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Dibattiti
It-Tlieta, 15 ta' Jannar 2008 - Strasburgu Edizzjoni riveduta

16. Sitwazzjoni allarmanti ta' l-iskart fir-reġjun tal-Campagna (dibattitu)
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  Presidente. − L'ordine del giorno reca la dichiarazione della Commissione sulla situazione allarmante dei rifiuti in Campania.

 
  
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  Σταύρος Δήμας, Μέλος της Επιτροπής. − Κύριε Πρόεδρε, αξιότιμα μέλη του Ευρωπαϊκού Κοινοβουλίου, τα απορρίμματα που συσσωρεύονται στους δρόμους της Νάπολης και άλλων γειτονικών πόλεων από τις 21 Δεκεμβρίου, όπως μας πληροφορούν τα μέσα ενημέρωσης, υπολογίζεται ότι έχουν ξεπεράσει την τεράστια ποσότητα των 100.000 τόνων. Το γεγονός αυτό σε συνδυασμό με τις αρνητικές –θα έλεγα καταστροφικές- συνέπειες για την υγεία των κατοίκων και το περιβάλλον, προκαλεί βαθειά ανησυχία.

Η κρίση των τελευταίων ημερών στη Νάπολη δεν προέκυψε από το πουθενά. Είναι το αποκορύφωμα της πλημμελούς εφαρμογής της ευρωπαϊκής νομοθεσίας για τα απόβλητα, τα τελευταία 14 χρόνια για τα οποία η Ιταλία έχει καταδικαστεί επανειλημμένα από το Δικαστήριο των Ευρωπαϊκών Κοινοτήτων.

Πέραν από το ρόλο του οργανωμένου εγκλήματος που υπογραμμίζεται από τον τύπο, άμεσο αίτιο της παρούσας κρίσης φαίνεται να είναι η απραξία και η έλλειψη βούλησης για τη θέσπιση των μέτρων που απαιτούνται για την επίλυση του χρόνιου προβλήματος της διαχείρισης των αποβλήτων.

Όταν η Επιτροπή ενημερώθηκε για πρώτη φόρα σχετικά με την κρίσιμη κατάσταση στην οποίαν περιήλθε το σύστημα συλλογής και διάθεσης αποβλήτων στην Καμπανία, την άνοιξη του 2007, κίνησε κατά της Ιταλίας διαδικασία παραβάσεως της κοινοτικής νομοθεσίας περί αποβλήτων. Έκτοτε, η Επιτροπή παρακολουθεί από κοντά τις εξελίξεις και έχει ήδη προβεί σε μια πρώτη επιτόπια αξιολόγηση της κατάστασης, κατόπιν πρόσκλησης της Ιταλικής κυβέρνησης. Μια περαιτέρω συνάντηση με τις αρμόδιες Ιταλικές αρχές έχει προγραμματιστεί εντός των επομένων ημερών. Τώρα, εναπόκειται στις Ιταλικές αρχές να λάβουν άμεσα μέτρα για την απομάκρυνση των απορριμμάτων από τους δρόμους. Όπως όμως δείχνει η νέα αυτή κρίση, δεν αρκεί να απομακρυνθούν απλώς τα απορρίμματα από τους δρόμους. Τα όποια βραχυπρόθεσμα μέτρα πρέπει να συμπληρωθούν με τη θέσπιση, και το σπουδαιότερο, με την αποτελεσματική εφαρμογή μακροπρόθεσμων στρατηγικών μέτρων. Για παράδειγμα, ενός επαρκούς δικτύου εγκαταστάσεων επεξεργασίας αποβλήτων με πλήρη τήρηση των προτύπων που ορίζει η κοινοτική νομοθεσία. Αυτό πρέπει να συνδυαστεί από ολοκληρωμένη μακροπρόθεσμη στρατηγική διαχείρισης αποβλήτων με στόχο την προώθηση της ανακύκλωσης και της διαλογής των αποβλήτων κατά την αποκομιδή.

Το νομοθετικό διάταγμα αριθ. 61, που εκδόθηκε το Μάιο του 2007 για την επίλυση της κρίσης των απορριμμάτων, δεν πέτυχε το στόχο του. Το σχέδιο έκτακτης ανάγκης που ανακοίνωσε ο Πρωθυπουργός κ. Πρόντι στις 8 Ιανουαρίου, είναι μια πιο φιλόδοξη ενέργεια προς την κατεύθυνση αυτή, αλλά κρίσιμο στοιχείο εξακολουθεί να παραμένει το χρονοδιάγραμμα των μέτρων που πρέπει να είναι σύντομο και αποτελεσματικό. Θα συνεχίσουμε να παρακολουθούμε με προσοχή την εφαρμογή των μέτρων στην πράξη από τις Ιταλικές αρχές. Η Επιτροπή θα εξακολουθήσει να ασκεί πίεση στην Ιταλική κυβέρνηση για να τερματιστεί η κρίση, προτίθεται δε να συνεχίσει τις νομικές διαδικασίες κατά της Ιταλίας. Πρέπει να σταματήσουν επί τέλους οι συνεχείς παραβάσεις της κοινοτικής περιβαλλοντικής νομοθεσίας στην Καμπανία, όπως επιτάσσει το κοινοτικό δίκαιο.

Παρ’ όλο που η κατάσταση δείχνει να είναι δύσκολη, δεν είναι αδύνατη η συμμόρφωση των Ιταλικών αρχών με την κοινοτική νομοθεσία περί αποβλήτων. Είμαι βέβαιος ότι μπορούν να αντληθούν χρήσιμα παραδείγματα, όχι μόνο από άλλα κράτη μέλη αλλά και από άλλες περιφέρειες της Ιταλίας όπου βρέθηκαν λύσεις για την ελεγχόμενη διάθεση των αποβλήτων με το συνδυασμό διαφόρων μορφών μείωσης του όγκου, συλλογής και διάθεσης.

 
  
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  Giuseppe Gargani, a nome del gruppo PPE-DE. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, io dico subito al Commissario che pur condividendo la sua relazione, credo che la situazione non sia difficile ma drammatica.

Io potrei esaurire il mio intervento riportando un giudizio dell'Economist di qualche giorno fa: i rifiuti accumulati nelle strade della città non sono solo dannosi, ma rappresentano un azzardo politico e ricordano ai cittadini la fragilità della loro civiltà, il che li può indurre a ribellarsi ai propri rappresentanti politici. È questa la situazione.

Napoli è famosa per le Quattro giornate, come tutti sanno, quando il popolo si sollevò contro lo straniero. Qualche giornale ha scritto che oggi i nemici del territorio sono quelli che hanno compromesso il buon nome di Napoli nel mondo. Si consuma appunto una civiltà. La tragedia dei rifiuti a Napoli e in Campania non è scoppiata in una notte, ma si trascina da 14 anni; otto miliardi di euro sono stati spesi inutilmente e le immagini televisive hanno mostrato all'Europa e al mondo intero l'impraticabilità delle strade della città e la tragedia vera e propria, come il Commissario ha ricordato, è iniziata appunto il 21 dicembre, quando i camion della nettezza urbana si sono fermati perché le discariche sono strapiene, non vi sono inceneritori, il pericolo sanitario è incombente e di raccolta differenziata, signor Commissario, non se parla assolutamente.

La Campania, infatti, è priva di termovalorizzatori, le discariche sono in mano alla delinquenza organizzata, la camorra. La regione Campania non ha saputo affrontare un problema che tutto sommato è di ordinaria amministrazione, come quello della pulizia della città, perché non ha voluto farlo, perché l'amministrazione regionale e il suo presidente sono succubi della malavita organizzata che ha il controllo sull'intero business.

Alcune forze politiche che fanno parte del governo Prodi e tutti i partiti dell'opposizione hanno chiesto lo scioglimento del Consiglio regionale e la nomina di un commissario con pieni poteri per reagire contro l'irresponsabile presenza del ministro dell'Ambiente, onorevole Pecoraro Scanio. Il contributo del piano europeo 1994-1999 di 200 milioni è stato utilizzato soltanto per l'81% e manca un piano regionale e perciò c'è il commissario.

Onorevole Presidente, mi dia ancora qualche secondo. Il commissario può assegnare contratti senza rispettare le regole europee per gli appalti e così si crea un circolo perverso che determina illegalità e inefficienza. Il rischio concreto è quello di perdere i 330 milioni per i fondi strutturali. La Commissione ha avviato una procedura d'infrazione contro l'Italia, era inevitabile purtroppo, e certamente la Campania è lontana anni luce dalle regole che le direttive europee impongono e che i vari commissari anche di governo non hanno tenuto in considerazione.

Chiediamo l'ispezione della Commissione a fine mese e una presa di posizione forte per imporre la messa in opera dei termovalorizzatori e questo l'Europa può farlo e chiediamo un'ispezione anche del Parlamento, un salto di qualità da parte sua (...).

 
  
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  Presidente. − Devo raccomandarmi, prima di proseguire il dibattito con i colleghi, e fare oltre che una raccomandazione anche un avviso relativo alle nuove procedure. Innanzitutto chiedo ai colleghi di mostrarsi docili al richiamo della presidenza per quanto riguarda i tempi degli interventi, poi ricordo che con la procedura catch the eye chi ritenga di non avere finito il tempo del proprio intervento può chiedere eventualmente di intervenire di nuovo, ovviamente gli sarà data la parola dopo averla data a coloro che intervengono per la prima volta.

 
  
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  Gianni Pittella, a nome del gruppo PSE. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei innanzitutto ringraziarla per la comunicazione chiara, puntuale ed efficace che ci ha fatto, per le preoccupazioni che ha manifestato questa sera e anche nei giorni e nelle settimane passate, per i richiami a cui noi ci rifacciamo avendo ben consapevolezza che è inderogabile il rispetto della normativa europea.

Noi pensiamo che non si debba mai trasformare il Parlamento europeo in una cassa di risonanza di polemiche nazionali ancorché su temi così sensibili e su questioni così drammatiche. Pensiamo piuttosto che sia proprio questa drammaticità a reclamare analisi serie, sia sul caso specifico che sul grande tema dei rifiuti, che non è un tema soltanto di Napoli e della Campania, ma è un tema a cui tutte le comunità devono far fronte. Un tema che chiama in causa un modello di sviluppo che spesso sacrifica uomo e ambiente alle logiche del profitto, un tema sul quale si offrono spesso ricette ideologiche e la falsa antinomia tra industrialismo senz'anima e ambientalismo senza sviluppo.

L'Italia, non dobbiamo dimenticarlo, è stato uno dei primi paesi a dotarsi con il governo Prodi e con il ministro Ronchi nel 1997 di una legge moderna, coerente con quanto dice da tempo l'Unione europea: educazione ambientale, raccolta differenziata, messa in sicurezza, utilizzo di mezzi di riciclo e di riutilizzo all'avanguardia e sicuri per i cittadini e per l'ambiente. Questa legge ha trovato anche eccellenti applicazioni e ha creato anche fonti di economia e di occupazione.

In Campania ciò non è avvenuto. Che cosa si è rotto? Che cosa non ha funzionato? Non vi è dubbio che vi siano responsabilità politiche di quanti da destra a sinistra si sono susseguiti soprattutto nelle gestioni commissariali. Non tocca a noi in questo momento accertare eventuali responsabilità di altro tipo, che se vi fossero andrebbero sanzionate in modo rigoroso, ma saremmo poco onesti tutti se gettassimo la croce solo sulla politica.

In Campania hanno svolto un ruolo decisivo in negativo molti altri fattori come la criminalità organizzata, un senso civico poco diffuso, la carenza storica di infrastrutture. Il governo italiano sta fornendo una risposta immediata, assumendo decisioni importanti con la volontà di ridare responsabilità agli enti locali, uscendo dalla logica del commissariamento e garantendo l'autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti. Scelte queste che consentono di guardare con maggiore fiducia al presente e al futuro - la par condicio, Presidente, ho finito però - io credo che tali decisioni permettano anche di rispondere in modo convincente alle legittime richieste europee. Occorre ora sostenere tali scelte, occorre ora ridare dignità ad una città, ad una regione e ad un paese, l'Italia, nelle quali, e riprendo le parole del Presidente Napolitano, non mancano energie positive, realtà nuove.

 
  
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  Alfonso Andria, a nome del gruppo ALDE. – Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, su questo argomento bisogna resistere alla tentazione della strumentalità, lasciando prevalere obiettività e onestà intellettuale, senza tacere gli scenari di contesto in cui il problema si inquadra e cioè: l'interesse della malavita organizzata e le sue infiltrazioni nella gestione dei rifiuti e perciò le innumerevoli discariche abusive disseminate sul territorio campano; l'accoglienza mai negata ai rifiuti pericolosi e tossici provenienti da altre regioni, in particolare del Nord Italia; le debolezze delle classi dirigenti locali; il ritardo culturale delle popolazioni nell'approccio con la risorsa rifiuti; i veti incrociati relativamente alle localizzazioni dei vari impianti del ciclo, persino da parte di esponenti della Chiesa cattolica locale; le divisioni oltre che del mondo politico anche di quello scientifico, ad esempio riguardo alle tecniche di smaltimento; l'inadeguatezza delle tecnologie prescelte per gli impianti di smaltimento definitivi programmati a seguito di una gara europea espletata in Campania nel 1998.

Oggi però c'è un intervento massiccio dello Stato. La politica ha finalmente capito che deve fare di più, tutta la politica, perché negli ultimi 14 anni, alternandosi in ruoli di governo e di opposizione a livello locale, regionale, nazionale, tutte le forze politiche non hanno saputo attrezzare risposte ferme, determinate e coerenti.

È apprezzabile perciò il gesto alto di solidarietà che alcune regioni d'Italia, anche rette dal centrodestra, hanno compiuto per aiutare la Campania in questo gravissimo momento, concorrendo a restituirle l'immagine che merita in termine di attrattività culturale, paesaggistica, di risorse produttive e di talenti.

Non è questo il momento della fuga o del disimpegno per chi ha responsabilità di prima linea e che paga le colpe di tutta la politica. Questo è il momento della responsabilità, per questo apprezzo il taglio che il Commissario Dimas ha dato al suo intervento, un taglio costruttivo che ci fa guardare all'Europa non soltanto come ad un'Europa che sanzioni, che si limiti alla sanzione, ma ad un'Europa che aiuti un paese membro ad uscire dalla crisi.

 
  
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  Cristiana Muscardini, a nome del gruppo UEN. – Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, la questione dei rifiuti in Campania non è più soltanto un disastro sanitario e ambientale, ma assume le caratteristiche di un thriller economico e istituzionale. Sul thriller economico risponderà, ci auguriamo, la magistratura, sul thriller istituzionale chiediamo qualche chiarimento.

L'11 settembre del 2007 la Commissione, rispondendo ad una mia interrogazione, si diceva preoccupata ma speranzosa che i provvedimenti urgenti adottati dalle autorità italiane avrebbero contribuito a risolvere la situazione e affermava che, qualora l'indagine in corso avesse evidenziato infrazioni della normativa, avrebbe adottato i provvedimenti di cui all'articolo 226 del trattato. Il 2 gennaio 2008 invece il portavoce della Commissione ha dichiarato che la procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia è stata aperta a giugno 2007. Qual è la verità? Quella scritta l'11 settembre nella risposta a me o quella dichiarata dal portavoce? Perché la Commissione nella risposta non fa cenno a questa procedura d'infrazione?

Altro thriller è quello che ha visto alcuni gruppi politici europei, vicini al governo Prodi, esprimersi contro una risoluzione comune sul disastro ambientale e sanitario in Campania che avrebbe dovuto concludere questo nostro dibattito. Quando le coincidenze superano il livello normale di casualità risulta più che probabile la difesa di un interesse e quando l'interesse politico, anche inconsapevolmente, si sposa con interessi diversi, che magari coincidono con quelli delle ecomafie, non è più una questione di destra o di sinistra o di sola incapacità politica. In noi è forte il sospetto che ragioni partitiche d'interesse abbiamo volutamente tratto in inganno le istituzioni europee.

L'alta presenza di diossina nel territorio, il permanere di una situazione di illegalità, il non voler assumere come Parlamento la responsabilità di una risoluzione comune, si interseca con le scelte politiche del governo italiano, della regione Campania e del comune di Napoli che, guarda caso, hanno la stessa matrice politica.

Chiediamo l'intervento urgente dell'OLAF, al fine di verificare l'utilizzo dei fondi stanziati fino ad ora e per garantire la gestione corretta di quelli futuri. Chiediamo che la Commissione chiarisca al Parlamento entro 30 giorni da oggi quali siano e a chi siano imputabili le responsabilità di questa vergognosa e tragica emergenza che ormai non è più soltanto regionale, ma nazionale ed europea.

 
  
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  Monica Frassoni, a nome del gruppo Verts/ALE. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, io volevo veramente ringraziare il Commissario Dimas perché ha agito in queste ultime settimane, in questi ultimi mesi, nel modo in cui molti ambientalisti vorrebbero vedere anche in altre occasioni e cioè agendo in modo forte, visibile, e soprattutto ascoltabile da parte di tutti a difesa della normativa comunitaria.

Io credo che non è sempre stato così e penso che, dal punto di vista dell'applicazione delle normative comunitarie, esistono una serie di infrazioni che sono state aperte dalla sua istituzione anche in anni precedenti- soprattutto nel periodo del governo precedente a quello di oggi - che purtroppo sono rimaste sostanzialmente inascoltate e che soprattutto sono state trattate come una semplice routine. Voglio citare le infrazioni sulle discariche abusive - ce ne sono più di 4.000 - e tutta una serie di altre questioni che riguardano la definizione dei rifiuti, ecc.

Questo prefigurava già la situazione nella quale noi ci troviamo oggi. Perché è evidente che quando uno Stato membro e quando un governo, che a suo tempo aveva un centinaio di deputati di maggioranza, non riesce a fare altro, per quanto riguarda la legislazione dei rifiuti, che semplicemente violare le direttive comunitarie cercando di fare delle scappatoie, è chiaro ed evidente che situazioni di mala amministrazione, di mala gestione, di criminalità e di assoluta inadempienza sono rese ancora più semplici.

Quindi io sono gratissima alla Commissione per il suo intervento, spero che continui assolutamente a vigilare perché credo che ce ne sarà bisogno e penso anche che l'uscita dalla gestione di emergenza sia la condizione assolutamente fondamentale per uscire da questa situazione. Penso anche che la questione di chi è responsabile sia importante.

Da questo punto di vista io sono d'accordo con coloro che dicono che la Commissione deve anche attivare dei modi attraverso i quali vengono controllati i fondi che sono stati spesi e quelli che saranno spesi, perché credo che per tutti noi cittadini europei, e non solamente come italiani, il tema di come in modo positivo si possono usare i fondi sia una questione assolutamente centrale che ci riguarda assolutamente tutti.

Detto questo, sono dell'opinione che le misure del governo italiano, soprattutto quelle che sono state descritte per i prossimi tre o quattro mesi, devono essere sostenute, fermo restando che le regole del gioco devono essere chiare e devono anche essere rispettate. Credo che non sarebbe assolutamente opportuno trovarci in una situazione nella quale a emergenza si risponde con emergenza, violando le norme, perché dove siamo adesso è anche un risultato di quella violazione.

 
  
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  Roberto Musacchio, a nome del gruppo GUE/NGL. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, io condivido nel merito quanto ha detto il Commissario Dimas che ci richiama tutti alle nostre responsabilità e ci indica un percorso importante; e ci ricorda che il modo per affrontare i problemi è di stare alle regole europee, uscendo dalle logiche di emergenza che creano nuova emergenza. Proprio per questo il dibattito è importante, perché può e deve servirci ad aiutare a risolvere i drammatici problemi aperti a Napoli e in Campania in materia di rifiuti.

Naturalmente la cosa immediata non sono le polemiche, ma è il rimuovere i rifiuti che creano una condizione di pericolosità per i cittadini. Il governo in tal senso sta operando, ma occorre poi realizzare un'effettiva soluzione e il riferimento alle norme europee è in tal senso decisivo. Le norme europee, ce lo ricorda il Commissario, sono chiare, consolidate da decenni e ribadite anche nella nuova direttiva quadro che stiamo discutendo. C'è una gerarchia per affrontare il tema dei rifiuti e la gerarchia dice: al primo posto riduzione, poi raccolta differenziata, poi riuso e riciclaggio e solo da ultimo, se serve, lo smaltimento.

In Italia si fatica troppo a stare dentro a queste indicazioni e a Napoli e in Campania la situazione è degenerata. Ma problemi ne abbiamo anche altrove, come si vede dalle infrazioni: troppi commissari, troppa confusione tra le norme per i rifiuti e quelle per l'energia, con pratiche inaccettabili, come quella che per anni ha assimilato in Italia l'energia prodotta dai rifiuti a quella rinnovabile con enormi incentivi - 30 miliardi di euro in dieci anni, con un provvedimento che si chiama CIP 6 - che hanno creato distorsioni profonde sia alle politiche energetiche che a quella dei rifiuti e portano anche a situazioni un po' paradossali per cui proprio in Campania ci sono sette milioni di tonnellate di ecoballe che, se fosse aperto l'inceneritore che doveva smaltirle, non potrebbero esservi bruciate.

Troppe deroghe alle leggi europee in materia ambientale. Ribadisco spesso: l'emergenza ha creato nuove emergenze. Ora dobbiamo, e sono convinto che il governo voglia, metterci in regola e le regole sono quelle europee, dalla valutazione dell'impatto ambientale alla gerarchia per i rifiuti. Per questo il dibattito di oggi non può essere una palestra per polemiche, ma un momento di confronto con il Commissario per favorire questa relazione tra Europa e Stati membri. Ripeto: al primo luogo la gerarchia, per applicare al meglio norme comunemente realizzate.

 
  
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  Luca Romagnoli (NI). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, che capacità ha questa sinistra italiana e che complicità trova in quella europea, per imporre che si parli della vergognosa emergenza dei rifiuti in Campania che proprio il centro sinistra governa da decenni senza che si voti. È la stessa sinistra che ci affligge con il riscaldamento globale e se ne infischia di garantire una qualità dell'ambiente e della vita decente a milioni di cittadini della Campania; e il bello è che ho sentito parlare di interesse nazionale da difendere! Sono gli stessi paladini dell'interesse nazionale che un paio di anni fa infamarono l'Italia, il suo governo e le forze dell'ordine con la discussione e il voto sul fantomatico caso Lampedusa.

Dunque, auspicare almeno che quest'Aula conosca e si informi meglio di una questione che non è solo italiana e senza reticenze stigmatizzi la questione anche con un voto va di pari passo con la mia richiesta, anche in qualità di capo dell'Azione della Fiamma, di utilizzo di tutti gli strumenti sanzionatori utili a colpire il governo regionale e quello nazionale, che hanno emblematiche responsabilità oltre che evidenti incapacità in questa annosa questione e non si risolvono a dignitose dimissioni.

 
  
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  Antonio Tajani (PPE-DE). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, la situazione a Napoli è drammatica soprattutto perché, invece di porre rimedio alla sentenza di condanna della Corte di giustizia e quindi assicurare una gestione dei rifiuti in linea con la legislazione europea, si è perso tempo e di questo ne siamo profondamente rammaricati. Se non si vuole però rischiare che la situazione di emergenza della Campania si estenda in altre regioni, bisogna intervenire applicando le norme europee, realizzando termovalorizzatori - nonostante l'incredibile resistenza di certi pseudoambientalisti come il ministro Pecoraro Scanio - favorendo la raccolta differenziata.

Ma l'Italia non è tutta come la Campania, fortunatamente in molte regioni come la Lombardia si sono compiuti passi in avanti determinanti che hanno prodotto un efficiente sistema di raccolta e di smaltimento dei rifiuti. Ma in altre regioni la situazione è molto preoccupante. C'è preoccupazione da parte dei cittadini ed è il caso di Roma e del Lazio. Alcuni dati: la quantità dei rifiuti è superiore a quella di Napoli e della Campania, 4.500 tonnellate di immondizia raccolte ogni giorno a Roma contro le 1.000 di Napoli e i 450 chilogrammi pro capite della Campania contro i 617 del Lazio, superiore addirittura alla media nazionale di 539 chilogrammi prodotti da un italiano. Tutto questo è contenuto in un'interrogazione che abbiamo appena presentato con gli altri parlamentari eletti a Roma.

Però il piano di rifiuti regionale non è mai partito e già ci sono due procedimenti di infrazione avviati. I cittadini allarmati guardano con fiducia alle istituzioni europee, al Parlamento e alla Commissione in modo particolare. Ecco perché, signor Commissario, le chiediamo con forza che in occasione dell'incontro del 28 di questo mese la Commissione acquisisca i dati e gli elementi sulla situazione di Roma e del Lazio preannunciando un'ispezione, ci auguriamo, da parte dello stesso Commissario Dimas e proponiamo anche l'ispezione di una delegazione di questo Parlamento, anche per valutare il grado di adeguatezza e, concludo, degli interventi per il 2008. Si intervenga, signor Commissario, prima che sia troppo tardi.

 
  
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  Marco Pannella (ALDE). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, si consoli Presidente, non è la prima volta. Signor Commissario il 28, come è stato adesso ricordato, quando lei sarà a Roma per discutere con il nostro governo, assolutamente l'Italia – e credo l'Europa – hanno bisogno che la Commissione sia durissima a sostegno dell'azione della giustizia europea. Lei ha ricordato, mi pare, che l'Italia ha avuto un primato: quello di condanne per quell'ammasso di rifiuti che è la giustizia italiana, con vent'anni di richiami inutili.

Il problema è solo questo: abbiamo una strage di illegalità che produce necessariamente stragi di vite anche stragi maggiori, non solo in Italia e quindi quello che io mi auguro, signor Commissario, è che la Commissione tenga presente che lì adesso abbiamo la testimonianza che dall'Italia come negli anni '20 da una via nuova, diversa, viene una minaccia per tutta la nostra Europa, quel paese che (...).

(Il Presidente toglie la parola all'oratore)

 
  
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  Roberta Angelilli (UEN). – Signor presidente, onorevoli colleghi, l'emergenza dei rifiuti in Campania di oggi è una tragedia più e più volte annunciata e quei cumuli di immondizia che si vedono sulle strade sono solo la punta di un iceberg fatto di inefficienze, sprechi e male affare.

Ci dispiace che questa vicenda danneggi l'immagine dell'Italia intera e della regione Campania, ma tacere ancora una volta sulle responsabilità e chiudere un occhio contribuirebbe a mantenere irrisolto un problema che è degenerato anche a causa del silenzio e dell'omertà e se non bisogna fare polemica politica sulla pelle della gente, non credo che sia neanche accettabile un certo buonismo che serpeggia anche stasera in quest'Aula.

Non possiamo più tacere né più giustificare, né l'ha fatto la Corte dei conti, sul fatto che sono andati in fumo milioni di euro, di fondi europei, nazionali e locali. A chi devono chiedere il risarcimento dei danni i cittadini per questo disastro ambientale, per il danno d'immagine e per lo spreco di risorse pubbliche e soprattutto quali provvedimenti intende prendere la Commissione per obbligare fattivamente lo Stato italiano a prendere dei provvedimenti adeguati dal momento che neanche oggi i bambini di Napoli e della Campania sono andati a scuola?

 
  
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  Umberto Guidoni (GUE/NGL). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, ringrazio il Commissario per la sua lucida analisi. A Napoli e in gran parte della Campania la situazione dei rifiuti è ormai degenerata e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, ma i problemi li abbiamo anche in altre realtà, come si vede dal numero di infrazioni in materia ambientale che l'Italia ha collezionato in questi anni.

Fra questi io voglio citare il famigerato Cip6 che per anni ha assimilato l'energia prodotta dai rifiuti a quella rinnovabile con enormi incentivi sottratti alle politiche di sviluppo delle energie rinnovabili ed elargiti alle potenti lobby industriali che hanno provocato gravi distorsioni della gestione dei rifiuti. Quello che in Campania rende tutto ancor più drammatico sono i 14 anni di intrecci e di irresponsabilità che hanno portato al primo processo sui rifiuti contro imprese e rappresentanti delle pubbliche istituzioni, fino ad arrivare al ricorso contro Impregilo alla Corte europea per disastro ambientale.

L'uscita dall'emergenza deve significare anche un nuovo stile di governo del territorio: non più deroghe, ma applicazioni delle norme europee. La gerarchia stabilita dall'Europa nella nuova direttiva quadro per i rifiuti è chiara. Soltanto come estrema ratio si deve utilizzare lo smaltimento, altrimenti bisogna fare la differenziata, il riciclaggio e così via.

Oggi però dobbiamo uscire da una situazione che in Campania rischia di raggiungere un punto di non ritorno e per questo c'è bisogno di mobilitare tutte le risorse disponibili e di fare ricorso alla solidarietà delle regioni italiane e agli aiuti dell'UE, per azioni immediate nei prossimi tre o quattro mesi, per rimuovere i pericoli per i cittadini e per restituire Napoli all'Europa.

 
  
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  Mario Borghezio (UEN). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, dalla Padania la situazione della Campania sembra fantascienza, dalla Padania dove si fa la raccolta differenziata, dove si pagano le tasse sull'immondizia. La sinistra al governo nel nostro paese, pensate con un ministro verde dell'ambiente, deve nominare responsabile dei rifiuti l'ex capo della polizia, sembra una cosa dell'altro mondo. Noi diciamo chiaramente che la Campania è fuori dallo spazio giuridico europeo, dominata da una connection vergognosa di politica e camorra che noi abbiamo denunciato da molto tempo.

Allora basta con i finanziamenti, sospendere tutto, Commissario, non mandi più una lira alla camorra, ai delinquenti. Prendano esempio dal Nord laborioso e onesto! Liberiamo la gente onesta della Campania dal dominio della camorra, nella quale sono invischiati vari partiti! Noi ci chiamiamo totalmente fuori, siamo contro questo dominio politico mafioso! In aiuto a queste popolazioni, per il nostro paese ci vuole il federalismo! Bisogna cambiare le cose, cambiare il sistema! Liberare la gente onesta che lavora e produce anche al Sud dal dominio mafioso! Questo vi dice la Padania onesta!

(Il Presidente toglie la parola all'oratore)

 
  
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  Adriana Poli Bortone (UEN). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, io ritengo che l'Italia non abbia nessuna voglia di attenersi a quelle che sono le normative europee. Ce lo dice il fatto che sia stato l'unico paese ad astenersi in quanto governo, con un ministro verde dell'ambiente, sull'approvazione in Consiglio della posizione comune sulla recente direttiva sui rifiuti.

Io voglio fare una domanda, perché al di là della sciagura di avere un ministro verde assolutamente irresponsabile e privo di qualunque certezza nelle sue azioni, noi abbiamo anche però avuto uno scarso interesse a controllare da parte della stessa Commissione europea, perché noi abbiamo avuto fondi nel 2000-2006 e i P.O.R. della Campania sono stati utilizzati evidentemente senza che il comitato di sorveglianza esercitasse fino in fondo le sue funzioni, altrimenti avrebbe bloccato dei fondi che non avevano prodotto alcuna efficienza sul territorio. Forse è superfluo ricordare chi era Presidente della Commissione europea in quel periodo e chi oggi è Presidente del Consiglio in Italia con un ministro verde?

 
  
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  Riccardo Ventre (PPE-DE). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, compiacimento per questa nuova forma di democrazia. Innanzitutto compiacimenti per la lucida analisi del Commissario e speriamo che ad essa faccia seguito poi un'azione concreta, un'azione che veda coinvolto anche – e lo chiediamo anche al Presidente del Parlamento – il Parlamento, perché il problema dei rifiuti a Napoli travalica l'essenza stessa dello smaltimento, l'ambiente e quant'altro per diventare fenomeno nazionale ed europeo per quanto ci riguarda.

Brevissime notazioni: la quantità di rifiuti che viene oggi tolta dalla strada è di gran lunga inferiore a quella che viene immessa sulle strade, per cui le misure adottate dal governo sono assolutamente insufficienti. La massa dei rifiuti, la quantità globale dei rifiuti aumenta di ora in ora, per cui la situazione è sempre più drammatica.

In secondo luogo una notazione politica. Diceva l'onorevole Pittella che il Parlamento europeo non deve diventare cassa di risonanza di diatribe nazionali. Ebbene, sta avvenendo questa sera in questo dibattito esattamente il contrario da parte del centrosinistra. Ne prendiamo atto e ci comporteremo di conseguenza.

 
  
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  Pasqualina Napoletano (PSE). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, io ho chiesto di parlare perché sono molto preoccupata di come il dibattito si sta svolgendo in Italia e anche un po' qui, anche sul modo in cui l'informazione dà notizie ai cittadini, perché sembra che oggi di fronte al disastro bisogna avere una soluzione magica: da una parte, come dire, la forza e la militarizzazione e, dall'altra, gli inceneritori.

Quindi i cittadini pensano che forse arriverà qualcuno dal di fuori a risolvere questo problema e l'informazione non si sofferma sul fatto che, se non ci sarà una diminuzione e una differenziazione dei rifiuti e un comportamento civico diverso, non ci sarà soluzione. Questa è la responsabilità degli enti locali perché hanno pensato che affidare questo problema ad un'impresa che si chiama Impregilo avesse risolto le questioni. Si sono deresponsabilizzati e sono diventati conniventi e subalterni a questo potere.

 
  
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  Salvatore Tatarella (UEN). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, i termovalorizzatori funzionano in Italia e nel resto dell'Europa. La raccolta differenziata si fa in Italia e nel resto dell'Europa. Il riciclaggio si fa in Italia e nel resto dell'Europa. Solo a Napoli non si fa da almeno 15 anni e questo è avvenuto sotto gli occhi di tutte le istituzioni che avrebbero dovuto intervenire: fra queste istituzioni c'è anche l'Europa, c'è anche la Commissione.

Io ritengo che sia stato fatto poco e che si deve fare di più, anche da parte della Commissione, perché le iniziative prese fino ad oggi, anche in questi giorni, dal governo sono assolutamente inutili e inidonee allo scopo. Mandare il capo della polizia a Napoli soltanto per quattro mesi non risolve alcun problema se a Napoli non si rispetteranno tutte le normative europee, se il governo italiano non è capace di farlo, che lo faccia con tutti gli strumenti a disposizione la Commissione europea.

 
  
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  Armando Veneto (PPE-DE). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, io credo che le analisi sul passato servano solo se si vuole usare il futuro per smetterla con guai che il passato ha provocato. E invece questo non credo che stia avvenendo, perché qui, come al solito, ci sono i rimpalli della politica e ciascuno prende la posizione più conveniente.

Io credo che l'unica cosa seria che si debba fare è quella di chiedere al Commissario di insistere perché finalmente il vero problema sia risolto, che è quello della raccolta differenziata, che preveda strumenti che la consentano, premi per chi la esegue e un piano straordinario per la raccolta dei cartoni e degli altri materiali. Il CONAI, l'ente che riunisce i produttori e gli utilizzatori di imballaggi, al quale è demandato il compito del riuso del materiale diverso da quello umido, finisce per incassare il prezzo anche al Sud per poi versarlo al Nord, che come al solito approfitta della situazione per drenare i fondi del Sud e portarseli al Nord. È una storia che deve finire!

Dunque noi chiediamo al Commissario, del quale apprezziamo molto le iniziative, che insista perché il commissariamento in Campania non valga per il passato, ma serva finalmente e una volta per tutte per il futuro.

 
  
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  Mario Mantovani (PPE-DE). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, sono stato eletto in un gruppo politico che quando era al governo in Italia, prima dell'attuale, ha dovuto schierare le forze di polizia per poter avviare la realizzazione di regolari impianti di smaltimento dei rifiuti in Campania, opere urgenti, allora ostacolate da oppositori, onorevole Frassoni, che oggi sono ministri nel governo di Romano Prodi.

Infatti le recenti dichiarazioni di Prodi, proprio sul tema dei rifiuti in Campania, sono la prova del totale fallimento del governo da lui presieduto. Napoli è la prova di uno Stato che non garantisce la legalità e tollera una situazione pericolosa per la salute dei cittadini, dannosa per il turismo e per l'immagine dell'Italia, quindi per la nostra economia e per le nostre esportazioni. Va però precisato che il grave problema che i cittadini della Campania stanno vivendo è circoscritto ad una sola delle venti regioni d'Italia ed è facile individuare le responsabilità politiche e amministrative in capo ad alcuni amministratori di cui chiediamo le dimissioni.

 
  
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  Stavros Dimas, Member of the Commission. − Mr President, first of all I should like to clarify that the responsibility for implementing Community law correctly lies primarily with the Member States. The Commission has no powers under the Treaty to substitute Member States’ authorities in their planning activities and in their decisions, for example on whether or not to construct waste-disposal installations and where those installations will be. The role of the Commission is that of monitoring the application of Community law. Where this is not satisfactory, as in the current case, the Commission can launch infringement procedures, but the solutions must always be found and put in place by the Member States.

We are concerned that the waste situation in Campania is worsening, despite the actions taken by the Italian authorities in 2007. It is essential that the Italian authorities, besides taking immediate measures to tackle the current crisis, intensify their efforts for putting in place a structure enabling the Campania region to ensure long-term sustainable waste management that is fully in line with European waste legislation. I am convinced that, this time, crisis management must lead to a real turnaround in waste management policy in order to avoid further risks to human health and the environment. Therefore, any action to be taken for the future will have to lead to an effectively implemented strategy focusing not only on establishing a sufficient network of waste-treatment facilities. It is of equal importance to provide the necessary structures for separate waste collection, recycling and the avoidance of waste, fully respecting the waste hierarchy within which the dumping of waste remains the least-desired option.

Any new waste-management plan in that sense must not remain on paper, as we have seen in the past, but needs to be strictly implemented. The present waste disaster could be taken as an opportunity to demonstrate Italy’s capacity of turning the Campania region into a best practice example of proper waste management, and other Italian regions, such as the area of Milan, have shown that this is possible.

The Commission, as the guardian of the Treaty, will continue the infringement procedure against Italy – started in June 2007 – for a breach of Community waste legislation. It is ready to take further legal steps, should the current breaches of Community legislation continue, using all available measures under the Treaty, including the possibility of imposing fines under Article 220 of the Treaty.

Apart from this, however, my services are ready to assist Italy in any manner deemed necessary and helpful for finding and implementing a long-term sustainable solution to the current waste-management problem.

(Applause)

 
  
  

IN THE CHAIR: Diana WALLIS
Vice-President

 
  
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  President. − The debate is closed.

 
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