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Procedura : 2007/2102(INI)
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Ciclo del documento : A6-0503/2007

Testi presentati :

A6-0503/2007

Discussioni :

PV 19/02/2008 - 13
CRE 19/02/2008 - 13

Votazioni :

PV 20/02/2008 - 4.5
CRE 20/02/2008 - 4.5
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Testi approvati :

P6_TA(2008)0059

Resoconto integrale delle discussioni
Martedì 19 febbraio 2008 - Strasburgo Edizione GU

13. Strategia comunitaria per l’Asia centrale (discussione)
Processo verbale
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  Presidente. (DE) L’ordine del giorno reca la relazione, presentata dall’onorevole Cem Özdemir a nome della commissione per gli affari esteri, su una strategia comunitaria per l’Asia centrale (A6-0503/2007) [2007/2102(INI)]

 
  
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  Cem Özdemir, relatore. − (DE) Signora Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, per prima cosa consentitemi di cogliere questa opportunità per ringraziare i relatori ombra per il loro sostegno e i consigli preziosi a favore della relazione sull’Asia centrale. Inoltre, desidero ringraziare in modo particolare la segreteria dell’AFET e ovviamente anche i colleghi del gruppo, che a questo punto non dovrebbero essere dimenticati e senza i quali la presente relazione non avrebbe visto la luce. Cito solo alcuni di loro: Dag Sourander, Paolo Bergamaschi, Rosemary Opacic, Andrew Woodcock, Margaret François e la mia collega Rana Aydın.

Questa sera, stiamo discutendo per la prima volta nel Parlamento europeo della relazione sull’Asia centrale. Ritengo che questo sia un periodo speciale per quest’Aula, poiché riflette l’importanza che attribuiamo a questa regione nelle nostre relazioni. L’Asia centrale sta diventando un partner strategico sempre più rilevante per l’Unione europea. Dopo anni di disattenzione, l’Unione europea ha ammesso la necessità di una strategia coerente nei riguardi delle cinque repubbliche centro-asiatiche di Kazakistan, Repubblica kirghiza, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan. In seguito al crollo dell’Unione Sovietica, questi cinque paesi sono entrati a far parte dell’OCSE, il che significa che in effetti si sono anche assunti l’impegno di accettare i valori, le norme e i principi che condividiamo in seno a tale organizzazione.

Sotto la Presidenza tedesca del Consiglio, il 20 e 21 giugno 2007 il Consiglio europeo ha adottato una strategia comune per l’Asia centrale. Tale strategia offre ai cinque paesi una parte dell’esperienza e delle competenze d’Europa in settori fondamentali, quali buona governance, Stato di diritto, democratizzazione, diritti umani, istruzione e formazione. La dipendenza dell’Unione europea da fonti di energia esterne e la sua esigenza di una politica energetica diversificata al fine di garantire la certezza degli approvvigionamenti energetici rappresentano un interesse comune sia per l’UE che per le repubbliche dell’Asia centrale. A tale proposito, abbiamo interessi condivisi.

Fondamentalmente, tuttavia, quando si tratta di fonti energetiche, ci riferiamo a due paesi, Turkmenistan e Kazakistan. Uzbekistan e Tagikistan, ad esempio, presentano di per sé problemi relativi all’energia, come d’altronde abbiamo appreso di recente. Riguardo all’acqua, la Repubblica kirghiza è ricca di energia, motivo per cui l’abbiamo volutamente citata. In questo ambito ci stiamo attenendo alla proposta della Commissione e alle missioni in situ volte a istituire un’Accademia per l’acqua e l’energia che sia in grado di considerare la questione nel suo complesso, anche dal punto di vista dell’ambiente e della sostenibilità. È inoltre nell’interesse dei paesi coinvolti diversificare le proprie rotte dell’energia, poiché non può andare a nostro favore aumentare ulteriormente la dipendenza dalla Russia.

Gli accordi di partenariato e cooperazione sono strumenti essenziali di cooperazione bilaterale con questi Stati. Gli accordi con Kazakistan, Repubblica kirghiza e Uzbekistan sono già entrati in vigore, mentre quello con il Tagikistan non è ancora stato ratificato da tutti gli Stati membri. Finora, non abbiamo firmato alcun accordo con il Turkmenistan. Le ragioni sono note. Nel paese hanno a che fare con il regime di isolamento che è prevalso ad Ashgabat alla fine del 2006. Speriamo (e presumo di parlare a nome di tutti in quest’Aula) di assistere a un nuovo inizio in Turkmenistan e ci auguriamo che prosegua le proprie riforme democratiche. Eppure dobbiamo anche ammettere che a questo punto c’è ancora molta strada da fare. Accogliamo positivamente i primi passi che sono stati compiuti nella direzione di una maggiore apertura. Speriamo, tuttavia, che questo sia soltanto il principio di ciò che vorremmo vedere.

La presente relazione fissa con precisione obiettivi e priorità per i rapporti con le cinque repubbliche. Occorre combinare approcci specifici dei paesi e regionali. Siamo interessati alla democrazia e allo Stato di diritto, senza trascurare i diritti umani. Vogliamo criteri precisi che definiscano gli indicatori e i traguardi in modo che i nostri partner sappiano con che cosa hanno a cha fare. Mi auguro inoltre che la Commissione e il Consiglio continuino a chiedere in maniera risoluta il rilascio dei prigionieri politici e l’indipendenza dei mezzi di comunicazione. Spero anche che i governi si sentano incoraggiati da questa relazione a intraprendere le misure necessarie per quanto riguarda i diritti umani e, in particolare, liberino gli attivisti senza condizioni né indugi.

Un aspetto è chiaro: otterremo una stabilità a lungo termine nella regione solo se è accompagnata dallo sviluppo della società civile. Senza società civili attive e lo Stato di diritto non può esistere alcuna stabilità a lungo termine. Anche se per noi vogliamo la sicurezza energetica, non dobbiamo mettere la democrazia contro di essa.

 
  
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  Benita Ferrero-Waldner, Membro della Commissione. − (DE) Signora Presidente, onorevoli deputati, onorevole Özdemir, anche noi consideriamo l’Asia centrale una regione di crescente importanza e concordo pienamente con lei sul fatto che costituisca un ponte tra Europa e Asia, che sia dotata di grande valore strategico e che, in effetti, sia un vicino dei vicini, se si pensa al Caucaso. In realtà, come ha affermato, i paesi dell’Asia centrale ora sono membri dell’OCSE e, in quanto tali, desiderano rapporti stretti con l’Europa. È essenziale continuare a sostenere tale aspetto. Vogliamo soddisfare questa esigenza e abbiamo collaborato in maniera davvero positiva con la presidenza tedesca. Noi come Commissione abbiamo presentato proposte che in seguito sono state accolte da tutti. Di conseguenza, abbiamo ottenuto una nuova e più importante strategia per l’Asia centrale.

Sono lieta che il Parlamento europeo e l’onorevole Özdemir abbiano considerato in modo preciso tale questione con questa efficace relazione. Effettivamente è più importante compiere progressi in futuro tramite l’attuazione di tale strategia.

Naturalmente, dobbiamo sempre ricordare che, sebbene l’Unione europea sia stata attiva in questi paesi dalla loro indipendenza, ora abbiamo una sorta di nuovo stimolo e stiamo dedicando loro maggiore attenzione. Accolgo quindi con favore la netta dichiarazione nella relazione sul fatto che il Parlamento europeo incoraggi gli Stati membri a ratificare l’accordo di partenariato e cooperazione con il Tagikistan in particolare. Spero che la stessa cosa accadrà con il Turkmenistan, dove un quadro contrattuale di ampia portata consentirebbe inoltre un sostegno più intenso per le condizioni e le riforme quadro.

Come sapete, per molti anni abbiamo fornito assistenza tecnica bilaterale nel quadro del processo di riforma, nonché aiuti umanitari. Pertanto non partiamo da zero. Esiste, tuttavia, un enorme potenziale per sviluppare ulteriormente i nostri rapporti. Questa è la ragione per cui abbiamo definito chiaramente nella nuova strategia quali obiettivi intendiamo ottenere tramite questo più stretto coinvolgimento: sostegno autentico alle riforme nel settore dei diritti umani, della democrazia, del supporto allo sviluppo economico e agli investimenti, della protezione dell’ambiente, della sostenibilità ambientale, dello sviluppo dell’energia e di collegamenti in materia di trasporti, nonché misure volte ad affrontare sfide comuni quali il traffico di droga.

Questa strategia è inoltre fiancheggiata dalla strategia dell’Unione europea per gli aiuti regionali all’Asia centrale. Questo elemento appoggia i nostri obiettivi politici e contribuisce notevolmente al raggiungimento dei traguardi di sviluppo del Millennio, soprattutto nelle aree della riduzione della povertà e della salute.

Ritengo sia più importante compiere progressi in settori specifici quali i diritti umani, ma anche nell’istruzione, nello Stato di diritto, in rilevanti progetti regionali nell’Asia centrale e occidentale, nell’industria idrica, nell’ampliare il mandato della BEI. Giustamente lei ha fatto riferimento al dialogo relativo alla politica energetica e al fatto che andrebbe concluso un accordo con il Turkmenistan in merito alla cooperazione nel campo dell’energia. A tale proposito, Kazakistan e Turkmenistan sono particolarmente importanti per noi.

Al riguardo, consentitemi di sottolineare che in primavera, nella capitale del Turkmenistan, Ashgabat, aprirà una EU House, un centro informazioni europeo, che renderà molto più visibili i nostri provvedimenti. Spero di essere in grado di inaugurarla io stessa. Infine, i preparativi per stabilire una delegazione in Uzbekistan e per rinnovare quelle presenti in Tagikistan e nella Repubblica kirghiza stanno procedendo secondo quanto programmato.

Permettetemi di concludere brevemente con le ultime notizie relative all’attuale crisi energetica e alimentare in Tagikistan. Il mio collega Louis Michel è in procinto di esaminare la proposta di ECHO di stanziare 750 000 euro per una serie di misure assistenziali urgenti, e auspico che tale proposta sia approvata nel prossimo futuro.

Potrei di certo proseguire, ma il tempo di parola è limitato per me come per gli altri.

 
  
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  Josep Borrell Fontelles, relatore per parere della commissione per lo sviluppo.(ES) Signora Presidente, come ha affermato il relatore, questa regione richiede una strategia coerente dell’Europa. Coerenza significa attenersi al consenso europeo in merito alla crescita e, in particolare, all’uso degli strumenti finanziari per la cooperazione per lo sviluppo, finalizzata principalmente a eliminare la povertà e ottenere gli obiettivi del Millennio.

Tuttavia, è molto improbabile che la regione sarà in grado di raggiungere tali obiettivi ed è ovvio che la povertà continua a essere una delle questioni più urgenti nei paesi dell’area, eccetto quelli che hanno a disposizione il petrolio.

Tuttavia, nelle priorità essenziali di tale strategia non figura alcuna eliminazione della povertà o inclusione sociale, né si pone attenzione particolare alle questioni relative alla salute pubblica o all’abolizione della discriminazione di genere.

La commissione per lo sviluppo chiede di porre l’accento su tali obiettivi in qualsiasi strategia che miri a essere coerente nei confronti di questi paesi e degli altri strumenti di politica dell’Unione europea.

Accogliamo positivamente il fatto che le questioni connesse all’istruzione, in particolare quella primaria, siano menzionate come un settore di cooperazione. È necessario che lo siano, poiché l’istruzione è l’Obiettivo del Millennio che questi paesi sono i più distanti dal raggiungere.

Accogliamo inoltre con favore il riferimento alle convenzioni OIL relative al concetto di lavoro dignitoso e sottolineiamo che tali norme devono svolgere un ruolo integrante nella cooperazione economica, negli investimenti e nelle relazioni commerciali, combattendo in particolare il lavoro minorile, che continua tuttora a essere motivo di gravi preoccupazioni in questi paesi, soprattutto nel Tagikistan e nell’Uzbekistan.

 
  
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  Alojz Peterle, a nome del gruppo PPE-DE. – (SL) Mi congratulo con il relatore, l’onorevole Özdemir, per il suo lavoro accurato e desidero ringraziarlo per il suo apporto a questa relazione, che esprime la chiara volontà politica dell’Unione europea per una maggiore cooperazione strategica tra l’UE e i paesi dell’Asia centrale, il cui progresso democratico ed economico è importante per la stabilità globale.

La relazione accoglie in termini realistici e favorevoli i progressi compiuti dai paesi della regione in numerosi settori. Allo stesso tempo, critica in maniera costruttiva le lacune politiche, in particolare negli ambiti dei diritti umani, della democrazia, dello Stato di diritto, della tutela ambientale e della salute.

La relazione è stata elaborata nella piena consapevolezza della diversità dei paesi dell’Asia centrale e con la convinzione che sia di reciproco interesse accrescere la cooperazione non solo nel settore dell’energia, ma anche nell’ambito più vasto delle politiche e della sicurezza, nonché in altre aree. L’aspirazione a nuove dinamiche relazioni è anche riflessa nella proposta di valutare i progressi nella cooperazione ogni due anni, e in quella relativa al fatto che la Commissione europea dovrebbe provvedere con urgenza all’istituzione di delegazioni in tutti i paesi dell’Asia centrale.

I paesi dell’Asia centrale e tutti gli Stati membri dell’Unione europea partecipano all’OCSE e sono tenuti a rispettare gli stessi principi e valori. Il Kazakistan assumerà la presidenza dell’OCSE nel 2010, e ha quindi acquisito grande fiducia, e sarà il primo paese della regione a ottenere una responsabilità così importante. Spero che questo evento contribuirà a ulteriori passi avanti a livello democratico e generale in Kazakistan e in tutti gli altri paesi della regione, e a legami più stretti con l’UE.

Onorevoli colleghi, sono lieto che, laddove è interessata l’Asia centrale, la Commissione europea, il Consiglio e il Parlamento parlino la stessa lingua. È giunto il momento di alzare a un livello più elevato il rapporto e la cooperazione tra l’Unione europea e i paesi dell’Asia centrale sulla base di una strategia chiara e vincolante.

 
  
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  Katrin Saks, a nome del PSE. – (ET) Signora Presidente, signora Commissario, purtroppo l’Unione europea ha scoperto l’Asia centrale relativamente tardi e non sono del tutto certa se tuttora comprendiamo il valore della regione in termini di politica economica e in materia di sicurezza. Un’occhiata in quest’Aula mostra che non è esattamente uno dei luoghi più noti. In ogni caso, tuttavia, la strategia per l’Asia centrale adottata lo scorso anno durante la Presidenza tedesca e questa relazione da parte del Parlamento europeo mostrano un passo avanti positivo. Mi congratulo con il relatore e lo ringrazio per il suo apporto gradito e costruttivo.

I principali problemi che affliggono l’Asia centrale sono riflessi nella presente relazione, incluse le questioni relative alla sicurezza, alla lotta al terrorismo, all’energia, alla lotta contro la povertà, al transito di stupefacenti, al traffico di esseri umani, all’ambiente e allo sviluppo di relazioni con l’UE, alla cooperazione regionale e alle sfide della globalizzazione. Gli aspetti importanti sono, da un lato, assumere un approccio a livello regionale, e, dall’altro, valutare ogni paese in base ai meriti, poiché, anche se in questo caso si tratta di una sola regione, i paesi appartenenti a essa nondimeno differiscono l’uno dall’altro di un livello piuttosto marcato.

L’aspetto fondamentale della relazione è il buon equilibrio che stabilisce tra i fattori economici e i diritti umani. Dato che i paesi in questione sono ricchi di risorse, esiste il rischio che gli interessi potrebbero prevalere sui valori dei nostri rapporti. Ciò potrebbe essere ulteriormente complicato dal fatto che non c’è alcuna precedente esperienza di tipo democratico in Asia centrale, rendendo l’applicazione delle norme internazionali un risultato difficile.

La situazione è resa ancora più complessa dai legami tradizionali basati sui clan e dal continuo retaggio sovietico. Potrebbe quindi sembrare che stiamo usando il medesimo vocabolario, come diritti umani, libertà di parola, libertà di stampa, ma il significato che attribuiamo a queste parole è del tutto diverso. Di conseguenza, la cooperazione non è semplice, ma dobbiamo approfittare dell’interesse che i paesi dell’Asia centrale mostrano per l’UE. Non siamo, tuttavia, la loro unica ancora di salvezza. Negli ultimi anni, la Russia ha nuovamente sviluppato in modo rigoroso relazioni con questi paesi, nonché con i paesi asiatici.

Ciononostante, l’Unione europea ha a disposizione la migliore opportunità di sempre di approfondire le proprie relazioni utilizzando i legami e le competenze che i paesi baltici, ad esempio, che ora fanno parte dell’UE, accanto ad altri nuovi membri, hanno avuto in precedenza con gli Stati dell’Asia centrale. Per concludere, è molto importante consolidare la nostra presenza nella regione, anche se agire secondo quanto affermato dalla signora Commissario e il fatto che in Asia centrale stiamo trattando con paesi in cui la maggioranza della popolazione, al contrario dell’Unione europea, è giovane, i nostri progetti dovrebbero concentrarsi in particolare su di essa.

 
  
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  Samuli Pohjamo, a nome del gruppo ALDE. – (FI) Signora Presidente, signora Commissario, prima di tutto desidero ringraziare il relatore, l’onorevole Cem Özdemir, per aver elaborato una valida relazione. Ha svolto un lavoro impegnativo in quest’ambito e ha sollevato alcune delle questioni fondamentali in merito all’UE e alla strategia per l’Asia centrale.

Dalla relazione appare evidente che l’UE considera l’Asia centrale da due prospettive. L’Unione ha intenzione di incrementare le importazioni di gas naturale e di petrolio dalla regione, nonché diversificare le rotte di transito. Allo stesso tempo, intende migliorare la situazione dei diritti umani, promuovere la democrazia e l’uguaglianza, riformare i sistemi governativo e giuridico. Trovare il giusto equilibrio per tali obiettivi sarà un compito impegnativo. L’UE avrà bisogno di progredire nell’attuazione della sua strategia per l’Asia centrale, accelerare l’applicazione dei progetti ed estendere il suo approccio a livello locale e nazionale.

Desidero porre l’accento su quanto sia importante che si svolgano un dialogo e una cooperazione tra l’UE e l’Asia centrale. Allo stesso tempo, l’Unione deve anche sostenere le relazioni tra i paesi dell’Asia centrale e fornire assistenza tecnica per la lotta contro il traffico di essere umani e di droga. Il contributo dell’UE ai servizi sanitari, alle riforme sociali ed educative, e a una cooperazione nel settore scientifico accrescerà il numero di contatti nella società civile e rafforzerà i valori, la democrazia, lo Stato di diritto e i diritti umani a livello europeo. Ciò preparerà inoltre la strada verso la cooperazione in materia di politica energetica.

Vorrei anche menzionare l’importanza del sostegno dell’UE per un’istruzione e una formazione di base e avanzata, che presenterà migliori opportunità di studio nell’UE e di scambio con studenti delle università europee. L’Unione europea necessita inoltre di sostenere e incoraggiare i paesi dell’Asia centrale a intraprendere misure più efficaci nel settore della protezione ambientale, nella loro ricerca di un impiego dell’acqua sostenibile e nell’uso delle altre risorse naturali.

 
  
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  Adam Bielan, a nome del gruppo UEN. – (PL) Signora Presidente, anch’io desidero ringraziare l’onorevole Özdemir per la sua eccellente relazione.

Signora Commissario, senza dubbio la sicurezza energetica rappresenta una delle maggiori sfide a cui l’Europa deve far fronte nel XXI secolo. Può essere affrontata solo diversificando le nostre fonti di approvvigionamento energetico, in modo da liberare gli Stati membri dell’UE dalla dipendenza da compagnie controllate da servizi di sicurezza russi.

La principale fonte di diversificazione potrebbe essere rappresentata dai paesi dell’Asia centrale. Questa soluzione sembra soddisfare entrambe le parti: gli Stati membri dell’UE, che sono alla ricerca di risorse energetiche alternative, e i paesi dell’Asia centrale, che vorrebbero commerciare le loro materie prime a prezzi più elevati.

Nel frattempo, l’estensione del gasdotto Odessa-Brody fino al porto polacco di Danzica non è stata attuata, e la realizzazione del gasdotto Nabucco, l’unico che potrebbe portare gas naturale agli Stati membri dell’UE indipendentemente dalla Russia, ora sembra meno probabile, considerato l’accordo dello scorso anno fra Turkmenistan e Kazakistan e la Russia sulla costruzione di un gasdotto lungo la costa del Mar Caspio, nonché il recente accordo fra Russia e Bulgaria e la privatizzazione dell’industria petrolifera serba.

La conseguenza è che, a causa della mancanza di solidarietà in seno all’Unione europea e all’inefficiente diplomazia europea, i nostri paesi stanno consentendo a Russia e Cina di spingerli fuori da questa importante regione del mondo. Vorrei quindi chiedere alla signora Commissario quali azioni concrete intende intraprendere la Commissione europea a favore di progetti quali i gasdotti Odessa-Brody-Danzica e Nabucco.

 
  
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  Jiří Maštálka, a nome del gruppo GUE/NGL. – (CS) Onorevoli colleghi, per prima cosa desidero ringraziare il relatore per aver dedicato così tanto tempo e impegno all’elaborazione di questa relazione. Tuttavia, sono spiacevolmente costretto a seguire questa affermazione positiva con l’osservazione che la proposta in questione è estremamente incoerente e strutturata in maniera insufficiente, con numerose ripetizioni. La mia domanda principale è: a chi è effettivamente indirizzata?

Temo che i paesi a cui è rivolto il testo proveranno un senso di disorientamento. Sarà un grattacapo anche per i diplomatici di questi paesi, poiché saranno alle prese con il compito di gestire le critiche contenute nella relazione. Ritengo che per futuri riferimenti sarebbe appropriato suddividere la risoluzione e la relazione esplicativa. Desidero citare l’esempio di uno dei paesi interessati, il Kazakistan. Alla fine del 2006, il Presidente del Kazakistan, Nursultan Nazarbajev, è giunto a Bruxelles. Mi pare che la signora Commissario fosse presente. In quell’occasione sono state espresse parole di apprezzamento e lode. Leggendo la relazione, invece, l’impressione complessiva è che i consensi non fossero seri o sinceri. È la quota di fornitura di gas o petrolio la misura della nostra obiettività? Non siamo a conoscenza del fatto che il Kazakistan abbia in effetti attuato un programma dal titolo “Passaggio in Europa”, che riflette l’autentico desiderio della repubblica di avvicinarsi all’UE nei settori interessati? Ritengo che la relazione non offra una risposta onesta alla domanda dei kazaki se il loro paese possa essere considerato parte dell’Europa in termini geografici ma anche più generali. Penso inoltre che il tono tradizionalmente accondiscendente della relazione con cui l’UE si rivolge ai suoi poveri pari illetterati sia inappropriato.

Il testo non opera affatto una distinzione tra i diversi paesi della regione, sia in relazione ai diritti umani o a questioni di sviluppo economico e sociale. L’obbligo di includere tra loro i paesi dell’Asia centrale e della Mongolia appare comprensibile solo in quanto uno sforzo di unire sotto un unico ombrello Stati considerati dai relatori luoghi di simile importanza geopolitica, presumibilmente potenziali piattaforme contro Russia e Cina. Alcune espressioni nella proposta di risoluzione sono discutibili. Che cosa intende il considerando R dichiarando che molti paesi hanno avuto, storicamente o più di recente, interessi legittimi nella regione? Manifesta il nostro appoggio alle ambizioni coloniali di alcune potenze europee del passato, o si tratta di una forma di preoccupazione per gli interessi di certe compagnie petrolifere? Inoltre, la dichiarazione che Russia e Cina hanno cercato di aumentare le rispettive sfere di influenza nell’Asia centrale mediante l’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai per me non ha senso.

In conclusione, vorrei affermare che le ammirevoli intenzioni di migliorare le relazioni dell’UE con i paesi dell’Asia centrale e gli sforzi volti a sostenere lo sviluppo democratico e sociopolitico locale sono stati messi in ombra nel progetto di risoluzione dagli interessi estremamente dubbi di certi gruppi ambiziosi. Considerando gli obiettivi e le necessità reali dell’UE, il testo risultante, a mio avviso, è inaccettabile.

 
  
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  Bastiaan Belder, a nome del gruppo IND/DEM. – (NL) Signora Presidente, l’onorevole Özdemir nella sua relazione evidenzia giustamente che l’Asia centrale è di rilevanza strategica fondamentale per l’Unione. Sostiene inoltre che gli accordi con paesi terzi devono avvenire a condizione di un chiaro impegno per i diritti umani nel paese partner. Il dialogo deve essere schietto e franco.

Il Turkmenistan è uno dei paesi dell’Asia centrale menzionati dal relatore. La libertà di religione in questo paese è una completa farsa. La religione è del tutto controllata dallo Stato. Il Ruhnama (religione di Stato e culto della personalità attorno all’ex Presidente Niyazov) rimane la regola. Gruppi di credenza religiosa non registrati di conseguenza vivono tempi duri. Si trovano tra l’incudine e il martello. Intimidazioni da parte di burocrati blocca la loro libertà religiosa e incontrano problemi nel muoversi liberamente e nel possedere dei beni. La condizione dei pastori battisti russi Kalataevsky e Potolov, di cui ho domandato alla Commissione l’autunno scorso, è solo un esempio di questa terribile realtà odierna.

Pertanto vorrei chiedervi nuovamente di essere comprensivi a sufficienza per prendere in considerazione gli emendamenti che ho presentato, ovvero i nn. 12 e 13. Il Turkmenistan è un paese che conta, siccome l’Unione europea cerca di diversificare le proprie risorse di approvvigionamento energetico; ciò è indubbio. Ma merita anche attenzione la posizione dei gruppi religiosi a cui ho fatto riferimento in precedenza e quella di altre minoranze. Lo stesso ragionamento vale per gli altri nostri partner dell’Asia centrale. Faccio affidamento sul vostro sostegno.

 
  
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  Charles Tannock (PPE-DE) . (EN) Signora Presidente, un partenariato tra l’UE e l’Asia centrale è atteso da tempo, e mi congratulo con l’onorevole Özdemir per la sua relazione. Questa regione vasta e vitale dal punto di vista strategico è contesa da tre realtà: Cina, Russia ed Europa. È essenziale fare del nostro meglio per garantire che la scelta razionale dell’Asia centrale sia un partenariato con l’Unione europea.

Il graduale emergere del Turkmenistan dall’isolamento fornisce all’UE un’opportunità decisiva. Assicurare forniture regolari e sicure di abbondanti risorse turkmene di idrocarburi diminuirà l’attuale dipendenza europea dalla Russia. Questa azione richiederà un nuovo gasdotto che attraversi il Mar Caspio e faccia da collegamento con il progetto Nabucco.

L’Uzbekistan, che è stato giustamente ostracizzato in seguito al massacro di Andijan, ha iniziato ad avviare un dialogo sui diritti umani con l’UE. Si tratta di un considerevole passo avanti. Chiaramente si devono compiere ancora molti progressi prima che l’Uzbekistan possa essere considerato un paese propriamente democratico. Tuttavia, l’Uzbekistan è un alleato fondamentale nella guerra al terrorismo internazionale, in particolare per quanto riguarda l’Afghanistan.

Per l’UE, il Kazakistan dovrebbe essere il gioiello nella corona dell’Asia centrale. L’abbondante petrolio, le risorse di gas e di minerali, incluso l’uranio, rappresentano un’evidente attrazione. Anche se il Kazakistan non è una democrazia liberale occidentale della nostra tradizione, sta compiendo notevoli progressi come paese multireligioso, secolare e a maggioranza musulmana. Considerato il fatto che soltanto 17 anni fa era una repubblica dell’Unione Sovietica, la presidenza kazaka dell’OCSE nel 2010 rafforzerà ulteriormente lo slancio verso una maggiore libertà politica e diritti umani nel paese.

In quanto relatore della dimensione orientale della politica europea di vicinato (PEV), una volta ho prospettato che il Kazakistan potrebbe un giorno partecipare alla PEV. Ritengo che in futuro si verificherà qualcosa di simile a questa intesa.

 
  
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  Jan Marinus Wiersma (PSE) . – (NL) Signora Presidente, i miei complimenti al relatore, l’onorevole Cem Özdemir. È un peccato che la maggior parte della popolazione dell’Asia centrale probabilmente si è addormentata anni fa.

L’Unione europea ha a lungo trascurato l’Asia centrale. La strategia ora concepita è un passo gradito volto a colmare il divario. Come molti oratori hanno affermato, l’Unione presenta notevoli interessi nella regione. Stiamo optando per una strategia realistica che assuma una visione coesiva delle varie sfaccettature della nostra relazione con l’Asia centrale e i suoi sviluppi. Come il nostro rappresentante speciale dell’UE, Pierre Morel, ha dichiarato in numerose occasioni, non esiste un dialogo sull’energia, a meno che non contribuiamo alla costruzione di Stati che funzionino correttamente. Un corretto funzionamento degli Stati significa democratizzazione. Non c’è la garanzia che questa nuova strategia avrà successo. Ciò dipende molto dal modo in cui è applicata. Stiamo aspettando soprattutto che la Commissione europea avvii la strategia. Naturalmente, in tutto questa situazione, la questione dei diritti umani non deve essere persa di vista.

Per quanto riguarda l’Uzbekistan, resto dell’opinione che dobbiamo rimanere fermi nei nostri rapporti con questo paese finché il periodo del regime non comunichi chiaramente di essere autenticamente pronto a passare alla democrazia.

Il Kazakistan, un punto importante. Condivido l’opinione generale che questo paese sia di capitale importanza nella regione. Non concordo con l’onorevole Tannock che dovrebbe essere incluso nella PEV, ma dovremmo considerare come migliorare le nostre relazioni con il Kazakistan. Ho visitato il paese e sono stato colpito dalla sua energia, non soltanto economica, ma anche sociale. Sono lieto sia stato raggiunto un accordo sulla questione se il Kazakistan possa assumere o meno la presidenza dell’OCSE. Sono anche soddisfatto che tale accordo e tale decisione giungano con alcune condizioni annesse. Possiamo controllare il paese nei prossimi anni per vedere se soddisfa quelle condizioni.

Un commento finale. Nell’Asia centrale possiamo operare in tutti i settori, ma solo se teniamo a mente anche il ruolo di Russia e Cina nella regione. Pertanto, nella nostra politica nei confronti di questi paesi dobbiamo inoltre considerare la forma che intendiamo attribuire al nostro crescente interesse nella regione. Quando sono stato in Kazakistan, ho appreso che per i kazaki Cina e Russia non rappresentano soltanto i loro partner principali, ma che desiderano rapporti più stretti con l’Unione europea. La nostra nuova strategia può rivelarsi un’ottima risposta.

 
  
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  Ona Juknevičienė (ALDE) . – (EN) Signora Presidente, desidero iniziare congratulandomi con l’onorevole Özdemir per aver elaborato questa relazione molto esauriente.

In qualità di presidente della delegazione per le relazioni con i paesi dell’Asia centrale, e in collegamento con questa risoluzione, vorrei trattare alcune questioni che ritengo importanti.

Per prima cosa, l’Asia centrale ha un evidente e sempre maggiore valore per l’Unione europea e per il mondo nel suo complesso, senza dubbio grazie alle sue ricche risorse energetiche. Abbiamo numerosi interessi comuni nel promuovere la sicurezza e affrontare minacce quali terrorismo e traffico di droga. Sono lieta che la strategia dell’Unione europea per un nuovo partenariato con l’Asia centrale si rivolga a tali problemi in maniera decisa, al pari di questa risoluzione.

La regione occupa una posizione geostrategica decisiva, in particolare poiché confina con Afghanistan, Cina e Russia. Pertanto, dobbiamo definire chiaramente i nostri obiettivi e le nostre priorità, tenendo presente tale contesto.

Nel 2010 il Kazakistan diventerà il paese a capo dell’OCSE, organizzazione responsabile di garantire la democrazia e i diritti umani fondamentali. Sono soddisfatta per i miei colleghi, ma mi preoccupo per i kazaki, il cui attuale Parlamento eletto non include un solo membro dell’opposizione.

Tutti i paesi dell’Asia centrale hanno ancora una lunga strada da percorrere nella direzione delle riforme economiche e politiche e della costruzione di società democratiche. L’esempio delle repubbliche ex sovietiche, compreso il mio paese, la Lituania, dimostra che 17 anni di indipendenza non sono sufficienti a ottenere pienamente un reale cambiamento. Tuttavia, dobbiamo trasmettere il nostro principale messaggio, ovvero che l’Europa non è alla ricerca di benefici materiali a discapito dei valori umani.

 
  
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  Wiesław Stefan Kuc (UEN) . – (PL) Signora Presidente, signora Commissario, il raggiungimento dell’indipendenza da parte dei paesi dell’Asia centrale quasi 20 anni fa, discusso nella relazione dell’onorevole Özdemir, ha condotto a un completo cambiamento culturale dopo anni di asservimento.

Ovviamente, questi paesi hanno impiegato la loro nuova libertà in linea con le pratiche e le abitudini passate. È difficile ottenere un cambiamento in così breve tempo. Queste nazioni hanno resistito nei secoli grazie alla differenza culturale fondata su una lunga tradizione. Si tratta di un fattore che dovremmo e dobbiamo rispettare. Il cambiamento deve avvenire gradualmente, in modo da non originare ostilità nei confronti della nostra cultura e delle nostre aspettative.

I legami economici con la Federazione russa sono rimasti dopo l’indipendenza, e sono tuttora forti. La cultura, la scienza e l’economia russa hanno notevolmente influenzato quelli che ora sono Stati indipendenti. A meno che non realizziamo legami alternativi con l’Unione europea, siamo destinati a fallire, nonostante le aspettative dimostrate nei nostri confronti da tali paesi.

Occorre iniziare con l’economia: sostituiamo i gasdotti russi con i nostri, le installazioni tecniche russe con le nostre e la lingua russa con quella inglese. Questo intervento condurrà un cambiamento sistematico nella cultura.

 
  
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  Gerard Batten (IND/DEM) . – (EN) Signora Presidente, questa relazione esprime una preoccupazione relativa al fatto che la nuova Costituzione kirghiza, votata con un referendum nell’ottobre 2007 senza alcun ampio dibattito pubblico, potrebbe modificare l’equilibrio di poteri. La Costituzione kirghiza è stata emendata con un referendum controverso nel 1996, e nel 2003 se n’è svolto un altro che ha approvato ulteriori modifiche costituzionali.

La relazione prosegue nel condannare, nelle repubbliche dell’Asia centrale, la “preoccupazione di mantenere il controllo interno”, che “è un dato di fatto in regimi che mostrano scarso interesse a ottenere il consenso popolare su cui basare il loro governo”.

Aspetti un attimo, a chi si sta riferendo in questo punto? I cambiamenti costituzionali che possono “modificare l’equilibrio di poteri”. “Preoccupazione di mantenere il controllo interno”, con “scarso interesse a ottenere il consenso popolare” su cui basare il governo di un’élite politica. Sembra un estratto della relazione dell’UKIP relativa alla Costituzione europea, scusate, intendevo il Trattato di Lisbona.

Dubito che le cinque repubbliche dell’Asia centrale siano modelli di democrazia e di Stato di diritto, ma almeno quando i politici kirghizi hanno voluto modificare la costituzione, hanno avuto la decenza di chiedere l’approvazione dei cittadini con un referendum.

Si tratta di un’azione che l’Unione europea non ha mai avuto la decenza né il coraggio di fare con i cittadini europei.

 
  
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  Rihards Pīks (PPE-DE) . – (LV) Signora Presidente, signora Commissario, grazie. Per prima cosa, desidero ringraziare il relatore, il relatore ombra e i loro assistenti, siccome la relazione è molto esauriente e contiene numerosi riferimenti e ricerche documentate, con un’analisi separata per ciascun paese. Tuttavia, vorrei attirare la vostra attenzione su alcune questioni che, a mio avviso, non sono state affrontare adeguatamente. Sì, desidero inoltre aggiungere che la descrizione del Commissario in merito alle attività specifiche da svolgere in questi paesi nel prossimo futuro, è stata molto gradita. Mi pare, tuttavia, che nella relazione e nella strategia dell’Unione europea in generale, non figurino sufficienti decisioni o azioni strategiche riguardanti tali paesi, laddove mi sembra che Russia, Cina, Corea del Sud e India esercitino tutti una notevole influenza su di essi. Vorrei inoltre porre l’accento su un evento che penso il mio collega, l’onorevole Adam Bielan, abbia già menzionato: il 10 ottobre 2007, i leader di molti paesi si sono incontrati a Vilnius per discutere dei condotti per la fornitura di energia dal Mar Caspio. La settimana precedente, Putin, che non è affatto un assiduo visitatore di altri paesi, si è recato in Turkmenistan con il Presidente Nazarbayev e, proponendo un prezzo lievemente superiore per il gas, ha siglato un accordo politico, fermo restando che tutto il gas proveniente da Turkmenistan e Kazakistan passi in gasdotti russi. Quindi, in effetti, potremmo affermare che ha anticipato la decisione del nostro deputato. In modo analogo, ritengo che possa essere ravvisata una certa affinità con gli avvenimenti di Andijan, secondo cui, alcuni mesi dopo, il presidente dell’Uzbekistan è stato costretto a chiedere la chiusura della base degli Stati Uniti. Mi pare occorra prestare maggiore attenzione a questi aspetti… Desidero soltanto richiamare l’attenzione sul fatto che abbiamo bisogno di esaminare più accuratamente e considerare anche tali fattori strategici. Grazie.

 
  
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  Józef Pinior (PSE) . – (EN) Signora Presidente, desidero iniziare congratulandomi con l’onorevole Özdemir per la sua eccellente relazione sulla strategia comunitaria per l’Asia centrale.

L’Asia centrale è parte dell’itinerario che ha unito le grandi civiltà euroasiatiche sin dall’antichità. Nel quadro globale attuale, l’antica Via della seta può essere considerata un simbolo dell’elevato potenziale politico, culturale e commerciale della regione. L’Asia centrale è la regione in cui si incontrano Unione europea, Cina, India e Iran. Non c’è dubbio che i paesi di quest’area, Kazakistan, Repubblica kirghiza, Turkmenistan e Uzbekistan, nei prossimi anni costituiranno una delle principali zone dell’attività esterna dell’UE.

A tale proposito, l’Asia centrale è una regione in cui l’UE e la Turchia condividono un interesse. L’influenza culturale, linguistica e strategica della Turchia sull’area è una delle tematiche per l’adesione turca all'Unione europea.

Permettetemi di formulare due osservazioni. Primo, l’UE dovrebbe fornire assistenza a questi paesi nella prospettiva dei diritti umani, della democrazia e dell’istruzione. Occorre che l’UE sostenga lo sviluppo di una società civile, di un cambiamento liberaldemocratico e dello Stato di diritto in questi paesi.

Secondo, desidero sottolineare l’importanza del partenariato nel settore della politica energetica. Occorre prestare particolare attenzione ai progetti connessi al petrolio e al gas e al sistema di distribuzione nell’Asia centrale relativo ai gasdotti con collegamento all’Unione europea, inclusi i futuri progetti quali Nabucco. Per il raggiungimento degli obiettivi dell’UE è essenziale rafforzare ulteriormente la cooperazione tra l’Asia centrale e la regione del Mar Nero nei settori dell’energia e dei trasporti.

 
  
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  Olle Schmidt (ALDE) . – (SV) Signora Presidente, signora Commissario, la strategia comunitaria per l’Asia centrale è un notevole passo avanti. Incrementare la nostra visibilità comune mediante un rappresentante speciale e pianificare di istituire delegazioni nella Repubblica kirghiza e in Tagikistan ci offriranno migliori opportunità al fine di condurre un intenso dialogo con i singoli paesi e modificheranno il modo in cui operare nella regione.

L’Asia centrale diventerà più importante, in particolare, come è stato menzionato, per quanto riguarda l’accesso all’energia che non è controllato direttamente o indirettamente dalla Russia. La regione è formata da nuovi Stati che necessitano di sostegno per sviluppare e rafforzare la propria democrazia, per combattere il crimine e fermare il passaggio di droghe verso la Russia e l’UE tramite alcuni paesi dell’area. Allo stesso tempo, questi paesi sono partner fondamentali nel contrastare un terreno fertile globale per il terrorismo.

L’UE ha la possibilità di dimostrare la propria utilità in termini di politica estera, usando tutti gli strumenti di politica soft, assistenziali e commerciali. Inoltre, l’UE può contribuire alla creazione di istituzioni democratiche e di un paese funzionante fondato sullo Stato di diritto, che rispetta i diritti umani e l’autentica libertà di parola e di stampa.

I paesi dell’Asia centrale mostrano un forte interesse nel realizzare un’opportunità volta a diversificare le loro esportazioni di petrolio e gas. Noi dell’UE dobbiamo presentare alternative efficaci e adeguatamente finanziate ai gasdotti russi e cinesi. L’UE deve accettare la propria responsabilità per la nostra sicurezza energetica comune. Altrimenti, sussiste il rischio che falliscano tutti i nostri sforzi condivisi.

Maggiori oleodotti e gasdotti di proprietà russa dall’Asia centrale non rappresentano l’indipendenza nel settore energetico a cui nell’UE dovremmo mirare.

 
  
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  Janusz Wojciechowski (UEN) . – (PL) Signora Presidente, il Kazakistan è il paese dell’Asia centrale che conosco meglio. Si tratta di un vasto paese disteso tra Cina, Siberia ed Europa. Paradossalmente, consideriamo paesi come l’Asia centrale quando parte del loro territorio appartiene geograficamente all’Europa. Il Kazakistan, con una popolazione di 16 milioni e oltre 100 gruppi etnici e religioni, è lontano da noi nelle sue tradizioni e nella storia, eppure i politici di questo paese e gli obiettivi dei suoi cittadini mostrano un forte desiderio per un ravvicinamento all’Europa.

Dal punto di vista culturale, inoltre, il Kazakistan è più europeo che asiatico. Sta incontrando problemi, ma è un paese stabile impegnato in riforme democratiche, e la stabilità della regione è molto importante per la sicurezza a livello mondiale. Dovremmo sostenere il processo di stabilizzazione e di ravvicinamento all’Europa del Kazakistan e degli altri paesi dell’Asia centrale. Occorre sostenere tutto ciò che favorisce l’avvicinamento dei paesi dell’Asia centrale all’Europa, in particolare in modo che possano svolgere un ruolo importante nel garantire all’Europa una sicurezza nell’approvvigionamento di energia.

 
  
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  Roberta Alma Anastase (PPE-DE) . – (RO) Onorevoli colleghi, in qualità di relatrice per la cooperazione nella regione del Mar Baltico, desidero porre l’accento sulla fondamentale importanza della cooperazione interregionale tra l’Asia centrale e la regione del Mar Nero. Ringrazio il relatore per aver preso in considerazione i miei suggerimenti in merito e spero che la Commissione e il Consiglio sosterranno sforzi prolungati al fine di metterli in pratica attuando la nuova strategia per l’Asia centrale.

La cooperazione tra le due regioni e il suo consolidamento costituiscono un obiettivo sia per l’Unione europea, sia per i paesi dell’Asia centrale e della regione del Mar Nero. Ciò appare più evidente nel settore dell’energia e dei trasporti, dal momento che l’Asia centrale rappresenta un’importante fonte di risorse energetiche per l’Unione europea. Di conseguenza, accolgo positivamente il fatto che tale relazione sia concentrata su due concetti principali in merito.

Prima di tutto, è necessario sviluppare le rotte di trasporto e le infrastrutture per l’energia che collegano le fonti dall’Asia centrale alla regione del Mar Nero e, infine, in Unione europea, in quanto un elemento considerevole volto a garantire la sicurezza e la varietà a livello energetico nell’UE. Quindi, insisto sull’importanza cruciale del progetto Nabucco e mi unisco alla relazione nella sua richiesta di prestare maggiore attenzione alla sua riuscita realizzazione.

Secondo, una politica risoluta in materia di energia include anche la creazione di un mercato energetico trasparente e competitivo. Per l’UE si rivela essenziale incoraggiare azioni in tale direzione, intensificando il dialogo con i paesi dell’Asia centrale e della regione del Mar Nero, e tramite misure aggiuntive, quali uno stimolo all’accesso all’Organizzazione mondiale del commercio.

Ciononostante, tali obiettivi dovrebbero essere integrati in una strategia globale per l’Asia centrale, concentrata su una stabilità e uno sviluppo costanti. Per queste ragioni, accanto alla politica energetica, è molto importante promuovere riforme in tutte le cinque repubbliche, mentre i diritti umani e il buon governo, l’istruzione e l’apprendimento permanente dovrebbero rappresentarne gli elementi fondamentali.

 
  
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  Vural Öger (PSE) . – (DE) Signora Presidente, onorevoli colleghi, per prima cosa desidero congratularmi con l’onorevole Özdemir per la sua relazione molto efficace. L’Unione europea si è unita alla corsa per l’Asia centrale con passi molto esitanti ed era tardi per ottenere un interesse nella regione, seguendo a ruota Russia, Cina e USA. Finora, l’Asia centrale non ha percepito l’Unione europea come attore globale. Una strategia comunitaria per l’Asia centrale è stata a lungo attesa, in particolare in quanto strumento atto a ridurre la dipendenza energetica dalla Russia. La Presidenza tedesca ha dato il via. Ora è importante vedere il seguito.

Continua tristemente a emergere che l’UE ancora non si esprime a una sola voce per quanto riguarda la politica energetica esterna. In Europa dovremmo soprattutto concentrarci sulla diversificazione, sul rappresentare i nostri interessi comuni e sulla solidarietà in caso di crisi. Eppure, gli accordi bilaterali in materia di energia che l’Unione europea conclude con paesi terzi seguita a mettere in discussione la capacità dell’UE ad assumere una posizione comune. Ma è nell’interesse dell’UE e dei propri cittadini perseguire una politica energetica esterna comune.

Non dobbiamo, tuttavia, considerare le forniture energetiche, che sono estremamente importanti per i nostri cittadini, l’unica ragione per le relazioni dell’UE con questa ragione. Non stiamo tentando di approfittare unilateralmente di una strategia per l’Asia centrale. A tal proposito, l’Europa deve distinguersi dagli altri attori nella regione. È molto più di una questione di aiutare le repubbliche dell’Asia centrale a sviluppare lo stato di diritto e forme democratiche di società, insieme a un’economia solida. Se l’Europa agisce in merito, i cittadini della regione dovrebbero diventarne maggiormente consapevoli. Tuttavia, l’Europa deve anche muoversi con la necessaria cautela, poiché un consiglio da parte dell’Occidente potrebbe essere troppo facilmente confuso con condiscendenza o ingerenza.

Il mondo si sta avvicinando anche al di fuori dell’UE, e dovremmo cercare un partenariato costruttivo con i paesi dell’Asia centrale, un partenariato che non dia l’impressione che gli europei siano interessati soltanto a ciò per loro è utile, un partenariato fondato sul vantaggio reciproco.

 
  
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  Péter Olajos (PPE-DE) . – (HU) Signora Presidente, signora Commissario, 150 anni fa un mio connazionale, Ármin Vámbéry, è stato il primo europeo a fornire al mondo dettagli sulle società chiuse dell’Asia centrale, e informazioni sulla situazione culturale, amministrativa ed economica della regione prima della conquista russa. Anche allora questa regione, come la Via della seta, ha costituito per secoli un cordone ombelicale via terra tra Europa e Asia.

Dopo un lungo periodo di dominazione russa e sovietica, i cinque paesi dell’Asia centrale possono ancora una volta assumere questo ruolo di cordone ombelicale tra Europa e Asia. In molte occasioni, purtroppo succede già; gran parte del commercio illegale di persone e di droghe arriva in Europa tramite questi paesi, così come il gas naturale.

Questa è la ragione per cui l’Europa aveva, e ha, bisogno di una strategia per sviluppare le proprie relazioni con l’Asia centrale. L’Europa, tuttavia, non può aspettarsi che la cooperazione si occupi soltanto di prevenire i rischi emergenti da quest’area, o di ottenere un accesso all’energia e alle materie prime, o del modo in cui l’Europa possa insegnare a questa regione la democrazia e i diritti umani.

Occorre sviluppare un’autentica cooperazione con questa regione, e perciò appoggio gli sforzi dell’Unione europea al fine di promuovere l’adesione all’OMC per i paesi dell’Asia centrale e la loro integrazione nel commercio mondiale. L’Europa deve impiegare tutti gli strumenti a disposizione per favorire la crescita economica, sociale e politica e la modernizzazione della regione. Ciò, tuttavia, può essere compiuto esclusivamente sulla base della reciproca fiducia.

Di conseguenza, è importante che la protezione ambientale costituisca una priorità in quanto parte di tale cooperazione. Cambiamenti climatici, problemi ricorrenti connessi all’utilizzo dell’acqua e il risanamento di aree in precedenza contaminate sono tutte questioni che meritano maggiore attenzione. In parallelo a tale situazione, l’Europa deve rigorosamente evitare qualsiasi progetto che inquini l’ambiente o danneggi i mezzi di sostentamento degli abitanti della regione.

Ho già rivolto l’attenzione della Commissione alle critiche da parte di organizzazioni non governative kirghize e uzbeke riguardanti operazioni di estrazione mineraria dell’oro utilizzando una tecnologia al cianuro, parzialmente finanziate dalla BERS. L’Europa non può in alcun modo sostenere l’uso di questo tipo di tecnologia, né in Europa, né al di fuori di essa. Grazie.

 
  
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  Elisabeth Jeggle (PPE-DE) . – (DE) Signora Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, anch’io desidero iniziare ringraziando il relatore, l’onorevole Özdemir, e tutti i relatori ombra che si sono impegnati per il presente documento. Con questa strategia per l’Asia centrale e questo primo dibattito nel Parlamento europeo, stiamo attivamente compiendo i passi appropriati finalizzati a promuovere il dialogo e affrontare tutte le sfide che ancora ci attendono e a cui ha fatto riferimento il Commissario. Tale strategia prevederà piccoli passi su un lungo percorso. Sono lieta che avremo una cooperazione più stretta e che non si tratterà di un percorso a senso unico, ma di uno scambio di opinioni basato sulla fiducia reciproca.

La discussione odierna dimostra che occorre agire in maniera bilanciata quando si parla dell’Asia centrale. Le varie repubbliche dell’Asia centrale presentano caratteristiche differenti. Abbiamo diverse esigenze. Intendiamo importare l’energia, ma su una base sicura, ed esportare la democrazia e i diritti umani. Vogliamo combinare i due aspetti, cosa non semplice. Dal 1999 sono membro della delegazione per le relazioni con i paesi dell’Asia centrale; conosco questi paesi. Ho appreso dai loro abitanti e sono consapevole che anche loro hanno una faccia e non hanno intenzione di perderla. Dobbiamo pertanto procedere in modo molto cauto e talvolta pragmatico.

Ciò mi porta all’Uzbekistan. È un paese che sta attualmente compiendo grandi passi che dovremmo accogliere con forza. La pena di morte è stata abolita il 1° gennaio. Ringrazio il relatore per il suo emendamento orale. Inoltre, è stato introdotto il principio dell’habeas corpus, ovvero il principio secondo cui il giudice si accerta se la detenzione è legittima. Nel maggio di quest’anno si terrà con la Commissione il secondo dialogo sui diritti umani. Sono fiduciosa sul fatto che si svolgerà. Si tratta di un altro passo positivo che prosegue ciò che abbiamo avviato.

In questo caso affermo di sostenere gli emendamenti presentati dal gruppo UEN, dal momento che li condivido, poiché li considero un passo avanti verso il dialogo e dobbiamo perseguire il dialogo e il partenariato.

 
  
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  Czesław Adam Siekierski (PPE-DE) . – (PL) Signora Presidente, l’Unione europea dovrebbe impegnarsi più attivamente negli avvenimenti dell’Asia centrale e nel sostegno allo sviluppo economico e sociale della regione. Al momento la nostra influenza è esigua: sono soprattutto Mosca, Pechino e Washington a svolgere attività commerciali nella regione.

Al fine di rivestire un ruolo più attivo, dobbiamo sviluppare una visione per una cooperazione economica e politica, nonché partecipare a progetti, investimenti e programmi concepiti per soddisfare le esigenze del Kazakistan, della Repubblica kirghiza, del Tagikistan, del Turkmenistan e dell’Uzbekistan. Allo stesso tempo, dovremmo incoraggiare tutti questi paesi a impegnarsi in una cooperazione interregionale più attiva. Dobbiamo ricordarci, tuttavia, che non sarà un incarico semplice, poiché la regione è un patchwork etnico, linguistico, religioso, politico e sociale tuttora al di sotto della forte influenza russa.

La priorità dell’Unione europea dovrebbe essere intensificare la cooperazione in settori quali l’energia, il commercio, l’istruzione, le infrastrutture, la sicurezza e l’integrazione regionale. Dovremmo concentrarci sul sostegno al processo di democratizzazione, allo sviluppo dell’istruzione e all’eliminazione della povertà. Tale iniziativa aumenterà la sicurezza e la stabilità economica e sociale in questa regione strategica del mondo, e farà sì che la nostra cooperazione sia più efficace.

 
  
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  Zbigniew Krzysztof Kuźmiuk (UEN) . – (PL) Signora Presidente, la mia prima considerazione è: tutti i paesi dell’Asia centrale sono membri dell’OCSE, il che significa che hanno assunto, di fronte alla comunità internazionale, obblighi concernenti il rispetto delle libertà fondamentali, della democrazia e dei diritti umani, anche se differiscono nel grado di osservanza di tali obblighi.

Secondo, rispetto alle lacune a livello regionale, il Kazakistan si distingue in modo favorevole. Nell’agosto 2007 ha indetto le elezioni legislative a cui ho assistito come osservatore. Malgrado certe limitazioni, queste elezioni sono state riconosciute come democratiche dalla comunità internazionale.

Terzo, se l’Unione europea intende reperire altre fonti di greggio e gas naturale oltre alla Russia, deve cercare una cooperazione strategica con i paesi dell’Asia centrale, specialmente con il Kazakistan. E ciò implica incoraggiare e sostenere le aspirazioni europee del paese.

 
  
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  Benita Ferrero-Waldner, Membro della Commissione. − (EN) Signora Presidente, si è trattato di un dibattito molto interessante. Mi spiace sempre che si svolga tardi in serata e così, forse, rimangono pochi deputati, ma grazie per essere presenti. Ritengo che molti di voi abbiamo accennato a ciò che provo anch’io: c’è una strategia che è assolutamente necessaria, e tale strategia mira a ottenere stabilizzazione e sicurezza in quest’area. In effetti, noi, l’Unione europea, siamo favorevoli a proseguire.

Sono stata presidente in carica dell’OCSE nel 2000 e ho conosciuto questi paesi e, come altri hanno affermato, sono estremamente interessanti. Sono tutti paesi molto differenti. È vero che il Kazakistan è la punta di diamante di questa regione, ma resta ancora tanto lavoro da svolgere.

Tutti hanno menzionato la questione dei diritti umani. Esiste la questione dell’eliminazione della povertà e, in particolare, quella dell’istruzione, ma anche problemi in senso più generale relativi ai diritti umani e, naturalmente, dell’energia. Pertanto, sono consapevole di quanto dobbiamo agire e sono soddisfatta che finalmente l’Unione europea sia intervenuta maggiormente rispetto al passato, insieme, come ho dichiarato, alla presidenza tedesca. Ora intendo dire poche parole in merito a ogni questione.

La lotta alla povertà è estremamente importante ed è uno degli elementi principali su cui ci concentriamo nelle strategie nazionali. Il documento di politica che abbiamo elaborato per la strategia comunitaria per l’Asia centrale riguarda in maggior misura le priorità politiche, ma nelle strategie nazionali citiamo tutti i requisiti nel quadro dello strumento di cooperazione allo sviluppo, che è finalizzato in particolare all’istruzione, alla salute, allo sviluppo rurale, alla protezione sociale e, soprattutto, alle famiglie vulnerabili e ai minori.

In termini di salute pubblica e malattie trasmissibili, esiste un fattore importante: il fondo globale contro l’AIDS, la tubercolosi e la malaria, a cui, nuovamente, i paesi dell’Asia centrale hanno titolo. Quindi, questo è un verso, e certamente proseguiremo in tal modo.

Dall’altro, esiste la questione dell’energia – sono stati menzionati i gasdotti Nabucco e Odessa-Brody-Danzica – e, in generale, della sicurezza energetica. Concordo pienamente con chi sostiene che vogliamo una diversificazione della nostra politica energetica, anche se non abbiamo ancora del tutto compreso la direzione da prendere. Ma l’aspetto più importante è aver preso tale decisione.

Per quanto riguarda il gasdotto Odessa-Brody-Danzica, desidero far notare che la Commissione sta compiendo ogni sforzo volto a diversificare le forniture e le rotte dell’energia e, naturalmente, l’Asia centrale in questo caso è fondamentale. Il gasdotto menzionato rappresenta un progetto importante alla luce di questi sforzi, e per alimentare questo gasdotto, abbiamo bisogno di operare innanzi tutto sul gasdotto che attraversa il Mar Caspio, al fine di condurre le risorse dell’Asia centrale al Mar Nero. Solo pochi giorni fa, si è svolta la prima conferenza regionale della Sinergia del Mar Nero, che costituisce il primo passo nell’agire su tali questioni a livello regionale.

A parte questo aspetto, ci troviamo di fronte anche alla questione della sicurezza dell’energia riguardante il gasdotto Nabucco. Si tratta ancora di una priorità per la Commissione e continueremo a sostenerla. Non è un progetto morto come alcuni di voi potrebbero pensare. Pertanto abbiamo priorità in materia di politica energetica. A tal proposito, stiamo avviando una sorta di protocollo d’intesa sull’energia anche con il Turkmenistan. Ne abbiamo già stipulato uno con il Kazakistan, e di certo tenteremo di continuare a costruire ponti tra i diversi paesi del Caucaso e dell’Asia centrale.

Qualcuno mi ha chiesto della Mongolia. I cinque paesi della regione dell’Asia centrale condividono lo stesso recente passato, a seguito del crollo dell’Unione sovietica, e, ovviamente, sono tutte giovani nazioni. Questa situazione implica che affrontiamo sfide simili concernenti la trasformazione politica ed economica di queste società, ma, come sapete, la storia della Mongolia è piuttosto diversa, e perciò non l’abbiamo inclusa nella strategia. Tuttavia, non precludiamo il fatto di considerare la zona meridionale dei paesi dell’Asia centrale, e stiamo esaminando la possibilità di lavorare ulteriormente con la Mongolia. Attualmente, è un paese abbastanza democratizzato, in cui osserviamo numerosi provvedimenti e interventi positivi.

Il Kazakistan assumerà veramente la presidenza dell’OCSE nel 2010. Vorrei rendervi noto che ho sempre promosso tale decisione, sempre a condizione che il paese continui a intraprendere le molte azioni fondamentali che sono tuttora necessarie. Occorre intervenire in maggior misura sulla libertà dei mezzi di comunicazione, sulla legge elettorale e sulla registrazione dei partiti politici, ma in effetti sta procedendo nella direzione giusta.

Infine, il Kazakistan è membro della politica europea di vicinato. Manteniamo in qualche modo separate la strategia per l’Asia centrale e la PEV, anche se elementi della politica di vicinato possono comparire più avanti in un accordo speciale, in particolare con il Kazakistan, poiché sappiamo che questo paese può essere il primo della regione dell’Asia centrale a iniziare a trasmettere uno spirito positivo. Spero che gli altri lo seguano.

 
  
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  Cem Özdemir, relatore. − (DE) Signora Presidente, signora Commissario, per prima cosa desidero ringraziare tutti i colleghi che hanno partecipato alla discussione, nonché lo stimolo delle commissioni chiamate a esprimere il loro parere, e certamente, il presidente della delegazione, l’onorevole Juknevičienė. Sono inoltre grato a chi ha presentato gli emendamenti. L’onorevole Jeggle ha già fatto riferimento all’emendamento sull’abolizione della pena di morte in Uzbekistan, fatto alquanto gradito. Mi sento in dovere di sottolineare, tuttavia, di aver notato con preoccupazione che i politici dell’opposizione e i giornalisti nei paesi vicini all’Uzbekistan stanno scomparendo in circostanze misteriose. Si tratta di una condizione di cui dovremmo occuparci.

La domanda decisiva è: in che modo trasmettere i nostri valori senza rinnegare i nostri interessi nella questione? È proprio il punto in cui l’Unione europea ha un’opportunità, poiché semplicemente abbiamo più da offrire della dipendenza o addirittura dello sfruttamento di questi paesi. Il problema, elementare e chiaro, è come combinare una stabilità a lungo termine a uno sviluppo democratico. In quest’area, esiste ancora un potenziale per sviluppare un partenariato autentico tra le repubbliche dell’Asia centrale e l’Unione europea. Stiamo considerando soltanto un pacchetto completo di crescita a livello economico e democratico, insieme a uno scambio culturale e scientifico, che, tuttavia, cede la precedenza alla tutela dell’ambiente e allo sviluppo di una società civile.

Consentitemi di affrontare brevemente un punto che sono certo sia noto a tutti voi: il disastro ambientale del lago d’Aral, che è diventato famoso oltre la regione ed è uno dei maggiori disastri ambientali del mondo. I paesi interessati non saranno in grado di risolvere il problema senza il nostro aiuto. Anche in questo caso dobbiamo dimostrare la nostra solidarietà e fare la nostra parte.

Ci sono anche buone notizie, quando ci ricordiamo di avere un partner importante nella Turchia, che è molto vicina e, in quanto paese che desidera aderire all’Unione europea, può contribuire con le proprie competenze all’elaborazione congiunta di una strategia.

Il successo dell’Unione europea può inoltre essere valutato dalla misura in cui riesce a sviluppare una strategia coerente per l’Asia centrale. Se intende diventare un attore globale, l’Unione europea deve anche elaborare una strategia in cui concepire i propri interessi comuni.

 
  
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  Presidente . La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà mercoledì 20 febbraio 2008.

Dichiarazioni scritte (articolo 142)

 
  
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  Alessandro Battilocchio (PSE), per iscritto. – Nell’ambito dell’attività svolta con la delegazione per le relazioni con l’Asia centrale, di cui sono membro, ho avuto l’opportunità di visitare i paesi dell’area oggetto della relazione.

Ho potuto dunque riscontrare i notevoli passi avanti compiuti da tali Paesi in molti campi, iniziando da quello ambientale fino a quello sociale, soprattutto grazie ad un forte impulso dell’UE. Nonostante ciò, si auspica che l’UE continui la sua attività intrapresa in questa zona del mondo, visto anche il ruolo di tali nazioni come alleati cruciali nella lotta al terrorismo internazionale e al traffico di stupefacenti, rafforzando sempre più il dialogo tra essa e i paesi in considerazione.

Si chiede inoltre al Consiglio e alla Commissione di intensificare gli sforzi per una maggiore tutela dei cittadini negli ambiti chiave della vita sociale e dunque di rafforzare le leggi vigenti sui diritti delle donne e migliorarne l’applicazione, proseguire la lotta strenua contro lo sfruttamento dei minori, attuare importanti riforme dell’istruzione e, visto il forte aumento di malattie infettive nella regione, una riforma del servizio sanitario, ritenuta una priorità chiave per i paesi.

 
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