Presidente. − L’ordine del giorno recala la relazione di Jan Mulder, a nome della commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale sulla proposta di regolamento del Consiglio recante modifica del regolamento (CE) n. 1782/2003 che stabilisce norme comuni relative ai regimi di sostegno diretto nell’ambito della politica agricola comune e istituisce taluni regimi di sostegno a favore degli agricoltori e del regolamento (CE) n. 1698/2005 sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) [COM(2007)0484 – C6-0283/2007 – 2007/0177(CNS)] (A6-0470/2007).
Mariann Fischer Boel, Membro della Commissione. − (EN) Signora Presidente, vorrei iniziare ringraziando il Parlamento per gli sforzi profusi per questa relazione e, naturalmente, in particolare il relatore Mulder e i membri della commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale.
So da varie consultazioni che l’onorevole Mulder segue da vicino questo argomento, e i miei servizi e io abbiamo valutato con attenzione i diversi emendamenti che sono stati proposti. Ho letto con grande interesse la relazione redatta dall’onorevole Mulder. Apprezzo veramente il forte impegno e il marcato interesse sia dell’onorevole Mulder, sia del Parlamento europeo sull’argomento. Apprezzo anche il sostegno più volte espresso dal relatore per la condizionalità nella sua relazione.
Come ho più volte dichiarato, questo sistema è giusto e necessario e deve restare così se vogliamo che la società appoggi i nostri pagamenti agricoli. So che siamo totalmente sulla stessa linea.
Potrei concordare in linea di massima con la motivazione che accompagna le modifiche proposte alla relazione. In particolare, posso condividere l’invito ad adottare il sistema più semplice possibile senza annacquarne l’efficacia. Penso che abbiamo soddisfatto in larga misura questo obiettivo con la proposta riguardante il sistema di controlli e di sanzioni. Naturalmente, abbiamo la possibilità e l’opportunità di proseguire questo lavoro nel controllo sanitario, un ambito in cui ci concentreremo soprattutto sulla portata dell’applicazione del sistema della condizionalità.
Per quanto riguarda gli emendamenti presentati alla nostra proposta di regolamento del Consiglio, dobbiamo tutti tenere presente che le discussioni in Consiglio sono state molto vivaci. La nostra proposta iniziale è evoluta e ora abbiamo un testo di compromesso concordato dalla Commissione che è il risultato di intense discussioni.
La Presidenza portoghese ha cercato, per quanto possibile, di fare in modo che le idee che avete sollevato nella preparazione della relazione trovino riscontro nel compromesso.
Per quanto riguarda le modifiche concrete alle disposizioni giuridiche che state proponendo, devo dire che non sono pertinenti rispetto al regolamento del Consiglio in discussione proprio ora: alcune riguardano le regole di controllo, di competenza della Commissione e, come ho detto, le nuove regole della Commissione saranno presto approvate definitivamente.
Penso che le principali preoccupazioni dell’onorevole Mulder siano state accettate, e questo è vero soprattutto per la maggiore flessibilità che gli Stati membri dovranno utilizzare per adattare il sistema di controllo alla loro organizzazione amministrativa. Abbiamo anche esteso di molto la possibilità di notifiche preventive di controllo.
Un’altra serie di proposte del Parlamento è stata discussa approfonditamente in sede di Consiglio e il compromesso rispecchia tutte le diverse opinioni. Si tratta della possibilità di eliminare la regola dei 10 mesi, (penso che fissare una data sia un’idea di gran lunga migliore), del seguito da dare ai casi di violazione della soglia minima (de minimis) e ai casi di violazione di minore entità, e dell’introduzione progressiva della piena condizionalità per i nuovi Stati membri che applicano il sistema semplificato. Vogliamo attenerci al presente testo di compromesso, che è stato negoziato così intensamente.
Infine, coglieremo l’opportunità di discutere della vostra proposta di prolungare il periodo di estensione del regime di pagamento unico per superficie (RPUS); potremo sfruttare questa opportunità nel quadro del dibattito sul controllo sanitario. Come potreste aver notato, personalmente la considero un’ottima idea.
Tornerò per i commenti finali.
Jan Mulder, relatore. – (NL) Signora Presidente, dopo l’intervento introduttivo della signora Commissario, non rimane molto da aggiungere, ma vorrei ad ogni modo illustrare più estensivamente la posizione della commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale.
Il primo elemento è la condizionalità. Non so come si chiami nelle altre lingue, ma in olandese abbiamo trovato un termine specifico. Si tratta di una parola conosciuta tra gli agricoltori. E noi infatti vi aderiamo, come ha appena detto la signora Commissario: si tratta di un aspetto essenziale della produzione agricola e riteniamo che sia difendibile, in quanto fissa i requisiti per la produzione agricola che vanno oltre quanto è necessario affinché i prodotti agricoli siano considerati idonei al consumo umano. Superiamo siffatta soglia con ogni sorta di direttiva: la direttiva sull’avifauna e sugli habitat, le direttive ambientali, la direttiva sulle norme per il benessere animale, eccetera.
Nel quadro generale la questione principale è la seguente: che forma devono assumere i controlli? Per quanto concerne questo elemento, credo che con l’incalzare delle riforme sarà essenziale raccogliere un sostegno diffuso e garantire che gli agricoltori comprendano il sistema della condizionalità. Se i metodi sono eccessivamente burocratici, come sono al momento, non favoriremo questo aspetto. Allora cosa possiamo cambiare in questo ambito?
In primo luogo vi sono troppe agenzie preposte ai controlli nei singoli Stati membri al momento e oltretutto esse conducono le ispezioni in più giornate diverse. Siamo convinti, come indicato nella relazione, che il numero di tali agenzie deve essere tenuto al minimo, che anche i controlli debbano essere effettuati in un solo giorno e che all’agricoltore debba essere dato un preavviso ragionevole prima dell’ispezione. Il periodo di preavviso sarà deciso nel voto di oggi.
Riteniamo inoltre che ci debba essere una disposizione de minimis per le infrazioni lievi, quelle meno gravi: le autorità non devono adottare un atteggiamento eccessivamente duro in questi casi. Non si possono trovare difetti in tutto ed inoltre gli agricoltori non devono mai essere sanzionati due volte per un fatto che rientra sia nel diritto comunitario che nel diritto nazionale. In questo modo sarebbero due le multe da pagare e ovviamente noi siamo del tutto contrari.
Un punto importante della relazione – e credo che la Commissione sia a favore anche di questo – è che moltissimi elementi che vengono controllati dalle autorità nell’ambito della condizionalità vengono altresì controllati dal comparto privato. Perché devono esserci due sistemi di ispezione? Perché, se il comparto effettua tali controlli, le autorità pubbliche non li accettano e continuano a predisporre controlli periodici? Se dovesse essere accertata l’idoneità, non sarebbe necessario ripeterli nelle aziende agricole. La differenza sarebbe enorme, anche dalla prospettiva degli agricoltori. Credo che potrebbe essere un’eccellente forma di cooperazione con il comparto privato.
Rivolgendomi alla Commissione e al Consiglio, devo dire che nel frattempo abbiamo raggiunto un accordo sull’abolizione della norma dei 10 mesi. Credo che il termine per la presentazione delle domande negli Stati membri sia una data di riferimento per l’applicazione del sostegno.
Noi della commissione per l’agricoltura riteniamo sia ragionevole che anche agli Stati membri sia concesso più tempo per adattarsi e abbiamo affermato che, se alla fine otterranno il pagamento pieno del sostegno agricolo, dovranno altresì rispettare pienamente le norme sulla condizionalità. Non sappiamo come sarà il sistema futuro, ma sappiamo bene che al momento i costi sono esorbitanti.
La Commissione potrebbe forse stilare un preventivo di massima sul costo di attuazione in ciascuno Stato membro insieme ad un raffronto per Stato membro e rispetto alla spesa complessiva della condizionalità? Questo studio potrebbe inoltre presentare ulteriori opzioni sulle modalità per realizzare dei risparmi attraverso la cooperazione con il comparto privato.
Ad un primo sguardo attualmente sono 18 le direttive cui gli agricoltori devono uniformarsi per evitare tagli ai sussidi per il reddito. E ce ne potrebbero essere altre. Ad esempio, è in via di preparazione una direttiva sui terreni. La Commissione dovrebbe studiare la possibilità di ridurre il numero di normative, e in proposito me ne viene in mente una o due.
E’ ridicolo che al momento viga una direttiva sui nitrati e una sulle acque di superficie. Quest’ultima prevede che il livello di nitrati nell’acqua di superficie non debba superare i 50 mg per litro (il superamento comporta delle sanzioni), mentre l’altra stabilisce a 1,7 i capi di allevamento per ettaro. Basta una direttiva, non tutte e due. E’ troppo per poterne ricavare un beneficio. Una delle due deve essere abolita e per me dovrebbe essere abrogata la direttiva sui nitrati.
Mairead McGuinness, a nome del gruppo PPE-DE. – (EN) Signora Presidente, vorrei ringraziare il Commissario per i suoi commenti di questa mattina e anche l’onorevole Mulder per la sua collaborazione a questa relazione.
La scorsa settimana un programma televisivo su RTE (che una volta curavo e presentavo) pose questa semplicissima domanda: “Quanti ispettori servono per ispezionare un’azienda agricola?”. Nel caso di un agricoltore, Eamon Healy di Redcross, Contea di Wicklow, sono servite sette ispezioni e nove ispettori in tre mesi per la sua azienda agricola! E penso che, in base a qualunque standard, un tale livello di ispezione sia eccessivo e alquanto sgradito in un’azienda agricola attiva e impegnata. Penso che questo la dica lunga sull’esigenza di cambiare radicalmente il modo di eseguire le nostre verifiche di condizionalità sulle aziende agricole e anche sull’esigenza di snellire, come ha detto l’onorevole Mulder, gli svariati tipi di ispezione, sia che siano previsti dallo Stato membro o dal settore privato, sia che siano previsti dall’UE.
Il 68% circa dei casi di mancata conformità sono considerati minori, tuttavia vanno incontro a sanzioni, e ritengo che sia necessaria una certa flessibilità in questo ambito. Credo che non si debba imporre alcuna sanzione inferiore a 250 euro. So che la Commissione ha idee diverse, ma spero che si persuada della bontà delle nostre argomentazioni.
Oltre il 70% dei casi riguardano la perdita di un marchio auricolare o qualche problema di minore entità relativo all’identificazione, senza problemi o rischi per la salute umana o animale: penso che serva maggiore flessibilità su su specifico punto. Dobbiamo essere proporzionati. Penso che occorra dare agli agricoltori un preavviso. Molti lavorano a tempo parziale e concedere loro un preavviso consente di programmare un’ispezione. Non possono comunque cambiare molto nell’azienda in un breve lasso di tempo.
Pertanto penso che dobbiamo essere pratici. Ho molti dubbi che Eamon Healy, l’agricoltore che ho appena menzionato, sappia della nostra discussione di questa mattina. Non penso che sia in contatto o stia ascoltando. Ma so che sarà impaziente di scoprire l’esito dei nostri lavori e del nostro voto. Non vuole che sette ispezioni o nove ispettori arrivino nella sua azienda nel giro di tre mesi e ci sta dicendo che dobbiamo semplificare il nostro modo di lavorare. Penso che è per lui e per altri agricoltori che dobbiamo proseguire la nostra opera.
Bernadette Bourzai, a nome del gruppo PSE. – (FR) Signora Presidente, onorevoli colleghi, prima di tutto porgo i miei ringraziamenti e le mie congratulazioni all’onorevole Mulder per il lavoro che ha svolto, ma anche per la metodologia che ha adottato e per le varie consultazioni che ha tenuto.
La sua relazione sull’attuazione dell’osservanza reciproca per gli aiuti all’agricoltura ha riconosciuto l’esistenza di una fase iniziale nell’applicazione di questo sistema assai complesso. L’obiettivo è quello di incrementarne l’accettazione da parte degli attori principali. Il documento raccomanda che sia operata una distinzione tra le questioni riconducibili al quadro comunitario e quelle che afferiscono all’attuazione nazionale. Il documento sottolinea l’importanza del principio di sussidiarietà, del fatto che le normative e le richieste siano commisurate ai rischi e alle necessità locali, ma anche l’importanza di un quadro comune atto a garantire un pari trattamento agli agricoltori europei.
Questo livello duale di norme ha reso estremamente difficile l’attuazione del sistema. Agli agricoltori sono state date informazioni insufficienti; i criteri di rischio sono stati applicati molto infrequentemente; il sistema di gestione, di controllo e di riduzione è troppo complicato; è stata data una considerazione insufficiente ai casi minori di non osservanza; gli indici di controllo non sono armonizzati e la questione della notifica preventiva dei controlli pone un problema.
Personalmente non intendo mettere il discussione lo spirito della condizionalità, che rappresenta una risposta alle legittime aspettative della società: il rispetto dell’ambiente, la tracciabilità, la sicurezza alimentare e la trasparenza. D’altro canto, mi preme enfatizzare il grande fardello costituito dalle normative, le difficoltà insite nell’attuazione pratica e la percezione negativa di parte degli agricoltori, i quali credono che siano messi in discussione la propria professionalità e il proprio know-how. Pertanto desidero mettere in luce la necessità di semplificazione.
Le proposte della Commissione mi hanno delusa perché sono molto limitate. Spero che siano accolte le proposte del Parlamento e che la Commissione presenterà dei suggerimenti più ambiziosi nel corso dell’Health Check.
Sottolineo che non sono affatto d’accordo sulla logica di compensazione secondo cui, a fronte delle severe condizioni sulla produzione (benessere animale, preoccupazioni ambientali, prassi veterinarie) alle quali sono soggetti, gli agricoltori europei debbano ricevere aiuti agricoli. Gli aiuti per l’agricoltura in una certa misura stabilirebbero un campo di regole comuni in relazione alla concorrenza con gli agricoltori dei paesi terzi che non devono sottostare alle stesse condizioni sulla produzione. Tuttavia, ritengo che sia proprio perché gli agricoltori ricevono aiuti pubblici che in cambio devono rispettare una serie di norme sulla produzione. Deve esserci un contratto vero e proprio tra gli agricoltori e l’Unione europea. Dobbiamo in qualche modo passare dalla costrizione al contratto.
Sono pertanto lieta che il mio emendamento su questo punto sia stato adottato e che, quando l’agricoltore presenta la propria domanda individuale e dichiara l’area impiegata per fini agricoli, egli debba altresì impegnarsi ad ottemperare ai criteri in materia di salute pubblica, benessere animale e rispetto dell’ambiente.
Le riduzioni dei pagamenti devono essere diverse a seconda del caso specifico: se è considerato un fatto intenzionale oppure il frutto di negligenza. Ho insistito affinché la sanzione fosse proporzionata all’importanza della sfera di attività colpita dal mancato rispetto dell’azienda agricola, in particolare in presenza di colture miste e di allevamento.
Gli agricoltori dei diversi Stati membri devono altresì essere obbligati ad osservare le medesime norme ed è pertanto importante garantire una trasposizione armoniosa degli obblighi di gestione stabiliti nelle direttive. Sono inoltre a favore delle misure di adattamento per i nuovi paesi membri.
D’altro canto, benché sostenga l’introduzione di una soglia oltre la quale lo Stato membro può decidere di non applicare alcuna riduzione degli aiuti diretti, la soglia de minimis, mi oppongo totalmente all’innalzamento di tale soglia a 250 euro, come proposto nell’emendamento n. 16. In tal caso la maggior parte delle violazioni che comportano la riduzione degli aiuti non sarebbe sanzionata e il sistema di condizionalità per gli aiuti non avrebbe senso. Vi chiedo quindi di sostenere l’emendamento n. 31 dell’onorevole Mulder in cui si propone una soglia di 100 euro, un compromesso che potrebbe essere accettato da tutti.
Nathalie Griesbeck, a nome del gruppo ALDE. – (FR) Signora Presidente, signora Commissario, anch’io oggi desidero ringraziare il collega, l’onorevole Mulder, per la sua relazione e per la sua metodologia. Sono lieta che il Parlamento stia esaminando i meccanismi di condizionalità per gli aiuti nell’ambito della PAC, che dalla grande riforma del 2003 hanno mostrato i limiti di un sistema le cui norme sono spesso eccessivamente pignole e hanno trasformato gli agricoltori in una sorta di funzionari ad hoc nell’ambito dell’amministrazione europea, quando in realtà essi svolgono una missione essenziale per l’uomo: ci nutrono.
La riforma del 2003 è un inconfondibile passo in avanti teso ad aiutare il comparto agricolo a proteggere l’ambiente e la salute, ed era in questo spirito che nel 2005 votammo a favore del nuovo regolamento FEARS in sostituzione della sezione FEAOG – garanzia.
Oggi prendo parte al dibattito in veste di relatrice permanente sui Fondi strutturali della commissione per i bilanci al fine di enfatizzare – come molti colleghi – quanto sia importante ridurre l’eccesso di burocrazia nella gestione di questi fondi. Per quanto concerne il bilancio, prima di tutto, ritengo fondamentale che tutti gli attori nell’ambito dell’economia agricola e dello sviluppo rurale, i primi garanti della tutela ambientale, riducano i carichi amministrativi inutili in modo da potersi concentrare sulla loro attività principale, ossia continuare a realizzare l’agricoltura di qualità che ci aspettiamo, che è anche un’agricoltura eco-compatibile.
In secondo luogo, vorrei anche che i controlli vertessero su due questioni che sono estremamente utili a garantire un rapporto adeguato tra costi e profitti. Ritengo sia cruciale che le norme da noi elaborate non ostacolino l’impiego dei crediti disponibili per cui lottiamo così tenacemente in ogni tornata negoziale con gli Stati membri in seno al Consiglio. Non è normale assistere ad un tale sotto-utilizzo degli stanziamenti alla fine del 2007.
Di conseguenza, intendo votare a favore di tutti questi provvedimenti nella misura in cui essi puntano a ridurre il carico amministrativo.
Janusz Wojciechowski, a nome del gruppo UEN. – (PL) Signora Presidente, a nome del gruppo Unione per l’Europa delle nazioni, esprimo il nostro sostegno all’onorevole Mulder. La preoccupazione che soggiace alla relazione è stata quella di assicurare che il principio dell’osservanza congiunta e i controlli correlati non penalizzino ingiustificatamente gli agricoltori.
L’agricoltura non è semplicemente una delle tante attività economiche. Ha un ruolo sociale specifico. I pagamenti condizionati al soddisfacimento di molti obblighi di natura ambientale oltre ad essere positivi per gli agricoltori sono altresì positivi per l’intera società. L’ampio ruolo sociale dei pagamenti deve essere costantemente messo in luce. Un settore significativo della società non è consapevole di questo ruolo che quindi deve essere spiegato.
Desidero ribadire un punto importantissimo. Noi richiediamo ai nostri agricoltori di uniformarsi al principio di condizionalità. Imponiamo loro delle condizioni e dovremmo imporre le stesse condizioni ai soggetti che esportano i loro prodotti agricoli in Europa. In particolare, gli obblighi sul benessere animale devono essere fatti gravare su tutte le importazioni senza eccezione alcuna. Dobbiamo farlo in nome degli interessi economici ed umanitari.
Friedrich-Wilhelm Graefe zu Baringdorf, a nome del gruppo Verts/ALE. – (DE) Signora Presidente, signora Commissario, prima di tutto desidero esprimere un ringraziamento al relatore, che sicuramente si è molto speso, anche se la commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale non ha adottato tutte le sue proposte. E me ne dolgo. Non intendo scendere nei dettagli adesso, ma voglio solo dire in termini generali che il requisito obbligatorio è ovviamente l’osservanza della legge. La nuova caratteristica, dopo l’abolizione del collegamento tra i volumi di produzione e gli aiuti, è che il rispetto della legge ora costituisce il fondamento per il pagamento dei premi.
Coloro che non percepiscono premi non subiscono alcun taglio. Gli agricoltori devono solo astenersi dal presentare richiesta. Tuttavia, rimane l’obbligo di rispettare la legge. Onorevole McGuinness, quando cita le sette ispezioni e i nove ispettori – o viceversa – dovrebbe puntare i suoi strali verso il suo governo nazionale, in quanto spetta agli Stati membri determinare le modalità di conduzione delle ispezioni e, se se non esiste un coordinamento in quanto la responsabilità di attuare determinate leggi ricade su diversi organismi amministrativi, ogni autorità invia i propri ispettori separatamente, imponendo quindi infiniti fardelli agli agricoltori. Non si tratta di una questione di spettanza comunitaria, essa attiene invece al livello del governo nazionale. Una volta sciolto questo nodo, tutto procederà bene.
Credo che sia urgente introdurre condizioni su questi fondi. Al congresso ho sentito dire che si tratta di fondi degli agricoltori. No, non sono degli agricoltori: sono stanziati agli agricoltori. Non vorrei essere frainteso: è giusto concedere queste risorse, ma è anche giusto che la società si aspetti che siano dati a chi ottempera a determinate condizioni.
Anch’io ho appena avuto un’ispezione. Sono venute due persone dopo aver preannunciato la loro visita. Benché non mi abbiano consentito di scegliere l’ora, mi hanno avvertito in anticipo; sono arrivati puntuali e tutto è andato bene. Ovviamente, signora Commissario, queste ispezioni devono essere usate anche per sviluppare un servizio di consulenza per aiutare gli agricoltori, informandoli sulle modalità migliori per rispettare la legge e per applicarla nell’ambito delle aziende agricole.
Questo elemento, come sapete, era stato introdotto tempo fa su iniziativa del Parlamento, quindi la possibilità esiste. Vi chiedo di renderlo vincolante per gli Stati membri in modo da poter compiere un altro passo avanti.
Jacky Hénin, a nome del gruppo GUE/NGL. – (FR) Signora Presidente, onorevoli colleghi, teoricamente la politica agricola comune era tesa a garantire la sicurezza alimentare, la stabilità nella produzione comunitaria ed i prezzi, oltre ad un reddito decoroso per tutti gli agricoltori. Purtroppo, nel nome del dogma della concorrenza selvaggia, la PAC 2003 e il sistema di scorporo degli aiuti costituiscono un altro passo verso l’abbandono degli obiettivi, benché essi siano vitali per le componenti europee.
Gli stanziamenti individuali di risorse contribuiscono ad accentuare le gravi difficoltà in cui versano settori come quello del vino, del latte, della barbabietola e l’ortofrutticolo. Il principio della condizionalità con le norme ambientali cui sono soggetti gli stanziamenti non è null’altro che un trucco architettato per vendere questa riforma ai boemi, i quali si spacciano per ambientalisti solo perché è di moda. Come si può pensare che sia possibile incrementare la protezione ambientale stimolando la concorrenza nel comparto ambientale e al contempo abbassando i prezzi dei generi alimentari? I due requisiti si escludono a vicenda: è impossibile coniugare costi di produzione più bassi con un incremento delle normative ambientali.
Allo stesso modo, la conseguenza intermedia dello scorporo dei premi per il mantenimento delle mucche da latte sarebbe la comparsa dei prati che assorbono naturalmente il carbonio; i prati infatti sono particolarmente efficaci per contrastare le emissioni di gas ad effetto serra.
Per proteggere il pianeta e per mantenere la produzione di qualità del manzo europeo bisogna respingere lo scorporo. In un contesto più generale in effetti occorre un’altra politica agricola.
Jeffrey Titford, a nome del gruppo IND/DEM. - (EN) Signora Presidente, la motivazione del relatore è istruttiva in quanto descrive la condizionalità come una condizione per la continuazione del sostegno pubblico, e ci dice che gli agricoltori ora vengono pagati per “il rispetto della legislazione comunitaria nei settori ambientale, pubblico, fitosanitario e della salute e del benessere degli animali”. Dichiara inoltre che tali regolamenti sono molto severi rispetto agli standard del resto del mondo.
Questo riassume con precisione ciò che non va nell’atteggiamento dell’UE nei confronti dell’agricoltura, con un aggressivo meccanismo di regolamentazione che distoglie gli agricoltori dal loro naturale ambito di produzione del cibo e li trasforma in guardiani dell’ambiente, ovvero li dirige verso ciò che questa relazione chiama politica di sviluppo rurale, il che aumenta considerevolmente i loro costi e riduce la produzione. Un altro suo effetto è stato quello di mettere gli agricoltori in concorrenza diretta per i finanziamenti con enti come i parchi nazionali e le riserve naturali, che non sarebbero i loro concorrenti naturali.
Sono cosciente del fatto che l’intento di questa proposta è semplificare la condizionalità, perché si ammette apertamente che ha creato un pesante onere burocratico da rispettare per gli agricoltori e per gli Stati membri. A mio parere è stata una cattiva idea fin dall’inizio, e semplificarla equivale ad metterci semplicemente un cerotto, non a curarla. Come al solito, nel gergo dell’UE, “semplificazione” significa maggiore standardizzazione e maggiore controllo da parte della Commissione. Ancola una volta, le grandi differenze inerenti all’agricoltura nella grande diversità climatica prevalente nell’UE non si prestano a una tale standardizzazione. Questa relazione divulga entusiasticamente l’opinione secondo cui la condizionalità è un importante strumento per giustificare il sostegno pubblico agli agricoltori . Dubito persino che l’un per cento dell’opinione pubblica abbia mai sentito parlare di condizionalità, senza pretendere che ne conosca il significato. Per una vera semplificazione, eliminiamo del tutto la condizionalità e lasciamo che gli agricoltori continuino a fare ciò che sanno fare meglio, ovvero coltivare la terra e allevare animali.
Jim Allister (NI). - (EN) Signora Presidente, gli agricoltori non sono persone irragionevoli, né, di solito, disoneste, ma la condizionalità li tratta spesso in modo sleale, prevedendo pene sproporzionate per infrazioni di scarsa rilevanza e ispezioni senza preavviso. E’ stato detto che il 68% di tutti i casi di inosservanza sono classificati come scarsamente rilevanti, ma le sanzioni imposte sono troppo spesso, per un agricoltore in difficoltà, pressoché disastrose. La disparità nella gestione della condizionalità tra un paese e un altro aggrava il risentimento che ha creato in alcuni.
Nella circoscrizione dell’Irlanda del Nord, abbiamo avuto un problema con campi doppi, derivanti dal nostro sistema detto “conacre”. Invece di una ricerca pragmatica di una soluzione, abbiamo ottenuto una pesante rigidità. Gran parte della colpa va data al locale Ministero dell’agricoltura, ma questo e Bruxelles avrebbero potuto fare di più per risolvere quel problema. Perciò, proseguendo, il mio appello è certamente a favore della semplificazione e della flessibilità, e di una buona dose di buon senso vecchia maniera che rimpiazzi l’inflessibilità di alcuni mandarini troppo zelanti.
James Nicholson (PPE-DE). - (EN) Signora Presidente, prima di tutto vorrei esprimere il mio sostegno per la relazione odierna e congratularmi con il relatore per il suo lavoro.
La condizionalità e il modo in cui viene attuata a livello di Stati membri hanno un’importanza cruciale. Non dobbiamo permettere che ognuno (e che ogni Stato membro) la interpretino come meglio credono. Se ascoltate ciò che hanno dichiarato gli onorevoli McGuinness e Graefe zu Baringdorf questa mattina, si nota la differenza di interpretazione dei diversi Stati membri. Dobbiamo interpretarla correttamente a livello di Stato membro, e dobbiamo insistere che ognuno di essi attui questa direttiva nel modo giusto e corretto in tutti gli Stati membri.
Gli agricoltori hanno bisogno di meno ispezioni, non di più. Quando c’è un’ispezione, si deve dare un sufficiente preavviso prima del suo arrivo. E’ una pazzia, a mio parere, multare ogni agricoltore per dettagli insignificanti, ma questo sta già avvenendo. Occorre concedere agli agricoltori un congruo periodo di tempo per correggere eventuali problemi riscontrati, non basta dir loro che sono inadempienti e che saranno sanzionati. Vi è un grande bisogno di ridurre la burocrazia e le sue pastoie in agricoltura. La condizionalità non deve diventare un sistema che consenta di sanzionare e sorvegliare gli agricoltori. Dovremmo essere al fiacno degli agricoltori per aiutarli e offrire loro consigli su come migliorare le procedure. La condizionalità potrebbe essere una forza positiva, e coloro che ispezionano devono avere effettuato un addestramento chiaro e adeguato, oltre a conoscere bene i propri compiti.
Sì, l’onorevole Graefe zu Baringdorf ha ragione. La mia azienda agricola è stata oggetto di un’ispezione durata sette ore. L’unica cosa scorretta che hanno trovato era che una piccola parte non era più considerata terreno arabile e avevamo costruito un pollaio senza informarli. Ora, veramente una svista così piccola, ovvero costruire un pollaio nella propria azienda senza informare gli ispettori entro 12 mesi, non penso sia qualcosa per cui dovremmo essere sanzionati. Dovrebbe essere concesso di correggere questa situazione il prima possibile.
Francesco Ferrari (ALDE). - Signor Presidente, onorevoli colleghi, signora Commissaria, considero la relazione del collega Mulder un ottimo sforzo per migliorare la politica agricola in Europa.
Il tema dell’agricoltura coinvolge sempre maggiori interessi in Europa. Considerato che la metà della superficie dell’Unione europea è adibita all’agricoltura, ritengo che la condizionalità rappresenti uno dei segnali politici più importanti in termini di esplicitazione della volontà di confermare il sostegno al settore agricolo, subordinando tale sostegno al rispetto delle tematiche ambientali. Mi piace sottolineare il senso comunicativo di questo provvedimento nei confronti dei cittadini consumatori, ritenendolo un modo molto importante per la sensibilizzazione su un tema attuale come la protezione dell’ambiente.
Condivido gli sforzi del relatore tesi a semplificare la condizionalità, ritengo infatti che sia improduttivo oberare gli agricoltori di eccessivi sforzi per adeguarsi alla legislazione. Con l’introduzione di nuovi argomenti come il cambiamento climatico, le bioenergie, le risorse idriche e la gestione del rischio, la Commissione ha mostrato di voler fare qualche passo in avanti, anche se resta ancora in parte ambiguo il modo in cui si tratta la condizionalità, se si limita ad indicare una generica esigenza di semplificazione senza chiarire obiettivi e modalità di applicazione.
Elementi come la semplificazione, la deregolamentazione e – aggiungo io – la trasparenza devono infatti essere sempre alla base di qualsiasi iniziativa che provenga dall’Unione europea. Mi fermo qui – ma signora Commissaria, so che dieci giorni fa è stata a Brescia, credo nella mia provincia e, anche se qui sul problema è un po’ fuori luogo, però ha potuto assaggiare i vini e i prodotti tipici di Brescia – e credo che non aggiungere lo zucchero al vino significa anche dare alla qualità un giusto equilibrio, un giusto premio a chi produce.
Seán Ó Neachtain (UEN). – (GA) Signora Presidente, deve essere dato un sostegno comunitario garantito agli agricoltori nell’ambito della politica agricola comune per il periodo dal 2007 al 2013. Pertanto non posso accettare che la Commissione tenti di ridimensionare siffatta garanzia mediante il recentemente annunciato “Health Check”. La Commissione sta cercando di tagliare l’importo dei pagamenti diretti agli agricoltori, riducendoli di oltre il 13 per cento. Questa violazione della garanzia, a mio parere, è inammissibile, in quanto gli agricoltori hanno stipulato accordi distinti per questo periodo e non sarebbe giusto ritoccarli.
Per quanto concerne gli standard, mi preme enfatizzare che, se devono essere attuati in tutta l’UE, devono applicarsi in maniera equa anche ai generi alimentari importati – e gli agricoltori di tutta Europa non devono essere soggetti a controlli inutili.
Dovremmo esaminare le norme che si applicano ai generi alimentari di cui consentiamo l’importazione in Europa e la Commissione dovrebbe intervenire invece di vessare gli agricoltori, che fanno del proprio meglio in tutte le parti d’Europa, il che comprende certamente anche il mio paese, l’Irlanda.
Maria Petre (PPE-DE). – (RO) Signora Presidente, innanzi tutto desidero congratularmi con i colleghi, con i relatori e con i relatori ombra, i quali hanno intrapreso la difficile missione di presentarci un pacchetto di emendamenti complessi che sono essenziali per il futuro della politica agricola comune.
Ovviamente le numerosissime normative e direttive europee che gli agricoltori sono tenuti ad osservare rendono più difficile l’accesso ai programmi di aiuto per questi soggetti. Le norme sul sistema di pagamento unico devono essere semplificate in relazione alla condizionalità. La base giuridica consente l’applicazione della norma de minimis per la riduzione dei pagamenti nonché per le esenzioni dalla riduzione in caso di infrazioni lievi.
Minori obblighi burocratici, ispezioni armonizzate, accorpamento di ispezioni, compreso il livello comunitario, e pagamenti puntuali migliorerebbero l’assistenza complessiva prestata agli agricoltori, innalzando quindi l’efficienza della politica agricola comune.
E’ altresì necessario fornire assistenza per preparare le ispezioni che, a mio avviso, devono essere preannunciate, devono avere una durata limitata e devono essere condotte da funzionari debitamente formati.
Infine, nel caso della Bulgaria e della Romania, come nuovi paesi membri, ritengo opportuna l’estensione della natura opzionale degli articoli 3, 4, 6, 7 e 9 fino al 2013 per quanto concerne le disposizioni di questi articoli in materia di obblighi di legge per le materie amministrative.
Czesław Adam Siekierski (PPE-DE). – (PL) Signora Presidente, signora Commissario, tutti i tipi di attività e di produzione agricola dovrebbero ottemperare agli obblighi in materia di tutela ambientale, sicurezza, qualità e benessere animale e la relazione dell’onorevole Mulder contiene importanti disposizioni in merito.
Mi preme di attirare l’attenzione della signora Commissario su quattro emendamenti, ossia gli emendamenti nn. 19, 26, 27 e 29. Se si vuole attuare debitamente il sistema di condizionalità nei nuovi paesi membri, rispondendo al contempo alle aspettative della società, l’introduzione deve essere graduale.
La serie completa di obblighi deve entrare in vigore in questi paesi solo nel 2013, quando essi cominceranno a percepire appieno i pagamenti diretti. Dobbiamo tenere presente che la prospettiva finanziaria 2007-2013 prevede in effetti delle risorse per consentire alle aziende agricole di adattarsi e di investire. Signora Commissario, gli obblighi e le norme imposti ai nostri agricoltori sono più severi di quelle dei paesi terzi. Dobbiamo sostenere i nostri agricoltori e proteggerli dalla concorrenza sleale. I prodotti importati devono pertanto ottemperare alle stesse norme sui processi produttivi che vengono applicate ai prodotti europei.
Mariann Fischer Boel, Membro della Commissione. − (EN) Signora Presidente, vorrei ringraziare sentitamente i deputati per tutto il loro contributo a questa discussione.
Saprete che ridurre le pastoie burocratiche e semplificare le cose sono stati obiettivi in cima all’agenda di questa Commissione fin dalla sua nascita. E’ per questo che, quando abbiamo avviato questa discussione sulla condizionalità, abbiamo commissionato alla Rambøll Management una relazione sulla semplificazione della PAC legata nella specifica ottica della condizionalità. Si tratta di uno studio limitato che riguarda soltanto cinque diversi Stati membri, ma è molto interessante e ve ne fornirò una copia.
Esso dimostra, come sostiene correttamente l’onorevole Graefe zu Baringdorf, che vi è una grande differenza tra gli Stati membri. Il modo in cui viene attuato il sistema della condizionalità negli Stati membri varia. Perciò, come è stato giustamente osservato, il ruolo del sistema di consulenza è di cruciale importanza.
Penso che dovremmo utilizzare questo studio per ulteriori discussioni, nel quadro dei controlli sanitari, in merito a ciò che possiamo fare per semplificare il sistema della condizionalità senza annacquare le idee su cui si fonda.
E’ un primo passo, assieme al dibattito in Consiglio e alla relazione Mulder, ma non è l’ultimo. Proseguiamo con i controlli sanitari per vedere cosa si può fare e sfruttiamo tutte le informazioni a nostra disposizione. Varrà la pena esaminare questa relazione per vedere cosa è possibile fare, cosa possono fare gli Stati membri, e come possono gli Stati membri definire le migliori prassi discutendo tra loro per giungere a una soluzione che garantisca parità di condizioni.
Grazie per la discussione. Sono sicuro che torneremo su questa materia.
Dichiarazioni scritte (articolo 142)
Witold Tomczak (IND/DEM), per iscritto. – (PL) Accolgo con favore il rinvio dei costosi obblighi afferenti alla condizionalità per i nuovi Stati membri (i cosiddetti nuovi 10). Si tratta di una misura assolutamente fondata. Questi paesi infatti non ricevono ancora i pagamenti diretti pieni e già fanno la parte del leone nella spesa agricola complessiva nell’Unione europea.
Accolgo con favore anche l’estensione della possibilità per i nuovi Stati membri di beneficiare dell’area unica dei pagamenti (SEPA) dal 2010 al 2013. In questo modo si eviterà di infliggere un fardello pesante e superfluo ai nuovi paesi membri in relazione al sistema unico dei pagamenti (SPS).
Si tratta di una mossa nella giusta direzione, ma non dobbiamo permettere che offuschi la grave situazione in cui verte la distribuzione delle risorse tra i vecchi e i nuovi Stati membri. Secondo le ultime informazioni disponibili, a partire dal 2005, i nuovi Stati membri hanno ricevuto 1,5 miliardi di euro in pagamenti diretti, 21 volte in meno rispetto ai vecchi quindici. I beneficiari però hanno ricevuto solo 2,4 volte meno (2 milioni di euro e 4,9 milioni di euro rispettivamente). Queste differenze enormi si rispecchiano altresì nei pagamenti medi per beneficiario. Per i nuovi Stati membri sono stati di 723 euro, mentre per i vecchi quindici sono stati di 6 327 euro, quasi nove volte di più!
La continua discriminazione contro i nuovi paesi membri è nociva per gli agricoltori di questi paesi. Essa inoltre chiama in causa lo spirito stesso della politica agricola comune e lo sviluppo dell’agricoltura in tutta l’Unione europea.
(La seduta, sospesa alle 11.25, è ripresa alle 11.30)