Presidente. − L’ordine del giorno reca la relazione diGraefe zu Baringdorf, a nome dellacommissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale,sulla proposta di regolamento del Consiglioche modifica il regolamento(CE) n. 21/2004 , che istituisce un sistema di identificazione e di registrazione degli animali delle specie ovina e caprina [COM(2007)0710 – C6-0448/2007 – 2007/0244(CNS)] (A6-0501/2007) .
Markos Kyprianou,Membro della Commissione.−(EN)Signor Presidente, come tutti sappiamo, la rintracciabilitàè un elemento cruciale per garantire livelli elevati di salute degli animali e sicurezza alimentare.
Abbiamo avuto recentiesperienze di determinate malattie del bestiamenell’Unione europea, quali l’afta epizootica e la febbre catarrosa, che hanno mostrato ancora una voltal’importanza di sistemi d’identificazione efficienti. L’identificazione individualenon può funzionare correttamente senza l’identificazione elettronica.
Alla Commissioneè stato richiestodi confermare o modificare, nella sua relazione, la data di attuazione dell’identificazioneelettronica, non di rimettere in discussione i principi del regolamento. Per questo motivo si tratta di una relazione tecnica sui vari metodi e tecnologiein uso.
La relazione della Commissionesi concentra solosulla maniera migliore di attuarel’identificazione elettronica. Tuttavia, per elaborare una relazione, avevamo bisogno di dati e contributi dagli Stati membri, e in particolarequegli Stati membriche già lavoravano sul sistema. Gli studi e e le sperimentazioni necessariper la preparazione della relazionehanno preso molto più tempo di quanto originariamente previsto, il che spiega il ritardo nella sua redazione.
Apprezziamo enormementee ringraziamo il Parlamentoper aver accettato di considerare la questione come urgente, il che impedirà il sorgere di una situazioned’incertezza giuridicanel gennaio 2008.
La relazione concludeche le condizioni tecnicheper l’identificazione elettronica di ovini e capresiano state soddisfatte, ma che gli Stati membrinecessitino di un ragionevole lasso di tempoper preparare l’attuazione dell’identificazione elettronica.
Accettiamo e approviamo la posizionedel Parlamentodi fissare una dataper l’introduzione del sistema. Per contro, non possiamo accettare gli altri emendamenti proposti, che rimetterebbero in discussione i principistessi del regolamento, dato che il problema adessoè quello di decidere quale sia l’effettiva data di attuazione.
Ancora una volta, vorrei ringraziareil relatoreper il lavoro rapidamente compiuto, e il Parlamento peraver accettato di considerare la questione come urgente.
Friedrich-Wilhelm Graefe zu Baringdorf,relatore. −(DE) Signor Presidente, Commissario Kyprianou, abbiamo soddisfatto la richiestadi trattare questa materia con celerità. Adesso ci stiamo occupando di qualcosa di urgente, ed è proprio questo il motivo per cui siamo ancora qui a quest’ora tarda.
Si tratta di vedere, ovviamente, come si è venuta a determinare questa situazione d’urgenza. Lei ha già detto qualcosa al riguardo. Io ho scorso la documentazionee ho trovato proprio ilregolamento che oggi vogliamo modificare: è del 17 dicembre 2003. Questo regolamento prescriveche, con efficacia a partire dal 1° gennaio 2008, “l’identificazione elettronica, secondo gli orientamenti di cui al paragrafo 1 […], è obbligatoria per tutti gli animali”. Ci sono una o due clausole di esenzione, che ometto, e quindi si dice che “la Commissione presenta al Consiglio, entro il 30 giugno 2006, una relazione sull’applicazione del sistema d’identificazione elettronica corredata delle proposte appropriate sulle quali il Consiglio delibera a maggioranza qualificata”.
In breve, il problema ha radici piuttosto lontane. La relazionedella CommissionealConsiglionon è stata, evidentemente, mai presentata, né il Consiglio ha mai deliberato in materia. Questo le dice qualcosa? Se avete presentato la relazione, tanto meglio, ma allora non c’è stata risposta dagli Stati membri. E quindi ci siamo cacciati in questo ginepraio, rendendoci conto che la scadenza non poteva essere rispettata. Fin qui, tutto male, ma dopo avete proposto che, invece di fissare eventualmenteuna nuova data, dovessimo lasciare che la data fosse fissata attraverso la procedura di comitatologia. In altre parole, la determinazione della scadenza dipenderebbe dalla vostra decisione. Dunque avremmo dovuto fare tutta questa fatica per niente, e pertanto la commissione ha decisoche la disposizionesulla marchiatura elettronica obbligatoria debba entrare in vigore il 31 dicembre 2009 e si applichi a partire dal 1° gennaio 2010, due anni dopo rispetto a quanto previsto nel regolamento originale. Sia come sia, l’importanteè che abbiamo una data. La commissione ha dettopure che una relazione dovrebbe essere presentata anche su questa materia.
Il problemadella vostra proposta, come si può capire, è che voi state immettendo sempre più potere decisionalenel regno della comitatologia, proprio come avete fattocol vecchio regolamento del 17 dicembre 2003, in cui ledisposizionie gli accordi di applicazione relativialsistema d’identificazione elettronicasono stati delegatialla Commissioneattraverso la procedura della comitatologia. A quell’epoca c’era stato ancheuna relazionepresentata al Consiglio, ma nessuna presentata al Parlamento. In conseguenza di questaprassi di sottoporre ogni cosa alla comitatologia, il Parlamentoè stato spogliatodelle sue prerogative in ambito decisionalee dei suoi poteri dicontrollo, e quindi solo in una fase successivascopriamo che gli obblighinon sono stati rispettati.
Se voi foste venuti ora con questiemendamentie aveste richiesto una procedura urgenteperché eravate sotto pressione per rispettare la scadenza, avremmo dovuto pensare che andasse tutto bene; ma le cose non andavano affatto bene! Questo dev’essere un avvertimento per noinel Parlamentoa non delegare troppoalla Commissionee a continuare invece adesercitare i nostripoteri di controllo.
Ora ci sono stati un paio di emendamenti. Lei ha detto di non poterli accettare. La commissioneha stabilito che le regole debbano essere vincolanti e questo, in effetti, è statuito anchenel regolamento originario, che, come tutti sappiamo, non viene abrogato ma solo modificato. Ora ci sono emendamenti presentati da lei, onorevole Stevenson, uno dei quali congiuntamente conl’onorevole McGuinness, che proponeche il sistema sia resovolontario. Ebbene, se lo rendiamo volontario, tanto varrebbe allora lasciar perdere tutto. Che cosa rimarrebbe da prescrivere? Ci potremmo rassegnare al fatto che di notte tutti i gatti sono bigi. Credo pertantoche dobbiamo attenercialle regole vincolanti, le qualidevono includereuna datae una relazioneal Parlamento europeo.
Il fatto che questa relazione ci abbia fatto imbattere, praticamente per caso, in tale modo di procedere davvero inusuale da parte di Commissione e Consiglio rappresenterà unalezione per noi.
Spero, commissario Kyprianou, di non essere stato troppoduro nel mio criticismo, ma lei può immaginare come, al momento di redigere la relazione, prepararmi per la discussione di stasera e consultarela documentazione relativa, io abbia dovutostropicciarmi gli occhivedendotutte le cose che possono succedere nelle nostre istituzionieuropee. Sia il Parlamento sia la Commissionehanno interessea garantire che questo genere di cosenon ricapiti e non diventi un’abitudine; e questo interesse ce l’abbiamo anche noi come individui, almeno per quanto mi riguarda.
Struan Stevenson, a nome del gruppo PPE-DE.–(EN)Signor Presidente, mi permettadi cominciare rispondendo a una domandache mi è stata posta dall’onorevole Graefe zu Baringdorf, il quale ha chiestoperché i miei emendamenti si propongano di rendere questo sistemavolontario. Posso dire molto rapidamente all’onorevole Graefe zu Baringdorf quale sia il motivo.
La settimana scorsa nel mio collegio in Scozia, le pecore da riforma(per le persone non familiari con l’agricoltura in quest’Aula, dove ormai di persone non ce n’è più tante, si tratta di pecore vecchie)si vendevano adue sterline l’una. Un anno fa si vendevanoa 60 sterline l’una; quest’anno, a due. Chiedo al relatore: come si può pretendere da un fattore chericeve solo due sterline per ogni sua pecorache applichimicrochipe compri costosi scannere lettoriconformial sistema di ID elettronico obbligatorio? Questo è il problema economico.
La proposta originale della Commissioneeraassolutamente correttanel ricercare la consultazione con le parti interessatee analisi delle conseguenze economiche basate sul rapporto costi-benefici. Non ho visto tutte le cifre e non so quale sarebbe l’intenzione nei confronti degli allevatori di pecorenel mio collegio. Devo ricordare agli onorevoli parlamentariin quest’Aulache il Regno Unito conta di gran lunga il maggior numero di pecore in tutta Europa. Le conseguenze di quanto è stato proposto sarebbero catastrofichecon l’attualecongiuntura economica. Significherebbe in effetti, se la proposta diventassenormae se ci attenessimo alle datefissate dalla commissione per l’agricoltura e lo sviluppo ruralenel loro votodi lunedì notte (ed abbiamo stabilito come data per l’introduzione obbligatoria il 31 dicembre 2009),che un intero gruppo di allevatori di ovini in Gran Bretagnafallirebbe e dovrebbe chiudere. Le zone montuose e le collineche per secoli sono state oggetto delle curedegli allevatori di pecore, le quali vi andavano a brucare,diventeranno incoltee allora la gente si renderà conto del danno che è stato fatto.
Mentre stiamo gettando questa disgraziasu una popolazione ovinache già si caratterizza per la migliorerintracciabilità in Europa(attualmente nel Regno Unitoabbiamo una rintracciabilità garantita assolutaegli allevatori di ovininon riescono a capire perchévogliamo imporreun nuovo sistemad’identificazione elettronicaquando hanno già una rintracciabilità di alta qualità),importiamo carne ovina nell’UEdall’estero, da paesi che non rispettanoi nostri parametri di igiene e benesseree i regolamenti rigorosiche noi applichiamo ai nostri allevatori di ovini.
Pertanto, cerchiamo di avere un pochino di sensibilità su questa faccenda. Spero che quando arriveremoal voto sulla proposta,domani,i deputaticapiranno la ragione per cui stiamo chiedendo un sistema volontarioe non fissiamo ancora una data obbligatoriaper l’introduzione dell’ID elettronico.
Rosa Miguélez Ramos,a nome del gruppo PSE. –(ES) Signor Presidente, io ascolto sempre con attenzione l’onorevole Stevenson ogni volta che parla, e l’ho ascoltato per molti anni ormai, ma questo discorso sinceramente mi stupisce, perché avrebbe dovuto essere pronunciato semmai nel 2003 e non nel 2007, anzi quasi nel 2008.
L’onorevole Graefe zu Baringdorf ha illustrato la questione molto bene: questo è un regolamento del 2004, lo abbiamo discusso in Parlamentonel 2003, e tale regolamentoprevede che la data di entrata in vigoredelsistema d’identificazione elettronicaper gli animali di specie ovinae caprinasia il 1° gennaio 2008.
Ora, onorevole Stevenson (non ho il minimo dubbio sul fatto che ci sianodegli ovininel suo collegio, ce ne sono anche nel mio, sa?),i cinque Stati membricon la popolazione maggiore di animali di specie ovinae caprinasono, oltre al suo paese, il mio, la Francia, l’Italiae la Grecia. Ebbene, questi quattro Stati membrihanno già adempiuto al compito, che a lei sembra tanto ripugnante, di convincerei loro allevatoria marchiaregli animali di specie ovina e caprina, perché ci era stato detto che il regolamento stabilivache l’identificazione elettronicasarebbe stata obbligatoriaa partire dal 1°gennaio 2008.
Io, come deputata di questo Parlamento, comprendo pienamente tutto questo. Capisco anche che vi siano Stati membri(come il suo, e questo è il motivo per cui sono appena stata ad ascoltarla)che non hanno fatto il loro dovere, e pensando a questo, ho proposto volontariamenteuna data, che inoltre è stata accettata dalla commissione per l’agricoltura,che proroga un poco il limite di tempo precedente, ma, come lei sa, se nel suo collegiopossono pagare due sterline per una pecora, nel mio ne pagano soltanto una.
In questo momento, coni problemi legati alle malattie deglianimaliche interessano tuttal’Europa, penso che un sistema come questofornisca una garanziae un modo di valorizzarequello che i nostri allevatori stanno producendo. Si tratta di un sistema d’identificazioneche ci permette di conoscere la provenienzadi ogni animale che transitinel territorio comunitarioe di sapere che è in buona salute; rappresenta una garanzia per il consumatoree un beneficio per l’allevatore, che potrà vendere la carne a un prezzo più alto.
Se invece non si può vendere lacarne a un prezzo più alto, la situazione è quella che ci troviamo a vivere adessocon l’afta epizootica, la febbre catarrosa e la zanzarachikungunya e, se le cose stanno così, non ci sono più speranze per noi. Dunque, per favore, mettiamoci al lavoro, cerchiamo di essere coerenti, leggiamo ed esaminiamo il regolamentocui ha fatto riferimento l’onorevole Graefe zu Baringdorf (che, ripeto, è un regolamento del 2004),leggiamolo attentamente, rendiamoci conto che comprende alcune eccezioni, ma non si tratta di fare ognuno come gli pare, perché la data non può esserevolontaria: non può esserlo perché noi, la Commissionee il Consiglio abbiamo deciso che fosseobbligatoria.
In altre parole, non posso far tornare indietro il tempo fino a tre anni fae dire ai miei allevatoriche tutti gli sforzi fatti fino ad ora sonocompletamente inutiliperché i britannicisi son dimenticati di chiedere ai loro allevatori di fare lo stesso, capisce?
Le chiedo di leggere attentamente il mio emendamento. Il mio gruppo non intende assolutamente mettere in dubbiola natura obbligatoriadel sistema, perché questo creerebbediscriminazioni inaccettabilifra Stati membri e all’interno della stessa Unione europea, anche se non mi sorprenderebbe (e non mi riferiscoa lei, onorevole Stevenson)che qualcuno che ha avuto l’impudenza di rifiutarela Carta dei diritti fondamentalioggi in quest’Aulapotrebbe avere l’analoga(o maggiore) impudenza di rifiutare l’identificazione degli animali di specieovinae caprina.
Ecco a che punto siamo: ritengo che abbiamo un regolamento, la Commissioneci ha fatto una proposta ragionevole e anche noi gliene abbiamo fatta una, quindi cerchiamo di chiudere domani questa questionesenza danneggiare troppo nessuna parte.
Neil Parish (PPE-DE).-(EN)Signor Presidente, intendo appoggiare risolutamentequanto appena dichiarato dall’onorevole Stevenson e del pari risolutamenteappoggiare quanto la Commissionesta cercando di fare. Penso che dobbiamo comprendere la portata dell’allevamento di ovini e il numero di animali coinvolto. Stiamo parlando di 25 milionidi ovini nel Regno Unito, 8,5 milioni in Francia, 3 milioni in Irlandae altre cifre significative in Spagnae in altri paesi. Il sistema deve funzionare bene: se introduciamo un sistema elettronico, deve essere pratico ed economico, e gli allevatori devono essere in grado di utilizzarloconcretamente. Come giustamente dichiaratodall’onorevole Stevenson, la pecora non è un animaledi valore elevato, sicché tutto questo non sarà fatto dai veterinari. In gran parte, dovrà essere realizzato dagli allevatori, e quando si tratterà di leggere questi marchi d’identificazione, dovrà essere concretamente fattosulle pendici di una montagna in condizioni di umidità, e altro di simile.
Ho visto all’opera molti di questi sistemi elettronicinelle stanze d’albergoquando le persone passano attraverso le varie entrate, e pare non vi sia interferenza fra le varie identificazioni elettroniche. Voi volete anche unsistema in cui, quando un autocarro caricodi ovini entra in un mercato, in circostanze ideali, sia possibile controllare elettronicamenteogni pecora sull’autocarro. Questo è il sistema ideale. Quello che devo dirvi abbastanza chiaramenteè che non ha sensoandare avanti con l’identificazioneelettronicafinché non abbiamo un sistema pratico, economicoe pronto per l’uso. Pertanto, penso che abbiate assolutamente ragione quando dite“Riparliamone alla fine del 2009 e vediamo a che punto siamo”. Come l’onorevole Stevenson ha detto piuttosto giustamente, utilizziamo questo sistema su base volontariaquando gli Stati membri sono pronti, quando c’è un’abbondante circolazione di ovini, e quando abbiamo un sistema che funziona. Vi chiedo il favore di non introdurlo troppo rapidamente, quando non siamo ancora pronti.
James Nicholson (PPE-DE).-(EN)Signor Presidente, ancora una voltasiamo qui a discuteredell’identificazione degli ovini. Tutto quello che posso dire è che è davvero un peccato che la Commissionenon ci abbia ascoltato tempo addietro,nei primi momenti,quando esaminavamo quello che stavano proponendoe davamo consigli. Vorrei dire all’onorevole Miguélez Ramos: sì, abbiamo fatto questi discorsi tempo fa, quandosi è iniziato a discutere dell’identificazione degli ovini, ma purtroppo non hanno ascoltato quello che abbiamo detto, anche quando abbiamo dichiarato che non poteva funzionare.
Quindi, vi abbiamo avvertito e non avete voluto ascoltare. La realtà è che gli allevatori di ovininon potrebbero mai sopportare i costidell’identificazione elettronica,perché ora ricavano meno dai loro agnelli di quanto ricavassero 20 anni fa! Citatemi qualsiasi altro settore di qualsiasi altro ramodi qualsiasi altra industriaal quale viene richiesto di effettuare ingenti spese e ricevere per quello che produce menodi quanto ricevesse 20 anni fa. Per esperienza personale, so che questo è il caso.
Il sistema che abbiamo attualmente è sufficiente. Quindi, rinviamo la questione a un futuro piuttosto lontano. Posso accettare di riparlarne e riconsiderare il problema nel 2009: forse, durante quel lasso di tempo, la tecnologia per l’identificazione elettronica, che attualmente è di gran lunga troppo costosa, può, come molti altri settori tecnologici, diventare più alla portata dell’allevatore di ovini,grazie all’effetto combinato di costi minori e ricavi maggiori. A quel punto potremo tornare a esaminare la questione.
La sfida più grande per la produzione ovina è quella di raggiungere la rimuneratività; una volta successo questo, allora potremo andare avanti con fiducia. Devo dire che è stato con grande interesse che ho ascoltato l’onorevole Miguélez Ramos e l’onorevole Stevenson avere uno scambio di vedutesulle pecoreperché di solito ne hanno sui pesci, il che è qualcosa di completamente diverso! Si tratta anche probabilmente di un soggetto più controverso di quanto lo siano le pecore, di cui stanno discutendo stanotte.
Tuttavia, per quanto riguarda gli allevatori di pecore, ricevere compensi tanto magri per un lavoro tanto duro, come sottolineato dall’onorevole Parish, rende il loro un mestiere particolarmente difficile. Ci sono migliaia di pecore sulle cime delle montagne durante tutto il periodo estivo. Cerchi di prenderle e lo fai; cerchi di identificarle e lo fai; cerchi di seguirle e lo fai. Devo dire al signor Commissario: vorrei che lei mandassealcuni dei vostri funzionari,che elaborano questi piani,in quelle zonein modo da vedere che cosa gli allevatori di pecore devono sopportare e la vita che devono fare. Allora potreste capire come ci sentiamo e perché formuliamo queste opinioni.
Sì, facciamolo su base volontaria, facciamolo quando siamo pronti. Muoviamoci a un ritmo adeguato, secondo un’andatura nei limiti delle nostre possibilità.
Markos Kyprianou,Membro della Commissione.−(EN)Signor Presidente, visto che è tardi, sarò molto breve. Vorrei ricordare agli onorevoli parlamentariche quello che stiamo discutendo oggiè la data di introduzione del sistema. Una decisione è stata correttamente presaper istituire il sistema, ma la data è stata lasciata indeterminata, o meglio è stata stabilita con riserva, secondo quanto deciso, di confermarla o modificarla successivamente.
I datiprovenienti da una serie di Stati membrimostravano due cose: anzitutto, che l’applicazione era fattibile, da un punto di vista sia tecnico sia economico(come dichiarato nella relazione),e inoltre che era necessario più tempo per gli Stati membriper introdurre il sistema, ossia che era necessaria una data più realistica.
La verità è che la Commissioneha proposto di fissare questa data in una fase successiva. Posso assicurarvi che non c’è stata alcuna intenzione di scavalcareil Parlamento, e che è proprio per questo motivo che abbiamo scelto questa modalità di procedere, discutendo in questa sede, e non semplicemente inserendo un articolo nel regolamento, che ci avrebbe permesso di prendere una decisioneinsieme al solo Consiglio.
Non c’è mai stata alcuna intenzioneda partedella Commissionedi non includere o di non coinvolgere il Parlamento in queste decisioni. Si riteneva che la fissazione di una datafosse una questione tecnica. Dal momento che il principio era già stato approvato, abbiamo pensato che tale questionetecnica potesse essere risoltacon la comitatologiae, ripeto, non abbiamoalcun problemaad accettarel’emendamento che stabilisce una data specifica, e ritengo dia abbastanza tempo(due anni)agli Stati membri per prepararsi.
Tuttavia, esitiamo un po’ad approvare sistemi su base volontaria, dal momento che il regolamento riguarda la rintracciabilità, la quale deve essere effettivae applicarsi allo stesso modonei vari Stati membri. Si tratta anche di una riflessione specificasulla situazione per quanto riguarda la salute degli animalinell’Unione europea. Si possono considerare i costi diretti del sistema,a quanto pare, ma, se prendete in esame i benefici a lungo terminedeirisparmi generatidalla riduzione nelle perdite e nell’incidenza di malattie degli animali, crediamo che alla fine il sistema si tradurrebbe in un vantaggio dal punto di vista economico.
Nondimeno, siamo pronti ad accettare l’emendamento presentato dalParlamento, che confidiamo sarà approvato anche dal Consiglio la prossima settimana.
Presidente. − Interviene l’onorevole Graefe zu Baringdorf per un richiamo al Regolamento.
Friedrich-Wilhelm Graefe zu Baringdorf,relatore. −(DE) Permettetemi di rivolgere al Commissarioun’altra domanda. Commissario Kyprianou, ho presentato unemendamentoche prevede determinate eccezioni, non destinate a essere applicate su base volontaria, e invero la norma originalepermette a sua volta una modifica, un aggiornamento, purché compiuto conformemente all’articolo 9 paragrafo 4. In determinate circostanze(le quali non devono comprendere accordi volontari, che renderebbero l’intero meccanismo senza senso)sarebbe possibile prendere in qualche misura in considerazione i modi in cui le preoccupazioni espresse dai miei onorevoli colleghipotrebbero essere concretamente affrontate. Questo vuole essere solo un suggerimento e una domandacui potreste voler pensare un po’.
Presidente. − Questo non era un richiamo al Regolamento, ma forse il Commissario vorrebbe rispondere alla domanda?
Markos Kyprianou,Membro della Commissione.−(EN)Signor Presidente, come ho detto, per noi è problematicoaccettareemendamenti con conseguenzesui principi e sugli aspetti fondamentali del regolamento.
Riesamineremo ancora la questione ma, nondimeno, questa è la nostra preoccupazione.
Presidente. − La discussione è chiusa.
La votazione si svolgerà giovedì 13 dicembre 2007.
Dichiarazioni scritte (articolo 142)
Mairead McGuinness (PPE-DE),per iscritto.–(EN)Non credo che siano state fornite sufficienti informazionisull’efficienza e sull’efficaciadell’identificazione elettronica (EID) per animali di specie ovina e caprina.Inoltre, ritengo che una valutazione economica, in particolare un’analisi costi-beneficisulle conseguenze per i produttori, sia necessariaprima di fissare una dataper l’introduzione dell’EID.
Non credo ci sia alcuna giustificazioneper stabilire una data per l’introduzione di questo schemaprima che l’impatto dell’EID, specialmente in riferimento alla rintracciabilitàe al controllo delle malattie, sia stato valutato.
In Irlanda, l’allevamento ovino sta collassando, con molti allevatoriche escono dal settore, e pertanto l’imposizione di queste misure e questi costi su tale settore in una simile congiuntura è inopportuna.
Se c’è una giustificazione legittimaper l’EID nel settore, i proprietari dibestiame la comprenderannoe si occuperanno di introdurlaessi stessi su base volontaria.Se e quando questa sistema di EID sarà introdotto,dovrebbe avvenire su base volontaria piuttosto che obbligatoria.
Inoltre, sel’EID dovesse essere introdotta,dovrebbe essere applicata solo agli animalinati dopo una certa datae non ai capi preesistenti.