Presidente. − L’ordine del giorno reca la relazione di Iles Braghetto, a nome della commissione per la pesca, sulla proposta di un regolamento del Consiglio che istituisce un piano annuale per la ricostituzione degli stock di tonno rosso nell’Atlantico orientale e nel Mediterraneo [COM(2007)0169 – C6-0110/2007 – 2007/0058(CNS)] (A6-0408/2007).
Joe Borg,Membro della Commissione.−(EN) Signor Presidente, in primo luogo desidero esprimere un ringraziamento al relatore onorevole Braghetto e alla commissione per la pesca per la relazione che solleva la questione del piano di ricostituzione degli stock di tonno rosso.
Il tonno rosso dell’Atlantico orientale e del Mediterraneo costituisce uno stock fondamentale per la Comunità. Come dimostrato a livello scientifico, lo stock di questo tonno è attualmente ad alto rischio di esaurimento. Tutti gli Stati coinvolti nella pesca sono d’accordo sulla necessità di misure urgenti per assicurare la sostenibilità dello stock di tonno rosso e della pesca.
Sono convinto che il piano di ricostituzione adottato nel 2006 dalla Commissione internazionale per la conservazione dei tonni atlantici offra una possibilità realistica per la ricostruzione graduale del tonno rosso, se essa sarà pienamente rispettata. Pertanto è immediatamente necessaria un’azione incisiva ed efficace a livello comunitario. La rapidità nell’attuazione del piano di ricostituzione dell’ICCAT è irrinunciabile, sia per la conservazione sia per salvaguardare la credibilità della politica comune sulla pesca nonché la credibilità dei pescatori stessi dell’UE. L’obiettivo è quello di avere un accordo sulla proposta in occasione del Consiglio di novembre.
Durante le discussioni tenutesi nel quadro delle preparazioni del Consiglio, sono stati introdotti molti cambiamenti alla proposta originale, alcuni dei quali vanno nella direzione degli emendamenti da voi suggeriti. Sono sicuro che siamo d’accordo sugli obiettivi di misure urgenti atte ad eliminare lo sovrasfruttamento delle risorse ittiche e ad assicurare il rigoroso rispetto delle misure dell’ICCAT, al fine di riportare a livelli sostenibili lo stock del tonno rosso. Ciò allo stesso tempo migliorerà la redditività nel lungo termine dell’industria della pesca. A parte i vantaggi derivanti a tale settore, esiste anche impegno politico internazionale che siamo tenuti a rispettare.
Passando ora alla relazione, apprezzo e condivido l’opinione della commissione per la pesca secondo la quale la Comunità deve affrontare la questione l’eccessivo sforzo di pesca della sua flotta. La Commissione ritiene inoltre che il piano di pesca annuale costituisca uno strumento efficace per evitare lo sovrasfruttamento delle risorse ittiche a causa della sovraccapacità della flotta comunitaria.
In tale contesto la Commissione può accettare gli emendamenti nn. 1, 2, 7 e 8 riguardanti la creazione di piani di pesca annuali che assicurino un equilibrio tra lo sforzo di pesca della flotta comunitaria e i contingenti. Una disposizione su tale questione è stata inserita nel compromesso della Presidenza.
Inoltre la Commissione chiede agli Stati membri interessati di inserire nei rispettivi piani operativi una riduzione della rispettiva capacità di pesca, con il ritiro temporaneo oppure permanente delle imbarcazioni, in modo da far sì che i rispettivi contingenti per il 2008 e gli anni successivi siano pienamente rispettati. Riconosco che stiamo chiedendo al settore notevoli sacrifici, che tuttavia sono necessari per assicurare la sostenibilità a lungo termine del comparto della pesca, delle flotte e delle comunità costiere interessate. La scelta è tra un sacrificio di breve termine e l’esaurimento degli stock.
Inoltre sono pienamente d’accordo sul fatto che, per mitigare l’impatto socio-economico che sarà causato dalla riduzione delle attività di pesca, è necessario prevedere indennizzi economici per il settore. Nel compromesso della Presidenza è stata introdotta anche una disposizione sulla misura di finanziamento collegata, in linea con l’emendamento n. 5. So che vi sono altre preoccupazioni. Condivido molte di tali preoccupazioni e so che anch’esse dovranno essere affrontate.
Per quanto riguarda l’emendamento n. 3, vorrei prima di tutto dire che sono ben consapevole che il numero delle gabbie usate per l’ingrasso dei toni è aumentato molto dal 1990 e che la loro capacità supera la somma totale dei TAC disponibili.
Ora l’ICCAT ha adottato una norma severa al fine di assicurare lo sviluppo sostenibile delle attività di allevamento del tonno rosso. Il prossimo passo sarà quello di regolamentare il numero degli allevamenti. La Commissione sostiene pienamente l’adozione della raccomandazione del gruppo di lavoro dell’ICCAT sulle capacità del luglio 2007.
Tale raccomandazione propone l’attuazione un congelamento della capacità di pesca delle imbarcazioni e della capacità di allevamento del tonno rosso. Dobbiamo attendere i risultati finali della discussione dell’ICCAT che si tiene questa settimana ad Antalya. Questo è il motivo per cui la Commissione non può al momento accettare l’emendamento riguardante la limitazione della capacità di allevamento.
Per quanto riguarda le deroghe sulle zone di pesca e le dimensioni minime, vorrei ricordarvi il quadro in cui tali deroghe erano state accettate dall’ICCAT. Tutte le parti contraenti hanno accettato le deroghe come parte del pacchetto sul piano di costituzione. Tali deroghe sono state concesse per le flotte artigianali e per alcune flotte stagionali in quanto il loro impatto sulle catture non è significativo. Inoltre tali deroghe comprendono una serie di severe condizioni, come un numero limitato di imbarcazioni, catture limitate e porti designati. Ciò detto, il piano di ricostituzione può essere riveduto nel 2008 sulla base di nuovi dati scientifici o di lacune individuate nella sua attuazione.
Allo stato la Commissione ha la responsabilità di far sì che il piano di ricostituzione venga integrato nella normativa comunitaria in modo da assicurarne la piena attuazione. In tale situazione non posso accettare gli emendamenti del Parlamento sulla cassatura delle deroghe, ovvero gli emendamenti nn. 4 e 6, oppure gli emendamenti nn. 12 e 13 sulla ridenominazione del piano, la modifica dei contingenti CE e l’introduzione di un nuovo sistema di rimborso. Tali emendamenti non sono in linea con il piano di ricostituzione adottato dall’ICCAT e con le norme dell’ICCAT per i rimborsi.
Analogamente non posso accettare l’emendamento n. 10 riguardante le trappole in quanto la proposta non comprende misure per affrontare la questione. Per la prima volta il piano di recupero regolamenta le attività con le trappole e ciò, nel futuro, consentirà una valutazione dell’impatto delle attività di pesca.
Quanto agli emendamenti nn. 9 e 11 relativi all’armonizzazione delle sanzioni e alla possibile sospensione delle attività di pesca di uno Stato membro qualora esso non rispetti i requisiti di rendicontazione, vorrei dire che, pur comprendendo pienamente e accettando lo spirito alla base della proposta, non possiamo accettare l’emendamento in tale contesto in quanto la proposta non comprende misure di rimedio. La questione riguarda la politica generale e la Commissione la esaminerà nell’imminente riforma del 2008 del quadro di controllo della politica comune per la pesca.
Riteniamo che la documentazione e la trasmissione delle informazioni alla Commissione secondo i tempi stabiliti costituisca un elemento essenziale per il successo del piano di ricostituzione degli stock del tonno rosso, nonché un requisito preliminare se vogliamo monitorare in tempo reale l’assorbimento del contingente dell’UE. La Commissione ha pertanto avviato procedure per infrazione contro tutti e sette gli Stati membri che partecipano alla pesca del tonno rosso a causa di carenze nella trasmissione dei dati.
In conclusione vorrei dire che siamo profondamente preoccupati per il superamento del contingente da parte di alcuni Stati membri, il che mina la credibilità della Comunità a livello internazionale e mette a rischio il successo del piano di ricostituzione dello stock del tonno rosso.
All’incontro del comitato per la conformità, svoltosi ad Antalya l’8 e il 9 novembre, le parti contraenti – in particolare Stati Uniti e Canada – hanno criticato la mancata osservanza delle norme ICCAT. Come previsto la comunità europea è stata severamente criticata per aver superato il TAC nel 2007.
Contemporaneamente le parti contraenti hanno riconosciuto le difficoltà della flotta comunitaria europea ad adattarsi alla realtà del piano di ricostituzione, entrato in vigore nel 2007, accogliendo con favore la proposta della Comunità europea di uno specifico regime per i rimborsi. Il comitato per la conformità ha adottato una raccomandazione specifica per un sistema dei rimborsi per il superamento del contingente della CE nel 2007, che ammonta a 4400 tonnellate, in base ad una proposta della CE.
In linea con tale raccomandazione lo sovrasfruttamento del contingente della Comunità europea per il 2007 comporterà una riduzione annuale di 1480 tonnellate rispetto al contingente annuale per il periodo 2009-2011.
Inoltre il comitato per la conformità ha riconosciuto che il valore riferito alla Comunità europea aveva carattere provvisorio e poteva essere soggetto a revisione e all’eventuale aggiustamento a seguito delle indagini in corso. Tale raccomandazione verrà adottata dall’ICCAT nel corso della sessione plenaria del 18 novembre.
Cionondimeno dobbiamo rassicurare gli aderenti all’ICCAT sul fatto che la Comunità europea farà il massimo per far sì che i contingenti assegnati alle imbarcazioni degli Stati membri vengano scrupolosamente monitorati dagli stessi Stati membri e dalla Commissione europea al fine di assicurare il rispetto del contingente fissato per il 2008 e gli anni a venire.
A seguito dell’adozione di tale regolamento la Commissione è decisa a lavorare a stretto contatto con gli Stati membri per assicurare e monitorare attentamente la piena attuazione del piano di ricostituzione dello stock del tonno rosso. A tale riguardo anche l’Agenzia comunitaria di controllo della pesca avrà un ruolo attivo. L’Agenzia ha iniziato i lavori preparatori per coordinare le attività di controllo e ispezione da parte degli Stati membri con l’obiettivo di avere tutto pronto per la stagione 2008 di pesca del tonno rosso.
Iles Braghetto (PPE-DE), relatore.– Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, il piano della Commissione europea per la ricostituzione degli stock di tonno rosso varato dall’ICCAT si pone l’obiettivo di rispondere alle preoccupazioni degli ambienti scientifici in merito alla critica situazione degli stock dovuta ad un eccesso dello sforzo di pesca.
E’ stato un piano variamente giudicato per una diversa percezione, presente tra gli esperti scientifici e gli operatori di pesca, sulla necessità di tutelarne la risorsa.Si ritiene comunque che esso corrisponda sufficientemente alle esigenze evidenziate, in particolare laddove prevede una progressiva riduzione del contingente di cattura sino al 20% nel 2010 rispetto al 2006, l’aumento della taglia minima a 30 kg, la previsione di limitazione del periodo di pesca, il rafforzamento delle misure di controllo e di contrasto della pesca illegale.
Nel dettaglio, il lavoro svolto in commissione ha inteso rafforzare alcune linee del piano proponendo di:
– prevedere e sollecitare la presentazione di piani di pesca da parte degli Stati membri nel quadro degli accordi di pesca, anche qualora si trattasse di stock in buono stato biologico, poiché uno dei problemi principali è rappresentato dalla sovracapacità della flotta rispetto alle quote disponibili;
– stabilire in ogni Stato membro un equilibrio tra la capacità delle sue aziende di ingrasso e le quote di cui dispone;
– eliminare le deroghe sia per le zone di pesca che per le taglie minime:esse contrastano con le indicazioni di tutti gli esperti scientifici e con il parere espresso dalla maggioranza degli Stati membri.Infatti, le deroghe non sono giustificate sotto il profilo biologico in quanto unico è lo stock del Mediterraneo e dell’Atlantico, introducono forti distorsioni nel meccanismo competitivo, inducono l’intensificarsi della pesca in quelle aree anche da parte della flotta tradizionalmente non interessata e riducono l’efficacia dei controlli;
– spingere poi gli Stati membri a rispettare i loro obblighi di presentazione dei dati e delle informazioni alla Commissione, ponendo fine alle attività di pesca nazionali quando gli Stati non forniscono dati relativi alle catture;
– elaborare un piano di riabilitazione delle tonnare dell’Atlantico e di recupero di quelle che hanno cessato la loro attività nel Mediterraneo al fine di preservare un modo sostenibile di pesca del tonno che si rivela altamente selettivo;
– prevedere compensazioni finanziarie a carico del Fondo europeo della pesca da corrispondere al personale marittimo nei periodi di fermo pesca al fine di salvaguardare e tutelare l’equilibrio socioeconomico delle imprese e dei lavoratori della pesca;
– armonizzare le misure sanzionatorie al fine di evitare difformità fra i diversi paesi membri nell’esecuzione del presente regolamento.
Infine, le procedure d’infrazione aperte nei mesi scorsi verso alcuni Stati membri per il mancato rispetto delle quote assegnate nel 2007 sono certamente un atto dovuto e necessario, ma va anche ricordato il termine ristretto dell’entrata in vigore per quest’anno delle attuali disposizioni.
Poi, consapevoli che la gestione della risorsa è particolarmente complessa, in particolare nelle aree in cui esiste una forte concorrenza di altre flotte non UE, in particolare nel Mediterraneo, si chiede un maggior rispetto del principio di reciprocità per assicurare il leale perseguimento degli scopi indicati dall’ICCAT.Queste misure infatti saranno efficaci solo se i loro principi e le loro disposizioni troveranno applicazione condivisa da tutti i paesi UE e non UE.
Per concludere Presidente, desidero rivolgere un grazie particolare a tutti i colleghi e colleghe per il lavoro comune svolto.
Carmen Fraga Estévez, a nome del gruppo PPE-DE. –(ES) Signor Presidente, pur condividendo l’idea che il piano di ricostituzione non sia ambizioso come dovrebbe, la verità è che esso è il risultato di un compromesso raggiunto con difficoltà in sede di ICCAT e ritengo che, approvandolo, facciamo un enorme passo in avanti e per la prima volta inviamo un messaggio molto chiaro a chi è responsabile per la pesca eccessiva di tale specie ittica.
In ogni caso, per quanto riguarda l’Unione europea, la grave situazione che riguarda il tonno rosso va ricondotta ad alcuni Stati membri che hanno consentito e addirittura incoraggiato una pesca eccessiva da parte delle rispettive flotte mediterranee e alla Commissione che, pur pienamente consapevole degli abusi e del fatto che le quantità di pesca notificate erano inferiori ai valori reali, finora non ha mosso un dito per porre rimedio alla situazione.
Tale mancata assunzione di responsabilità è la causa che ha portato alla chiusura della pesca per tutti gli Stati membri, a seguito delle scandalose notizie di agosto per cui due paesi avrebbero pescato l’equivalente dell’intero contingente dell’Unione europea.
Su tale base ritengo importante che la plenaria sottoscriva la relazione dell’onorevole Braghetto, che include il mio emendamento, in modo che in futuro gli Stati membri dovranno preventivamente presentare un piano per la pesca in cui si dichiari il massimo numero di imbarcazioni e che lo sforzo di pesca del paese è in linea con il rispettivo contingente. La Commissione ha fatto sapere di essere favorevole all’inserimento del piano sulla pesca e noi ci auguriamo che anche il Consiglio dia il suo appoggio.
Mi rammarico tuttavia che la relazione non abbia previsto eccezioni per le flotte che da sempre pescano nell’Atlantico assorbendo una parte trascurabile del contingente comunitario utilizzando attrezzi da pesca molto più selettivi. Le persone coinvolte in tali attività tradizionali di pesca si trovano pertanto, anche se non hanno colpa, a dover pagare per le colpe dell’avidità senza limiti delle flotte di tonniere con reti a circuizione dei due Stati membri richiamati precedentemente. Si tratta di un’ingiustizia alla quale, mi auguro, il Parlamento e il Consiglio sapranno rimediare.
Infine non mi resta che dare il mio appoggio e sollecitare la Commissione ad assumere tutte le misure necessarie in modo che, distribuendo il contingente comunitario per l’anno prossimo, sia riconosciuto un giusto risarcimento agli Stati membri che sono stati costretti a interrompere la pesca poiché i contingenti a cui avevano diritto erano stati utilizzati da altri e che, parallelamente, dal contingente degli Stati responsabili sia detratta la parte (in tonnellate) del caso, che andrà utilizzata come reale risarcimento.
PRESIDENZA DELL’ON. LUIGI COCILOVO Vicepresidente
Rosa Miguélez Ramos, a nome del gruppo PSE.–(ES) Signor Presidente, considero molto positivamente la proposta della Commissione di recepire il piano di ricostituzione per il tonno rosso concordato dall’ICCAT nella normativa e concordo con il Commissario che le misure in essa contenute, se applicate correttamente, consentiranno una graduale ricostituzione degli stock sia nell’Atlantico che nel Mediterraneo.
Il piano, e questo è un elemento per me molto importante, ha preso in considerazione le caratteristiche specifiche delle attività di pesca tradizionali estendendo anche ad esse i termini e le condizioni che ne eviteranno una penalizzazione, cercando al contempo di coniugare conservazione delle risorse e aspetti socio-economici.
Su tale questione desidero informare il Commissario che fin dall’inizio il mio paese ha cercato un certo grado di flessibilità sulle dimensioni minime da applicare alla flotta tradizionale e per tale motivo ha chiesto che una data percentuale assegnata alla flotta tradizionale fosse inclusa nel contingente sotto i 30 kg della stessa flotta.
La Commissione ha ascoltato la richiesta e ha compreso che non si poteva chiedere ai piccoli pescatori tradizionali di pagare per una situazione creata dalle grandi flotte industriali, accettando di includere la misura pur riducendola nel piano al 2 per cento.
Tuttavia, signor Commissario, il punto in cui essa è stata inserita, ovvero il punto 6 dell’allegato I, suscita dubbi in merito alla portata geografica della sua applicazione.
La limitazione della misura alla pesca nell’Atlantico significa semplicemente ordinare la scomparsa della flotta mediterranea tradizionale, una flotta che non ha nemmeno la capacità di portarsi nelle zone di pesca dell’Atlantico. In gioco qui vi è una flotta storica che opera da secoli senza causare problemi di stock; un’eventuale diminuzione è da ricondursi ad un’eccessiva capacità della la flotta di tonniere con reti a circuizione del Mediterraneo.
Signor Commissario, la misura dovrebbe applicarsi alle flotte di tutti paesi coinvolte nelle attività di pesca e non solo ai paesi che dispongono di flotte nell’Atlantico. Anche Algeria, Tunisia o Turchia hanno il diritto di utilizzare parte del rispettivo contingente per proteggere le rispettive flotte tradizionali dalla concorrenza delle flotte industriali e non ritengo che tale eccezione, che è minima come lei sa, possa in alcun modo contribuire a ridurre l’efficacia del piano di ricostituzione.
Per questo chiedo alla Commissione di tenere in considerazione i dubbi sollevati dall’inserimento della misura al punto 6 dell’allegato I e per questo chiedo ai rappresentanti della Commissione di adoperarsi in ogni modo nell’ambito della riunione dell’ICCAT attualmente in corso per chiarire che quel 2 per cento di pescato può essere realizzato dalle flotte tradizionali sia nell’Atlantico che nel Mediterraneo.
Quanto alla relazione in discussione oggi, vorrei informare il relatore che il mio gruppo continua ad opporsi all’eliminazione delle eccezioni sia in termini di dimensioni minime sia in termini di zone escluse, eccezioni che, come ha detto il Commissario, sono state concordate a livello di ICCAT. Per lo stesso motivo siamo contrari, e tale contrarietà rappresenterò domani nella votazione, ai nuovi emendamenti presentati dal gruppo dei Verdi.
Alfonso Andria, a nome del gruppo ALDE.– Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, innanzitutto mi congratulo con il relatore, onorevole Braghetto, per l’ottimo lavoro svolto in commissione pesca, che ci ha permesso di presentare al voto di domani un testo equilibrato e che, anche sulla base delle pregresse esperienze, apporta dei correttivi sicuramente migliorativi al regolamento per la ricostituzione del tonno rosso.
L’eliminazione delle deroghe alle quote fisse per le catture del tonno, prima mantenute in alcuni casi, e per le catture avvenute nell’Atlantico orientale o nell’Adriatico, rappresenta a mio giudizio uno dei maggiori successi di questo passaggio parlamentare.Tali deroghe non solo non troverebbero adeguata giustificazione sotto il profilo biologico in quanto unico è lo stock del Mediterraneo e dell’Atlantico, ma rischierebbero addirittura di introdurre forti distorsioni nel meccanismo competitivo inducendo a intensificare la pesca in quelle determinate aree non soggette a restrizioni.Ne conseguirebbe oltretutto un aggravio per i controlli che sarebbero certamente meno efficaci.
Concordo poi con il relatore sulla necessità di garantire ai pescatori delle compensazioni finanziarie durante il periodo di ferma forzoso e accolgo anche con favore l’ipotesi di un piano di riabilitazione delle tonnare.
Occorre inoltre combattere strenuamente la pesca illegale ritenuta una delle maggiori piaghe nella tutela degli stock di tonno rosso.Sebbene la proposta di regolamento affronti il problema dei controlli in maniera più incisiva che in passato, tuttavia persiste una difforme applicazione del dispositivo legislativo nei diversi Stati membri che andrebbe a mio giudizio corretta.Trovo necessaria una maggiore collaborazione tra Stati al fine di armonizzare le legislazioni nazionali in materia di misure di esecuzione ed è in questa direzione che si muove il mio emendamento.
Rimane però a mio avviso ancora un nodo da sciogliere:la gestione della risorsa “tonno rosso” nell’area mediterranea andrebbe affrontata con una strategia globale e concordata con gli altri paesi non membri dell’ICCAT, ma che pure pescano nel Mediterraneo.Penso, ad esempio, alle flotte giapponesi, pena la vanificazione degli obiettivi perseguiti dal regolamento.
Pertanto auspico, e concludo, un voto di conferma del testo così come licenziato dalla commissione pesca.
Raül Romeva i Rueda, a nome del gruppo Verts/ALE. –(ES) Signor Presidente, anch’io vorrei iniziare rendendo omaggio al lavoro fatto dalla collega onorevole Braghetto nella relazione. Tuttavia, come ho detto all’epoca durante le discussioni in seno alla commissione per la pesca, sulla base delle relazioni in corso di redazione da parte di un gran numero di esperti scientifici, delle organizzazioni ambientali e anche di alcune parti del comparto, penso che il titolo della relazione dovrebbe essere modificato.
Invece di fare riferimento ad una presunta regolamentazione del piano di ricostituzione dello stock del tonno rosso, dovremmo chiamarlo piano di non-ricostituzione o, ancora meglio, piano per la scomparsa del tonno. Vorrei essere molto chiaro su questo punto: quando il piano di ricostituzione erroneamente denominato è stato adottato dall’ICCAT un anno fa a Dubrovnik, la commissione scientifica metteva in guardia già all’epoca, cito, “In generale, i risultati preliminari indicano che è improbabile che le misure adottate, sebbene costituiscano un passo nella giusta direzione, possano portare al pieno conseguimento dell’obiettivo del piano”. E proseguiva “Qualora il piano venisse perfettamente attuato e se in futuro il reclutamento si attestasse approssimativamente al livello degli anni ‘90 e non risentisse del recente livello della biomassa riproduttiva esiste, in base alle regole attuali, un 50 per cento di probabilità di ricostituzione nel 2023”.
In altre parole, se si verifica un’attuazione non perfetta o un reclutamento inferiore ai livelli recenti, coerentemente con la riduzione della biomassa riproduttiva, o se si verificano entrambe le condizioni, gli obiettivi del piano di ricostituzione saranno difficilmente raggiungibili.
Vorrei ribadire che il mio discorso si fonda su relazioni scientifiche. Come se ciò non fosse sufficiente il piano, che è già stato attuato in via provvisoria nel 2007, ha dato nella pratica risultati così scadenti che l’Unione europea ha ecceduto il proprio contingente del 26 per cento il che, fatto mai verificatosi, ha imposto di procedere legalmente contro tutti paesi che non erano riusciti a rispettare le regole, in particolare Francia e Italia.
Sono ovviamente interessato a sapere come un altro paese, la Spagna, abbia potuto esportare quasi 9000 tonnellate di tonno nel 2006 pur avendo dichiarato la cattura solo di 4700 tonnellate, come osservato da organizzazioni come Greenpeace o Adena.
Infine sarebbe interessante sentire quali misure la Commissione e i governi intendono adottare per tenere sotto controllo o addirittura ridurre le dimensioni delle flotte di pesca, considerando che sarebbe quanto meno difficile pensare di poter ridurre il pescato quando le nostre imbarcazioni aumentano per numero e qualità, imbarcazioni che nella maggior parte dei casi godono di sovvenzioni europee. Forse la riunione dell’ICCAT in corso ad Antalya (Turchia), a cui partecipano i miei colleghi onorevoli Marie-Hélène Aubert e Michael Earle, potrà darci qualche risposta.
Per quanto mi riguarda comunque la conclusione immediata è semplice e allarmante: tutte le indicazioni ci dicono che la situazione degli stock è molto ma molto peggiore rispetto alle più ottimistiche previsioni. Secondo alcuni abbiamo già oltrepassato il punto di non ritorno. In altre parole, date le circostanze, mi è difficile credere che l’attuale piano possa essere chiamato piano di ricostituzione e non piuttosto qualcos’altro.
James Nicholson (PPE-DE).-(EN) Signor Presidente, mi consenta innanzitutto di unirmi alle congratulazioni per il relatore. In ogni piano di ricostituzione il raggiungimento dell’obiettivo è sempre difficile. Non vi è alcuna differenza tra questo piano e molti altri piani che stabiliscono un piano di ricostituzione pluriennale, mentre questa volta riguarda il tonno rosso. Io, come chiunque, mi auguro che il programma abbia successo.
Finora ho esperienza di un solo piano, quello relativo al merluzzo nel Mare d’Irlanda. In quegli anni i pescatori della zona non ricevevano alcun indennizzo per la mancata pesca nel periodo interessato. Penso comunque che non valga il principio “mal comune, mezzo gaudio”: se si vuole la conservazione allora, ritengo, è giusto essere pronti a pagare un indennizzo, non penso ci siano alternative. Chiedere un sacrificio va bene, ma anche il sacrificio ha un prezzo.
Riconosco che la relazione può essere scottante per i pescatori provenienti dal Mediterraneo e per i pescatori che pescano nell’Atlantico. Pertanto, da un punto di vista economico e sociale, la situazione per loro sarà estremamente difficile. In tali circostanze si tratterà anche di una normativa molto dolorosa per gli addetti alla pesca di questa regione che operano a terra. Tuttavia la conservazione e la protezione delle specie di tonno rosso è di capitale importanza.
Paulo Casaca (PSE).-(PT) Signor Presidente, signor Commissario, anch’io voglio congratularmi con il relatore onorevole Braghetto per l’ottimo lavoro presentato. Vorrei iniziare dicendo che l’esempio più sorprendente dell’incapacità da parte dell’attuale politica comune per la pesca di assicurare la sostenibilità di tale attività è la situazione che ci troviamo ad affrontare relativa al tonno rosso nell’Atlantico orientale e nel Mediterraneo in particolare. Tale stato di cose è stato recentemente riconosciuto in uno studio molto interessante commissionato dalla Direzione generale “Pesca”, che il Commissario Borg si è incaricato di rendere pubblica, un gesto per il quale lo ringrazio.
Il fatto è che le pesanti misure che vediamo ora in questo settore, con la chiusura totale della pesca entro la fine dell’anno, il tentativo di togliere dal servizio una parte consistente della flotta e la prospettiva di una paralisi totale delle attività, anche se forse non raggiungono gli obiettivi, sono una conseguenza diretta di un approccio alla politica comune per la pesca in base al quale le decisioni gestionali vengono scisse dalla loro applicazione e dal controllo, e in base al quale le responsabilità delle comunità e delle autorità che si occupano di pesca sono state via via sottratte a vantaggio di un’esclusiva competenza livello europeo, che comunque non è stata esercitata da chi l’ha avocata a sé.
La tradizionale pesca al traino, sostenibile da un punto di vista ambientale ma tuttavia economicamente meno redditizia, doveva competere con le tecnologie moderne e le risorse estremamente sofisticate e incomparabilmente più redditizie a breve termine ma insostenibili da un punto di vista ambientale, e finalmente emergono ora alcune misure discriminatorie contro quest’ultimo tipo di imbarcazione. Vorrei sottoscrivere e sottolineare il mio totale appoggio a quanto detto dalla collega onorevole Miguélez, ovvero che è essenziale favorire i metodi di pesca tradizionali.
La minaccia imminente di un’estinzione commerciale del tonno rosso dovrebbe indurci tutti a riflettere su cosa c’è da fare urgentemente in merito alla politica comune per la pesca nel suo complesso.
Ioannis Gklavakis (PPE-DE). – (EL) Signor Presidente, signor Commissario, concordo con la maggior parte delle posizioni espresse dall’onorevole Braghetto in merito alla ricostituzione degli stock di tonno. Penso che tutti vogliamo che nel mare ci siano stock ittici sufficienti.
Tuttavia vorrei esprimere due preoccupazioni. In primo luogo esistono piani per istituire un sistema per cui i pescherecci dovrebbero presentare un piano dettagliato di pesca del tonno, in modo da assicurare un maggiore controllo. Penso che la situazione creata da tale piano per la pesca sarebbe praticabile solo per le grandi tonniere, che sono appunto dedite esclusivamente alla pesca del tonno, e non per le imbarcazioni più piccole destinate alla pesca del tonno ma anche di altre specie.
Tutti vogliamo porre un freno alla pesca del tonno ma senza escludere le nazioni dotate di imbarcazioni più piccole. Inoltre in questo comparto esiste una forte tradizione della pesca.
In secondo luogo vorrei fare riferimento all’emendamento n. 3, che collega la capacità degli allevamenti da ingrasso al contingente nazionale. Nell’UE il tonno rosso viene allevato nei paesi che non hanno contingenti elevati.
Ad esempio il mio paese non è uno dei più favoriti in termini di contingenti. D’altro canto abbiamo vantaggi comparativi in termini di allevamento del tonno. Perché quindi dovremmo ridurre la capacità dei nostri allevamenti portandola al livello del nostro contingente?
Per concludere vorrei menzionare il fatto inaccettabile che la pesca del tonno è stata proibita in settembre perché due Stati dell’UE stavano pescando un quantità che doveva bastare per tutti gli Stati membri presi assieme. Tali paesi devono essere sottoposti alle sanzioni appropriate. D’altro canto i paesi privati quest’anno dei rispettivi diritti di pesca dovrebbero essere i primi, l’anno prossimo, a ricevere la percentuale di cui erano stati privati. Nel frattempo dobbiamo trovare il modo di controllare tempestivamente le catture di pesce.
Robert Navarro (PSE) . – (FR) Signor Presidente, mi consenta di iniziare ringraziando il relatore onorevole Braghetto per l’ottimo lavoro svolto. Dato che i negoziati ICCAT sono ancora in corso, non conosciamo ancora il destino dei nostri pescatori per il prossimo anno. Quel che sappiamo è che questa estate si è verificato qualcosa di molto grave e che dovremo procedere ad una completa revisione degli accordi per il monitoraggio del pescato. La Commissione, sono lieto di dire, vi si sta applicando, sebbene io tema che alcune delle misure proposte il mese scorso per eliminare la pesca illegale saranno difficili da far accettare al Consiglio.
Mi auguro che, qualunque cosa accada, l’Agenzia comunitaria di controllo della pesca riuscirà ad introdurre un idoneo coordinamento degli sforzi a livello europeo volti ad effettuare i controlli necessari in quanto i sistemi nazionali di monitoraggio non funzionano. I nostri amici spagnoli, portoghesi e greci hanno buon gioco ad indignarsi per il comportamento delle flotte francesi e italiane e per il mancato funzionamento dei sistemi di controllo in quei due paesi. Ma tutti conoscono qual è la vera situazione! Sappiamo tutti che tutti i paesi hanno nascosto le attività illegali delle rispettive flotte per molto tempo. Per questo motivo, piaccia o meno, occorre un controllo più severo a livello europeo ed è per questo che ritengo sia necessaria una guardia costiera europea.
Dobbiamo inoltre discutere sulle sanzioni per tale pesca eccessiva. E’ molto probabile che l’ICCAT deciderà di sanzionare la Comunità e noi a nostra volta dovremmo sanzionare gli Stati membri in difetto. Il governo francese ha alzato la voce dicendo che la cosa è fuori discussione e ha minacciato che sarebbero cadute delle teste. Personalmente mi auguro che tali sanzioni – che non sarebbero state necessarie se ci fossero stati sistemi di controllo efficaci – saranno severe ma eque ed equilibrate. Mi auguro inoltre che gli operatori coinvolti nella pesca del tonno tradizionale – che ha un impatto minore sugli stock – non vengano puniti per colpe di altri.
Infine, dato che gli esperti hanno stabilito in modo chiaro che le capacità di flotta europee sono sproporzionate rispetto agli stock del tonno rosso, vorrei cogliere questa occasione per chiedere al Commissario quali risorse verranno stanziate per la riqualificazione dei pescatori che dovranno uscire dal settore.
Joe Borg,Membro della Commissione.−(EN) Signor Presidente, desidero ringraziare gli onorevoli deputati per gli interessanti punti sollevati.
Quanto è emerso dalla discussione è il riconoscimento del fatto che condividiamo un obiettivo comune, che è quello di rimediare in modo efficace alla precaria situazione del tonno rosso. Il metodo migliore per affrontare la questione dello stock in esaurimento è dare attuazione al piano di ricostituzione dell’ICCAT. Pertanto ringrazio il Parlamento per la proposta riguardante i piani nazionali per la pesca, che costituisce uno strumento efficace per affrontare il problema della conformità nei casi di sovraccapacità.
In merito alle deroghe, la Commissione non può modificare il contenuto del piano adottato dall’ICCAT. Tali deroghe sono state concordate da tutte le parti contraenti. Vorrei ricordare che le deroghe sono state concesse per le flotte artigianali e per alcune flotte stagionali in quanto il loro impatto sulle catture non è significativo. Inoltre tali deroghe comprendono una serie di severe condizioni, come un numero limitato di imbarcazioni, catture limitate e porti designati. Ciò detto, il piano di ricostituzione può essere riveduto nel 2010 sulla base di nuovi dati scientifici o di lacune individuate nella sua attuazione.
Per quanto riguarda il punto sollevato dall’onorevole Miguélez Ramos, che chiedeva un’ulteriore estensione ai due casi specifici nell’Atlantico e nell’Adriatico, si tratta di casi specifici, di portata ridotta e irrilevanti. Estenderli per andare a coprire altre aree richiede una modifica dell’accordo sul piano di ricostituzione dell’ICCAT, che non può certamente avvenire quest’anno. Non vogliamo riaprire il piano ICCAT. Una revisione è programmata per il 2008 tuttavia, considerando le critiche collegate alle due deroghe, ritengo che sarà estremamente difficile estenderle ulteriormente.
Il problema della sovraccapacità sarà affrontato tramite i piani nazionali che devono essere presentati dagli Stati membri, che dovranno equilibrare capacità e pescato. Inoltre, nel quadro delle discussioni avute in Consiglio, siamo riusciti ad introdurre misure di controllo potenziate per assicurare una migliore compliance. Inoltre nel 2008 concentreremo gli sforzi sul rafforzamento dei controlli in generale.
Stiamo inoltre insistendo sul fatto che i finanziamenti erogati a titolo del Fondo europeo per la pesca vengono impegnati per l’uscita dal servizio delle imbarcazioni degli Stati membri che hanno una sovraccapacità, in particolare in riferimento alla pesca del tonno rosso.
Per quanto riguarda assicurare che gli altri pescherecci si conformino alle norme dell’ICCAT, ovvero i pescherecci che appartengono a paesi terzi, le disposizioni dell’ICCAT si applicano a tutti i partner dell’ICCAT e ci aspettiamo che tutti questi ultimi rispettino i termini e le condizioni del piano di ricostituzione dello stock del tonno rosso. Diversamente solleveremo la questione con chi non è in linea in seno all’ICCAT e a livello bilaterale. In caso di rifiuto di onorare gli impegni, valuteremo quali altre misure adottare.
Sulla questione della pesca eccessiva da parte di due paesi, ho già detto che sosteniamo i piani di pesca nazionali e ciò compare nel compromesso della Presidenza, che mi auguro sarà sottoscritto da tutti gli Stati membri durante il Consiglio di novembre.
Le quantità di pescato in eccesso dovranno essere ripagate, come concordato ad Antalya. Il risultato sarà una riduzione annuale di 1480 tonnellate per il periodo 2009-2011. Gli indennizzi per gli Stati che hanno pescato meno della quantità stabilita avverranno a partire dal 2008.
Presidente. − La discussione è chiusa.
La votazione si svolgerà giovedì, alle 12.00.
Dichiarazioni scritte (articolo 142)
Francesco Musotto (PPE-DE),per iscritto. – La relazione Braghetto contiene spunti fondamentali per l’attuazione del piano di recupero del tonno rosso. Tale piano impone pesanti restrizioni alla pesca, motivate dall’esigenza di tutelare gli stock di una specie in pericolo.L’iniziativa rischia però di risultare inefficace, se l’Unione Europea non adotta misure volte a compensarne l’impatto socioeconomico.La relazione ha il merito di evidenziare tale lacuna, proponendo strumenti adeguati ad attuare efficacemente le raccomandazioni della Commissione e dell’ICCAT.
In merito agli aspetti socioeconomici, la pesca di tonno rappresenta un’attività tradizionale, fonte di reddito esclusiva per migliaia di famiglie:il fermo totale deve essere accompagnato da compensazioni finanziarie dal FEP a favore degli operatori.
Inoltre é indispensabile che gli Stati membri applichino sanzioni contro la pesca illegale, vera causa dell’impoverimento degli stock.Inutile colpire i pescatori onesti, senza avere gli strumenti per bloccare i predatori del mare.
Infine, è essenziale esigere reciprocità dagli Stati terzi:a poco serve sacrificare i nostri operatori per tutelare la specie, se gli altri Stati, e mi riferisco per esempio alla Libia, alla Turchia, ma anche a Cina e Giappone, non applicano restrizioni altrettanto severe nei loro mari.Godrebbero di un vantaggio competitivo rispetto agli operatori europei, ma il problema del depauperamento del tonno non troverebbe soluzione.