Presidente. − L’ordine del giorno reca la relazione, presentata dall’onorevole Musotto a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sulla tutela degli interessi finanziari delle Comunità – Lotta contro la frode – Relazioni annuali 2005 e 2006 [2006/2268(INI)] (A6-0009/2008).
Francesco Musotto, relatore. − Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, io vorrei innanzitutto ringraziare il Commissario Kallas per la sua preziosa collaborazione che ha offerto al Parlamento durante i suoi lavori. Altresì vorrei ringraziare l’OLAF, nella persona del suo direttore Franz-Hermann Brüner, per il costante sostegno e per il fondamentale e non facile lavoro svolto, e infine tutti i colleghi per il loro prezioso contributo, nonché le strutture, le istituzioni di tutti i paesi che collaborano con noi in questo lavoro arduo e – mi sia consentito – in particolare la nostra Guardia di finanza della Repubblica italiana, che si distingue in questo impegno per la sua altissima professionalità.
Il problema della tutela degli interessi finanziari della Comunità è un tema di primaria importanza che ci riguarda direttamente come Stati e come cittadini, e pertanto deve essere affrontato con la fermezza e la decisione che merita.
La risoluzione presentata qui oggi vuole dare una risposta concreta all’allarmante fenomeno delle frodi comunitarie. I dati raccolti …
(Il Presidente interrompe l’oratore per richiamare alcuni deputati che disturbano la discussione)
Grazie Presidente, si parla di trasparenza e ci vuole anche grande civiltà.
La risoluzione presentata qui oggi vuole dare una risposta concreta all’allarmante fenomeno delle frodi comunitarie. I dati raccolti sono preoccupanti: nel settore delle risorse proprie, delle spese agricole e delle azioni strutturali, le irregolarità hanno riguardato nel 2006 un importo complessivo di 1.143 milioni di euro, rispetto ai 1.024 milioni di euro dell’anno precedente. Le statistiche ci mostrano un numero di irregolarità sempre crescente.
Tuttavia, ci preme sottolineare che un numero elevato di irregolarità non corrisponde necessariamente ad un elevato livello di frode. Esso può anche essere un indice dell’efficacia dei dispositivi di controllo e di una stretta cooperazione fra gli Stati membri e la Commissione. Quest’ultima, nella sua relazione annuale per il 2006, ha giustamente posto l’accento sull’importanza di tale cooperazione, sia ai fini della prevenzione che dell’attività di recupero. Ad oggi, i dati statistici si basano su strutture nazionali eterogenee, con sistemi amministrativi giuridici e di ispezione molto diversi tra loro.
In particolare, si ritiene inaccettabile che Spagna e Germania non trasmettano alla Commissione le informazioni relative alle irregolarità rilevate in formato elettronico come previsto per tutti gli Stati membri. Le normative comunitarie e gli obblighi imposti dalla lotta alla frode devono essere recepiti allo stesso modo dai diversi paesi. A tale scopo, una più intensa collaborazione fra gli Stati e la Commissione è indispensabile per la tutela degli interessi finanziari della Comunità, interessi che devono essere percepiti come comuni, che superano cioè gli interessi dei singoli Stati.
E’ necessario rafforzare le sinergie fra le autorità preposte al controllo e le amministrazioni locali per quanto riguarda il coordinamento e lo scambio di informazioni. Mantenere a livello centrale l’organizzazione e l’erogazione finanziaria comporta meccanismi di attuazione complessi ed aumenta le distanze tra i responsabili finanziari e i beneficiari finali.
Un altro punto fondamentale toccato dalla relazione è la semplificazione della normativa. Il periodo di programmazione 2000-2006 ha dimostrato infatti che regole troppo complicate favoriscono la commissione di irregolarità.
Infine, per quanto riguarda l’attività e il recupero è da segnalare un leggero miglioramento, ma il recupero continua a costituire un problema che provoca ingenti danni al bilancio comunitario. In particolare, si ritiene che il periodo di 39 mesi che intercorre tra il momento della commissione delle irregolarità ed il momento della sua comunicazione sia inaccettabile, poiché tale ritardo rende l’attività di recupero ancor più difficoltosa, se non addirittura impossibile.
PRESIDENZA DELL’ON. MARIO MAURO Vicepresidente
Siim Kallas, Vicepresidente della Commissione. − (EN) Signor Presidente, la relazione dell’onorevole Musotto copre due anni di sforzi tesi al miglioramento della tutela degli interessi finanziari dell’Unione europea. Un solido sistema di gestione finanziaria deve incentrarsi sulle spese e sul controllo e la lotta delle irregolarità, in particolare quelle commesse con intento fraudolento.
La relazione contiene numerose preoccupazioni già presenti nella relazione sul discarico, dove la tutela degli interessi finanziari è vista, ovviamente, come un elemento chiave di una solida gestione finanziaria, ma l’attenzione è differente.
Vorrei ringraziare caldamente il relatore, l’onorevole Musotto, per una relazione mirata, incentrata sulle questioni principali e che contiene numerose richieste alla Commissione di rafforzare gli sforzi.
Consentitemi di commentare quattro di queste richieste. In primo luogo, il ruolo degli Stati membri. La relazione ricorre a numerose cifre e statistiche sulle irregolarità degli Stati membri e sul loro impatto finanziario. Non esita a sottolineare che alcuni Stati membri hanno prestazioni migliori di altri. Vorrei sottolineare ancora una volta che l’elevato numero di irregolarità non corrisponde necessariamente a un elevato livello di frode, ma può essere un buon indice di controlli efficaci e approfonditi.
Quando ho presentato la relazione della Commissione in luglio, ho sottolineato l’esigenza che gli Stati membri garantiscano una comunicazione dei dati sulle irregolarità corretta, completa e tempestiva. Un buon flusso di informazioni fra Stati membri e Commissione è essenziale per un effettivo recupero e per un’azione comune contro gli autori di frodi. Molti degli Stati stanno operando in tal senso, ma per alcuni vi è ancora spazio per miglioramenti. La Commissione, con il sostegno del Parlamento europeo, non esiterà a ricordare loro le rispettive responsabilità.
Concordo appieno con l’invito espresso nella relazione che il Consiglio si interessi delle relazioni annuali e le valuti a livello ministeriale. Il sistema di gestione finanziaria dell’UE è complesso, perché la responsabilità è condivisa con gli Stati membri. Il maggiore interesse sulle dichiarazioni nazionali, che attribuisce la responsabilità delle spese agli Stati membri, dovrebbe andare di pari passo con la cooperazione sulla lotta contro le irregolarità e le frodi.
Accolgo molto positivamente l’attenzione della relazione su questioni sistemiche e generali piuttosto che su casi individuali, per i quali, come sapete, l’OLAF gode di indipendenza ai fini delle indagini.
La Commissione concorda appieno con il Parlamento europeo sulla necessità di un’analisi più approfondita delle strutture esistenti negli Stati membri, incaricate di combattere le irregolarità, per sostenerle e facilitare la cooperazione e lo scambio di informazioni. Tale analisi figurerà nella relazione del 2008. La relazione della Commissione di quest’anno sottolinea gli argomenti dell’analisi dei rischi e della gestione dei rischi, le banche dati delle esclusioni e gli strumenti di allarme precoce/segnalazione. Il documento esamina, inoltre, i passi compiuti dagli Stati membri per migliorare il recupero di importi non raccolti o indebitamente pagati, nonché i meccanismi previsti nelle leggi nazionali sul recupero per compensazione. La relazione contiene inoltre informazioni sull’importo recuperato e le correzioni finanziarie, in particolare quando un pagamento non è stato effettuato in conformità delle norme comunitarie.
Il ruolo della criminalità organizzata, come la mafia, nel compromettere gli interessi finanziari dell’UE è un argomento che sta a cuore al relatore. L’OLAF ha contribuito alla valutazione sulla minaccia rappresentata dalla criminalità organizzata (OCTA) prodotta da Europol. Sono lieto di comunicare che ho chiesto a entrambi gli organi di continuare a cooperare in questo ambito.
Le frodi in materia di IVA e le frodi doganali sono le più importanti. Purtroppo, è un settore in cui la cooperazione con gli Stati membri è spesso difficile. Sarò brevissimo e faccio riferimento a quanto dirò sulla relazione Newton Dunn. Ringrazio quest’Assemblea per il suo attuale sostegno nel sottolineare l’utile ruolo che la cooperazione a livello di UE può svolgere nel settore.
Il mio quarto e ultimo commento riguarda la revisione del regolamento OLAF. La Commissione ha presentato una proposta al riguardo nel maggio 2006. Resto convinto che tocca le questioni più importanti relative all’effettivo funzionamento dell’Ufficio per la lotta antifrode, ovvero il flusso di informazioni, i diritti procedurali e i meccanismi di denuncia, il ruolo del comitato di sorveglianza e, più in generale, la governance e la responsabilità. Mi auguro davvero che possiamo avviare discussioni interistituzionali per trovare soluzioni nel prossimo futuro e progredire su questi punti importanti.
La relazione Musotto ribadisce il desiderio di unificare la legislazione antifrode. Io lo sostengo appieno, ma tecnicamente sarà un compito difficile. La Commissione sarà pronta a trasmettere al Parlamento europeo l’analisi richiesta nel maggio di quest’anno.
Jan Březina, relatore per parere della commissione per lo sviluppo regionale. − (CS) Signor Presidente, onorevoli colleghi, ci troviamo di fonte a una relazione sulla tutela degli interessi finanziari dell’UE con il sottotitolo in qualche modo ambiguo: “Lotta contro la frode”.
L’attenzione reale del testo è rivolta non alla frode in quanto tale, ma piuttosto alle irregolarità. Mentre la frode presuppone un intento doloso, un’irregolarità può derivare da negligenza o da incorrette procedure contabili. In settori delicati come le relazioni finanziarie dell’UE, una siffatta terminologia dovrebbe essere usata con cautela.
In veste di relatore per la commissione per lo sviluppo regionale, deploro l’aumento del numero di irregolarità individuate nei progetti finanziati a titolo dei Fondi strutturali. Ciò si riflette negativamente su alcuni Stati membri e sui loro meccanismi di controllo interno. Le difficoltà incontrate da questi paesi, tuttavia, non dovrebbero diventare un motivo per rivalutare l’attuale sistema di controlli decentrati che regola l’uso dei Fondi strutturali. La responsabilità è palese; è individuale e come tale deve potere essere imposta.
Il raggiungimento di un livello adeguato dei meccanismi di controllo finanziario nei singoli Stati membri è il primo passo necessario. Il passo seguente è garantire il recupero degli importi indebitamente versati. Un possibile approccio potrebbe essere la sospensione dei pagamenti regolari a quegli Stati membri che rinviano la restituzione degli importi pagati in circostanze irregolari.
L’esistenza di meccanismi di controllo imperfetti ha il potenziale di pregiudicare la fiducia nel sistema dei Fondi strutturali e potrebbe gettare discredito sull’UE nel suo insieme.
Inoltre, abbiamo bisogno di controlli più aperti e trasparenti. Vorrei quindi esprimere il mio sostegno in favore dell’iniziativa europea per la trasparenza, in base alla quale dovrebbero essere pubblicate le informazioni sui beneficiari degli aiuti dei Fondi strutturali. Poiché parliamo di gestione dei fondi pubblici, alcune richieste dovrebbero riguardare i beneficiari di tali aiuti.
Una condizione essenziale per una migliore valutazione del sistema di controllo è la collaborazione con la Corte dei conti, che finora è mancata. Se è vero che le relazioni della Corte dei conti sono tediose da leggere per le istituzioni europee, questo dovrebbe essere un motivo in più per dedicare maggiore attenzione ad esse, ed è certamente preferibile al nascondere la propria testa nella sabbia ed evitare le responsabilità.
Kyösti Virrankoski, relatore per parere della commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale. − (FI) Signor Presidente, l’onorevole Musotto ha elaborato un eccellente documento sulle relazioni annuali dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode 2005-2006. Desidero esprimere il mio sincero ringraziamento a questo proposito. Il numero di irregolarità notificate dagli Stati membri è aumentato nel 2006 fino a raggiungere 1 143 milioni di euro. Di questi, il Fondo europeo agricolo di orientamento e garanzia rappresenta 87 milioni di euro. Sebbene sia solo lo 0,17% del totale delle spese agricole, pari a 49,7 miliardi di euro, deve tuttavia essere valutato seriamente. Circa un terzo di queste irregolarità consiste in casi di frode diretta.
Con il nuovo regolamento, gli Stati membri potranno recuperate i pagamenti indebiti di aiuti più facilmente di prima. Questo è il motivo per cui la commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale e la commissione per il controllo dei bilanci ritengono deplorevole che il livello di recupero di questi aiuti rimanga basso. La Commissione dovrebbe accelerare il processo di recupero e se necessario applicare misure correttive. Entrambe le commissioni assicurano inoltre alla Commissione il loro pieno appoggio nell’applicazione rigorosa dell’opzione di sospensione dei pagamenti nel caso in cui la Commissione non riceva garanzie assolute che lo Stato membro beneficiario del fondo abbia una gestione e un sistema di controllo affidabili.
(Applausi)
Ingeborg Grässle, a nome del gruppo PPE-DE. – (DE) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, il gruppo PPE-DE è responsabile della relazione sulla lotta contro la frode per la prima volta. Siamo particolarmente grati all’onorevole Musotto per avere fatto del lavoro dell’OLAF e della cooperazione con gli Stati membri il fulcro principale della sua relazione. Ha lavorato duramente, avendo dovuto esaminare 630 pagine di materiale statistico del 2005 e 2006 sulla lotta contro la frode. La sua analisi rivela un’immagine eterogenea e io credo che realmente dobbiamo agire in questo settore. La scoperta delle irregolarità non sembra essere una questione molto importante per gli Stati membri. Ciò si ricava dal fatto che, ancora una volta, il Consiglio è assente da questo importantissimo dibattito, anche se, quale secondo ramo dell’autorità di bilancio, dovrebbe preoccuparsi di cosa accade del denaro dei contribuenti, che è responsabile di gestire ed erogare.
Il relatore propone di compiere passi formali contro Germania e Spagna per violazioni della normativa comunitaria. La Spagna sta fornendo solo informazioni cartacee sulle irregolarità. Tali informazioni, inoltre, sono estremamente sommarie, come si ricava dalla XVIII relazione sui Fondi strutturali.
La Germania è un caso molto specifico. Impiega più tempo per fornire le informazioni rispetto agli altri Stati membri ed è l’unico paese che non divulga i nomi. Come può l’OLAF svolgere il suo lavoro senza nomi? Gli autori di frodi qui si nascondono dietro la protezione dei dati, perché il fatto è, onorevole Březina, che fra il 15% e il 20% delle irregolarità hanno un contesto fraudolento. La Germania, inoltre, frappone ostacoli al lavoro investigativo dell’OLAF a livello locale, in particolare in casi di reati doganali e di restituzioni alle esportazioni. Invitiamo la Commissione a relazionare su ogni Stato membro e sulla sua disponibilità o mancanza di disponibilità a cooperare, e di farlo entro il periodo di tempo in cui deve essere pubblicata la relazione dell’OLAF.
Dal punto di vista del nostro gruppo, la futura riforma della base giuridica dell’OLAF deve essere utilizzata innanzi tutto per migliorare le condizioni della cooperazione dell’OLAF con gli Stati membri. Vorrei esprimere i miei fervidi ringraziamenti all’OLAF e al suo personale che opera in un settore molto difficile. Ritengo che i risultati siano realmente all’altezza della valutazione. Tuttavia, sono anche convinta che questi risultati potrebbero essere migliorati attraverso una cooperazione rafforzata con gli Stati membri.
Szabolcs Fazakas, a nome del gruppo PSE. – (HU) Signor Presidente, signor Vicepresidente, onorevoli colleghi, il Parlamento europeo ritiene che la tutela degli interessi finanziari dell’Unione europea sia uno dei compiti più importanti dato che, come tutti i parlamenti, ha il diritto e il dovere di controllare le spese. Inoltre, l’idea che i fondi dell’UE non siano controllati in modo adeguato è sempre più diffusa in Europa. Noi, quindi, al riguardo, abbiamo un debito politico verso il pubblico, i nostri elettori e i nostri contribuenti.
Assolviamo a quest’obbligo legislativo e politico in primo luogo attraverso la procedura di discarico, ma oltre a questo abbiamo elaborato relazioni periodiche sulla tutela degli interessi finanziari dell’UE e la lotta contro la frode. Il nostro scopo non è suscitare scalpore o provocare scandalo, ma esporre la situazione con obiettività e risolvere ogni problema.
Vorrei cogliere quest’occasione per congratularmi con il collega, l’onorevole Musotto, per l’eccellente relazione ed esprimere la mia gratitudine al Vicepresidente della Commissione, il Commissario Kallas, e al direttore generale dell’OLAF Brüner, per la cooperazione costruttiva che hanno dimostrato in questo campo.
Nonostante queste relazioni di alto livello siano accolte con molto apprezzamento anno dopo anno, in seno alle istituzioni europee ci sentiamo a volte come se stessimo combattendo contro i mulini a vento, dato che i risultati delle relazioni incontrano la resistenza da parte del Consiglio, con il risultato che la Commissione non è in grado di attuare da anni le misure necessarie.
Riteniamo che il punto più debole sia l’atteggiamento degli Stati membri dato che alcuni di essi – la collega Grässle ha appena parlato della Germania al riguardo – omettono di riconoscere quanto sia importante garantire che i fondi dell’UE siano spesi conformemente alle regole, che le spese siano soggette a scrutinio e che qualsiasi importo indebitamente versato sia recuperato.
Riteniamo particolarmente deplorevole che le frodi in materia di IVA sotto forma di transazioni “carosello” stiano diffondendosi sempre più in Europa, al punto che non disponiamo di cifre globali sull’importo coinvolto, sebbene alcune stime suggeriscano che può trattarsi del 35-40% del bilancio dell’UE. È tempo di agire con risolutezza anche a questo proposito, sia nell’interesse della gestione degli affari europei che nell’interesse dell’opinione pubblica. Vi ringrazio.
Zbigniew Krzysztof Kuźmiuk, a nome del gruppo UEN. – (PL) Signor Presidente, intervenendo a nome del gruppo Unione per l’Europa delle nazioni sulla tutela degli interessi finanziari delle Comunità, vorrei attirare l’attenzione sulle seguenti questioni. La prima: si è registrato un significativo aumento degli importi oggetto di irregolarità nel settore delle risorse proprie. 328 milioni di euro nel 2005 e 353 milioni di euro nel 2006, rispetto a 212 milioni di euro nel 2004. Vorrei anche menzionare l’aumento delle irregolarità per quanto riguarda le azioni strutturali: 703 milioni di euro nel 2006 rispetto a 601 milioni di euro nel 2005.
Seconda questione: si è avuta una marcata riduzione degli importi colpiti da irregolarità nel settore dell’agricoltura. Nel 2006 la cifra era di 82 milioni di euro, rispetto a 102 milioni nel 2005. Questa riduzione è notevole perché molto spesso le spese per l’agricoltura comportano numerosi beneficiari – agricoltori – che sovente devono affrontare da soli la complicata procedura contabile dei finanziamenti ricevuti.
Terza questione: vorrei sottolineare la dichiarazione della relazione secondo cui alcuni dei principali motivi alla base delle irregolarità nelle spese di bilancio sono i complicati principi di programmazione e gli inefficaci metodi di monitoraggio e di controllo.
Quarto punto: va onorata la richiesta di maggiore trasparenza al momento dell’assegnazione delle risorse.
Una caratteristica importante di questa trasparenza è l’impegno degli Stati membri a pubblicare informazioni sui progetti e sui beneficiari di risorse a titolo di tutti i fondi comunitari.
Bart Staes, a nome del gruppo Verts/ALE. – (NL) Signor Presidente, il Commissario ha affermato la stessa cosa: la relazione si sovrappone alla procedura di discarico. Anche in questo senso, la discussione è un atto di preparazione per l’audizione della prossima settimana con i Commissari Špidla e Hübner. Conosciamo le cifre relative alle irregolarità riportate. Non ci dicono tutta la verità, ovvio, ma ci dicono molto sui problemi incontrati nei settori politici delle risorse proprie, dell’agricoltura e dei Fondi strutturali. La relazione riferisce irregolarità per un totale di 1,1 milioni di euro e la tendenza è verso l’alto. Siamo tornati al livello del 2002, dopo un miglioramento delle cifre nel 2003, 2004 e 2005. L’agricoltura si sta comportando relativamente bene.
I settori problematici sono chiaramente le risorse proprie e i Fondi strutturali: le risorse proprie rappresentano 325 milioni delle irregolarità riportate e i Fondi strutturali 700 milioni di euro. Nell’ambito dei Fondi strutturali, cinque Stati membri rappresentano l’84% delle irregolarità riportate. Chiunque sia interessato può leggere quali paesi figurano nella relazione dell’onorevole Musotto. È realmente notevole. Si pensi inoltre che per il periodo antecedente il 2006 doveva ancora essere recuperato un miliardo di euro di risorse e che la Corte dei conti dichiara che il 12% dei Fondi strutturali nel 2006 non avrebbe potuto essere erogato. Questo è il contesto in cui si sta svolgendo l’attuale procedura di discarico ed è motivo di grande preoccupazione per noi. Torneremo su questo punto.
Per quanto riguarda le risorse proprie, i problemi delle frodi in materia di sigarette sono affrontati in modo adeguato. Avevamo un accordo con Philip Morris. Vi è un nuovo accordo con Japan Tobacco, che dovrebbe garantire molto denaro e favorire una riduzione del contrabbando. Il principale settore problematico è quello delle risorse proprie nelle transazioni IVA “carosello”. Le cifre sono riferite: si tratta di enormi quantità, fino a miliardi di euro. E un’indagine della House of Lords britannica è più precisa. Sono lieto che il Parlamento stia affrontando la questione. La commissione per i problemi economici e monetari ha già organizzato un’audizione e la commissione per il controllo dei bilanci farà lo stesso il 4 o 5 maggio. Mi auguro che, in veste di relatore, potrò elaborare una buona relazione sui caroselli IVA come il mio documento sulle frodi in materia di sigarette.
Derek Roland Clark, a nome del gruppo IND/DEM. – (EN) Signor Presidente, questa relazione è un lungo catalogo di fallimenti. Illustra graficamente la tendenza dell’importo delle frodi descritte come “irregolarità”, in costante crescita, e i tentativi per arginare la situazione, del tutto fallimentari. Ammette apertamente che le frodi, nel 2006, nei settori delle risorse proprie – spese agricole e azioni strutturali degli Stati membri – hanno totalizzato 1 143 milioni di euro. Erano 922 milioni di euro nel 2003, quindi in solo quattro anni le frodi sono aumentate di oltre 200 milioni di euro.
Vorrei ricordare a tutti i presenti che non si tratta di importi senza valore, ma del denaro dei contribuenti. L’UE è finanziata dai suoi cittadini, compresi i tartassati contribuenti del Regno Unito, che meritano di meglio per il loro denaro. I governi di tutti gli Stati membri dovrebbero già dire “basta”. Queste cifre spaventose forniscono una ragione in più per indurre il governo del mio paese a onorare il suo impegno di programma di concedere ai britannici un referendum sul Trattato di Lisbona.
Andreas Mölzer (NI). – (DE) Signor Presidente, non è un segreto che l’Unione europea lotti da anni per portare sotto controllo le proprie finanze. Finanziamo grandi imprese che poi si trasferiscono da uno Stato membro all’altro, mentre le piccole e medie imprese rimangono sempre a mani vuote. L’UE, infatti, spesso sembra non comprendere a chi vanno realmente i fondi e chi stia tirando le fila. A mio avviso, è ormai necessario un registro dei lobbysti.
Le numerose irregolarità lasciano anche un sapore amaro, soprattutto quando hanno un collegamento diretto con le istituzioni dell’UE. In questo contesto, il congelamento dei finanziamenti dell’UE destinati alla Bulgaria fino a che non siano risolti i casi di corruzione ci invia un segnale importante. Vi è inoltre il fatto che alcuni Stati membri apparentemente hanno poco interesse a recuperare i fondi indebitamente versati. Se i casi negli anni ‘90 sono chiusi solo adesso, allora è ovvio che nell’UE le cose si muovono troppo lentamente.
Ville Itälä (PPE-DE). – (FI) Signor Presidente, desidero ringraziare il relatore, l’onorevole Musotto per avere realizzato un lavoro completo ed eccellente. La relazione è importantissima e la lotta contro la frode è qualcosa su cui la fiducia del pubblico è vinta o persa. Ritengo che tre problemi principali contenuti nella relazione debbano essere chiariti.
In primo luogo, è intollerabile che alcuni paesi non forniscano le informazioni sulle spese agricole. La Germania e la Spagna ne sono gli esempi principali e la Germania non fornisce neppure informazioni sulle persone e sulle imprese di cui l’Ufficio europeo per la lotta antifrode avrebbe assolutamente bisogno per potere affrontare le situazioni. È qualcosa che non possiamo permettere: tutti gli Stati membri devono rispettare le regole. Se alcuni paesi grandi danno il cattivo esempio, allora la situazione non è rosea.
La seconda questione è che la notifica delle irregolarità può impiegare fino a 39 mesi, ovvero più di tre anni. È un periodo eccessivo e non ispira fiducia sul fatto che gli Stati membri stiano agendo con sufficiente vigilanza.
La terza questione, molto interessante e importante, è che la criminalità specializzata e organizzata sta facendosi strada anche in questo settore. La situazione è talmente seria adesso che devono essere prese tutte le misure per affrontare questo tipo di criminalità.
Si tratta di una relazione importantissima e deve essere compiuto ogni sforzo per migliorare la situazione e guadagnare la fiducia del pubblico.
(Applausi)
Herbert Bösch (PSE). – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei esprimere le mie sincere congratulazioni al relatore. Non è un compito facile iniziare da zero un argomento talmente complesso, ma ritengo che possiamo andare orgogliosi del fatto che l’onorevole Musotto abbia realizzato un lavoro stupendo. Penso che oggi possiamo dirlo con fiducia, non vi sono infatti emendamenti a questa relazione per domani. Anche questo è un omaggio al relatore.
In secondo luogo, sembra che non abbia alcuna importanza per una delle autorità di bilancio scoprire cosa sta accadendo al denaro dei contribuenti. Ancora una volta, il Consiglio si sottrae alle sue responsabilità. Ogni volta che parliamo di come viene speso il denaro dei contribuenti europei e cerchiamo di trovare soluzioni a situazioni difficili, il Consiglio semplicemente si assenta. Tuttavia, abbiamo visto – e questo mi porta alla questione di cosa accadrà con i discarichi in seno alla nostra commissione – che nel corso degli anni nel settore della politica agricola, dove abbiamo agito con risolutezza e abbiamo elaborato sistemi di controllare dei pagamenti diretti, le irregolarità sono diminuite.
Nella politica strutturale, d’altro canto, dove non è stato fatto nulla e dove ci siamo adagiati e abbiamo guardato il corso degli eventi per anni, le cifre sono aumentate sempre più. Questa situazione è palese da anni ed è stata riportata più volte nelle relazioni sulle frodi per anni. Nel discarico del 2006, il Commissario Kallas noterà che questo costituisce un problema e che noi ci aspettiamo che agisca, e non che si sieda e attenda.
Ecco perché vorrei che lei, signor Commissario, dica a quegli Stati membri che si comportano come se le norme che abbiano elaborato non si applichino nei loro confronti, e questo è affermato anche dal relatore, con il pieno sostegno di tutti i precedenti oratori; noi vogliamo che lei dica “Va bene, congeleremo il 10% dei nostri finanziamenti; costituirà una riserva e voi potrete avere il denaro solo dopo avere intrapreso le azioni opportune”. È una richiesta molto pratica da parte dell’Assemblea. Non è un piano d’azione, è un’azione pratica. È ciò che ci aspettiamo dalla Commissione e poi saremo soddisfatti.
Ancora una volta, congratulazioni al relatore.
Mairead McGuinness (PPE-DE). – (EN) Signor Presidente, al pari degli altri oratori, vorrei congratularmi con il relatore per un testo molto importante.
Sono incoraggiata a prendere parte alla discussione per l’attenzione rivolta all’agricoltura. Altri oratori hanno affermato che si è registrato un miglioramento in termini di controlli e di ispezioni, in particolare per quanto riguarda il denaro versato agli agricoltori, e adesso abbiamo l’iniziativa per la trasparenza per pubblicare cosa ricevono gli agricoltori.
Una delle difficoltà degli agricoltori è che ritengono spessissimo di avere torto fino a che non sia provata l’innocenza. Ovviamente, nessuno di noi può o vuole condonare le frodi, e poiché vi è frode nel bilancio dell’UE, il pubblico ha una cattiva percezione dell’Unione europea e di come gestisce il denaro raccolto. Se il pubblico capisse meglio il bilancio dell’Unione, potrebbe chiederci a voce più alta di intervenire più duramente contro le frodi.
È importante sottolineare la differenza tra frodi e irregolarità, molte delle quali vengono scoperte, perché sono estremamente diverse. Non possiamo punirci per le irregolarità, ma dovremmo punire le frodi contro il bilancio comunitario. È una questione che coinvolge gli Stati membri – come ha detto l’ultimo oratore – perché gli Stati membri si sono impegnati nei confronti dell’Unione europea in buona fede e hanno raccolto risorse per talune politiche. Spetta a noi garantire che il denaro che abbiamo raccolto sia ben speso e che non si commettano frodi contro il denaro pubblico.
Gli Stati membri che seguono un approccio debole in materia di frode devono essere puniti in qualche modo, ma è molto importante che gli Stati membri che si comportano bene non siano penalizzati. È quindi fondamentale che la Commissione agisca a livello di Stati membri.
Concludo ribadendo il punto importantissimo che, in ambito agricolo, gli agricoltori hanno la forte sensazione di essere in qualche modo colpevoli fino a che non si provi l’innocenza. Questo è inaccettabile e quindi dobbiamo cercare di riequilibrare la situazione.
Bart Staes (Verts/ALE). – (NL) Signor Presidente, la ringrazio per avermi concesso di parlare di nuovo. Chiunque segue me nel mio mandato politico e le mie dichiarazioni sa che sono un politico critico e che sono anche aspramente critico con l’Unione europea, ma sono anche fortemente europeista. Non posso quindi ignorare le parole dell’onorevole Clark, che nel frattempo ha lasciato l’Aula. Come tutti gli euroscettici, l’onorevole Clark usa spesso mezze verità, intere bugie e un sacco di semplificazioni. Nel suo discorso, ad esempio, ha parlato di sette milioni di euro di frodi, mentre la relazione dichiara chiaramente che stiamo trattando irregolarità. Invariabilmente sostituisce il termine “frode” con “irregolarità”. È un atteggiamento grossolano perché non è quello che dice la relazione.
In secondo luogo, parla come se ogni disastro che ci colpisce provenisse dall’Unione europea. Vorrei solo chiedere all’onorevole Clark di leggere la relazione della House of Lords britannica sui caroselli IVA. Vedrà allora che le sue stesse autorità non sono riuscite a fare cessare le frodi sull’IVA. Stiamo parlando di 3,5 – 4,5 miliardi di sterline britanniche di frode ogni anno, ovvero più di 10 milioni di sterline britanniche al giorno! È molto più ...
(Il Presidente interrompe l’oratore)
Dumitru Oprea (PPE-DE). – (RO) Congratulazioni all’onorevole Musotto per la sua relazione. Ritengo che molte delle irregolarità del periodo 2003-2006 potrebbero far cambiare le norme di presentazione del Sestoprogramma quadro, ad esempio rispetto al Quinto programma quadro, In quest’ultimo programma quadro, la parte B era anonima e qualsiasi riferimento al paese e alla persona alla base del progetto era penalizzata. Nel Sesto e nel Settimo programma quadro l’anonimato è scomparso. Nell’Ottavo programma quadro è possibile non ricorrere a questo sistema di presentazione anticipata dei progetti?
Ingeborg Grässle (PPE-DE). – (DE) Signor Presidente, la ringrazio per avermi dato l’opportunità di parlare di nuovo. Vorrei ringraziare l’onorevole Bösch, non solo per l’elogio rivolto al nostro relatore, ma anche per la sua equità e il suo aiuto. L’onorevole Bösch si è occupato della relazione sulla frode per molti anni. Adesso abbiamo noi quest’onore e io ritengo sia un grande segnale di forza della commissione per il controllo dei bilanci che sulla materia siamo tutti d’accordo.
Abbiamo incentrato la nostra attenzione sugli Stati membri. Anche la Commissione dovrebbe fare suo il messaggio che noi vogliamo aiutarla a far scomparire questa mancanza di chiarezza. Se guardiamo alle cifre sul recupero dei fondi, notiamo che i pareri sono molto diversi. Ecco perché stiamo tenendo la presente discussione nell’ambito della procedura di discarico. Di conseguenza, chiedo alla Commissione di avere il coraggio di dirci se non è a conoscenza di alcune cose, di modo che possiamo esserle d’aiuto. Ritengo che se affrontiamo la questione insieme, avremmo successo. Ancora una volta tante grazie all’onorevole Bösch.
Siim Kallas, Vicepresidente della Commissione. − (EN) Signor Presidente, vorrei ringraziare gli onorevoli deputati per i loro commenti sulla relazione. Noi consideriamo il testo particolarmente mirato e costruttivo. Ho solo due osservazioni su una questione sollevata da molti di voi, ovvero che cosa è un’irregolarità, che cosa è la frode, e quale approccio seguire per i recuperi.
Posso dire che abbiamo avuto un incontro preliminare con gli addetti ai lavori della Corte dei conti, e abbiamo cercato di armonizzare la comprensione delle cose. Ciò probabilmente ci aiuterà anche in tutti i nostri dibattiti futuri sul discarico e ovviamente in tutte e tre le relazioni − compresa la prossima − tutte strettamente correlate.
In secondo luogo, ho sollevato la questione con la Presidenza del Consiglio e ho chiesto di esaminare la relazione parlamentare durante la procedura. Con questo vorrei che documento fosse discusso nel quadro di ECOFIN. Mi auguro che il Consiglio lo farà. Di sicuro, dopo il voto sulla relazione, quando diventerà un documento ufficiale, cercheremo di avviare la discussione anche nel Consiglio, a livello delle sottocommissioni interessate.
Francesco Musotto, relatore. − Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei innanzitutto ringraziare tutti i colleghi per le parole rivoltemi e in particolar modo l’on. Bösch, il cui lavoro precedente ha costituito anche la base per costruire questo mio rapporto.
Vorrei sottolineare alcuni elementi. Fondamentalmente questa sintonia con il Commissario Kallas, in particolare per quel che riguarda – che è un impegno che ha preso la Commissione – l’esemplificazione dei meccanismi normativi che presiedono all’erogazione delle fonti finanziarie. Ha sottolineato un aspetto importante: più difficoltà ci sono, più complicazioni ci sono, più difficile lettura c’è di queste norme, più la criminalità organizzata, soprattutto, e tutte le forme di illegalità si possono insinuare in questi spazi bui. Quindi la semplificazione – e vorrei dire anche in più – l’avvicinamento da chi eroga le somme finanziarie a chi poi sono i beneficiari è un altro meccanismo di chiarezza, di trasparenza, di facilità di comprensione di tutto questo.
Il problema del recupero è un problema reale. I tempi sono troppo lunghi, la capacità di sanzionare chi froda la Comunità europea deve essere garantita da forme di fideiussione, da forme di garanzie come si possono applicare attraverso le banche. Si devono trovare indubbiamente delle forme per poter fare in modo di garantire l’erogazione e garantire soprattutto la possibilità di recuperare queste somme e quindi l’agevolare, il migliorare e il facilitare quelli che sono i tempi.
Noi riteniamo di aver fatto un lavoro – con la collaborazione di tutti e con la voglia e l’impegno politico di tutti i colleghi – fondamentale. E’ indubbio che la collaborazione, la disponibilità, la voglia di frenare questo fenomeno estremamente dannoso per la Comunità europea è un fatto estremamente e solamente politico.
Indubbiamente l’assenza del Consiglio non agevola tutto questo perché la sua presenza sarebbe stata anche la possibilità di sapere cosa ne pensa il Consiglio. Ma il Parlamento attorno a questi principi è assolutamente solidale e unito, e quindi riteniamo di aver costruito un fatto positivo che ben ci fa sperare per il futuro.
Presidente. − La discussione è chiusa.
La votazione si svolgerà martedì 19 febbraio 2008.
Dichiarazioni scritte (articolo 142)
Edit Herczog (PSE), per iscritto. – (HU) Signor Presidente, onorevoli colleghi, congratulazioni per questa relazione che sottolinea non solo i successi ottenuti di recente, ma anche alcune deplorevoli mancanze e inadempimenti di lunga durata.
Per me, si tratta di una relazione particolarmente attuale dato che in Ungheria dobbiamo prendere una decisione ai fini della creazione di un organismo anticontraffazione. Quest’organismo avrà in primo luogo una funzione di coordinamento, in collegamento con l’Ufficio ungherese per i brevetti, altre agenzie governative e operatori economici, e avrà compiti inerenti ai servizi di gestione dei dati di interesse per l’Unione europea.
Dobbiamo prepararci a una battaglia lunga e inutile. La conoscenza – protetta o di dominio pubblico – sta diventando sempre più accessibile. Un’automobile esposta in un salone può essere copiata nell’arco di cinque minuti nella stanza accanto. Il risultato è che l’automobile non sarà peggiore, ma solo più economica. È nostro compito decidere se andare avanti e acquistare in ogni caso l’oggetto più costoso. Dobbiamo decidere se siamo disposti a pagare per i successi intellettuali, per l’innovazione, anche se abbiamo la possibilità di scegliere il prodotto o il servizio secondario che non ha valore aggiunto.
Al riguardo occorrono una mola consapevolezza e un forte impegno. Non possiamo pretendere che i singoli cittadini riconoscano questi collegamenti e prendano decisioni basate sui valori se i legislatori o i governi non sono in grado di fare altrettanto.
È molto importante ridurre il numero delle irregolarità connesse all’uso dei fondi comunitari al di sotto del tasso di errore tollerabile: le frodi di questo tipo fanno apparire ridicola l’intera Unione europea quando fondi comunitari sono usati in un modo che contraddice gli obiettivi dichiarati dell’UE.