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Procedura : 2004/0203(COD)
Ciclo di vita in Aula
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Testi presentati :

A6-0453/2007

Discussioni :

PV 11/12/2007 - 21
CRE 11/12/2007 - 21

Votazioni :

PV 12/12/2007 - 3.10
Dichiarazioni di voto
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P6_TA(2007)0609

Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 12 dicembre 2007 - Strasburgo Edizione GU

7. Dichiarazioni di voto
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Dichiarazioni di voto orali

 
  
  

- Relazione: Adriana Poli Bortone (A6-0464/2007)

 
  
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  Renate Sommer (PPE-DE).- (DE) Signora Presidente, oggi abbiamo finalmente assistito all’introduzionedi un periodo di transizioneper le indicazioni nutrizionali e sulla salute attualmente fornite sui prodotti alimentari destinati ai bambini. La Commissionese n’era dimenticatae aveva cercato di addossare la responsabilità al Parlamento. Le abbiamo impedito di farlo. Abbiamo obbligato la Commissionea fare una dichiarazioneche riconosce la necessitàdi introdurreperiodi di transizioneper le indicazioni sulla salutee sullo sviluppo dei bambini. Il solo problema, però, è dato dalla distorsione della concorrenza generata dal perdurante rifiutodella Commissionedi presentareuna propostaa questo fine. Alcuni prodotti sono già stati ritirati dal mercatoperché nel frattempo è entrato in vigore il regolamento. Da parte della Commissione, si è trattato di un lavoro veramente mal fatto.

Inoltre, ho presentato a nome del mio gruppo una proposta per la cancellazione dell’articolo 4. Si è trattato di una dimostrazione politica. Confermiamo la nostra opinioneper cui questo regolamento è privo di senso:nonè possibile elaborare profilinutrizionali per tutti gli alimenti. Circa la metà dei membri di quest’Assemblea condivide il nostro parere. L’AESA, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, ha ora dichiaratodi non poter ritenersi in grado di attribuire profili nutrizionalia tutti i prodotti. Un esempio di sciocchezza burocratica, una norma del tutto superflua!

 
  
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  Hannu Takkula (ALDE).- (FI) Signora Presidente, penso che siamolto importantecercare di averesui prodotti indicazioni sulla salute, ma è anche vero che dobbiamo garantire che sianoveritiere e basate sulla conoscenza. Non è correttoche una societàfabbrichi da sé ricercae informazioni “pubblicitarie”, come se questo bastasse a superare positivamente le questioni sulla salute. In altre parole, la ricerca e le informazioni devonoessere riconosciute comegiuste e corrette, e quindi affidabili.

E’ molto importantegarantire che le indicazioni di tipo nutrizionalee sanitariosiano corrette e che questo permetta anche a qualcuno di passare a una dieta più sana. Questo è importantespecialmente per i bambini e i giovani, in quanto siamo consapevoli dei seri problemiche si verificano attualmente in Europain relazione all’obesità, al diabete di tipo II e ad altre situazioni correlate. Dobbiamo accertarci che il valore nutrizionalesia buonoe che le indicazioni sulla salute siano veritiere.

 
  
  

– Relazione: Klaus-Heiner Lehne (A6-0453/2007)

 
  
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  Zuzana Roithová (PPE-DE).- (CS) Signora Presidente, ho votato controla relazionesulla liberalizzazionedel mercato secondariodei pezzi da ricambio. Siamo di fronte a una strategia incoerente.

Da un lato insistiamosulla necessità che l’industriaproduca automobiliche siano sempre più sicuree lottiamo contro la pirateria industriale. Tuttavia, in contraddizione con questoil Parlamentooggi ha legalizzato la produzionedi copiedi pezzi da ricambio, che, si suppone, dovrebbe abbassarne il prezzo. Ai consumatori, però, non sarà garantito un livello di sicurezza incondizionatoper i veicoli riparati. I sostenitori della liberalizzazione, che provengono essenzialmente dal Regno Unito, affermano che le piccole e medie imprese trarrebbero benefici da questa politica. La maggioranza delle copie di pezzi da ricambio brevettati vendute a basso prezzo, tuttavia,sono prodotte in Asia, non in Europa. Nonostante ciò, nei10 Stati membridoveil disegno grafico del prodotto non è ancora protetto, il costodei pezzi da ricambio è più alto del 7% rispetto agli altri 17, i quali continuanoa tutelare il disegno grafico del prodotto, così come fanno ilGiapponee altri paesi all’avanguardia dell’industria automobilistica. Vorrei attirare la vostra attenzionesul fatto che in caso di incidentetanto i conducenti quantoi pedoni saranno ora più a rischioa causa dell’uso di pezzi da ricambio non originalidi qualità inferiore. Questa direttiva è, purtroppo,un esempio di strategia incoerente da parte dell’UE.

 
  
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  Jan Březina (PPE-DE).- (CS) Signora Presidente, anche io vorrei esprimereil mio disaccordo sulla limitazione della protezione legaledel disegno grafico del prodottoper i pezzi da ricambio. Assistiamoa un livello senza precedenti di interferenze nel settore dei diritti industriali. Se vi sono abusidi posizioni di monopolioda parte dei titolari di diritti industriali, si possono applicare normali strumenti giuridici come un sistema di licenze obbligatorie. L’elaborazione di un disegno graficocomporta costi significativi, ed è per questo che lasua tutela è consigliabile anche da un punto di vista economico. La sua abolizione non porterebbealla liberalizzazionedel mercato dei pezzi da ricambiocome previsto dalla Commissione, ma con ogni probabilità a un incrementodel prezzo del prodotto finale. La reazione prevedibiledei produttorialla presenzadi operatori indipendentinel mercato dei pezzi da ricambiosarà quella di neutralizzarele loro perditealzando i prezzi. Altro motivo di preoccupazione è il fatto che il costo inferioredei pezzi da ricambio prodotti dagli operatori indipendentisignificherà livelli inferiori di sicurezza e qualità. Quello che veramente mi dà fastidioè che in ultima analisiil rischio peserà sul cliente.

 
  
  

– Relazione: Giuseppe Castiglione (A6-0477/2007)

 
  
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  Michl Ebner (PPE-DE).- (DE) Signora Presidente, desidero direche ho votato a favore della relazione Castiglione e che credo sia una relazione molto equilibrata, in particolarese teniamo presente il modo in cui è partita, con 800 emendamentipresentatiin seno alla commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale. Gli sforzi, sia del relatore siadi numerosi deputati,indubbiamente hanno dato fruttiin un settore irto di notevoli difficoltà; è assolutamente essenzialeda parte nostra dareai viticoltori la prospettiva di tempi migliori di fronte a loro.

Credo che questa relazione getti le fondamentaper il progresso, e spero che la Commissione europea, agendo nello spiritodei nuovi trattati, terrà nella debita considerazione(in totale considerazione, se mai sia possibile)le decisionidel Parlamento europeo.

 
  
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  Anja Weisgerber (PPE-DE).- (EN) Signora Presidente, il voto di oggisulla riforma del mercato vinicolocostituisce un successo clamorosoper il Parlamento europeo, per le varie regioni vinicolee per i diversi produttori di vino. Ad esempio, abbiamo potuto garantire che rimangaammissibileintegrare il vino col saccarosio. Il Parlamentoha anche bocciato i piani della Commissionedi emanare in questa fase norme che prescrivanola rimozione del divieto di nuove piantaturenel 2014. In questo casoabbiamo proposto una soluzione fattibile,in base alla qualeuna decisionesulla liberalizzazionenon sarà presafinché nel 2012 non sarà presentato uno studio. Anche in riferimento all’etichettaturadi singoli vini, abbiamo raggiunto un accordo che tiene in debito contoi vari sistemi di denominazione usati in Europa. Inoltre, siamo riusciti a incorporareuna clausola di salvaguardianei regolamenti sul mercato vinicoloche tutela iBocksbeutel, le bottiglie dalla forma caratteristicatipiche della mia regione natale,la Franconia.

Onorevoli colleghi, oggi abbiamo presentato un quadro molto equilibratoche costituirà una buona baseper i prossimi negoziatiin seno al Consiglio. Ora è a quest’organo che passa la palla; noi in Parlamento abbiamo fatto il nostro lavoro e l’abbiamo fatto anche molto bene.

 
  
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  Ryszard Czarnecki (UEN).- (PL)Signora Presidente, sono lieto che il Parlamento europeoabbia appoggiato la proposta dellacommissione per l’agricoltura, e in particolare l’emendamento presentato dai deputati polacchi che autorizzal’uso di denominazioni alla vendita quali“vino di frutta”, “vino di mele” o“vino di ribes”. Questi vini sono stati prodotti nel mio paese fin dal XIIIsecolo, quindi per quasi 800 anni,e sono felice che il Parlamento europeoabbia riconosciuto l’evidente realtà.

In conclusione, vorrei congratularmi con la Presidenteper la sua eccellentedirezione dei lavori, specialmente nella calda(e talvolta surriscaldata) atmosfera di oggi. Signora Presidente, le rendo omaggio come vera rappresentantedella scuola britannicadi comportamento parlamentare.

 
  
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  Armando Veneto (PPE-DE).- Signora Presidente, onorevoli colleghi, sul voto relativo all’organizzazione comune del mercato vitivinicolo, io desidero precisare che ho votato a favore dell’emendamento 294, presentato dall’onorevole Lavarra del PSE e del quale io sono cofirmatario, perché ritengo che sia un diritto del consumatore conoscere se il vino che beve è addizionato con il saccarosio e perché la tracciabilità dei prodotti ormai è un principio generale propugnato dall’Unione, non vedo quindi la ragione per escluderne l’applicabilità al settore vitivinicolo.

Per la stessa ragione, ho votato a favore dell’emendamento 310, presentato dal gruppo UEN, entrambi non incidono sul compromesso faticosamente raggiunto grazie all’impegno dell’onorevole Castiglione. Quanto infine alla diversa posizione che io ho assunto su queste questioni, rispetto al mio gruppo d’appartenenza, intendo precisare che dinanzi all’interesse del cittadino l’unica posizione politica alla quale mi sento di ubbidire è quella dell’adesione ad ogni proposta che tuteli le ragioni del cittadino quale che sia il gruppo dal quale essa provenga.

 
  
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  Danutė Budreikaitė (ALDE).(LT)La posizione della Commissionesul regolamento del Consiglioin merito all’organizzazione comune del mercato vitivinicolo effettua una discriminazione nei confronti di determinati paesi, in particolare i nuovi Stati membri.

Il progetto per la promozione dei viniUE nei paesi terziè concepito per stimolare il commercio, ma per qualche ragionesi dà il caso che sia collegato alle zone di vigneti sfruttati in precedenzae ai datisulla produzione media di vino negli ultimitre anni. La Commissionedesidera sostenerel’esportazione di vino e certe etichette. I produttori e gli esportatorinei paesi aiutatibeneficeranno di un vantaggio comparato. Il fatto che i produttori vinicoli in Lituania e in altri paesisenza vignetinon stiano ricevendo alcun sostegno è inaccettabile.

Io ho votato contro la relazione.

 
  
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  Zuzana Roithová (PPE-DE).- (CS) Ho sostenuto la riformadel mercato vinicolo, che migliorerà la qualitàe la competitivitàdei vini europei. Questo riguarda in primo luogol’Italia, dove i vignetiabusivi dovrebbero essereeradicatie i sussidi alla sovrapproduzionedi vini di bassa qualitàinterrotti. La riforma, tuttavia, non deve favorire i produttori dell’Europa del suda discapito di quelli dell’Europa del nord. Sono fermamente contrario a ogni eradicazionedi viti in Moravia, dove tutto quello che viene prodottoè consumato e dovela produzione tradizionale di vino riveste una grande importanza dal punto di vista sia culturale sia turistico. Mi oppongo a un divieto allo zuccheraggioin Europa orientaleche includa la Moravia, a meno che non sia vietata anche l’acidificazione del vino, praticata nei paesi del sud. Non capisco perché i viticoltori moravidovrebbero comprare un costoso mostodai paesi dell’Europa meridionale, solo per sostituire una tradizione di zuccheraggio vecchia di 200 anni, e così facendo cambiare ilgusto e l’aroma tradizionalidei loro vini di qualità. Questo è contrarioai principi della concorrenzanel mercato internoe non posso che dissentirne. Ringrazio quei colleghiche durante il tempo delle votazionici hanno sostenutofacendo prevalere il buon senso. La Commissionedovrà ora conformarsi.

 
  
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  Jan Březina (PPE-DE).- (CS) Abbiamo visto gli Statidell’Europa meridionalecaratterizzati da un forte settore vinicolodifendere con le unghie e coi dentila loro sovrapproduzione di vino. Nel frattempo, a causa dei sussidi eccessivi, i prezzi alribasso dei vini in eccedenza stanno espellendo dal mercato i vini di qualitàprovenienti da altri Stati membri. Mi oppongo al fatto che, mentrela Commissionetratta i dirigenti dell’industria vinicola europea coi guanti bianchi, paesi come la Repubblica cecasono trattaticon rigore e finanche con durezza. Come altrimenti interpretarela propostadi conservare l’uso frequentedel mosto nell’Europa del sud, vietando invece l’aggiunta di saccarosio. Pertanto sono molto lieto che ilParlamento abbia adottato un atteggiamento responsabile nei confronti della riformae vi abbia inserito un elementodi equità e parità di trattamento. Sostenendo l’aggiunta di saccarosio, il Parlamentoha avvantaggiatola Repubblica ceca, fra gli altri paesi, dimostrando la sua imparzialitàe la sua resistenzaalle influenzebasate su interessi nazionali confliggenti. Capisco che una riforma del mercato vinicolo sia necessaria. Non ho dubbi sugli obiettivi di fondo, piuttosto li ho sui modi in cui si vuole raggiungerli. Sottolineo l’importanzadi mantenere il principio della parità di trattamentoe di non discriminazione.

 
  
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  Hynek Fajmon (PPE-DE).- (CS) Signora Presidente, onorevoli colleghi, ho votato contro la relazione dell’onorevole Castiglione, così come hanno fattogli altri deputati cechiche appartengonoal partito civico – democratico ceco(ODS). Una riformaconsiderate in questi termininon arrecherebbe beneficio alcunoalla viticoltura ceca, morava o anche europea. Invece di liberalizzare e ridurrela regolamentazione e il fardello amministrativo, che sarebbe veramente di grande aiuto per il settore vinicolo, si registra una tendenza verso maggiori regolamentazioni, restrizioni e norme. La pianificazione a livello centralenon ha mai mostrato di dare risultati positivi, e non lo farà nel settore vinicolo. Questo è il motivo per cui non accordo il mio sostegno alla relazione.

 
  
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  Daniel Hannan (PPE-DE).- Signora Presidente, il mio distretto dell’Inghilterra del sud-estrappresenta la regione produttrice di vino a crescita più rapida inEuropa. In conseguenza del cambiamento climatico,è ormai coltivata a vite la più ampia superficie del suolo inglesedella storiadopo il regno di Enrico II, corrispondente all’ultimo periodo di riscaldamento climatico in Europa.

I viticoltori delle nostre conteenon si sono mai rivolti all’UE per sussidi. Il Kent e il Surrey, il Sussex e l’Hampshire, l’Oxfordshire, il Buckinghamshire e il Berkshire ospitano vignetiin grado di sostenersi commercialmente,che prosperano o falliscono in virtù della qualità del loro prodotto. Tuttavia il loro stesso success ora minaccia di danneggiarli in quanto si stanno avvicinando al limite di coltivazione commerciale consentito.

Dopo esser riusciti a restare fuori dal regime di regolamentazioni UE e sfuggire alle sovvenzioni, ora si trovano a essere comunque regolamentati.

Come non chiediamo soldi a Bruxelles, così non vogliamo le restrizioni imposte da Bruxelles. Tutto quello che i produttori di vino inglesichiedono è di essere lasciati liberi di concorrere sul mercato.

 
  
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  Adriana Poli Bortone (UEN).- Signora Presidente, onorevoli colleghi, un no convinto ad un documento ulteriormente aggravato dall’approvazione di alcuni emendamenti che l’hanno decisamente peggiorato, ma soprattutto a causa dell’introduzione dello zuccheraggio che per anni eravamo riusciti ad avversare, convinti come siamo che lo zuccheraggio è diventato una vera e propria pratica di compensazione alla natura.

La maggioranza del Parlamento ha inteso respingere l’aiuto ai mosti che, pur essendo un intervento solo finanziario, tuttavia avrebbe attenuato il danno prodotto dall’autorizzazione allo zuccheraggio. Questo rappresenta la vittoria dei paesi del Nord Europa e il fallimento dei paesi dell’area mediterranea che non hanno saputo difendere l’alta vocazionalità dei loro territori. Questa OCM va a danno della qualità, della tipicità e della genuinità dei prodotti, va a danno dei viticoltori, dei produttori e dei consumatori.

 
  
  

–Proposta di risoluzione: la lotta al terrorismo (B6-0514/2007)

 
  
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  Antonio Masip Hidalgo (PSE).- (ES)Signora Presidente, penso che sia stato molto positivo oggi aver dato una Carta di diritti all’alleanza di civiltàa suo tempo difesa dal Presidente Zapatero e dal Segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan.Credo che questo sia un buon inizio.

Inoltre, credo che la Carta dei diritti fondamentaliche abbiamo firmato oggi incarni la vera natura della nostra civiltàe non l’integralismo di quelli che sono venuti a combatterla, un integralismo violento che merita condanna. E’ del pari deplorevole che anche alcuni islamisti adottino una visione integralista. Sono queste due forme di radicalismo che dobbiamo estirpare per fare in modo che trionfi la pace e non il terrorismo.

 
  
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  Mario Borghezio (UEN).- Signor Presidente, onorevoli colleghi, dichiaro il mio voto contrario, anche se per errore ho votato a favore (e ne do comunicazione ufficiale) alla relazione sul terrorismo.

Una relazione ipocrita, una relazione che dimostra quanto sia vile l’Europa delle istituzioni nei confronti del terrorismo. Non si ha nemmeno il coraggio di chiamarlo con il suo nome: terrorismo islamico. E poi, si vota contro, quest’Aula ha votato contro un emendamento presentato da me e da altri parlamentari dell’UEN, nel quale chiedevamo l’attenzione dell’Europa per l’infiltrazione di Al Qaeda nel Maghreb. L’abbiamo presentato, ovviamente alcuni giorni fa, purtroppo ieri i fatti ci hanno dato ragione al di là delle nostre più pessimistiche previsioni. La macelleria islamica di Al Qaeda colpisce la gente, la povera gente ad Algeri e fa macelleria islamica anche di queste persone, probabilmente di religione islamica.

E’ una vergogna, alle porte dell’Europa succede questo, e il Parlamento boccia un emendamento che grida vendetta, perché l’Europa non può chiudere gli occhi di fronte a questa minaccia alle sue porte.

 
  
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  Dimitar Stoyanov (NI).- (BG)Mi sono astenuto dal voto sulla risoluzionecontro il terrorismoperché, naturalmente, non appoggio lo sviluppo del terrorismoma nemmeno posso appoggiare un simile documento, che, a mio parere, non fa che diffondere ulteriore panicofra i cittadini europeie contribuisce ancora di piùal raggiungimento del fine ultimo del terrorismo, cioè appunto il terrore. Nondimeno, ero soddisfatto degli emendamenti propostidal gruppo dell’Unioneper l’Europadelle nazioni, che non sono stati approvati, con la dichiarazione che ogni cosa deveessere risolta alla radice, come dice il vecchio proverbiosecondo cui ogni infermità deve essere curatapartendo dalla causa. Pertanto, se, ad esempio, esercitiamo pressione su Israeleperché arresti la sua politica segregazionistae la costruzione del suomuro per isolaregli arabie privarli dei diritti umani fondamentaliche hanno, daremo un contributoalla lotta al terrorismo molto maggioredi quanto potremmo fare mettendo sotto controllo i telefonie sorvegliando i siti Internet. Tuttavia, gli emendamenti propostidalgruppo dell’Unioneper l’Europadelle nazioninon avrebbero dovuto essere respintiin quanto attiravano l’attenzionesullo sviluppo del terrorismo in Europa: nel mio paeseorganizzazioni terroristicheillegaliprosperano all’ombra del partito di governoMRF.

 
  
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  Hannu Takkula (ALDE).- (FI) Signora Presidente, penso che questa risoluzione vada benema sia un poco incoerente,in quantoin alcuni punti si ha l’impressioneche ci si stia, così pare, arrendendo al terrorismo. In altre parole, il documento non sembraaccettare l’idea che il terrorismodovrebbe essere eliminatointeramente, che dovrebbe essere estirpato; e l’onorevole Muscardini del gruppo UEN ha sollevato questopunto nel suo emendamento orale. Per me si tratta di una di quelle questioniche forse avrebbero dovuto venire esaminate più dettagliatamenteal momento della discussione della relazione.

Penso che l’Unione europea dovrebbe adottare una lineaassolutamente chiara per quanto riguarda il terrorismo. Promuoviamola democrazia, i diritti umanie la libertà di espressione, e non possiamo approvare il terrorismo, in nessunacircostanza. Avrei anche voluto veder dare piùpesoall’importanzadell’istruzionenell’affrontare le cause del fenomeno; ad esempio, la lotta al terrorismonei Territori autonomi palestinesidovrebbe basarsi soprattuttosull’istruzione, in modo che le generazioni future possano essere educatee crescerelibere dall’odioe quindi possano impararea vivere coesistendopacificamente con i loro vicini.

 
  
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  Hubert Pirker (PPE-DE).- (DE) Signora Presidente, nella lotta al terrorismo, dobbiamofare uso di tutti i mezzi che siano efficaci, disponibili e compatibili con lo Stato di diritto. Se l’Unionevuole vincere quella lotta, deve cooperare coi suoi partner.

Ho votato contro questa risoluzionea causa della sua impostazione anti-americana. Invece di reagire contro il terrorismo, l’autore e molti altriprendono posizione contro l’alleanzacon gli Stati Unitinella lotta al terrorismo. Un’altra ragione per cui ho votato contro la proposta di risoluzioneè la richiesta che questa faalla Commissionee al Consigliodi portare in Europa i detenuti di Guantánamo: questo equivarrebbe a importare terrorismo in Europa e sarebbe un’iniziativa infelice.

La terza ragione del mio voto contrarioallarisoluzioneè il fatto che essarigetta misure la cui utilità nella lotta al terrorismoè dimostrata, ossia l’estensione dei registri dei nomi dei passeggeri all’Europa e un rafforzamentodell’Europol.

 
  
  

Dichiarazioni di voto scritte

 
  
  

– Relazione: Johannes Blokland (A6-0416/2007)

 
  
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  Pedro Guerreiro (GUE/NGL), per iscritto.(PT) L’accordo colMaroccosul trasporto aereo è il secondotrattato relativoal cosiddetto“spazio aereo comune europeo”e il primo concluso, in questo contesto, con un paese extra-europeo.

Come nota politica più saliente, deploriamo il fatto che questo accordo(così come avvenuto, in forma inaccettabile, nel settore della pesca)non chiarisce esplicitamenteche“per territoriosotto la giurisdizione del Regno del Marocco si intende il territorio sotto sovranità marocchinain conformità al diritto internazionale”, garantendo cosìil rispetto del diritto internazionalee i legittimi e inalienabilidiritti del popolo sahariano.

La sovranità marocchinasul territoriodel Sahara occidentale non è legittima ai sensi del diritto internazionale, come sottolineatodalla Corte internazionale di giustizia dell’Aianel suo parere dell’ottobre 1975. Il Marocco, che occupa illegalmente ilterritoriodel Sahara occidentale, non ha di conseguenza alcuna sovranità o giurisdizione su quel territorio.

Inoltre, quest’accordosi basa quasiesclusivamente sul perseguimento di due obiettivi cui ci opponiamo: l’apertura dei mercati e l’armonizzazionedelle regole per promuoverela concorrenza nel trasporto aereo.

 
  
  

– Relazione: Reimer Böge (A6-0485/2007)

 
  
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  Pedro Guerreiro (GUE/NGL), per iscritto.(PT)Nel giugno e nel luglio diquest’anno, la Commissioneha ricevuto la terza e la quartacandidaturaper la mobilitazione di questo Fondo. Tali candidature si riferisconoa due imprese tedesche e a una finlandese, tutte nel settore delle telecomunicazioni, e per essere più precisi della fabbricazione di telefoni cellulari.

Entrambe, inoltre,sono legate alla delocalizzazionedella produzione in paesiterzi, che provocherà il licenziamento di 4 211 lavoratori.

Finora, in aggiunta a queste due candidaturee a due richieste francesiche sono già state approvate, la Commissioneha ricevuto ulteriori candidaturedall’Italia, da Malta, dalla Spagnae dal Portogallo, che dovranno essere approvate all’inizio del prossimo anno.

Come detto sopra, l’esistenzadi questo fondonon può servire da “cuscino”per gli inaccettabili costi socialied economicidella delocalizzazionedelle imprese e i conseguenti tagli al personale.

Pertanto insistiamosulla necessità di stabilire un quadronormativoper preveniree penalizzare le delocalizzazioni delle imprese. Riteniamo che ogni concessione di aiuti pubblicialle impresedebba essere condizionataa impegni a lunga scadenzadelle imprese stesse in terminidi sviluppo regionalee occupazione, e che non debba essere concesso alcun aiuto che possa essere usato per promuovere delocalizzazioni. Parimenti, è essenzialerafforzare il ruolo deirappresentanti dei lavoratorinei consigli di amministrazionedelle imprese e nella presa di decisionidi gestione a carattere strutturale.

 
  
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  Nina Škottová (PPE-DE), per iscritto. −(CS) I fondi totaliattinti dal Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione rappresentano circa il 3,6% e riguardano solo tre paesi. La globalizzazione, tuttavia, interessa in maggiore o minore grado ogni attività umana. Lo scarso livello di usodi questi fondifa sorgere almenodue domande: in primo luogo, sono così limitati gli effetti della globalizzazione?In secondo luogo, sappiamo come ottenere risorse dalFondo? In altre parole, anzitutto dobbiamo chiederci se davvero abbiamo bisogno del Fondo. In caso affermativo, dobbiamo poi dare una migliore definizionedei potenziali effetti della globalizzazionee rivederele regole per ottenere finanziamentiin modo che il Fondodiventi accessibile e comprensibilead altri paesi e alle loro regioni con più problemi. A questo riguardo saranno di aiuto anche indicatori economici, socialie di altro tipo. Le giustificazioni fornite dalla Commissione, quali quella basata sul carattere “inaspettato”, sono difficili da accettare. Sulla base dei dubbi sopra esposti, ho votato contro la proposta.

 
  
  

– Relazione: Reimer Böge (A6-0499/2007)

 
  
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  Pedro Guerreiro (GUE/NGL), per iscritto.(PT)La mobilitazione dello strumento di flessibilità, assieme alla modifica dell’accordointeristituzionale, costituisce parte integrante delprogetto di bilancio della Comunitàper il 2008.

Pertanto, in aggiunta alla correzione di 1 600 milioninel quadro finanziario pluriennale, con la mobilitazione dello strumento di flessibilità si propone anche di integrareil finanziamento dei programmi europei del sistema mondiale di navigazione satellitare(EGNOS-GALILEO) con circa200 milioni di euro. Inoltre, tramite la mobilitazione dello strumento di flessibilità, la politica estera e di sicurezza comune(PESC) è a sua volta destinata a ricevere altri70 milioni di euro in finanziamenti.

Si deve notarecome il relatore sottolinei che“le attività esterne in generalee la PESC in particolare,non sono adeguatamentesostenute nel lungo termine, rispetto alle esigenze attualmente identificate”, spiegando che le “esigenze identificate”comprendonoil rafforzamentodelle “missioni” UE in Kosovo e Afghanistan. In tal modo, è dato ulteriore slancioalla crescenteingerenza e all’intervento militare dell’UE in appoggio alle operazioni NATO, sia nei Balcani(ne sono un esempio i preparativiper appoggiare la “dichiarazione unilateraled’indipendenza del Kosovo”, in violazione del diritto internazionale), sia in Asia centrale, in particolare finanziando le “missioni”a partire dal bilancio comunitario. Si tratta di politiche e di obiettivi militaristicoi quali siamo in chiaro disaccordo.

 
  
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  Janusz Lewandowski (PPE-DE), per iscritto.(PL)Signora Presidente, la mobilitazione dello strumento di flessibilità, come la revisionedella prospettiva finanziaria, è il risultato naturaledell’accordo di conciliazionedel 23 novembresul bilancio per il 2008. Lo scopo dello strumento di flessibilità, in linea di principio,sarebbe quello di salvaguardareil progetto di bilancio in circostanze eccezionali e difficili da prevedere. La mia modestaesperienza, tuttavia, mi dice che l’usodi questo strumento eccezionaleè di rado conforme ai criteristabiliti nell’accordo interistituzionale.

Questo è quanto avvenuto per il progetto di bilancio del 2008. Sia i 200 milioniper finanziare il programma di Galileo nel 2008 sia la somma di70 milioni di euroai sensi del capo IV, per finanziare le crescenti necessitànel settore della PESC, costituiscono soluzioni a problemiche erano prevedibili. Nonostante le sue riserve, la delegazione delParlamento europeo, che rimarcava l’assenza di un finanziamento adeguatoper la navigazione satellitare e l’insufficienza dei fondiin relazione alle ambizioni dell’Unione europea in campo internazionale, non è riuscita a convincereil Consiglio della necessità di aumentare i relativi stanziamenti di bilancio.

Nella sua forma finale, la prospettiva finanziariafaceva presagire difficoltàche si sono manifestate nella preparazione del bilancio del 2008. La realtà è che, nel corso della procedura di conciliazione, il Parlamentoha risolto i problemi creatidal Consiglio. Tenendo conto di come la situazione è stata travisata dai mezzi di comunicazione di massa, dovremmo trarne le giuste conclusioniper il futuro.

 
  
  

– Relazione: Bogdan Golik (A6-0461/2007)

 
  
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  Jan Andersson, Göran Färm, Anna Hedh and Inger Segelström (PSE), per iscritto. (SV)Non possiamo dare il nostro appoggio a un sistema in cui il denaro dei contribuentiè usatoper commercializzare prodotti agricolieuropei in paesi terzi. Pensiamo che si dovrebbe esercitare molta cautela nel lanciarsi in simili imprese rischiose, specialmente nei paesi in via di sviluppo, in quanto rischiamo di danneggiare la nostraindustria. Pensiamo che l’UEdovrebbe incoraggiare l’agricoltura localein questi paesi, non danneggiare i coltivatori in loco. La promozione della produzione localepuò significare per questi paesi un’opportunità per svilupparsieconomicamentee un veicolo per svilupparsi democraticamente.

 
  
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  Duarte Freitas (PPE-DE), per iscritto.(PT)La semplificazione dellanormativa europeain materia di azioni di informazione e di promozione a favore dei prodotti agricoli nel mercato internoe nei paesi terziè della massima importanza per lo sviluppo di una PAC più semplice e più facileda gestire.

Approvola proposta della Commissionedi migliorare il sistema, in particolareil consolidamento della normativache comporta la fusione dei due regolamentirelativi al mercato interno e ai paesi terzi.

Voto a favore della relazione Golik, e vorrei sottolineareil riferimento che fa alla necessitàdi prestare una maggiore attenzionealle questioni relative all’informazionee alla promozione nei negoziatiin ambito OMC.

 
  
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  Bogusław Liberadzki (PSE), per iscritto.(PL)Signora Presidente, voto a favore dell’approvazionedella relazione dell’onorevole Goliksulla proposta per un regolamento del Consiglio relativo ad azioni d’informazione e di promozione dei prodotti agricoli nel mercato interno e nei paesi terzi.

Il relatorefa correttamente notareche per compiere progressinell’elaborazione di una politica agricola semplice ed efficaceper l’Europa, il sistema comunitariodi azioni d’informazione e di promozione dei prodotti agricoli nel mercato interno e nei paesi terzidev’essere semplificato.

Concordo sulla considerazione che le campagne d’informazionedovrebbero servire a rendere i consumatoripienamente edotti sulla produzione sostenibile della PAC, sull’alta qualitàdei prodotti agricoli UE, sulla coltura biologica e sugli aspetti sanitari.

 
  
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  Diamanto Manolakou (GUE/NGL), per iscritto.(EL) In virtù del fatto che lediscussioniin seno all’OMC e gli impegnipresi comporterannol’abolizionedelle restituzioni all’esportazione, tagli agli aiuti comunitariper un totale di 20,1 miliardi di euro, e diminuzioni dei prezzi dal48 per centoal 73 per centroper la maggior parte dei prodotti agricoli UE, ci saranno serie ripercussionisui redditiagricoli.

Con questa proposta di regolamento, la Commissionespera di contrastare le conseguenze negative derivanti in passatodal GATT e dalle precedenti riforme della PAC, che saranno ulteriormente intensificatecon l’OMCe le previste riforme della PAC. Le conseguenze si faranno sentire soprattuttonella distribuzionedei prodotti agricoli, sia ai paesi terzi sia ai paesi UE, dal momento che allo stesso tempo le tasse all’importazionee gli aiuti interniper l’agricoltura comunitaria saranno drasticamente ridotti.

Sono pertanto proposti programmi d’informazione e di promozione, ma i fondi destinati a questi programminon sono per nulla adeguati a contrastare quelle conseguenze. Il risultato sarà un aggravamento dei problemidella distribuzione dei prodotti agricoli comunitariai paesi terzi, ma anche internamente all’UE, una riduzione dei prezzi pagati al produttore, e un disastro totaleper i piccoli e medi agricoltori, che già detengono solo un reddito agricolomarginale. D’altra parte, i programmiavvantaggerannosoprattutto le grandi impreseagricole caratterizzate da costi di produzione più bassi.

 
  
  

– Relazione: Pedro Gueirrero (A6-0467/2007)

 
  
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  Duarte Freitas (PPE-DE), per iscritto.(PT)L’organizzazione comune dei mercati (OCM) per i prodotti della pesca e dell’acquacoltura, che costituisce uno dei quattro pilastri della politica comune della pesca, è sottoposta a una profonda ristrutturazione.

Le prioritàsono la revisionedegli aspetti relativi all’informazione del consumatoresui prodotti della pescae una distribuzione più equadel valore aggiuntodi tali prodottinel corso di tutto il processo di commercializzazione (con particolare riferimentoal punto iniziale di vendita).

L’UE dovrà anche trovaresoluzioniper contrastare il “dumping sociale”che oggi costituisce prassi comune in alcuni paesi terzie che toglie spazio concorrenzialeai nostri prodotti della pesca.

Gli interessi nazionali sono tutelatiin questa relazione, per cui essa merita il mio voto favorevole.

 
  
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  Pedro Guerreiro (GUE/NGL), per iscritto.(PT) Siamo lieti dell’approvazionedella relazione sull’OCMnei prodotti della pesca, che invia un chiaro segnalealla Commissione europeanel senso della necessitàurgente di una revisione profondadi questa OCMper aumentare il suo contributo allatutela dei redditinel settore, al miglioramento della commercializzazione dei prodotti della pescae all’aumento del loro valore aggiunto, in particolareattraverso un potenziamento significativodei fondi a essa destinati.

Tenendo presente che l’OCM dovrebbe dare una risposta efficaceagli obiettivi per i qualiè stata istituita e che l’incertezzadei redditi nel settore della pescaè largamente attribuibile alla formadella commercializzazionenel settore, alla formazione dei prezzial punto iniziale di venditae al carattere irregolare dell’attività, ci spiace che la commissione per la pescaabbia respinto le nostre proposteche andavano veramente alla radice del problema, e che comprendevano:

-l’introduzionedi quote massime di profitto;

- la necessità di aiuti pubblicie la creazionedi meccanismi efficaci di interventosul mercato;

- il conteggio dei costi di produzionenella definizione dei prezzi di orientamento;

- l’introduzione di una compensazione finanziariaper la riduzione temporanea volontariadel pescato o dello sforzo di pesca.

Ciononostante, continueremoa batterci per queste giuste misure.

 
  
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  Ian Hudghton (Verts/ALE), per iscritto.(EN)L’organizzazione comune dei mercatiper i prodotti della pescaè concepita per garantire lastabilitàdel mercato e la sicurezzadel reddito perchi lavora nel settore. Questi obiettivi e, in verità, gli obiettivi fissati nel TrattatoCEsono lodevolie avrebbero dovuto portare alla prosperitàper le comunità basate sulla pesca in Europa.

Sfortunatamente, l’ultimo quarto di secolo,segnato dal controllo centralizzatodi Bruxellessotto formadella PCP,si è rivelato disastroso per quelle comunità. Un mercato fiorentecaratterizzato dalla sicurezza del lavoronon è possibilenel contesto della PCP, e il controllodella gestione della pescadeve essere restituito ai paesi che da essa dipendono.

 
  
  

– Relazione: Jörg Leichtfried (A6-0482/2007)

 
  
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  Pedro Guerreiro (GUE/NGL), per iscritto.(PT)Come abbiamo sottolineato, le autorità nazionalida molto tempo rispettano e fanno rispettaregli obblighi in vigore in materia di aviazione civile, ai sensidegli accordi internazionali nel settore. La cooperazione fra gliStati membri dell’UEe fra loro e altri paesicostituisce già una realtà, che potrebbe essere ulteriormente promossae sviluppata,sempre però assicurando il rispettodella sovranità di ogni paese, dei lavoratori e dei loro diritti (in particolare, garantendo un’armonizzazione sociale, tramite l’applicazione delle condizioni più favorevoli), nonché dei diritti degli utenti.

Invece, assistiamo a un graduale trasferimento all’UE delle competenzedi ogni Stato membronel campo dell’aviazione civile, un processotanto più negativoin quanto avviene in un settore in cui non vi sono limiti chiaramente definiti.

Essenzialmente, l’istituzionedell’Agenzia europea per lasicurezza aerea segnaun altro “passo avanti”in quella direzione. Si deve sottolineare il fatto che quest’agenziasarà investita di competenze attualmenteesercitate dalle singole autorità nazionali. Fondamentalmente, si tratta di una misuradestinata a realizzare concretamentequello che è stato chiamato“il cielo unico europeo”e la liberalizzazionedel trasporto aereoe della navigazione aereaa livello UE. Una liberalizzazione che,in nome della redditività finanziaria,mette in discussionei diritti dei lavoratori, la qualitàdei servizi e i livelli di sicurezza.

 
  
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  Ian Hudghton (Verts/ALE), per iscritto.La relazione Leichtfried segna la conclusionedi negoziati complessiche hanno coinvolto il Parlamento, il Consiglioe la Commissione. L’estensione dei poteri dell’EASArappresenta uno sviluppo importanteper la sicurezza aerea in Europae il mio gruppo ha potuto sostenereil compromesso finale.

 
  
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  Luca Romagnoli (NI), per iscritto.Signora Presidente, onorevoli colleghi, ribadisco il mio voto favorevole già espresso in precedenza alla relazioneLeichtfried. I negoziati tra Parlamento eConsiglio con l’aiuto della Commissione che hanno portato a questo testo, seppur non soddisfacendo pienamente alcune delle istanze da me sostenute, hanno portato a un buon compromesso. Vorrei sottolineare l’importanzache l’Agenzia europea per la sicurezza aereaavrà sul controllo non solo sull’aviazione,ma anche sul comportamento delle compagnie. L’Agenzia sarà competente per il rinnovo e la fornitura di certificati e licenzee per il controllo dell’applicazione di norme uniformi di sicurezza.

Essa sarà altresì in grado di imporre ammende fiscali se la sicurezza non è correttamente applicata. Mi compiaccio, pertanto, del compromesso raggiunto con l’emendamento 15 che sancisce la totale indipendenza e imparzialità dell’Agenziaanche nel ritirare licenze o infliggere multe. Vorrei infine sottolineare l’importanza che il personale ha nello sviluppo e nell’attività di questo ente. Perciò condivido pienamente il sollecito del relatore a rendere più qualificante tale lavoro, anche sfruttando le possibilità offerte dallo statuto dei funzionari dell’Unione europea.

 
  
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  Brian Simpson (PSE), per iscritto.(EN)Voterò a favore di questa relazionee mi devo congratulare col relatoresu quella che costituisce una materia tecnica di importanza fondamentale. Vorrei tuttavia fare alcuni rilievi.

Per quanto riguardala concessione di brevetti agli assistenti di volo, chiaramente si tratta di una questione che desta qualche preoccupazione in determinati Stati membrie ha comportato una forte pressionedei sindacati della categoria per influenzare il testo della norma. Credo che il relatore abbia trovatoun compromessoche dissipa i timorinutriti da alcuni Stati membri, ma riconoscel’importanza del ruolo svolto dagli assistenti di volo. Alcune compagnie aeree francamenteabusano di loronon solo trattandoli come semplici“camerieri di bordo”ma anche assumendolicon contratti con salari minimi e ore di lavoro massime, dopo un addestramento a spese loro.

In secondo luogo,è importantericonoscere che l’UE-OPS, approvato da questo Parlamento, ora passa sotto la competenza dell’EASA. Vorrei però cogliere quest’opportunitàper ricordare alla Commissionee all’EASAche i tempidi volo e di servizio come specificati nella sottoparte Q del regolamento UE-OPS non possono essere cambiatise non previo commissionamento di uno studio sul relativoaffaticamentoe consultazionecon l’industria nel suo complesso.

Infine spero ora che altri aspetti della sicurezza aerea, quali la porta della cabina di pilotaggio e la sorveglianza del bagaglio da stiva,possano essere introdotti in tutta l’UE.

 
  
  

– Relazione: Adriana Poli Bortone (A6-0464/2007)

 
  
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  Ilda Figueiredo (GUE/NGL), per iscritto.(PT)Come generalmentesuccede per i regolamenti in questo campo, gli obiettivi specificidi questa relazione si basano sull’armonizzazionedelle leggi, dei regolamenti e delle disposizioni amministrativedegli Stati membriallo scopo di promuovere lo sviluppodel mercato interno europeo, in questo caso in merito alleindicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari.

La proposta consiste di due modificheal regolamento (CE) n. 1924/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari, e si pone come obiettivoquello di stabilire un periodo di transizioneadeguatoper le indicazioni sulla salute riferite allo sviluppo e alla salute dei bambini.

Le indicazioni nutrizionaliutilizzate in uno Statomembro prima del 1°gennaio 2006 in conformità alle disposizioni nazionaliapplicabili,e che non siano incluse nell’allegatoal regolamento (CE) n. 1924/2006 possono continuare a essere usate per tre anni dopol’entrata in vigore del regolamento stesso. Le indicazioni sulla salute che non si riferiscano allo sviluppo e alla salute dei bambinibeneficiano a loro volta di misure transitorie specificatenell’articolo 28 paragrafi 5e 6del regolamento. Similimisure transitoriesono ora previste per le indicazioniche si riferiscono allo sviluppo e alla salute dei bambini.

 
  
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  Peter Skinner (PSE), per iscritto.(EN)Ho votato in favore di questa relazionein ragione dei controlli che devono essere fattiper garantire le indicazioni nutrizionali e sulla salute che vengono formulate. Mentre una sana alimentazione per molti è essenziale per una vita lunga e attiva, è del pari cruciale che al consumatore siano fornite informazioniadeguate. Per troppo tempole indicazioni fornite da fabbricantidi prodotti di largo consumohanno tratto in inganno i consumatoricirca le proprietà nutrizionali e sanitariedi questi prodotti. Chiedo alla Commissionedi dedicare tutto il tempo necessario a garantire una chiarezza adeguata per i cittadini europei.

 
  
  

– Relazione: Klaus-Heiner Lehne (A6-0453/2007)

 
  
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  Bert Doorn (PPE-DE), per iscritto.(NL)La liberalizzazione del mercato dei pezzi da ricambio automobilisticiha formato oggetto di un accesodibattito fin dal 1993.Penso che l’abolizione dei dirittisul disegno grafico in relazione alle parti visibili del veicolosi sarebbe dovuta approvare già da tempo. Pertantoappoggio pienamente la proposta della Commissione, perché attualmente non esisteun mercato unico di questi pezzi che funzioni correttamente.

Quando parti funzionali come gli specchietti retrovisori e i faridevono essere sostituite, i pezzi necessariper riportare la vettura nelle condizioni precedentidevono essere immediatamente disponibili. Sono a favoredi una liberalizzazione a livello europeo più rapida possibile, per cui mi pronuncio per un periodo di transizioneche sia il più breve possibile, ossia cinque anni. Voterò naturalmentecontro le modificheche rendono possibile per gli Stati membritirare per le lunghela liberalizzazionenel periodo di transizione.

 
  
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  Ilda Figueiredo (GUE/NGL), per iscritto.(PT)Questa relazione contienealcune modifichealla proposta di unadirettiva per liberalizzareil mercato secondariodei pezzi da ricambio, applicabile all’industria dei veicoli a motore, all’industria dei macchinarie alle industriedei beni strumentali e dei beni di consumo.

La proposta della Commissioneè in favore di mercati non protetti, laddove questa relazioneperora un periodo di transizionedi cinque anniper i paesi dove il mercato sia protetto, come nel caso delPortogallo.

Sappiamo che, da un lato, i mercati protetticonducono al monopolio delle grandi impresesul commercio dei pezzi da ricambio, in quanto in simili mercati, il consumatore è obbligato a comprare ogni ricambio per un pezzo difettoso odanneggiatodal produttore originario. Questo si giustifica sostenendo che non si deve alterare il disegnograficodel prodotto, e l’esempio più famoso è quello dell’industria automobilistica, per quanto questa proposta didirettiva si applichi anche a altre industrie. Esistono tuttavia casi concretiin cui il ricambio di una semplice parterichiede un’intera combinazione di pezzi, con i relativi costi a carico del consumatore.

Dall’altro lato, nel frattempo esistono fabbriche in Portogallocollegate in particolare al settore automobilistico, che continuanoa operare grazie alla loro produzione di pezzi da ricambiodi marche rinomatee per le quali la “liberalizzazione” delmercato potrebbe causare seri problemi.

 
  
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  Janelly Fourtou (ALDE), per iscritto. – (FR) Nella relazione Lehne sulla protezione giuridica dei disegni e modelli, ho deciso di sostenere e di cofirmareuna modificache propone un periodo di transizionedi otto anniprima di completare la liberalizzazionedei diritti di proprietà intellettualesui pezzi di ricambio destinati a ripristinare l’aspetto di prodotti complessi come gli autoveicoli. Finora, gli studi d’impatto non hanno mostrato alcuna riduzione significativadel prezzo per il consumatore di queste parti negli Stati membri dove il sistema è già stato liberalizzato.

Sono altrettanto convintoche l’Unione europeastia agendo qui contro i propri interessi. Altre regioni del mondo sono impregnate a proteggere le loro industriecon i diritti di proprietà industriale, e l’Unione europea, nel momento in cui afferma la sua volontàdi proteggere i consumatori e combattere la contraffazione, sta facendo le scelte sbagliate.

Sono qui in giocol’equilibrio economicodel settore automobilisticoe la sicurezza dei cittadini europei che si spostano in automobile.

 
  
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  Bruno Gollnisch (NI), per iscritto. – (FR) La direttivaproposta all’assemblea sulla protezione giuridica dei disegni e modelli, propone la liberalizzazionetotale del mercato dei pezzi di ricambio, in particolare nel settore automobilistico.

Il testo del relatore altera significativamentequesta propostaintroducendo la possibilità per gli Stati membridi mantenere per altri cinque anni la loro normativache protegga anche fortementedisegni e modelli. Mantenere il monopoliosulla produzione di componentiè un mezzo per prevenire l’emorragia comunitaria di posti di lavoro verso paesi come Turchia, Brasile e Corea, dove costi e qualità della produzione sono inferiori.

La liberalizzazione affrettata di questo settorepotrebbe inoltre comportare notevoli rischi, in particolare per quanto riguarda la sicurezza. In effetti, se i fabbricanti di veicoli non sono responsabiliper la produzione di componenti, niente potrà garantire la loro conformità alle specificitàdel prodotto complesso né la loro qualità. Senza dubbio, dobbiamo mettere la protezione e la sicurezza degli utenti prima di ogni considerazione economica e politica.

Pertanto, dopo i servizi postali, le ferrovie,l’energia e l’elettricità, Bruxelles ora prende di miral’industria automobilistica. Sembrerebbe che non ci siano limitialla logicaultra – globalizzatricee alla deregolamentazione forzata per ragioniideologiche.

(Testo abbreviato conformemente all’articolo 163, paragrafo 1, del Regolamento)

 
  
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  Małgorzata Handzlik (PPE-DE), per iscritto. (PL) Signora Presidente, il mercato interno è una struttura estremamente complessache per molti anni di seguito ha rappresentato un equilibrio fra gli interessi dei vari gruppi che ad esso facevano riferimento.

Lo scopo di questa direttivaè conseguire una totaleliberalizzazione del mercato secondariodei pezzi di ricambio. Da un lato, pertanto, abbiamo vasti gruppi di produttori di pezzi di ricambioche chiedono che siano presi in considerazione i loro dirittinel rispetto della libera concorrenza e del divieto di monopoli dimercato; dall’altro, abbiamo i produttori di autovetture (e naturalmente qui ci concentriamo sull’industria automobilistica) che fondano la difesa della loro produzione di pezzi da ricambiosulla protezione giuridica dei disegni grafici.

In questa situazione, che a prima vista sembra insolubile, appoggio l’impostazione data dal relatore, che propone un sistema in base al qualei disegni industriali sarebbero protettiper un periodo limitato. In pratica, questo periodosarebbe strettamente connessosul ciclo di vita del prodotto complesso.

Concordo altresì col relatoreper cui con l’introduzionedi un nuovo disegno grafico protetto, la protezione dei pezzi di ricambiocompresi nel disegno precedente debba cadere, e lo stesso avvenga nel caso in cui un modelloche non abbia un ricambiosmetta di venire prodotto. Questa proposta mi sembra ilcompromesso più appropriato e quello che proteggeràmeglio gli interessi dei gruppi coinvolti.

Sostengo anchela proposta di un accordo transitorioin base al qualegli Stati membrinei quali esiste una normativa a protezione del disegno graficoper i componentipossono mantenerla per cinque annidopo l’entrata in vigore della direttiva.

 
  
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  Ian Hudghton (Verts/ALE), per iscritto.(EN)Ho appoggiato il pacchetto di compromessoe respintole modifiche tese a estendere il periodo di transizioneper la “clausola della riparazione”.

 
  
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  Gary Titley (PSE), per iscritto.(EN)Sono a favore di un mercato europeo concorrenzialeper i pezzi di ricambio. Questo contribuirà ad abbassare i prezzi per i consumatorie aumentare i ricaviper le imprese piccole e medie. Dunque, appoggio la proposta della Commissione, che aprirà alla concorrenza i mercati dei pezzi di ricambio.

Per lo stesso motivo, non posso appoggiare le modifiche che aumentano fino a otto anni il tempo concesso al mercato per essere liberalizzato. Questo rallenterebbeilraggiungimentodel nostro obiettivo di un mercato concorrenziale per i pezzi di ricambio.

 
  
  

– Relazione: Giuseppe Castiglione (A6-0477/2007)

 
  
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  Jan Andersson, Göran Färm, Anna Hedh e Inger Segelström (PSE), per iscritto. −(SV)Votiamo contro la relazione e contro la proposta della Commissioneper le seguenti ragioni:

–Avevamo sperato che la riforma significasse un risparmioper i contribuentidell’Unionee che l’industria vinicolasarebbe stata disgiunta dal finanziamentotramite la politica agricola comune. A lungo termine, riteniamo che i sussidicomunitari per l’industria vinicola europeafinanziati con le tasse debbano cessare.

–Pensiamo sia censurabile usare il denaro dei contribuentiper produrre i vini europei:è in contraddizione con la strategia del Parlamento in materia di alcolici, che promuove un’impostazione restrittivasulla commercializzazione di bevande alcoliche. In tale contesto, aumentare la spesa in misure di commercializzazionerappresenta un’infausta applicazione di una politica del doppio binario.

–Ci opponiamo anchealle proposte chedifendono l’uso del denaro dei contribuenti per commercializzare vini in paesi terzi. Pensiamo che dovrebbe essere esercitata prudenza nella commercializzazionedi vini europei, in particolare nei paesi in via di sviluppo, poiché essa presentail rischio di soffocare le industrie di quei paesi. L’Unionenon dovrebbe danneggiare i produttori localinei paesi in via di sviluppo ma, invece, sostenerli.

 
  
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  Alessandro Battilocchio (PSE), per iscritto.Signora Presidente, esprimo il mio voto negativo alla presente relazione, non tanto per l’impianto generale del collega Castiglione, che pure prevede alcuni punti positivi, tra i quali i limiti quantitativi e di compatibilità ambientale che vengono posti all’estirpazione, il divieto di utilizzo dei mosti extraeuropei e l’ampliamento delle misure gestibili autonomamente dagli stati membri. Ma secondo me c’è un punto critico nella conferma della pratica dello zuccheraggio e nella disposizione per cui tale pratica può non essere indicata nell’etichetta di informazione per i consumatori. Anche il passaggio sui cosiddetti fruit wines è del tutto discutibile, così come l’impianto generale del rapporto in relazione ai mosti. Spero, come italiano, che il ministro De Castro sappia contrattare con i colleghi una cornice normativa di riferimento che sia più rispettosa della qualità e dei diritti dei consumatori.

 
  
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  Adam Bielan (UEN), per iscritto.(PL)Signora Presidente, sostengo pienamentela relazione dell’onorevole Castiglione sulla proposta di un regolamento delConsigliosull’organizzazione comune del mercato dei vini.

La creazione di un mercato vitivinicolo retto da regole semplici ed effettivesulla produzionee dai principi di una sana concorrenza nel mercato comunitariomigliorerà non solo la qualitàdei prodotti europei; ma anchele condizioni di vitadei frutticoltori.

E’ del pari importanteche i consumatorisiano informati sul ciclo di produzione di un determinato prodottoe sulla sua precisa origine.

Inoltre, questi provvedimenti rappresenteranno un aiuto decisivoper la produzione di vini di fruttanel mio paese, e questo è il motivo principale per cui appoggio la relazione.

 
  
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  Ilda Figueiredo (GUE/NGL), per iscritto.(PT)Votiamo contro questa relazioneperché non modifica sostanzialmentegli aspetti più importantidella pessima proposta della Commissioneeuropea per il settore vitivinicolo.

Come abbiamo sempre detto, discordiamo da questa posizione liberale, che pretende di andare verso lo smantellamentodell’organizzazione comune del mercato nel settore vitivinicolo, per quanto con contraddizioni che lo stesso Parlamento europeo acuisce permettendo l’aggiunta di zucchero e aumentandola gradazione possibilerispetto ai valori precedentemente in vigore.

Tuttavia, uno degli aspetti più seri della questione è rappresentatodal fatto di lasciare aperta la possibilitàdella liberalizzazionedei diritti di impianto a partire dal 2013, per quanto il relatorericonosca che questoservirà solo a concentrare la produzionenelle mani dei maggiori viticoltori, che beneficiano giàdi aiuti pubblici sostanzialie di altri privilegi.

Analogamente, deploriamo che non siano state approvate le proposteda noi fattedi conservare i diritti d’impiantoe sostenere la ristrutturazione dellearee vinicole, in particolare per i vigneti a conduzione familiare, i viticoltori piccoli e medie le cooperativedel settore, anche se notiamo con soddisfazioneche alcune proposte lo sono state, in particolare quella che difende la distillazionedell’alcol per usi alimentari.

 
  
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  Duarte Freitas (PPE-DE), per iscritto.(PT)Per quanto io concordi con la necessità di riformarel’OCMnel settore vinicoloe, in generale, approvi la proposta della Commissione europea, ritengo che la relazione Castiglione abbia apportato un contributo importante, proponendo alcune modifiche che hanno migliorato sostanzialmente il documento della Commissione.

Fra i vari aspetti positivi, noto l’introduzione della possibilitàdi continuare gli aiuti alla distillazione di alcol destinato al consumo.

Ho votato a favore degli emendamenti 33 e 223 perché ritengoche la liberalizzazione del settorenon dovrebbe essere improvvisa, e contro gli emendamenti 314, 347, 293 e 217 perché non sono d’accordo con la facoltàdi continuare la pratica dell’arricchimento con l’uso di zucchero, che potrebbe causare squilibrifra i produttori, e pertanto sostengoil testooriginario della Commissione europeain questo caso.

 
  
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  Françoise Grossetête (PPE-DE), per iscritto. – (FR) Approvol’orientamento generaledi questa relazionecon la sua revisione profondadella proposta della Commissione europea, che prevedeva, fra l’altro, un’opera massiccia di estirpazioneche avrebbe interessato 400 000 ettari di vigneti. Quella proposta non teneva conto delle realtà sociali connesse alla viticolturae avrebbe comportatoun’estensione delle terre lasciate a maggese, con relativo danno al paesaggio. La relazione vede l’estirpazione come una misura potenzialmente interessante, da proporsi su base volontaria.

Un’altra proposta positivariguarda la possibilitàdi attuare misure di ristrutturazionenell’industria vinicola. Tale industria, in Europa,ha bisogno di operatori forti e competitivi, per fare fronte alla concorrenzainternazionale.

D’altra parte, le proposte in materia di prevenzione delle crisi, pur necessarie, non sono sufficienti. Tenuto conto delle notevoli fluttuazioni cui è soggetta la produzione, le misure proposte si ridurrebbero a semplicipalliativi. Quello che manca è un autentico sistemadi gestione delle crisiche apporti un valore aggiunto alle misure già esistenti.

Da ultimo, deploro l’assenza d’indicazioni sull’etichettadel ricorso alla pratica dell’arricchimento tramite aggiunta di saccarosio: questo avrebbe rappresentato un modo chiaro e trasparente d’informare il consumatore.

 
  
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  Christa Klaß (PPE-DE), per iscritto.(DE) Nell’organizzazione comune del mercato vitivinicolo, la Commissioneintende tener conto delle caratteristiche specifiche delle regioni produttrici di vinodelegando maggiori responsabilitàe lasciando più ampi spazi all’iniziativa.

Oggi il Parlamento europeoha messo nero su bianco questi stessi obiettivi. Abbiamo fiducia assolutanelle nostre proposte, che sono state approvate da tuttii membri del Parlamentodei diversi Stati membri. La viticoltura in Europafa parte del nostro patrimonio culturale; la culla della produzione vinicolamondiale è qui in Europa. Viticoltura significa profitti, reddito e occupazione. Non rientra nei compiti della Commissionecercare di raggiungere l’equilibrio di mercatolimitandola nostra produzioneo addirittura cambiando le regoleper renderla impossibile. Vi rientrano, invece, la salvaguardiadella nostra quota dei mercati mondialie la garanzia per i nostri prodottidi godere del prestigio internazionale che meritano. L’obiettivo non dev’essere la limitazione del mercatoma piuttosto l’apertura di nuovi mercati. Perchédovremmo alteraremetodi di produzione usati per vini che si vendono con successo? Questi nostri metodi affondano le loro radici in antiche culture e tradizioni.

Oggi il Parlamento europeoha chiaramenteriaffermatoil suo sostegno al rafforzamento dei provvedimenti a livello del mercato, dei bilanci nazionali e degli ambiti per le iniziative regionali, all’eliminazione graduale, (prestando la dovuta attenzione alle questioni sociali) delle misure d’intervento, e alla conservazione delle pratiche enologiche esistenti, vale a dire lo zuccheraggioe l’uso di mosto concentratorettificato (MCR), mettendo questi additivi su un piano di paritàgrazie a sussidi ulteriori per ilMCR.

Spero che le nostre propostesaranno integrate nella nuovaorganizzazione comune del mercato vitivinicolo.

 
  
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  Jörg Leichtfried (PSE), per iscritto.(DE) In anni in cui le condizioni sono sfavorevolialla viticolturae ci sono troppo poche giornate di sole, il fruttosio contenuto nell’uvaè insufficientea produrre la quantitàdi alcool necessario per la fermentazione. Per questa ragionesi aggiunge zucchero, che non alterail sapore del vino. L’importanteè che lo zucchero venga aggiuntoprima della fermentazionee non dopo, in modo che non si tratti di addolcire il vino asprigno, e che tale praticasia concessa soloper i vini da tavola e ivins de pays.

Questo dovrebbe restare immutato in futuro. Il progetto della Commissionedi sostituirelo zucchero di barbabietola, che finora ha rappresentato l’additivo normalmente usato, col mosto d’uvaproveniente dalle regioni meridionalie ricavato dai surplus della produzione, non regge a una verifica accurata. Apartela discussioneappassionatafra espertiriguardo alle alterazioni del sapore, esiste anche un argomento di tipo ambientalistico. Per me non ha sensotrasportaremosto d’uvaattraverso tutta l’Europaverso areeche possiedono già una sufficiente quantità di zucchero di barbabietola.

 
  
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  Nils Lundgren (IND/DEM), per iscritto. (SV)Gli emendamenti alla relazioneche abbiamo dovuto esaminare per la votazione di oggi sono abbastanza risibili. Ad esempio: la determinazione del quantitativo di zucchero contenuto nei diversi tipi di vinodovrebbe in effetti essere lasciata al consumatore che acquista quegli stessi prodotti, e non essere fissata nel quadrodei processidecisionali delle istituzioni europee.

I produttoriin altre partidel mondo sono riusciti a produrre viniche incontrano i gustidei consumatori del vecchio continentee allo stesso tempo sono più economici dei vini europei. Secondo la maggioranza del Parlamento europeo, questo dev’essere combattuto erogando maggiori fondi per l’agricoltura europeae per condurre diverse campagne.

Non c’è dubbio che in Europa si producano vini eccellenti. La questionedi principioche occorre porsiè se sia giusto o menoescludere dal mercato i paesi più poveri per favorire la produzione vinicola europea.

E’ importante adottareuna prospettiva che prenda in considerazione tutti i fattori, ivi compresi gli interessi in materia di pubblica sanità, quando si discute sulla produzione vinicola; e questo è assente nella relazione.

Per tali ragioni ho votato contro la proposta della Commissionee la relazione delParlamento europeo sulla questione. I produttori di vinodovrebbero operare in condizioni di libero mercatoe non, come succede adesso, ricevere generosi sussidi dall’UE.

 
  
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  Jean-Claude Martinez (NI), per iscritto.(FR) Il popolo viticoltoredella Linguadoca–Rossiglione, il popolodella croce di Tolosa in campo rosso, simbolo del secolo di rivolte iniziatocon Marcelin Albert nel 1907 e proseguito con André Castéra nel 1976, e la cui terrasi estende dal Rodano alla Garonna, è oggi minacciato dalla Commissione europea, che vuole farlo scomparire per insediare sulle sue terrecolonie di pensionati britannici. I bevitori di tè sostituirannogli uomini che vivono della vendemmia edella produzione di vinonel Minervois, nelle Corbières, nelle Costières e nei vigneti di Picpoul.

Questo costituisce un crimine contro la civiltà! E viene perpetratocoprendolo con la menzognadi una pretesa sovrapproduzione. Qual è invece la verità?

La verità è che vi sono 150 000 ettari illegalmente coltivati a vignetoin Spagnae in Italia. Sono questi vignetiabusiviche dovrebbero essere estirpati, perché quella che chiamiamo sovrapproduzioneè, in realtà, eccesso di importazioni, pari a 12 milionidi ettolitri all’anno.

Inoltre, per ogni vigna estirpata, ne sarà piantata una nuovasulle sponde del Pacifico; e quando laCinacomincerà ad apprezzare il vinoè probabile che ci troveremo con una produzione globale insufficiente.

 
  
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  Andreas Mölzer (NI), per iscritto.(DE) Con la sua propostaper la riforma della produzione vinicola, la Commissionesembra aver escogitatoun’altrapièce de résistance. Da un lato, tenta di prosciugare le riserve europee di vinoricompensando in denaroleriduzioni dell’area totalecoltivata a vigneti, mentre dall’altro latointende autorizzare ovunque la piantatura di vignedopo il 2013. Se le crescenti restrizionisaranno revocate, tuttavia, i vigneti di collina ad alta intensità di lavorodiventeranno economicamente insostenibili.

Come se non bastasse far temerequesti viticoltori per la propria esistenza, il previsto divieto di zuccheraggiopriverebbe l’interaEuropasettentrionale del suo raccolto in annatecaratterizzateda una relativa scarsità di giornate soleggiate, mentre l’abolizionedei sussidi almosto d’uva concentratorenderebbe infinela produzione vinicola impossibile anche in Europa meridionale. A ciò si aggiungail ventilato divieto della definizione di“vino da tavola”, che comporterebbe inevitabilmenteun eccessodi vini della più bassa qualità, e diventa impossibile non riconoscereche gli ideatori di questa riformasemplicementedifettano dell’esperienza e della sensibilità necessarie. La relazione Castiglione rappresenta un miglioramentorispetto a queste proposte, e questo è il motivo per cui l’ho sostenuta col mio voto.

 
  
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  Pierre Pribetich (PSE), per iscritto. – (FR) Io e i miei colleghi abbiamo approvato a larga maggioranza la relazione di Giuseppe Castiglione sull’organizzazione comune del mercato vitivinicolo.

In particolare, ho appoggiato i quattroemendamenti che ritengo essenzialinon solo per la salvaguardia del settore vitivinicoloeuropeo, specialmente in Borgogna e nella Franca Contea, ma anche per il miglioramento della sua competitività.

Ho votato a favore dell’emendamento 271, che si oppone all’idea della Commissionedi sopprimere lo zuccheraggio. In effetti, è di vitale importanza mantenere le tradizioni vinicoledizuccheraggioesistenti in molte regionid’Europa, fra cuiBorgogna e Franca Contea, che io rappresento.

Ho parimenti sostenuto gli emendamenti 33 e 223, che si oppongono a una completa liberalizzazionedei diritti di piantaturadal 1° gennaio 2014: gli interessi dei viticoltoriimpongono di attendere fino al termine della fase di estirpazione, in modo da valutare la sua efficaciaprima di prevedere una liberalizzazione.

Infine, ho votato a favore dell’emendamento 107, che mira a mantenere la distillazione obbligatoria.

In generalesono soddisfatto degli emendamentivotati dal Parlamento; ho sostenuto questa relazionee spero che avrà un’influenza positivasul Consiglio “Agricoltura” del 17-19 dicembre, dove saranno in gioco gli interessi delle nostre regioni.

 
  
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  Luca Romagnoli (NI), per iscritto.Signora Presidente, onorevoli colleghi, voto a favore della relazione dello stimatissimo collega Castiglione. Una riforma del settore vitivinicolo che ridia slancio e competitività ai vini comunitari e che consenta ai produttori europei di riconquistare antichi mercati ed acquisirne di nuovi è un’esigenza da tempo avvertita. I produttori europei, ed italiani in particolare, soffrono la concorrenza spietata dei nuovi produttori.

Ciò è dovuto non tanto alla flessione del consumo interno, quanto soprattutto a costi di produzione troppo elevati, a normative troppo rigide e complesse, che spesso limitano la capacità di adeguare la produzione ai cambiamenti della domanda, e a politiche di promozione e commercializzazione troppo timide. Ma soprattutto occorre valorizzare la qualità dei vini europei ed italiani. Affinché l’Unione europea possa consolidare la sua posizione di primato del settore vitivinicolo, la riforma dell’OCM vino deve puntare a valorizzare la qualità, e ciò significa promuovere, tutelare e rafforzare i marchi territoriali, le denominazioni di origine e le indicazioni geografiche vitivinicole, che rappresentano la qualità europea nel mercato globale.

 
  
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  Karin Scheele (PSE), per iscritto.(DE) In anni in cui le condizioni sono sfavorevoli alla viticoltura e ci sono troppo poche giornate di sole, il fruttosio contenuto nell’uva è insufficiente a produrre la quantità di alcool necessario per la fermentazione. Per questa ragione si aggiunge zucchero, che non altera il sapore del vino. L’importante è che lo zucchero venga aggiunto prima della fermentazione e non dopo, in modo che non si tratti di addolcire il vino asprigno, e che tale pratica sia concessa solo per i vini da tavola e i vins de pays. Questo dovrebbe restare immutato in futuro. Il progetto della Commissione di sostituire lo zucchero di barbabietola, che finora ha rappresentato l’additivo normalmente usato, col mosto d’uva proveniente dalle regioni meridionali e ricavato dai surplus della produzione, non regge a una verifica accurata.

 
  
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  Brian Simpson (PSE), per iscritto. (EN)Ho votato a favore di questa relazione, ma ci sono ancora molte zone d’ombrache il Parlamento ha scelto di non esaminare, in particolare il problema di rendere il settore più competitivonei confronti delle importazioni dai paesi terzi, e quello di migliorare la qualitàdel vino prodotto a livello UE. Purtroppole priorità nazionali e regionalihanno impedito di elaborare un programma di riforme duraturo.

In Europadobbiamo proteggere i nostri vini di qualità, e dobbiamo anche affrontare il problema di produrlia un prezzo accessibile. Non c’è dubbio che le proposte dellaCommissionesiano stateannacquate, ma fortunatamente il mio emendamentoche abolisce i criteride minimis, e gli altri che autorizzano lo zuccheraggiosono stati accettati dalParlamento. Questi emendamentisono di cruciale importanzaper i paesidel nord e i produttori di vino britannici mieicompatrioti.

L’industria vinicola europeadeve ancora confrontarsi con molte minacce, e all’interno dell’UEvediamo la nostra quota di mercatoscomparire a vantaggio di paesi del Nuovo Mondo.

Ma come mai? Perché questi paesi possono produrrevino di eccellente qualitàa un prezzo accessibilee con una strategia di commercializzazionebasatasu quello che vuole il consumatore del XXI secolo,non su quello che gli antichi romanihanno piantato nel III. Abbiamo bisogno di qualità, non di quantità, e dobbiamo produrre vinoche dia valore in cambio di denaro.

 
  
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  Peter Skinner (PSE), per iscritto.(EN)Il mercato del vino dell’UEdipende dalla più ampia varietàdi sceltae da una produzione locale sostenibile. Per molti, la questione del vinoha la stessa rilevanza culturaledi quella linguistica, ed è per questo che la votazione di oggi è cosìcombattuta.

L’impatto delle etichetteper lo zuccheraggioo del divieto per le aziende vinicoledi usare additivi a base di zuccheroavrebbeavuto conseguenze proibitivesulla produzione vinicola in Europa settentrionale. Molti vini eccellentiattualmente provengono dal Regno Unitoe in particolare nel sud-estdell’Inghilterra, e questo fin dal tempo in cui iromaniportarono per primi il vino in Britannia.

Ho votato per mantenere questatradizionee per l’apertura del mercato.

 
  
  

–Proposta di risoluzione: la lotta al terrorismo (B6-0514/2007)

 
  
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  Philip Bradbourn (PPE-DE), per iscritto.(EN)I conservatori hanno votato controquesta risoluzionein quanto, in primo luogo, la proposta chiede un maggiore coinvolgimento dell’UEattraverso il previsto Trattato sulla riformae pertanto estenderebbe la competenza dell’UEnel delicatissimo settore della sicurezza nazionale. I conservatori credono in una fortecollaborazione a livello mondiale con tutte le nazioni che combattono la guerra al terrorismo, e specialmente con i nostri alleati americani. Questa propostadisconosce la necessità di cooperazione, piuttosto che di armonizzazione, in tale ambito.

 
  
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  Michael Cashman (PSE), per iscritto.(EN)La delegazione socialista britannica (EPLP) ha approvato la risoluzione sul terrorismo e votato a suo favore. Sebbenela versionefinale della risoluzioneapprovata dal Parlamentoeuropeonon sia perfetta, riconosciamo l’importanzad’inviare a coloro che minacciano la nostra civiltà un segnale chiaro e inequivocabileche noi non soccomberemo.

L’EPLPè convinto che l’UEpossa fare e faràtutto ciò che è in suo potereper sconfiggere il terrorismoe che col lavoro congiunto di Stati membri vicinie alleati sulla scena internazionaleabbiamo maggiori probabilitàdi raggiungere questo obiettivo finale di quante avremmo perseguendo politiche isolazionistiche.

Ci assumiamo in pieno le responsabilitàderivanti dal nostro ruolo di parlamentariper esaminare attentamentele proposte della Commissionein questo campoonde garantire che ogni norma approvatasia appropriata, adeguatae rispettosa dei diritti fondamentalidei nostri cittadini. Continueremoa criticare le politiche degli alleati in presenza di divergenze politiche, ma al tempo stessoriconosciamoe salutiamo con favorela cooperazione in atto fra l’UEe gli Stati democratici, in particolare l’importante rapportocon gliStati Uniti, nel settore della giustizia e degli affari interni. Restiamo convinti che è attraverso la collaborazione con i nostri alleati, e non con l’antagonismoo le ritorsioni,che sconfiggeremocoloro che vogliono distruggere i nostri valori e i nostri principitramite la violenza e l’odio.

 
  
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  Sylwester Chruszcz (NI), per iscritto.(PL)Signora Presidente, gli Stati membri dell’UEhanno il dovere di combattere il terrorismo in tutte le sue forme, pur restando entro i limitidel dirittoe del rispetto per le libertà e i diritti umani e civili.La lotta al terrorismotrascende lefrontiere nazionali, e il bisogno di una cooperazione internazionaleè ovvia.

E’ assolutamente necessarioche tutte le istituzioni e le autoritàcui vengono concessi poteri specialinell’ambito di questa lottasiano sottoposte a un pienocontrollo democraticoda parte di un potere giudiziario indipendente.

La lotta al terrorismonon deve servire per aumentare i poteri giudiziari e di polizia di Bruxelles(come tenta di fare la risoluzione approvata oggi)a scapito degli Stati nazionali. Per questo motivo non sostengo la risoluzione di oggi sul terrorismonell’UE.

 
  
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  Patrick Gaubert (PPE-DE), per iscritto. – (FR) Il terrorismo è diventato una minaccia più grande di quanto sia mai stato in passatoper la sicurezza di tutti i cittadinidell’Unioneeuropea. Il gruppo PPE-DEpertanto ha fatto della lotta al terrorismouna prioritàe ha auspicato di vedere l’approvazione di una risoluzione in questo senso.

La risoluzione presentataevidenzia come sia arduo ma anchenecessariotrovare il giusto equilibriofra la sicurezzae il rispetto delle libertà individuali. Nelle nostre democrazie europeedobbiamo certamente garantire che i provvedimentiantiterrorismosiano proporzionati allo scopo, in modo da non compromettere le libertà personalidi alcun cittadino.

Allo stesso tempo, dobbiamo ricordare che l’obiettivo primario dell’Unioneè la difesa del diritto di ogni cittadino europeoalla vita e alla sicurezza, da perseguire prevenendo e combattendo il terrorismo.

Purtroppo, una vasta serie di disposizioni chiaramente sproporzionate e, in alcuni casi, ingiustificate,hanno perturbato l’equilibrio in questo testo. Nonostante gli emendamenti introdotti dal nostro gruppo, la risoluzione da ultimoapprovata in sessioneplenarianon riflette nélo spiritoné la letteradella nostra posizione in materia, e per questo ho votato contro.

 
  
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  Pedro Guerreiro (GUE/NGL), per iscritto.(PT)Benché contenga punti che criticano, per quanto tenuamente, le violazioni dei diritti umani commessenel nome della cosiddetta “lotta al terrorismo”(violazioniche abbiamo chiaramente e fermamentecondannato fin dal principio), questa risoluzione non si dissociadalla lottané cerca di cambiarne le formeladdove il diritto internazionale è calpestatoe il terrorismo di Statoè attuato nel suo nome.

Certo, la risoluzione impone la critica della violazionedel dirittoa un equo processoe alla protezione dei dati personali, la mancanza di trasparenzae di controllo democratico, il rifiuto del Consigliodi rispondere alle“accuse di abuso di potere con il pretesto della lotta al terrorismo, in particolare nel caso delle consegne straordinarie e dei “siti neri” della CIA”.

Nondimeno, non possiamo accettare che, dietro il pretesto della cosiddetta“lotta al terrorismo”, il Parlamentodebba“accogliere con grande soddisfazione l’adozione del nuovo trattato di riforma” e “invitare gli Stati membri a ratificarlo”; che debba sottolineare, ancora una volta, che“gli Stati Uniti rappresentano un partner essenziale in tale campo”, adottando in toto la politica estera statunitense; o che debba chiedere“il rafforzamento dei poteri di Europol”e la concessione a quest’ultima di un “potere d’indagine indipendente”.

 
  
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  Mary Lou McDonald (GUE/NGL), per iscritto.(EN)Non ho potuto votare a favore della proposta di risoluzione di oggisulla lotta al terrorismo, per una serie di ragioni.

In primo luogo, non posso condividere la soddisfazione con cui il documento accoglie il Trattato di riforma (il Trattato di Lisbona), in quanto credo che quest’ultimo non renderàl’Europapiù sicura per i cittadini degli Stati membri.

Nutro inoltre preoccupazioni riguardo agli aspetti inerenti alle libertà civilidi questa proposta di risoluzione, che, pur comprendendo punti lodevoli, è sbilanciata nel senso di un’eccessiva enfasi posta sulla cooperazionelegislativa e in materia di sicurezza.

 
  
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  Andreas Mölzer (NI), per iscritto.(DE) L’Europaè diventata un bersaglio privilegiato per iterroristiperché si è lasciata ridurre al ruolo di complice delle violazionidel diritto internazionale e dei diritti umaniperpetrate nel nome della politica estera statunitensee anche perché non è riuscita a svolgere un ruolo di onesto sensalesulla questionepalestinese. E’ decisamente tempo che l’UEriconosca il potenziale rischio per la sicurezza rappresentato dall’immigrazione di massadal mondo islamico, in particolare da quando l’emigrazione in Europaè diventata un mezzo per acquisire lo statusdi martiree l’infiltrazionedell’Occidente cristiano da parte di immigrati musulmaniè stata dichiarata un obiettivo religioso.

Invece di agire di conseguenzae premere per un immediatoarresto dell’immigrazioneda paesi islamicinonchédare un giro di vitesul rimpatrio degli immigrati clandestini, l’UE ha adottato un atteggiamentoal lattemieleperevitare d’irritare i musulmani che sono già qui. E, soprattutto perché questa relazionesembra considerare il Trattato di riforma UE, col suo disprezzo della democrazia, come la cura miglioreper il terrorismo,io ho votato oggi contro di essa.

 
  
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  Cristiana Muscardini (UEN), per iscritto.Avevamo chiesto che il PE si occupasse seriamente del problema terrorismo nella sessione di luglio. E’ stato invece deciso, da qualche mente illuminata, di parlarne a settembre per votare a dicembre: altri cinque mesi persi e un’altra sequela di frasi volte più a difendere i diritti di libertà di espressione dei terroristi, che utilizzano sempre più spesso le reti informatiche, che a tutelare la sicurezza dei cittadini europei e degli altri Paesi attaccati dal terrorismo.

Conferiamo il Premio Sacharov all’avv. Osman e lo lasciamo solo a combattere per difendere la vita di milioni di persone nel Darfur, continuiamo ad ignorare la violenza degli integralisti islamici in Somalia e piangiamo inutili lacrime per le 50 vittime in Algeria.

Vergogna!

Per questo motivo non posso associarmi alla vostra risoluzione ed esprimo il mio voto contrario.

 
  
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  Athanasios Pafilis (GUE/NGL), per iscritto.(EL) La risoluzione del Parlamento europeoratifica e per molti aspetti sopravanza la politica reazionaria e i provvedimenti antidemocratici dell’UE, che, con la scusa della lotta al terrorismo, limita i diritti fondamentali della personae le libertà democratichedei lavoratori. Chiede un rafforzamento ancora maggioredella cooperazione in materia giudiziariae di polizia fra gli apparati di tutela dell’ordinee i servizisegreti di sicurezza degli Stati membri, Europol ed Eurojust, nonché una maggiore efficaciaoperativa degli archivi di dati SIS II e VIS, in modo da estendere e aumentare l’effettivitàdel controllo e dell’archiviazione d’informazionisui lavoratori in tutta l’UE. E non solo questa risoluzione si conforma pienamentealla nuova dimensioneche l’UE sta dando alla sua “strategia antiterrorismo”, ossia la prevenzionee la repressione della cosiddetta “radicalizzazione violenta”, ma chiede anche che questa strategia sia perseguita e diretta, fra l’altro, contro l’“incitamento a commettere atti violenti”. Questa strategiacontro la “radicalizzazione”rivela il vero obiettivodella cosiddettapolitica “antiterrorismo” dell’UEe dei suoi meccanismi di attuazione: tutti coloro che resistonoe si oppongono alla sua politicareazionaria. Tuttavia, per quanterisoluzionipossano fare approvarei portavoce politicidei monopoli, esse non fermeranno i movimenti diopposizionee l’ondata sempre più crescentedi scontento nell’opinione pubblica,che contesta ormai la stessa UEcome unione imperialista inter-stataledel capitale europeo.

 
  
  

–Programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2008 (B6-0500/2007)

 
  
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  Colm Burke, Avril Doyle, Jim Higgins, Mairead McGuinness e Gay Mitchell (PPE-DE), per iscritto.La delegazione del Fine Gaelal Parlamento europeoha votato contro il paragrafo 16 della risoluzione sul programma legislativo e di lavoro della Commissioneper il 2008 in quanto siamo fermamente contrari a ogni iniziativaUE di stabilireuna base imponibile consolidata comune (CCCTB) a livello europeo. Ci rallegriamo del fatto che la Commissionenon intendaproporre norme in materianel suo programma per l’anno prossimo.

La concorrenza in materia fiscaleè crucialeper promuovere la crescita, attrarre investimentie permettere agli Stati membri, specialmente quelli dell’Eurozona, di gestire la loro economia. La BCE fissa i tassi d’interessee il patto di crescita e stabilitàfissa irequisiti in termini di debito e inflazione per l’Eurozona, per cui la politica fiscale rappresenta uno dei più importanti strumenti lasciati agli Stati membri dell’Eurozona ai sensi del trattato, e deve essere salvaguardata.

I deputati delFine Gaelcredono che unabase imponibile consolidata comune a livello UEporterebbe in ultimoalla creazione di un’unica aliquotafiscale in Europae vi sono fortemente contrari.

 
  
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  Ilda Figueiredo (GUE/NGL), per iscritto.(PT)Votiamo contro questa risoluzioneperché le nostre proposte, con le qualiesprimevamo profonda preoccupazioneper l’accelerazione del processodi liberalizzazione e deregolamentazione, che avviene in molti settorie che rappresenta un pericolo per l’occupazione, la qualità dei servizi fornitie il futuro dei servizi pubblici nell’Unione, non sono state accettate. Quello che restaè un pregiudizio contro lo Statocome fornitore di servizi d’interesse generale, dato che tutto l’accento è posto sulla liberalizzazione.

Anche la politica monetariae fiscaledell’UEsi è segnalata per il suo carattere restrittivo, avendo come obiettivo primario la stabilizzazionedei prezzie il consolidamento del bilancioin conformità al patto di crescita e stabilità,benché sia noto che il processo di convergenza nominaleabbia un impatto negativosulla crescita economicae sullo sviluppo, sulla coesione economica e sociale, sulla convergenza realefra gli Stati membri dell’UE, e sull’investimento pubblico.

Si mette inoltre l’accento sulla neo-liberalestrategia di Lisbona, che ha rappresentato lo strumento principaleusato in seno all’UEper promuovere la liberalizzazionee la privatizzazionedei servizi e delle infrastrutture pubbliche, la flessibilità e l’adattabilità dei mercati del lavoro, le riduzioni salarialie l’apertura agli interessiprivatidella maggior parte delle disposizioni in materia di sicurezza sociale, ivi compresi sanità e sistema pensionistico.

 
  
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  Lidia Joanna Geringer de Oedenberg (PSE), per iscritto.(PL)Signora Presidente, il programma di lavoroper il 2008 adotta un atteggiamento complesso,miratoa realizzare la visionedi un’Europache viene incontro alle future aspettative dei cittadini.Le principali priorità della Commissioneeuropea per i prossimi annisono rappresentate daattività per promuoverela crescita economicae l’occupazione, lo sviluppo sostenibile, e la gestione dei flussi migratori, riguardando inoltre il cambiamento climatico, l’energia, il futuro allargamento dell’UEe l’azione sulla scena internazionale.

E’ d’uopo sottolineareche il piano di lavoro è stato elaboratoalla luce di discussioni minuziosecon altre istituzioni, ivi comprese le questionidiscusse recentementenel dibattitosulla globalizzazionein occasione della riunione informaledel Consiglio a Lisbona. Il programmacomprende inoltre prioritànel settore dellecomunicazioni che costituiscono un passo ulteriore della Commissionenei suoi sforzidi migliorare il flussodelle informazioni concernentil’UEverso i cittadini dell’Europa.

Mi sono compiaciuto nel vedere annunciata l’adozione di un nuovo approccionei confronti dell’attuazione del principio disussidiarietàe di un meccanismo di valutazione indipendentedelle conseguenzedelle norme proposteper evitare errori in futuro. Saluto con favore anche le propostedi una nuova normativaper migliorare le condizioni delle donne, in particolare per conciliarele esigenze della vita familiare e della carriera lavorativa, il che rappresenta un’iniziativa importantenella lotta al declino demograficoeuropeo.

 
  
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  Pedro Guerreiro (GUE/NGL), per iscritto.(PT)Fra i variaspetticriticabilidi questa materia, vorrei soffermarmisu una delle priorità per il2008, descrittadal Presidentedella Commissionecome una delle più significative: la ratificadel propostoTrattato sull’Unione europea.

La maggioranza del PE“si compiace dell’impegno della Commissione a sostegno della ratifica del trattato di riforma”, “esorta vivamente la Commissione... a intensificare gli sforzi tesi a sviluppare una politica di comunicazione più efficace allo scopo di permettere ai cittadini di comprendere l’azione dell’UE... al fine di preparare la ratifica del trattato di riforma e le elezioni europee nel 2009”e “invita la Commissione a definire chiaramente come intende mettere in pratica il contenuto delle sue priorità... in particolare per quanto riguarda il trattato di riforma”.

Tenendo presente il ruolo inammissibilesvolto dalla Commissionedurante ireferendumsulla cosiddetta“costituzione europea”svoltisi nel 2005, queste intenzioni, più volte proclamate e orariaffermate, rappresenteranno, se tradotte in pratica, una vera e propriainterferenza nel processodi ratifica,che è di competenza del singolo Stato membro.

Che contraddizione da partedel Presidentedella Commissioneche, interpellato riguardoal processodi ratifica, ha risposto che spettava a ogni Stato membro decidere, ma che considera come sua priorità specifica intromettersi in questa decisione!

 
  
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  Pedro Guerreiro (GUE/NGL), per iscritto.(PT)Dal momento che si è rivelato impossibile garantire la disponibilità di fondi privati, come originariamente previsto, per completare il finanziamento del progetto“Galileo”, l’Unione europea “ha deciso”che questo debba essere finanziatointeramente con capitale pubblico, in particolare a partire dal bilanciocomunitario.

Questa è la ragione alla basedella modificadell’accordo interistituzionale (AII), che ha istituito il quadro finanziario pluriennale per il2007-2013,e aumenta i limiti massimi di fondiper le autorizzazioni concessenell’ambito della rubrica 1a (competitività per la crescita e l’occupazione) per gli anni dal 2008 al 2013,per un totaledi 1 600 milioni di euroai prezzi correnti, a costo di tagliare il bilancio e ridurre le attività nei settori della rubrica 2(“conservazione e gestione delle risorse naturali”), in particolare agricoltura, pesca e ambientenel 2007.

Con questa revisionedell’AIIe la mobilitazione dello strumento di flessibilità, l’UEassicura il futuro della sua grande “priorità”,garantendo il suo finanziamento. Resta ancora da essere chiarito se, una volta completato il progetto “Galileo” (e completato, si badi bene, con fondi pubblici), questo non vengain seguito “offerto”al capitale privato, ad esempio tramite un qualche partenariato fra pubblico e privato, con la componente pubblica che sopporta il peso dei costie il capitale privato che realizza profitti.

 
  
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  Marian Harkin (ALDE), per iscritto.(EN)Non sostenete la creazionedi unabase imponibile consolidata comune.

 
  
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  Monica Maria Iacob-Ridzi (PPE-DE), per iscritto.(RO)Sono a favore dell’approvazione delprogramma legislativo della Commissione europeaper il prossimo annoe credo che rifletta molto bene le prioritàpolitichedell’Unioneeuropea. Nondimeno, le propostenormative che la Commissionesta preparandoin materia di disciplinadelle società private e delle società piccole e medienon dovrebbero intralciare le politichedegli Stati membriche hanno contribuito significativamentealla crescita economicanegli scorsi anni, quali l’aliquota fiscale unica.

Parimenti, la recentecomunicazione della Commissione europeariguardante la “verifica dello stato di salute” della politica agricola comunecostituisce una buona base per il dialogo interistituzionale. A questo scopo, la Commissione europeadeve sospenderele proposte legislative voltefondamentalmente a modificaredisposizionidella Commissione stessa fino alla conclusionedelle discussioni fra istituzioni europee e Stati membri.

Da ultimo, ma non da meno, deploro l’assenza d’iniziativenormative nel campo della politica comune dei visti, per quanto riguarda la reciprocitàdella concessione della libertà di circolazione alle personefra l’Unione europea e i paesi terzi. Ricordo alla Commissione europeache i 12 Stati membri, che rappresentano più di 100 milionidi cittadini dell’Unione europea, sono ancora esclusi dalprogramma “Viaggio senza visto” (Visa Waiver Program) degli Stati Uniti d’America.

 
  
  

–Proposta di risoluzione: accordi di partenariato economico (votazione) (B6-0497/2007)

 
  
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  Genowefa Grabowska (PSE), per iscritto.(PL)Come membro dell’assemblea parlamentare ACP-UE, desidero esprimere il mio sostegno ai risultatidel Vertice UE–Africa svoltosi la settimana scorsaa Lisbona. All’ultima sessione dell’assemblea parlamentarea Kigali avevamo chiesto che si usasse prudenza e si evitasseun’ulteriore regolamentazionefrettolosa delle relazionifra l’Unione el’Africa. Chiaramente, la strategia comune UE–Africa deve tener conto degli interessi di entrambe le parti, e la cooperazione non deve svolgersi a svantaggio di una di esse.

Il fatto che l’Unione europearappresenti il partner economicopiù seriodei paesi africani, e che la maggior parte degli aiuti all’Africa provengano dall’Europa, comporta anche una responsabilità specialeper l’Unione. Questo è stato detto esplicitamente nelle dichiarazioni congiunte dei Parlamenti europeo e panafricano, che giustamente hanno chiesto un maggiore coinvolgimentodi entrambe le assemblee per tracciare le future relazioni fra i due continenti. Il Parlamento europeo ha chiaramente affermato il suo sostegno alla dichiarazione di Kigali del 22 novembre 2007, che domandava l’estensionedel termine ultimo per la conclusione delle trattativesu un nuovo accordo commerciale UE-ACP, raccomandava moderazione in questo accordo, e suggerivache le esigenti richiestedell’OMCdovessero essere stemperate. E’ una buona cosa che le prioritàfissate fino al prossimo vertice del 2009 si riferiscano non solo alla pace, alla sicurezza, ai diritti umani, all’energia, al cambiamento climatico e all’immigrazione, ma anche alla lotta alla povertàattraverso l’occupazione, gli investimenti nelle cure sanitarie, e l’istruzione.

 
  
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  Pedro Guerreiro (GUE/NGL), per iscritto.(PT)Se mai esistessero dubbisulle realiintenzioni dell’UE relativamente agli accordidi libero scambio che essa si proponedi stipulare con gli Stati del gruppoACP (Africa, Caraibie Pacifico), denominati“accordi di partenariato economico” (APE),che hanno avuto tanto risaltonel recentevertice UE – Africa perché alcuni paesi africanisi sono rifiutati di firmarli, una lettura della risoluzione appena approvata dovrebbe bastare perchiarirli. Del resto, João Cravinho, segretario di Stato portoghese per gli Affari esterie la Cooperazione, nella sua qualità di Presidente del Consiglio, li ha già abbastanza chiariti in occasione dell’assemblea parlamentare congiuntaACP-UEdel 21 novembre a Kigali.

Benché obbligata a ritirarsi (per il momento), l’UEha cercato di contrastare laresistenzapresentando la “proposta di negoziare” gli APE“in due fasi, cominciando col commercio dei beni”e in seguito passando“a comprendere altri settori, quali servizi e investimenti”, promettendo al tempo stessomilionie milionidi eurocon cui si vorrebbe ipotecarela sovranità e l’indipendenza (economicae, ben presto, politica) dei paesi ACP. Questo è il contenuto della decisione del Consiglio “Affari generali e relazioniesterne”del 17 novembre 2007.

La maggioranza del PE applaudee appoggia questa decisione. Quanto a noi, denunciamo e contrastiamotali intenti e tali politiche, con le quali l’UEcerca di ri–colonizzareeconomicamente i paesi ACP.

 
  
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  Karin Scheele (PSE), per iscritto.(DE) Mi rallegro del fattoche una vasta percentualedel Parlamento europeo sostenga il contenutodella dichiarazione di Kigali sugli accordi di partenariato economico (APE) elaborata congiuntamente in Ruanda da parlamentaridi paesi europei, africani, caraibicie del Pacifico. Tuttavia, mi spiace che un testo negoziato congiuntamente,che è stato approvatodai membri del Parlamento europeoe dai deputati dei paesi ACP in occasione della sessione parlamentare ACP-UE di Kigali,sia stato improvvisamente rifiutatodal gruppo del PPE-DEe dal gruppo liberale a Strasburgo. Credo fermamente che questo mandi un segnaletotalmente sbagliatonel contesto delle trattativesu una questione di vitale importanzaper i paesi ACP.

 
  
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  Margie Sudre (PPE-DE), per iscritto. – (FR) Gli APE non devono essere visti come semplici accordi di libero scambionel senso dato loro dall’OMC e, soprattutto, non devono compromettere le già fragilieconomiedelle comunità d’oltremare.

Questi accordi devono costituire un vero partenariatoche permetta di gestire un nuovo contesto economico e commercialeche promuova lo sviluppo in tutti i territori interessati.

Sono grato ai membri di questa Assembleaper aver approvato il mio emendamento, che rammenta come gli interessi delle comunità d’oltremaresiano al centro di questi accordi preferenziali e reciprocicon i paesi ACP. E’ essenziale che prendiamo in considerazione in maniera più coerentela situazione particolare delle regioniultraperiferichenei negoziati, sulla base dell’articolo 299, paragrafo 2,del Trattato. Paesi e territori d’oltremarelimitrofi dei paesi ACP meritano altresì un’attenzione speciale, in conformità agli accordi di associazione che già li legano all’Unionea norma dell’articolo 299, paragrafo 3, del Trattato.

Anche se lediscussioni attuali sono problematiche, specialmente sulle questioni legate ai mercati localie alla lista dei prodotti sensibili, sollecito la Commissionea trovarecompromessiche rispettino gli interessi particolari delle regioni ultraperiferichee dei paesi e dei territori d’oltremare interessati.

 
  
  

(La seduta, sospesa alle 13.50, è ripresa alle 15.00)

 
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