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Procedura : 2007/2141(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A6-0010/2008

Testi presentati :

A6-0010/2008

Discussioni :

PV 18/02/2008 - 21
CRE 18/02/2008 - 21

Votazioni :

PV 19/02/2008 - 6.16
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P6_TA(2008)0051

Resoconto integrale delle discussioni
Lunedì 18 febbraio 2008 - Strasburgo Edizione GU

21. Trasparenza nelle questioni finanziarie (discussione)
PV
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  Presidente. − L’ordine del giorno reca la relazione, presentata dall’onorevole Pomés Ruiz a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sulla trasparenza nelle questioni finanziarie [2007/2141(INI)] (A6-0010/2008).

 
  
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  José Javier Pomés Ruiz, relatore. − (ES) Signor Presidente, la nostra Assemblea ha sempre voluto mettere in atto una politica di trasparenza nei nostri conti, i conti dell’UE. E così è stato quando, per problemi forse dipesi da una cattiva gestione, ha costretto alle dimissioni la Commissione presieduta da Santer.

Dobbiamo riconoscere che da allora le cose sono migliorate considerevolmente; quest’Assemblea ha dato impulso a una politica di trasparenza, e la Commissione ci ha sostenuti. Il risultato di questo interesse da parte del Commissario Barroso è stata la creazione di niente di meno che una vicepresidenza per la realizzazione di questo obiettivo, rappresentata qui dal Vicepresidente Siim Kallas, al quale porgo il benvenuto.

I cittadini europei devono sapere cosa facciamo con il pochissimo denaro che pagano all’UE, cosa facciamo con quello scarso 1%. Dobbiamo avere maggiore controllo sui fondi della Comunità attraverso la visibilità. La visibilità non è più un cartello che possiamo vedere appeso in un municipio o su un edificio finanziato con fondi regionali o con il Fondo di coesione; dobbiamo andare ben oltre, dobbiamo poter stabilire il destino di questa scarsa quantità di denaro che ci forniscono i contribuenti europei attraverso gli Stati membri.

Questa è l’iniziativa per la trasparenza, che quest’Aula sostiene appieno. La relazione d’iniziativa che stiamo presentando afferma due cose. La prima è che dobbiamo fare un po’ di più. Nel testo ci siamo permessi di dire che la trasparenza deve essere concretizzata attraverso la pubblicazione di liste nere e di informazioni sui candidati prescelti e su quelli esclusi, e che l’OLAF deve dotarsi di un codice per garantire la presunzione di innocenza, il che non è stato il caso in diverse occasioni. Vogliamo dire, in altre parole, che nell’UE il Parlamento europeo ha già un proprio codice deontologico. Non siamo funzionari, siamo politici; anche noi dobbiamo essere trasparenti, e già lo siamo.

Quindi, nell’emendamento n. 2 al paragrafo 22, chiedo di eliminare l’elenco proposto dall’iniziativa per la trasparenza, in particolare non solo perché il Parlamento ha già preso decisioni sui nostri interessi finanziari, sulle missioni e sui viaggi, ma perché riteniamo che ci debba essere una normativa per l’intera Unione europea. Quest’Aula ha il proprio regolamento, ma deve essere migliorato e forse addirittura approfondito.

Vi è un altro emendamento nel quale ho eliminato il riferimento agli eurodeputati che detengono cariche pubbliche; non abbiamo cariche pubbliche, siamo politici. Questa confusione potrebbe portare a problemi in alcuni ordinamenti nazionali.

Con quest’idea di aumentare la trasparenza, che noi sosteniamo, desideriamo anche attirare l’attenzione sul fatto che gli Stati membri condividono la gestione dell’80% dei fondi, e così chiediamo di nuovo agli Stati membri di presentare dichiarazioni nazionali di affidabilità. È urgente e necessario e insistiamo su questo punto. Stiamo dicendo che l’iniziativa presentata dal Commissario Kallas deve includere il recupero dei fondi comunitari, che non può essere escluso: quando il nostro denaro è usato male, dobbiamo sapere dove si trova, come deve essere recuperato e dove deve essere recuperato.

Abbiamo compiuto importanti miglioramenti in termini di trasparenza, signor Commissario, ma quest’Assemblea farà di tutto per andare ancora più lontano.

 
  
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  Siim Kallas, Vicepresidente della Commissione. − (EN) Signor Presidente, sono molto lieto di essere qui oggi e di parlare a nome della Commissione sull’importantissima questione della trasparenza. Vorrei ringraziare l’onorevole Pomés Ruiz per questa relazione di propria iniziativa e la commissione per il controllo dei bilanci per il prezioso contributo.

La relazione affronta cinque questioni principali. La prima: la relazione fornisce orientamenti sulla pubblicazione di informazioni sui beneficiari dei fondi dell’UE attraverso sovvenzioni e contratti. Stiamo lavorando per attuare le disposizioni del regolamento finanziario sulla trasparenza modificato. Queste disposizioni sono state inserite grazie agli sforzi del Parlamento e sono entrate in vigore nel maggio 2007.

Per quanto riguarda la gestione diretta, la Commissione ha inaugurato un sito web l’anno scorso, con un unico portale che dà accesso a tutti i siti rilevanti delle varie Direzioni generali. Sebbene continuiamo ad aggiornare questi siti, il portale sembra ancora un punto d’ingresso piuttosto confuso e complicato. I servizi della Commissione stanno lavorando per migliorarlo.

Per quanto riguarda la gestione concorrente, il ruolo della Commissione è “definire e concordare con gli Stati membri le norme comuni concernenti queste informazioni prima dell’aprile 2008”. Sto citando dal progetto di relazione sul discarico dell’onorevole Jørgensen. Gli Stati membri continueranno a essere responsabili dei dati. La Commissione si assume la responsabilità delle norme applicabili e del controllo sul rispetto da parte degli Stati membri delle disposizioni del regolamento finanziario.

La seconda questione nella relazione dell’onorevole Pomés Ruiz riguarda i recuperi. Ho detto chiaramente in sede di commissione per il controllo dei bilanci nel gennaio 2008 che la “Commissione finora non è stata in grado di fornire al Parlamento un’immagine completa di tutti i nostri sforzi finalizzati al recupero”. Ho fornito una stima dei recuperi effettuati nel 2006 e ho annunciato miglioramenti dei nostri sistemi, di modo che quest’anno il sistema contabile ABAC conterrà maggiori dettagli e dati completi sui recuperi. Stiamo discutendo della relativa metodologia con la Corte dei conti.

Le informazioni sui recuperi sarebbero incomplete senza un intervento affidabile degli Stati membri. Per l’agricoltura, il quadro è incoraggiante. Domani, la Commissione adotterà un piano d’azione per rafforzare il nostro ruolo di sorveglianza sui Fondi strutturali, affrontando fra le altre anche questa materia.

La terza questione nella relazione riguarda la dichiarazione di interessi finanziari e, in particolare, i risultati di uno studio comparativo indipendente avviato nel luglio 2006, nel contesto dell’iniziativa europea per la trasparenza, e pubblicato nel 2007.

Lo studio ha concluso che la maggior parte delle istituzioni europee sono regolamentate molto di più delle istituzioni nazionali. La Commissione e la Banca europea degli investimenti hanno le norme etiche più complete delle istituzioni dell’UE.

Mentre lo studio ha evidenziato che la Commissione ha un sistema relativamente ben sviluppato per la notifica dei conflitti di interessi, suggerisce di prestare attenzione all’ampliamento del mandato del nostro comitato etico ad hoc ai fini di un ruolo consultivo più ampio. Vi invito a esaminare lo studio e a trarre tutte le conclusioni che riterrete pertinenti per il Parlamento europeo.

La quarta questione sollevata dall’onorevole Pomés Ruiz riguarda la composizione dei gruppi di esperti che forniscono consulenza alla Commissione. Vorrei ringraziare l’onorevole Pomés Ruiz per avere riconosciuto il valore del lavoro svolto finora. Studieremo le raccomandazioni che avete formulato per ulteriori miglioramenti.

La quinta e ultima questione riguarda la governance in seno alle istituzioni. Lo scorso venerdì, 15 febbraio 2008, era la data di scadenza per la presentazione da parte degli Stati membri di “relazioni annuali di attività”. Alle 12.00 di oggi avevamo ricevuto 22 risposte dagli Stati membri. Stiamo valutando se tali relazioni soddisfano gli obblighi derivanti dal regolamento finanziario e ve ne daremo notizia non appena disporremo di un quadro chiaro, comprendendovi la qualità delle relazioni.

In conclusione, posso affermare che stiamo considerando la trasparenza molto seriamente e che l’iniziativa europea per la trasparenza si sta rivelando utile su molti dei punti affrontati nella relazione.

(Applausi)

 
  
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  Ingeborg Grässle, a nome del gruppo PPE-DE. – (DE) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, l’iniziativa per la trasparenza è probabilmente il maggiore successo della Commissione Barroso.

Le sono grata, signor Commissario, per le sue parole e per il fatto che vuole l’armonizzazione della pubblicazione delle informazioni relative ai beneficiari dei fondi. L’anno scorso è stato un punto importante di discussione fra quest’Assemblea e la Commissione. Come lei saprà, quest’Aula e il gruppo PPE-DE sono sempre stati dalla sua parte sulla questione della trasparenza perché vogliamo sapere se stiamo realizzando i nostri obiettivi politici attraverso i beneficiari delle sovvenzioni, in altre parole coloro che percepiscono i fondi. Si tratta della realizzazione dei nostri obiettivi, nient’altro, e dobbiamo sapere di più di quanto sappiano attualmente.

Signor Commissario, lei sta lavorando su nuove norme etiche. Riteniamo che le istituzioni abbiano bisogno di queste norme e i Commissari stessi devono avere un nuovo codice deontologico. Tuttavia, al fine di evitare incomprensioni, vorrei ricordarle che non spetta alla Commissione stabilire norme per il Parlamento. Elaboriamo da soli le nostre norme. Non siamo funzionari pubblici, diversamente dai membri di altre istituzioni comunitarie, sebbene l’uso impreciso del linguaggio potrebbe suscitare quest’impressione.

Abbiamo un emendamento al paragrafo 22 e vorrei chiedere di cuore il suo sostegno. Vogliamo sostituire l’elenco con un riferimento alle norme esistenti. Gli elenchi sono tutti molto buoni, ma vogliamo una formulazione aperta che ci consenta di decidere se vogliamo così tanti criteri, o forse di più – o anche di meno.

Non siamo soddisfatti – e questo fa parte della relazione – della difficile questione del recupero dei fondi indebitamente versati. Signor Commissario, ritengo che sarà una questione molto importante per noi quest’anno e il principale punto di conflitto fra il Parlamento e la Commissione. Si tratta di un settore tutt’altro che trasparente. Vorrei chiederle di affrontare il problema con efficacia. I recuperi non possono più essere gestiti in modo casuale come nel passato.

Accogliamo positivamente il piano d’azione di questa settimana per i Fondi strutturali, ma il piano deve basarsi sulla credibilità, sia per il Parlamento che per il discarico della Commissione.

Il nostro relatore, l’onorevole Javier Pomés Ruiz, ha redatto una relazione valida e interessante e sono sicura che con questo testo, come parere dell’Assemblea, aiuteremo la Commissione a compiere ulteriori progressi.

 
  
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  Dan Jørgensen, a nome del gruppo PSE. (DA) Signor Presidente, non vi è dubbio che il dibattito pubblico in Europa sia incentrato sull’esistenza di un deficit democratico nell’UE e sul fatto che quest’ultimo non dipende soltanto dalla mancanza di una sufficiente trasparenza. Può dipendere, in particolare, dalla scarsa trasparenza sulle modalità di spesa dei fondi gestiti dall’UE –ovvero i finanziamenti che l’UE versa ai singoli paesi per progetti validi, dalle nuove intenzioni –; ed è un problema! Fortunatamente è un problema che sta per essere risolto. Fortunatamente è un problema che la Commissione riconosce da lungo tempo e adesso sta realmente facendo qualcosa per risolverlo. La Commissione merita la nostra lode per questo. Commissario Kallas, lei personalmente merita il nostro elogio per l’enorme contributo apportato in questa materia. Ovviamente vi sono aspetti che devono essere affrontati. Questo è il motivo per cui l’onorevole Pomés Ruiz ha elaborato una relazione. Io sostengo la sua relazione, che sottolinea numerosi punti critici che naturalmente devono essere affrontati. È chiaro che i dati disponibili dovrebbero essere paragonabili, e così via, ma è una questione minore, dato che adesso abbiamo preso la decisione più importante che, ovviamente, dovrebbe esserci trasparenza.

Un’altra decisione fondamentale per la quale la Commissione merita di essere elogiata è la creazione di maggiore trasparenza per i “gruppi di esperti”. Semplicemente non è accettabile che un sistema “democratico” abbia persone al suo interno il cui nome è sconosciuto. Esiste ogni tipo di argomento democratico per cui non si può operare in tal modo, e ovviamente non è accettabile neppure da un punto di vista finanziario. Immagino, signor Commissario, che lei potrebbe confermare una dichiarazione che ha reso nella recente audizione in sede di commissione per il controllo dei bilanci sul discarico. In quella dichiarazione, lei ci ha assicurato che la trasparenza si sarebbe applicata naturalmente ai gruppi che rientrano nella procedura di comitatologia. Certo, vi sono diversi tipi di gruppi di esperti. Alcuni dei gruppi più importanti sono infatti quelli che rientrano nella procedura di comitatologia. Inoltre, lei ha dato questa approvazione in diverse occasioni nella commissione per il controllo dei bilanci. Signor Commissario, potrebbe ripetere la sua dichiarazione qui, dinanzi all’intera Assemblea?

 
  
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  Janusz Wojciechowski, a nome del gruppo UEN. – (PL) Signor Presidente, a nome del gruppo Unione per l’Europa delle Nazioni vorrei ringraziare l’onorevole Pomés Ruiz per l’ottima relazione che io sostengo appieno. La trasparenza deve essere un principio fondamentale del funzionamento dell’Unione europea. Vorrei iniziare dicendo che considero particolarmente valide le sezioni della relazione che riguardano il miglioramento delle informazioni sui beneficiari dei fondi dell’UE e la diffusione di informazioni più trasparenti sulle pagine web della Commissione. Si tratta di questioni importanti. Vorrei inoltre dire che quelle parti della relazione che sostengono l’importanza della diffusione e della disponibilità di informazioni sugli interessi finanziari dei titolari di carche pubbliche nelle istituzioni europee sono ugualmente importanti.

I cittadini dell’Unione europea devono essere certi che quelli che gestiscono i fondi europei e quelli che ne controllano l’assegnazione agiscano con imparzialità e non con il fine di favorire i loro interessi privati. Ritengo che sia giusto e corretto che la questione sia trattata in modo così dettagliato nella relazione.

 
  
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  Bart Staes, a nome del gruppo Verts/ALE. (NL) Signor Presidente, signor Commissario, in realtà questo dibattito è un esercizio di riscaldamento per la procedura di discarico che si sta svolgendo attualmente nella commissione per il controllo dei bilanci, e per l’audizione straordinaria che avremo la settimana prossima con i Commissari Špidla e Hübner. Il punto centrale del dibattito è il paragrafo 41 della relazione dell’onorevole Pomés Ruiz, nel quale si sollecita la Commissione a perorare la presentazione di dichiarazioni nazionali di affidabilità. Signor Commissario, se lei si impegna in tal senso, la lotta che stiamo combattendo nella procedura di discarico non sarà una lotta del Parlamento contro la Commissione, ma una lotta comune della Commissione e del Parlamento contro gli Stati membri. Questa è la strategia migliore, anche per la coesione interna della Commissione. La trasparenza garantisce infatti credibilità e responsabilità; tutti sono d’accordo su questo punto. Uno degli aspetti è proprio la pubblicazione di informazioni sui beneficiari finali dei fondi comunitari.

Ai sensi del regolamento finanziario vige l’obbligo di fornire informazioni in materia, ma queste informazioni devono essere rese accessibili, devono essere affidabili e atte per ulteriori ricerche. Con tutto il dovuto rispetto, signor Commissario, nel suo sito si stanno compiendo tentativi, ma c’è molta strada da percorrere. Alcune iniziative private infatti sono migliori.

La relazione dell’onorevole Pomés Ruiz definisce anche molto chiaramente cosa si debba migliorare: la presentazione, il contenuto e l’organizzazione delle informazioni. La commissione per il controllo dei bilanci chiede che il tutto sia completato prima del 2009. Voglio presentare un emendamento per anticipare di un anno. Se riusciamo a farlo, allora la nuova Commissione e il nuovo Parlamento potranno ricominciare da zero nel 2009. Chiedo ai colleghi di sostenere questo emendamento.

Signor Commissario, ho un’altra domanda da rivolgerle: qual è la situazione circa il suo impegno inserito nel paragrafo 34 di pubblicare i nomi di tutti i membri di gruppi formali e informali a partire dal 2008? Mi associo alla domanda presentata dall’onorevole Jørgensen al riguardo.

Infine, signor Presidente, ho una domanda per lei: quando il Segretariato del Parlamento deciderà a favore della piena trasparenza e pubblicherà i nomi di tutti i fondi pensionistici volontari dei membri del Parlamento? Dopo tutto, anche queste persone sono beneficiarie di sostanziali fondi europei. Le chiedo di trasmettere questo messaggio al Segretariato.

 
  
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  Presidente. − In relazione alla domanda posta dall’onorevole Staes, la questione ovviamente è stata discussa dal Segretariato e si troverà una soluzione.

 
  
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  Esko Seppänen, a nome del gruppo GUE/NGL. – (FI) Signor Presidente, signor Commissario, la relazione dell’onorevole Pomés Ruiz è completa. I settori problematici sono ben delineati e sono in attesa delle misure necessarie. Al riguardo, vorrei dire al Vicepresidente della Commissione Kallas che durante il suo mandato sono stati compiuti importanti miglioramenti in generale per l’apertura e la trasparenza dell’Unione e che è stato estremamente attivo in questo campo. Prova ne siano le numerose nuove banche dati pubblicate su Internet, ma il problema che anche la relazione menziona è – e su questo punto deve farsi chiarezza – che le procedure di ricerca sono ancora insoddisfacenti. Stando così le cose, il materiale presente nei motori di ricerca dovrebbe essere standardizzato. In altri termini, se non esiste un’adeguata procedura di ricerca, vi è il pericolo di ottenere molte informazioni, ma proprio quest’abbondanza ne pregiudicherà la qualità.

Deve essere presa in considerazione la questione della “lista nera” di casi accertati di frode. In via di principio, il nostro gruppo approva ed è favorevole a quella lista, ma dobbiamo garantire in particolare la protezione dei dati dei singoli e che nessuno sia inserito in una lista nera senza un valido motivo o perché possono essere eseguite procedure errate.

Vi è poi la questione del gruppo consultivo sull’etica nella vita pubblica. Per i membri di quest’Assemblea, che sono eletti direttamente dal popolo, è ovviamente positivo avere una procedura che sia diversa da quella relativa ai dipendenti pubblici, come ha già indicato l’onorevole Grässle. La procedura per i membri eletti deve essere almeno altrettanto rigorosa, tuttavia, perché non esistono motivi per asserire che i requisiti etici dovrebbero essere attenuati per gli eurodeputati. In molti paesi, le informazioni sul denaro speso per finanziare le elezioni dei parlamentari europei sono di dominio pubblico, e forse lo sono affinché il Parlamento si muova in quella direzione, di modo che le dichiarazioni nazionali sul finanziamento delle elezioni, sulla pubblicità delle campagne dei candidati e sul loro finanziamento siano inserite nelle banche dati del Parlamento, rendendole visibili anche a livello di Unione europea.

Infine, desidero affermare che i partiti politici e le fondazioni a livello europeo non possono essere esentati dall’obbligo generale di dichiarare interessi e fonti di finanziamento.

 
  
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  Nils Lundgren, a nome del gruppo IND/DEM. – (SV) Signor Presidente, è molto insolito per me rispondere favorevolmente alle relazioni che ci vengono presentate. Tuttavia, questa è un’eccezione.

Ciò di cui ha parlato il relatore nel suo testo è una maggiore trasparenza e io sostengo di cuore questa posizione. Ma vorrei rammentare all’Aula che, nella misura in cui abbiamo cose come la politica agricola e i Fondi strutturali, il nostro compito di scrutinio sarà totalmente sovrumano. Siamo obbligati a introdurre di continuo nuove norme, un maggiore controllo e finiamo con l’avere una burocrazia oltre ogni misura.

La soluzione, come ben sappiamo, è far sì che i paesi dell’UE più ricchi diano denaro a quelli più poveri, senza discutere nei dettagli per cosa debba essere usato. La parte più importante del processo di scrutinio scomparirà e quello deve essere l’obiettivo di lungo periodo. Non dovremmo contare le mucche, i terreni dismessi e cose simili. Dovremmo concentrarci sulla sostanza dell’UE – il mercato interno.

 
  
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  Esther De Lange (PPE-DE). (NL) Signor Presidente, anch’io vorrei ringraziare il relatore per l’eccellente relazione e soffermarmi su alcuni punti prima di rivolgermi al Consiglio e alla Commissione.

Il primo punto è la pubblicazione dei nomi dei beneficiari del sostegno finanziario dell’Unione europea. È interessato, in particolare, il settore agricolo. Dobbiamo comunque trattare queste informazioni con cautela ed equità. Non è possibile che alcuni Stati membri rispettino i requisiti di divulgazione e altri non lo facciano. Sul sito web della Commissione vi sono collegamenti a 14 siti web nazionali relativi ai beneficiari del sostegno agricolo, il che significa che ne mancano altri 13. Sarebbe utile se la Commissione spiegasse il motivo. Forse le informazioni non sono disponibili in formato elettronico o lo Stato membro non ha fornito questi dati?

Inoltre, la Commissione dovrebbe riflettere sulla protezione dei beneficiari i cui dati vengono pubblicati. Protezione, ad esempio, da animalisti radicali, problema questo che diversi Stati membri, compreso il mio, si trovano ad affrontare in questo momento.

Infine, i dati sono difficili da comparare e quindi è necessaria una maggiore regia da parte della Commissione. Vengo a sapere dal Commissario che domani prenderà l’iniziativa in relazione ai Fondi strutturali e sono lieta di sentirlo.

Il mio secondo punto riguarda le relazioni annuali delle attività delle istituzioni, per le quali si sono registrati alcuni miglioramenti, ma è un argomento delicato.

Adesso la mia richiesta, che riguarda il fatto che l’80% dei fondi in Europa non è gestito a livello centrale, ma attraverso gli Stati membri o in collaborazione con gli Stati membri. Potremmo migliorare e rafforzare la trasparenza e il controllo a livello europeo fino all’eternità, ma finché gli Stati membri non si assumeranno la responsabilità attraverso le dichiarazioni nazionali di affidabilità, rimarrà difficile garantire un controllo equilibrato. It takes two to tango (la ragione non è mai da una parte sola).

Possiamo ballare la danza passionale più brillante attraverso i controlli finanziari a livello europeo, ma finché gli Stati membri non balleranno insieme, non sarà mai una prestazione vincente. Chiedo pertanto agli Stati membri di accettare le loro responsabilità e invito la Commissione a sostenere questo processo sulle dichiarazioni nazionali, come un bravo direttore d’orchestra, diremmo, o come un insegnante di danza: lei stesso dovrebbe saperlo, signor Commissario. Noi, da parte nostra, vorremo contare sul suo appoggio.

 
  
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  Paulo Casaca (PSE).(PT) Signor Presidente, desidero congratularmi con il nostro relatore e con il Commissario Kallas per quest’iniziativa. Tuttavia, allo stesso tempo, vorrei dire al Commissario Kallas che sarei molto più felice se avesse compiuto i passi necessari per garantire che la Commissione europea osservasse le norme del regolamento finanziario entrate in vigore il 1° gennaio 2007, in particolare la designazione dei beneficiari finali dei diversi fondi comunitari.

Suscita realmente grande preoccupazione il fatto che la Commissione europea abbia risposto in modo insoddisfacente alla domanda se l’IGM sia stata designata legittimamente e correttamente quale organizzazione internazionale. Vorrei sapere, signor Commissario, se, oltre a questa nuova organizzazione internazionale, la Commissione europea ha deciso di incontrarne altre, di modo che possiamo scoprire chi ha accesso ai fondi comunitari senza partecipare alla procedura d’appalto.

 
  
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  Wiesław Stefan Kuc (UEN). (PL) Signor Presidente, l’assegnazione dei fondi a titolo delle varie linee di bilancio suscita sempre le emozioni e i dibattiti più accesi. È del tutto comprensibile che i beneficiari dei fondi dovrebbero rallegrarsene, e che quelli che sono esclusi, nonostante i loro meriti, diano voce alla loro critica. Se, tuttavia, come nel famoso recente caso polacco, un organismo ottiene finanziamenti da un governo solo per farseli portare via da un altro, emerge una serie di preoccupazioni.

Quali principi regolano l’assegnazione di fondi e quali procedure si applicano? Le decisioni sono prese sulla base di fatti o della politica? Ecco perché, secondo la relazione dell’onorevole Pomés Ruiz, dovremmo non solo incentrarci sulla chiarezza e sulla trasparenza delle procedure, ma anche consentire alla società di valutare le azioni intervenute nell’assegnazione dei fondi. La pubblicazione di informazioni sui beneficiati dei fondi comunitari è una condizione fondamentale della trasparenza delle intenzioni della Commissione europea e del governo. Perché allora certi paesi si oppongono a tal punto alla pubblicazione? Hanno qualcosa da nascondere? Ciò riguarda anche le informazioni sulle persone che ricoprono cariche pubbliche e sugli esperti delle istituzioni europee. La nostra Unione beneficerebbe grandemente della creazione di uno spazio etico comune.

 
  
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  Alexander Stubb (PPE-DE). – (EN) Signor Presidente, vorrei iniziare congratulandomi con il relatore, l’onorevole Pomés Ruiz. E non lo faccio solo perché è accanto a me e mi sta dando calci alla caviglia, ma perché credo che la sua relazione sia davvero ottima.

Vorrei soffermarmi su tre punti, se mi consentite. In primo luogo, ritengo che lo scopo della relazione sia sostanzialmente migliorare la trasparenza e i controlli. Di solito, lo si fa in tre modi. Il primo è la trasparenza della documentazione: al riguardo una valida disposizione è l’articolo 255 del Trattato CE; il secondo è la trasparenza delle finanze, che è quanto stiamo facendo, e il terzo modo, ovviamente, è la trasparenza delle riunioni.

A mio avviso, l’aspetto triste di questo dibattito – non tanto all’interno, quanto all’esterno di quest’Aula – è che vi sono molti antieuropeisti che usano la trasparenza in modo populista, nel senso che, da un lato, chiedono la trasparenza, poi quando la trasparenza arriva iniziano ad attaccare le persone. Trovo che questo dibattito, in quel senso, sia un po’ triste e ritengo che quando agiamo per la trasparenza dovremmo essere onesti e diretti.

Il secondo punto riguarda le dichiarazioni nazionali. Vorrei sostenere ciò che ha dichiarato al riguardo l’onorevole De Lange. Dovremmo sempre sottolinearlo. Credo che il Commissario Kallas stia facendo un ottimo lavoro. La Commissione sta facendo un buon lavoro. Ma l’80% di tutti i fondi è speso in realtà dagli Stati membri. Ecco dove abbiamo bisogno di maggiori informazioni nelle dichiarazioni finanziarie. Sono sicuro che l’onorevole Mulder, se fosse presente, concorderebbe con me.

Il punto finale riguarda il famoso, o forse famigerato, paragrafo 22 della relazione. Ne comprendo l’origine, ma ritengo che non si dovrebbe gettare il bambino insieme all’acqua sporca. Pertanto, raccomanderei di eliminare il paragrafo 22, di modo che tutti noi possiamo facilmente votare in favore di questa relazione perché, dopotutto, essere contrari alla trasparenza è un po’ come essere contrari alla pace e alla maternità.

 
  
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  Inés Ayala Sender (PSE). (ES) Signor Presidente, vorrei unirmi alle congratulazioni al relatore, che ha elaborato una relazione estremamente interessante e ringraziare ovviamente anche la Commissione, rappresentata dal Vicepresidente Kallas, per gli sforzi che sta compiendo, il buon dialogo e la cooperazione con quest’Aula.

Al riguardo, vorrei solo aggiungere qualche commento a quanto è già stato detto, che condivido in gran parte, e dire che, oltre alla necessità di disporre di queste informazioni e di ottenere trasparenza, è essenziale che le informazioni siano di facile accesso, affidabili e che consentano confronti. Le informazioni dovrebbero essere organizzate e classificate e avere una reale utilità pratica, non solo per i più esperti, ma anche per il pubblico in generale.

Per quanto riguarda la gestione concorrente, oltre a quanto è già stato detto, dobbiamo esercitare pressioni sugli Stati membri e in particolare cercare di trovare gli strumenti che migliorino la situazione con le organizzazioni internazionali, dove spesso si nota opacità.

Accolgo, quindi, con entusiasmo l’idea di creare uno spazio etico comune. È un lusso che la Commissione può certamente permettersi, e potrebbe essere esportato o proposto in alcuni negoziati globali come esempio di buona pratica. Per questo motivo accolgo con particolare soddisfazione lo studio che la Commissione sta realizzando sui codici deontologici e sulle norme che potrebbero essere successivamente applicate a tutte le istituzioni.

Infine, mi congratulo con il relatore e lo ringrazio per avere accettato la mia richiesta relativa a un codice deontologico per l’OLAF, assolutamente essenziale: una cosa sono i responsabili e i colpevoli, e un’altra gli innocenti, che dobbiamo tutelare con ogni mezzo.

 
  
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  Ville Itälä (PPE-DE). (FI) Signor Presidente, vorrei aggregarmi, innanzi tutto, a quanti si sono congratulati e hanno ringraziato il relatore, l’onorevole Pomés Ruiz, per una relazione decisamente splendida. Vorrei inoltre cogliere l’occasione per ringraziare il Commissario Kallas, che nel corso degli anni ha lavorato duramente per promuovere le questioni di cui stiamo discutendo.

L’idea alla base della relazione è tale che quasi nessuno può dissentire dai suoi obiettivi. Qualsiasi forma di apertura e di trasparenza circa l’uso improprio dei fondi comunitari può solo essere positiva. In generale, l’uso di stanziamenti finanziati attraverso le tasse deve essere aperto. I contribuenti devono sempre avere una conoscenza accurata e corretta su cosa viene speso il loro denaro. Il pubblico deve sempre potere dire chi sta spendendo il denaro, per che cosa e quanto ne viene speso.

In particolare, dobbiamo accettare il principio del diritto d’accesso e di trasparenza nel caso di uso improprio di tali fondi. A mio avviso, la pubblicazione della lista nera degli usi fraudolenti dei fondi comunitari preverrebbe possibili casi di abuso e quindi promuoverebbe l’apertura e la trasparenza nell’uso delle risorse dell’UE. Questo tipo di monitoraggio, ovviamente, è ostacolato dal fatto che i sistemi dei diversi paesi variano fortemente, e proprio per quel motivo è difficile.

Ritengo che la relazione rappresenti un importante passo in avanti, e noi dobbiamo trovare un compromesso comune in modo che la relazione possa essere adottata dall’Aula e non eliminata a causa di pochi dettagli secondari.

 
  
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  Paul Rübig (PPE-DE). (DE) Signor Presidente, ritengo che questo sia un dibattito particolarmente positivo. Tuttavia, vorrei ammonire sull’abuso della trasparenza. Alcuni populisti – sebbene non ve ne siano in quest’Aula oggi – abusano del dibattito nell’arena pubblica, ma così facendo non fanno distinzione fra sfera privata e ciò che è appropriato nell’interesse pubblico.

Non dobbiamo perdere di vista l’aspetto della privacy. Siamo consapevoli che vi è una giustificazione anche per la protezione dei dati. Trovare un equilibrio è la risposta giusta del Parlamento europeo per il futuro.

 
  
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  Jens-Peter Bonde (IND/DEM). (DA) Signor Presidente, è un piacere partecipare al dibattito di oggi. Ricordo che alcuni anni fa vi erano alcuni idioti che chiedevano la trasparenza, ma adesso quest’Assemblea è composta solo da idioti che insistono sulla trasparenza sulla presentazione dei conti. Abbiamo, inoltre, un Commissario che non possiamo criticare; anzi, dobbiamo lodarlo per il suo contributo personale all’inserimento delle parti più indolenti della Commissione nelle riforme sulla trasparenza.

Tuttavia, non sono stato eletto per tessere lodi, sono stato eletto per sottolineare gli aspetti più spinosi del dibattito. Pertanto, vorrei chiedere al Commissario Kallas se l’anno prossimo vi saranno eccezioni nel settore dell’agricoltura, per cui non si avrà una presentazione completa dei conti su Internet, e per cui non saremo in grado di vedere chi riceve cosa e i corrispondenti importi in altri campi. Vi saranno eccezioni oppure tutte le spese saranno pubblicate su Internet? E cosa accadrà per i gruppi di lavoro: saranno forniti i nomi di tutti gli esperti?

Infine, adesso che abbiamo compiuto tanti progressi in termini di trasparenza, non sarebbe anche una buona idea porgere le scuse agli eroi Dorte Schmidt-Brown, Hans-Martin Tillack, Marta Andreasen e a tutti coloro che sono stati criticati nel corso degli anni, ma che sono stati il motivo per cui lei, Commissario Kallas, è stato in grado di raggiungere questo successo con le sue riforme?

 
  
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  Czesław Adam Siekierski (PPE-DE). (PL) Signor Presidente, la chiarezza e la trasparenza sono principi fondamentali della vita in società. Noi parlamentari abbiamo una particolare responsabilità per far fronte alle sfide. Siamo quelli che incontrano gli elettori e spetta a noi spiegare loro l’attuale situazione nell’Unione e la sua amministrazione. Non possiamo dire: “Non è compito nostro, ma della Commissione”. I cittadini europei si attendono le risposte dai loro eurodeputati. Troppo spesso, con il pretesto di creare trasparenza, complichiamo le procedure e imponiamo troppi requisiti sui beneficiari. Ad esempio, insistiamo su documenti che spesso sono inutili. Mentre creiamo trasparenza, dobbiamo definire i ruoli chiaramente e distribuirli. Ripeto, dobbiamo distribuire ruoli e compiti fra Stati membri e Unione europea.

 
  
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  Zbigniew Zaleski (PPE-DE). (EN) Signor Presidente, vorrei sollevare due punti. In primo luogo, se vogliamo seguire la Strategia di Lisbona dobbiamo sapere chi ottiene il denaro nel settore delle scienze e per che cosa. È davvero il metodo migliore, o vi sono alcune divisioni fra gli Stati occidentali più privilegiati e quelli nuovi? Io, da accademico, vorrei che ci fossero più giustizia ed equità.

Il mio secondo punto è che, quando diamo il denaro – con un cuore alquanto generoso – ai paesi terzi, ai paesi sottosviluppati e meno privilegiati, vorrei acquisire il loro riscontro su come viene usato il denaro, in particolare nell’ambito di quei programmi lievi, come la democratizzazione o simili, che non producono risultati tangibili, ma cambiano le menti, o l’imprenditorialità. Sappiamo poco di come viene speso quel denaro in Africa e in tutti i paesi ACP. Vorrei realmente che avessimo una maggiore conoscenza al riguardo.

 
  
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  Alexander Stubb (PPE-DE). (EN) Signor Presidente, vorrei associarmi a tre degli oratori. In primo luogo vorrei congratularmi con l’onorevole Seppänen per il suo discorso, perché è stato estremamente moderato e perché sta spostandosi lentamente – quasi – verso il fronte paneuropeo.

In secondo luogo l’onorevole Bonde: il modo in cui parla della trasparenza mi fa credere che sia un federalista. Così, in quel senso, penso che stia andando esattamente nella giusta direzione – anche se la richiesta di pubblicare i nomi di tutte le persone che partecipano ai comitati della comitatologia, forse, si spinge un po’ troppo oltre!

La mia osservazione finale riguarda l’onorevole Rübig. Concordo con lui al 100%: il tipo di populismo che vediamo nei media austriaci da parte degli antieuropeisti è semplicemente abominevole e io non vorrei davvero più vedere quel comportamento.

Ho un’altra domanda per il relatore. Onorevole Pomés Ruiz: se ci fosse una cosa che lei vorrebbe eliminare dalla relazione, quale sarebbe?

 
  
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  Siim Kallas, Vicepresidente della Commissione. − (EN) Signor Presidente, desidero ringraziare moltissimo gli onorevoli deputati per il loro sostegno a favore dell’azione di trasparenza, che è stata un’azione comune. In tutte le questioni, la Commissione ha sempre compreso di poter contare su un forte sostegno da parte di quest’Assemblea.

Vorrei dire due cose. La prima riguarda le informazioni disponibili sui beneficiari finali. Ritengo sia un cambiamento sorprendente. Quando, insieme con alcuni eurodeputati, abbiamo avviato questo esercizio all’inizio del 2004, non vi erano grandi speranze che sarebbe stato attuato. Ma adesso la decisione politica è stata presa e il 2009 è l’anno finale entro cui le informazioni sui beneficiati finali del 2008 saranno e devono essere pubblicate.

Politicamente la decisione è stata presa. È un grande passo avanti Adesso rimangono da risolvere dettagli tecnici. Non è facile per niente, perché adesso sono state elaborate linee guida su come dovrebbero apparire queste informazioni sui beneficiati finali. Ma, ovviamente, molti di voi hanno sollevato la questione dei motori di ricerca funzionanti, e non è davvero un compito facile. Certo, avremo un portale attraverso il quale sarà possibile accedere alle informazioni degli Stati membri e alle informazioni sui beneficiari finali.

Prevedo tanti problemi tecnici, ma quei problemi tecnici − niente è perfetto e ogni cosa ha bisogno del suo tempo − in definitiva non dovrebbero pregiudicare l’importanza di questo grande cambiamento.

Per quanto riguarda le famose dichiarazioni nazionali, devo ribadire che la situazione è cambiata completamente in questi tre anni. Quando mi sono recato per la prima volta al Consiglio per discutere di questi argomenti, erano del tutto esclusi. Oggi abbiamo le sintesi annuali − ne avevamo già ricevute 22 finora e forse adesso anche di più. Valuteremo la qualità insieme e alla fine si registrerà un miglioramento.

L’intesa è che noi abbiamo condiviso problemi di gestione e dobbiamo anche condividere le informazioni sui lavori − come gestire i Fondi strutturali. Quell’intesa si è consolidata notevolmente anche negli Stati membri. Cercheremo anche di rafforzare l’idea di dichiarazioni nazionali più complete, con un contenuto specifico. Sapete anche, come me, che alcuni Stati membri sono tuttora molto restii ad accettare un maggiore coinvolgimento, ma abbiamo già avuto un certo livello di partecipazione.

Per quanto riguarda il denaro internazionale, è una questione in qualche modo diversa. La questione di come rendere disponibili queste informazioni sarà discussa probabilmente nel quadro della COCOBU. Tuttavia, siamo partner di accordi internazionali e non li gestiamo direttamente. Le informazioni su cosa gestiamo direttamente devono essere rese disponibili, ma siamo partner di grandissimi raggruppamenti internazionali. La situazione è un po’ diversa.

Per quanto riguarda i gruppi di esperti, come ho detto nella COCOBU, posso ripetere in questa sede che ci siamo impegnati a pubblicare l’elenco degli esperti permanenti. Si tratta realmente di una questione di definizione: quale tipo di esperti dovrebbe figurare in tale elenco. Questo è un dibattito, e alcuni esperti che svolgono compiti riservati di valutazione di progetti e persone non dovrebbero essere probabilmente così trasparenti. Vi sono alcune sfumature. Tuttavia, l’impegno esiste e io sono stato informato che siamo pronti a pubblicare un lungo elenco di esperti permanenti. Vi è la questione di tutti quegli esperti nazionali inviati dagli Stati membri che partecipano ad alcuni organi, i cui nomi saranno inviati successivamente, non prima, ma vi è almeno l’impegno che non ci dovrebbe essere alcun segreto su chi ci fornisce consulenza.

Il mio ultimo punto in risposta a una questione che è stata sollevata è che la Commissione non ha intenzione di proporre il modo in cui il Parlamento dovrebbe trattare le proprie norme e quali dichiarazioni di interesse economico dovrebbero essere rilasciate. Posso solo aggiungere due cose: questo spazio etico è uno spazio comune − se accade qualcosa in un’istituzione, in definitiva ha un effetto immediato sulle altre istituzioni. Certo, dobbiamo affrontare tutte le questioni sulla base del buon senso, e non imbarcarci in assurde lungaggini o pretendere dettagli inutili, ma soffermarci solo sulle questioni di pertinenza, al fine di evitare un reale conflitto di interessi.

 
  
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  José Javier Pomés Ruiz, relatore. − (ES) Signor Presidente, il Commissario Kallas può essere soddisfatto perché vede che l’iniziativa per la trasparenza è particolarmente apprezzata e ben accetta dall’intera Assemblea, e perché ha potuto verificare il sostegno che si può incontrare in questa sede.

Commissario Kallas, desideriamo andare oltre in termini di trasparenza. Nella relazione abbiamo proposto alcuni settori in cui si dovrebbero compiere progressi: recuperi, gruppi di esperti e presunzione di innocenza. Tuttavia, le chiedo che tutto rimanga entro i limiti del buon senso, senza prendere in considerazione il populismo di alcuni elementi della stampa scandalistica che sembra dedita a guadagnare denaro attraverso le esagerazioni populiste di argomenti seri per l’Unione europea. Desidero ringraziare l’onorevole Inés Ayala per il suo suggerimento che anche l’OLAF sia interessato a questi problemi, nonché gli onorevoli Jørgensen, Paulo Casaca, Bösch, che è presente, e ancora i colleghi Ingeborg Grässle, Alex Stubb, e così via.

Anche l’onorevole Alex Stubb mi ha chiesto cosa eliminerei, e devo dire che, ad esempio, eliminerei il riferimento all’attività del coniuge. Ricordo che il problema più spinoso nell’Unione europea è stato causato non da un coniuge, ma da qualcosa di simile: mi riferisco al caso di Edith Cresson. Con questo voglio dire che non dovremmo imporci restrizioni, ma fare ciò che è logico, non ciò che è illogico. Infatti, anche i membri di quest’Aula hanno il diritto a una vita familiare e a una vita privata.

Vorrei aggiungere che continueremo a dare l’esempio a molti Stati membri su come l’UE spende i suoi fondi sempre meglio e con maggiore efficacia, con esigue spese amministrative e molta più efficienza di alcuni Stati membri. In questa missione preliminare su cui tutti siamo d’accordo, diversi Stati − quelli che rifiutano di spiegare come spendono l’80% dei fondi comunitari e che sembrano poi rallegrarsi quando rifiutiamo di approvare i conti dell’UE − giustificano in tal modo una minore partecipazione al fondo comune, limitando l’attività dell’UE, abusando delle nostre accuse che sono gli Stati membri a non spendere correttamente e usando questo argomento per rifiutare di dare a quest’Aula più dell’1%.

La ringrazio, signor Presidente. Coraggio, Commissario Kallas, nel garantire un obiettivo così caldamente sostenuto da quest’Assemblea.

 
  
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  Presidente. − La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà domani.

Dichiarazioni scritte (articolo 142)

 
  
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  Véronique Mathieu (PPE-DE), per iscritto. – (FR) La relazione Pomés Ruiz ritiene al contrario e a giusto titolo che devono essere compiuti tuttora grandi sforzi prima di raggiungere la trasparenza a livello finanziario. L’analisi della relazione annuale sulle attività 2006 della DG Bilancio ha infatti mostrato il cammino da percorrere prima di raggiungere la trasparenza dei conti dell’UE. Il controllo dei fondi destinati alla politica agricola comune, ad esempio, indica che gli strumenti a disposizione della Commissione non sempre le consentono di garantire l’esattezza dei dati forniti dagli Stati membri.

Se vogliamo evitare le derive finanziarie del passato, la Commissione deve migliorare la qualità delle informazioni fornite al pubblico sui beneficiari dei fondi comunitari e deve farlo senza indugi, prendendo una serie di misure concrete: razionalizzazione delle informazioni pubblicate sui beneficiari dei fondi comunitari, creazione di un motore di ricerca generale, pubblicazione di una “lista nera” dei casi di frode, e così via. Per garantire un controllo rigoroso, effettivo e trasparente dei fondi comunitari assegnati agli Stati membri, la Commissione in futuro dovrebbe assumersi la responsabilità politica delle informazioni che pubblica.

 
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