Presidente. − L’ordine del giorno reca la relazione, presentata dall’onorevole Lutz Goepel a nome della commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, sulla “valutazione dello stato di salute” della PAC [2007/2195(INI)] (A6-0047/2008).
Lutz Goepel, relatore. − (DE) Signor Presidente, signora Commissario, signor Presidente in carica del Consiglio, onorevoli colleghi, la prima fase di discussioni parlamentari sulla cosiddetta valutazione sullo stato di salute della politica agricola comune si concluderà domani. Tale valutazione non è una riforma sostanziale della politica agricola comune. Dovrebbe aggiornare ulteriormente la politica esistente ove appropriato, sulla base dell’esperienza acquisita dal 2003, e adattarla alle circostanze che sono cambiate.
La Commissione dovrebbe considerare con molta serietà la nostra posizione. E’ un’ottima base per i prossimi negoziati sul pacchetto legislativo, oltre che per la revisione del bilancio dopo il 2013.
Noi nella commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale abbiamo sostenuto il proseguimento della riforma verso una maggiore responsabilità personale e un orientamento del mercato, sottolineando al contempo gli aspetti relativi alla sicurezza alimentare e della responsabilità sociale e ambientale in modo più vigoroso di quanto non abbiamo fatto in passato, in particolare per quanto riguarda l’attuale sviluppo del mercato e le nuove sfide della politica climatica. Desideriamo inoltre una maggiore flessibilità per gli Stati membri al momento di cambiare il sistema, ossia, maggiori opportunità di introdurre il disaccoppiamento e l’allentamento dei livelli di riferimento storici.
Dalle discussioni in seno alla nostra commissione è tuttavia emerso anche che ciò non è ragionevole in tutti i settori, almeno non prima del 2013. Per quanto riguarda i premi per capo di bestiame o per gli Stati con un completo disaccoppiamento, ma che hanno un forte settore dell’allevamento, un cambiamento improvviso del sistema si tradurrebbe in interruzioni strutturali negative, considerando l’attuale situazione del mercato. Lo stesso sembra essere vero con alcuni degli schemi più piccoli di mercati nel settore dei vegetali come, per esempio, gli schemi di mercato per la fecola di patate, il foraggio verde essiccato o il riso, dai quali dipende un’industria di trasformazione a livello regionale significativa che ha investito molto negli ultimi anni e che deve pagare con elevati tassi di interesse.
La commissione ha votato a favore dell’introduzione di un nuovo strumento flessibile inteso a promuovere la produzione specifica ambientale e basata sulle singole regioni o settori particolari, in altre parole l’articolo 69, e abbiamo chiesto al contempo nuove misure delineate al fine di proteggere i terreni dalle crisi ambientali; crisi che sono da prevedersi in numero sempre maggiore se si tiene conto del cambiamento climatico e della crescente interconnessione dei mercati agricoli. Si dovrebbe inoltre sperimentare un nuovo tipo di gestione del rischio pubblico-privato con questo strumento, urgentemente necessario data la sostituzione di altri strumenti e le nuova imponderabilità.
Qualche parola riguardo alla degressività e alla modulazione: i nostri agricoltori si aspettano che la pianificazione sia affidabile ed è semplicemente inadeguato limitare e ridistribuire nuovamente tra l’8 e il 53% di aiuti diretti al reddito con un 5% di modulazione obbligatoria solo per i quattro anni successivi all’attuazione dell’ultima riforma.
Con tutta la comprensione per il finanziamento dello sviluppo delle regioni rurali, in questo caso si distrugge la fiducia e si provocano interruzioni strutturali. Tali proposte riguardano nello specifico le aziende agricole a tempo pieno e quelle che negli ultimi anni hanno accresciuto la loro competitività grazie a fusioni in entità giuridiche. Tuttavia, abbiamo presentato proposte per il modo in cui gli obiettivi di politica generale e i requisiti economici possono essere allineati gli uni agli altri.
Dobbiamo imboccare nuove vie nell’interesse della sostenibilità e della competitività. Siamo grati soprattutto a tutti coloro che hanno collaborato alla presente relazione di iniziativa e desidero ringraziare i miei collaboratori e i colleghi di tutti i gruppi della commissione per l’agricoltura.
Iztok Jarc, Presidente in carica del Consiglio. − (SL) La Presidenza del Consiglio accoglie con favore la relazione dell’onorevole Goepel, in quanto contributo molto equilibrato e approfondito alla discussione. Il Consiglio si è inoltre impegnato a fondo al fine di redigere la risposta alla relazione della Commissione. Come sapete, i ministri hanno discusso la questione in tre sessioni del Consiglio, ovvero a novembre, gennaio e febbraio.
La prossima settimana noi ministri cercheremo di raggiungere alcune conclusioni riguardo alla relazione sulla valutazione dello stato di salute della politica agricola comune. Inizieremo con alcuni principi generali. Per esempio, quando nel 2003 è stata adottata la riforma della politica agricola comune, il Consiglio ha espresso chiaramente la sua intenzione di valutare l’efficacia delle riforme adottate in futuro e in particolare per verificarne l’effetto sugli obiettivi fissati, nonché esaminare le conseguenze sui mercati agricoli.
E’ inoltre importante sapere che, al momento di decidere in merito alla valutazione dello stato di salute della politica agricola comune, terremo conto delle conclusioni del Consiglio europeo sulle prospettive finanziarie per il 2007-2013, nonché del suo invito alla Commissione di procedere a un riesame globale del bilancio e delle spese comunitarie per il 2008-2009. La Presidenza concorda con la Commissione sul fatto che la valutazione dello stato di salute della politica agricola comune sia una parte fondamentale delle attività programmate nel contesto del riesame del bilancio per il 2008-2009 e che non definisce in anticipo le sue conclusioni.
Abbiamo stabilito che le riforme del 2003-2004 hanno ampiamente raggiunto gli obiettivi fissati in termini di risposta alle condizioni del mercato nonché nel rendere la politica agricola comune più accessibile ai cittadini. I ministri sono inoltre convinti che, nella sua relazione, la Commissione abbia valutato correttamente i principali sviluppi successivi alle riforme adottate nel 2003-2004.
Il Consiglio presterà particolare attenzione alle tre questioni fondamentali: il regime di pagamento unico, il ruolo degli strumenti di commercializzazione nell’assistere il mercato e, ovviamente, la risposta alle sfide presenti e future della gestione dei rischi del cambiamento climatico. Lavoreremo al fine di trovare il giusto equilibrio tra l’adattamento della politica alle nuove sfide e alle diverse condizioni e il mantenimento di un quadro chiaro e stabile.
Per quanto riguarda la semplificazione, desidero dire che l’Unione europea ritiene che tale questione sia di importanza fondamentale e che ci aspettiamo inoltre che la Commissione delinei misure concrete intese a raggiungere questo obiettivo.
Come ho già affermato, la prossima settimana il Consiglio cercherà di adottare conclusioni su questa e molte altre questioni, quali la gestione dei rischi, le quote latte, la transizione verso l’eliminazione delle quote, e problematiche relative al secondo pilastro. Senza dubbio, la vostra relazione sarà un valido contributo per una prossima discussione sull’argomento.
Mariann Fischer Boel, Membro della Commissione. − (EN) Signor Presidente, desidero ringraziare di nuovo la commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale e l’onorevole Goepel in particolare per il loro lavoro impegnativo, tradottosi in un’eccellente relazione.
Siamo alla fase del primo ciclo in cui abbiamo consultato molte parti interessate e diverse organizzazioni e singoli al fine di conoscerne le opinioni e di raccogliere idee differenti. Il parere del Parlamento europeo è essenziale, assieme alle attese conclusioni del Consiglio della prossima settimana, in quanto lavoriamo per finalizzare le proposte legislative che, secondo programma, dovrebbero essere adottate dalla Commissione il 20 maggio. Immediatamente dopo, lo stesso giorno qui a Strasburgo, io stessa presenterò al Parlamento europeo i testi giuridici. Tuttavia, sono fondamentalmente piuttosto soddisfatta di vedere che le tre istituzioni – il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione – nonostante abbiano tre diverse “liste della spesa”, si trovino tutte nello stesso negozio.
Non entrerò nel dettaglio sulle diverse questioni, ma formulerò il mio punto di vista sulle tre principali. In primo luogo, i pagamenti diretti: sono connessi inevitabilmente alla sicurezza a lungo termine che desideriamo offrire ai nostri agricoltori. Concordo pertanto sulla dichiarazione nella relazione secondo cui i pagamenti diretti rimangano una garanzia di reddito di base. Il regime unico di pagamento conferisce un vero slancio alla competitività dei nostri agricoltori, ma dobbiamo rendere il sistema più efficace, efficiente e semplice. Chiedo quindi un ulteriore disaccoppiamento. Le nostre esperienze con la riforma del 2003 dimostrano che il disaccoppiamento ha funzionato abbastanza bene e ritengo pertanto che dovremmo proseguire ancora ed estendere i benefici del disaccoppiamento, eccetto nei casi in cui i pagamenti abbiano una giustificazione molto valida.
Ho inoltre constatato che sostenete l’idea di un articolo 69 più flessibile quale valido strumento. Tuttavia, non dovremmo aspettarci che l’articolo 69 risolva tutti i diversi problemi, e mi opporrò a ogni tentativo di reintrodurre dalla porta di servizio il sostegno vincolato attraverso l’articolo 69.
Non entrerò nuovamente nel dettaglio riguardo al settore lattiero-caseario, poiché abbiamo già tenuto questa discussione. Tuttavia, desidero solo citare alcuni tra gli strumenti di mercato: l’intervento e lo stoccaggio privato. Riconosco anch’io, come voi, che alcuni dei nostri strumenti di mercato hanno ancora un senso ma dobbiamo mantenerli adeguati all’attuale Unione europea. Mi fa piacere che concordiamo che debbano svolgere in futuro il loro ruolo quali autentiche reti di sicurezza.
I rischi relativi al maltempo e le epidemie delle malattie degli animali, come voi sottolineate, sono certamente un punto centrale della nostra discussione. Tuttavia, non stiamo iniziando da zero: il Consiglio ha discusso la questione nel 2005 e ha concluso che le nuove misure a livello comunitario non dovrebbero interferire con quanto è già disponibile nei diversi Stati membri. Dobbiamo essere certi che le nuove misure non interferiscano con la capacità degli agricoltori di reagire ai segnali del mercato, e devono essere compatibili con il sistema dell’OMC, in cui deve esserci un calo di più del 30%.
Per quanto riguarda la modulazione, ho chiarito in molte occasioni che per il futuro dobbiamo disporre di una politica di sviluppo rurale molto ambiziosa. Mi ha molto delusa il fatto che, nel corso delle discussioni sulle prospettive finanziarie alla fine del 2005, i capi di Stato e di governo abbiano stabilito di tagliare una parte considerevole dei finanziamenti allo sviluppo rurale.
Tuttavia, devo dire che la relazione in oggetto è piuttosto favorevole alle mie idee in questo ambito. Ritengo però che possiamo giustificare il fatto che la nostra politica di sviluppo rurale sia troppo impegnata a livello finanziario. Se abbiamo grandi aspettative per la nostra politica di sviluppo rurale, tra cui la necessità, come ha correttamente affermato il Presidente in carica del Consiglio, di impiegarla al fine di affrontare le nuove sfide, come la gestione delle risorse idriche e la biodiversità, allora non è appropriato attribuirle nuovi compiti senza investire maggiori risorse. Ritengo che la modulazione sia il modo migliore di fornire maggiori finanziamenti.
Ho letto con interesse ciò che proponete e sono sicura che torneremo sull’argomento.
Se la sua relazione è favorevole alla modulazione, la descriverei come estremamente contraria alla riduzione dei pagamenti per le grandi aziende agricole, cosa che chiamate “degressività”. Non è una questione che può essere semplicemente ignorata. Sappiamo che con la nostra iniziativa di trasparenza, sarà prestata una grande attenzione da tutte le parti sulle grandi somme di denaro destinate ai singoli agricoltori e proprietari terrieri. Dall’altro lato, considero molto seriamente le preoccupazioni di ciascuno sulla questione e ho guardato con interesse al concetto contenuto nella vostra relazione di “modulazione progressiva”. Ritengo vi siano alcune buone idee che dovremmo considerare attentamente sulle proposte di legge.
Se mi sono dilungata troppo, è solo per dimostrare con chiarezza la mia dedizione e il mio enorme interesse nell’avere l’opportunità di discutere qui, in Parlamento, del futuro della politica agricola europea.
Bart Staes, relatore per parere della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare. − (NL) Parlo a nome dell’onorevole Buitenweg, la relatrice per parere della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, che non sta bene e manda le sue scuse. La commissione per l’ambiente ha formulato 17 raccomandazioni, di cui ne evidenzierò quattro.
1. La commissione per l’ambiente accoglie con favore il fatto che, nella sua comunicazione, la Commissione intenda rispondere alla sfida del cambiamento climatico sostenendo le pratiche agricole meno intensive.
2. La commissione per l’ambiente sottolinea la necessità di evolvere verso un’agricoltura sostenibile e multifunzionale e così facendo assume una posizione a favore dell’agricoltura di conservazione e l’agricoltura biologica.
3. Esorta la Commissione europea a non indebolire le attuali disposizioni sulla condizionalità, ossia in materia di ambiente e di benessere animale e la loro compatibilità, attraverso la cosiddetta semplificazione. Al contrario, dal nostro punto di vista, la condizionalità dovrebbe essere rafforzata in alcuni ambiti quali l’uso, la gestione e la qualità delle risorse idriche.
4. La commissione esorta la Commissione a dar prova di moderazione nel promuovere i biocarburanti. I loro vantaggi sono dubbi e di sicuro negativi nei loro aspetti ambientali o sociali.
Neil Parish, a nome del gruppo PPE-DE. – (EN) Signor Presidente, desidero ringraziare l’onorevole Goepel per la sua relazione. Ritengo abbia riunito l’intera commissione e il Parlamento in un’ottima relazione. Faccio presente che la riforma dell’agricoltura è in fase di evoluzione, non rivoluzione, e stiamo andando molto avanti con le riforme Fischler. Accolgo positivamente molto di quanto la Commissione ha presentato, oltre alla relazione dell’onorevole Goepel.
Ritengo che uno dei criteri della riforma sia stato ridurre la burocrazia per gli agricoltori e abbiamo ancora della strada da percorrere. Signora Commissario, sì, ci troviamo nello stesso negozio, ma credo che alcuni di noi ritengano che potremmo spendere il denaro diversamente ed è probabile che adesso ci si occupi di tali argomenti.
La sicurezza alimentare è tornata ancora una volta in agenda con forza, in particolar modo con il Medio Oriente che adesso compra sempre più generi alimentari. Il prezzo dei cereali è salito di circa due volte, due volte e mezzo, pertanto ritengo che possiamo iniziare a rivalutare, continuando con la riforma, il modo in cui impieghiamo le risorse.
Dobbiamo considerare di nuovo la modulazione. Secondo me, dobbiamo abolire una volta per tutte il ritiro, poiché questa politica agricola comune è una politica che non è progettata per essere legata alla produzione. Non potete assolutamente continuare con il ritiro che è esattamente questo.
Dobbiamo pensare alle quote latte ed eliminarle entro il 2015.
I pagamenti disaccoppiati: questo è il vero punto cruciale della riforma, e avete ragione nel presentarlo. Ancora una volta, penso che sia giunto il momento in cui l’agricoltura può iniziare a guardare verso un prezzo orientato sul mercato. Sì, la politica agricola comune è necessaria, ma esiste anche il mercato da cui dovremmo trarre maggiore vantaggio.
PRESIDENZA DELL’ON. MAREK SIWIEC Vicepresidente
Luis Manuel Capoulas Santos, a nome del gruppo PSE. – (PT) Signor Presidente, desidero porgere un benvenuto anche al signor Presidente del Consiglio e alla signora Commissario. La politica agricola comune solleva sempre discussioni animate e non è semplice raggiungere un consenso, ma noto che siamo tutti d’accordo sulla necessità di mantenere una politica agricola comune i cui obiettivi sono appena stati confermati nel Trattato di Lisbona.
Il gruppo PSE ha compiuto grandi sforzi in questa discussione, all’interno del gruppo parlamentare, in sede di commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, e con le organizzazioni degli agricoltori, e abbiamo presentato più della metà degli oltre 600 emendamenti alla relazione dell’onorevole Goepel e firmato 15 dei 17 compromessi che comprendono dozzine di emendamenti. Abbiamo lavorato duramente e fatto concessioni significative al fine di raggiungere la più ampia intesa possibile in Parlamento e desidero pertanto congratularmi con l’onorevole Goepel per la sua volontà di dialogo e il vero spirito di compromesso dimostrato; desidero inoltre congratularmi con l’onorevole Parish per come ha condotto il lavoro in sede di commissione.
Questo è pertanto il compromesso migliore ma non è una relazione socialista. Non è la relazione che avremmo realizzato noi; riteniamo che manchi di prospettiva e sia conservatrice nei confronti delle aspettative della società e degli agricoltori. Tuttavia, la tendenza complessiva della relazione non chiude le porte a una discussione più approfondita sulla proposta di legge. Auspico che possiamo conservare lo stesso spirito di compromesso ma essere maggiormente ambiziosi nel fissare una nuova direzione per l’agricoltura europea.
Mi riferisco alle questioni più sensibili, quali la direzione e la velocità del disaccoppiamento degli aiuti, un meccanismo per una ridistribuzione più equa del sostegno, l’approccio responsabile per il futuro del settore lattiero-caseario, le nuove sfide, in particolare il ruolo dell’agricoltura nella lotta al cambiamento climatico e la produzione degli agrocarburanti, e così via. Domani voteremo su questa discussione con i nostri sguardi puntati verso il futuro. Chiedo un voto favorevole a larga maggioranza sulla presente relazione nonché sui miglioramenti che i socialisti introdurranno per renderla di portata ancora più vasta.
Niels Busk, a nome del gruppo ALDE. – (DA) Signor Presidente, signora Commissario, signor Presidente in carica del Consiglio, onorevoli colleghi, nel suo modo tipicamente competente il relatore, l’onorevole Goepel, ha elaborato una relazione che contiene gli strumenti necessari a chiarire e semplificare la politica agricola. Emerge inoltre con molta chiarezza l’ipotesi di mantenere una politica agricola comune anche dopo il 2013, motivo per cui sono grato al relatore. Sosteniamo le sue posizioni sul disaccoppiamento continuo, affinché la riforma del 2003 venga attuata in tutti gli Stati membri. Siamo favorevoli alle posizioni del relatore sugli strumenti di mercato e la gestione dei rischi in termini di crisi, epidemie, benessere degli animali e ambiente, modulazione e degressività. Sosteniamo inoltre l’ulteriore sviluppo della politica rurale e un maggiore accento sui biocarburanti. Si dovrebbero compiere grandi sforzi per quanto riguarda la condizionalità e la semplificazione, poiché la situazione attuale sta eliminando gli agricoltori dai loro campi e stalle inserendoli negli studi per disegnare diagrammi e rispondere al monitoraggio. Le quote latte dovrebbero essere abolite nel 2015, pertanto vi è motivo di aumentare adesso tali quote di almeno il 2% e attutire l’atterraggio nel 2009. La crescente domanda di prodotti lattiero-caseari creerà le basi per la produzione di latte europea, in modo tale che dovremo rispondere alle richieste del mercato.
La relazione contiene molto riguardo alla liberalizzazione e all’economia di mercato che la Commissione dovrebbe impiegare quale base per le sue proposte di maggio, quando verrà presentata la valutazione sullo stato di salute della PAC.
Sergio Berlato, a nome del gruppo UEN. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, signora Commissario, noi siamo tra quelli che credono e difendono la prosecuzione della PAC anche dopo il 2012.
Riteniamo che questa relazione vada nella giusta direzione, ma non possiamo accettare che il disaccoppiamento totale degli aiuti non preveda per alcuni settori specifici la possibilità di mantenere un aiuto accoppiato parziale, al fine di evitare l’abbandono totale della produzione. Esistono infatti intere filiere, come ad esempio quella del tabacco, che con l’applicazione del disaccoppiamento totale scomparirebbero, creando disoccupazione nonché svariati problemi economici ed ambientali in zone particolarmente svantaggiate.
Consideriamo la modulazione progressiva degli aiuti una misura forse eccessiva e probabilmente controproducente se l’obiettivo resta quello di garantire la produzione agricola europea. Riconosciamo infatti l’importanza dello sviluppo rurale, ma riteniamo che questo non possa essere attuato a scapito del primo pilastro della PAC.
Occorre inoltre continuare ad attuare politiche di sostegno alle singole OCM laddove questo sia necessario. L’Unione europea, signor Presidente e signora Commissario, ha bisogno di una politica agricola comune che riesca …
(Il Presidente interrompe l’oratore)
Friedrich-Wilhelm Graefe zu Baringdorf, a nome del gruppo Verts/ALE. – (DE) Signor Presidente, signora Commissario, in un documento strategico avete tentato di procedere a una valutazione sullo stato di salute della politica agricola, non tanto in termini agricoli, perché per il momento funziona relativamente bene, anche se non in tutti i settori. La domanda era: la politica agricola è aggiornata? Devo affermare su questo punto: visualizzare la febbre non basta, ma dobbiamo anche sviluppare la cura adeguata se vengono diagnosticate delle carenze. Carenze che ha effettivamente diagnosticato; nel suo intervento ne ha parlato molto. Non voglio adesso entrare nel dettaglio, poiché questo richiede troppo tempo.
Pertanto, adesso dipende dalle misure adottate che saranno anche accettabili a livello sociale. E’ essenziale che l’agricoltura debba contribuire, ovviamente, alla stabilizzazione climatica, cosa che sta già facendo, ma esistono settori di produzione agricola in cui diventa difficile presentare proposte in assenza di interventi restrittivi.
Tuttavia, è particolarmente importante che garantiamo che i fondi pubblici vengano distribuiti affinché le misure che riteniamo necessarie siano finanziate. E’ uno svantaggio che ciò che viene chiamato secondo pilastro, lo sviluppo rurale, sia stato eliminato dal programma di finanziamento a medio termine e abbia dovuto affrontare tagli di più di 20 miliardi di euro secondo la proposta della Commissione e quella del Parlamento.
Di conseguenza, occorre riassegnare con urgenza tali fondi, anche perché nel 2013 abbiamo bisogno di consenso sociale.
Avete ora presentato alcune proposte e in questo caso è merito della commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale e in particolar modo del relatore del Parlamento europeo, l’onorevole Goepel, che ha conferito concreta rilevanza alle proposte da voi avanzate, che condurranno di conseguenza al trattamento equo tra le imprese che competono l’una con l’altra.
Avete proposto l’introduzione della degressività di circa il 45%. Per quanto riguarda il suggerimento del relatore, la commissione per l’agricoltura lo ha adottato, ma con la modifica che le imprese con un gran numero di dipendenti adesso hanno anche l’opportunità di calcolare i loro costi relativi alle retribuzioni. Eravamo insieme in Meclemburgo-Pomerania Anteriore; abbiamo osservato quelle imprese e sapete che la distorsione della concorrenza si può eliminare e si può fare giustizia solo se introduciamo queste misure.
Auspico che vi conformiate anche a questa norma nella vostra proposta legislativa. Se così non fosse, avremmo ancora l’opportunità come Parlamento di salvarci nel 2009. Signora Commissario, questa è una procedura di codecisione e quindi abbiamo una posizione alquanto differente e, per noi, oltremodo comoda!
Ilda Figueiredo, a nome del gruppo GUE/NGL. – (PT) Signor Presidente, è un momento importante per valutare le conseguenze delle prossime riforme della politica agricola comune, sia in termini di produzione agricola che di vendita al consumatore, adottando quale base la tutela dell’autosufficienza in campo alimentare degli Stati membri, garantendo approvvigionamenti adeguati di alimenti sani e sicuri a prezzi contenuti, il rispetto per l’ambiente e la biodiversità, e conservando le zone rurali e le loro popolazioni, che necessitano di redditi adeguati e accesso ai servizi pubblici che garantiscano loro condizioni di vita dignitose.
Purtroppo, la Commissione europea non ha seguito questa strada. Non ammette che la politica agricola comune abbia condotto a una situazione paradossale: da un lato, i prezzi dei generi alimentari stanno continuando a crescere, e dall’altro le aziende a conduzione familiare vengono ancora distrutte e sempre più piccole e medie imprese abbandonano la produzione in quanto non hanno garanzie di reddito decente mentre la speculazione prosegue, aumentando i prezzi di prodotti alimentari sempre più scadenti.
E’ pertanto un errore insistere sul disaccoppiamento dell’aiuto dalla produzione e dall’occupazione ed è inaccettabile continuare a perseguire una politica di sostegno ai grandi proprietari fondiari e alle imprese multinazionali di prodotti alimentari, non valorizzando gli agricoltori che mantengono una produzione agricola e di allevamento basata sulla tutela della biodiversità, la sicurezza alimentare e la qualità dei prodotti.
La riforma del 2003 ha aggravato la situazione. Le successive revisioni delle organizzazioni comuni dei mercati di zucchero, ortofrutticoli, tabacco e vino hanno confermato la disparità della PAC in tutti i settori. Chiediamo pertanto cambiamenti radicali che rispettino le caratteristiche specifiche dell’agricoltura di ciascun paese e sostengano il massimo collegamento degli aiuti alla produzione, e quindi che vi sia una distribuzione più equa degli aiuti diretti associati a un massimale e a una modulazione. Dovrebbero essere fissati incentivi per le piccole e medie imprese quali strumenti di coesione economica e sociale e prestando attenzione a limitare l’approccio intensivo e sostenendo le associazioni di tali agricoltori, tra cui le cooperative agricole e vinicole.
Siamo inoltre favorevoli all’istituzione di un fondo assicurativo pubblico degli agricoltori finanziato dalla Comunità che consentirebbe di pagare un reddito minimo agli agricoltori in caso di catastrofi naturali quali la siccità, le tempeste, la grandine, gli incendi, le epizoozie, e così via. Sottolineiamo inoltre la necessità che la Commissione europea tenga conto, nel contesto dell’Organizzazione mondiale del commercio, delle caratteristiche specifiche della produzione agricola quale settore di produzione alimentare ed elemento strutturale per l’equilibrio territoriale, la tutela dell’ambiente e la salvaguardia di livelli quantitativi e qualitativi di sicurezza alimentare.
Infine, chiediamo alla Commissione e agli Stati membri di adottare le misure necessarie intese a prevenire l’attività speculativa, che cattura il mercato dei prodotti alimentari e la formazione di cartelli attraverso le aziende alimentari che approfittano della mancanza di normativa o di controlli, la mancanza di organizzazione di produttori e consumatori nonché di infrastrutture adeguate, con il solo scopo di incrementare i profitti, ridurre i prezzi di produzione e imporre prezzi di vendita elevati, come accade ora, in particolare in Portogallo, per i prodotti di base quali i cereali, le patate per consumo umano e il latte.
Witold Tomczak, a nome del gruppo IND/DEM. – (PL) Signor Presidente, da molti anni ormai, nonostante i principi alla sua base, la politica agricola comune offre maggiore sostegno ai ricchi agricoltori a discapito di quelli poveri. Il congelamento del bilancio agricolo nel 2002 e le conseguenti riforme della PAC non hanno migliorato la situazione. Al contrario, l’enorme differenziazione nei finanziamenti erogati agli agricoltori è diventata ancora maggiore. Nel 2005, per esempio, le sovvenzioni totali per ettaro variavano tra i 68 euro in Lettonia e i 756 euro in Belgio, ossia una differenza di dieci volte. Le differenze immotivate nei finanziamenti agricoli sono inoltre confermate dalla proporzione dei pagamenti diretti, che è adesso di circa il 70% di tutti i sussidi agricoli erogati.
Nella sua comunicazione, la Commissione europea ha proposto una riduzione parziale dei pagamenti ai beneficiari che ricevono più di 100 000 euro all’anno. Tale cifra è pari al solo 0,34% nell’Unione europea, ma comprende le multinazionali, le aziende alimentari e i proprietari di campi da golf. Paradossalmente, questa timida proposta, che lede gli interessi di tale ristretto gruppo di persone, è stata respinta dalla commissione del Parlamento europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale.
Sono state accettate molte proposte, ma non hanno ovviato agli errori della politica agricola. L’unico emendamento che offre un’opportunità per una divisione più equa delle sovvenzioni è l’emendamento n. 19 presentato dall’Unione per l’Europa delle Nazioni, conforme alla proposta della Commissione europea. Tuttavia, non credo che troverà molti sostenitori. Naturalmente, anche gli emendamenti che abbiamo presentato il mio collega Wojciechowski e io, intesi a una modifica radicale della PAC, sono stati respinti dalla commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale.
Il voto sulla relazione dell’onorevole Goepel sarà l’espressione della vostra responsabilità nei confronti del tipo di politica agricola dei prossimi anni. Se siete favorevoli allo sviluppo sostenibile dell’agricoltura dell’UE e alla tutela degli interessi delle aziende agricole a conduzione familiare e non degli interessi di un ristretto gruppo di imprenditori, dovreste respingere la presente relazione, altrimenti sosterrete un ulteriore spopolamento delle regioni rurali, un’elevata disoccupazione, la perdita della sicurezza dell’approvvigionamento alimentare dell’UE, la discriminazione nei confronti dei nuovi Stati membri e i processi che rappresentano una minaccia all’ambiente naturale. Approvando questa relazione, violate i principali obiettivi dell’Unione europea che sono molto spesso dimenticati, in particolare: la coesione economica, la coesione sociale e la solidarietà tra gli Stati membri.
(Il Presidente interrompe l’oratore).
Peter Baco (NI). – (SK) Apprezzo molto il lavoro del relatore, l’onorevole Goepel. La stesura della relazione è stata particolarmente complessa in parte a causa dell’assenza di documenti di riferimento che valutassero le soluzioni possibili, gli studi dei casi pertinenti e i dati essenziali.
La Commissione propone riduzioni nei pagamenti diretti alle grandi imprese agricole, dichiarando che tali imprese non necessitano di una simile assistenza. Tuttavia, i dati dimostrano il contrario. Nella Repubblica slovacca, il mio paese, molte aziende agricole rientrano nella categoria delle grandi imprese. Più del 75% della loro attrezzatura ha oltre vent’anni: da qui la necessità urgente di fornire assistenza finanziaria a tali imprese. L’esempio della Germania orientale dimostra che quando queste aziende ricevono investimenti adeguati, raggiungono i livelli di alcune delle imprese che operano meglio su scala mondiale. Nei paesi post-socialisti, d’altro canto, tali aziende si sono trovate in uno svantaggio amministrativo, che ha provocato la distruzione su vasta scala non solo dei settori agricoli, ma anche delle zone rurali e di intere regioni.
Al contempo, la Commissione non ha risposto in modo adeguato all’aumento pericolosamente elevato nella volatilità del mercato agroalimentare globale. Dobbiamo essere consapevoli che una ripetizione di un anno come quello appena trascorso potrebbe davvero ripercuotersi negativamente sulla sicurezza alimentare nell’Unione europea. Eliminare la naturale instabilità del mercato agricolo è certamente il compito più importante di ogni politica agricola e, in quanto tale, dovrebbe essere contenuto nella presente relazione.
Non posso quindi concordare con la situazione esistente, caratterizzata ogni anno dall’attuazione di misure confusionarie, quali il cambiamento nel regime di premi alle colture energetiche, l’eliminazione della messa a riposo, i cambiamenti nelle quote di produzione, e così via.
Per quanto riguarda la valutazione della politica agricola…
Agnes Schierhuber (PPE-DE). – (DE) Signor Presidente, signora Commissario, signor Presidente in carica del Consiglio, anch’io desidero ringraziare il relatore per il suo eccezionale lavoro. Sembra inoltre che la votazione in sede di commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale sia arrivata all’82%, anche con i 17 compromessi importanti che ha creato.
Le riforme del 2003/2004 erano fasi fondamentali nel processo di riforma della PAC. Una sua valutazione esauriente, che non coinvolga alcuna riforma essenziale della politica esistente, tuttavia, è un altro passo importante verso la garanzia di una politica agricola comune europea moderna, multifunzionale e competitiva.
E’ stato documentato scientificamente che la buona prassi agricola è la base di questo, a prescindere dal fatto se siano o meno coinvolte le grandi o le piccole imprese. La prima priorità rimane la produzione alimentare, la seconda è la produzione di mangimi e la terza è l’approvvigionamento energetico. Per quanto riguarda la pertinenza ambientale della biomassa, si può affermare che l’agricoltura austriaca, per esempio, ha ridotto le emissioni di CO2 del 14% dal 1990, raggiungendo pertanto l’obiettivo di Kyoto.
Accolgo inoltre positivamente l’eliminazione della degressività. Il modello di modulazione progressiva è la strada giusta e sostengo anche le cifre contenute nella relazione.
Desidero ringraziare la signora Commissario per le sue dichiarazioni relative alla produzione lattiero-casearia. Vorrei dichiarare pertanto su tale argomento che non abbiamo bisogno solo di un atterraggio morbido e di un’agevole transizione verso il 2015, ma anche di soluzioni sostenibili dopo il 2015. Per le regioni montane e svantaggiate e le regioni periferiche, dobbiamo garantire che un tipo di agricoltura che coinvolge unità di bestiame nutrite con mangime essiccato possa esistere anche oltre il 2015. Attendo quindi con impazienza la proposta legislativa della Commissione del 20 maggio, signora Commissario, e auspico di ritrovare in essa molto del contenuto della relazione Goepel, al fine di non dover ripetere questa lunga discussione…
(Il Presidente interrompe l’oratore)
Bernadette Bourzai (PSE). – (FR) Signor Presidente, signora Commissario, signor Presidente in carica del Consiglio, desidero ringraziare l’onorevole Goepel per il suo lavoro, poiché è importante che il Parlamento europeo esprima la sua opinione sugli orientamenti generali derivanti dalla “valutazione dello stato di salute” della PAC.
Personalmente, nutro pesanti riserve sul completo disaccoppiamento, che conduce a gravi rischi di abbandono della produzione per l’allevamento e persino per alcuni cereali. Non condivido l’ottimismo di alcuni che ritengono che l’attuale situazione sui mercati mondiali garantisca un futuro stabile e sicuro per l’agricoltura europea e che dovremmo continuare a dirigerci verso una totale liberalizzazione. Inoltre, non tutti i settori agricoli beneficiano equamente degli aumenti dei prezzi, come dimostra la crisi particolarmente grave che stanno al momento attraversando gli allevatori europei.
Il totale abbandono di ogni meccanismo di regolamentazione del mercato mi sembrerebbe rischioso per la nostra sicurezza alimentare nonché per quella mondiale. Ritengo occorra garantire che manteniamo le scorte di intervento affinché possiamo intervenire in caso di scarsità dei prodotti alimentari e di speculazione, che manteniamo le organizzazioni del mercato comune …
(Il Presidente interrompe l’oratore)
Willem Schuth (ALDE). – (DE) Signor Presidente, signora Commissario, signor Presidente in carica del Consiglio, onorevoli colleghi, desidero prima di tutto ringraziare l’onorevole Goepel nel modo più sincero per questa equilibrata relazione. Non dovremmo penalizzare le strutture emergenti e competitive in agricoltura. In sede di commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale abbiamo quindi respinto la proposta della Commissione sulla degressività in questa versione. Non dovremmo discriminare a seconda della dimensione dell’impresa nel caso dei pagamenti diretti, altrimenti verrebbero messi a rischio posti di lavoro su larga scala.
Inoltre, desidero affermare che è ancora giusta un’eliminazione graduale finale del sistema delle quote latte nel 2015. In considerazione dell’aumento dei prezzi del latte sui mercati agricoli mondiali in via di sviluppo e le relative opportunità di esportazione, questo sistema non può più risultare aggiornato.
Un riesame ragionevole della riforma del 2003 su questo aspetto non solo deve offrire agli agricoltori europei affidabilità e attendibilità nella pianificazione, ma essere anche un progresso ulteriore verso lo sviluppo duraturo orientato al mercato del nostro sistema agricolo.
Janusz Wojciechowski (UEN). – (PL) Signor Presidente, che cos’è l’agricoltura nell’Unione europea? Per alcuni è qualcosa di grande valore che deve essere protetta, ma per altri, e purtroppo ce ne sono molti in questo gruppo, è una zavorra di cui si vorrebbero liberare. Leggiamo nella relazione dell’onorevole Goepel che l’agricoltura è uno dei maggiori settori europei d’attività. Ciò è positivo, ma non è abbastanza.
L’agricoltura non è un settore di attività, tantomeno una delle tante branche dell’economia. L’agricoltura è un pilastro della sicurezza alimentare. Investiamo notevoli risorse nell’esercito e nella polizia al fine di garantire la nostra sicurezza fisica nei rispettivi Stati e nelle nostre case. Paghiamo somme ingenti per la sicurezza energetica, stiamo cercando forniture energetiche più costose ma sicure. Dobbiamo investire grandi somme anche nella tutela della nostra agricoltura, che ci offre sicurezza alimentare, ed è una vergogna che non tutti nell’Unione europea lo comprendano.
Alyn Smith (Verts/ALE). – (EN) Signor Presidente, anch’io mi congratulo con il relatore per l’eccellente pacchetto di compromesso che oggi ci ha presentato. Desidero richiamare la vostra attenzione, nello specifico, su tre misure che erano nostri emendamenti dall’esito positivo, e che sono da accogliere con particolare favore.
Nel paragrafo 21 della relazione, riconosciamo che il disaccoppiamento dei pagamenti diretti ha avuto ampio successo, e siamo fermamente convinti che debba essere attuato. Sì, occorre che venga applicato in modo adeguato e con razionalità, ma deve essere portato avanti con determinazione.
Nei paragrafi 37 e 38 ammettiamo esplicitamente che il ritiro è un anacronismo e dovrebbe essere completamente eliminato, e nei casi in cui ci fossero vantaggi ambientali diffusi, bisognerebbe occuparsene nel contesto del secondo pilastro.
Nei paragrafi dall’86 al 91 riconosciamo l’importanza dei prodotti di nicchia per l’agricoltura europea a livello internazionale. Potrei certamente realizzare una lista della spesa dei prodotti scozzesi di qualità per la nostra signora Commissario, pertanto le sarei grata se si pronunciasse sinteticamente sul modo in cui intende attuare tutto questo, con la promozione di un marchio europeo per la qualità internazionale.
Kartika Tamara Liotard (GUE/NGL). – (NL) Con questa valutazione sullo stato di salute, la Commissione ha compiuto un positivo, benché modesto, passo in direzione di una politica agricola più equa. Solleciterei i colleghi a non appoggiare la relazione dell’onorevole Goepel, poiché attenua le proposte della Commissione in alcuni punti molto importanti, e secondo me il più importante è l’imposizione, alla fine, di limiti prudenti sull’entità delle sovvenzioni che è possibile ricevere.
Non è semplice spiegare al pubblico europeo il motivo per cui, per esempio, il Principato di Monaco o le grandi multinazionali come l’Heineken e la Nestlé ricevono centinaia di migliaia di euro di sostegno al reddito sotto forma di sovvenzioni agricole semplicemente perché sono proprietarie di alcuni terreni, mentre i veri agricoltori lottano spesso per far quadrare i conti. Il sostegno al reddito in agricoltura ha lo scopo di offrire agli agricoltori un’esistenza dignitosa e non di riempire le tasche delle multinazionali e dei grandi proprietari terrieri.
Vladimír Železný (IND/DEM). – (CS) La riforma della PAC aveva l’obiettivo di renderla meno burocratica e maggiormente orientata al mercato. Tenendo conto delle dimensioni medie delle aziende agricole ceche, il sistema proposto nella relazione è inaccettabile.
La conseguenza per la Repubblica ceca sarebbe che entro il 2013 diventerebbe uno dei paesi con la quota maggiore (parte dell’intervento non udibile) trasferita nel quadro della modulazione dal primo al secondo pilastro. Quasi il 40% dei pagamenti diretti nella Repubblica ceca sarebbe quindi soggetto alla degressività, in confronto al 6,5% della Francia e al solo 2,5% dell’Austria.
Le imprese ceche, secondo l’attuale proposta, sarebbero costrette a dividersi in modo insensato e a diventare in realtà meno efficienti. Né questa né una proposta di compromesso sono accettabili per la Repubblica ceca poiché ci lasciano aperti alla discriminazione, riducendo in modo ingiustificato la competitività degli agricoltori cechi.
Jean-Claude Martinez (NI). – (FR) Signor Presidente, signora Commissario, onorevole Goepel, a Berlino, circa 10 anni fa, il Cancelliere Schmidt e il Presidente francese Jacques Chirac decisero di accordare una tregua agli agricoltori fino al 2013. Con la fine delle quote latte, di un bilancio agricolo adeguato quale parte del quadro finanziario per il 2014-2019, e il ritiro della maggioranza dei produttori, che non verranno sostituiti, la fine della grande PAC è stata prevista per il 2013, molto semplicemente.
Oggi state dubitando di questo accordo, e nel nome della “valutazione dello stato di salute della PAC” accelerate il cammino verso l’eliminazione dell’agricoltura dal primo pilastro. Non è niente di nuovo! A forza di quote, QMG, premi Erode, ritiri, disaccoppiamenti e strappi, MacSharry, Steichen, Fischler hanno praticato questa strategia di lasciare da 30 anni il monopolio della produzione di generi alimentari all’emisfero meridionale dei paesi del Pacifico.
Oggi, nelle avvincenti discussioni tecniche sul disaccoppiamento completo, la modulazione (degressiva o progressiva), la condizionalità ecologica, lo sviluppo rurale e i valori di riferimento (storici e non), si nasconde semplicemente l’unico problema reale, poiché la Cina e l’India stanno per lanciare bandi di gara per nutrire il pianeta, mentre arriva il giorno per gli agricoltori in cui ci sarà una crescita dei prezzi e della domanda. L’Europa intende ancora essere una delle aziende agricole più grandi del mondo assieme al Brasile? Si o no?
(Il Presidente interrompe l’oratore)
Mairead McGuinness (PPE-DE). – (EN) Signor Presidente, sono lieta di vedere una così grande partecipazione a questa discussione, perché è importante. Se dovessimo verificare sull’applausometro il consenso relativo ai grandi pagamenti alle monarchie o ai singoli agricoltori, le case reali tremerebbero dalla paura in tutta Europa. Ma è una discussione più complessa, come abbiamo sentito dire dai nostri colleghi dell’Europa orientale.
Per quanto riguarda la valutazione dello stato di salute, posso affermare molto brevemente che, riguardo al disaccoppiamento e alla modulazione in Irlanda, noi abbiamo svolto un disaccoppiamento completo, e penso che la signora Commissario lo riconosca. Non intendiamo abbandonare il nostro sistema di pagamenti tradizionale e non apprezziamo la maggiore modulazione. E’ come fare un buco per tapparne un altro, camuffandolo da qualcos’altro. Non sappiamo realmente dove verranno destinate le risorse per lo sviluppo rurale e dobbiamo essere molto attenti su questo aspetto.
Non è l’articolo 69 che preoccupa gli agricoltori irlandesi in questo momento, ma l’OMC. Ho qui davanti a me, e condividerò con i colleghi, la valutazione dell’ultimo documento dell’OMC. E’ a colori e non è carina. Se dipendesse dal Commissario Mandelson, allora temo che i settori dei bovini, caseario, degli ovini e dei suini in Europa verrebbero distrutti, al pari della politica agricola comune. I tagli nelle tariffe oscillano attorno al 70%.
Ora, forse, le persone non comprendono l’impatto di tutto questo, ma significa che i nostri produttori non potranno e non possono competere con i prodotti alimentari di importazione e con prodotti che vengono realizzati in base a norme molto, molto diverse.
Il settore degli ovini, che attualmente il Parlamento cerca di aiutare, verrà decimato dall’OMC. Posso domandarle, signora Commissario, se vuole prendere visione di questa valutazione elaborata dall’associazione degli agricoltori irlandesi, e la solleverò ancora perché a colori, e in seguito tornare da me e dirmi, spero, che hanno commesso un errore, anche se temo che non sia così?
Esiste una completa mancanza di informazione per quest’Assemblea sull’impatto dell’ultimo testo dell’OMC, e ritengo che abbiamo bisogno e meritiamo di essere informati. Vorrei solo dire che gli agricoltori irlandesi sostengono l’Unione europea, ma durante il fine settimana molti di loro hanno bussato alla mia porta mettendo in dubbio le loro decisioni riguardo alla votazione sui diversi Trattati. E questo è grave, come la signora Commissario sa.
María Isabel Salinas García (PSE). – (ES) Signor Presidente, signor Commissario, gli agricoltori europei, e quelli spagnoli in particolare, hanno bisogno, e direi che esigono un livello minimo di stabilità. Pertanto, la prima domanda che desidero rivolgere alla signora Commissario è che il riesame nel medio periodo della politica agricola comune non dovrebbe trasformarsi in una revisione profonda e radicale.
Un aspetto che mi preoccupa è il disaccoppiamento parziale degli aiuti; la rapidità nel procedere con il disaccoppiamento degli aiuti può minacciare molte coltivazioni. Un livello totale o parziale di disaccoppiamento in alcuni settori è essenziale per mantenere la produzione, per esempio nel settore del cotone.
Di conseguenza, ritengo che i livelli di disaccoppiamento dovrebbero essere mantenuti come concordato nel 2003 e in ogni caso, se ciò non fosse possibile, ritengo che bisognerebbe accordare agli Stati membri un margine di manovra, poiché un modello volontario per ogni settore, su una base caso per caso, potrebbe creare le migliori condizioni per la produzione agricola. Ritengo che in questo momento dovremmo inviare al settore agricolo un messaggio di calma e stabilità.
Jan Mulder (ALDE). – (NL) I miei complimenti all’onorevole Goepel per il suo lavoro. Dal mio punto di vista, sono importanti due aspetti di questa discussione.
In primo luogo, secondo me, l’aspetto più importante della politica agricola è il mercato unico per 500 milioni di consumatori. La Commissione o la relazione Goepel hanno compromesso questo mercato? Credo di no, e ciò è positivo.
In secondo luogo, ritengo che le autorità debbano essere affidabili. Dobbiamo mantenere ciò che abbiamo promesso nel bilancio del 2007, e credo che la Commissione lo stia in realtà facendo.
Ho sensazioni contrastanti per quanto riguarda la modulazione. Ancora non conosco i risultati della politica agricola. Le relazioni della Corte dei conti sono state estremamente critiche, ma l’imposizione di un ulteriore onere finanziario agli agricoltori, di cui non vedranno mai tornare indietro il 60%, mi crea qualche problema. Nei Paesi Bassi si impiega per acquistare zone naturali.
Desidero parlare brevemente di preoccupazioni non relative al commercio. In quale modo posso spiegare agli agricoltori europei che non è consentito loro produrre alcuni prodotti mentre per altri paesi lo è, e possiamo importare tali prodotti senza limitazioni? Questo provoca una concorrenza sleale.
Andrzej Tomasz Zapałowski (UEN). – (PL) Signor Presidente, negli ultimi anni sono stati apportati molti cambiamenti alla politica agricola comune, non tutti dettati da una necessità di migliorare la situazione nelle zone rurali o dalle necessità dei consumatori dell’Unione europea. Al momento, i prezzi dei generi alimentari sono in costante crescita ma, nonostante questo, la situazione per le piccole e medie imprese non sta migliorando in modo significativo. La Commissione europea agisce più al fine di sostenere le corporazioni internazionali, tra cui quelle che producono cibi geneticamente modificati, che non per gli agricoltori locali. La Comunità europea si avvicina sempre più a una perdita di sovranità nel settore della produzione alimentare. Adesso, in base alle riforme proposte alla politica agricola comune, vi è un altro processo inteso a eliminare un altro gruppo di agricoltori, i coltivatori di tabacco, che sta portando al disastro economico circa 100 000 addetti e alla perdita di 400 000 posti di lavoro. E’ davvero giunto il momento per la Commissione europea di iniziare a occuparsi maggiormente degli interessi degli agricoltori europei anziché di quelli dei paesi terzi.
Marie-Hélène Aubert (Verts/ALE). – (FR) Signor Presidente, signora Commissario, il contesto dell’agricoltura è cambiato molto dal 2003, e le valutazioni che abbiamo oggi sono già vecchie e non riguardano realmente le sfide cruciali del futuro. La richiesta di prodotti alimentari sta esplodendo, i prezzi crescono rapidamente e diventano inaccessibili per i più indigenti, e al contempo i terreni agricoli stanno scomparendo. I biocarburanti, che sono sostenuti in termini finanziari, stanno destabilizzando enormemente l’agricoltura. Sottolineiamo anche l’impatto del cambiamento climatico, e soprattutto del fatto che i nostri cittadini sono dubbiosi sul modello industriale intensivo e ultraliberale, che significa che i prodotti alimentari viaggiano per il mondo per migliaia di chilometri, tutto ciò associato a un dumping sociale e ambientale.
Una riforma profonda della politica agricola comune è pertanto ciò che adesso dovremmo portare a termine, e non solo un adattamento tecnico degli strumenti attuali, che è quanto state proponendo oggi. Ciò di cui abbiamo davvero bisogno adesso è un approccio, una direzione strategica chiara, che è anche ciò che al momento manca.
Bairbre de Brún (GUE/NGL). − (GA) Signor Presidente, la presente relazione arriva in un momento molto importante per gli agricoltori dell’Unione europea. Come la collega, onorevole McGuinness, ha già affermato, nel corso dei negoziati dell’Organizzazione mondiale del commercio abbiamo assistito al modo in cui il Commissario intende sacrificare gli interessi dei nostri agricoltori e delle nostre comunità rurali, non per il bene del terzo mondo, ma per una parte di un gioco di mercanteggiamento internazionale.
In termini di valutazione dello stato di salute, concordo sul fatto che debba esserci un equilibrio tra la semplificazione degli strumenti e il renderli più efficaci offrendo ai nostri agricoltori una certa stabilità, poiché producono alimenti per noi e mantengono la campagna.
Se ciò venisse attuato equamente, dovremmo accogliere con favore un limite ai grandi pagamenti agli agricoltori su vasta scala o alle grandi aziende quale passo avanti rispetto a una politica agricola comune che aiuta solo i grandi proprietari terrieri. E’ inoltre importante che solo gli agricoltori attivi vengano inclusi nei diritti agli aiuti.
La politica agricola comune dovrebbe …
(Il Presidente interrompe l’oratore)
Derek Roland Clark (IND/DEM). – (EN) Signor Presidente, qualsiasi valutazione dello stato di salute necessita di misurazioni ed esami. Per la PAC, suggerisco di usare quale metro i finanziamenti e che i valutatori siano i revisori contabili.
La Corte dei conti ritiene che la PAC sia in buona salute, quando il 28,9% dei pagamenti per azienda è sbagliato? Ritiene salutare per la PAC finanziare gli agricoltori che non coltivano derrate alimentari? Ritiene salutare convertire i terreni agricoli per i biocarburanti, proprio mentre vi è una carenza di cereali? Ritiene che la PAC sia in buona salute quando i veri agricoltori, almeno nel Regno Unito, lottano per vivere? E’ consapevole che gli agricoltori in Nuova Zelanda adesso non ricevono sovvenzioni ma hanno una produzione molto positiva e che solo il 3% di loro ha subito perdite economiche dopo il ritiro dei finanziamenti?
Poiché mi sembra che la PAC sia davvero in pessima salute, non è il momento di mollare la presa e lasciare che gli agricoltori europei agiscano autonomamente?
Jim Allister (NI). – (EN) Signor Presidente, concordo su molto di quanto contenuto nella presente relazione. Desidero formulare rapidamente quattro osservazioni.
In primo luogo, la teoria del disaccoppiamento è molto positiva ma la sua attuazione è deludente per alcuni perché non riesce a disporre dei più elevati ritorni dei mercati a favore dei produttori a cui era stato promesso.
In secondo luogo, dobbiamo sostenere gli strumenti utili alla salvaguardia contro le crisi di mercato e degli approvvigionamenti. Gli squilibri nella catena dell’approvvigionamento compromettono l’obiettivo della PAC di garantire l’approvvigionamento alimentare. La sicurezza alimentare non è possibile in mancanza della garanzia della sostenibilità economica per i produttori.
In terzo luogo, possiamo fare di più sulla semplificazione della PAC per ridurre il carico burocratico e, sì, per depenalizzare gli agricoltori che sbagliano onestamente attraverso violazioni di minore entità.
In quarto luogo, gli stanziamenti inutilizzati del bilancio agricolo sulle misure di gestione del mercato dovrebbero essere disponibili per gli aiuti a titolo dell’articolo 69 al fine di rafforzare l’agricoltura comunitaria, in particolare dove la produzione è marginale e si affrontano situazioni, come nella mia circoscrizione, con un numero elevato di agricoltori di età superiore ai 55 anni con nessuna prospettiva di impiego alternativo.
Véronique Mathieu (PPE-DE). – (FR) Signor Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, la relazione Goepel offre un valido compromesso tra le audaci proposte della Commissione e le preoccupazioni espresse dai nostri agricoltori. Ha fatto un buon lavoro, onorevole Goepel, con la presentazione di questa relazione; non è stato semplice, lo sappiamo. Ne sono derivate alcune buone proposte.
E’ il caso in primo luogo del sistema di aiuti diretti che deve essere modificato, tenendo presente che gli Stati membri devono avere maggiore flessibilità nell’attuare questo cambiamento.
Se deve proseguire, il disaccoppiamento dovrebbe considerare le difficoltà che alcuni settori stanno attualmente attraversando, in particolare quello dell’allevamento e alcune zone di produzione di colture che sono molto importanti per alcune regioni, come il foraggio di lino e la canapa, che dovrebbero beneficiare di un periodo adeguato di transizione.
Dal modo in cui viene proposta, la modulazione sembra eccessiva e rende il primo pilastro non equilibrato. Le misure associate al ritiro devono poter essere modificate, ma la Commissione dovrebbe in primo luogo definire in modo chiaro gli strumenti che consentono di tutelare i benefici da esso apportati, in particolare per quanto riguarda la biodiversità. La revisione e il rafforzamento dell’articolo 69 sarebbe inoltre un modo di fornire sostegno finanziario effettivo per le aree indebolite, come le regioni montane, per la ristrutturazione dei settori in difficoltà, quali l’allevamento del bestiame e il settore lattiero-caseario, o per la gestione dei rischi.
Infine, signora Commissario, dovremmo realmente domandarci dei biocarburanti, che sono una questione fortemente controversa da un punto di vista ambientale. Forse questa valutazione sullo stato di salute è l’opportunità perfetta per fare questo.
Csaba Sándor Tabajdi (PSE). – (HU) La relazione che stiamo discutendo è una delle più importanti relazioni sul settore agricolo degli ultimi quattro anni, poiché è molto di più che una semplice stima dello stato dei fatti attuale, o una “valutazione dello stato di salute”. Il Commissario Fischer Boel è una liberale radicale, l’onorevole Goepel è un liberaldemocratico cristiano, mentre io sono un liberalsocialista, e abbiamo il compito di modificare la politica agricola comune fondamentalmente dal 2014. Questa “valutazione sullo stato di salute” trasforma in parole un certo numero di idee che diventeranno fatti a partire dal 2014. Un esempio è il passaggio verso pagamenti diretti a tariffa uniforme basati sull’area, un altro è la ridistribuzione di finanziamenti al secondo pilastro e il tipo di modulazione prevista a tal fine; un altro ancora è la necessità di sviluppare un sistema di gestione dei rischi. Concordo con la signora Commissario Fischer Boel e l’onorevole Goepel sul fatto che anche i massimali sono molto importanti. Sarei felice di vedere che la regina britannica percepisce meno; anche in Ungheria attualmente sono presenti molte aziende ad ampia scala. Tuttavia, dobbiamo prevedere un sistema che eviti il raggiro del limite massimo; in altre parole, dovremo risolvere la questione in futuro. Grazie molte.
Anne Laperrouze (ALDE). – (FR) Signor Presidente, desidero precisare quattro dimensioni in cui la PAC dovrebbe evolversi.
Mantenere gli aiuti diretti è un elemento essenziale: è dimostrato che nessuna economia al mondo consente che i suoi agricoltori conducano una vita decente senza sostegno finanziario. L’ambiente si adatta all’agricoltura come l’agricoltura si adatta all’ambiente. Pertanto, è importante mantenere i criteri di condizionalità per ottenere gli aiuti. Qualsiasi accordo nel contesto dell’OMC dovrebbe occuparsi della questione delle indicazioni geografiche protette, il benessere degli animali e lo stato di salute dei prodotti di importazione, per motivi di concorrenza leale e poiché i problemi di salute non si fermano alle frontiere. Infine, è necessario definire il contributo dell’agricoltura al cambiamento climatico e allo sviluppo sostenibile. Invito la Commissione europea a valutare più attentamente la questione di quanti terreni coltivabili nell’Unione europea possono essere trasformati in coltivazioni per biocarburanti e sostanze chimiche “verdi”.
Valuto positivamente la presente risoluzione, che costituisce un’ottima riflessione sulle sfide future per l’agricoltura, sia in termini di produzione alimentare che di protezione del nostro ambiente.
Liam Aylward (UEN). – (EN) Signor Presidente, accolgo con favore la proposta di semplificare il carico normativo per gli agricoltori nel contesto della valutazione dello stato di salute della PAC e solleciterei la signora Commissario a dare agli agricoltori comunicazione anticipata delle ispezioni di condizionalità nel momento in cui sta valutando il modo in cui semplificare i regolamenti e renderli più flessibili.
Mi oppongo totalmente all’aumento della modulazione obbligatoria fino al 13% nei prossimi anni. Ciò ridurrebbe i pagamenti diretti agli agricoltori che hanno già inserito nel bilancio tale denaro.
Esiste il pericolo che il ruolo fondamentale della pastorizia nella tutela delle aree sensibili dal punto di vista ambientale ed ecologico venga distrutto dall’abbandono delle terre e le capacità agricole si perderebbero, e tale aspetto deve essere affrontato e sostenuto nella valutazione sullo stato di salute della PAC.
Adesso è chiaro dall’ultima discussione che le quote latte saranno eliminate dall’aprile 2015 e valuto positivamente il contributo della signora Commissario a questa discussione. E’ importante che vi sia un atterraggio morbido e sarei anche favorevole a un aumento annuale nelle quote latte fino al 2015.
Infine, le proposte presentate a Ginevra relative al futuro dell’agricoltura dell’Unione europea nel contesto dell’OMC sono del tutto inaccettabili, in particolare da un punto di vista irlandese. Valuto positivamente il fatto che molti altri Stati membri dell’Unione europea si siano opposti a tali proposte e che il Commissario competente terrà conto di queste preoccupazioni.
Carmen Fraga Estévez (PPE-DE). – (ES) Signor Presidente, desidero iniziare congratulandomi prima di tutto con l’onorevole Goepel per il lavoro svolto e affermando che mi concentrerò sul futuro del settore lattiero-caseario. Vorrei formulare le seguenti osservazioni.
In primo luogo vorrei dire che esiste molta incertezza per quanto riguarda il possibile impatto dell’eliminazione del sistema delle quote nelle diverse regioni di produzione. Molte persone temono l’accelerazione della tendenza all’abbandono della produzione e che sarà un colpo irreversibile per alcune zone con livelli molto bassi di redditività e scarse alternative agricole.
Tuttavia, è evidente che il sistema di quote attuale non ha ottenuto il risultato desiderato, ossia raggiungere un equilibrio tra produzione e consumo. Siamo passati da una sovrapproduzione di latte a un deficit di oltre 3 milioni di tonnellate, che è la prova palese delle oscillazioni di questa OCM, la distribuzione non uniforme delle quote di produzione, la scarsa e insufficiente valutazione delle ultime riforme e di alcune delle misure specifiche applicate, quali il disaccoppiamento degli aiuti, di cui non conosciamo l’impatto futuro sul settore.
Oltre a tutto questo, esistono disparità nell’applicazione del sistema delle quote tra alcuni paesi e altri; e, signora Commissario, devo dire che in alcuni paesi, come il mio, vi sono ostacoli alla liberalizzazione del settore, e che i singoli trasferimenti delle quote, per esempio, un elemento fondamentale della ristrutturazione, sono vietati dal 2005.
Infine, signora Commissario, desidero semplicemente dire che credo sarebbe positivo combinare l’idea di aumentare le quote del 2% su base volontaria, come proposto nelle relazioni Jeggle e Goepel, con un aumento non lineare negli anni successivi, come richiesto nel paragrafo 84 della relazione Goepel, al fine di distribuire le quote di produzione in modo più equilibrato, dando priorità agli Stati membri che sono stati tradizionalmente deficitari nel loro consumo interno.
Lily Jacobs (PSE). – (NL) Desidero richiamare l’attenzione su un aspetto della nostra politica agricola che viene spesso ignorato: gli interessi dei paesi in via di sviluppo. Dobbiamo abbandonare il protezionismo e le misure di distorsione del mercato che sono contenute nell’attuale sistema. I paesi molto poveri hanno diritto a un accesso equo al nostro mercato e alla cessazione della concorrenza sleale sui loro mercati.
Ho presentato emendamenti che chiedono di rivolgere attenzione a questo aspetto, e desidero invitare i colleghi ad appoggiarli. La signora Commissario concorderà con me che, oltre tutto, la nostra politica dovrebbe concentrarsi in primo luogo sui consumatori. Pertanto, è essenziale che sosteniamo gli agricoltori nella produzione di quantità sufficienti di alimenti sicuri della più elevata qualità. Di conseguenza, dobbiamo garantire un’agricoltura sostenibile, in cui l’investimento massimo è nella tutela e il potenziamento delle aree rurali e dell’ambiente, affinché non solo noi, ma anche i nostri figli possano goderne i benefici.
Occorre garantire cibo a sufficienza per tutti, e un modo per farlo è sviluppare in modo crescente la nostra conoscenza e la nostra condivisione di tale conoscenza nonché delle moderne tecnologie con il resto del mondo.
Kyösti Virrankoski (ALDE). – (FI) Signor Presidente, la relazione della commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale sulla valutazione dello stato di salute dell’agricoltura è realistica. Il problema maggiore è il disaccoppiamento. La Commissione sta chiedendo un aumento del disaccoppiamento degli aiuti dalla produzione.
La commissione è molto prudente, non senza motivo. Il disaccoppiamento sotto molti aspetti è come gli aiuti al prepensionamento. Favorisce le aziende agricole che diminuiscono o abbandonano la produzione ma non incoraggia i giovani agricoltori che stanno espandendo la loro produzione. Analogamente, favorisce la produzione estensiva a danno di quella ad alta intensità di forza lavoro.
In particolare, sembrano rimetterci le aree più svantaggiate per quanto riguarda le loro condizioni naturali. Per esempio, negli Stati Uniti gli aiuti sono legati principalmente alla produzione. E’ altamente inopportuno che si stia abbandonando la giustificazione sociale per gli aiuti. Se un agricoltore che produce alimenti a tempo parziale riceve lo stesso pagamento di un altro che lavora sette giorni su sette, i contribuenti dovrebbero protestare. Il lavoro agricolo continuerà a essere finalizzato alla produzione alimentare.
Zdzisław Zbigniew Podkański (UEN). – (PL) Signor Presidente, nonostante sia stata modificata numerose volte, la politica agricola comune ancora non è all’altezza delle aspettative. La perdita di sicurezza alimentare dell’Unione europea, le molteplici situazioni di crisi e la mancanza di regole comuni che soddisfino entrambe le parti, ne sono un notevole esempio. La situazione di crisi è stata aggravata dalla mancanza di coesione e dalla discriminazione contro gli agricoltori nei nuovi Stati membri. Il fatto che esistano situazioni migliori e peggiori, a seconda della collocazione geografica e della data di adesione all’Unione europea, dimostra in realtà che non esiste una politica agricola comune e non ce ne sarà ancora per molto tempo.
Nonostante l’enorme quantità di lavoro svolto dal relatore, l’onorevole Goepel, l’obiettivo non è stato raggiunto, tantomeno è semplice affermare se siamo più vicini o più lontani dalle soluzioni ragionevoli. Tenuto conto di tale situazione, sembra essere corretta l’opinione della minoranza, secondo cui la Commissione continua a svolgere una politica di sostegno per le imprese multinazionali di prodotti alimentari e i grandi proprietari fondiari, e la politica agricola comune non soddisfa i bisogni dei consumatori o delle piccole e medie imprese che sono costrette ad abbandonare la produzione. Pertanto, ci occorre una politica agricola nuova ed equa, elaborata da esperti obiettivi anziché dai gruppi di interesse.
Petya Stavreva (PPE-DE). – (BG) Signor Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, desidero congratularmi con il relatore, onorevole Lutz Goepel, per l’eccellente lavoro sulla presente relazione.
In qualità di eurodeputato della Bulgaria, ritengo particolarmente importante che la relazione presti attenzione speciale ai nuovi Stati membri dell’Unione europea. Questi ultimi possono, se lo desiderano, applicare i pagamenti individuali per superfici unitari fino al 2013 e saranno sostenuti dall’Unione europea nell’applicazione delle norme di condizionalità.
La tutela del diritto degli Stati membri a decidere autonomamente se e come modificare i loro sistemi di aiuti diretti fornirà ai nostri paesi maggiore flessibilità e li aiuterà ad adattare le necessità specifiche di ogni regione e di ciascun settore.
Ritengo che la relazione sulla valutazione dello stato di salute della politica agricola comune sia di particolare importanza oggi, in un momento in cui il Parlamento europeo deve dimostrare ai cittadini il suo impegno e la propensione alla responsabilità politica per lo sviluppo del settore agricolo nella Comunità.
Credo che la relazione dell’onorevole Lutz Goepel tuteli gli interessi degli agricoltori europei e vi invito a sostenerla. Grazie.
Bogdan Golik (PSE). – (PL) Signor Presidente, desidero iniziare congratulandomi con il collega onorevole Goepel per una buona relazione e ringraziandolo per l’enorme lavoro investito. La presente relazione riflette completamente gli interessi del Parlamento nella questione della politica agricola. Nonostante la spesa nelle attuali prospettive di bilancio sia del solo 33% rispetto all’80% degli anni settanta, la politica agricola continua a essere, e dovrebbe essere, una delle più importanti politiche europee.
Poiché il mio tempo è limitato, citerò solo alcune questioni rilevanti per i nuovi Stati membri. L’introduzione della modulazione in tali paesi non dovrebbe essere accolta finché non saranno ottenuti i pagamenti totali e vi si dovrebbe procedere in modo graduale, come è stato in altri paesi dei Quindici. Non posso concordare con l’abolizione delle sovvenzioni e dei supplementi per l’energia che abbiamo assegnato appena adesso. Al contrario, l’Unione europea dovrebbe sostenere in modo particolare la nuova direzione di produzione di biomassa.
Per quanto riguarda il futuro delle quote latte, resto fedele alla mia opinione secondo cui la decisione da adottare in merito necessita di una discussione più ampia e di una valutazione molto più approfondita.
Magor Imre Csibi (ALDE). – (RO) In qualità di vicepresidente dell’ENVI, desidero fare molte puntualizzazioni riguardanti l’impatto del cambiamento climatico sull’agricoltura.
La pratica dell’agricoltura intensiva negli ultimi anni ha fatto sì che gli agricoltori contribuissero, in larga misura, al riscaldamento globale, del quale adesso affrontano gli effetti devastanti. Le statistiche stimano che l’agricoltura è responsabile dal 17% al 32% delle emissioni di gas serra prodotte da attività umane. L’agricoltura sta ancora inquinando come conseguenza dell’impiego irrazionale dei fertilizzanti, lo stoccaggio inadeguato dei concimi animali, e l’utilizzo irrazionale dei terreni, e mi riferisco in particolar modo alla deforestazione e al sovrappascolo.
Il riscaldamento globale non è reversibile e il frequente verificarsi di siccità o inondazioni in futuro non dovrebbe più sorprenderci. Questo è il motivo per cui sostengo l’idea presentata nella relazione riguardante la creazione di una rete di sicurezza a livello europeo volta ad aiutare gli agricoltori comunitari in caso di calamità ecologiche, climatiche o epidemiologiche.
Di conseguenza, domando alla Commissione europea di valutare la possibilità di un’urgente istituzione di un fondo di garanzia o un meccanismo di gestione dei molteplici rischi riguardanti gli agricoltori dell’Unione europea, finanziato a titolo del bilancio comunitario nonché dei bilanci degli Stati membri.
Zbigniew Krzysztof Kuźmiuk (UEN). – (PL) Signor Presidente, vorrei rivolgere l’attenzione a soli due argomenti in questa discussione. In primo luogo, la percentuale della spesa di bilancio complessiva impiegata nell’agricoltura è in continua diminuzione e sarà del solo 32% l’ultimo anno di questa prospettiva di bilancio. Tali finanziamenti costituiscono circa il 30% del reddito medio annuo degli agricoltori dell’Unione europea. Questo livello di sostegno deve essere mantenuto in futuro al fine di contribuire agli interessi delle attività agricole, e soprattutto di garantire la sicurezza alimentare europea. Dovremmo ricordare che molti dei paesi industrializzati del mondo impiegano una molteplicità di strumenti intesi al sostegno al reddito agricolo a un livello superiore al 50%. Tra questi paesi figurano il Giappone, la Corea del Sud, la Norvegia e la Svizzera.
In secondo luogo, è necessaria una distribuzione ancora più rapida del sostegno agli agricoltori nei vecchi e nei nuovi Stati membri. Gli esperti stimano che il livello medio di sostegno per ettaro di terreno nel periodo tra il 2007 e il 2013 sarà nei nuovi Stati membri di appena il 62-64% di quello ricevuto dagli agricoltori dei vecchi Stati membri. A meno che non vengano soddisfatti questi due presupposti fondamentali, non sarà semplice generare sviluppo nell’agricoltura europea.
Czesław Adam Siekierski (PPE-DE). – (PL) Signor Presidente, l’obiettivo di questa revisione della politica agricola comunitaria è di migliorarla, alla luce dell’esperienza maturata nel periodo trascorso dall’ultima riforma del 2003 e della situazione emersa nel mercato mondiale. Tuttavia, si dovrebbe ricordare che i cambiamenti da apportare non devono compromettere, in primo luogo, la natura comunitaria di questa politica – siamo contrari alla nazionalizzazione – e, in secondo luogo, il modello agricolo europeo. Non vi sono possibilità per basare gli aiuti diretti sui livelli di produzione storici e differenziarli in questo modo.
Il modello futuro per le sovvenzioni dopo il 2013 dovrebbe essere basato su principi semplici simili al RPUS. Tuttavia, in casi estremi dovrebbe essere consentito l’intervento di mercato, o persino gli aiuti alla produzione, come nei casi della produzione di tabacco o lattiero-casearia nelle regioni montane.
Katerina Batzeli (PSE). – (EL) Signor Presidente, desidero iniziare congratulandomi con l’onorevole Goepel per la sua relazione. Poiché il tempo è molto limitato, consentitemi di sottolineare alcuni principi che devono guidare qualsiasi riforma della politica agricola comune, con l’aiuto di strumenti di comunicazione o legislativi.
Prima di tutto, la ridefinizione del modello agricolo europeo non può ignorare le piccole e medie imprese a conduzione familiare. In secondo luogo, la questione dei finanziamenti, che dovranno essere in seguito stabiliti, non deve basarsi sul principio di cofinanziamento, che di fatto nazionalizza nuovamente la politica agricola comune. Inoltre, la questione della regionalizzazione, che da sola non può risolvere i problemi del mercato e dei prodotti alimentari, dovrà essere rivalutata e considerata nelle sue reali proporzioni. Infine, si dovrà eliminare l’ingiustizia derivante da alcune riforme. Tali prodotti devono essere reintegrati e trattati allo stesso modo degli altri.
Francesco Ferrari (ALDE). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, signora Commissario, ringrazio il relatore per questa relazione molto rilevante vista la complessità e la vasta portata dell’argomento trattato.
Vorrei sottolineare due punti che ritengo particolarmente importanti. Il primo è che considero la PAC uno strumento importante che deve essere mantenuto anche dopo il 2013, perché è un sostegno all’impresa. Ma proprio per questo deve essere rivolto a chi fa impresa, perché crea lavoro, mantiene l’ambiente, garantisce prodotti di alta qualità.
Il secondo riguarda la delicata questione delle quote latte. Concordo infatti con il relatore sulla necessità di tutelare quelle regioni europee dove non esiste alternativa all’allevamento del bestiame e alla produzione di latte, ma non bisogna dimenticare tutti quegli allevatori che hanno fatto grandi investimenti per l’acquisto di quote latte e che dal 2015 potrebbero trovarsi in grosse difficoltà economiche.
Spero che si possa trovare anche con il Commissario una soluzione che soddisfi tutti, anche perchè nel 1984, quando è stato costituito il regime delle quote, l’Italia era contro e ad oggi è ancora deficitaria di circa il 40% del latte che consuma.
Struan Stevenson (PPE-DE). – (EN) Signor Presidente, l’eccellente relazione dell’onorevole Goepel getterà le basi per una politica agricola solida per il futuro, ma è sempre più evidente che la sicurezza alimentare salirà ai primi posti della nostra agenda politica, come affermato dall’onorevole Parish.
E’ tale il panico provocato dal cambiamento climatico che politici e pianificatori corrono il rischio di creare un problema globale maggiore di quello che dovrebbero risolvere. La corsa ai biocarburanti sta sottraendo un numero così elevato di terreni alla produzione agricola che adesso alcuni esperti prevedono un’imminente carestia globale. Parallelamente, vaste aree delle foreste pluviali amazzoniche e indonesiane sono state distrutte per far spazio alle coltivazioni di biocarburanti come l’olio di palma nonché per coltivazioni come la soia, che rilasciano nell’atmosfera milioni di tonnellate di CO2 e minacciano di distruggere il nostro sistema globale di condizionamento dell’aria. La deforestazione è adesso responsabile di circa il 18% delle emissioni di gas serra totali ed evidenzia la follia delle attuali politiche.
L’avidità, anziché la protezione dell’ambiente, è diventata la caratteristica peculiare della nostra strategia intesa ad affrontare il cambiamento climatico, e la corsa ai biocarburanti sta minacciando potenzialmente le vite di milioni di persone, poiché la popolazione globale cresce rapidamente dagli attuali sei miliardi a una stima di nove miliardi entro il 2050. Ogni mese nascono altri sei milioni di persone. Entro il 2030, la popolazione mondiale si sarà estesa in misura tale che richiederà un aumento del 50% della produzione alimentare al fine di soddisfare la domanda anticipata. Entro il 2080, sarà necessario raddoppiare la produzione alimentare globale!
Ma la realtà è che una regione delle dimensioni dell’Ucraina viene esclusa dalla produzione agricola ogni anno a causa della siccità e quale conseguenza diretta del cambiamento climatico. La produzione alimentare globale è in declino e non in espansione. Questo è il motivo per cui la sicurezza alimentare adesso è una priorità in agenda.
Constantin Dumitriu (PPE-DE). – (RO) La politica agricola comune è uno dei pilastri dello sviluppo europeo e le discussioni sui metodi di miglioramento di tale politica dovrebbero essere una costante, non solo per le istituzioni europee, ma anche all’interno degli Stati membri nelle comunità che ci hanno eletto.
Mi fa piacere che, grazie alla comunicazione della Commissione e alla relazione elaborata dal mio collega Goepel, abbiamo individuato numerose soluzioni per migliorare la politica agricola comune e per far sì che gli abitanti delle regioni rurali pensino che questa politica è positiva per loro stessi e non è solo una serie di disposizioni burocratiche redatte da qualche ufficio a Bruxelles. Tuttavia, dobbiamo essere certi che le proposte presentate dalla Commissione, dal Consiglio e da noi stessi siano sufficientemente flessibili e realistiche al momento dell’attuazione.
In Romania, il paese che rappresento in questo Emiciclo, il 25% della forza lavoro è occupata nel settore dell’agricoltura e il 40% della popolazione vive in zone rurali. Tali dati dimostrano l’importanza dell’agricoltura e delle regioni rurali per la Romania e la nostra economia. Le soluzioni che troviamo per la riforma della PAC devono tener conto dei casi come quello rumeno, con un grande settore agricolo in pieno processo di modernizzazione.
James Nicholson (PPE-DE). – (EN) Signor Presidente, desidero innanzi tutto accogliere con favore la relazione dell’onorevole Goepel e ringraziarlo per il lavoro impegnativo che ha svolto nonché per quello di tutte le persone coinvolte.
Questo è solo l’inizio del processo poiché nel corso di quest’anno guardiamo al futuro della politica agricola comune. E’ un passo molto importante in tale processo e adesso attendiamo le proposte della Commissione per l’immediato futuro. La posizione del secondo pilastro dello sviluppo rurale e quale tipo di modulazione è prevista, saranno di certo essenziali, credo, per un successo a lungo termine, ossia per il futuro della politica agricola comune.
Ma devo dire che non è stato mai così importante garantire un livello paritario tra tutti gli Stati membri e non possiamo consentire livelli diversi di percentuali tra loro. Il disaccoppiamento ha avuto un grande successo. Non credo che possiamo tornare indietro su questo aspetto. La condizionalità è stata inutile e burocratica e può essere migliorata. E la sicurezza alimentare deve essere al primo posto dell’elenco.
Andrzej Jan Szejna (PSE). – (PL) Signor Presidente, la politica agricola comune e la politica strutturale che la sostiene chiedono soluzioni a problemi sempre più gravi nonché dalla. La struttura di base della politica agricola comune per gli anni 2007-2013, adottata dai ministri per l’Agricoltura dei paesi dell’Unione europea il 26 giugno 2003 a Lussemburgo, contiene alcune soluzioni di cui la Polonia può beneficiare. Tuttavia, altri fanno di più al fine di tutelare gli interessi dei vecchi Stati membri.
Condivido il punto di vista del relatore secondo cui la Commissione dovrebbe redigere una relazione dettagliata su problemi quali i costi addizionali sostenuti dagli agricoltori per conformarsi alle norme comunitarie in materia di tutela ambientale, benessere degli animali e sicurezza alimentare.
Nell’adottare una posizione sulla relazione presentataci, concordo sulla necessità di proseguire il processo di riforme e di sviluppare ulteriormente le zone rurali. La politica agricola comune deve cambiare se si intende trovare risposte alle nuove sfide quali il cambiamento climatico, le crescenti domande energetiche, l’aumento della popolazione mondiale e il livello crescente di apertura dei mercati mondiali.
Markus Pieper (PPE-DE). – (DE) Signor Presidente, accolgo con favore la relazione dell’onorevole Goepel poiché finalmente i tempi sono maturi per l’eliminazione o per una profonda riforma di strumenti quali il controllo delle quote, i premi per capo di bestiame, le restituzioni all’esportazione e i prezzi di intervento.
Guardando alla crescita globale nella domanda di prodotti alimentari, un’economia di mercato più ampia nella politica agricola offre anche maggiori opportunità nell’agricoltura europea. Mi preoccupa la formulazione di alcuni compromessi. La questione in questo caso è del momentaneo disaccoppiamento dei premi per capo di bestiame, la richiesta di sistemi di tutela correlati al settore e di una lunga serie di deroghe, per esempio per il latte, da finanziare attraverso il primo pilastro.
Tutto questo corre il rischio di farci dipendere da vecchi regolamenti di mercato in modo indiretto. Dobbiamo realmente ridurre le eccezioni a regioni strutturalmente deboli e definirle molto limitatamente per quantità di produzione ridotte.
Se siamo troppo generosi in questo caso, si provocheranno distorsioni della concorrenza che non siamo in grado di calcolare in termini politici. Pertanto, incoraggio la Commissione a offrire al mercato un’opportunità adeguata nelle prossime proposte legislative.
Marian Harkin (ALDE). – (EN) Signor Presidente, nella relazione vi sono alcuni riferimenti all’OMC. Tuttavia, sono seriamente preoccupato che, mentre questo pomeriggio discutiamo la presente relazione sulla PAC in Parlamento, il futuro dell’agricoltura europea venga minacciato e gravemente compromesso dai negoziati condotti a nostro nome dal Commissario Mandelson nei colloqui a livello di OMC.
La relazione chiede di perseguire il concetto di accesso qualificato al mercato nel corso dei negoziati OMC. La signora Commissario Fischer Boel è soddisfatta della linea che stiamo seguendo? E’ dunque fiduciosa che la posizione adottata dal Commissario Mandelson non danneggerà i settori dei bovini, lattiero-caseario e altri, e che alla fine renderà in qualche modo irrilevante la nostra discussione di questo pomeriggio?
La relazione chiede che le preoccupazioni europee non relative al commercio siano centrali nei negoziati OMC. La signora Commissario è soddisfatta che stiamo seguendo questa direzione, o stiamo solo svolgendo una colta discussione in Parlamento questo pomeriggio, mentre il Commissario Mandelson attacca le vere e proprie fondamenta della PAC?
Iztok Jarc, Presidente in carica del Consiglio. − (SL) Desidero ringraziare tutti voi per una discussione molto interessante. A mio avviso, anche la relazione era di qualità molto elevata e ricca di idee valide.
Vorrei dire che su molte questioni relative a questa discussione il Parlamento e il Consiglio hanno espresso opinioni molto simili, che sono troppe per poterle elencare adesso. Sono convinto che queste similitudini daranno ulteriore peso a tali opinioni e che offriranno un’ottima base per la cooperazione futura tra le due istituzioni. Sono inoltre sicuro che saranno riprese nelle conclusioni che i ministri discuteranno e adotteranno la prossima settimana.
Ritengo che entrambe le istituzioni studieranno in modo approfondito le proposte legislative che la Commissione è in procinto di presentare alla seduta informale di maggio in Slovenia, in cui si svolgerà una discussione molto interessante.
Infine, vorrei dire che la Presidenza slovena si impegnerà per un avvio tempestivo della discussione su tali proposte al fine di completare molto del lavoro nel corso del suo mandato.
Mariann Fischer Boel, Membro della Commissione. − (EN) Signor Presidente, sono completamente d’accordo con l’onorevole Nicholson sul fatto che questo sia il primo passo in una discussione che continuerà per almeno il resto dell’anno e, pertanto, non entrerò nel dettaglio di tutte le diverse questioni che sono state sollevate oggi in Aula. Ne rimarcherò solo alcune tra le più importanti.
Innanzi tutto, una larga maggioranza è a favore del concetto di disaccoppiamento, che anche io apprezzo molto. L’idea di offrire agli Stati membri la possibilità di introdurre un modello regionale è un’opportunità per loro di procedere verso un livello paritario e ho spiegato in varie occasioni il motivo per cui lo ritengo importante.
Al fine di non creare aspettative, sarò molto diretta e onesta sul disaccoppiamento del settore del tabacco. Nella riforma del 2004 è stato deciso di disaccoppiare i pagamenti del tabacco. Poiché adesso stiamo cercando di procedere ulteriormente nel disaccoppiamento, l’idea che qualcuno di voi ha sollevato di estendere al tabacco i pagamenti accoppiati sarebbe un passo in una direzione completamente sbagliata. Pertanto, non vi aspettate in alcun modo che la Commissione si muova in tale direzione.
L’onorevole McGuinness ha affermato che la modulazione era come un furto nei confronti degli agricoltori. Non concordo su questo approccio. Ritengo che la politica di sviluppo rurale necessiterà di maggiori risorse al fine di affrontare nuove sfide, tra cui le più importanti saranno il cambiamento climatico e la riduzione delle emissioni di CO2.
Dobbiamo tener conto, in primo luogo, che le risorse disaccoppiate rimarranno negli Stati membri e, in secondo luogo, che i pagamenti modulati sono cofinanziati dagli Stati membri e quindi in realtà il denaro lo gestite voi. Ricevete due volte quello che detraete dai pagamenti diretti. Questo è un messaggio importante e torneremo sull’argomento nelle proposte legislative.
L’onorevole Graefe zu Baringdorf ha citato la modulazione progressiva e la necessità, da questo punto di vista, di includere in queste discussioni l’intensità di mano d’opera. Comprendo la sua opinione, ma posso solo dire che ciò sarà estremamente burocratico e molto, molto complesso da gestire, pertanto sono estremamente riluttante ad addentrami nell’argomento.
Potrei sbagliarmi ma, personalmente, non ritengo che l’introduzione della codecisione sull’agricoltura sia una minaccia, come ho sentito affermare. Ritengo sia un passo enorme e ovvio in una situazione in cui il settore agricolo è così importante, da un punto di vista economico e perché è fondamentale per una grande quantità di persone. Pertanto, accolgo positivamente tale modifica ma, dall’altro lato, è essenziale che completiamo questa valutazione dello stato di salute prima della fine dell’anno, altrimenti sarà una valutazione dello stato di salute per il 2010 e quindi saremo troppo vicini al 2013. Questo è il motivo ma, credetemi, sono molto soddisfatta dei cambiamenti citati.
Per quanto riguarda i paesi in via di sviluppo, l’Unione europea è il mercato che più si apre ad essi: importiamo una maggior quantità di prodotti agricoli rispetto al Canada, agli Stati Uniti, all’Australia e al Giappone considerati insieme. Se ne deve tener conto quando parliamo di settore agricolo.
Vorrei dire all’onorevole Harkin che sono stata informata che ha presentato un’interrogazione orale, cui verrà risposto per iscritto e, pertanto, sono sicura che otterrà tutte le informazioni che ha richiesto.
Lutz Goepel, relatore. − (DE) Signor Presidente, con questa discussione viene in mente il pattinaggio artistico. Nel giudicare una prestazione di questa disciplina, si scartano il voto più alto e quello più basso e quindi si assegna il punteggio. Pertanto, se io elimino le opinioni dell’estrema destra e dell’estrema sinistra in quest’Aula, avremo quindi un risultato di cui tutti siamo molto soddisfatti e con cui possiamo convivere molto serenamente.
Vi ringrazio molto per il sostegno e la cooperazione. Desidero sottolinearlo ancora una volta oltre i limiti dei singoli gruppi. Attendo quella che sarà una cooperazione emozionante sul pacchetto legislativo.
Presidente. − Desidero solo aggiungere, onorevole Goepel, che si applica lo stesso principio di eliminazione dei voti più alto e più basso nel salto con gli sci e nel pugilato. Se questo amplia la nostra discussione, allora d’accordo.
La discussione è chiusa.
La votazione si svolgerà mercoledì 12 marzo 2008.
Dichiarazioni scritte (articolo 142)
Gábor Harangozó (PSE), per iscritto. – (EN) E’ certamente della massima importanza sottolineare chiaramente, nel contesto della presente relazione, la necessità di mantenere i pagamenti diretti non solo in caso di crisi connessa al clima o di fallimenti del mercato, ma anche al fine di equilibrare in modo paritario le norme europee di alto livello in materia di ambiente, bestiame e tutela dei consumatori. Tuttavia, è nostro dovere considerare seriamente la situazione dei paesi con produzioni agricole meno sviluppate nel corso della revisione dei criteri in base ai quali erogare i pagamenti diretti in futuro nell’ambito della nostra politica agricola comune. Inoltre, dobbiamo riconoscere che la situazione complessa cui si trova dinanzi la maggior parte dei settori agricoli dei nuovi Stati membri richiede un’attenzione speciale e ulteriori investimenti in particolare nella ristrutturazione e nella modernizzazione del settore. Infine, desidero precisare che è essenziale, occupandosi della valutazione dello stato di salute della PAC che, a seguito delle recenti crisi, venga posto l’accento sul garantire la sicurezza alimentare e degli approvvigionamenti per i nostri cittadini, assicurando scorte alimentari sufficienti.