Presidente. – L’ordine del giorno reca la relazione di Paolo ’Costa, a nome della commissione per i trasporti e il turismo, su una nuova politica comunitaria per il turismo: una partnership più forte per il turismo europeo [2006/2129(INI)] (A6-0399/2007).
Paolo Costa, relatore. − Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, il rapporto che presento, e che ho avuto il piacere di costruire con la collaborazione di molti colleghi, è la continuazione operativa di un rapporto che questo Parlamento ha già approvato – il rapporto dell’onorevole Queiró – che voleva dare un contributo del Parlamento alla politica turistica europea.
Il criterio che informa questo rapporto è quello di definire un diverso, e spero più operativo, approccio della politica all’interesse turistico dell’Unione europea, che in questo momento è limitata dalla disposizione del trattato.
Gli Stati membri non hanno consegnato alle Istituzioni europee grandi competenze in materia turistica con il trattato esistente, e debbo dire che neanche il trattato che approveremo, e che mi auguro l’Unione approverà nel prossimo mese a Lisbona, allargherà di molto le competenze formali in materia turistica dell’Unione.
Ma, nel contempo, i trattati esistenti consentono all’Unione di esercitare una grande quantità di politiche che hanno un grande effetto sul turismo e sulla sua possibilità di crescita o di mantenimento della sua competitività di leader mondiale come l’Europa è.
Quindi, l’idea di questo rapporto è di indicare alcune possibilità. La lista che noi, che il Parlamento ha preparato con l’aiuto di tutti, è solo la lista indicativa, che io mi auguro possa essere ulteriormente arricchita. E’ una lista di possibilità di utilizzare competenze piene dell’Unione europea oggi esistenti a fini turistici.
Due esempi per tutti: il turista è un viaggiatore e quindi, per definizione, molte delle politiche di trasporto possono essere viste in termini e a favore o rilette in termini e a favore del turismo; il turista è un consumatore, per cui molte delle attività di protezione dei consumatori dell’Unione europea possono essere rilette in termini delle esigenze del turista.
Ma se vogliamo altre politiche, il turista, soprattutto il turista extraeuropeo che arriva in Europa, è un signore che attraversa le frontiere così come altri attraversano le frontiere per motivi diversi. Una politica dei visti, una politica di immigrazione dell’Unione europea va accuratamente rivista, in modo da tener conto dell’opportunità di invitare più turisti che sia possibile.
Molti dei contratti che i turisti sottoscrivono oggi in maniera diretta, utilizzando le tecnologie informatiche attraverso Internet, sono protetti in maniera non completa e quindi l’Unione europea, proteggendo questo tipo di contratti o introducendo tipi di contratti che li proteggono, può fare molto per i turisti, e così via particolareggiando.
Insomma, credo che possiamo dire che, riconoscendo tutti che il turismo è una delle industrie che ha più grandi prospettive per l’Europa, che è utile soprattutto per gli obiettivi di coesione che riesce a mantenere, per la valorizzazione di risorse come le risorse culturali e le risorse ambientali che può perseguire, questo grande obiettivo della crescita dell’economia turistica può essere perseguito non solo con le competenze formali che l’Unione ha, ma anche attraverso tutte queste.
Quindi l’idea, il senso di questo rapporto è di invitare, a partire da questo rapporto, la Commissione e il Consiglio, a immaginare un insieme di iniziative che formalmente apparterranno ad altre competenze – ripeto la protezione dei consumatori, sicurezza nel trasporto, garanzia su alcuni contratti relativi al turismo, politiche di immigrazione, politiche di promozione coordinate al di fuori dell’Europa, e così via –, di mettere insieme un insieme di iniziative, un pacchetto di iniziative turistiche, che credo possano essere il contributo vero delle Istituzioni europee – insisto – al mantenimento e alla crescita di un comparto che sappiamo contare molto e che sempre di più conterà per il futuro dell’Unione europea.
Günter Verheugen, Membro della Commissione. − (DE) Signor Presidente, onorevoli deputati, vorrei congratularmi con il presidente della commissione, l’onorevole Costa, per la sua relazione. Tale documento indica chiaramente quanto il turismo sia influenzato da politiche comunitarie differenti ma, soprattutto, quanto importante sia questo settore per l’Europa intera.
Il turismo è un’espressione del modo di vivere e del benessere europeo e, nel contempo, un settore economico significativo caratterizzato da un notevole potenziale di crescita e occupazione. In effetti, già oggi il turismo produce direttamente o indirettamente oltre il 10 per cento del prodotto interno lordo dell’Unione europea e fornisce circa il 12 per cento di tutti i posti di lavoro.
Tuttavia, l’Europa non è la sola a voler trarre vantaggio dalle straordinarie prospettive economiche promesse dallo sviluppo del turismo. Dobbiamo dotarci di capacità che ci consentano lo sviluppo in una situazione di concorrenza con altri mercati del turismo, siano essi nuovi o tradizionali.
Su questo fronte, l’Europa può partire da vantaggi competitivi che già oggi la rendono una meta turistica assai attraente. Disponiamo di un’eredità storica ineguagliabile; abbiamo una concentrazione geografica unica di luoghi interessanti e culturalmente diversi, e godiamo della meritata reputazione di offrire servizi di alto livello.
Queste sono le carte vincenti per progettare il futuro prodotto turistico “Europa”. Le nostre mete devono essere semplicemente le migliori e le più accattivanti, devono costituire un’offerta che induca europei e non a trascorrere sempre più le loro vacanze in Europa.
Ciò significa che i criteri da soddisfare in altri settori della nostra economia devono essere soddisfatti anche nel turismo: dobbiamo formulare un prodotto innovativo e offrire ai consumatori la scelta ottimale, che risponda ai massimi requisiti di qualità e che sia il più ecologico possibile. In breve, un prodotto che sia espressione dei valori e dei punti forza europei.
Permettetemi di illustrare, con un paio di esempi, come vengono promossi collaborazione e vantaggio competitivo nel settore turistico. Lo scorso mese si è tenuto in Portogallo il Forum europeo del turismo, evento annuale che riunisce tutti gli operatori del settore e che costituisce un’eccellente opportunità per collaborare e farsi conoscere. In tale occasione, ho avuto l’onore di assegnare il premio “Destinazione europea d’eccellenza” a dieci località designate come migliori destinazioni rurali europee emergenti d’eccellenza. Questo progetto pilota contribuisce a migliorare il profilo di tutte le destinazioni europee al di fuori dell’Europa, e ad attirare l’attenzione sulla diversità e sulla qualità del nostro turismo. Vorrei inoltre ricordare che questo tipo di processo era stato esplicitamente richiesto nella precedente relazione parlamentare iniziata dall’onorevole Queiró. Vorrei ringraziare il Parlamento europeo, e in particolare l’onorevole Costa, per l’ampio sostegno accordato a questa iniziativa vincente. Sono lieto di potervi comunicare che ora, al secondo turno del concorso, parteciperà un numero di paesi notevolmente superiore.
In questa fase, possiamo affermare che il portale web per la “destinazione Europa” è già stato un successo e che fornisce una base solida con potenziale di espansione. Ora stiamo valutando altre soluzioni per migliorare l’immagine dell’Europa come meta turistica e speriamo, pertanto, nel vostro sostegno.
Permettetemi, infine, di sottolineare che l’aumento della sostenibilità nel turismo costituisce un aspetto centrale della nostra politica. Ne sono convinto: se integriamo gli aspetti della sostenibilità in tutti gli ambiti del settore turistico, tuteleremo esattamente quei vantaggi competitivi che già oggi fanno dell’Europa la più attraente meta turistica del mondo.
Il mese scorso, la Commissione ha presentato un nuovo “ordine del giorno per un turismo europeo sostenibile e competitivo”. I suoi elementi rispondono alle richieste della presente e della precedente relazione del Parlamento. Ritengo altresì che, anche su questo fronte, continueremo a collaborare con successo.
Auspico che tale “ordine del giorno” sia approvato da tutte le parti interessate del settore turistico e dai viaggiatori stessi, tra cui includo anche noi di quest’Assemblea, perché in fondo siamo tutti viaggiatori frequenti.
PRESIDENZA DELL’ON. DIANA WALLIS Vicepresidente
Stavros Arnaoutakis, relatore per parere della commissione per lo sviluppo regionale. − (EL) Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, il settore turistico riveste un’importanza particolarmente significativa. Direttamente e indirettamente, genera più del 10 per cento del PIL dell’Unione europea e costituisce una fonte d’occupazione per il 12 per cento della forza lavoro. Nonostante ciò non rientri nella competenza dell’Unione europea, esiste una serie di misure e provvedimenti che possono contribuire a una tendenza al rialzo e allo sviluppo sostenibile del settore. Molte di queste sono già menzionate nella relazione e, a questo punto, anch’io desidero congratularmi con il relatore.
Le sfide che il turismo deve affrontare richiedono una risposta politica coerente a livello comunitario: un quadro d’azione completo e competitivo, con obiettivi quantitativi e qualitativi specifici. Nel nuovo periodo di pianificazione, dati gli obiettivi che ci siamo posti in base alla strategia revisionata di Lisbona, la cooperazione e la sinergia risultano necessari a tutti i livelli – europeo, nazionale, regionale e locale – per consentire al settore turistico di fornire il proprio contributo al loro raggiungimento di tali scopi. E’ inoltre necessario coordinare le politiche e le azioni che hanno un impatto diretto o indiretto sul settore turistico.
Onorevoli colleghi, vorrei sottolineare che abbiamo già risposto alla domanda sul tipo di settore turistico che vogliamo nell’Unione europea. Vogliamo un settore attuabile, che si sviluppi secondo i principi di sostenibilità e che offra prodotti e servizi turistici di alta qualità, ma senza escludere nessuno. Potremo raggiungere questo scopo se agiremo tutti insieme, a ogni livello.
Marie-Hélène Descamps, relatrice per parere della commissione per la cultura e l’istruzione. − (FR) Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, il turismo è estremamente importante per l’UE. Senza dubbio ha effetti fondamentali sulla crescita economica e sulla creazione di posti di lavoro in Europa. Oltre a questi aspetti, incoraggia l’integrazione, il dialogo tra i vari popoli e la conoscenza reciproca delle culture, quindi ci aiuta nello sviluppo di un senso di cittadinanza europea. In mancanza di una politica comune per il turismo, le questioni di questo settore, che copre aree diverse e coinvolge una vasta gamma di servizi e professioni, devono essere prese in considerazione a livello europeo.
La relazione presentataci oggi porta alla luce questa esigenza. Devo pertanto congratularmi con il relatore per l’eccellente lavoro svolto e, più nello specifico, per avere sostenuto alcune priorità dichiarate dalla commissione per la cultura e l’istruzione. La diversità e la ricchezza dell’Europa indicano che è ancora la destinazione turistica più popolare al mondo. Se vogliamo mantenere questa posizione, dobbiamo ripensare le nostre politiche e aggiornarle per prestare più attenzione alla cultura. Analogamente, dobbiamo sottolineare la necessità di conservare il patrimonio naturale e culturale dell’Europa e promuovere la cultura tradizionale, in particolare l’artigianato, le attività e le capacità artistiche e popolari che stanno scomparendo, incoraggiando le iniziative volte ad accrescere e promuovere questa eredità.
In questo contesto, tra le varie misure dobbiamo sostenere la creazione di un’etichetta del tipo “Eredità culturale europea”, che sono certa accrescerà il senso di appartenenza dei nostri concittadini a uno spazio culturale e a un’identità comune. E’ inoltre essenziale incoraggiare lo sviluppo di nuove tecnologie, che svolgono un ruolo tanto essenziale nella vendita di prodotti turistici, promozione di eventi e beni culturali nonché gestione e conservazione dei siti, e continueremo a operare in questo modo.
Infine, assieme a tutti gli operatori turistici di ogni livello, dobbiamo promuovere un turismo sostenibile e di alta qualità che sia competitivo, ecologico, responsabile e soprattutto accessibile a tutti.
Luís Queiró, a nome del gruppo PPE-DE. – (PT) Signora Presidente, signor Commissario, la relazione in oggetto osserva giustamente – e mi devo congratulare con il relatore – che il settore turistico si trova al crocevia di numerose politiche dell’Unione europea e che ha un impatto fondamentale sulla crescita e sull’impiego, nonché sulla coesione sociale e territoriale. Pertanto è essenziale realizzare alcuni aspetti della politica del turismo, osservando la definizione dei principi guida contenuta nella risoluzione del Parlamento dell’8 settembre 2005, di cui sono stato relatore.
Il primo aspetto riguarda la semplificazione e l’armonizzazione delle procedure di applicazione dei visti turistici per l’ingresso negli Stati membri, con l’intento di ridurne costi e facilitare l’accesso all’Unione europea dei turisti provenienti da paesi terzi. Tuttavia riteniamo sia giusto, se non essenziale, mantenere le norme di sicurezza richieste per combattere il terrorismo, la criminalità organizzata e l’immigrazione clandestina. Dobbiamo inoltre ammodernare il sistema per la raccolta di informazioni statistiche, tra cui i Conti satellite, poiché è soltanto con dati aggiornati e affidabili che le autorità pubbliche e il settore potranno prendere decisioni strategiche, che consentiranno all’Europa di mantenere la sua attuale posizione di leadership.
Devo inoltre fare una puntualizzazione sulla questione piuttosto controversa che riguarda la possibile armonizzazione degli standard qualitativi per le sistemazioni turistiche in Europa. La molteplicità degli schemi di classificazione degli hotel non va disgiunta dall’esigenza di proteggere i diritti e le aspettative dei turisti, quando operano le loro scelte. Sarà possibile instaurare, nell’Unione europea, standard minimi per la sicurezza e la qualità, che garantiscano l’affidabilità e la trasparenza delle informazioni fornite a questi consumatori? Ciò è certamente auspicabile, ma riteniamo che sarà possibile soltanto su base volontaria e invitando tutte le parti interessate a partecipare a quest’attività. Se lo desidera, la Commissione potrà assumere un ruolo di guida fondamentale in proposito.
Non vi è tempo a sufficienza per menzionare altri aspetti egualmente importanti di questa relazione, tra cui il turismo accessibile per utenti con mobilità ridotta, i diritti dei passeggeri, la promozione esterna delle destinazioni europee e lo sviluppo di politiche sostenibili. Tuttavia, com’è stato adeguatamente dimostrato, e terminerò su questo punto, il Parlamento europeo ha fatto il suo lavoro e speriamo che gli altri enti pubblici, in collaborazione con il settore privato, rafforzino il loro spirito di cooperazione, rispondendo efficacemente alle sfide che lo sviluppo di una politica rinnovata e sostenibile per il turismo comporta.
Emanuel Jardim Fernandes, a nome del gruppo PSE. – (PT) Signor Commissario, onorevoli colleghi, la nuova politica comunitaria per il turismo, proposta dalla Commissione europea e discussa nella relazione Costa, merita il mio pieno sostegno. Ciò è dovuto sia agli obiettivi principali definiti con il rilancio della strategia di Lisbona – miglioramento della competitività, creazione di maggiori e migliori posti di lavoro, sviluppo sostenibile – e anche per gli strumenti attraverso i quali la Commissione si propone di realizzarli: coordinamento intracomunitario e in seno alle autorità nazionali, cooperazione tra le varie parti interessate e formulazione di provvedimenti di sostegno specifici.
Il relatore, l’onorevole Paolo Costa, con cui mi congratulo per la qualità della relazione e anche per la disponibilità ad accettare gli emendamenti proposti, ha richiamato l’attenzione su alcuni aspetti e fonti di preoccupazione omessi dalla comunicazione della Commissione. Ha presentato opportunità e soluzioni possibili relativamente a una rinnovata politica dell’UE per il turismo, in particolare sulla politica di concessione dei visti, l’armonizzazione delle norme qualitative, il miglioramento della visibilità e la comprensione delle etichette da parte dei turisti, la protezione dei consumatori, l’accessibilità del turismo da parte di utenti con mobilità ridotta, la garanzia dei diritti dei passeggeri e la promozione delle destinazioni sul territorio dell’Unione europea. A nostro giudizio, è assolutamente giusto che questi aspetti vengano presi in considerazione e che siano proposte soluzioni.
Il progetto di relazione dell’onorevole Costa è stato a sua volta arricchito e migliorato da una serie di emendamenti, molti dei quali presentati dai colleghi del mio gruppo. Io stesso, per rafforzare i termini delle proposte della Commissione e tenere conto delle proposte del relatore, ho presentato vari emendamenti sulla base delle posizioni che ho difeso nella relazione Queiró. Essi includevano: l’esigenza di considerare adeguatamente l’handicap di accessibilità che colpisce regioni con caratteristiche naturali o geografiche specifiche, come le regioni ultraperiferiche; l’esigenza di una politica comunitaria rinnovata, che renda il turismo europeo sostenibile dal punto di vista economico, sociale, territoriale, ambientale e culturale; la promozione dell’Europa come destinazione turistica o insieme di attraenti destinazioni turistiche; l’esigenza di coordinare le politiche che esercitano un impatto diretto o indiretto sul turismo; una più stretta cooperazione tra le parti interessate del settore – la Commissione europea e gli Stati membri, le regioni, gli enti locali e i servizi turistici – e una migliore valorizzazione degli strumenti finanziari europei esistenti. Pertanto invito in modo particolare il mio gruppo a sostenere questa relazione, e sollecito la Commissione e il Consiglio a prendere in debita considerazione i suggerimenti e le raccomandazioni del Parlamento europeo.
Nathalie Griesbeck, a nome del gruppo ALDE. – (FR) Signora Presidente, onorevoli colleghi, il turismo costituisce certamente una fetta molto larga delle nostre economie ma, in una certa misura, rappresenta anche la costruzione continua dell’identità europea e della nostra politica di coesione. Spesso contribuisce, ovviamente, a mantenere in attività le aree più isolate, e spesso è la risorsa principale delle regioni ultraperiferiche.
Questa relazione completa definisce i punti principali su cui l’UE può fornire un vero valore aggiunto, allo scopo di ottimizzare tale risorsa in modo intelligente e offrire benefici a tutti coloro che lavorano del settore del turismo, ai turisti stessi e, in breve, agli europei, preservando i nostri paesaggi ed ecosistemi a lungo nel tempo.
Personalmente, poiché provengo da una regione abbastanza fortunata da confinare con tre vicini europei, sono particolarmente sensibile al turismo transfrontaliero e spero che, attraverso i partenariati, questa forma di turismo aiuti a costruire uno spazio vero per chi vive sia dentro che fuori i confini dell’UE.
Tuttavia, per aprirci maggiormente al turismo extracomunitario, dobbiamo attuare una politica coordinata per la concessione dei visti turistici. Auspico altresì che l’UE adotti strumenti statistici e un approccio transettoriale in termini di finanziamento comunitario, allo scopo di produrre i ben noti effetti leva sull’innovazione, sui posti di lavoro, su un’offerta e una qualità dei servizi migliorate. Spero che possiamo creare etichette di qualità europee rispondenti a criteri ecologici e sociali, e molto semplicemente accrescere l’informazione e la protezione dei consumatori europei.
Mieczysław Edmund Janowski, a nome del gruppo UEN. – (PL) Signora Presidente, quando Thomas Cook aprì la sua prima agenzia di viaggi nel 1841, non poteva certo prevedere che, 166 anni dopo, il turismo avrebbe costituito direttamente circa il 5 per cento del reddito dei paesi europei. Dovrei aggiungere che, se si considerano i legami con gli altri settori, attualmente il turismo genera oltre l’11 per cento del PIL e circa 25 milioni di posti di lavoro.
Pertanto desidero ringraziare l’onorevole Costa per la sua relazione su un settore così dinamico dell’economia. Sappiamo tutti che il turismo non è direttamente incluso nei regolamenti dell’Unione. Eppure, il ruolo di coordinamento e promozione dell’Unione fornisce un notevole contributo nel presentare l’Europa come meta turistica molto attraente e diversa. Ha attinenza con il turismo interno, nonché con il movimento di viaggiatori dall’esterno all’interno dell’Unione e viceversa.
Tali questioni rivestono grande importanza per i nuovi Stati membri, tra cui la Polonia. Solo ora molte persone iniziano a scoprire quanto attraenti siano le destinazioni turistiche una volta precluse dalla cortina di ferro. In tale contesto le autorità nazionali, regionali e locali devono svolgere un ruolo importante nell’incoraggiare il turismo, che comprende anche forme come il cosiddetto turismo verde, il turismo di ricerca dell’eredità culturale europea, il turismo della salute, i pellegrinaggi e l’ecoturismo alla ricerca delle bellezze naturali.
Sono lieto che i problemi dei disabili e dei turisti più anziani siano stati presi in considerazione, nonostante si sarebbe potuto prestarvi forse più attenzione. Il Fondo di coesione dovrebbe essere utilizzato in modo oculato per sostenere le sviluppo delle infrastrutture, in particolare dei trasporti. Anche il Fondo per lo sviluppo regionale europeo potrebbe essere utilizzato per sostenere lo sviluppo delle TIC, Internet compreso, e promuovere la cooperazione transfrontaliera a beneficio del turismo nel senso più ampio del termine. Inoltre, si potrebbe attingere al Fondo sociale europeo per finanziare i programmi di formazione in questo settore.
In conclusione, vorrei sottolineare che gli standard rappresentano la chiave del successo in questo settore. La qualità mediocre non soddisfa nessuno. Un turista deluso della qualità dei trasporti o di un hotel, o una turista che ha vissuto una brutta esperienza in un ristorante, non vi farà ritorno. Potrà essere raggirato o raggirata una volta soltanto.
Sepp Kusstatscher, a nome del gruppo Verts/ALE. – (DE) Signora Presidente, vorrei esprimere i miei ringraziamenti all’onorevole Paolo Costa. Di questa relazione accolgo favorevolmente soprattutto quegli aspetti che sottolineano l’importanza della sostenibilità sociale ed ecologica. Un paesaggio naturale e culturale attentamente conservato costituisce il migliore polo d’attrazione verso una destinazione turistica.
L’accettazione del turismo da parte dei cittadini del paese ospitante – in altre parole, delle persone che vivono e lavorano in quel luogo, costituisce un importante presupposto per garantire che i turisti si sentano realmente accolti. Un elevato livello di formazione e la soddisfazione generale tra i dipendenti del settore turistico contribuiscono alla soddisfazione dei turisti. La mobilità è un presupposto per il settore, soluzioni “a basso impatto” – come gli spostamenti con mezzi di trasporto pubblici, in bicicletta o a piedi – stimolano la crescita senza distruggere le basi essenziali di un settore turistico sano e, naturalmente, sostenibile.
Questa vasta relazione comprende una serie di idee che dovrebbero essere qualcosa di più che buoni propositi. Mi auguro che i principi ecologici e sociali siano inclusi nell’annunciata “Agenda europea 21 per il turismo”.
Kyriacos Triantaphyllides, a nome del gruppo GUE/NGL. – (EL) Signora Presidente, il turismo, specialmente in paesi come Cipro, Spagna, Grecia e altri, è un settore di grande importanza economica, eppure la Commissione europea non ha niente da dire a coloro che vi lavorano.
Si tratta di un’industria che ha applicato forse per prima gli orari flessibili per i dipendenti, in cui i licenziamenti stagionali sono all’ordine del giorno e l’impiego di cittadini stranieri pone due questioni fondamentali: innanzitutto quella del loro sfruttamento e, in secondo luogo, il loro utilizzo da parte delle grandi catene alberghiere quale strumento di ricatto per ridurre gli stipendi o le indennità corrisposte ai lavoratori locali.
A parte questo, la Commissione europea conferma senza fare commenti sostanziali che la creazione di posti di lavoro in questo settore è dovuta all’elevato livello di lavoro a tempo parziale e alle condizioni d’impiego flessibili. Pare quindi che il concetto d’impiego a lungo termine sia stato gettato alle ortiche.
Etelka Barsi-Pataky (PPE-DE). - (HU) Signora Presidente, desidero richiamare l’attenzione sulle opportunità insite nel turismo della salute. E’ importante che ci avvaliamo di tutti i programmi disponibili per sostenere questo tipo di attività, compreso il secondo Programma d’azione comunitario in materia di sanità pubblica. Desidero sottolineare che dobbiamo coinvolgere maggiormente il settore assicurativo nel sostegno al turismo della salute, e insieme dobbiamo capire come attuare la cooperazione transfrontaliera con questo finanziamento.
La questione è se saremo in grado di inserire questi servizi nel mercato comune. Non solo costituiscono una parte della crescita economica, ma aiutano anche i cittadini europei perché tutti possano beneficiare delle opportunità offerte dal turismo della salute e, in tale ambito, dal mercato comune. In effetti è vero che, a tale scopo, avremo o avremmo bisogno di una definizione leggermente migliore del sistema, quindi sostengo decisamente l’iniziativa dell’onorevole Costa, che ha senza dubbio indicato una via per compiere progressi in questa direzione. Sarebbe bene per nostro turismo europeo se chi proviene dall’esterno, dai paesi terzi, sapesse cosa ottiene dai servizi in contropartita del prezzo pagato. In breve, per riassumere, penso che quando parliamo di questo settore, dobbiamo guardare al turismo secondo una prospettiva più molteplice, e dobbiamo anche esaminare cosa i suoi servizi ci possono apportare dal punto di vista del mercato comune. Vi ringrazio molto.
Robert Evans (PSE). - (EN) Signora Presidente, anch’io vorrei congratularmi con il relatore, l’onorevole Costa, presidente della commissione per i trasporti e il turismo, il quale ha esordito precisando che i Trattati consentono politiche di sicuro impatto sul turismo. E’ pertanto molto opportuno soppesare questo aspetto così come il fatto, ricordato dall’onorevole Arnaoutakis poco fa, che almeno il 12 per cento dei posti di lavoro nell’UE è legato al turismo.
Al giorno d’oggi, l’Unione europea rappresenta molto di più di un semplice mercato comune per merci e capitali. E’ un mercato comune per le persone. Come sappiamo, i cittadini comunitari viaggiano molto di più che in passato, anche in veste di turisti. Molti, forse moltissimi, hanno ottime esperienze, ma è la minoranza – i pochi che hanno vissuto esperienze meno felici – a costruire la cattiva reputazione di alcuni aspetti del settore.
Vorrei richiamare l’attenzione dei colleghi in particolare sui punti 24 e 25, che richiedono una serie di linee guida complete per le strutture ricettive sensibili alle esigenze dei consumatori. Tali linee guida dovrebbero tenere in considerazione le esigenze delle famiglie con bambini. Non tutti gli hotel possono essere in grado di soddisfarle, ma il settore deve orientarsi il più possibile su questo tipo di utenti.
Allo stesso modo, il sistema di classificazione deve contemplare le esigenze degli anziani e dei disabili. La commissione per i trasporti ha discusso la questione in riferimento alle compagnie aeree, ed è giusto rivendicare che anche le strutture ricettive non risultino discriminanti nei confronti di questa categoria sociale. E non dovrebbero nemmeno essere autorizzate ad esprimere giudizi morali sulle coppie che possono essere qualificate come tali.
La relazione sottolinea giustamente, come nel paragrafo 48, l’opportunità di elaborare una carta dei diritti e dei doveri del turista, e che i turisti dovrebbero a loro volta comportarsi correttamente rispettando gli hotel e gli esercizi turistici.
Si tratta di una valida relazione, di una storia “a lieto fine” che trasmette questo messaggio: il Parlamento sta agendo in modo ragionevole per l’interesse dei consumatori. Spero che il messaggio raggiunga tutti i popoli d’Europa.
Alfonso Andria (ALDE). - Signora Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, vi sono spunti tutti interessanti che emergono dalla relazione di Paolo Costa, assolutamente eccellente.
Io vorrei svolgere soltanto e velocemente qualche considerazione, a partire dalle profonde mutazioni della domanda, dovute in massima parte alla globalizzazione, alla presenza sempre più massiccia di turisti extraeuropei sui nostri territori e all’allungamento della vita, il che comporta l’esigenza di pensare ad una politica del turismo nell’Unione europea adeguata ai tempi che viviamo e ripensata anche strategicamente.
Il collega Queiró ha posto in evidenza la necessità dell’omologazione dei sistemi di classificazione alberghiera, su cui concordo pienamente, e aggiungo anche l’esigenza di individuare standard europei di qualità e di sicurezza dei prodotti turistici.
E’ necessario poi rispondere alle nuove esigenze dei cittadini quali fruitori e consumatori dei servizi turistici. Da questo punto di vista, soltanto due dei tanti esempi che si possono cogliere nella relazione Costa sul piano innovativo: una etichetta “accesso per tutti”, che garantisca servizi di accesso per i turisti a mobilità ridotta, o il programma europeo del turismo per la terza età.
Qui uno spunto conclusivo sulla formazione: pensare anche a profili specifici e particolari per assistere ed accogliere il turismo della terza età e il turismo dei disabili.
Pedro Guerreiro (GUE/NGL). – (PT) Pur accettando e apprezzando molti aspetti trattati da questa relazione, dobbiamo intervenire nella discussione per sottolineare innanzitutto che l’attività turistica e il turismo di alta qualità richiedono la regolamentazione delle professioni del settore tramite regimi legali, che proteggano i diritti del lavoro, incentivando i posti di lavoro di qualità e il personale qualificato. A nostro giudizio ciò implica, tra gli altri aspetti, un’adeguata formazione professionale, il miglioramento delle condizioni di lavoro, la promozione di accordi contrattuali stabili, nonché livelli retributivi equi e dignitosi.
In secondo luogo, vorremmo ribadire che il turismo può contribuire alla coesione territoriale, allo sviluppo economico e all’occupazione regionale, ecco perché si deve adottare un approccio transregionale nelle politiche comunitarie e nei finanziamenti destinati a questo settore, definendo in particolare un programma comunitario specifico per integrare le azioni degli Stati membri. Questi punti formano il contenuto di alcune proposte che abbiamo presentato, e che speriamo siano supportate dal Parlamento.
Bogusław Liberadzki (PSE). – (PL) Signora Presidente, non ci occupiamo spesso di turismo in quest’Aula e quindi sono particolarmente riconoscente all’onorevole Costa per averlo fatto. Desidero congratularmi con lui per il valido operato.
A mio giudizio, le caratteristiche più positive di questa relazione sono l’approccio sostenibile al turismo, nonché l’esigenza di migliorare la coesione europea e la qualità della vita. Accolgo altresì favorevolmente che sia stato posto l’accento sull’importanza dell’accesso ai servizi turistici.
Anche la politica dei visti è citata in questa relazione. La considero una questione cruciale, dovremmo prestare grande attenzione nel monitorare il rilascio dei visti e l’attività ai valichi di confine sul territorio dei nuovi paesi di Schengen. La Russia e l’Ucraina hanno espresso preoccupazione in merito alla concessione di visti a conducenti, compresi gli autisti dei pullman, e ai corrieri. In effetti, proprio ieri l’onorevole Barroso ha ricevuto il capo dell’Associazione dei trasportatori su strada internazionali dell’’Ucraina che ha espresso i timori della categoria. Conosco bene la situazione e ho riferito un mese fa all’onorevole Frattini in proposito. Finora non è prevista alcuna risposta in tempi brevi. La considero una questione importante. E’ essenziale per il Parlamento e per la Commissione concentrarsi sul monitoraggio dell’attuazione della politica dei visti.
Presidente. − La discussione è chiusa.
La votazione si svolgerà giovedì 29 novembre 2007.
Dichiarazioni scritte (articolo 142)
Alessandro Battilocchio (PSE), per iscritto. – La fase di impasse inerente il Trattato costituzionale esplica i suoi effetti anche sul settore del turismo che, nella impostazione in discussione, dovrebbe divenire materia comunitaria. In questi anni, i singoli Stati membri hanno portato avanti delle strategie legate all’offerta turistica che hanno permesso, in generale, un potenziamento complessivo di questo comparto nel quadro delle singole realtà socio-economiche dei 27 Stati. E’ aumentato il numero dei turisti, si sono implementati gli investimenti, è cresciuto il fabbisogno di personale, con evidenti risvolti positivi in termini di occupazione. Ciò che è mancato, finora, è un chiaro e complessivo piano da parte delle Istituzioni Comunitarie: sta aumentando la competizione tra le varie realtà presenti e, con tutta evidenza, stanno emergendo nuovi, importanti offerte in differenti aree del Mondo. In questo contesto l’Europa deve essere all’altezza della situazione, pertanto deve accettare e vincere le impegnative sfide che si profilano all’orizzonte.
Zita Gurmai (PSE), per iscritto. – (HU) La globalizzazione, i cambiamenti demografici e i maggiori trasporti stanno contribuendo notevolmente alla rapida crescita del turismo che presenta, a sua volta, un grande potenziale di sviluppo e occupazione. Attualmente il turismo contribuisce a circa il 4 per cento del PIL dell’UE, e indirettamente a più del 10 per cento, offrendo circa il 12 per cento di tutti i posti di lavoro.
Il turismo incoraggia gli individui a una migliore comprensione reciproca, promuove la formazione dell’identità europea e, attraverso le relazioni con i gruppi sociali, economici e culturali, favorisce il dialogo tra le culture. Instaurare un modello per il turismo europeo è un compito di primaria importanza per l’Unione, perché deve essere costruito su valori legati alla qualità e alla sostenibilità degli obiettivi, nonché alle pari opportunità di accesso per tutti.
Si devono promuovere attivamente la semplificazione delle regole, l’armonizzazione delle politiche che riguardano il turismo e l’estensione dell’impiego degli strumenti finanziari europei disponibili. Lo sviluppo del turismo deve essere sostenibile; in altre parole, deve rispettare le comunità locali e la protezione ambientale. A tale scopo ci occorrono un quadro di sostegno e una struttura efficace, che coinvolgano tutte le parti regionali e locali interessate, agevolando forme di partenariato e una leadership efficace. Per quanto riguarda le misure attuate allo scopo di realizzare gli obiettivi, dobbiamo ricordare i principi fondamentali di sussidiarietà, che definiscono la divisione di responsabilità tra le singole parti coinvolte.
Zita Pleštinská (PPE-DE), per iscritto. − (SK) Dal punto di vista dello sviluppo sostenibile, regionale e locale integrato, il turismo esercita un impatto considerevole sulla coesione economica, sociale e territoriale dell’UE a 27. Inoltre svolge un ruolo importante nell’accrescere l’occupazione delle aree meno sviluppate dell’Europa, contribuendo ad appianare le disparità regionali. Inoltre, anche se non è stato ancora possibile sviluppare un approccio transfrontaliero coerente al turismo su scala comunitaria, non possiamo permettere che l’Europa perda la sua quota di mercato in questo settore.
La Commissione, di concerto con gli Stati membri e i consigli regionali, dovrebbe incoraggiare e sostenere finanziariamente nuove forme di turismo come quello ecologico, agricolo, sociale e della salute. A mio parere si tratta di uno strumento che assicura lo sviluppo sostenibile delle regioni e sottolinea l’importanza di tutelare il patrimonio naturale e culturale, nonché la sua conservazione per le generazioni future.
Il turismo deve essere supportato meglio dalle campagne di informazione. Le PMI, principalmente quelle di nuova creazione nel settore, o le aziende che offrono nuovi prodotti o sviluppano l’attività economica in nuove località o regioni turistiche, devono avere un migliore accesso all’informazione e la possibilità di avvalersi dei programmi di finanziamento europei disponibili attraverso i fondi strutturali.
Desidero altresì sottolineare l’esigenza di uno scambio delle esperienze acquisite attraverso i progetti turistici già attuati, in quanto offrono l’opportunità di imparare dagli approcci scorretti, che hanno portato al fallimento dei progetti, ed evitare errori simili in altre regioni europee.
Richard Seeber (PPE-DE), per iscritto. – (DE) Gli sviluppi degli ultimi anni hanno dimostrato che il turismo europeo, come ogni altro settore economico, è fortemente influenzato dalle più ampie condizioni globali.
Per superare brillantemente queste sfide con esito positivo, è essenziale rafforzare il coordinamento delle politiche nazionali. Nell’ottica del principio della sussidiarietà, gli Stati membri devono avvalersi delle opportunità offerte su scala comunitaria al fine di intensificare le politiche nazionali già esistenti. Solo in questo modo, l’UE potrà contribuire efficacemente a contenere la dilagante burocrazia e, attraverso l’armonizzazione, a eliminare gli ostacoli che si frappongono al settore turistico. Dobbiamo porci l’obiettivo di impiegare al meglio le risorse disponibili e valorizzare tutte le opportunità per creare sinergie, allo scopo di accrescere la competitività dell’UE nel mondo e creare nuovi posti di lavoro.
In tale contesto, un primo passo significativo consisterebbe nel semplificare le procedure di ottenimento del visto e ridurre i costi dei visti turistici all’interno dei paesi dell’UE.
Esorto infine l’UE ad approvare standard qualitativi uniformi per le strutture alberghiere in Europa, onde aumentare la trasparenza e, nel contempo, rafforzare i diritti dei consumatori. Ciò non deve tuttavia tradursi in un abbassamento delle norme nazionali, bensì rappresentare un segnale importante per i consumatori. L’UE deve valorizzare le possibilità di cui dispone per sostenere attivamente i singoli Stati membri in questo contesto, senza tuttavia porre in questione le competenze nazionali esistenti.