– Relazione Friedrich-Wilhelm Graefe zu Baringdorf (A6-0508/2007)
Christopher Heaton-Harris (PPE-DE) . – (EN) Signora Presidente, avendo seguito, attraverso la commissione per il controllo dei bilanci, un certo numero di relazioni della Corte dei conti riguardanti appropriazioni indebite e impieghi fraudolenti delle risorse del bilancio per l’agricoltura, esprimo tutta la mia soddisfazione nel vedere che quest’Assemblea riserva un’accoglienza favorevole alla nuova tecnologia in molti modi diversi, in particolare in questo settore dell’agricoltura.
Auspico che nei prossimi anni tali informazioni, come suggerisce un emendamento della relazione, possano essere diffuse via Internet per tutti coloro che nell’Unione europea vorranno prenderne visione, in particolar modo le autorità nazionali di audit di ciascuno Stato membro, affinché possano verificare, per esempio, se in Grecia necessitano di più ettari di terreno per la produzione di olive di quanti non ne dispongano.
Mi alzo in piedi in quanto desidero parlare del Trattato costituzionale. Voglio assicurarmi che quest’Aula si pronunci e che i cittadini possano esprimersi in futuro con un referendum, questo è il motivo per cui fornirò le dichiarazioni di voto per tutte le relazioni.
Syed Kamall (PPE-DE) . – (EN) Signora Presidente, può non essere ovvia la ragione per cui, in qualità di rappresentante di Londra, fornisco una dichiarazione di voto su una questione riguardante l’agricoltura e la politica agricola comune. Dobbiamo tuttavia riconoscere che quest’ultima interessa anche i consumatori di tutta l’UE relativamente all’aumento dei prezzi.
Pertanto, tutti noi abbiamo il dovere di assicurarci che stiamo controllando da vicino il modo in cui viene speso il denaro dei contribuenti in numerosi settori, tra cui la politica agricola comune.
Comprendo che, a fronte delle necessità gestionali di tale politica, esista un gran bisogno di informazioni sull’impiego dei terreni, e ritengo sia per questo che tutti noi abbiamo accolto positivamente l’utilizzo di una tecnologia migliore. Mi auguro che molti dei miei elettori trarranno vantaggio dall’impiego di tale tecnologia.
Concordo inoltre con il mio collega sul fatto che, una delle ragioni per cui fornisco una dichiarazione di voto, è che il popolo europeo e il popolo britannico dovrebbero potersi pronunciare sul Trattato costituzionale attraverso un referendum.
Presidente . – Ricordo ai colleghi che stiamo esprimendo dichiarazioni di voto sulla relazione in questione. Se qualcuno tenterà di parlare di qualcos’altro temo che, come stabilito dal Regolamento, dovrò interrompere il suo discorso.
Daniel Hannan (PPE-DE) . – (EN) Signora Presidente, parlerò con piacere della relazione. La relazione Graefe zu Baringdorf, che spiega come i nuovi metodi affrontano la frode e la politica agraria nell’ambito della politica agricola comune (PAC), riguarda uno dei più inefficienti, costosi, inutili, burocratici e amorali sistemi di sostegno all’agricoltura che l’uomo abbia mai conosciuto, e nessun congegno agrometeorologico può modificarlo. Apprendete dall’esperienza della PAC; rifletteteci su.
Prima di conferire nuovi poteri a un’organizzazione, dovremmo osservare come quest’ultima esercita i poteri che già detiene. Dal 1960, l’agricoltura è di competenza dell’Unione europea. Pensate a quello che ha provocato: la distruzione ecologica, la distruzione delle eccedenze, il flagello della povertà in Africa. È questa l’istituzione che ora vogliamo si faccia carico della politica estera, della giustizia penale, e della difesa? Se è così, non dovremmo consultare i cittadini nei referendum che avevamo promesso?
Si pensa che Catone il Censore terminasse ogni suo discorso con la frase “Carthago delenda est”. Io terminerò la mia con la richiesta di rimettere ai cittadini il Trattato di Lisbona: Pactio Olisipio censenda est!
Jim Allister (NI) . – (EN) Signora Presidente, non credo che qualcuno di noi si dovrebbe preoccupare eccessivamente della nuova tecnologia, ma è importante che venga impiegata in modo adeguato e che non se ne faccia un uso improprio.
Tuttavia, questo accade in particolare nell’Europa meridionale per quanto riguarda la politica agricola comune, e ritengo che questa tecnologia può contribuire in qualche modo all’eliminazione degli illeciti. Se ciò accadesse, potremmo risparmiare molto più dei 400 euro di cui qualcuno si lamentava parlando della trasparenza della votazione.
Vedo che questa relazione parla di telerilevamento. Ebbene, direi che se l’Europa potesse avere il senso del telerilevamento democratico, allora sentirebbe un forte risentimento in tutto il continente per aver escluso i cittadini e aver loro negato il diritto di esprimere la propria opinione sulla questione più importante, ovvero su come dovrebbero essere governati.
Roger Helmer (NI) . – (EN) Signora Presidente, la politica agricola comune è un retaggio del XX secolo. Stiamo assistendo alla crescente domanda di prodotti agricoli da parte dei settori demografico e dei biocarburanti. L’idea che noi, in qualità di Unione europea, dovremmo impiegare gran parte delle nostre risorse per sostenere la produzione agricola è semplicemente superata, pertanto non vi è alcuna ragione di aver bisogno della migliore tecnologia per agire in modo errato. Non dovremmo più sbagliare.
Confesso di aver votato a favore di questa misura come un leale conservatore che segue il proprio partito, ma l’ho fatto con grande riluttanza.
Inoltre, devo mettere in discussione il diritto di quest’Assemblea, la legittimità democratica di quest’Assemblea, di adottare questa e altre misure, avendo rifiutato il verdetto dei cittadini sul Trattato di Lisbona.
Nirj Deva (PPE-DE) . – (EN) Signora Presidente, ritengo che questa misura di telerilevamento sarebbe realmente molto efficace nello snellimento di una burocrazia, cui attualmente alcuni dei miei allevatori del sud-est dell’Inghilterra devono far fronte per quanto riguarda la marchiatura. Se questo meccanismo funzionerà in modo corretto, ammetto che sarebbe più efficiente nelle operazioni rispetto all’estremamente inefficiente sistema burocratico che noi conosciamo sotto il nome di PAC. A questo proposito, quindi, quale leale conservatore, ho seguito il partito e sostenuto questa misura. Tuttavia, riconosco che una revisione dell’intero sistema PAC è attesa da troppo tempo e chiedo ai miei colleghi in questo Parlamento che la pensano come me di accelerare tale processo. Cionondimeno, credo e sento che se possiamo usare il telerilevamento per i bovini, perché non utilizzarlo per conoscere l’opinione della gente sul referendum?
Derek Roland Clark (IND/DEM) . – (EN) Signora Presidente, sono lieto di annunciarle il mio voto sulla relazione Graefe zu Baringdorf: ho votato contro. L’ho fatto in quanto qualsiasi tipo di dispositivo per il telerilevamento è destinato per forza di cose alla sorveglianza sulla lunga distanza. Dove ci porterà? Non vorremmo che i cittadini europei venissero sorvegliati da qualche tipo di dispositivo di telerilevamento, come le telecamere nel cielo, ed è quello a cui la relazione Graefe zu Baringdorf condurrà in prospettiva.
Abbiamo il dovere di domandarci se questo non sia un pretesto per fornire lavoro al progetto Galileo, il cui costo esorbitante, se non venisse usato in questo caso, coprirebbe la spesa di tutte le votazioni nominali di quest’Assemblea per i prossimi dieci anni.
Se l’UE desidera controllare qualcosa, controlli la volontà dei suoi cittadini e indica immediatamente un referendum sulla nuova Costituzione firmata a Lisbona.
Godfrey Bloom (IND/DEM) . – (EN) Signora Presidente, sono consapevole che lei in realtà condivide il nostro punto di vista riguardo a questo referendum poiché so che lei stessa ne vorrebbe uno per conferire legittimità a questo luogo. Tuttavia, tralasciando questa differenza politica, io fortunatamente, non sono un conservatore, pertanto non ho dovuto votare alla cieca a favore di una totale assurdità. Posso votare con buonsenso, e ho votato contro la relazione Baringdorf perché ritengo che l’intera idea della spia nel cielo e dei satelliti sia pessima e terrificante. Credo che sul lungo periodo potrebbe portare solo all’abuso. È certo che accadrà, e so che la nostra amica qui presente, così ovvia e scontata, pensa che sia assolutamente meraviglioso, ma è logico che dobbiamo pensare alla prossima generazione. Temo di nutrire molta sfiducia nei politici. Se possono approfittare di un potere, lo fanno sempre, e ritengo che questo caso non sia diverso, per questo motivo ho votato contro.
Graham Booth (IND/DEM) . – (EN) Signora Presidente, desidero spiegare la ragione per cui non ho votato a favore della relazione dell’onorevole Graefe zu Baringdorf. Da oltre 30 anni la PAC non fa nient’altro che danneggiare l’industria dell’allevamento nel Regno Unito; non desideriamo intrusioni da parte dell’Unione europea; questa relazione le aumenterà nuovamente. Pertanto, il motivo del mio voto contrario è che desidereremmo avere il potere di gestire la nostra agricoltura in Gran Bretagna. Tuttavia, esiste una remota possibilità a questo riguardo se ignoriamo i voti dei cittadini di Francia e Paesi Bassi che dovrebbero essere stati espressi nelle consultazioni referendarie sulla Costituzione.
Jan Březina (PPE-DE). – (CS) Desidero sottolineare che ho votato a favore della relazione sul credito ai consumatori, in quanto considero il testo in oggetto un passo nella giusta direzione. Sono lieto che siamo riusciti a mitigare l’entusiasmo regolatore della Commissione e del Consiglio per una normativa più dettagliata che, a mio parere, non è auspicabile. Esistono differenze tra gli Stati membri quale risultato delle loro diverse tradizioni giuridiche e culture di finanziamento, e un tentativo di eliminare tali diversità con la forza non condurrebbe al successo, dal mio punto di vista. Pertanto, è positivo che il Parlamento europeo si sia concentrato sugli elementi fondamentali: i principi di armonizzazione del credito ai consumatori (su questo punto vorrei sottolineare il diritto di recesso e di rimborso anticipato senza alcuna sanzione pecuniaria per il consumatore). Ritengo che il termine di due settimane per entrambe le parti per recedere dal contratto sia necessario ai fini della certezza del diritto di tutte le parti coinvolte. Al contempo, è fondamentale garantire che nel caso di un contratto di credito collegato tale termine può essere ridotto a tre giorni, su richiesta del consumatore. Questo consentirà ai consumatori di prendere anticipatamente possesso del prodotto acquistato. Credo che una disposizione che garantisce che il rimborso anticipato del credito non possa danneggiare i consumatori sia più che sufficiente. Gli Stati membri saranno obbligati a recepire tale disposizione nei rispettivi ordinamenti nazionali e gli interessi del consumatore saranno pertanto tutelati.
Zuzana Roithová (PPE-DE). – (CS) Onorevoli colleghi, sono lieta che quest’oggi, dopo sei anni di discussioni, abbiamo dotato l’Europa di norme armonizzate sul credito. La tutela dei consumatori verrà potenziata anche a livello transfrontaliero. È possibile che si contribuisca in parte a ridurre i debiti indesiderati delle famiglie. Il termine di 14 giorni per recedere da un contratto senza incorrere in sanzioni dovrebbe aiutare, come lo farà l’obbligo di fornire in anticipo al cliente informazioni armonizzate sugli addebiti relativi al prestito. Il nuovo elemento è il diritto di restituire in anticipo il prestito. Quello che ci ha più diviso è stato il modo in cui garantire che le banche non addebitassero penali esagerate per il rimborso anticipato. Il livello delle penali dovrebbe ora corrispondere alla spesa reale. Tuttavia, ritengo sarebbe appropriato limitare anche il livello degli addebiti, per quanto riguarda il valore residuo del credito, che è ciò per cui abbiamo votato oggi.
Zita Pleštinská (PPE-DE). – (SK) Signora Presidente, ho votato a favore della posizione comune del Consiglio, emendata dalla relazione dell’onorevole Kurt Lechner.
Dopo oltre sei anni lavoro legislativo, la direttiva sui contratti di credito ai consumatori è un passo significativo verso la tutela della libertà contrattuale che incoraggia una decisione responsabile da parte dei consumatori stessi. È necessario ricordare che un gran numero di norme non significa automaticamente maggiore tutela dei consumatori. Un eccesso di informazioni può causare una maggiore confusione in particolare nel caso di un consumatore inesperto, e l’obiettivo di semplicità e trasparenza verrebbe a mancare. Inoltre, esso implica costi elevati, che alla fine gravano sul consumatore.
Nonostante l’interesse continuo nell’acquisto a credito e l’impiego di prodotti di credito ai consumatori, sono pochi i consumatori consapevoli dei rischi connessi a tale pratica, per esempio che in caso di malattia o perdita del lavoro potrebbero non essere in grado di pagare. Ritengo che questa direttiva aiuterà i consumatori a prendere la giusta decisione sulla base di un processo semplice e veloce che li mette in condizione di confrontare più offerte di fornitori o prestatori locali e stranieri.
Christopher Heaton-Harris (PPE-DE) . – (EN) Signora Presidente, in sede di commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, che ha curato la presente relazione per un lungo periodo di tempo in entrambe le letture, è ben noto che sono stato molto critico sin dalle primissime fasi, in cui sono stati confusi nuovi prodotti disponibili in un mercato, come il mercato britannico, quali le ipoteche, in cui si può compensare con la propria ipoteca il saldo attivo con la stessa banca, operazione che la relazione, secondo le proposte iniziali, avrebbe dovuto vietare; un testo nei confronti del quale nutriamo adesso, dopo sei anni, nuovi dubbi riguardo al rimborso anticipato dei costi del credito, anche se in questi sei anni abbiamo discusso della relazione in questione.
È un testo legislativo di notevole importanza. Interesserà un’enorme quantità di soggetti, tra cui chiunque possieda un’abitazione nella mia circoscrizione. Mentre parlavo di questo in un’assemblea dei conservatori, tenutasi nel villaggio di Harpole a casa di un signore che si chiama Michael Orton-Jones, quest’ultimo ha sollevato con me la questione della direttiva sul credito ai consumatori e delle direttive sul riciclaggio del denaro proveniente da attività illecite approvate da questo Parlamento.
Dobbiamo prestare maggiore attenzione quando ci troviamo ad affrontare questo tipo di normativa molto importante.
Syed Kamall (PPE-DE) . – (EN) Signora Presidente, io rappresento Londra, la migliore città del mondo, che è sede dei due più vasti distretti finanziari d’Europa: in primo luogo, la City che, come tutti sappiamo, è la più importante potenza economica del mondo, in secondo luogo, le Docklands, il Canary Wharf, che gestisce tutti i tipi di beni del mondo, e ora anche i servizi finanziari di tutto il pianeta.
Credo fosse quell’eminente gruppo di filosofi svedesi che affermava: “Soldi, soldi, soldi, lavoro giorno e notte per pagare le tasse che devo pagare, non è triste? Ma nei miei sogni ho un piano. Sposerò un uomo ricco”.
Nel mio caso non avverrà perché non ho esattamente quel tipo di gusti. Tuttavia, quello che intendo dire è che è importante per il diritto dei consumatori di tutta Europa che proseguiamo nella ricerca del modo più semplice di accedere al credito al consumo, non solo per i miei elettori londinesi, ma anche per l’industria dei servizi finanziari.
Presidente . – Onorevole Kamall, sto cercando di affrontare l’argomento seriamente, ma spero che non stia per degenerare nel programma radiofonico Just a Minute che noi del Regno Unito conosciamo molto bene.
(Si ride)
Daniel Hannan (PPE-DE) . – (EN) Signora Presidente, un minuto senza ripetizioni, deviazioni o, qual era l’altra? Esitazioni! Più o meno.
Cominciamo dunque dal principio. Per quale motivo l’Unione europea deve avere una politica sull’armonizzazione delle normative in materia di credito ai consumatori? Mi sembra che ci sia stata in questa relazione un’incomprensione contestuale. Il libero scambio e il mercato aperto non hanno bisogno di normative comuni su ogni aspetto dell’attività commerciale. Infatti, in questo settore è vero tutto e il contrario di tutto. I mercati liberi si basano sulla diversità, la varietà, il pluralismo e, nonostante a livello nazionale esista a volte un certo grado di regolamentazione, questa non equivale all’armonizzazione di tutti gli aspetti dell’attività di mercato dell’Unione europea.
Questo è fondamentale in quanto ritengo che lo stesso errore concettuale sia alla base dell’ampliamento della giurisdizione comunitaria nei diversi ambiti proposto nel Trattato di Lisbona. Nel campo della tutela dei consumatori, come in quello della giustizia e degli affari interni, degli affari esteri, della difesa e di tutti gli altri.
Se questi settori si trasferiranno in gran parte o completamente a Bruxelles, dobbiamo almeno prima usare la cortesia di consultare i nostri elettori. Il Trattato di Lisbona dovrebbe essere sottoposto al voto dei cittadini: Pactio Olisipio censenda est!
Jim Allister (NI) . – (EN) Signora Presidente, l’armonizzazione, come tutti sappiamo, è stato uno strumento primario dell’Unione europea sin dal principio. Ha raggiunto ogni aspetto delle nostre vite ed è abbastanza chiaro che è una strategia; una strategia, certamente, intesa a ridurre l’importanza e il valore delle decisioni nazionali, nonché la capacità di prendere decisioni a livello nazionale e quindi sminuire le istituzioni nazionali.
Questo è stato il modus operandi dell’intensificazione dell’integrazione europea, contro la quale ho un atteggiamento piuttosto ostile, in quanto credo fondamentalmente nel diritto degli Stati membri di governare all’interno delle loro frontiere in cui vivono i loro cittadini.
C’è un aspetto dell’armonizzazione che potremmo sostenere. Potremmo armonizzare il diritto dei cittadini europei a esprimere la loro opinione sul Trattato di Lisbona.
Roger Helmer (NI) . – (EN) Signora Presidente, ritengo sia corretto, nel corso di una dichiarazione di voto, comunicare come si è votato realmente. Per quanto mi riguarda ho votato a favore di questa misura, sempre come un leale conservatore, sempre seguendo il partito e sempre, se avessi deciso da solo, avrei votato contro, per le ragioni espresse molto chiaramente da alcuni dei miei colleghi, in particolare il fatto che, come ha sottolineato l’onorevole Hannan, i liberi mercati richiedono diversità.
Christopher Heaton-Harris (PPE-DE) . – (EN) Signora Presidente, vorrei rivolgere una domanda all’onorevole se mi lascia la parola. Mi domandavo se potesse rivedere i suoi commenti in quanto questa è una seconda versione della relazione, ed era…
(Il Presidente toglie la parola all’oratore)
Presidente . – Mi spiace, ma ascolteremo la dichiarazione di voto dell’onorevole Helmer. Ogni oratore ha un minuto di tempo per esprimere la propria dichiarazione di voto. La prego di proseguire, onorevole Helmer.
Roger Helmer (NI) . – (EN) Signora Presidente, concordo sul fatto che il credito dovrebbe essere una questione in merito alla quale dovrebbero decidere i governi nazionali, soggetta agli usi e costumi locali. La quantità di credito tra le frontiere non è tale da giustificare l’armonizzazione, tuttavia posso far notare che l’Unione europea sta perdendo credito tra i suoi cittadini poiché si rifiuta di prendere le iniziative necessarie, attraverso i referendum, per legittimarsi?
Nirj Deva (PPE-DE) . – (EN) Signora Presidente, questo mi ricorda il mio periodo alla Camera dei comuni. Se la presente relazione avesse aiutato Gordon Brown e il suo incapace governo laburista a non provocare la crisi della Northern Rock nel proprio paese, e se fosse stata utile affinché questo governo laburista apprendesse il modo in cui far funzionare un’economia, ebbene, avrei detto che questa è un’ottima relazione.
Tuttavia, da leale conservatore ho dovuto approvarla; ho seguito il partito. Ma se parliamo di credito, credito vuol dire anche fiducia, e se l’Unione europea non può fidarsi dei propri cittadini, i cittadini europei non possono fidarsi delle istituzioni comunitarie, è questo il motivo per cui non ci sarà un referendum? Perché non crediamo che i nostri cittadini possano decidere nel modo corretto?
Derek Roland Clark (IND/DEM) . – (EN) Signora Presidente, ho votato a favore di questa relazione al fine di sostenere gli Stati membri, pertanto sottolineo i seguenti punti: emendamento n. 46, voto a maggioranza, gli Stati membri non possono rinunciare alle proprie leggi. Ho votato a favore di questo e sono lieto di essere stato sostenuto. Ho votato l’emendamento n. 9, la prima parte, che amplia i campi in cui un obbligo non è da applicarsi. Sono spiacente che non sia stato accolto. Ho votato a favore dell’emendamento n. 29, in cui si dichiara che l’indennizzo deve avvenire in conformità della normativa nazionale. Neanche questo è stato accolto.
Ho votato, quindi, al fine di sostenere i governi degli Stati membri, ma non significa che io desideri che il governo di uno Stato membro interferisca nelle questioni delle società finanziarie e delle banche. Come sottolineato dal mio collega, onorevole Deva, non sono competenti per poterlo fare. Nel caso della Northern Rock, hanno speso la metà delle risorse del Tesoro nel tentativo di salvarla, e nessuno sa se ci sarà una fine. Quello che sappiamo è che invece una conclusione ci sarà per i referendum sul Trattato di Lisbona, e questo non dovrebbe accadere.
Graham Booth (IND/DEM) . – (EN) Signora Presidente, ho una confessione da fare. Non ho alcuna qualifica per svolgere questo compito e invece mi trovo qui seduto a contribuire alla creazione di una normativa che riguarda 400 milioni di persone. Quando mi guardo attorno in Aula, ho il timore che molti dei parlamentari siano incompetenti almeno quanto lo sono io, pensando al livello della discussione che si sta svolgendo. La gente, i cittadini degli Stati membri possiedono collettivamente un’enorme intelligenza, e noi neghiamo loro il diritto di prendere decisioni che li riguardano. Dal mio punto di vista, siamo in un ambito nel quale i politici farebbero bene a farsi da parte e consentire alle persone di decidere per se stesse; in particolare, consentire loro un referendum sulla Costituzione dell’Unione europea.
John Attard-Montalto (PSE). – (MT) Desidero spiegare brevemente il modo in cui ho votato al fine di richiamare l’attenzione delle autorità maltesi. Vorrei porre in rilievo due casi in particolare. Primo, il caso del ragazzo di Gozo, figlio del signor Attard, che negli ultimi due anni ha ricevuto l’attenzione dei media a causa del modo in cui il padre ha subito un pregiudizio, in quanto gli sono stati negati i suoi diritti di genitore, quale figura paterna e di portare il figlio a vivere nel suo paese, Gozo appunto. Secondo, il recente caso penale di una tredicenne che le autorità non sapevano in quale istituto dovesse scontare la pena; è stata prima mandata in carcere e poi trasferita in un istituto psichiatrico. Questa è una grave mancanza. Grazie.
Hubert Pirker (PPE-DE). – (DE) Signora Presidente, parlo a nome del ÖVP-Europa-Club [l’associazione europea del partito popolare austriaco]. Abbiamo votato contro ogni articolo che contemplasse il diritto alla salute riproduttiva e sessuale, poiché l’interpretazione di questo testo può essere, di sicuro, impiegata al fine di interrompere gravidanze in ogni momento e siamo contro tale pratica.
Abbiamo votato a favore dell’articolo 127 riguardante il divieto a indossare il velo, in quanto i giovani non devono essere incoraggiati a indossare simboli politici e perché vogliamo garantire che per loro le libertà di voto e di scelta continuino a essere tutelate.
Abbiamo inoltre votato a favore dell’articolo 116, ma ciò non significa che da questo discenderebbero conseguenze giuridiche vincolanti.
Christopher Heaton-Harris (PPE-DE) . – (EN) Signora Presidente, mi sono avvicinato a questa relazione con una certa trepidazione, poiché sono consapevole che molti dei testi di questo tipo e in questa sede chiedono spesso un ampliamento dei poteri di cui ancora realmente non disponiamo.
Nella mia circoscrizione rappresento la città di Rothley, nel Leicestershire, in cui vive la famiglia McCann. Quest’ultima si è impegnata molto attivamente nel chiedere al Parlamento di aumentare le proprie iniziative intese all’elaborazione di registri dei bambini scomparsi e su diverse altre problematiche.
Rappresento inoltre, nella città di Northampton, una nuova organizzazione benefica dal nome “KidsAid”, fondata da un signore rispettabile che si chiama David Mackintosh, il quale ha a propria volta la ferma opinione che gran parte di questa relazione sia realmente molto, molto positiva.
Tuttavia, come accade sempre in quest’Aula, subentra la correttezza politica, e si esaminano gli emendamenti nn. 162, 163 e 164 al fine di verificare il modo in cui si intende ampliare le proprie competenze.
Esiste una frase che ricorre spesso in questo Emiciclo: se non hai successo, modifica il concetto di successo. Questo è quanto avete fatto con il Trattato di Lisbona, e auspico realmente che i cittadini della mia circoscrizione possano pronunciarsi al riguardo.
Syed Kamall (PPE-DE) . – (EN) Signora Presidente, mi trovo qui per esprimere la mia dichiarazione di voto sulla relazione Angelilli “Verso una strategia dell’Unione europea sui diritti dei minori”. Ho letto nelle motivazioni che “la relatrice intende sottolineare che lo scopo della relazione non è quello di formulare un elenco di problemi da risolvere o di diritti da considerare in via prioritaria”.
Rappresento una circoscrizione, la città di Londra, la città più grande del mondo, capitale del paese più grande del mondo, in cui vivono molti minori. Sono padre di due bambini e, come una volta disse il grande filosofo, credo che i bambini siano il nostro futuro. Pertanto, è fondamentale che prendiamo in considerazione i diritti dei minori. Tuttavia, devo domandarmi il motivo per cui questo debba essere fatto a livello europeo.
Pensiamo, per esempio, se desideriamo che i nostri giovani adolescenti vengano informati e istruiti su parole sconce quali “diritti sessuali e riproduttivi”. Ritengo che dobbiamo prestare molta attenzione alla ricerca di soluzioni locali, nonché dare la possibilità al popolo britannico di pronunciarsi sul referendum per la Costituzione.
Daniel Hannan (PPE-DE) . – (EN) Signora Presidente, in un’occasione Disraeli rispose a una delegazione con la frase: “al liberalismo che professano, preferisco le libertà di cui godiamo, ai diritti dell’uomo, i diritti degli inglesi”.
La nostra tradizione nazionale dei diritti non è diversa dalla concezione europea dei diritti universali; è semplicemente incompatibile. Miriamo a specifiche libertà, garantite in momenti specifici da documenti specifici, quali la Magna Charta, il Bill of Rights o semplici atti costitutivi; non abbiamo fiducia nei codici dei diritti umani universali interpretati da giudici secondo i quali non possiamo votare.
Devo dire che la nostra tradizione ha avuto molto più successo rispetto a quella inseguita da alcuni paesi continentali che hanno intrapreso il percorso universalistico. Non abbiamo subito, come altri paesi, la rivoluzione o la dittatura. Noi crediamo che tutti i diritti siano insiti nell’individuo.
Come disse una volta Aldous Huxley “le libertà non si concedono, si prendono”. Questo è il motivo per cui mi oppongo fermamente all’integrazione della Carta europea nel Trattato di Lisbona in mancanza di un referendum. I cittadini devono essere ascoltati: Pactio Olisipio censenda est!
Jim Allister (NI) . – (EN) Signora Presidente, stiamo discutendo di questioni molto serie che implicano altrettanto serie problematiche morali. Sicuramente, il mio voto è stato determinato in larga misura dall’averle prese in considerazione. Ritengo che alcune parti della relazione siano offensive. Trovo offensivo affermare di poter imporre a un minore quelli che si crede siano, secondo gli adolescenti, i loro diritti riproduttivi, come riportato alla lettera L nonché nei paragrafi 162, 163, 164, e così via.
Mi sembra non corretto e inappropriato aver imposto a una società valori ideologici e morali pregiudizievoli che potrebbero variare a seconda dei punti di vista etici fissati in una particolare regione. È questo ciò a cui mi oppongo e, come dichiarato dall’onorevole Hannan, è questo e altro ancora quello che ci porterà la Carta. Ecco il motivo per cui desidero che i miei cittadini possano esprimere il proprio accordo o disaccordo.
Roger Helmer (NI) . – (EN) Signora Presidente, ho votato contro questa misura. Per la prima volta abbiamo trattato un tema in cui il partito conservatore ha votato liberamente e ho apprezzato tale libertà.
Concordo pienamente con quanto affermato in precedenza dai colleghi. Il presente documento contiene molti punti ai quali sono favorevole: contiene molto di ovvio e scontato, su cui non si può non essere d’accordo.
Tuttavia, propone anche di impartire ai minori un’educazione sessuale al fine di ridurre la gravidanza tra le giovani donne nonché la diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili. Per esperienza personale, se si parla di qualcosa con i bambini insegnando loro come farla, la prima reazione è che vogliono provare a farla, e non dovremmo poi meravigliarci se lo facessero veramente! Sentiamo troppo spesso parlare dei diritti riproduttivi degli adolescenti, e non di responsabilità riproduttive. Dovremmo essere maggiormente responsabili nel nostro atteggiamento nei confronti dei minori, e dovrebbero esserlo i genitori e le autorità locali.
Per concludere, ritengo che, prima di procedere con questo argomento, dovremmo indire un referendum sul Trattato di Lisbona.
Nirj Deva (PPE-DE) . – (EN) Signora Presidente, sono molto insoddisfatto di questa relazione e devo dire che, approfittando della libertà di voto, ho votato contro la maggior parte di essa. La relazione non riguarda i diritti dei minori, bensì il loro diritto di avere rapporti sessuali e di abortire, cosa che trovo francamente inaccettabile.
Ma dove sono i diritti dei minori e dei loro genitori di decidere del futuro dell’Europa, del Trattato di Lisbona e degli orientamenti delle nostre politiche? Dopotutto, nessuna istituzione è stata creata per noi, ma per i nostri figli. Domanderemo loro e ai rispettivi genitori cosa pensano e desiderano dire riguardo al futuro sviluppo dell’Europa? No, decideremo noi, senza aver accordato loro alcun diritto di pronunciarsi e riferirci come dovrebbe essere il loro destino. Tutto questo è sbagliato.
(Applausi)
Frank Vanhecke (NI). – (NL) Signora Presidente, per informazione, ho votato contro la relazione dell’onorevole Angelilli. Ovviamente, il motivo non è che io mi opponga ai diritti dei minori, assolutamente. Infatti, valuto positivamente che due dei tabù di quest’Assemblea siano stati infranti dalla relazione, come la sistematica violenza nei confronti delle giovani donne nella comunità musulmana. Nella relazione si dichiara persino, giustamente dal mio punto di vista, che l’obbligo di indossare il velo per le giovani donne della comunità musulmana è dannoso per lo sviluppo delle loro personalità.
Benché concordi su tali punti, non ho votato a favore della relazione, in quanto costituisce un ulteriore esempio di una gigantesca interferenza europea. Ritengo che di tutte queste problematiche ci si possa occupare meglio a livello nazionale e che l’Europa abbia veramente poco a che vedere con tutto ciò.
Vorrei fare un unico esempio. Il testo in questione è chiaramente contro le condanne di detenzione nei confronti dei minori, mentre nel mio paese vi è un ampio consenso popolare perché anche quei pericolosi criminali minorenni vadano in carcere affinché questo possa incoraggiarli a migliorarsi.
Miroslav Mikolášik (PPE-DE). – (SK) Signora Presidente, abbiamo bisogno di mantenere aggiornata la nostra conoscenza nel corso dell’intera vita lavorativa, e non solo negli anni della scuola.
L’istruzione è importante per la crescita personale e per migliori opportunità di lavoro. Dato che le imprese valutano la necessità di nuove qualifiche e requisiti per il mercato del lavoro, l’educazione degli adulti si adatterà a tali caratteristiche, contribuendo pertanto a superare le differenze nel mercato del lavoro. Tutto questo viene preso in considerazione nella proposta della Commissione relativa a un piano d’azione per l’educazione degli adulti, e ho quindi votato a favore del documento. Concordo sul fatto che gli Stati membri dell’Unione europea debbano sostenere l’educazione degli adulti adottando misure attive, motivando i cittadini a istruirsi e i datori di lavoro a fornire condizioni adeguate per l’istruzione. Dovrebbero essere previsti incentivi economici sotto forma di sovvenzioni, sgravi fiscali, contributi o cofinanziamento.
A tale scopo occorre anche impiegare in modo più attivo i Fondi strutturali, in particolare il Fondo sociale europeo. Ritengo sia realmente fondamentale che gli anziani vengano coinvolti nell’apprendimento permanente e che quindi trovino una collocazione nel mercato del lavoro.
Toomas Savi (ALDE) . – (EN) Signora Presidente, ho votato a favore dell’intera relazione, in quanto una delle proposte per l’apprendimento permanente è aumentare la flessibilità del mercato del lavoro. Per coloro che hanno superato i 50 anni di età, tra cui figuro anch’io, una simile politica crea una vasta gamma di opportunità per rispondere ai cambiamenti del mercato del lavoro nonché adattarsi al contesto senza ripercussioni significative. La relazione sottolinea l’effetto positivo dell’apprendimento lungo tutto l’arco della vita sull’integrazione sociale e sulla capacità occupazionale, che in nessun caso dovrebbe essere trascurata in una società che invecchia, per esempio nel mio paese, l’Estonia.
Agnes Schierhuber (PPE-DE). – (DE) Signora Presidente, la relazione dell’onorevole Pack “Educazione degli adulti: non è mai troppo tardi per apprendere” è, secondo me, uno dei programmi più importanti per un’azione nell’Unione europea intesa a: motivare a partecipare a programmi di educazione per adulti e ad apprendere lingue straniere, incoraggiare a terminare l’istruzione terziaria e con essa la possibilità di potersi avvalere di migliori opportunità lavorative e pertanto di una retribuzione più elevata, nonché la possibilità di una migliore integrazione per gli immigrati. Tuttavia, è di particolare importanza per le donne che in questo ambito siano disponibili programmi quadro pertinenti di assistenza all’infanzia.
Nello specifico, dobbiamo prestare grande attenzione anche alla possibilità di scambiare conoscenza tra le generazioni. Per questo motivo l’ÖVP-Europa-Club ha approvato con gioia la relazione.
Nina Škottová (PPE-DE). – (CS) (Inizio dell’intervento non udibile) … l’introduzione alla presente relazione sull’educazione degli adulti sottolinea chiaramente l’attenzione prestata all’apprendimento permanente in tutte le istituzioni dell’Unione europea. Tuttavia, la raccolta di informazioni, le belle parole, le richieste e i voti a favore, tra cui il mio, non sono sufficienti. Incoraggiamo gli istituti di insegnamento a lasciarsi coinvolgere del tutto nello stesso concetto di apprendimento permanente. Tale processo non deve essere considerato come una specie di appendice della tradizionale istruzione, ma dovrebbe diventare parte integrante del sistema didattico. Affinché questo accada sono necessari cambiamenti sostanziali. Pertanto, il processo costituisce un onere finanziario significativo per ciascun paese, fattore che potrebbe risultare limitante nello sviluppo dell’istruzione. Nel valutare la destinazione dei finanziamenti quando si stabilisce la loro ripartizione per le singole politiche comunitarie, questo settore non dovrebbe essere dimenticato, in particolare le università e i centri di apprendimento naturale.
Christopher Heaton-Harris (PPE-DE) . – (EN) Signora Presidente, questa relazione si intitola “Educazione degli adulti: non è mai troppo tardi per apprendere”. Mi auguro che la Commissione europea e coloro che vogliono portare a termine il Trattato di Lisbona apprendano anch’essi da questa frase.
L’educazione degli adulti è uno degli aspetti più importanti del sistema d’istruzione. Ritengo che l’apprendimento permanente verrà sostenuto da gran parte di quest’Assemblea come un’iniziativa molto positiva.
Tutti abbiamo avuto meravigliosi insegnanti quando andavamo a scuola e tutti noi li ricordiamo. Avevo un brillante insegnante di matematica che mi disse che esistono tre tipi di persone: coloro che sanno contare e coloro che non lo sanno fare.
Avevo inoltre un geniale insegnante di scienze che mi disse che i gatti radioattivi avevano 18 mezze vite. Tuttavia, ritengo che la frase più importante sia una che di certo riconoscerete, una frase che i giovani d’oggi utilizzano sempre di più: “We don’t need no education; we don’t need no thought control”.
Quello che stiamo facendo con il Trattato di Lisbona è di mettere un altro “mattone nel muro”, un altro “brick in the wall” tra gli elettori che ci hanno permesso di essere qui e le élite europee che li sfruttano.
Syed Kamall (PPE-DE) . – (EN) Signora Presidente, desidero solo apprezzare la sua pazienza dimostrata nel corso di queste dichiarazioni di voto. La ringrazio molto anche per aver sorriso a qualche battuta.
Lei sarà a conoscenza che io rappresento Londra, la migliore città del mondo, capitale del miglior paese del mondo. A Londra ci sono numerosi istituti scolastici. Io stesso ho frequentato la scuola a Londra; ho frequentato un master presso la London School of Economics.
Tuttavia, quello che desideravo dire rispetto a questa particolare dichiarazione di voto è che non dovremmo sottovalutare il ruolo di un’ulteriore branca dell’istruzione nell’apprendimento permanente. A questo proposito, esistono alcuni istituti di eccellenza: il Bromley College, con il suo eccellente direttore, Peter Jones, desideravo comunicarlo, e il Westminster College. Tutti noi meritiamo di esprimere la nostra opinione sul referendum costituzionale.
Presidente . – Potrei contraccambiare il complimento e affermare che sinora pensavo che stessimo procedendo bene, ma comincia a diventare un po’ ripetitivo.
Daniel Hannan (PPE-DE) . – (EN) Signora Presidente, mi consenta di aggiungere ai miei ringraziamenti nei suoi confronti, quelli che rivolgo al suo personale e agli interpreti, per la pazienza e il buon senso dell’umorismo.
Mi consenta inoltre di domandare cos’ha a che vedere tutto questo con Bruxelles? Sulle basi di quale articolo del Trattato, nonché di un’eventuale considerazione dettata dal buon senso, l’educazione degli adulti sarebbe di competenza dell’Unione europea?
Molti tra noi ritengono che ci sia un caso di iniziative tra più paesi, che coinvolge senza dubbio questioni transfrontaliere; posso accettare questa tesi, o che almeno si tratti di una strategia europea coordinata relativa, per esempio, all’inquinamento o alla riduzione tariffaria, o a settori dell’aviazione, e così via. Sebbene, anche in questo caso, il coordinamento europeo non equivalga alla giurisdizione dell’Unione europea.
Ma, l’istruzione degli adulti? Di certo questo, tra tutti i settori, è uno di quelli sul quale devono decidere gli elettorati nazionali attraverso i rispettivi e specifici meccanismi e procedure.
Per quale motivo supponiamo sempre che il politico di Bruxelles sia più capace del semplice elettore? La stessa presunzione ha condotto alla Costituzione dell’Unione europea, ora chiamata Trattato di Lisbona, ed è questo il motivo per cui dovremmo sottoporlo al giudizio dei cittadini: Pactio Olisipio censenda est!
Jim Allister (NI) . – (EN) Signora Presidente, in questa relazione c’è molto di ovvio e scontato. Ma la sua importanza consiste nel fatto che esprime e rappresenta la convinzione che Bruxelles ha il diritto di definire agende e imporre agli Stati membri il modo in cui dovrebbero stabilire l’ordine di priorità di questioni e spese che sono piuttosto palesemente di loro competenza, una competenza che dovrebbe peraltro essere esclusiva, in quanto ogni regione detiene il diritto di decidere quali sono le proprie priorità nel limite del suo bilancio. Spetta alle regioni o agli Stati stabilire se l’educazione degli adulti e l’aumento della spesa siano priorità, non a Bruxelles e tantomeno perché quest’ultima sia l’istituzione competente in questi casi.
Tutti noi impariamo, e io stesso ho appreso molto da quando sono arrivato qui nel 2004, in modo particolare riguardo alla noncuranza con cui l’élite europea tratta i propri cittadini ed è per questo che nega loro il diritto fondamentale del voto.
Roger Helmer (NI) . – (EN) Signora Presidente, la informo che, in questa occasione, non ho votato a favore della relazione, ma anche in linea con il partito conservatore, e stavolta con buone intenzioni in quanto avrei deciso di votare contro questo documento in ogni caso per le ragioni espresse molto chiaramente dai miei amici e colleghi, in particolar modo gli onorevoli Hannan e Allister.
Questo non ha nulla a che vedere con l’Unione europea. Sono favorevole all’istruzione e all’educazione degli adulti. Sono assolutamente contrario al fatto che Bruxelles decida il modo in cui debba essere impartita. Al pari dell’onorevole Hannan, non sono in grado di trovare basi giuridiche all’interno del Trattato sulle quali tale relazione si fonderebbe. Il Trattato non legittima l’approvazione di una simile misura.
Al contempo, non vi è legittimità sul rifiuto della Costituzione in Francia e nei Paesi Bassi per l’approvazione della stessa misura. Adesso dobbiamo indire referendum in tutta l’Unione europea su tale questione.
Thomas Wise (IND/DEM) . – (EN) Signora Presidente, potrei con una mozione di procedura, in quanto adulto e avendo ricevuto un’educazione, domandare all’onorevole Hannan che, certamente, è molto più istruito di me, cosa vuol dire la sua frase in latino?
Presidente . - Sono certa che glielo dirà dopo che la seduta sarà terminata!
Nirj Deva (PPE-DE) . – (EN) Signora Presidente, questa è stata una delle discussioni più animate che hanno avuto luogo in quest’Aula sin dal principio. Se l’avessimo fatto prima, avremmo avuto le telecamere televisive e i nostri elettori avrebbero scoperto quello che facciamo oltre alle solite noiose e pompose discussioni che si tengono ogni giorno.
Parliamo adesso dell’educazione per gli adulti. Si dice che non sia mai troppo tardi per imparare. È certamente un problema di sussidiarietà: spetta agli Stati nazionali stabilire le loro priorità. E sicuramente non è competenza della Commissione di Bruxelles, tantomeno del Parlamento europeo, decidere se l’educazione degli adulti sia un’urgenza o meno!
Tuttavia, se è vero che non è mai troppo tardi per imparare, una delle cose che di certo dobbiamo imparare in fretta è che non possiamo separare il popolo europeo dai suoi politici. Dobbiamo coinvolgerlo sul modo in cui gestire l’Unione europea e, quindi, dobbiamo indire un referendum.
Derek Roland Clark (IND/DEM) . – (EN) Signora Presidente, ho votato contro questa misura innanzi tutto perché sono un insegnante. Questa relazione conduce senza dubbio direttamente, per associazione, al quadro europeo per le qualifiche, che è una rapina. Quest’ultimo farà sì che le persone studino nelle loro università tradizionali, in cui conseguiranno le qualifiche, e poi le sovrastamperanno con un nuovo documento con il logo, il marchio e il motto dell’Unione europea, senza alcun riferimento alle grandi accademie o università in cui hanno seguito i corsi. Questo è un chiaro e tremendo modo di rinnegare il luogo di apprendimento, e non sottolineo tutto questo solo per le famose accademie britanniche, bensì per le università di tutta Europa.
Per tornare alla questione dell’educazione per gli adulti, avrei un suggerimento. Incoraggiamo l’educazione degli adulti con ogni mezzo. Date ad ogni adulto dell’Unione europea una copia del Trattato di Lisbona e poi chiedete loro di votare su di esso.
Graham Booth (IND/DEM) . – (EN) Signora Presidente, ebbene sì, ho votato contro questa relazione. Il motivo è che il partito indipendente britannico sostiene per il Regno Unito il ritorno del sistema di borse di studio, e desidero precisare che la nostra appartenenza all’Unione europea ne ha causato l’abolizione in primo luogo in Inghilterra e in Galles. Tuttavia, spetta agli Stati membri, e non all’UE, prendere decisioni su tagli o incentivi fiscali per i lavoratori che collaborano all’educazione per gli adulti. Come per la maggior parte dei settori, abbiamo bisogno che l’Unione europea interferisca meno e non il contrario.
Dato che ho più che rispettato il mio tempo a disposizione, posso aggiungere che la futura ratifica della Costituzione europea, nonostante il voto contrario in due referendum, non è democratica, è vile nonché illegittima.
Presidente . - Ha rispettato i tempi ma non l’argomento.
Philip Claeys (NI). – (NL) Signora Presidente, non ho votato a favore della relazione Pack, ovviamente non perché io sia contrario all’apprendimento permanente. Anzi, nessuno, ragionevolmente, dubiterà della grande importanza dell’educazione degli adulti nel nostro mondo in costante trasformazione.
Ritengo, tuttavia, che l’Europa, e soprattutto la Commissione europea, non debbano interferire troppo in ciò che è di competenza degli Stati membri. Non è solo questione di buon senso; riguarda anche il principio di sussidiarietà che in quest’Aula viene sempre lodato, ma nella pratica si dimostra sempre più lettera morta.
Milan Horáček (Verts/ALE). – (DE) Signora Presidente, desidero formulare una dichiarazione riguardo all’eccellente relazione Angelilli relativa a una strategia dell’Unione europea sui diritti dei minori. È di fondamentale importanza affrontare in modo radicale le questioni della prostituzione minorile e del turismo sessuale. Le vittime di tali reati si possono trovare anche nel cortile di casa nostra. Nella zona di frontiera tra Germania, Repubblica ceca e Austria, per esempio, la prostituzione che coinvolge le donne e i bambini in misura crescente, è aumentata in modo vertiginoso dopo l’apertura delle frontiere. Tuttavia, questo problema per lungo tempo non è stato affatto preso in considerazione a livello comunitario.
Le questioni alla base della prostituzione minorile, quali l’organizzazione in rete di criminali attraverso Internet e la mancanza di cooperazione sul controllo transfrontaliero e l’attuazione della normativa, possono essere combattute solo a livello europeo. La relazione si occupa di tali ambiti e li integra in una strategia complessiva. Nonostante ci sia ancora molto da fare nella lotta all’abuso contro i minori, questo è un segnale incoraggiante.
Dichiarazioni di voto scritte
– Relazione Friedrich-Wilhelm Graefe zu Baringdorf (A6-0508/2007)
Jean-Pierre Audy (PPE-DE) , per iscritto. – (FR) Ho votato a favore della risoluzione sulla relazione del collega tedesco Friedrich-Wilhelm Graefe zu Baringdorf e riguardante la proposta di regolamento relativa alle misure che la Commissione dovrà intraprendere per il periodo 2008-2013 mediante l’impiego di applicazioni di telerilevamento messe a punto nel quadro della politica agricola comune.
Appoggio la proposta secondo cui le attività di telerilevamento dovrebbero essere finanziate da un bilancio proprio anziché dal Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA). Nonostante i miei colleghi ritengano che sia meglio impegnarsi nel miglioramento del sito web esistente dell’unità Agricoltura del Centro comune di ricerca affinché tutti i dati di ricerca pertinenti siano messi gratuitamente a disposizione del pubblico, sono ampiamente favorevole alla creazione di un’infrastruttura di dati spaziali e di un sito Internet come proposto negli obiettivi della Commissione europea.
Sostengo le proposte che prevedono la creazione di un inventario di tutti i dati spaziali, agro-meteorologici e del telerilevamento e consolidamento dell’infrastruttura e dei siti web esistenti sui dati spaziali.
Ilda Figueiredo (GUE/NGL), per iscritto. – (PT) La Commissione europea ritiene che, ai fini di fornire una risposta alle esigenze di gestione della politica agricola comune, siano ampiamente necessarie le informazioni sull’utilizzo del territorio e le condizioni delle terre e delle colture. Ha pertanto presentato il telerilevamento quale metodo di indagine che consente un più facile accesso alle informazioni contenute nei sistemi classici di statistiche e previsioni agricole.
La proposta ha tenuto conto di un progetto pilota sulle tecniche di telerilevamento, nel quadro della decisione 1445/2000/CE del Consiglio, avviato nello stesso periodo. Secondo la Commissione, tale progetto ha permesso al sistema agro-meteorologico di previsione delle rese e di controllo sulle condizioni delle terre e delle colture (MARS) di pervenire a una fase avanzata.
La Commissione propone adesso il proseguimento dell’applicazione delle tecniche di telerilevamento nel settore agricolo, segnatamente nell’ambito del controllo dei mercati agricoli, per il periodo 2008-2013. L’avvio del progetto partirebbe dal 1° gennaio 2008 per una durata di sei anni. Le applicazioni di telerilevamento fornirebbero così alla Commissione uno strumento per migliorare e controllare la politica agricola comune, anche se le informazioni potrebbero essere utili agli Stati membri.
Il problema è adesso il modo in cui impiegare il sistema e chi lo utilizzerà; questo è il motivo della nostra astensione.
Duarte Freitas (PPE-DE), per iscritto. − (PT) Concordo ampiamente riguardo alla proposta della Commissione europea e ho votato a favore della relazione Graefe zu Baringdorf, che fa alcune importanti precisazioni.
Per esempio, comprendo la preoccupazione del relatore riguardo all’impossibilità di confrontare i dati dei vari Stati membri a causa della diversa frequenza delle indagini.
Continuo a sostenere la creazione di un inventario e il consolidamento dell’infrastruttura e dei siti web di dati spaziali pertinenti, nonché il miglioramento del sito Internet dell’unità Agricoltura al fine di rendere pubblici tali dati.
Hélène Goudin e Nils Lundgren (IND/DEM), per iscritto. − (SV) Abbiamo votato contro la presente relazione in quanto, come spesso accade, la commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento europeo cerca di introdurre emendamenti intesi a trasferire maggiori risorse dal bilancio comunitario alla politica agricola. L’emendamento n. 4 della commissione per l’agricoltura propone di stanziare 9,2 milioni di euro in un bilancio separato anziché convogliarli attraverso il Fondo europeo agricolo di garanzia. Non possiamo che interpretarlo come un modo per assicurarsi aumenti di bilancio.
David Martin (PSE) , per iscritto. – (EN) Ho votato a favore di questa relazione. Ritengo che la prosecuzione di ogni proposta intesa a contribuire a rendere la politica agricola comune più precisa nella sua diffusione, possa solo essere un positivo passo avanti al fine di garantire un approccio equo per gli allevatori scozzesi. La capacità di valutare con maggior esattezza la produzione e rendere le relative informazioni accessibili più liberamente, consentirà di migliorare una politica che ora ha bisogno di un’immagine di onestà, trasparenza e sensibilità ambientale.
Jean-Pierre Audy (PPE-DE) , per iscritto. – (FR) Sulla base dell’eccellente relazione del mio collega tedesco Kurt Lechner, approvo l’adozione da parte del Parlamento europeo, in seconda lettura della procedura di codecisione, di una risoluzione legislativa sulla posizione comune del Consiglio in vista dell’adozione della direttiva sull’armonizzazione delle disposizioni legislative, normative e amministrative degli Stati membri in materia di credito ai consumatori e che sostituiscono il quadro comunitario del 1987, modificato in due tempi. Accolgo positivamente la volontà della Commissione di creare le condizioni necessarie ad un reale mercato interno del credito ai consumatori, di garantire un livello elevato di tutela dei consumatori nonché di rendere più chiara la normativa comunitaria rielaborando le tre direttive esistenti del 1987, 1990 e 1998 relative a questo tipo di credito.
Accolgo con favore anche l’importante lavoro svolto dal mio collega francese Jean-Paul Gauzès il quale, grazie alla saggezza e alla forza delle sue convinzioni, ha contribuito in modo significativo a questo fondamentale compromesso, valido anche ai fini della crescita economica, della tutela dei consumatori e degli istituti di credito.
Gérard Deprez (ALDE) , per iscritto. – (FR) Dopo cinque anni di discussioni, i consumatori europei disporranno presto di identiche informazioni sul credito al consumo, che consentiranno loro di confrontare meglio le offerte straniere al momento di acquistare un’automobile, una lavastoviglie o un divano letto.
Anche se gli europei hanno già la possibilità di richiedere un prestito bancario all’estero per acquistare beni di consumo, pochissimi ne approfittano: meno dell’1% del totale di questo tipo di credito viene attualmente richiesto oltre frontiera. Pertanto, al momento, i tassi possono variare fino al 100% (per esempio in Portogallo è del 12% e in Finlandia del 6%)! I principali ostacoli individuati sono le difficoltà linguistiche, la distanza e la sfiducia dei consumatori.
La direttiva, che appoggio, dovrebbe contribuire a rafforzare tale fiducia, a fornire migliori informazioni ai consumatori, nonché a rendere più semplici le loro scelte, grazie al beneficio che potranno trarre dalle norme uniformi intese alla loro tutela (rimborsi anticipati, diritto di recesso, e così via).
Due domande per concludere:
non si rischia in questo modo di favorire l’eccessivo indebitamento delle persone se non si rafforzano maggiormente le condizioni di verifica della solvibilità dei clienti da parte dell’ente erogante il prestito? Non sarebbe urgente, per quanto riguarda i finanziamenti immobiliari, aprire la strada alla concorrenza transfrontaliera?
Ilda Figueiredo (GUE/NGL), per iscritto. – (PT) Questo voto si riferisce alla seconda lettura della proposta inizialmente elaborata dalla Commissione europea nel 2002. Tali compromessi hanno l’obiettivo di raggiungere un accordo con il Consiglio su un testo che abrogherebbe l’attuale direttiva 87/102/CEE e introdurrebbe un quadro giuridico comune per i contratti di credito ai consumatori.
L’intenzione è quella di facilitare l’apertura dei mercati nazionali e di promuovere le operazioni di credito al consumo a livello transfrontaliero, allo scopo di rafforzare la concorrenza e di “migliorare” il mercato interno.
Tra le altre cose, il testo definisce la formula per calcolare il tasso annuo effettivo globale (APR), le condizioni in caso di rimborso anticipato e le informazioni da fornire ai consumatori riguardo ai contratti di credito.
Abbiamo votato a favore delle proposte intese a offrire ai consumatori una maggiore tutela, particolarmente importante in Portogallo, dove l’indebitamento delle famiglie è in costante crescita, superiore del 124% rispetto al reddito disponibile, e in cui gli importanti gruppi finanziari stanno accumulando profitti scandalosi.
Abbiamo votato contro tutte le proposte di facilitazione dell’apertura dei mercati finanziari e del credito transfrontaliero, che mirano a eliminare gli ostacoli all’ingresso dei grandi gruppi finanziari anziché a tutelare i consumatori.
Françoise Grossetête (PPE-DE) , per iscritto. – (FR) Ho votato a favore della relazione che propone di armonizzare le normative degli Stati membri in materia di credito ai consumatori.
Anche se le famiglie europee possono già richiedere prestiti bancari all’estero per l’acquisto di beni di consumo, pochi ricorrono a questa opportunità. Il problema linguistico, la distanza o la mancanza di fiducia costituiscono i maggiori ostacoli.
La nuova direttiva accrescerà la trasparenza del mercato a beneficio dei consumatori per crediti compresi tra i 200 e i 75 000 euro. I consumatori disporranno delle informazioni di cui avranno bisogno al fine di scegliere con cognizione di causa se effettuare l’acquisto all’estero.
Per quanto riguarda le offerte di credito, le informazioni fornite ai consumatori saranno contenute in un nuovo modulo europeo relativo alle informazioni sul credito. I consumatori potranno inoltre beneficiare di un tasso annuo effettivo globale unico e confrontabile su tutto il territorio comunitario.
La direttiva fornirà ai consumatori informazioni di base di buona qualità e facili da confrontare. Il diritto di recesso e di rimborso anticipato senza dover pagare penali eccessive, nonché una spiegazione chiara dei loro diritti e doveri, darà loro la fiducia necessaria per confrontare i prezzi.
Astrid Lulling (PPE-DE) , per iscritto. – (FR) Il compromesso su cui deve pronunciarsi il Parlamento è di certo un miglioramento rispetto alla posizione del Consiglio, tuttavia resta lacunoso su un gran numero di punti fondamentali in materia di contratti di credito ai consumatori.
Ritengo che la base di 200 euro, l’importo di credito a partire dal quale viene applicata la direttiva, sia eccessivamente ridotta, considerato il tenore di vita nella maggior parte degli Stati membri.
Analogamente, non è necessario armonizzare le disposizioni che disciplinano le indennità in caso di rimborso anticipato. Le differenze tra gli Stati membri sono enormi. Il “compromesso” negoziato dal Consiglio non è altro che l’insieme di varie norme nazionali e introduce più complicazioni che armonizzazione.
Dal mio punto di vista, la direttiva è troppo burocratica per le imprese, gli istituti di credito e i consumatori. La quantità di informazioni minime che prevede è eccessivamente elevata e complessa. Tutto questo potrebbe creare confusione tra i consumatori bene informati.
Toine Manders (ALDE), per iscritto. − (NL) Il risultato del voto odierno nel Parlamento europeo indica che, dopo ben cinque anni, è stato raggiunto un accordo sulla direttiva relativa al credito ai consumatori. Il dialogo tra la Commissione europea, il Consiglio e il Parlamento alla fine della settimana scorsa non aveva ancora prodotto risultati, in quanto il relatore sollevava obiezioni proibitive a una proposta di compromesso relativa al rimborso anticipato che tutte le altre parti erano disposte ad accettare. Di conseguenza, tale compromesso, raggiunto tra i negoziatori del gruppo socialista al Parlamento europeo e del gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa, è risultato accettabile anche per la Commissione europea e per il Consiglio, e ha ricevuto quest’oggi un ampio sostegno da parte del Parlamento. Sono lieto che il gruppo del Partito popolare europeo (Democratici-cristiani) e dei Democratici europei abbia ora deciso di sostenere il compromesso, poiché sono convinto che rappresenti il risultato migliore che si potesse ottenere a favore dei consumatori e dell’industria. Desidero ringraziare tutte le parti coinvolte, in particolare il relatore, per l’impegno dimostrato in tutte le fasi del processo.
Diamanto Manolakou (GUE/NGL), per iscritto. – (EL) In Grecia, il prestito al consumo e il mutuo edilizio hanno raggiunto i 95 miliardi di euro: il credito ai consumatori sta registrando il tasso di crescita più elevato di qualsiasi paese nella zona euro, e si avvicina al totale del bilancio annuale dell’Unione europea. Questo è un segnale della crescente povertà.
Due milioni di famiglie hanno acceso prestiti, e il 3-4% di esse non è in grado di saldarli. In molti casi il debito supera il 40% del reddito, e ne consegue una frequente riacquisizione delle proprietà da parte degli ufficiali giudiziari. Lo stesso vale per le piccole e medie imprese, che sono costrette a ricorrere ai prestiti.
Le banche ricavano decisamente enormi profitti dagli elevati tassi di interesse sui prestiti, che sono invece bassi per i conti bancari, da detrazioni e addebiti illegittimi e irregolari, da pubblicità ingannevoli, e così via, con il risultato che i conti dei lavoratori finiscono in rosso con sempre maggiore frequenza.
L’Unione europea sostiene gli istituti finanziari garantendo loro guadagni e attenuando le conseguenze della propria impopolare politica, che riduce il potere di acquisto dei lavoratori nonché la loro qualità della vita.
La direttiva proposta tutela il principio della libertà contrattuale, nonostante le capacità negoziali non siano uguali, e rafforza il capitale finanziario trasferendo la responsabilità al consumatore. Essa preserva inoltre dall’indennizzo per il rimborso anticipato, promuove l’armonizzazione delle disposizioni normative nonché l’apertura dei mercati nazionali nel settore del credito ai consumatori, ed è anche deliberatamente complessa e poco comprensibile per coloro che sono ricorsi a un prestito.
I membri del KKE (il partito comunista greco) votano contro il rafforzamento del credito finanziario e chiedono una reale economia popolare a beneficio dei lavoratori.
David Martin (PSE) , per iscritto. – (EN) Concordo con la richiesta di un’armonizzazione in tutta Europa della normativa relativa al credito ai consumatori. La relazione non crea solamente un mercato interno del credito ai consumatori, ma pone altresì in rilievo una serie di criteri intesi a garantire ai consumatori e ai creditori un trattamento equo. La normativa in materia deve essere vicina al consumatore, in particolare per quanto riguarda il rimborso anticipato e l’indennizzo, e ritengo che la relazione si occupi in maniera adeguata di tali questioni. L’armonizzazione della pubblicità contribuirà inoltre a garantire che i consumatori vengano informati in modo corretto ed equo in tutta Europa, al momento di prendere decisioni relative al credito al consumo.
Béatrice Patrie (PSE) , per iscritto. – (FR) Ho votato a favore del compromesso raggiunto dal gruppo PSE con il Consiglio (emendamento n. 46), in quanto consente di mantenere gli equilibri conseguiti nel corso della Presidenza tedesca la scorsa primavera.
Sono lieta che per il credito ai consumatori indicato in questo progetto di direttiva sia stato previsto un importo minimo di 200 euro e un massimo di 75 000 euro. Tuttavia, avrei preferito che il limite fosse fissato a 50 000.
Sono inoltre particolarmente soddisfatta della maggioranza qualificata ottenuta in plenaria al fine di garantire la precisa tutela degli interessi dei consumatori in caso di rimborso anticipato del credito. Gli indennizzi che la banca avrà facoltà di chiedere saranno severamente controllati e potranno essere vietati per crediti inferiori ai 10 000.
In ogni caso, sarebbe opportuno che la lotta all’indebitamento eccessivo rimanga una priorità e che il ricorso al credito avvenga in modo ragionevole. È un’illusione pensare di poter rilanciare il consumo attraverso il credito alle famiglie: un simile approccio non fa altro che impoverire i consumatori più deboli.
Il rilancio della crescita attraverso il consumo si raggiunge attraverso l’aumento delle retribuzioni e non del credito disponibile!
Pierre Pribetich (PSE) , per iscritto. – (FR) Oggi è stata adottata la relazione di Kurt Lechner sull’apertura del mercato europeo dei crediti ai consumatori.
Ritengo che cambiare un mercato sinora prettamente nazionale in un mercato europeo, pur mantenendo un’elevata tutela dei consumatori, sia un primo passo verso l’armonizzazione delle norme in materia di credito ai consumatori.
Il rischio di indebitamento per i consumatori resta tuttavia fin troppo elevato. Risultano indispensabili il controllo e la trasparenza attraverso la creazione di banche dati relative alla solvibilità di ciascun cliente.
Tuttavia, ho votato contro l’emendamento n. 29 dell’articolo 16, come la maggioranza dei colleghi, e sono soddisfatto che sia stato respinto. A mio parere, questo punto avrebbe penalizzato concretamente i consumatori che decidono di restituire in anticipo il loro prestito.
La possibilità offerta ai consumatori di risolvere un prestito prima della scadenza è un’ottima iniziativa, che non dovrebbe essere compromessa da un’opzione che permetta al creditore di richiedere un indennizzo per gli eventuali costi, in assenza di motivazioni giustificate e valide.
È stato pertanto necessario fissare una serie di limiti. Il creditore non potrà quindi richiedere un indennizzo superiore all’1% dell’importo totale del prestito.
Luís Queiró (PPE-DE), per iscritto. – (PT) Un quadro giuridico comune per il credito ai consumatori deve definire norme chiare, semplici e concise, che offrano agli europei un valore aggiunto allo scopo di promuovere il mercato interno.
Pertanto, oggi desidero congratularmi con il Parlamento per l’accordo positivo raggiunto su tale normativa. Ritengo che l’apertura dei mercati nazionali al credito ai consumatori sia fondamentale poiché rafforzerà la concorrenza, con effetti molto favorevoli per i consumatori.
Con questa nuova proposta l’Unione europea favorisce chiaramente la concorrenza tra gli istituti finanziari e introduce la trasparenza necessaria alla diffusione di informazioni precontrattuali e contrattuali sulla concessione del credito, dati che ritengo fondamentali per la tutela dei consumatori, e che possono inoltre consentire la riduzione dei tassi di interesse a favore di un maggiore rifornimento, in particolare sui mercati di dimensioni minori.
I tetti di credito stabiliti in virtù di tale accordo costituiscono un aspetto molto positivo anche per il mercato portoghese. Sono convinto che il nuovo quadro semplificherà maggiori possibilità di credito, in quanto attualmente esiste la necessità di garantire ai consumatori un’adeguata tutela e la loro solvibilità, evitando l’eccessiva esposizione al debito, nel contesto di una sana politica sociale. I vantaggi devono andare a beneficio e non servire per la risoluzione dei problemi, creandone di nuovi.
Frédérique Ries (ALDE) , per iscritto. – (FR) La direttiva che oggi il Parlamento ha votato, dopo averla “ibernata” per circa sei anni, è altamente controversa. Tuttavia, è un testo molto vicino ai cuori degli europei perché prevede l’armonizzazione del mercato del credito ai consumatori.
Nel mercato del valore di 800 miliardi di euro (due europei su tre fanno ricorso al credito per l’acquisto di mobili, del televisore o dell’automobile), i tassi di interesse attualmente variano dal 6% della Finlandia a oltre il 12% del Portogallo, e le transazioni sinora sono state prevalentemente nazionali, essendo inferiori all’1% i prestiti attualmente richiesti all’estero.
La direttiva apre le frontiere europee ai consumatori che cercano il miglior credito: possono scegliere l’offerta più conveniente, e al contempo avere la garanzia degli stessi diritti e delle stesse norme in materia di informazione, confronto e, soprattutto, di tutela contro l’indebitamento eccessivo. La valutazione della solvibilità del soggetto che richiede il prestito, le informazioni rapide e gratuite in caso di rifiuto e il diritto di recesso inizialmente di 14 giorni, sono alcuni degli obiettivi principali della direttiva.
Tuttavia, c’è un elemento spiacevole, di notevole peso, ossia la mancanza di chiarezza delle modalità di rimborso anticipato. Penalizzare gravemente i consumatori che vi facciano ricorso renderebbe gli altri vantaggi dell’armonizzazione perfettamente inutili!
Luca Romagnoli (NI), per iscritto. − Signor Presidente, onorevoli colleghi, esprimo il mio voto favorevole alla relazione Lechner sul credito al consumo. Ritengo fondamentale, infatti, che l’Unione Europea si doti di un quadro generale di riferimento volto alla tutela dei cittadini in un settore che negli ultimi anni ha registrato un notevole sviluppo.
In Italia, in particolare, il ricorso allo strumento del credito al consumo ha registrato un aumento esponenziale del giro di affari. E molto spesso i consumatori, anche sulla scia di seducenti campagne pubblicitarie, vi hanno fatto ricorso senza conoscere pienamente i loro diritti e le condizioni contrattuali, ritrovandosi poi vincolati da tutta una serie di clausole e obblighi. In tale contesto sottolineo pertanto l’opportunità di aumentare il livello di tutela dei consumatori, anche attraverso lo strumento della direttiva.
Andrzej Jan Szejna (PSE), per iscritto. − (PL) Voterò a favore della relazione dell’onorevole Kurt Lechner relativa alla raccomandazione per la seconda lettura sulla posizione comune del Consiglio in vista dell’adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ai contratti di credito ai consumatori e che abroga la direttiva 87/102/CEE.
Ritengo soddisfacente il compromesso raggiunto nel corso di successivi negoziati. La soluzione proposta mira a semplificare la procedura di concessione del credito rendendo più facile per i consumatori ottenere l’accesso al credito in tutta l’Unione europea. L’armonizzazione e l’unificazione delle norme accrescerà la competitività tra gli istituti di credito, ridurrà i costi e creerà un reale mercato interno nell’ambito del credito ai consumatori.
Jacques Toubon (PPE-DE) , per iscritto. – (FR) La votazione sul progetto di direttiva relativa al credito ai consumatori segna un significativo progresso agli occhi dei deputati francesi dell’UMP [Union pour un Mouvement Populaire/Unione per un movimento popolare].
In effetti, grazie al contributo del Parlamento europeo, e in modo particolare del relatore, onorevole Kurt Lechner, il testo definitivo incoraggia l’apertura delle frontiere in un settore importante della vita quotidiana, tutelando al contempo i diritti esistenti dei consumatori, in particolare dei consumatori francesi.
Il recepimento della direttiva consentirà pertanto di offrire in futuro migliori condizioni di credito nonché di limitare il rischio di indebitamento eccessivo.
Bernadette Vergnaud (PSE) , per iscritto. – (FR) A distanza di sei anni dall’arrivo dell’euro, l’Europa non dispone ancora, a livello bancario, di un mercato unico a vantaggio dei consumatori, che dia loro una prova più concreta dei vantaggi della moneta unica.
Le informazioni relative ai tassi di interesse e alle condizioni e ai termini di concessione del credito saranno uniformate al fine di semplificare il confronto tra le offerte. Inoltre, i consumatori potranno operare una scelta con piena cognizione di causa e ottenere le migliori condizioni di prestito.
Le società di credito dovranno altresì informare chiaramente i consumatori dei vantaggi e degli svantaggi delle loro offerte di prestito. La questione del diritto di recesso in caso di contratti di credito collegati (consegna immediata dei beni) e quella dell’importo degli indennizzi imposti in caso di rimborso anticipato del prestito sono definite in modo chiaro. L’indennizzo dovrà essere “corretto e oggettivamente giustificato”. Non potrà superare l’1% dell’importo totale del prestito rimborsato in anticipo e non sarà consentito in caso di prestiti a tasso variabile. Sono particolarmente soddisfatta in quanto gli Stati membri potranno prevedere, come accade attualmente in Francia, che non venga richiesto alcun indennizzo per prestiti inferiori ai 10 000 euro, e per questo motivo ho votato a favore.
Charlotte Cederschiöld, Christofer Fjellner, Gunnar Hökmark e Anna Ibrisagic (PPE-DE), per iscritto. − (SV) I moderati hanno votato a favore della proposta per una strategia europea sui diritti dei minori. Riteniamo che i diritti dei minori debbano essere rispettati al pari dei diritti umani e, com’è ovvio, sosteniamo l’iniziativa di combattere la pornografia infantile e lo sfruttamento sessuale dei bambini. Tuttavia, abbiamo il dovere di sottolineare che molti punti nella relazione si riferiscono ad ambiti che dovrebbero essere regolamentati a livello intergovernativo, per esempio l’adozione. Inoltre, vengono trattati argomenti già disciplinati dalla normativa comunitaria vigente, quali la pubblicità in televisione e l’etichettatura dei prodotti.
Proinsias De Rossa (PSE) , per iscritto. – (EN) Ho votato a favore di questa relazione poiché ritengo che contribuisca positivamente alla lotta contro ogni forma di violenza e abuso nei confronti dei minori, tra cui la povertà, la discriminazione e l’accesso all’istruzione.
Ho accolto con particolare favore l’iniziativa del Parlamento europeo relativa a un meccanismo secondo cui in Europa i fornitori di prodotti fabbricati sfruttando il lavoro minorile possono essere processati. Esorto inoltre la Commissione a istituire altri meccanismi che individuino il principale responsabile di una catena di fornitura rea di aver violato le convenzioni dell’ONU riguardanti il lavoro minorile.
Tuttavia, disapprovo i tentativi di eliminare dalla relazione i riferimenti al diritto degli adolescenti a una formazione e a servizi in materia di salute riproduttiva e di pianificazione familiare.
Edite Estrela (PSE), per iscritto. – (PT) Ho votato a favore della relazione dell’onorevole Roberta Angelilli su “Una strategia dell’Unione europea sui diritti dei minori” poiché è importante rivolgere l’attenzione al fatto che molti strumenti adottati a livello comunitario influiscono in modo diretto o indiretto sui diritti dei minori. Ritengo, pertanto, fondamentale istituire un quadro normativo che riconosca i diritti dei minori affinché possano essere codificati giuridicamente.
In questo contesto, tale relazione contribuisce in modo significativo a garantire il rispetto dei diritti dei minori, in quanto chiede una legislazione comunitaria che vieti qualsiasi forma di violenza contro i bambini, e sottolinea l’importanza di settori quali l’istruzione, la salute, l’adozione e la lotta alla povertà e alla discriminazione. Desidero inoltre precisare che il nuovo Trattato di Lisbona fornisce una base giuridica per i diritti dei minori, che ora figurano tra gli obiettivi dell’Unione europea.
Hélène Goudin e Nils Lundgren (IND/DEM), per iscritto. − (SV) I diritti dei minori sono senza dubbio universali e inviolabili e i deputati del partito Junilistan constatano con piacere che tutti gli Stati membri dell’Unione europea hanno ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia. Ciò significa che siamo già vincolati dalla normativa internazionale alla tutela dei bambini contro il lavoro minorile, il traffico, la violenza e molte altre forme di ingerenza nella vita dei minori. Inoltre, nell’ordinamento svedese, i diritti dei minori si collocano in un ambito che pone il migliore interesse del minore quale considerazione di assoluta preminenza.
Abbiamo scelto di astenerci dal voto sulla relazione per la semplice ragione che la relatrice sembra non aver concentrato l’attenzione sul migliore interesse del minore. Il testo si focalizza quasi esclusivamente su quale specifico modello sociale dovrebbero adottare gli Stati membri sui rispettivi territori al fine di rendere effettiva quella che il Parlamento ritiene essere la soluzione migliore. La presente relazione considera tutti gli aspetti, dal divieto della violenza in televisione e della vendita di videogiochi violenti sino ai matrimoni forzati, alle adozioni e al lavoro illegali.
Ovviamente, abbiamo votato a favore dell’emendamento che sottolinea l’importanza di conformarsi pienamente alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia quale garanzia di tutela giuridica e dei diritti umani universali dei minori.
Pedro Guerreiro (GUE/NGL), per iscritto. – (PT) La presente relazione contiene quasi 200 articoli e comprende alcuni aspetti cui siamo favorevoli e altri che non sosteniamo. Il nostro voto dovrebbe essere compreso alla luce di questa dichiarazione.
Tuttavia, dovremmo precisare che la relazione non affronta le cause delle situazioni che a tratti rileva.
Il documento non si assume le proprie responsabilità non criticando le politiche neoliberali dell’Unione europea, che sono la prima causa della povertà di milioni di persone, soprattutto bambini. Tali politiche conducono a profonde e inaccettabili disparità sociali, provocate dallo sfruttamento e dalla concentrazione del capitalismo; politiche che favoriscono il conflitto sociale, con la perdita del valore dei salari dei lavoratori, licenziamenti facili e aumento degli accordi contrattuali poco sicuri, un orario di lavoro più lungo e flessibile nonché la liberalizzazione e la privatizzazione dei servizi pubblici. Politiche, infine, che hanno conseguenze profondamente negative sull’efficienza e sulle condizioni di vita dei lavoratori e delle loro famiglie, e pertanto dei loro figli.
Il rispetto e il pieno esercizio dei diritti dei minori necessitano, tra l’altro, di un’equa distribuzione della ricchezza, di posti di lavoro che prevedano diritti, di retribuzioni dignitose, di orari di lavoro più brevi, dello sviluppo di forti sistemi pubblici di sicurezza sociale, di salute e di istruzione universali e liberi.
Marian Harkin (ALDE) , per iscritto. – (EN) Nel dichiarare il mio voto favorevole alla relazione, desidero chiarire la mia posizione in merito al paragrafo 2 della stessa. In quest’ultimo si dichiara che la decisione della Conferenza intergovernativa del 19 ottobre 2007 di inserire i diritti dei bambini tra gli obiettivi dell’UE nel Trattato di Lisbona, fornisce una nuova base giuridica per i diritti dei bambini. Conformemente a quanto rispostomi dal Commissario Frattini nel corso del dibattito in sessione plenaria, il Trattato di Lisbona non introduce basi giuridiche specifiche ed è importante che ciò venga chiarito. Per quanto riguarda il paragrafo 127, non l’ho appoggiato in quanto sono contraria al divieto di indossare il velo e l’hijab.
Milan Horáček (Verts/ALE), per iscritto. − (DE) Vorrei commentare la relazione Angelilli su una strategia dell’Unione europea sui diritti dei minori. È un testo eccellente che si occupa in modo radicale delle questioni della prostituzione minorile e del turismo sessuale, fenomeno particolarmente importante.
Le vittime di tali reati si possono trovare anche nel cortile di casa nostra. Nella zona di frontiera tra Germania, Repubblica ceca e Austria, per esempio, la prostituzione che coinvolge le donne e i bambini in misura crescente, è aumentata in modo vertiginoso dopo l’apertura delle frontiere. Tuttavia, questo problema per lungo tempo non è stato considerato una priorità a livello comunitario.
Le questioni alla base della prostituzione minorile, quali l’organizzazione in rete di criminali attraverso Internet e la mancanza di cooperazione riguardo al controllo transfrontaliero e l’attuazione della normativa, possono essere contrastate solo a livello europeo.
La relazione si occupa di tali ambiti e li integra in una strategia complessiva. Anche se c’è ancora molto da fare nella lotta all’abuso contro i minori, questo è un segnale incoraggiante.
Jean Lambert (Verts/ALE) , per iscritto. – (EN) Ho votato a favore di questa relazione in quanto ritengo sia un documento completo, pieno di buone proposte. Ho accolto in modo particolarmente positivo il riconoscimento del diritto dei minori di essere coinvolti in decisioni che li riguardano direttamente, nonché quello di essere rappresentati in modo adeguato in questioni legali o amministrative. Questa relazione è determinata riguardo alla necessità di un contesto familiare sano e del diritto al gioco. Riconosce inoltre che i minori che esercitano legalmente il diritto al lavoro, dovrebbero essere remunerati sulla base di pari salario per pari lavoro: un numero eccessivo di giovani viene sfruttato per ottenere un’alternativa meno costosa ad altri lavoratori, pur lavorando e impegnandosi nella stessa misura in molti settori. Ho votato per eliminare il paragrafo che incoraggia gli Stati membri a vietare per legge alle giovani donne di indossare l’hijab. Ritengo che questa sia una proposta mal formulata della commissione per i diritti della donna, che sostiene che l’hijab sia automaticamente segnale di sottomissione della donna, il che non è vero. Personalmente, mi sento offesa nel vedere ragazzine in età preadolescenziale che indossano abiti con sopra scritte proposte sessuali, ma non cercherei di vietarle attraverso una relazione parlamentare. Sarei lieta che la relazione venisse approvata senza tale paragrafo.
David Martin (PSE) , per iscritto. – (EN) Ho sostenuto con forza l’iniziativa di una strategia europea completa e coerente sui diritti dei minori. La lotta contro ogni forma di violenza, povertà e discriminazione subita dai bambini è qualcosa di cui non ci si dovrebbe occupare unicamente a livello nazionale. La tutela dei diritti dei minori all’educazione, alla salute, all’adozione, dovrebbe continuare a essere riconosciuta e garantita dall’intera Europa.
Andreas Mölzer (NI), per iscritto. − (DE) Nelle società parallele la violenza si diffonde assieme a un’antica tradizione islamica. I minori danno sfogo all’odio instillato in loro nei confronti della decadente cultura occidentale in atti violenti nel cortile della scuola e per la strada o si trasformano in potenziali terroristi. Abbiamo ignorato i primi avvertimenti che segnalavano una tolleranza mal concepita, e abbiamo rifiutato di accettare ciò che era uno slancio esplosivo.
L’aumento del traffico dei minori e della pedopornografia è anch’esso allarmante; gli autori dei reati sessuali, come è risaputo, mostrano un’elevata probabilità di recidiva. A questo proposito, sono state inoltre scoperte dubbie procedure di adozione per bambini dei paesi in via di sviluppo, procedure che coinvolgono il traffico minorile, il commercio di organi umani o la prostituzione.
In considerazione di un numero enorme di orfani in attesa di un’adozione, in primo luogo in Europa orientale, e di milioni di bambini mai nati in Europa, un severo divieto di adozione di bambini non europei sarebbe un duro colpo contro il traffico minorile, come lo sarebbe l’introduzione di un registro degli autori di reati sessuali di tutta Europa nonché l’inasprimento delle pene per i rapporti sessuali con i minori e la detenzione di materiale pedopornografico. Infine, ma ugualmente importante, è necessario combattere anche la violenza domestica nelle famiglie di immigrati nonché limitare il numero di stranieri nelle scuole al fine di disinnescare la spirale di violenza.
Baroness Nicholson of Winterbourne (ALDE) , per iscritto. – (EN) Se da una parte il Trattato di Lisbona definisce la promozione dei diritti dei minori un obiettivo fondamentale dell’Unione europea, dall’altra non istituisce nuovi poteri legislativi al riguardo. Ritengo che, in questo contesto, ogni iniziativa dovrebbe essere presa in conformità del quadro normativo esistente. In questa relazione vi sono numerosi punti che oltrepassano tali limiti. Tantomeno questo documento offre soluzioni concrete ai problemi dei minori. Un esempio ne è l’assistenza istituzionalizzata. Abbiamo votato affinché questa venga limitata a una misura temporanea. Centinaia di migliaia di bambini in Europa sono nati già con significative disabilità fisiche o mentali o le sviluppano successivamente; pertanto è per loro una necessità sociale o medica usufruire dell’assistenza istituzionale a lungo termine. Un bambino quadriplegico, con spina bifida o idrocefalo può avere una vita felice e dignitosa con un personale esperto che lo assiste e le visite della sua famiglia. Rafforzare il sistema è la priorità, non la sua abolizione.
Noi europei siamo vincolati al rispetto della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo. Questa relazione modifica molti degli importanti messaggi contenuti nella Convenzione. Pertanto, con rammarico, mi trovo costretta a non sostenere questa relazione, nonostante condivida le preoccupazioni espresse dai suoi fautori.
Athanasios Pafilis (GUE/NGL), per iscritto. – (EL) Questa lunga relazione, piena di retorica, tenta di celare la responsabilità dell’Unione europea e degli Stati membri per le loro barbare politiche, che si riflettono nelle condizioni disumane in cui vivono i minori e i genitori di famiglie comuni. Quanto ipocrita può essere l’Unione europea che dovrebbe mostrare interesse nei diritti dei minori mentre la propria politica tormenta i lavoratori con la disoccupazione, il lavoro a tempo parziale, la riduzione della qualità della vita, la privatizzazione del settore sanitario e dell’istruzione, e la commercializzazione di sport e cultura. I riferimenti edificanti alla lotta contro la violenza nei confronti dei minori, la pornografia infantile, e così via, non possono nascondere il fatto che il sistema, il cui valore primario è il profitto, considera gli stessi bambini una fonte di profitto. Commercializza le adozioni, conduce le persone al lavoro minorile, la prostituzione e il commercio di organi. Con quale sfrontatezza l’Unione europea dichiara di essere a favore dei diritti dei minori, mentre un aereo dell’UE/NATO ha in realtà bombardato una clinica di maternità a Belgrado! Non dimentichiamo che le forze armate europee e della NATO stanno assassinando migliaia di bambini in Afghanistan, Iraq e altrove. Non dimentichiamo che stanno condannando a morire di fame e di malattia centinaia di migliaia di bambini in Africa, Asia, e in tutto il pianeta, reati sui quali la relazione non si è affatto pronunciata.
Zita Pleštinská (PPE-DE), per iscritto. – (SK) I minori sono persone con i loro diritti, sin dal momento del concepimento. Ogni bambino ha il diritto a una famiglia, che è la base della sua educazione. Non dobbiamo dimenticare i bambini di strada e i figli degli immigrati, esposti anche alla violenza. I diritti dei minori devono essere la principale priorità dell’Unione europea. Accolgo positivamente l’iniziativa di creare una linea telefonica di assistenza riservata.
Attraverso il mio voto, ho espresso il mio accordo nei confronti della strategia dell’Unione europea sui diritti dei minori. Tale strategia è contenuta in un’eccellente relazione elaborata dalla collega, l’onorevole Angelilli, che fornisce una grande quantità di informazioni utili.
Dobbiamo capire che ci mancano ancora le basi giuridiche. Pertanto, quale strategia a lungo termine, è necessario adottare misure concrete nell’ambito dei diritti dei minori e metterle in pratica il prima possibile. La ratifica del Trattato di Lisbona renderà giuridicamente vincolante la Carta europea dei diritti fondamentali, il cui articolo 24 si occupa espressamente dei diritti dei minori.
Nei prossimi giorni affronteremo numerose sfide: ridurre la cibercriminalità quanto prima, porre fine alla pedofilia e agli abusi sessuali nei confronti di bambini e minori, definire norme internazionali in materia di adozione, in cui dovrebbe prevalere l’interesse del minore e non degli adulti. Tutte le forme di violenza devono essere vietate.
Ora è il momento di passare dalle parole ai fatti. L’Unione europea deve ascoltare i bambini: essi sono la base della società del futuro. La casa europea deve essere una casa sicura per i nostri bambini; se loro sono felici, avremo una società felice.
Luís Queiró (PPE-DE), per iscritto. – (PT) Nel contesto della discussione sull’elaborazione di una strategia europea per i diritti dei minori, ritengo dovremmo dare priorità al concetto di “interesse del minore”, non in contrasto con l’idea dei diritti, bensì per integrarli, nonché quale principio guida della strategia.
Le minacce ai diritti dei minori, in Europa e nel resto del mondo, si diversificano per natura e grado. Mentre in alcune regioni la priorità è la lotta alla povertà e alle sue cause, o intraprendere azioni contro il reclutamento dei bambini soldato e contro lo sfruttamento sessuale, in altri casi è necessario tutelare il diritto di accesso ai servizi sanitari, la protezione contro l’abuso sessuale o il traffico di minori, o il diritto all’adozione in modo puntuale e conforme a norme trasparenti, nonché rafforzare il ruolo della famiglia. In tutti i casi, tuttavia, il criterio dovrebbe essere quello del “migliore interesse del minore”.
Questa è la regola, il criterio che si dovrebbe impiegare al fine di valutare l’utilità, la necessità e il valore di ogni decisione, normativa o iniziativa. Pertanto, ritengo che il passo più importante nell’elaborare questa strategia sia quello di fissare tale concetto, cui subordinare i cataloghi dei diritti, in quanto non sempre sono ragionevoli, attuabili o adeguati.
Lydia Schenardi (NI) , per iscritto. – (FR) La presente relazione ha il grande merito di definire con chiarezza i diritti dei minori, ma soprattutto di denunciare in modo pressoché esaustivo i pericoli ai quali sono sottoposti: dall’assistere, sin dalla più tenera età, ad immagini di terrore, pornografia e violenza diffuse dai mezzi di comunicazione, ai delitti d’onore, ai matrimoni forzati e alle mutilazioni genitali per motivi di ordine culturale o religioso.
Senza mai citare formalmente le parole “Islam” o “islamismo”, termini decisamente tabù in quanto il politicamente corretto e il timore di rappresaglie vietano nel modo più assoluto di fare qualsiasi commento riguardo a tale religione e ancor meno di criticarla, la relatrice riesce tuttavia, sotto la copertura di osservazioni più generali, a condannare nel rispetto della legge tutte le discriminazioni che riguardano la pratica dell’Islam. Vengono inoltre condannati i divieti imposti alle ragazze di beneficiare della scolarizzazione, di praticare sport, quale il nuoto, oltre a tutte le pratiche tradizionali barbare e deleterie per le giovani donne di religione musulmana.
Noi tutti ne siamo lieti. La presente relazione è un primo passo verso un inizio di libertà di espressione e di lungimiranza. Voteremo a favore.
Olle Schmidt (ALDE), per iscritto. − (SV) Un paragrafo è stato motivo di preoccupazione per tutti i gruppi. Nel paragrafo 127 della relazione originale era contenuta la proposta che chiedeva agli Stati membri dell’Unione europea di introdurre il divieto di indossare il velo e l’hijab a scuola. Come singoli cittadini possiamo sostenere l’idea di fondo, ossia quella di tutelare il diritto dei minori a giocare liberamente, partecipare alle lezioni di ginnastica e, in quanto minori, di godere di un certo grado di protezione contro il potere coercitivo dei genitori. Tuttavia, una questione sensibile e complicata come questa è difficile che possa essere risolta a livello comunitario. I paesi europei bilanciano i diritti e le responsabilità di minori, genitori e Stato a seconda delle rispettive storie e situazioni politiche. Noi ci troviamo in completo accordo riguardo all’idea che l’Unione europea debba creare un ottimo quadro normativo. Da un punto di vista razionale, il paragrafo 127 non rientra in un quadro di tale genere.
Kathy Sinnott (IND/DEM) , per iscritto – (EN) Sono stata positivamente colpita dal fatto che la commissione e rispettiva relazione abbiano posto un forte accento sulla famiglia e riconosciuto la sua posizione rispetto ai minori. Ho inoltre accolto con favore la difesa vigorosa dei minori riguardo al traffico, l’istituzionalizzazione, la pornografia e la disabilità.
Tuttavia, la relazione confonde la politica comunitaria con la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo che trasferisce la responsabilità dei minori dai genitori allo Stato. Benché non vi sia alcuno specifico riferimento, è una brusca modifica di grande rilevanza.
Nonostante gli elementi positivi della relazione, come quelli sopramenzionati, il documento è stato purtroppo utilizzato al fine di promuovere l’agenda sui diritti sessuali e riproduttivi (tra cui, secondo la Convenzione dell’ONU, figura l’aborto), particolare piuttosto inadeguato dato che si tratta di minori e della loro tutela. Sebbene sostenga strenuamente tutti i tipi di tutela nei confronti dei minori, non posso approvare questa relazione.
Bart Staes (Verts/ALE), per iscritto. − (NL) Nonostante la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, sottoscritta da molti Stati membri, vi sono ancora troppe violazioni dei diritti fondamentali di giovani e bambini.
Pertanto, l’iniziativa della Commissione di presentare una strategia europea è accolta molto positivamente. Sebbene i diritti dei minori restino di competenza degli Stati nazione, la Commissione e la relatrice del Parlamento europeo, l’onorevole Angelilli, hanno posto in rilievo numerosi punti urgenti, quali la lotta a ogni forma di violenza, di povertà e discriminazione subita dai minori, nonché il rispetto dei diritti dei bambini immigrati. Il gruppo Verde/Alleanza libera europea è riuscito ad aggiungere alla relazione i seguenti punti: prestare maggiore attenzione al diritto dei minori di partecipare a decisioni che li riguardano direttamente, riconoscere un rappresentante dei minori, vietare il lavoro minorile, retribuire i giovani di età inferiore ai 18 anni sulla base di pari salario per pari lavoro, riconoscere i diritti dei bambini profughi, nonché il diritto a un ambiente sano e protetto.
Sono lieto che il Parlamento abbia riservato un momento di discussione a questa tematica, e approvo pienamente la relazione.
Konrad Szymański (UEN), per iscritto. − (PL) Non ho potuto approvare la relazione relativa alla strategia sui diritti dei minori, in quanto la sinistra è riuscita a inserire almeno cinque riferimenti tra cui i cosiddetti diritti alla salute riproduttiva che, tra le altre cose, implica la possibilità di abortire.
Jeffrey Titford (IND/DEM) , per iscritto. – (EN) Sono favorevole alla promozione dei diritti dei minori da parte dell’UE. Un esempio recente che desidero riportare all’attenzione della Commissione è la discriminazione nei confronti del diritto dei minori di viaggiare con compagnie aeree che non dispongono di infrastrutture per i bambini non accompagnati. Se agissero allo stesso modo con le persone disabili o altri gruppi simili, ci sarebbero (giustamente) grandi proteste, ma probabilmente l’Unione europea ritiene che sia del tutto normale negare in modo arbitrario i diritti ai minori.
Al contempo, c’è stata qualche controversia riguardo al paragrafo 127 che raccomanda “agli Stati membri di introdurre il divieto di indossare il velo e l’hijab quantomeno nella scuola primaria”. Non ho votato a favore di questo paragrafo a causa delle parole ambigue impiegate e in quanto ritengo che sia una questione troppo importante perché venga affrontata in un punto marginale di tale relazione. Nondimeno sarei sconcertato se una simile pratica diventasse comune nelle scuole primarie europee.
Geoffrey Van Orden (PPE-DE) , per iscritto – (EN) Sono tra i più tenaci sostenitori della necessità di offrire ai minori una buona educazione nell’ambito di un contesto familiare solido, amorevole e sicuro, al fine di proteggerli da abusi e sofferenze, di fornire loro una guida morale e un’istruzione di alto livello, e tutte le migliori opportunità della loro vita. Ritengo che il ruolo dello Stato in questo settore sia limitato, non dovrebbe cercare di cancellare diritti e doveri dei genitori, delle chiese e delle scuole. Pertanto, non vedo la ragione di coinvolgere l’Unione europea. Mi spiace che si sia proceduto alla cancellazione della richiesta di vietare velo e hijab quantomeno nella scuola primaria. Quale speranza esiste di un’adeguata integrazione nelle nostre attuali società occidentali se si consente di indossare tali indumenti? Sono perplesso anche dell’inserimento di parole riguardanti i “diritti” sessuali degli adolescenti, un’altra violazione dello stesso concetto di infanzia. Per queste e molte altre ragioni ho votato contro la relazione.
Jean-Pierre Audy (PPE-DE) , per iscritto. – (EN) Sulla base dell’eccellente relazione della mia collega tedesca Doris Pack, ho votato a favore della risoluzione del Parlamento europeo sull’istruzione degli adulti che risponde alla comunicazione della Commissione dal titolo “Educazione degli adulti: non è mai troppo tardi per apprendere”.
L’istruzione e la formazione, in particolare l’apprendimento degli adulti lungo tutto il corso della vita, sono fattori essenziali per la realizzazione degli obiettivi fissati nel quadro della strategia di Lisbona, che consistono nel rafforzare la crescita economica, la competitività e il progresso sociale. Che si parli in termini di competitività, di inclusione sociale degli adulti o di sfide associate ai cambiamenti demografici, questa iniziativa, datata 2001, è una buona notizia per l’Unione europea e i suoi cittadini.
Per quanto riguarda l’apprendimento e, in termini più generali, le questioni relative alle imprese, suggerisco di affidare la questione alle parti sociali le quali, occorre sempre ricordarlo, dispongono degli strumenti giuridici per la creazione di un diritto sociale europeo nel quadro dei trattati attuali con agli articoli 137 e seguenti del Trattato che istituisce la Comunità europea (TCE), e come confermato dal Trattato di Lisbona in corso di ratifica.
Proinsias De Rossa (PSE) , per iscritto. – (EN) Ho votato a favore di questa relazione in quanto la portata del cambiamento attuale in campo sociale ed economico, la rapida transizione verso una società basata sulla conoscenza, nonché i cambiamenti demografici provocati dall’invecchiamento della popolazione in Europa sono tutte sfide che necessitano di un nuovo approccio all’istruzione nel quadro dell’apprendimento permanente.
Edite Estrela (PSE), per iscritto. – (PT) Ho votato a favore della relazione dell’onorevole Doris Pack su “Educazione degli adulti: non è mai troppo tardi per apprendere”, in quanto ritengo che l’apprendimento degli adulti, attraverso l’acquisizione di competenze fondamentali, sia essenziale al fine di raggiungere gli obiettivi della strategia di Lisbona relativi a maggiore crescita economica, competitività e inclusione sociale.
Inoltre, e a completamento di quanto su esposto, concordo anche riguardo al punto di vista secondo cui l’apprendimento permanente è fondamentale per affrontare le attuali sfide dei cambiamenti economici e sociali, la rapida transizione a una società basata sulla conoscenza e i cambiamenti demografici imputabili all’invecchiamento della popolazione.
Ilda Figueiredo (GUE/NGL), per iscritto. – (PT) È importante prestare maggiore attenzione all’educazione degli adulti, la cui agenda deve essere portata avanti. La partecipazione degli adulti all’istruzione e alla formazione non è sufficiente se l’Unione europea ha intenzione di raggiungere l’obiettivo di riferimento del 12,5% di partecipazione ai programmi di apprendimento degli adulti entro il 2010.
Tuttavia, occorre garantire la qualità dell’educazione degli adulti, rivolgendo un’attenzione particolare alle varie dimensioni della qualità, segnatamente allo sviluppo dei formatori, ai meccanismi di assicurazione di qualità e ai metodi e materiali di insegnamento.
Come si afferma nella relazione, l’educazione degli adulti è un elemento fondamentale dell’apprendimento permanente, oltre che un settore molto complesso. Gli adulti devono collegare quanto apprendono alle loro conoscenze, alle loro esperienze e al loro background culturale.
Infine, è necessario sottolineare l’importanza della parità di genere nei programmi di formazione lungo tutto l’arco della vita, che consentano a uomini e donne di usufruire allo stesso modo delle possibilità offerte da tale tipo di formazione, nonché di impiegare tutti gli strumenti disponibili al fine di garantire la parità tra uomini e donne nelle misure intese a elaborare politiche di formazione destinate agli adulti, in cooperazione con l’Istituto europeo per la parità di genere.
Hélène Goudin e Nils Lundgren (IND/DEM), per iscritto. − (SV) Abbiamo molta fiducia nella capacità degli Stati membri di affrontare questioni relative all’importante tematica dell’educazione degli adulti. È essenziale che i ministeri degli Stati membri preposti all’istruzione dispongano di fondi sufficienti allo sviluppo dell’educazione per gli adulti. Un modo per reperire risorse finanziarie è ridurre i contributi degli stessi Stati membri al bilancio comunitario affinché dispongano di più denaro per investimenti nell’assistenza, nell’istruzione e nella previdenza sociale.
Constatiamo ancora una volta il fallimento della maggioranza federalista nel Parlamento europeo riguardo alla competenza esclusiva degli Stati membri nell’organizzazione dell’istruzione e dei contenuti dei sistemi formativi.
La presente relazione d’iniziativa del Parlamento europeo non avrebbe mai dovuto essere scritta, né può essere considerata qualcosa di più di un modello di creazione di posti di lavoro per la commissione per la cultura e l’istruzione del Parlamento europeo.
Janusz Lewandowski (PPE-DE), per iscritto. − (PL) La relazione sulla quale ci apprestiamo a votare riguarda l’educazione degli adulti, ossia una questione che sta acquisendo un’enorme importanza in tutta l’Unione europea, ma che è diventata qualcosa di più nel mio paese, in cui è una tendenza positiva nonché una passione per migliaia di persone. Non è sempre la conseguenza di considerazioni puramente commerciali. Desidero attirare l’attenzione su uno degli aspetti dell’apprendimento permanente degli adulti connesso alle sfide moderne demografiche e della civilizzazione nonché all’eredità del vecchio ordinamento. Il sistema socialista ha imposto uno specifico modello formativo che, per quanto riguarda le materie umanistiche era pieno di propaganda e ideologia, e in altri campi rifletteva una distanza dalle tendenze del resto del mondo. Per questi motivi, l’educazione degli adulti nei nuovi Stati membri non è solo un’opportunità di riconoscere le lacune del summenzionato modello di istruzione socialista, ma è al contempo una reale apertura al mondo.
Per quanto riguarda la conoscenza delle lingue straniere, la disponibilità ad assumere il rischio del perfezionamento professionale e del cambiare occupazione, nonché la promozione di norme europee sull’istruzione, costituiscono ovvi prerequisiti per la mobilità e la possibilità di trovare lavoro, il che spiega l’ampio interesse nell’istruzione permanente tra i miei omologhi dell’Europa centrale e orientale.
Bogusław Liberadzki (PSE), per iscritto. − (PL) Nella sua relazione, l’onorevole Pack chiede che l’istruzione prosegua lungo tutto l’arco della vita lavorativa di un individuo, e che non si limiti solo agli studi nel periodo scolare.
Concordo riguardo all’affermazione secondo cui l’attuale tasso di cambiamento economico e sociale impone la necessità di uno sviluppo personale costante e a lungo termine. È inoltre un dato di fatto che l’educazione degli adulti ha un impatto positivo sulla consapevolezza di questi ultimi del loro stesso valore, contribuisce a una migliore integrazione sociale e rafforza il dialogo interculturale.
David Martin (PSE) , per iscritto. – (EN) Ritengo che l’intento della relazione di garantire che gli Stati membri raggiungano l’obiettivo di riferimento di una partecipazione da parte degli adulti dell’ordine del 12,5% entro il 2010, rafforzerà non solo la competitività dell’Unione europea, ma consentirà anche una maggiore inclusione sociale e consapevolezza interculturale: esattamente ciò di cui abbiamo bisogno per l’Anno del dialogo interculturale. Il maggiore impiego della tecnologia e le proposte di aumentare le strutture per l’infanzia potenzieranno le opportunità per tutti di beneficiare realmente dell’istruzione. Ho quindi votato a favore della presente relazione.
Andreas Mölzer (NI), per iscritto. − (DE) Da un lato è controproducente che uno Stato interrompa l’apprendimento della propria popolazione, e dall’altro che presenti programmi di blue card, poiché l’aumento di contratti atipici e le maggiori pressioni della concorrenza hanno fatto sì che una buona formazione di base permanente adesso non sia diversa da qualsiasi tipo di tutela contro la disoccupazione. Persone con una preparazione abbastanza soddisfacente sono state rifiutate dalle aziende solo perché queste ultime cercano i laureati più economici disposti a lavorare con scarse garanzie e prospettive (un Mcjob) o vogliono proporre contratti di lavoro tra i più inconsueti.
Per una questione di principio, non dovrebbe essere consentito usare quale pretesto la mancanza di lavoratori qualificati. Se non è possibile, si dovrebbe preferire il modello stagionale. In questo caso si può evitare un’ulteriore migrazione di massa.
Nonostante le divergenze mostrate negli obiettivi dell’Unione europea, gli sforzi e i programmi nel settore dell’apprendimento lungo tutto il corso della vita meritano ancora il nostro sostegno.