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Procedura : 2005/0260(COD)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A6-0442/2007

Testi presentati :

A6-0442/2007

Discussioni :

PV 28/11/2007 - 19
CRE 28/11/2007 - 19

Votazioni :

PV 29/11/2007 - 7.11
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P6_TA(2007)0555

Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 28 novembre 2007 - Bruxelles Edizione GU

19. Coordinamento di determinate disposizioni degli Stati membri concernenti le attività televisive (discussione)
Processo verbale
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  Presidente. − L’ordine del giorno reca la raccomandazione per la seconda lettura della commissione per la cultura e l’istruzione sul coordinamento di determinate disposizioni degli Stati membri concernenti le attività televisive [10076/6/2007 – C6-0352/2007 – 2005/0260(COD)] (Relatrice: Ruth Hieronymi) (A6-0442/2007).

 
  
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  Ruth Hieronymi, relatrice. (DE) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, oggi discutiamo una posizione comune prenegoziata del Parlamento e del Consiglio sulla revisione della direttiva concernente l’esercizio delle attività televisive. Possiamo considerarla come un grosso successo per il Parlamento, il Consiglio e la Commissione, pertanto vorrei anzitutto ringraziare di cuore i colleghi di tutti i gruppi politici e di tutte le commissioni interessate, specialmente i relatori ombra della commissione per la cultura e l’istruzione, Henri Weber, Ignasi Guardans Cambó e Helga Trüpel. Hanno lavorato molto perché oggi potessimo annunciare il successo di un risultato congiunto.

Il mio ringraziamento va anche a Viviane Reding – eletta Commissario dell’anno 2007, congratulazioni! – che, con grande decisione e altrettanto spirito di collaborazione, ha presentato la proposta di revisione della direttiva e vi ha lavorato assieme a noi.

Ringrazio anche il Consiglio, e più precisamente la Presidenza tedesca, sotto la cui guida è stato possibile arrivare a questa posizione comune, e la Presidenza portoghese attualmente in carica, che l’ha difesa con grande energia, consentendoci di discuterla qui oggi e di votarla domani.

Poiché la “televisione senza frontiere” è fondamentale per la libertà d’informazione e il pluralismo dei media in Europa, siamo lieti che la direttiva sulla televisione sia stata aggiornata nei tempi giusti. In base al principio del paese di origine, sono stati conseguiti obiettivi comuni per la televisione tradizionale e per forme nuove, indipendentemente dalla piattaforma. Per la televisione tradizionale ciò significa, anzitutto, il diritto a utilizzare brevi estratti dell’attualità in tutta Europa, tutele per un miglior accesso dei disabili, migliori controlli della pubblicità destinata ai bambini e supervisione nazionale indipendente sui media.

Abbiamo altresì migliorato le basi finanziarie delle attività televisive commerciali, non aumentando la pubblicità – tuttora limitata a un massimo di 12 minuti per ora – bensì introducendo regole più flessibili. Abbiamo compiuto il difficile passo di consentire l’inserimento dei prodotti affinché le televisioni private, in concorrenza con Google e altri operatori, siano in grado di offrire programmi realmente gratuiti in futuro. E’ stato il Parlamento europeo che, su questo fronte, ha lottato per ottenere adeguate direttive di trasparenza.

Per la moderna TV via Internet il principio da applicare, dopo la decisione di domani e la successiva attuazione nazionale, è che la televisione dovrà rimanere un prodotto economico e culturale indipendentemente dalla tecnologia impiegata. Questo è il modello europeo tutelato dal presente documento, che sarà denominato “direttiva relativa ai servizi di media audiovisivi”. Anche la TV via Internet e la TV mobile avranno un futuro in Europa, non solo come prodotti economici, ma anche come garanti fondamentali della libertà d’informazione e del pluralismo dei media.

Per questo è così importante che la modernizzazione della direttiva sia stata iniziata per tempo. “Per tempo” significa che i prossimi negoziati sul pacchetto delle telecomunicazioni, appena iniziati, come pure le discussioni sui contenuti on line, avranno luogo sulla base di un quadro giuridico chiaro per i servizi di media audiovisivi nuovi e tradizionali.

Pertanto, in vista della votazione di domani, chiedo il vostro sostegno per garantire un’ampia maggioranza favorevole al progresso della politica europea dei media!

 
  
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  Viviane Reding, Membro della Commissione. − (FR) Signor Presidente, per una madre è sempre una grande soddisfazione vedere il figlio a cui ha dato la luce crescere e diventare un adolescente vivace e intelligente. Ecco come mi sento questa sera: se penso alla direttiva relativa ai servizi dei nostri media audiovisivi “senza frontiere”, provo una sensazione di soddisfazione e orgoglio che desidero condividere con la madrina di questo bambino, l’eccellente Ruth Hieronymi che ha svolto il compito di relatrice.

Esistono molti modi per mettere alla prova l’intelligenza di un bambino. L’onorevole Hieronymi li ha elencati: una gamma adattata ai mezzi audiovisivi futuri, perché ampliata ai media su richiesta come il VOD (video on demand), la riaffermazione del principio del paese di stabilimento, e quindi il consolidamento della libertà di movimento dei programmi, l’aggiunta di una procedura di dialogo e cooperazione intelligente per prevenire o comporre qualsiasi conflitto potenziale, l’equilibrio tra il rispetto dei consumatori e più libertà per le nostre imprese; il miglioramento del diritto all’informazione con nuove regole per l’accesso a brevi estratti di eventi chiave. A mio giudizio tutte queste nuove caratteristiche, e altre ancora, dimostrano il raggiungimento di un equilibrio intelligente tra il rinnovamento e il rispetto dei valori.

Quali ulteriori testimonianze della vitalità del bambino, desidero citare la promozione della diversità culturale in ambito digitale, il riconoscimento di nuove tecniche pubblicitarie, un quadro giuridico finalmente definito per l’inserimento dei prodotti, l’attenzione dedicata all’accesso ai media audiovisivi da parte dei nostri concittadini con disabilità visive o uditive, e la fiducia che le disposizioni applicative della direttiva secondo il principio autoregolamentazione o coregolamentazione ripongono nel settore.

Il Parlamento ha svolto un ruolo fondamentale nell’allevare il bambino dall’infanzia fino all’adolescenza, e per questo desidero esprimergli la mia riconoscenza. Questo è un altro esempio di splendida cooperazione tra le tre Istituzioni, che hanno completato con successo la legislazione destinata a formare il fondamento per l’industria e la cultura di domani.

Ora è giunto il momento che il bambino esca dal nido e apra le sue ali di adulto. Nel nostro caso, ciò significa che la direttiva comunitaria dovrà essere recepita dagli Stati membri. Pur rispettando la politica dell’UE, mi auguro che questa fase non provochi l’obesità del bambino. Sarebbe un esito ancora più paradossale, se si pensa che la nuova direttiva chiede espressamente agli operatori del settore di redigere codici di condotta per controllare la pubblicità che favorisce l’obesità infantile. Pertanto auspico che, per quanto possibile, gli Stati membri si astengano dall’aggiungere obblighi nazionali a scapito delle rispettive industrie di audiovisivi.

Sono assolutamente certa che il testo da sottoporre alla vostra approvazione di domani fornirà un’autentica sicurezza giuridica all’industria, e promuoverà anche i nostri valori di società e cultura. Con questo quadro giuridico, l’UE si pone all’avanguardia rispetto alla legislazione degli altri continenti. Penso che possiamo esserne orgogliosi. Stiamo inoltre sostenendo la creatività delle nostre industrie. Stiamo prestando un contributo per garantire ai nostri film il programma di finanziamento migliore in assoluto e, agli europei, l’accesso a programmi di qualità su reti televisive gratuite: questa sera, con voi e grazie a voi, ho quindi la sensazione che la nostra missione si sia compiuta.

 
  
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  Gunnar Hökmark, a nome del gruppo PPE-DE. (SV) Signor Presidente, per prima cosa mi permetta di congratularmi e di ringraziare il relatore per il lavoro svolto sull’argomento, nonché il Commissario. Si tratta di una questione che suscita molte opinioni diverse e decisamente forti, tuttavia abbiamo formulato una proposta che stiamo discutendo questa sera, e che indica la strada da seguire per la televisione europea.

Ritengo importante sottolineare alcuni aspetti, tra cui il principio di legislazione del paese d’origine, che costituisce una base migliore e più solida per la diversità, ma anche per la televisione europea comune e – cosa importante – condizioni migliori per un’industria cinematografica europea, poiché si tratta di un ambito strettamente correlato. Inoltre offre più spazio per l’esistenza di media gratuiti a livello transeuropeo.

E’ ovvio che alcuni aspetti avrebbero potuto essere ulteriormente migliorati. Io stesso pensavo che sarebbe stato opportuno dimostrare una maggiore apertura sulla questione degli orari della pubblicità, ma se non altro è stata accresciuta la flessibilità in proposito. Penso che la proposta, ora ritornata in quest’Aula, sull’inserimento dei prodotti costituisca un miglioramento. Abbiamo quindi motivo di essere soddisfatti per i progressi compiuti.

Consentitemi di rilevare un aspetto per il futuro, poiché questa legislazione è ampiamente basata sulla differenza tra i cosiddetti servizi dei media lineari e non-lineari. Penso che questa differenza perderà progressivamente importanza. E’ già evidente adesso che non è così grande né rilevante. Sono convinto che sarà importante seguire gli sviluppi di questo campo, in modo da evitare una situazione in cui i media televisivi tradizionali risultano svantaggiati in Europa rispetto a quelli che trasmettono in modo non-lineare, tramite Internet o altri mezzi perché, a lungo termine, ciò può danneggiare le nostre opportunità in un contesto globale. Ancora una volta desidero ringraziare il relatore e ribadire che abbiamo compiuto un passo in avanti.

 
  
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  Catherine Trautmann, a nome del gruppo PSE. (FR) Signor Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, desidero iniziare il mio intervento citando il collega Henri Weber. Il testo è un compromesso accettabile per il gruppo socialista e, durante i negoziati, siamo riusciti ad aggiungere alcune preziose disposizioni per conservare il modello audiovisivo europeo. Desidero ringraziare l’onorevole Hieronymi, autrice della relazione, per la determinazione, la pazienza e anche per lo spirito di conciliazione particolarmente aperto e positivo.

Questa revisione si è resa necessaria anche per alcune questioni legate alla rivoluzione digitale nel contesto di un’economia basata sulla conoscenza. Le normative sono state estese ai nuovi servizi audiovisivi in modo appropriato. I minori sono tutelati contro l’incitamento a qualsiasi forma di discriminazione, così come lo sono i cittadini dell’UE. Questi nuovi servizi contribuiranno al finanziamento di film e della componente audiovisiva europea. Una percentuale degli incassi confluirà in conti di sostegno e sarà garantita l’esposizione di produzioni europee su cataloghi on line. Il pluralismo dei media è ora diventato un requisito ufficiale. Il ruolo delle autorità normative è stato accresciuto, e l’adozione delle disposizioni in materia di accessibilità generale è raccomandata agli Stati membri con la massima enfasi.

Per quanto riguarda la pubblicità, il gruppo socialista voleva mantenere le regole della direttiva attuale. Con una limitazione del 20 per cento all’ora, l’intervallo tra due pause pubblicitarie è ridotto a 30 minuti, mentre noi volevamo mantenere i 45 minuti dei canali europei. Siamo comunque soddisfatti che la pubblicità sia vietata durante i documentari, le trasmissioni informative e i programmi per bambini. Gli Stati membri potranno, tuttavia, scegliere se consentire questa forma di interruzione commerciale durante film, fiction televisive o trasmissioni sportive. In questo caso, vi sono severe disposizioni che disciplinano l’inserimento dei prodotti allo scopo di prevenire abusi o determinati effetti negativi.

Si è pertanto raggiunto un equilibrio tra la libertà di espressione, la circolazione delle informazioni, l’accesso pubblico ai nuovi servizi come il VOD (video on demand) e i contenuti di valore culturale ed economico. L’importanza attribuita alla qualità consentirà alla produzione europea di rafforzare la propria posizione. Questo è uno degli effetti principali della direttiva.

 
  
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  Ignasi Guardans Cambó, a nome del gruppo ALDE.(FR) Signor Presidente, ritengo che un viaggio molto lungo sia arrivato al termine. Ci ha richiesto molto tempo e l’impegno di tanti di noi, deputati ed esperti, persino di persone che hanno seguito da vicino questa discussione al di fuori dell’Aula, perché per loro rivestiva grande importanza. Dovremmo sentirci tutti molto soddisfatti di noi stessi perché domani, a meno che non si verifichi qualche sorpresa, il testo risultante da tutti questi negoziati e discussioni sarà accolto all’unanimità, forse persino senza votazione, fornendo così la prova concreta che può essere approvato quasi per acclamazione.

E’ quindi giunto il momento di congratularsi con l’onorevole Hieronymi e gli altri relatori ombra, ma soprattutto con la signora e, devo dire, anche con il Commissario, che giudica la missione compiuta. Ha ragione. Oggi può provare a buon diritto che la sua sensazione è giusta.

Ciò significa che adotteremo un quadro giuridico con norme molto chiare, che accrescerà la sicurezza degli investimenti nei mezzi audiovisivi. Le normative potranno essere estese ai nuovi media digitali e ai mezzi altrettanto innovativi che vi sono associati, con tutte le caratteristiche essenziali richieste per la tutela dei consumatori e dei minori, senza sovrapporsi o semplicemente amplificare le disposizioni esistenti, perché gli strumenti sono nuovi e le risposte a livello giuridico devono esserlo altrettanto.

Certamente le nuove regole rendono più flessibile la pubblicità. Ne siamo consapevoli. Le abbiamo dibattute e alla fine abbiamo fornito il nostro sostegno. Il mio gruppo è stato quello che di gran lunga ha lavorato più duramente per garantire che il testo soddisfacesse le aspettative, senza snaturare il modello audiovisivo europeo. A dire il vero non ci siamo spinti tanto lontano, ma sappiamo – e dovremmo dirlo ad alta voce, perché abbiamo consapevolmente sostenuto l’inserimento dei prodotti – che se vogliamo una televisione gratuita per gli spettatori, nonostante non lo sia mai se non per gli spettatori stessi, e se non vogliamo che sia pagata soltanto dalle imposte e dai finanziamenti pubblici, devono esserci i mezzi per sostenerla nell’ambito di un quadro di concorrenza. Questo, allora, è il contesto in cui abbiamo autorizzato l’inserimento dei prodotti. Lo abbiamo reso trasparente, stabilendo con estrema chiarezza come e quando attuarlo.

Ora è giunto il momento di dare disposizioni per l’attuazione. A questo proposito, vorrei chiedere alla Commissione di assumersi ancora una volta le proprie responsabilità. E’ vero che il bambino è uscito dal nido, ma non del tutto. L’attuazione deve essere monitorata molto da vicino e in particolare, signora Commissario, bisogna fare qualcosa per un aspetto che mi preoccupa molto. Alcuni Stati membri hanno secondo me l’impressione che non esista regolamentazione per il periodo che intercorre da oggi al momento dell’effettiva attuazione. Potremmo parlare di un vuoto legislativo. Tuttavia ciò non è vero. La direttiva vigente “Televisione senza frontiere” ha definito regole per la pubblicità, stabilendo ciò che si poteva e ciò che non si poteva fare. Vi è la percezione generale che fino alla nuova regolamentazione, fino al recepimento della nuova direttiva da parte degli Stati membri, le norme già esistenti non potranno essere applicate. E’ responsabilità vostra e della Commissione mettere in chiaro che questa percezione non è corretta, e che la situazione non dovrebbe essere considerata in questo modo.

 
  
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  Zdzisław Zbigniew Podkański, a nome del gruppo UEN.(PL) Signor Presidente, gli emendamenti della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti l’esercizio delle attività televisive, puntano a garantire che, all’interno degli Stati membri, i destinatari dei servizi dei media audiovisivi possano pienamente beneficiare dei vantaggi del mercato interno, attuando i principi di regolamentazione sulla base del paese di originale.

L’emendamento della direttiva porterà le disposizioni dell’Unione europea al livello dei più recenti progressi tecnologici. La proposta della Commissione europea distingue tra servizi lineari, e più precisamente la forma di trasmissione tradizionale, Internet o televisione mobile che fornisce costantemente materiali allo spettatore secondo il palinsesto in corso, e servizi non-lineari simili ai programmi televisivi scaricati su richiesta dalla rete.

Mantenere la direttiva “Televisione senza frontiere” nella sua forma attuale aggraverebbe le differenze ingiustificate che emergono nel trattamento normativo dei metodi di distribuzione di contenuti mediatici simili o identici. Le attuali disposizioni concernenti la televisione dovrebbero rimanere in vigore per i servizi lineari. Per quelli non-lineari, tuttavia, si dovrebbero stabilire disposizioni essenziali minime che potrebbero, per esempio, riguardare la protezione dei minori, il divieto dell’incitamento all’odio razziale e della pubblicità occulta. Tutto ciò è previsto nelle modifiche proposte. L’Unione per l’Europa delle nazioni voterà pertanto a favore di questa proposta.

 
  
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  Helga Trüpel, a nome del gruppo Verts/ALE. (DE) Signor Presidente, nel riprendere le discussioni sulla nuova versione della direttiva concernente l’esercizio delle attività televisive, che d’ora in poi sarà nota con il titolo “Servizi di media audiovisivi”, abbiamo condotto un dibattito politico sulla diversità culturale e sul mantenimento della qualità nelle trasmissioni televisive. La decisione conclusiva del Parlamento darà realmente inizio al processo legislativo. Il nostro sguardo, perciò, è già rivolto al futuro.

Invito gli Stati membri ad avvalersi del principio di sussidiarietà previsto dalla direttiva e a valorizzare pienamente la possibilità di una maggiore pluralità culturale e mediatica. Mi riferisco, in particolare, a maggiori diritti per i produttori indipendenti, al contributo che i servizi non lineari, proposti per esempio dai fornitori di video on demand, possono fornire alle produzioni europee, nonché alla limitazione dell’ambito di inserimento dei prodotti. Soprattutto la televisione pubblica dovrebbe rinunciare a quest’ultimo aspetto in Europa.

Lavorando alla nuova versione della direttiva, abbiamo condotto una battaglia su questioni di principio fondamentali, concentrandoci sul grado di apertura del mercato che vogliamo realmente, e sui punti che intendiamo regolamentare nello specifico. I Verdi ritengono che il dibattito si sia risolto a favore di una liberalizzazione più orientata al mercato, soprattutto per quanto riguarda la pubblicità. Il nostro gruppo, pertanto, non sosterrà la nuova versione della direttiva nella votazione di domani. Le numerose opzioni che consentono di introdurre ancora più pubblicità – nei programmi sportivi, nelle serie o nei film per la televisione – porteranno ad una perdita di qualità dei media europei. In futuro, pertanto, l’attività di trasmissione pubblica assumerà un compito ancora più importante, e dovrà essere posta dai legislatori nazionali in condizione di esercitare appieno la propria funzione educativa e informativa, anche attraverso nuovi mezzi come la TV mobile o via Internet. Pertanto, anche quando ci occupiamo della nuova versione della direttiva “Telecomunicazioni”, dobbiamo costituire un quadro appropriato a livello europeo se, un domani, le trasmissioni saranno ricevute in misura maggiore dai telefoni cellulari o da Internet.

 
  
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  Doris Pack (PPE-DE). - (DE) Signor Presidente, il compromesso che Ruth Hieronymi ha elaborato – naturalmente con l’aiuto dei suoi colleghi – incontra la mia sincera approvazione. Vorrei davvero ringraziarla di cuore; si trattava di un compito molto difficile che lei ha svolto egregiamente. Ritengo che il compromesso tocchi quasi tutti gli aspetti che volevamo trattare in prima lettura.

Sappiamo che il rapido sviluppo della tecnologia ha ormai reso la vecchia direttiva obsoleta. Io stessa avevo collaborato alla precedente versione. Al momento attuale sono emerse alcune novità: nuove possibilità di trasmissione, nuovi servizi “on demand” si sono affiancati alla TV tradizionale, quindi abbiamo bisogno di questa direttiva. Per me, inoltre, era importante sostenere in tale contesto il principio del paese di origine e mantenere i brevi estratti dell’attualità. La regolamentazione della pubblicità è stata resa più flessibile, ma ritengo giusto che non siano stati superati i 12 minuti all’ora. Le opere cinematografiche e i notiziari continueranno a non essere interrotti.

Un punto critico era, come lei sa, signora Commissario, l’inserimento dei prodotti. A malincuore, molti di noi hanno votato il compromesso attuale. Ma è un bene che ci sia innanzitutto un divieto, seguito dalle eccezioni che sono già state menzionate in questa sede. A mio giudizio, non avremo situazioni analoghe a quelle americane, se saranno applicate in modo corretto. La riduzione della pubblicità durante i programmi per i bambini è ugualmente ben accetta. Tale compromesso consente al settore audiovisivo di affrontare i grandi cambiamenti in atto, adattarsi alle condizioni delle tecnologie e del mercato e aiutare il settore audiovisivo ad accrescere la propria competitività futura. Esso rappresenta, al momento, il miglior punto d’equilibrio tra il pluralismo dei media e la pluralità culturale, e offre la possibilità di sviluppare un’industria audiovisiva europea più competitiva.

Ancora una volta grazie di cuore, signora Commissario, ma soprattutto grazie alla nostra collega Ruth Hieronymi.

 
  
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  Viviane Reding, Membro della Commissione. − (FR) Signor Presidente, posso soltanto concordare su ciò che è stato appena detto: infatti, grazie all’assistenza delle istituzioni e all’impegno del relatore e dei suoi colleghi, abbiamo formulato una direttiva destinata ad accompagnare la nostra industria audiovisiva verso il futuro, nel debito rispetto dei nostri valori e delle nostre culture. Si tratta di un notevole passo in avanti per questo settore, e posso soltanto rallegrarmene assieme a tutti gli oratori che lo hanno confermato.

E’ stata posta una domanda: cosa succederà nel periodo che intercorre da oggi e al momento in cui sarà effettivamente attuata la nuova direttiva? Sono in grado di rassicurare il collega da questo punto di vista. Continueremo ad applicare le regole della direttiva “Televisione senza frontiere”. Infatti, ho appena iniziato una procedura di infrazione ai danni della Spagna, che ha superato il tetto massimo consentito per la pubblicità. Lo stesso provvedimento sarà applicato a tutti gli Stati membri che non rispettano le regole: finché non ne disporremo di nuove, le vecchie disposizioni faranno ancora testo.

 
  
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  Presidente. − La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà giovedì 29 novembre 2007.

Dichiarazioni scritte (articolo 142)

 
  
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  Claire Gibault (ALDE), per iscritto. – (FR) Desidero congratularmi con gli onorevoli Hieronymi e Guardans per lo splendido dialogo tenuto con i deputati e per la qualità delle relazioni stilate assieme al Consiglio, che hanno consentito di sottoporre il presente documento estremamente consensuale alla seconda lettura.

Il Consiglio ha accettato un gran numero di richieste del Parlamento e tutte quelle del mio gruppo politico. Mi fa piacere che il testo includa due aspetti che mi stanno particolarmente a cuore: il principio del paese d’origine e la protezione dei bambini contro i messaggi pubblicitari.

Il Parlamento si è dimostrato capace di condurre negoziati con il Consiglio, che hanno portato alla formulazione di un testo più elaborato rispetto alle versioni precedenti. Non è stato un compito facile, ma abbiamo raggiunto il nostro scopo. Ora spero che il recepimento nelle leggi nazionali sarà facilitato dalla buona volontà dei nostri governi.

 
  
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  Gyula Hegyi (PSE), per iscritto. (HU) Il nuovo regolamento per la televisione senza frontiere ha avuto un esito caratterizzato da luci e ombre. Constato con soddisfazione che stiamo creando le basi giuridiche per la televisione digitale e non-lineare. Il rapido sviluppo della tecnologia ci ha già portato all’undicesima ora. Ritengo sia molto importante che i canali televisivi del servizio pubblico, che trasmettono i valori della Comunità, si avvalgano delle opportunità fornite dalle nuove tecnologie. Se le televisioni pubbliche non riescono a tenere il passo con i canali commerciali in fatto di qualità tecnologica, allora si deve temere che perderanno gli spettatori finora conquistati, e che i loro programmi di qualità, tra cui quelli dedicati alla cultura e alla vita pubblica, non raggiungeranno le generazioni più giovani. La versione finale ammorbidisce le norme sulla pubblicità sotto ogni punto di vista. E’ particolarmente irritante vedere che non siamo riusciti a bandirne il poderoso incremento di volume, nonostante il nostro elettorato lo deplori in tutta Europa. Intristisce sapere che persino i programmi per bambini possono essere interrotti dalle pause pubblicitarie. Il regolamento sull’inserimento dei prodotti è un tenue compromesso. La legislazione certamente non realizza molti obiettivi del Parlamento europeo ma, in sua mancanza, il vuoto normativo sarebbe stato forse ancora più problematico.

 
  
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  Daciana Octavia Sârbu (PSE), per iscritto. (RO) Accolgo con soddisfazione la posizione comune del Consiglio, che modifica in modo significativo alcuni aspetti come la protezione dei bambini e dei minori, l’accesso dei disabili ai servizi audiovisivi e l’inserimento della pubblicità sui prodotti.

Alcol e tabacco, pubblicizzati dagli spot, sono percepiti dai giovani come strumenti di accettazione sociale tra gli adulti e queste forme di dipendenza sono correlate all’attrazione fisica, al divertimento, all’avventura e allo svago. Inoltre la pubblicità martellante su prodotti alimentari e bevande con un elevato contenuto di grassi e zucchero, rivolta specialmente ai bambini, mina le iniziative positive poste in atto per tutelare la salute pubblica, come l’educazione alla nutrizione e l’etichettatura corretta dei prodotti. L’Unione europea sta affrontando la crisi dell’obesità e la televisione aggrava la situazione. In Spagna, il 48 per cento della pubblicità trasmessa durante i programmi per bambini riguarda caramelle, prodotti di fast-food e patatine, mentre in Gran Bretagna l’80 e il 90 per cento della pubblicità televisiva è riservata ad alimentari con un elevato contenuto di grassi e zuccheri.

Il testo del Consiglio sottolinea la necessità di definire codici di condotta concernenti la pubblicità del “junk food” rivolta ai bambini, nonché di introdurre sistemi di filtro e codici PIN che accrescano la protezione dei minori dall’influenza negativa dei servizi audiovisivi, e che svolgano un ruolo importante nella lotta contro l’obesità.

 
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