nel suolo, nelle acque e nelle piante. E’ stato fatto molto negli ultimi anni per minimizzare questi effetti. Un ruolo particolarmente importante in questo lavoro è stato svolto dagli istituti di ricerca che hanno cerato preparati moderni che funzionano selettivamente. Tuttavia, dovremmo ricordare che negli anni scorsi la quantità di pesticidi era di gran lunga peggiore, erano usati in dosi più elevate, e molte più volte, e quindi l’inquinamento del nostro ambiente è una conseguenza delle attività degli anni passati. Per questo motivo, oltre alle nuove direttive, dobbiamo integrare la normativa esistente sulla disattivazione e lo smaltimento di pesticidi sorpassati.

Chiedo la vostra partecipazione attiva dato che, nonostante siano strascorso alcuni anni, i problemi stano aumentando invece di diminuire, al pari dei rischi, come è stato dimostrato nell’ultimo forum di ONG a Kishinev.

 
  
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  Marie Anne Isler Béguin, a nome del gruppo Verts/ALE. – (FR) Signor Presidente, signori Commissari, pur desiderando congratularmi con l’onorevole Breyer per l’eccellente risultato raggiunto, non posso tuttavia seguire quelli che sostengono la difesa dei pesticidi, perché è assolutamente indispensabile liberare il nostro ambiente e i nostri corpi dai pesticidi pericolosi. Vorrei che quest’Assemblea domani sostenesse le posizioni più ambiziose e non cedesse agli ultimi richiami delle sirene dell’industria, in nome di un’economia mortale. Eliminare i pesticidi cancerogeni, mutageni e reprotossici, così come le sostanze neurotossiche e di interferenza endocrina e quelle che danneggiano il nostri sistema immunitario, è del tutto salutare.

Approviamo quindi gli scorzi dei nostri colleghi per ottenere la trasparenza delle informazioni per i consumatori, vittime “innocenti” delle sostanze pericolose. Direi che è tempo di agire, signori Commissari. Mai prima d’ora gli insetticidi, i fungicidi e altri tipi di erbicidi hanno avuto un uso più sistematico. Solo in Francia, la cogestione, se mi permettete l’espressione, della politica pubblica dei pesticidi fra Stato e industria chimica ha marginalizzato, finora, le attese dei cittadini in materia di sanità pubblica e di ambiente, in spregio agli studi ecotossici e a scapito delle ricerche statistiche, quando stabiliscono legami fra le sostanze chimiche e le patologie, senza considerazione per i recenti allarmi rivolti dalle professioni mediche – e penso in particolare all’appello di Parigi o al forum Grenelle sull’ambiente in Francia. L’industria sta facendo del suo meglio per minimizzare l’impatto dei pesticidi.

Quindi, dopo l’inquinamento delle acque causato dall’erbicida Atrazin, che tutti conoscono, la decimazione di popolazioni di api, l’industria chimica cerca di farci dimenticare che la Francia è sempre il più grande utilizzatore di pesticidi dell’Unione europea. Ogni anno, in Francia sono versate nel nostro ambiente da 70 000 a 80 000 tonnellate di pesticidi. Quindi, sul pacchetto “pesticidi”, e contrariamente a REACH, i parlamentari non si lasceranno discreditare. Le esigenze dei cittadini non si sono minori, come testimoniamo le numerosissime lettere che riceviamo per chiederci di agire rapidamente e con forza.

Mentre alcuni sottolineano i pericoli dell’inalazione dei pesticidi irrorati nell’orticoltura commerciale, ad esempio nel sud della Francia, altri si preoccupano dell’uso massiccio di erbicidi nei giardini pubblici, al punto da reclamare persino a zone senza pesticidi.

 
  
  

PRESIDENZA DELL’ON. MARTINE ROURE
Vicepresidente

 
  
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  Jiří Maštálka, a nome del gruppo GUE/NGL. – (CS) Onorevoli colleghi, vorrei elogiare la relatrice, l’onorevole Belohorská, per la sua relazione sulla strategia tematica e l’utilizzo sostenibile dei pesticidi.

Ritengo che la relatrice sia riuscita a preparare un documento che tiene conto, e al riguardo raggiunge un equilibrio, dell’esigenza di una produzione agricola competitiva sostenibile in Europa, e della promozione dell’uso dei pesticidi solo laddove vi è il minimo effetto dannoso sulla salute umana e sull’ambiente.

Accolgo con favore il fatto che la relazione incorpori l’emendamento sul principio di precauzione per quanto riguarda la salute umana e di salvaguardia dell’ecosistema terrestre e idrico, di cui sono coautore.

Al pari della relatrice, l’onorevole Belohorská, anch’io deploro che, mentre il risultato più importante atteso dalla strategia tematica è la riduzione degli effetti negativi sulla salute umana, derivanti dall’uso di pesticidi, la strategia riguardi questo impatto sulla salute solo in misura marginale. Credo che spetterà alla Commissione completare il lavoro a questo proposito in futuro.

Dal punto di vista della salute e della sicurezza sul lavoro, sono favorevole ai punti nella relazione che sottolineano l’esigenza non solo di informazioni adeguiate, ma anche di idonei strumenti di protezione e di controlli regolari delle attrezzature di applicazione.

Ritengo che abbiamo uno strumento con molti meccanismi concreti ed efficaci atti a ridurre l’uso dei pesticidi e a migliorarne la sicurezza.

 
  
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  Johannes Blokland, a nome del gruppo IND/DEM. – (NL) Signora Presidente, nel dibattito sui pesticidi ho sempre cercato di tenere una posizione realista ed equilibrata fra gli interessi ambientali, da un lato, e gli interessi dei produttori e dei consumatori dall’altro. Vorrei approfondire alcuni aspetti delle relazioni che stiamo discutendo.

Una delle proposte è basare la politica sulla riduzione dell’uso. Sono molto scettico al riguardo. Si può infatti ridurre la quantità totale di pesticidi, ma spesso sono proprio i pesticidi più usati i meno pericolosi. I rischi rimangono peraltro gli stessi.

Sono più favorevole a una politica basata sulla riduzione del rischio. I Paesi Bassi operano in tal senso fin dall’anno 2000 e sembra che si riducano i rischi per l’ambiente dell’86 per cento. Un altro svantaggio della riduzione dell’uso è che sono disponibili sempre meno pesticidi diversi, motivo per cui la resistenza si produce più velocemente.

Un altro punto è l’introduzione di zone di rispetto attorno ai corpi idrici. Nella commissione per l’ambiente è stato approvato un emendamento per creare una zona di rispetto di 10 metri. Per un paese ricco di’acqua come i Parsi Bassi, questi 10 metri costituiscono un problema. Ciò significa infatti che sul 35 per cento del terreno agricolo non si può procedere a irrorazione.

Infine, vorrei sottolineare che non solo è importante avere uno standard, ma anche la sua attuazione è indubbiamente importante. Al momento manca tal standard, come dimostrano i superamenti dei limiti che incontriamo regolarmente nei prodotti destinati al consumo, persino nel Parlamento europeo.

 
  
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  Andreas Mölzer, a nome del gruppo ITS. (DE) Signora Presidente, ormai da lungo tempo si presume che esista un collegamento fra i pesticidi usati nell’agricoltura o negli alimenti geneticamente modificati da un lato e l’insorgenza di varie patologie dall’altro. Visto che i pesticidi sono trovati anche nell’acqua potabile, indubbiamente è tempo ormai di velocizzare il lento apparato burocratico dell’UE.

Resta da vedere come sia possibile proseguire verso il raggiungimento dell’attuale obiettivo di ridurre l’uso di agenti fitosanitari. Conosciamo tutti, ovviamente, gli obiettivi ambiziosi che poi, alla fine, non vengono raggiunti. Credo, tuttavia, che la prevista sostituzione delle sostanze cancerogene è lungi dall’essere il grande risultato che si è volutamente proclamato; al contrario, a mio avviso è un imperativo immediato. Infatti, la sostituzione di quelle sostanze arriva in ritardo.

Se consideriamo che l’UE rappresenta un quarto dell’uso globale di tutti i pesticidi anche se possiede solo il 4 per cento del terreno agricolo di tutto il mondo, il problema diventa subito chiaro. Queste statistiche mostrano anche che i nostri regimi di sostegno comunitari hanno manifestamente condotto l’agricoltura convenzionale nella direzione sbagliata.

Serpeggia quindi un sospetto generale fra i consumatori – e non è del tutto infondato – che gli agricoltori intraprendenti stiano cercando di eludere i limiti prescritti con combinazioni di prodotti fitosanitari autorizzati. Data la mancanza di studi sull’interazione fra i prodotti, è ormai tempo di intervenire per eliminare tali pratiche. Inoltre, è opportuno invertire i continui aumenti delle concentrazioni massime registrati negli ultimi anni, in considerazione dell’enorme pericolo che pongono ai gruppi ad alto rischio come i bambini.

Importare prodotti biologici dall’altra estremità del mondo non solo è incoerente rispetto a diversi obiettivi ambientali, ma è anche una delle cause dell’aumento dei volumi di traffico e un’accusa perenne dell’errata politica di sostegno dell’Unione. I nostri regimi di aiuto dovranno essere riesaminati, in particolare al fine di dare maggiore sostegno agli agricoltori europei che evitano di usare pesticidi. Se scegliamo invece di continuare a tormentare gli agricoltori con ostacoli burocratici, nessuno dovrebbe sorprendersi se alla fine gettano la spugna per frustrazione, mentre Bruxelles si sconcerta per il cronico declino della comunità agricola.

 
  
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  Jim Allister (NI). - (EN) Signora Presidente, ho la tentazione di dire che un pesticida politico che eliminasse quella diffusa ebraccia che è la normativa dell’UE farebbe un favore a tutti noi. Quando guardo ad alcuni di questi emendamenti e ad alcune di queste proposte, ad esempio la regola dei dieci metri, intravedo un’enorme esagerazione.

Credo che dobbiamo affrontare alcuni fatti. Senza l’uso controllato di pesticidi nell’agricoltura, spingeremo la produzione di alimenti verso le regioni meno regolamentate del mondo, mettendo in pericolo la qualità e la sicurezza alimentare. Forse è più interessante per alcuni sapere che, senza fungicidi ed erbicidi per proteggere e trattare le patologie nelle belle cotiche erbose, molti campi da golf e da bowling sarebbero stati infestati da erbacce e quindi sarebbero diventati impraticabili.

Sì, i pesticidi vanno controllati, ma le nostre misure devono essere basate sulla scienza ed essere pratiche a livello agricolo e a livello stradale. I rigidi codici che ne disciplinano l’uso nel mio paese sono, credo, adeguati e quindi voterò contro questi cambiamenti dogmatici che altri vorrebbero imporre.

 
  
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  Erna Hennicot-Schoepges (PPE-DE) . – (FR) Signora Presidente, signor Commissario, è un peccato che gli ambienti agricoli non siano stati ancora coinvolti nel dibattito, sarebbe stato molto interessante, alla vigilia di una riforma della PAC, avere anche il parere degli agricoltori.

Si tratta di garantire la perennità dell’agricoltura europea, di garantire la produzione di alimenti di qualità e quantità sufficiente, ma anche di promuovere la ricerca e di proteggere i dati. La maggiore sfida è, ovviamente, proteggere la salute umana e impedire l’accumulo dei prodotti tossici nelle acque e nell’ambiente. Ma dobbiamo anche preoccuparci della popolazione agricola che occorre proteggere meglio, perché sono gli agricoltori ad essere in contatto diretto con questi prodotti e, spessissimo, i consigli che ricevono sono forniti loro dai rivenditori dei pesticidi. E proprio questi ultimi non riferiranno loro che gli scienziati iniziano a porsi delle domande sul legame esistente fra l’esposizione ai pesticidi e la progressione regolare di alcune malattie, fra cui il morbo di Parkinson, il morbo di Alzheimer, il cancro alla prostata, i tumori cerebrali e le malformazioni congenite. Sarà quindi essenziale stabilire regole severe per l’immissione sul mercato. Occorrerà promuovere la ricerca attraverso la protezione dei dati, nonché promuovere i programmi di ricerca sulla lotta biologica; è un esempio utile per l’innovazione. E alla fine occorrerebbe arrivare a prezzi abbordabili, per gli agricoltori, di questi prodotti.

Infine, signor Commissario, per proteggere le api, i test a lungo termine previsti dalla direttiva 91/414 non sono stati effettuati. Quindi, non basta avere i test, occorre applicarli e garantirne l’applicazione. Concordo che regolamentare la commercializzazione sia l’aspetto più importante ma, signora Presidente, ritengo che abbiamo avuto un dibattito infervorato in cui il lobbyismo dell’industria è stato talvolta vergognoso.

 
  
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  Anne Ferreira (PSE) . – (FR) Signora Presidente, signori Commissari, onorevoli colleghi, tutti i dati sanitari e ambientali, che non intendo richiamare qui questa sera, ma che abbiamo ormai a disposizione, devono portare quest’Assemblea alla fermezza sulla riduzione dei pesticidi e sulle relative condizioni d’uso. E’ indispensabile, al riguardo, basarci su obiettivi di riduzione quantificabili. Le discussioni che hanno preceduto il voto in plenaria hanno messo in evidenza forti disparità fra gli Stati membri, sia a livello di pratiche che di approccio politico, motivo per cui alla fine abbiamo raggiunto compromessi che favoriscono la sussidiarietà. Mi auguro quindi che non saremo delusi da questa sussidiarietà, perché comporta una flessibilità che potrebbe diventare in realtà un pretesto per una politica meno ambiziosa e che ridurrebbe al minimo la volontà politica e pubblica che viene espressa oggi, in particolare sulle questioni dell’esposizione delle popolazioni a rischi nonché delle distanze delle zone di rispetto lungo i corpi idrici.

Per avere senso, la sussidiarietà in materia di pesticidi deve incoraggiare una riflessione più globale sulle questioni agricole e ambientali a livello di ciascuna regione europea. A tal fine, occorre intensificare la ricerca e il trasferimento di tecnologie, associare tutte le parti interessate, agricoltori, ricercatori, ONG, professionisti sanitari e l’industria agroalimentare e realizzare lavori di ricerca in tutti i territori, affinché definiscano insieme pratiche migliori e alternative non chimiche adeguate al suolo, al clima e alle colture. Già lo si fa in alcune regioni.

Propongo quindi alla Commissione di incoraggiare l’attuazione di tale approccio e di facilitare anche gli scambi di esperienze fra regioni, vegliando comunque sulla corretta applicazione della normativa comunitaria.

 
  
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  Holger Krahmer (ALDE). - (DE) Signora Presidente, molti dei miei colleghi ritengono che abbiamo bisogno di regole severe per quanto riguarda i fitosanitari, e hanno ragione, ma nello stesso tempo non possiamo ignorare l’impatto della normativa che adottiamo. Il fatto è che i prodotti fitosanitari sono un elemento importante dell’agricoltura moderna.

Prendiamo l’esempio della normativa sulle autorizzazioni. Stiamo vietando interi gruppi di sostanze attive sulla base di criteri di esclusione, solo a motivo di una nozione astratta di pericolosità. Questo approccio ignora il reale rischio presente nell’applicazione di questi agenti nell’azienda agricola. Ci porta a vietare sostanze attive che non pongono alcun problema nella pratica. Di conseguenza, in futuro, per combattere adeguatamente le specie nocive saranno disponibili sostanze non sufficientemente attive.

Se sono usate solo poche sostanze attive, la resistenza ai pesticidi si svilupperà più rapidamente. Non esisteranno mezzi affidabili per affrontare numerosi problemi di specie nocive. E sono questi i nuovi livelli cui ha appena fatto riferimento l’onorevole Breyer. Quando sarà raggiunta questa fase, la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare dell’Europa crollerà a nuove profondità. Invece di imporre divieti generali, dovremmo prevedere una procedura di autorizzazione affidabile che esamini il rischio effettivo derivante dall’uso di ogni sostanza.

Il prossimo esempio riguarda l’approccio strategico alla questione, in cui sosteniamo un obiettivo di riduzione forfettaria di livello europeo per l’uso di prodotti fitosanitari. Questo, tuttavia, non ha niente a che vedere con i rischi inerenti al loro uso.

La Commissione aveva stabilito obiettivi di riduzione del rischio effettivo. E’ una buona idea e dovremmo mantenerla. Quando tutto sarà stato detto e fatto, dovremo incentrarci su ciò che è fattibile, ovvero un efficiente controllo delle specie nocive e un’adeguata gestione del rischio. Dopotutto, si tratta anche di stabilire come sopperire in futuro al crescente fabbisogno di materie prime vegetali.

In passato, i prodotti fitosanitari innovativi hanno contribuito a fare crescere la produzione più velocemente della domanda di terreno coltivabile. Il nostro obiettivo per il futuro non dovrebbe essere il ribaltamento di questa situazione.

 
  
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  Gintaras Didžiokas (UEN). – (LT) Non credo che potremmo trovare anche una sola persona in quest’Aula, in questo Parlamento, che sosterrebbe che l’ecologia, un ambiente sano e la salute umana non siano importanti. Non credo che nemmeno nessun cittadino europeo lo direbbe mai.

Tuttavia, onorevoli colleghi, mentre prendiamo decisioni, parliamo di legislazione e elaboriamo e attuiamo regole che centinaia di migliaia di persone dovranno rispettare e che senza dubbio avranno un impatto sulle vite di milioni di persone, non possiamo basare le nostre decisioni sulle emozioni e le buone intenzioni. Dobbiamo raggiungere questo obiettivo in modo equilibrato e sensato. Uno degli obiettivi chiave stabiliti per il settore agricolo dell’UE è fornire alimenti di buona qualità a prezzi abbordabili. L’UE è nota per gli elevati standard della produzione alimentare e i severi regolamenti agricoli che stabilisce per i suoi Stati membri. Da un lato vi è una costante pressione sull’agricoltura comunitaria perché sia competitiva e produca alimenti di buona qualità.

Non siamo nella condizione di potere ignorare questi fattori mente discutiamo i regolamenti sulla protezione delle piante. Il parere espresso dalla Commissione e dalla commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale ha soddisfatto le attese di tutte le parti interessate. Tuttavia, gli emendamenti proposti, o quelli introdotti al momento della discussione nella commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, hanno sollevati seri timori.

Se questi emendamenti sono accettati, le conseguenze potrebbero essere imprevedibili. Pongono rischi non solo per l’agricoltura e l’industria alimentare, ma anche per la stessa natura. Significa che gli organismi geneticamente modificati entreranno nel mercato UE? L’impatto delle colture tradizionali sarebbe enorme se il 90 per cento dei prodotti fitosanitari fosse escluso dal mercato.

Onorevoli colleghi, vi invito ancora una volta a basare le vostre decisioni su valide prove scientifiche e sulle buone pratiche, non su voci o su emozioni. Mi auguro che il vostro voto rifletterà il parere di tutte le parti interessate e che il risultato sarà equilibrato e corretto, in modo da non distruggere l’agricoltura. I cittadini dell’UE non devono finire senza alimenti europei e milioni di persone non devono rimanere disoccupate nel nome della protezione dell’ambiente.

 
  
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  Jens-Peter Bonde (IND/DEM).(DA) Signora Presidente, domani mattina presto mi recherò dal droghiere per acquistare acqua potabile in bottiglia. In molti paesi le persone lo fanno perché le acque sotterranee sono state colpite dall’inquinamento. L’acqua è sottoposta a trattamento chimico come se fosse una coperta sporca. Poi viene clorata ed è tanto cattiva di sapore quanto costosa. In Danimarca abbiamo una ricca vena di oro sotterraneo: acqua sotterranea pulita. La beviamo direttamente come acqua potabile senza averla sottoposta a trattamenti. E’ più sana dell’acqua in bottiglia, ha un sapore migliore ed è molto, molto più economica.

Tuttavia, questo significa anche che dobbiamo sorvegliarla e vietare le irrorazioni di pesticidi nei casi in cui il pesticida potrebbe finire nelle acque sotterranee. La Danimarca vieta quindi 13 tipi di pesticidi a irrorazione, 12 di quali si riscontrano nell’acqua potabile. Vorremmo continuare con questa politica e chiedo quindi ai colleghi di votare a favore di un emendamento, per consentire la creazione di zone di protezione. La proposta è già stata adottata in precedenti regolamenti e deve essere ripetuta adesso per impedire che siano annullati. Infine, abbiamo ricevuto il sostegno di una vasta maggioranza dell’Assemblea e poi del Presidente della Commissione, José Manuel Barroso. Grazie! Non abbiamo ricevuto alcun sostegno dal Commissario danese per l’Agricoltura il quale, insieme al ministro danese dell’Alimentazione, dell’agricoltura e della pesca [anche’egli del partito liberale danese (Venstre)], sosterrebbe piuttosto l’opportunità che gli agricoltori rovinassero la nostra acqua potabile. E’ triste che il consiglio danese per l’agricoltura preferisca sostenere Venstre. E’ un atteggiamento miope cercare di avere raccolti di grano leggermente più elevati e poi dovere pagare miliardi di corone per purificare le acque sotterranee. Il trattato dispone che chi inquina paga. Ho proposto questo principio in un emendamento e chiedo ai colleghi di sostenere i requisiti del trattato. Nessuno ha il diritto di avvelenare la nostra Terra comune e la nostra acqua potabile.

 
  
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  Pilar Ayuso (PPE-DE). - (ES) Signora Presidente, signori Commissari, la proposta di regolamento elaborata dalla Commissione europea per sostituire la direttiva 91/414/CE raggiunge una maggiore armonizzazione delle procedure di autorizzazione e garantisce, nel contempo, la protezione dei consumatori. Tuttavia, il risultato ottenuto nella commissione per l’ambiente non solo non tiene conto di questo obiettivo di maggiore armonizzazione, ma revisiona in modo ingiustificabile le misure di protezione dei consumatori e dell’ambiente.

La relazione parte da una totale mancanza di fiducia nei metodi di produzione agricola esistenti nell’Unione europea. Gli agricoltori, tuttavia, non saranno i soli a risentirne: lo saranno anche in consumatori, perché molte colture diventeranno non redditizie, rendendo necessarie le importazioni, con perdita conseguente della sicurezza alimentare.

Non si è data la giusta considerazione al fatto che l’autorizzazione e l’uso dei prodotti fitosanitari sono già soggetti a severi controlli, sia da parte dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare sia delle autorità competenti degli Stati membri.

Inoltre, in questa proposta passiamo da 1 100 sostanze attive, autorizzate nel 1991, a 148, inserite nell’allegato I alla proposta. Di queste 148 sostanze attive, solo 34 sono insetticidi, nematocidi o acaricidi, quelli più necessari alla coltivazione nell’Europa mediterranea, dove il livello di attacchi da insetti è il più alto di tutta l’Unione. Gli insetti non solo costituiscono una minaccia per le piante, ma trasmettono anche malattie gravi nell’essere umano.

Occorre ripristinare la proposta della Commissione di dividere l’Unione europea in tre zone per il riconoscimento reciproco dei prodotti fitosanitari. I criteri di esclusione di sostanze pesticidi devono essere basati su adeguate analisi dei rischi, senza le quali è impossibile determinare gli effetti di tali sostanze sulla salute e sull’ambiente.

Infine, desidero ricordare che è la dose a fare il veleno.

 
  
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  Frédérique Ries (ALDE) . – (FR) Signora Presidente, sottolineavo che il dibattito di questa sera aveva una grande importanza perché qui, oggi, è in gioco la nostra visione per il futuro dell’agricoltura europea e la necessità di passare da un’agricoltura intensiva, manifestamente inquinante, a un’agricoltura sostenibile della biodiversità. E’ una sfida che lì’Europa deve affrontare dato che, di fronte al maggior numero di scandali e di rischi per la salute, l’opinione pubblica è ormai contraria all’uso di pesticidi perché innanzi tutto la maggior parte degli stessi agricoltori desidera che l’Unione li aiuti a modificare le loro pratiche e non vuole più scegliere fra la loro salute e una maggiore redditività, e poi perché gli apicoltori di tutta l’Europa chiedono una legislazione severa che non autorizzi alcuna commercializzazione di pesticidi sena una valutazione pertinente.

E’ quindi essenziale che domani sia confermato il voto ambizioso della commissione per l’ambiente sulle tre relazioni delle onorevoli Breyer, Klass e Belohorská. Dobbiamo confermare la priorità data alla salute e all’ambiente, e le misure specifiche destinate ai gruppi più vulnerabili, l’applicazione del principio di precauzione alle sostanze più pericolose, confermare che sarà incoraggiato l’uso di alternative non chimiche, che il divieto delle irrorazioni aeree sarà ormai la regola; in sintesi, dobbiamo tradurre in atti concreti le preoccupazioni degli Europei e di quanti, numerosi, ci hanno scritto – anche l’onorevole Isler-Béguin l’ha ricordato –, per chiedere per domani un’agricoltura non assuefatta alle sostanze chimiche.

 
  
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  Leopold Józef Rutowicz (UEN). - (PL) Signora Presidente, l’uso di prodotti fitosanitari – pesticidi – è essenziale in talune circostanze. In Polonia vi è preponderanza di piccole aziende agricole, dove i proprietari, date le finanze insufficienti, risparmiano sui pesticidi costosi e questo talvolta provoca perdite dovute alla presenza di specie nocive.

Sono favorevole a tutte le azioni tese a incoraggiare l’impiego razionale di prodotti fitosanitari, fra cui la consulenza, la formazione, le sovvenzioni alla ricerca per attrezzature moderne di protezione delle piante, l’introduzione di prodotti di sostituzione che contribuiscono a proteggere l’ambiente e la salute e che sono compatibili con gli interessi degli agricoltori, invece dell’uso di pesticidi.

Laddove vi è un rischio di perdita del raccolto, l’ignoranza e la mancanza di un’adeguata assistenza agli agricoltori può portare all’uso incontrollato dei pesticidi. Un problema che ci ha assillato per lungo tempo, ma che non è mai stato pienamente risolto, è la questione dello smaltimento dei depositi di rifiuti di pesticidi altamente tossici che esistono o sono esistiti nei paesi dell’ex blocco sovietico, nonché la ricoltivazione del terreno. Stanno avvelenando sia l’acqua sia il suolo. Questo bagaglio potrebbe ridurre l’efficacia delle misure preparate in questi documenti.

 
  
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  Urszula Krupa (IND/DEM). - (PL) Signora Presidente, i produttori che sono spinti a creare cibo che sembra perfetto stanno introducendo pesticidi dannosi non solo per l’ambiente e l’economia, ma anche per la salute umana Mi auguro che i documenti di cui stiamo discutendo favoriranno un miglioramento della qualità degli alimenti consumati e incoraggeranno metodi di produzione più biologici, con un più largo uso di fertilizzanti naturali per nutrire il suolo. Inoltre, per quanto riguarda la pratica senza scrupoli e indebita di esportare ai paesi terzi sostanze di cui è nota la nocività, citerei un proverbio polacco: “fai agli altri quello che vuoi sia fatto a te”. Ed è ancora più importante perché i pesticidi pericolosi ritornano da noi sotto forma di alimenti che sono acquistati a buon mercato dai paesi ricchi e distruggono la salute delle persone.

Oltre agli orientamenti generali, le strategie per l’uso sostenibile dei pesticidi dovrebbero essere sviluppare a livello nazionale, laddove può essere intrapresa un’azione opportuna. Le riduzioni della quantità di prodotti fitosanitari dovrebbe essere maggiore in zone in cui sono usati i pesticidi.

 
  
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  Peter Baco (NI). - (SK) Apprezzo tantissimo il fatto che tutte e tre le relazioni richiedono che il personale coinvolto in tutte le fasi di trattamento dei pesticidi sia altamente qualificato. I piani d’azione, la gestione integrata e severe misure per le importazioni sono tutti esempi di aspetti positivi delle relazioni. Tuttavia, sia i divieti sull’irrorazione aerea sia, in alternativa, le situazioni in cui l’irrorazione aerea sarebbe possibile devono essere articolati con precisione, usando una formulazione chiara.

Allo stesso modo, la nozione di riduzione quantitativa dell’uso non è definita chiaramente e apre la porta a molti rischi a causa della sua applicazione non selettiva. Ad esempio, la Repubblica slovacca applica in media meno di 1 kg di pesticidi per ettaro, mentre altri paesi ne applicano 8 kg. Questo significa che vi sono paesi in cui l’uso dei pesticidi deve essere realmente ridotto e paesi in cui l’uso di pesticidi andrebbe aumentato. Ecco perché suggerisco che, al momento del voto, dovremmo tenere conto delle raccomandazioni dell’associazione europea per la protezione delle colture o, in alternativa, in prima lettura, non adottare le relazioni A6-0347/2007 e A6-0359/2007 e attenerci alle raccomandazioni equilibrate della Commissione.

 
  
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  Marianne Thyssen (PPE-DE). (NL) Signora Presidente, signori Commissari, onorevoli colleghi, è tempo di dare forma alla strategia tematica sull’uso sostenibile dei pesticidi, annunciata prima, ed è anche una buona idea metterne una parte in pratica immediatamente. Dato il considerevole impatto sulla qualità degli alimenti, sulla salute pubblica, sull’ambiente e sulla sostenibilità della nostra agricoltura – tutti punti di interesse -, i relatori, i relatori ombra e l’intero nostro gruppo hanno dedicato molto tempo a questo pacchetto. Vorrei soffermarmi su quattro punti in particolare.

In primo luogo, un’ulteriore riduzione dell’uso di pesticidi è sensata; deve infatti diminuire l’impatto sull’ambiente e per quel motivo siamo contrari ad una mera riduzione della quantità utilizzata. Vogliamo una riduzione dell’impatto reale, basata su una valutazione scientifica dei rischi.

In secondo luogo, il nostro ragionamento è analogo anche per quanto riguarda le zone senza irrorazione vicine ai corpi idrici. Anche in questo caso siamo favorevoli a un approccio basato sui rischi e riteniamo che gli Stati membri siano nella posizione migliore per operare scelte responsabili, guidati fra l’altro dai criteri stabiliti nella direttiva quadro sulle acque.

In terzo luogo, mi chiedo perché il Parlamento, che tutto sommato è un sostenitore del mercato interno con un elevato livello di protezione dei consumatori, della salute e dell’ambiente, si opporrebbe a un primo passo verso l’armonizzazione in questo settore. Noi scegliamo l’idea proposta dalla Commissione di suddivisione in zone con riconoscimento reciproco interno e vorremmo anche avere un riconoscimento reciproco fra zone volontario.

Infine, signora Presidente, siamo contrari alla disposizione generale relativa alle informazioni ai vicini, proposta dall’onorevole Breyer. Quelle informazioni non solo sono inutili per un’attività rigidamente regolamentata, ma causano anche inutile ansietà e frustrazione. L’intenzione non può essere di certo passare a una forma di private enforcement. Questa è una società che noi non vogliamo e che non sosteniamo.

 
  
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  Bogdan Golik (PSE). - (PL) Signora Presidente, il dibattito di oggi è estremamente importante per l’agricoltura europea e per la protezione dell’ambiente.

Sono molte le persone favorevoli all’uso dei pesticidi e sono anche molte quelle che si oppongono. Tuttavia, credo che il principio guida degli agricoltori dovrebbe essere il seguente: “il meno pesticidi possibile, solo quelli essenziali”, e il principio guida dei produttori, e dei distributori dovrebbe essere la precauzione, che dovrebbe essere il principio supremo per le vite e la salute dei consumatori in tutti i casi in cui l’introduzione di nuovi pesticidi sollevi timori, o perché vi è una certa ambivalenza nei risultati della ricerca scientifica o se non vi è stato il tempo sufficiente per potere affermare categoricamente che un determinato prodotto o sostanza sono innocui per gli umani e gli animali.

Nel contesto dell’uso sostenibile dei pesticidi, credo che andrebbero compiuti i seguenti passi: innanzi tutto, la Commissione e gli Stati membri dovrebbero prevedere una formazione periodica e programmi di divulgazione e di istruzione, finanziati almeno in parte da imprese che producono pesticidi. Dovrebbero essere coordinati il controllo e la raccolta dei dati per quanto riguarda gli effetti dannosi dei pesticidi sulla salute umana e sull’ambiente, fra cui programmi di ricerca a lungo termine e l’imposizione di sanzioni a chi inquina. Dovrebbe essere creato un sistema coordinato di raccolta dei dati su produzione, importazione, esportazione, vendita, distribuzione e uso di pesticidi, accessibile al pubblico. Andrebbero incoraggiate le pratiche agricole che promuovono l’uso di basse dosi di pesticidi, il che aiuterebbe a modificare l’uso generale di questi preparati. Dovrebbero essere introdotti controlli appropriati e andrebbe vietata l’importazione nell’UE di prodotti alimentari agricoli coltivati con l’ausilio di sostanze chimiche.

 
  
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  Jan Mulder (ALDE). (NL) Signora Presidente, in Europa i prodotti fitosanitari sono essenziali per la produzione agricola e per l’approvvigionamento alimentare. Il grande problema, ogniqualvolta in Europa adottiamo determinate misure, è quale influenza avranno sulle relazioni di concorrenza con il resto del mondo? Se siamo troppo severi in Europa e non possiamo imporre le stesse regole al resto del mondo, questo significa che in Europa possiamo consumare prodotti che non possiamo produrre qui e questo mi sembra sbagliato.

Ovviamente è sempre essenziale continuare a valutare gli effetti dannosi, ma non possiamo esagerare. Sono d’accordo con chiunque dica che dobbiamo concentrarci sul rischio e non sulla riduzione della quantità. Anche le zone di rispetto di 10 metri saranno senz’altro disastrose per i Paesi Bassi e dovrebbero essere escluse dal regolamento.

Come ultimo punto, signora Presidente, le informazioni ai vicini. Se qualcosa è autorizzato, perché i vicini dovrebbero esserne informati? E’ un regolamento assolutamente superfluo.

 
  
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  Michael Henry Nattrass (IND/DEM). - (EN) Signora Presidente, i pesticidi del Regno Uniti sono stati severamente controllati nel 1985. Aziende come Syngenta sostengono che agli agricoltori non possono essere negati gli strumenti di cui hanno bisogno.

Questi regolamenti si spostano dal principio di un buon regolamento basato sulla scienza. Ad esempio, il controllo di erbacce nei marciapiedi è di 400 volte più costoso senza prodotti chimici. L’industria dei golf e degli sport da campo sostiene che senza pesticidi non è possibile mantenere le cotiche. L’agenzia di protezione delle colture dichiara che vietare i pesticidi equivale ad avere fra il 65 per cento e il 200 per cento in più di terra coltivata, riducendone la produttività. Corbett Farms dichiara che quest’anno ha dimostrato il valore dell’irrorazione per prevenire l’avvizzimento della patata. I pesticidi sono costosi e deve esserne usata la quantità minima per proteggere le nostre colture. Le decisioni su come e quando irrorare devono essere prese sulla base di ogni singolo campo. Una riduzione arbitraria dell’uso non ha una base scientifica.

Signora Presidente, eliminiamo i regolamenti pestilenti dell’UE. L’UKIP voterà contro.

 
  
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  Richard Seeber (PPE-DE). - (DE) Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, vorrei iniziare esprimendo il mio ringraziamento alle relatrici e ai relatori ombra. Va da sé che tutti noi siamo profondamente preoccupati per la salute e la protezione dei consumatori, e la forza dei sentimenti dei membri di quest’Assemblea può essere valutata da questo dibattito di alto livello.

E’ tuttavia importante decidere realmente sulla base dei fatti e non andare contro la realtà creando, per così dire, capri espiatori. Sarebbe molto facile, specialmente con questo pacchetto legislativo, puntare a una particolare categoria professionale e non guardare oltre. Sarebbe completamente sbagliato. Va stabilito sin dall’inizio che tutti noi in Europa abbiamo bisogno di un settore agricolo funzionante, che comporta necessariamente l’uso di una certa quantità di prodotti fitosanitari.

Su aspetti specifici della relazione Klaß, vorrei dire che è un solido principio prevedere determinati obiettivi di riduzione, ma io credo che l’approccio quantitativo adottato qui sia troppo rigido. Ciascuno Stato membro dovrebbe realmente considerare cosa possa fare da solo, perché procedere a una mera riduzione del volume globale e ritenere che così si purificherà l’ambiente è decisamente non scientifico. Per quanto riguarda le fasce di rispetto, non vi è nulla di sbagliato nella strategia scelta dalla Commissione di trattare la sussidiarietà come elemento chiave. Ciascuno Stato membro dovrebbe riflettere su come vuole regolamentare queste fasce di rispetto. Imporre ciecamente un limite di dieci metri a livello comunitario sarebbe sbagliato. Cercare di trovare alternative non chimiche in aree sensibili, come gli habitat di flora e fauna rare, è anch’esso un approccio che andrebbe sostenuto senza riserve.

Per quanto riguarda la relazione Breyer, è importante sostenere il concetto di tre zone. Restringere la portata delle autorizzazioni a singoli Stati membri sarebbe un approccio eccessivamente riduttivo. Va prestata un’attenzione speciale ai criteri di esclusione. ^ chiaro che si debba avere divieto esplicito delle sostanze classificate CMR1, ma nel caso delle sostanze CMR2 anch’io sono favorevole ad assumere i dati scientifici come base per le decisioni in materia di autorizzazioni.

 
  
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  Evangelia Tzampazi (PSE). - (EL) Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, la proposta legislativa che siamo chiamati a votare mira a raggiungere un elevato livello di protezione della salute umana e dell’ambiente, stabilendo modelli comunitari per l’uso sostenibile di pesticidi e regole per la loro commercializzazione nel mercato europeo.

Credo che sostenendo la proposta della commissione per l’agricoltura, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare di ridurre l’uso dei pesticidi del 20 per cento in Europa, trasmettiamo un messaggio sbagliato. Dobbiamo rafforzare i controlli sull’uso razionale dei pesticidi e, soprattutto, promuovere la ricerca su metodi alternativi più sicuri per la protezione delle piante.

Nello stesso tempo, la proposta per l’abolizione del sistema di zone e il riconoscimento reciproco obbligatorio delle autorizzazioni è una posizione equilibrata. In considerazione dei timori degli agricoltori e dell’industria, cerca di dare la possibilità agli Stati membri che lo desiderano di attuare livelli più elevati di protezione dell’ambiente in linea con le rispettive condizioni locali.

Infine, vorrei menzionare la necessità speciale di proteggere l’uso secondario. Vi chiedo, onorevoli colleghi, di sostenere la proposta di creare un fondo europeo per la promozione della ricerca. Garantiremo così la prosperità degli agricoltori e manterremo i nostri prodotti nazionali speciali, che fanno parte della tradizione agricola europea e favoriscono in larga misura l’economia agricola europea.

 
  
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  Marian Harkin (ALDE). - (EN) Signora Presidente, grazie per l’opportunità di spendere qualche parola sulle tre relazioni.

In primo luogo, credo che in Europa dovremmo trovarci in una posizione di potere produrre colture europee e ortofrutticoli europei che siano sicuri per il consumo umano. Tuttavia, dobbiamo raggiungere l’obiettivo in modo equilibrato e con buon senso, in modo da proteggere la salute umana senza penalizzare l’agricoltura.

Non vogliamo imporre restrizioni che abbiano un impatto negativo sull’agricoltura europea e finire con l’essere obbligati a importare grandi quantità di alimenti con tutte le implicazioni in termini di chilometri percorsi dagli stessi per giungere alle nostre tavole e, ovviamente, con pochi controlli sulle quantità di pesticidi usati nella produzione di quegli alimenti importati.

In secondo luogo, sostengo la proposta di una valutazione basata sul rischio, che poggia sula scienza e che si dimostrerà praticabile per gli Stati membri.

Infine, credo che una fascia di rispetto di 10 metri sia una soluzione “una dimensione per tutte” e debba essere modificata per consentire agli Stati membri di tenere conto delle condizioni locali. Come ho detto prima, nemmeno il Parlamento europeo può legiferare per le condizioni climatiche e del suolo su tutto il continente.

 
  
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  Eija-Riitta Korhola (PPE-DE). - (FI) Signora Presidente, la strategia tematica e la direttiva quadro sui prodotti fitosanitari sono progetti legislativi impegnativi e costituiscono il riflesso della sfida di base che affronta la politica ambientale dell’UE , che consiste nel combinare in modo efficace la protezione dell’ambiente con quella della salute in una politica che tenga conto delle realtà sociali.

Dobbiamo riconoscere che l’uso di prodotti fitosanitari e di pesticidi ha importanti vantaggi economici. L’uso esperto di queste sostanze è, ad essere sinceri, una condizione cruciale per la produzione alimentare nell’era moderna. Nello stesso tempo, tuttavia, l’impatto negativo dei prodotti fitosanitari sull’ambiente, e nei corpi idrici in particolare, è reale. Come possiamo quindi usare queste sostanze in modo da potere ancora beneficiare dei pesticidi, ma ridurre nel contempo gli effetti negativi?

Vengo da un paese in cui l’agricoltura è un’occupazione rispettata e in cui l’agricoltura nazionale è considerata importante. D’altro canto, l’ambiente è particolarmente fragile. Ad esempio, la Finlandia ha 200 000 laghi, centinaia di migliaia di altri corpi idrici, e uno dei mari più inquinati del mondo. Il diffuso inquinamento idrico è un immenso problema ambientale e i prodotti fitosanitari fanno parte di quel problema. E’ un’equazione impegnativa ed è solo giusto che la direttiva tenesse conto delle differenze fra Stati membri. Ovviamente, abbiamo bisogno di standard a livello di UE, ma i rimedi applicati in Finlandia non possono essere gli stessi di quelli impiegati, diciamo, in Lussemburgo.

Pertanto, la ragione e le preoccupazioni ambientali ci impongono di concentrarci sugli obiettivi e di lasciare i mezzi agli Stati membri. Un buon esempio sono le “zone di rispetto” che indubbiamente svolgono un ruolo importante nella protezione dei corpi idrici. Confido che le zone di rispetto adatte a ogni situazione e coerenti con le proposte della Commissione siano il modo giusto per andare avanti. Se decidiamo adesso esattamente limiti di misura, applicando il principio “una dimensione per tutti”, vi è il pericolo reale che molti paesi passeranno dalla padella nella brace. Forse dovrei dire, piuttosto, che non affronterebbero il problema con flessibilità e in modo soddisfacente.

 
  
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  Dan Jørgensen (PSE). - (DA) Signora Presidente, vi sono alcuni equivoci su talune dichiarazioni dei miei colleghi oggi. Pertanto, sono lieto di potere parlare per una seconda volta. Gli equivoci sono tre. Il primo riguarda un obiettivo di riduzione: alcuni deputati dicono che non sia possibile. Esistono differenze fra i paesi e non è possibile creare un obiettivo di riduzione europeo comune. No, non può essere fatto! Né è quello che stiamo facendo. Quello che stiamo facendo è dire che un obiettivo di riduzione europeo comune dovrebbe essere del 20 per cento. Tuttavia, questo può significare ovviamente 30 per cento in alcuni paesi e 10 per cento in altri. L’obiettivo di riduzione nazionale sarà fissato sulla base dei piani d’azione nazionali. Pertanto, è un equivoco tenere questo aspetto. Un elemento chiave è che stiamo tenendo conto del fatto che un grammo di un pesticida talvolta può essere più pericoloso di un intero chilogrammo di un altro pesticida. Abbiamo quindi introdotto un indice di frequenza di applicazione nell’ambito di quest’obbligo di riduzione. Poso immaginare che anche la Commissione avrà qualcosa da dire al riguardo quando lei, Commissario Dimas, parlerà di nuovo fra poco.

Il secondo equivoco riguarda le zone. Si crede che se non avremo le zone sarà quasi un insulto per il mercato interno. No, al contrario! Lasciando da parte questa sciocca idea delle zone e dicendo che introdurremo gradualmente la condivisione reciproca dei dati stiamo dicendo che l’intera UE è una zona in cui condividiamo dati. Tuttavia, è chiaro che non possiamo parlare di riconoscimento reciproco obbligatorio dei pesticidi solo perché vi sonno diverse circostanze geografiche, climatiche e ambientali in ogni singolo paese. Credo che tutti quelli che hanno parlato oggi in quest’Aula concorderanno su questo punto.

Il terzo equivoco di base è che distruggerà la competitività dell’agricoltura. No! In Danimarca abbiamo dimezzato l’uso dei pesticidi fin dagli anni ‘80 senza effetti sulla competitività dell’agricoltura. I pesticidi sono costosi da usare e quindi, purché siano usati correttamente, meno sono usati e meglio è per la competitività.

 
  
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  Anders Wijkman (PPE-DE). - (SV) Signora Presidente, Signora Presidente, ho poco tempo e parlerò principalmente per esprimere il mio sostegno alla correlatrice della relazione Breyer del gruppo PPE-DE, Erna Hennicot-Schoepges. Ritengo sia molto importante che la maggioranza del mio gruppo abbia scelto di ignorare il consiglio dell’onorevole Hennicot-Schoepges su diversi punti importanti, e di non sostenere importanti proposte contenute nella relazione. Ovviamente, concordo che il requisito di fornire informazioni 48 ore prima dell’irrorazione sia impraticabile e non funzionerebbe, ma non è ragionevole concludere che non abbiamo bisogno di requisiti di informazione del tutto. La proposta dell’onorevole Hennicot-Schoepges qui, come compromesso, è ben equilibrata.

Un’altra questione importante sono i criteri di riduzione per sostanze particolarmente delicate. Soprattutto, nella nostra decisione dobbiamo essere coerenti con le decisioni adottate dall’Assemblea in relazione al nuovo normativa sulle sostanze chimiche REACH. Uno dei principi fondamentali era eliminare gradualmente le sostanze quando è difficile stabilire soglie di rischio nel caso di sostanze di particolare preoccupazione. Ovviamente dobbiamo anche seguire quella linea in questo caso, perché stiamo trattando sostanze che vengono a contatto o sono suscettibili di venire a contatto con quello che mangiamo.

Un’latra questione sulla quale sostengo la relatrice, l’onorevole Breyer, è la proposta di divisione in zone. Quando ho visto la proposta della Commissione, ho trovato immediatamente interessante cercare di dividere l’Europa in zone che siano relativamente simili in termini di condizioni di vegetazione, clima eccetera. Tuttavia, la zonizzazione proposta è purtroppo eccessivamente arbitraria. Non posso sostenere questo approccio e credo che gli Stati membri debbano essere autorizzati a mantenere il diritto di rifiutare diversi preparati anche se i paesi vicini li hanno approvati. Vorrei occuparmi di altre questioni, ma il tempo a mia disposizione è finito.

 
  
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  Esther De Lange (PPE-DE). - (NL) Signora Presidente, quando cammino nel mio villaggio, mi trovo al centro di una particolare zona agricola, il cuore verde fra grandi città come Amsterdam, Rotterdam e Utrecht. E’ ancora una zona verde e agricola, ma i 10 metri di zone di rispetto, così come proposta dalla commissione per l’ambiente, renderebbero virtualmente impossibile l’agricoltura in questa zona, mente è proprio l’agricoltura che la mantiene verde.

La settima sa scorsa l’ho messo alla prova, ma a stento ho potuto trovare pezzi di terra fra i numerosi canali che erano larghi 20 metri. Quindi, chiunque conosca un poco i Paesi Bassi, sa che questa situazione è vera non solo per il cuore. L’agricoltura olandese è caratterizzata dalla presenza di molti canali fra terre da pascolo. Questo significa che la zona di rispetto di 10 metri per i Paesi Bassi equivarrebbe alla perdita di 800 000 ettari di terreno agricolo. E’ il 35 per cento della nostra area agricola.

Vorrei quindi chiedere ai colleghi di non sostenere questa proposta, anche in considerazione della produzione agricola, necessaria in Europa e nel mondo, come ha già detto il presidente della commissione per l’agricoltura. Questo no significa del resto che non condivido l’obiettivo, ovvero la protezione dell’ambiente e della sanità pubblica. Dico ai colleghi che tutti condividiamo quell’ambizione. Penso solo che possa essere organizzata meglio con un approccio basato sull’analisi e sulla riduzione del rischio.

L’alternativa – la riduzione dell’uso – suona di certo più semplice, riduzione generale del 20 per cento, ma non offre la migliore protezione per i consumatori, perché guarda solo alle quantità e non all’effetto finale, il rischio finale. In quel contesto, trovo difficile da capire del resto la dolorosa spaccata del gruppo liberale, che è favorevole a una riduzione generale del 20 per cento e un approccio basato sul rischio.

Due ultimi punti. Sul sistema di autorizzazione dirò solo che tre zone climatiche hanno la preferenza sui 27 Stati membri, tenendo ovviamente conto delle condizioni nazionali. E infine vorrei chiedere alla Commissione di non trascurare le colture di minore entità in tutti questi punti di grande discussione.

 
  
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  Françoise Grossetête (PPE-DE) . – (FR) Signora Presidente, questi residui di pesticidi allora sono dovunque: negli alimenti, nell’acqua, nell’aria, nei nostri tessuti, nel latte materno, sono persino – ed è senza dubbio l’aspetto più inquietante – nel corpo dei nostri bambini prima ancora che siano nati. Iniziamo solo adesso a intravedere le inquietanti conseguenze a lungo termine di questa onnipresenza dei residui di pesticidi: varie forme di cancro, disturbi endocrini, ridotta fertilità maschile, diminuzione delle difese immunitarie, malattie neurodegenerative.

Sì, dunque, alla riduzione; e ancora sì alla riduzione. E per andare più veloci, do il mio sostegno alle proposte che sono state presentate dalla collega, l’onorevole Hennicot, sulla relazione Breyer e, per guadagnare tempo, insisterò in particolare su un punto che ritengo fondamentale, e di cui si discute nei ranghi del gruppo PPE, ovvero l’informazione alle persone che vivono in zone in cui saranno usati pesticidi. Mi sembra irragionevole che una parte del nostro gruppo raccomandi di non diffondere la minima informazione a queste persone nel caso di trattamento di alcuni terreni con pesticidi con la scusa che, se le sostanze sono state autorizzate in precedenza, allora non sono nocive.

Le irrorazioni aeree di pesticidi sono comuni, in particolare nelle foreste e nella viticoltura. Presentano il rischio di deriva delle sostanze verso zone abitate o sensibili e il loro uso deve essere rigorosamente regolamentato. E’ essenziale che i vicini, potenzialmente esposti, siano avvertiti dall’agricoltore prima dell’irrorazione. Le persone che soffrono di malattie respiratorie, come l’asma, potrebbero essere colpite gravemente senza informazioni preventive. La modalità e il mezzo di trasmissione di queste informazioni non comporteranno necessariamente un onere amministrativo supplementare, come sostengono alcuni colleghi. Semplici pannelli informatici contenenti le date di irrorazione, collocati in prossimità delle abitazioni situate nelle zone a rischio, potrebbero bastare.

Infine, prevedo il passaggio a una nuova generazione di pratiche agricole, rispettose dell’ambiente e utili, quindi, per l’ammodernamento del settore agricolo.

 
  
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  Czesław Adam Siekierski (PPE-DE). - (PL) Signora Presidente, la chiave per l’uso sostenibile dei pesticidi è la riduzione razionale del rischio. Dovremmo raggiungere questo obiettivo attuando gli orientamenti contenuti nella direttiva sull’utilizzazione sostenibile dei pesticidi. Ciascun paese sarà obbligato a preparare il suo piano in conformità degli orientamenti definiti nella direttiva. Ciascun paese dovrebbe poterlo fare, tenendo conto delle condizioni locali e delle differenze.

Siamo diversi, principalmente, nel livello di sviluppo agricolo. Quei paesi che sono nuovi membri dell’Unione europea hanno spesso un enorme lavoro da svolgere per recuperare in termini di sviluppo. Una riduzione dell’uso di pesticidi in questi paesi, rispetto agli attuali livelli del loro uso, in ultima analisi andrà contro di noi quali consumatori, a meno che, riducendone l’uso, teniamo conto dell’attuale livello di uso di questi prodotti, che è relativamente basso.

Anche il nostro paesaggio è diverso. In Polonia enormi zone boschive possono essere protette dalle specie nocive sono mediante irrorazione aerea. E’ un dovere verso l’ambiente naturale proteggere queste foreste, ed è responsabilità del Parlamento definire orientamenti per l’uso sicuro di prodotti che proteggono l’ambiente naturale.

La direttiva parla molto del livello di conoscenza degli agricoltori come il fattore più importante ai fini dell’attuazione di un uso sostenibile dei pesticidi. E’ responsabilità di noi tutti sostenere l’istruzione e creare le condizioni dio modo che queste informazioni possano raggiungere ogni agricoltore. Presentando un emendamento sulle autorizzazioni nazionali temporanee, parlo a favore del meccanismo di scambio dei vecchi preparati con preparati moderni e più sicuri il più rapidamente possibile. Chiedo il vostro sostegno.

Gli orientamenti nella direttiva dovrebbero incoraggiare misure razionali e non dovrebbero scoraggiare gli Stati membri e gli agricoltori.

 
  
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  Stavros Dimas, Membro della Commissione. − (EL) Signora Presidente, ringrazio gli oratori della seduta di stasera per le loro osservazioni positive. Vorrei delineare brevemente le posizioni della Commissione su alcune importanti questioni che sono state sollevate.

Comincerei con la strategia tematica e, in particolare, con i punti non coperti dalla direttiva.

Innanzi tutto, sono lieto che la relazione sostenga la strategia tematica per l’uso sostenibile dei pesticidi. La proposta di elaborare una nuova normativa per affrontare il rischio dell’uso dei pesticidi è particolarmente valida.

Concordo sull’importanza di effettuare più ricerca sull’impatto dell’uso combinato e cumulativo dei pesticidi sulla salute. A mio avviso, il principio di sostituzione è essenziale, elimina le sostanze più pericolose dal mercato e le sostituisce con soluzioni alternative più sicure, alcune delle quali non chimiche.

Infine, la relazione Belohorská adottata dalla commissione per l’ambiente, la salute pubblica e la sicurezza alimentare presenta alcune misure aggiuntive che sono particolarmente positive.

Passerei adesso specificamente alla direttiva quadro. Molti degli emendamenti adottati dal Parlamento europeo apportano chiarimenti utili e possono essere accettati. Altri emendamenti, tuttavia, possono portare a risultati indesiderati. Vorrei commentare prima di tutto gli emendamenti di base che la Commissione può accettare completamente o in linea di principio o in parte.

La Commissione accetta parzialmente la proposta secondo cui gli Stati membri fissano obiettivi individuali nei loro piani d’azione nazionali per limitare l’uso dei pesticidi più pericolosi. Infatti, la fissazione di tali obiettivi è coerente con l’obiettivo generale della direttiva di ridurre il rischio derivante dall’uso di pesticidi. La definizione di un obiettivo generale permanente per la riduzione dell’uso dei pesticidi a livello di UE, tuttavia, in aggiunta agli obiettivi nazionali, non è necessaria e quindi non è accettata dalla Commissione. Infatti, la riduzione generale della quantità di pesticidi non comporta necessariamente una corrispondente riduzione del rischio: il livello di rischio varia da una sostanza all’altra. Quest’azione di limitare i rischi deve incentrarsi, principalmente, sulle sostanze più nocive.

La Commissione può accettare in linea di principio la fissazione di una larghezza minima della zona di rispetto da crearsi nei campi ubicati vicino ai corpi idrici perché favorirà ulteriori miglioramenti ambientali. L’imposizione di un limite di 100 metri, tuttavia, indiscriminatamente e in tutti i casi, non sembra opportuna. La Commissione preferirebbe che gli Stati membri avessero un margine di flessibilità e stabilissero l’a larghezza adeguata per le zone di rispetto, conformemente alle loro caratteristiche geografiche.

La Commissione può accettare, altresì, alcuni chiarimenti utili su altre questioni, quali la formazione tecnica e la certificazione. Vi sono, tuttavia, emendamenti che la Commissione non può accettare.

In primo luogo, la Commissione è convinta che il rispetto obbligatorio di regole generali comuni sulla gestione integrata delle specie nocive da parte degli utenti professionisti dei pesticidi sia una misura fondamentale per ridurre la dipendenza dai pesticidi. E’ vantaggioso per l’ambiente in tutta l’UE e contribuirà allo sviluppo di un settore agricolo sostenibile e competitivo. Non posso, pertanto, accettare l’eliminazione, secondo l’emendamento n. 86, di questa misura eccezionalmente importante contenuta nella proposta della Commissione europea.

In secondo luogo, la Commissione europea accetta di adottare misure per proteggere le popolazioni che vivono vicino ai campi in cui si procede a irrorazione aerea. Tuttavia, ritiene che un divieto completo sull’uso dei pesticidi nelle cosiddette “zone sensibili” sia sproporzionato. Dobbiamo lasciare una certa discrezionalità agli Stati membri e alle autorità locali. Se è proprio necessario, e in rari casi, eccezionali, quando solo l’uso di pesticidi è efficace, devono potere gestire i rischi per la salute umana o la biodiversità.

In terzo luogo, sebbene la Commissione si sia impegnata a considerare l’estensione del campo di applicazione della direttiva ai biocidi, tale decisione richiede uno studio attento, nonché l’attuazione di alcuni aspetti della direttiva sui pesticidi. Quando avremo a disposizione più dati attraverso il programma di revisione previsto nella direttiva sui biocidi, potremo affrontare meglio l’uso dei biocidi.

In quarto luogo, la Commissione non può sostenere l’aggiunta di un riferimento all’articolo 152, paragrafo 4, del trattato perché la direttiva proposta è incentrata chiaramente sulla protezione dell’ambiente, che già comprende le questioni di sanità pubblica.

In quinto luogo, sebbene l’imposizione di tasse e di contributi sia in linea con il principio “chi inquina paga”, non esiste attualmente un sistema efficace per differenziare le aliquote secondo il rischio posto da ciascun pesticida. Per questo motivo, la Commissione preferisce che le tasse e i contributi siano imposti a livello comunitari non adesso, ma solo nel momento in cui sia stato realizzato uno studio sulla questione.

Signora Presidente, la Commissione può accettare 121 emendamenti dei 166 presentati; di questi può accettarne 25 completamente e 96 in linea di principio o in parte. Deposito presso il Segretariato del Parlamento un elenco completo delle posizioni della Commissione sugli emendamenti.

Vorrei ringraziare ancora una volta tutti coloro che hanno contribuito al dibattito di questa sera e, in particolare, i relatori per il loro lavoro. Grazie per la vostra attenzione.

 
  
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  Markos Kyprianou, Membro della Commissione. (EL) Signora Presidente, vorrei iniziare ricordando ai deputati l’attuale politica di base dell’UE di promuovere e sostenere un’alimentazione sana. Gli ortofrutticoli sono di certo molto importanti in una dieta salutare. E’ molto importante tenere conto di questo. Oggi abbiamo quindi due obiettivi. Dobbiamo garantire la produzione di ortofrutticoli e questa è un’occasione d’oro per la produzione e per sostenere l’agricoltura. Poi dobbiamo garantire che gli ortofrutticoli siano sicuri per il consumo. Crediamo che la proposta della Commissione riuscirà ad affrontare questa duplice sfida in modo equilibrato.

Ho seguito la discussione fra tutti i deputati con notevole interesse. Gli argomenti avanzati sono seri e ne terremo debitamente conto. Per mancanza di tempo, non intendo approfondire tutte le questioni, ma vorrei soffermarmi su alcune di esse che, ritengo, sono molto importanti e che sono state sollevate oggi.

In primo luogo, per quanto riguarda la protezione dei gruppi vulnerabili, concordo che dobbiamo proteggerli, e di questo si è tenuto conto nel regolamento proposto. Siamo anche disposti ad accettare l’emendamento per l’inclusione della definizione di gruppi vulnerabili semplicemente perché garantisce una protezione ancora maggiore. Vorrei fare un commento, sebbene non sia direttamente collegato alla questione che stiamo discutendo, sui prodotti importati. Sottolineo che anche questi prodotti sono controllati in termini di residui di pesticidi nell’ambito di un altro regolamento sui livelli massimi ammissibili di residui di pesticidi. Abbiamo regole di ispezione che garantiscono la protezione dei consumatori anche per quanto riguarda le importazioni.

Più in generale, i criteri di autorizzazione sono una parte molto importante della legislazione. Infatti, il principale scopo della proposta è proteggere la salute dei cittadini e dell’ambiente. E’ molto importante e non dovremmo dimenticarlo. I criteri di autorizzazione proposti sono necessari per raggiungere questo scopo, quindi la Commissione non può accettare nessuna deviazione al riguardo. Risulta chiaramente dal dibattito e da alcuni degli emendamenti che anche il Parlamento europeo condivide questi scopi. Alcuni emendamenti rafforzerebbero addirittura detti criteri. La Commissione è dell’avviso che i criteri proposti dovrebbero assicurare un elevato livello di protezione senza rendere impraticabile o disfunzionale la protezione delle piante. Di conseguenza, la Commissione non potrà accettare gli emendamenti che potrebbero sminuire questi criteri.

Arrivo infine all’argomento controverso del riconoscimento reciproco, che è stato sollevato in combinazione con la suddivisione in zone in questo settore. Credo che la nostra proposta sia stata in qualche modo fraintesa. Innanzi tutto, vorrei ricordarvi che la nuova proposta introdurrà criteri più severi, da attuare su base zonale. Dovremmo ricordarlo, perché garantirà livelli più elevati di protezione della salute. Cerchiamo di combattiamo nello stesso tempo per un mercato unico, un mercato interno, evitando così l’anomalia di un mercato unico dei prodotti agricoli da un lato e un mercato dei prodotti fitosanitari dall’altro. Se teniamo a mente le particolari caratteristiche relative al clima e al suolo, la divisione in zone separate è inevitabile. La questione, tuttavia, non è così semplice e definita, quindi ho previsto un possibile fraintendimento. Gli Stati membri potrebbero agire per proteggere se stessi e d’altro lato, durante il processo decisionale in cui è necessaria l’autorizzazione del primo Stato membro della zona, esperti degli altri Stati membri potranno svolgere un ruolo attivo nella procedura di autorizzazione e così facendo potranno valutare le circostanze dell’intera zona. In altre parole, la decisione non sarà presa in isolamento e unilateralmente da uno Stato membro appartenente alla zona, ma i rappresentanti degli altri Stati membri in quella zona parteciperanno a questa procedura. Potranno presentare le loro opinioni e convincere gli altri delle condizioni particolari prevalenti nei loro paesi.

Passo alla protezione dell’acqua. Anche questo è un punto delicato sollevato da numerosi deputati. La proposta riguarda l’esigenza di proteggere le risorse idriche e specialmente la direttiva quadro sulle acque. Risulta chiaramente dalla valutazione del rischio che se i termini proposti dell’uso di limiti accettabili sono superati nelle zone vulnerabili, gli Stati membri interessati possono e devono respingere l’uso di pesticidi in quella zona particolare. Inoltre, se lo Stato membro può dimostrare che l’intero suo terreno è zona vulnerabile, ha l’opzione di non autorizzare del tutto il prodotto in questione. Pertanto, le caratteristiche speciali e l’esigenza di proteggere le risorse idriche sono prese chiaramente in considerazione nella nuova procedura proposta. Per questo motivo, la Commissione, pur apprezzando le osservazioni formulate, non potrebbe accettare gli emendamenti relativi al sistema di autorizzazione su base zonale.

Come ho detto, vi sono oltre 250 emendamenti e non c’è il tempo per analizzarli nei dettagli. Noto che abbiamo opinioni diverse, ma prevedo che la procedura e la discussione ci consentiranno di trovare un terreno comune.

–(EN) Allegato – Posizione della Commissione

Sulla relazione Klass (A6-0347/2007)

La Commissione può accettare gli emendamenti nn. 2, 3, 6, 17, 26, 49, 52, 53, 60, 61, 66, 68, 76, 94, 95, 97, 103, 105, 106, 107, 108, 109, 111, 115 e 117.

La Commissione può accovliere in via di principio o in parte gli emendamenti nn.4, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 18, 19, 20, 21, 24, 25, 27, 31, 33, 34, 35, 36, 38, 39, 42, 43, 44, 45, 47, 48, 50, 51, 54, 56, 59, 62, 63, 64, 65, 67, 70, 71, 74, 75, 78, 79, 80, 81, 82, 83, 85, 87, 90, 92, 93, 100, 101, 110, 112, 113, 114, 116, 118, 119, 122, 126, 128, 129, 130, 131, 133, 134, 135, 136, 137, 140, 141, 142, 143, 144, 145, 146, 147, 148, 149, 150, 151, 152, 153, 154, 155, 156, 160, 163, 164 e 165.

La Commissione non può accogliere gli emendamenti nn.1, 5, 16, 22, 23, 28, 29, 30, 32, 37, 40, 41, 46, 55, 57, 58, 69, 72, 73, 77, 84, 86, 88, 89, 91, 96, 98, 99, 102, 104, 120, 121, 123, 124, 125, 127, 132, 138, 139, 157, 158, 159, 161 e 162.

La Commissione si riserva la sua posizione sull’emendamento n. 166.

Sulla relazione Breyer (A6-0359/2007)

La Commissione può accogliere, o accoglie previa riformulazione, gli emendamenti nn. 9, 11, 20, 22, 26, 29, 31, 32, 33, 36, 41, 43, 45, 49, 51, 56, 57, 64, 67, 75, 78, 79, 82, 84, 92, 93, 96, 102,107, 112, 114, 119, 124, 130, 131, 140, 145, 153, 155, 156, 157, 159, 160, 167, 170, 181, 184, 190, 195, 196, 197, 201, 203, 206, 212, 213, 215, 217, 220, 254, 258, 274, 282, 283, 286 e 301.

La Commissione può accogliere gli emendamenti nn., 4, 5, 6, 7, 10, 14, 18, 19, 21, 24, 25, 27, 34, 39, 46, 50, 53, 54, 59, 61, 62, 63, 66, 76, 77, 80, 87, 89, 94, 95, 98, 99, 100, 108, 109, 115, 116, 121, 122, 123, 133, 134, 136, 149, 163, 169, 175, 176, 177, 180, 183, 188, 189, 193, 199, 209, 218, 225, 233, 243, 244, 248, 251, 252, 268, 279, 284, 290, 296, 297, 300, 302 e 305, in via di principio o in parte.

La Commissione non può accogliere gli emendamenti nn. 1, 2, 3, 8, 12, 13, 15, 16, 17, 23, 28, 30, 35, 37, 38, 40, 42, 44, 47, 48, 52, 55, 58, 60, 65, 68, 69, 70, 71, 72, 73, 74, 81, 83, 85, 86, 88, 90, 91, 97, 101, 103, 104, 105, 106, 110, 111, 113, 117, 118, 120, 125, 126, 127, 128, 129, 132, 135, 137, 138, 139, 141, 142, 143, 144, 146, 147, 148, 150, 151, 152, 154, 158, 161, 162, 164, 165, 166, 168, 171, 172, 173, 174, 178, 179, 182, 185, 186, 187, 191, 192, 194, 198, 200, 202, 204, 205, 207, 208, 210, 211, 214, 216, 219, 221, 222, 223, 224, 226, 227, 228, 229, 230, 231, 232, 234, 235, 236, 237, 238, 239, 240, 241, 242, 245, 246, 247, 249, 250, 253, 255, 256, 257, 259, 260, 261, 262, 263, 264, 265, 266, 267, 269, 270, 271, 272, 273, 275, 276, 277, 278, 280, 281, 285, 287, 288, 289, 291, 292, 293, 294, 295, 298, 299, 303, 304 e 306.

 
  
  

PRESIDENZA DELL’ON. MECHTILD ROTHE
Vicepresidente

 
  
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  Gyula Hegyi (PSE), per iscritto. (EN) I pesticidi sono fra i prodotti chimici più pericolosi in quanto sono destinati a uccidere e sono usati deliberatamente nell’ambiente e sul cibo. Solo l’1 per cento circa di un pesticida in realtà raggiunge il suo obiettivo. Pertanto, quando elaboriamo la legislazione sull’uso e sull’autorizzazione dei pesticidi, dobbiamo tenere a mente quali sono gli interessi delle varie parti interessate. E’ nell’interesse degli agricoltori avere un ricco raccolto e prodotti di buona qualità a costi bassi. Se riscono a raggiungere questo obiettivo con meno pesticidi, possono risparmiare sui costi e offrire prodotti più sani. E’ nell’interesse dei cittadini avere prodotti sicuri ed economici e acqua potabile esente da pesticidi. Pertanto, usare meno pesticidi è nell’interesse di quasi tutti.

Se vogliamo raggiungere una riduzione tangibile dell’uso di pesticidi in Europa, ci occorrono piani nazionali efficaci per la riduzione, incentrandoci sulle circostanze locali avvalendoci delle opportunità locali.

 
  
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  Mairead McGuinness (PPE-DE), per iscritto. (EN) Sostengo l’essenza di questa relazione perché migliora l’attuale normativa vigente in materia di prodotti fitosanitari in un modo che dovrebbe dare ai consumatori più fiducia sugli alimenti che mangiano. Dovrebbe dare a quelli che sono in contatto diretto con questi prodotti, come i produttori, gli agricoltori e i fornitori, orientamenti più chiari in relazione all’uso di pesticidi e garantirà in generale la produzione sicura di prodotti agricoli nell’UE.

Tuttavia, è importante sottolineare che il rafforzamento della legislazione in questo settore sarà efficace solo se vi saranno controlli e monitoraggi sufficienti negli Stati membri. Attualmente sembrerebbe che pur essendoci un certo controllo per i residui nei prodotti alimentari, può non essere adeguato a dare assicurazioni sufficienti ai consumatori di questi prodotti. Devono essere compiuti passi per garantire che le misure previste da questa normativa siano attuate attraverso un monitoraggio efficace.

 
  
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  Péter Olajos (PPE-DE), per iscritto. (HU) Signora Presidente, onorevoli colleghi, stiamo discutendo dei dettagli di questo pacchetto legislativo sui prodotti fitosanitari da diversi mesi. In questo periodo abbiamo esaminato numerosi punti di vista e li abbiamo incorporati nel testo. Alla fine del processo, credo che il progetto su cui stiamo discutendo sia basato sul compromesso su molti punti e risponda a quante più richieste possibili. Vi sono alcune questioni, tuttavia, che non dovrebbero essere oggetto di compromesso. Quando è in gioco la salute delle persone, gli interessi economici non possono avere la precedenza. Questo documento non riguarda la competitività del settore agricolo europeo, ma la protezione della salute dei cittadini europei. Abbiamo anche visto che le norme vigenti nei singoli Stati sono molto diverse. Nel mio paese sono fra le più severe. Mentre noi qui a Strasburgo abbiamo discusso sulla creazione di una zona di rispetto di 5 o 10 metri accanto ai corpi idrici, l’Ungheria ha zone di rispetto di 50 metri e in alcuni luoghi persino di 500 metri già da decenni. Inoltre, sebbene l’uso di prodotti fitosanitari da parte dei nostri agricoltori sia di 15 volte inferiore rispetto ai Paesi Bassi, i magazzini di scorta d’Europa, quando ancora esistevano, erano stracolmi di mais ungherese. Alla luce di tutto questo, chiedo ai colleghi di usare il loro voto domani per sostenere l’introduzione di rigidi criteri di riduzione. Sulla base del testo di compromesso, si applicherebbero solo a 29 sostanze su oltre 600. Non è un prezzo troppo alto da pagare per garantire che composti manifestamente cancerogeni e tossici rimangano fuori dai nostri piatti. Anche se esistono differenze a seconda delle specifiche situazioni nazionali, al momento del voto abbiamo concordato su questo punto. Usiamo il nostro voto, poi, per poterci permettere di sederci a tavola e di mangiare con la coscienza pulita.

 
  
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  Zita Pleštinská (PPE-DE), per iscritto. (SK) Così come abbiamo medicinali per le persone, li abbiamo anche per le piante: i pesticidi possono essere definiti a ragione così perché sono medicinali nella lotta contro le malattie, le specie nocive e le erbacce. Ovviamente devono essere usati in conformità di regole stabilite. Un’applicazione incorretta provoca danni all’organismo che si manifestano sotto forma di cancro.

Onorevoli colleghi, il nostro approccio alla questione deve essere basato sull’analisi scientifica. Non dobbiamo soccombere all’isteria dei pesticidi scatenata in quest’Aula. L’autosufficienza in Europa sta diminuendo, mentre aumenta la dipendenza dall’industria agroalimentare dall’approvvigionamento sul mercato mondiale. Dobbiamo ricordare che la carenza di cibo porterebbe all’aumento del suo prezzo.

Dopo essermi consultata con esperti, ritengo che taluni emendamenti alla direttiva 91/414/CEE e alla direttiva quadro sull’uso sostenibile dei pesticidi, presentati dalla commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, siano inattuabili. Questi nuovi componenti si allontanano dal principio di una legislazione mirata e proporzionata basata su un approccio scientifico.

Mi rendo conto che abbiamo bisogno di una legislazione europea armonizzata sui pesticidi per garantire la sicurezza degli alimenti. Detto questo, non dobbiamo impedire agli agricoltori di usare gli strumenti di cui necessitano per produrre cibi sani, nutrienti e accessibili.

Non posso sostenere la relazione delle onorevoli Christa Klaß e Hiltrud Breyer così come adottate dalla commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare. Voterò a favore solo se saranno adottati gli emendamenti del mio gruppo politico, il PPE-DE.

 
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