Presidente . − L’ordine del giorno reca la relazione di Claude Turmes, a nome della commissione per l’industria, la ricerca e l’energia, sul Fondo globale per la promozione dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili [2007/2188(INI)] (A6-0006/2008).
Claude Turmes, relatore. − (DE) Signor Presidente, Martin Luther King aveva un sogno. Sognava una società in cui il colore della pelle non portava alla discriminazione. Si è trattato di un sogno che ha rivoluzionato l’America e il mondo. Oggi l’Europa ha un sogno, o almeno una visione: sviluppare le energie del futuro, non solo in Europa ma anche oltre, la visione di energie rinnovabili che rivestono un ruolo primario dalla metà di questo secolo, che contribuiscono a evitare i conflitti per le risorse di petrolio e gas rimanenti, che attenuano i cambiamenti climatici e che garantiscono che miliardi di persone nel mondo abbiano accesso all’energia oggi al di fuori della loro portata.
Ritengo che la Commissione, oggi rappresentata dalla sua coscienza ambientale, il Commissario Dimas, abbia tutte le ragioni di essere orgogliosa del proprio Fondo globale per l’efficienza energetica e le energie rinnovabili (GEEREF). Presumiamo che in quattro o cinque anni tale Fondo disporrà di 500 milioni di euro, facendone il maggiore fondo di investimenti nelle energie rinnovabili e nell’efficienza energetica al mondo.
Questi 500 milioni di euro proverranno in parte dalle finanze pubbliche, con una cifra compresa tra circa gli 80 e i 150 milioni di euro del bilancio europeo, ma anche dei bilanci dei governi nazionali. Attualmente si sono impegnate in particolare Germania e Norvegia.
Che cosa intende ottenere questo Fondo? Gli analisti finanziari che hanno esaminato i flussi di investimento in progetti relativi a singole energie rinnovabili ed efficienza energetica hanno osservato che è difficile attirare capitali di rischio per investimenti inferiori a 10 milioni di euro. Questo Fondo sarà adeguato nello specifico a tali progetti di medie dimensioni fino a 10 milioni di euro.
Sarà quindi un “fondo dei fondi”, il che significa che il Fondo non investirà direttamente in impianti eolici in Marocco o in impianti a energia solare in Cina, ma acquisirà quote nei fondi di investimento in Sudafrica, nell’Africa centrale, in Cina, in Russia o in Sud America. Le finanze pubbliche determineranno a livello politico dove dirigere i finanziamenti.
Si tratta di un’iniziativa allettante per gli investitori privati poiché le finanze pubbliche in effetti si assumeranno tutti i rischi di investimento, in modo che il guadagno sugli investimenti, se si verificherà, andrà prima agli investitori privati e soltanto in una seconda fase ritornerà alle finanze pubbliche, e ciò naturalmente offre molta sicurezza agli investitori privati.
In quanto deputati abbiamo sollevato quattro o cinque questioni relative al Fondo. La prima è una domanda specifica al Commissario Dimas. In un periodo in cui i biocarburanti costituiscono un problema estremamente controverso, noi deputati siamo del parere che occorra applicare parametri molto rigorosi per qualsiasi investimento del Fondo in progetti relativi a biomassa o biocarburante. Non è soltanto l’equilibrio ambientale a poter essere problematico; genererebbe un problema di immagine per il Fondo qualora la sua reputazione fosse danneggiata da simili investimenti. Ancora una volta, pertanto, signor Commissario, può garantire che la Commissione farà del proprio meglio per attuare i parametri severi necessari?
La seconda questione importante per noi deputati, e ritengo sia vero soprattutto per quelli di noi che sono coinvolti nel settore dell’ambiente, è che vogliamo che tale Fondo contribuisca in maniera significativa a superare la povertà energetica. Occorre quindi applicare le competenze tecniche delle istituzioni di microfinanziamento quali la Grameen Bank e altre che stanno già attuando progetti per i più poveri fra i poveri, come collettori solari o impianti fotovoltaici. Dobbiamo coinvolgere tali istituzioni. La mia seconda domanda, signor Commissario, è questa: la Commissione, in quanto principale donatore pubblico, ha intenzione di garantire che il 20-25% dei finanziamenti sarà autenticamente utilizzato per questo tipo di microprogetti tramite accordi di microfinanziamento?
Terzo, se gli investimenti in Cina stanno diventando così semplici, temiamo che tutti i finanziamenti del GEEREF procedano in quella direzione. Tuttavia, ciò che vogliamo è una distribuzione geografica appropriata degli investimenti, e pertanto abbiamo bisogno dell’impegno politico della Commissione in merito al fatto che i fondi saranno assegnati a investimenti in paesi di Africa, Caraibi e Sud America.
Come Parlamento, abbiamo bisogno di un esame rigoroso e di una valutazione con relazioni regolari a quest’Aula e alle sue commissioni per i bilanci e per il controllo dei bilanci, poiché vogliamo incrementare questo Fondo se possibile nei prossimi anni: per fare ciò, naturalmente occorre la fiducia dell’Assemblea nelle attività del Fondo.
Queste sono le mie considerazioni iniziali, e attendo con impazienza la discussione con i miei colleghi.
(Applausi)
Stavros Dimas, Membro della Commissione. − (EL) Signor Presidente, onorevoli colleghi, è trascorso oltre un anno dalla pubblicazione della comunicazione della Commissione “Mobilitare fondi pubblici e privati per finanziare un accesso globale a servizi energetici compatibili con l’ambiente, economicamente accessibili e sicuri: il Fondo globale per l’efficienza energetica e le energie rinnovabili” (noto come GEEREF).
Da allora sono avvenuti numerosi sviluppi, ad esempio l’accordo di Bali dello scorso dicembre. Di conseguenza, ora questa iniziativa appare più importante e opportuna. Pertanto è il momento giusto per discutere questa relazione, e noto con soddisfazione che il Parlamento europeo è particolarmente favorevole per quanto riguarda questi nuovi e innovativi dispositivi di sostegno ai progetti per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica.
Consentitemi, per prima cosa, di spiegare per quale motivo la Commissione ha proposto di utilizzare sovvenzioni pubbliche nel fondo globale dei capitali di rischio delle imprese, anche se l’onorevole Turmes ha già indicato i punti principali che ci hanno condotto a questa decisione e ha posto alcune domande. In effetti, malgrado i continui progressi osservati nell’uso delle fonti di energia rinnovabile, la quota totale mondiale delle fonti di energia che rappresentano rimane contenuta.
Inoltre, è noto che migliorare l’efficienza energetica possa offrire maggiori guadagni rispetto a stabilire una nuova infrastruttura energetica. Ciononostante, con gli investimenti effettuati nel mondo in questo settore, le possibilità esistenti di miglioramento non sono pienamente sfruttate. Le significative difficoltà nel reperire finanziamenti privati per progetti relativi a efficienza energetica ed energia rinnovabile costituiscono pertanto un problema rilevante.
Le ragioni sono complesse e riguardano soprattutto la mancanza di capitali di rischio delle imprese. Tali capitali sono necessari nei paesi in via di sviluppo, e si stima che nelle economie di transizione siano pari a oltre a 9 miliardi di euro l’anno. E’ una cifra molto più elevata rispetto a quella attualmente disponibile. Sebbene i sussidi pubblici siano aumentati negli ultimi anni, la somma totale accessibile è insufficiente. Occorre individuare capitali aggiuntivi; sono necessari nel campo dell’energia fino al 2030. Di conseguenza, la ricerca di finanziamenti nel settore privato è fondamentale.
Tuttavia, i numerosi anni necessari per la restituzione degli investimenti nelle tecnologie pulite ostacola gli investitori, specialmente nelle regioni geografiche ritenute a rischio elevato. Ad esempio, gli investimenti privati nell’Africa subsahariana sono molto modesti; si tratta proprio del motivo per cui uno degli obiettivi di GEEREF è incoraggiare gli investimenti in queste regioni. La somma a cui ha fatto riferimento l’onorevole Turmes è indicativa, considerato che rappresenta un minimo da impiegare in queste regioni.
Un secondo problema affrontato dall’onorevole Turmes è la scala dei progetti. Per progetti di piccole dimensioni in paesi lontani, i costi amministrativi e di esecuzione potrebbero essere più elevati. Di conseguenza, gli organismi internazionali di finanziamento non sono preparati a finanziare tali progetti, in particolare se il loro valore è inferiore a 10 milioni di euro, come lei ha affermato.
E’ proprio questo l’obiettivo di GEEREF: superare tali ostacoli tramite investimenti di piccole dimensioni. Concentreremo i nostri sforzi su progetti simili. Il fondo attirerà investitori privati utilizzando risorse pubbliche volte a tutelarli dai rischi a cui ho fatto riferimento in precedenza. Per consentire che GEEREF si avvii e proceda, la Commissione europea garantirà circa 80 milioni di euro da quest’anno al 2010. Come ho affermato precedentemente, con l’impegno supplementare da parte dei governi di Germania e Norvegia, disponiamo di ulteriori 100 milioni di euro. Ci aspettiamo di ottenere capitali di rischio addizionali dal settore privato, pari almeno a 300-500 milioni di euro, o forse anche 1 miliardo di euro, a più lungo termine.
Signor Presidente, mi fa piacere che nella presente relazione il Parlamento europeo sostenga la creazione del Fondo globale per l’efficienza energetica e le energie rinnovabili. Desidero ringraziare il relatore, l’onorevole Turmes, per i suoi sforzi, nonché l’onorevole Wijkman della commissione per lo sviluppo e l’onorevole Korhola della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, per il loro contributo. Ritengo si tratti di un’iniziativa importante e opportuna che dimostra che l’UE stia agendo e sia determinata ad aiutare i paesi in via di sviluppo a ottenere l’accesso all’efficienza energetica e alle fonti di energia rinnovabile.
Il prerequisito fondamentale per il finanziamento di progetti, e non solo quelli connessi a biomassa e biocarburanti, sarà senza dubbio il rispetto di criteri sostenibili, che non saranno meno rigorosi di quelli fissati in varie normative UE. Ciò rafforzerà il rapporto di fiducia che occorre stabilire con questi paesi, soprattutto nell’ottica dell’accordo sui cambiamenti climatici globali, che dovrebbe essere concluso entro la fine del 2009.
(Applausi)
PRESIDENZA DELL’ON. EDWARD McMILLAN-SCOTT Vicepresidente
Eija-Riitta Korhola, relatrice per parere della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare. − (FI) Signor Presidente, le questioni in materia di clima ed energia hanno assunto grande rilevanza in breve tempo in quasi ogni settore della politica dell’Unione europea. La richiesta per l’impiego maggiore dell’energia rinnovabile adesso è fondamentale, non ultimo in conseguenza degli obiettivi qualitativi che ora sono stati decisi in merito.
Questo fondo è un esempio significativo e che ispira speranza. Il problema non sempre è lampante, tuttavia. Un qualcosa che va politicamente di moda può diventare una cartina tornasole per la correttezza politica, e la situazione può risultare in una gara per vedere chi si mostra più desideroso di essere dalla parte positiva. Sembra che le cose si siano svolte così ultimamente con l’obiettivo annunciato per l’energia rinnovabile.
Quando manca ancora un autentico potenziale tecnologico, esiste il pericolo che un obiettivo vincolante sarà realizzato in un modo che distrugge irrevocabilmente i valori naturali. Non tutti i biocarburanti rappresentano un vantaggio per l’ambiente, e non tutte le forme di energia rinnovabile riducono le emissioni, come l’onorevole Turmes ha appena sostenuto.
C’è la necessità di energia rinnovabile, ma la questione dovrebbe essere affrontata con buon senso. Il Fondo globale per l’efficienza energetica e le energie rinnovabili ora in discussione sono uno splendido esempio di come possa essere incoraggiato un elemento positivo in modo di produrre una diversa serie di vantaggi.
Esiste un antico detto secondo cui non bisogna solo dare pesci a chi è affamato, ma anche insegnare come si pesca. E’ applicabile al finanziamento dei progetti locali, in modo da migliorare e mantenere in paesi terzi competenze tecniche e abilità. Questo è il metodo volto a rendere i progetti sostenibili e in grado di proseguire.
Romana Jordan Cizelj, a nome del gruppo PPE-DE. – (SL) Mitigazione dei cambiamenti climatici ed energia sono due importanti componenti della politica per lo sviluppo dell’Unione europea. E così dovrebbe essere. Sono soddisfatta di un’iniziativa che può contribuire a un approvvigionamento energetico sicuro e sostenibile, non solo in Europa, ma anche nei paesi terzi. Consentitemi di esprimere alcuni dubbi, che dobbiamo fugare prima di istituire questo fondo.
Primo, il numero di iniziative nel settore delle politiche per l’energia e lo sviluppo aumenta costantemente. Purtroppo, i risultati desiderati si ottengono relativamente di rado. Le iniziative sotto forma di diversi fondi non sono reciprocamente armonizzate e, soprattutto, quasi mai finanziano in maniera diretta singoli progetti. Questo aspetto si applica anche al fondo in discussione, che dovrebbe operare tramite l’istituzione e il finanziamento di subfondi regionali nei paesi in via di sviluppo. Dovremmo considerare come influenzi la trasparenza dell’utilizzo delle risorse, e in che misura le condizioni istituzionali nei paesi in via di sviluppo faciliteranno il loro previsto uso.
Secondo, possono essere efficaci soltanto azioni tempestive. Nel caso del fondo globale proposto, i tempi appropriati non sono chiari. La proposta è stata avanzata nel 2006 e la stiamo discutendo solo quest’anno.
Terzo, desidero sottolineare il fatto citato nel documento stesso: le risorse previste per il fondo non sono sufficienti. Nemmeno la somma minima considerata per un funzionamento adeguato del fondo è stata garantita. Ciò difficilmente stimolerà investimenti da parte del settore privato.
Quarto, mi sembra difficile ritenere che il fondo possa essere operativo in maniera effettiva esclusivamente mediante la cooperazione tra l’Unione e le istituzioni finanziarie internazionali. La nostra proposta difetta di una chiara ambizione e di un programma per la cooperazione con altri paesi industrializzati nel mondo e dell’internazionalizzazione del fondo globale.
Come affermato in precedenza, l’idea è ben accetta, ma devono ancora essere concepiti il suo valore aggiunto e una reale attuazione.
Matthias Groote, a nome del gruppo PSE. – (DE) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, innanzi tutto desidero congratularmi con il relatore, l’onorevole Turmes, per il suo ottimo lavoro e il suo impegno. Il Fondo globale per l’efficienza energetica e le energie rinnovabili rappresenta un contributo attivo da parte dell’Europa volto a contrastare i cambiamenti climatici.
In quanto relatore ombra nella commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, vorrei affrontare due punti. Primo, è importante garantire che la sostenibilità abbia assoluta priorità nel quadro dei progetti finanziati dal Fondo. Le emissioni di gas a effetto serra devono essere esaminate lungo il ciclo di vita completo, e nessun finanziamento deve essere assegnato ai progetti con una registrazione non sufficiente di emissioni di CO2. Tale analisi è particolarmente importante per progetti che presentano una componente biomassa.
Secondo, sono un ottimista, pertanto presuppongo che la Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico il prossimo anno a Copenaghen sarà un successo e saremo in grado di compiere i passi successivi verso un accordo consecutivo al protocollo di Kyoto. L’impiego di energie rinnovabili rivestirà quindi un ruolo importante per i paesi in via di sviluppo. La Commissione oggi deve tenere conto di tale fattore e adattare il Fondo di conseguenza.
Fiona Hall, a nome del gruppo ALDE. – (EN) Signor Presidente, la proposta della Commissione di un Fondo globale per l’efficienza energetica e le energie rinnovabili (GEEREF) giunge naturalmente, gradita. E’ fondamentale che l’efficienza energetica e l’energia rinnovabile svolgano un ruolo crescente nei paesi emergenti e in via di sviluppo per un’ampia serie di ragioni (taglio delle emissioni di biossido di carbonio, riduzione della dipendenza dell’approvvigionamento energetico, limite alla povertà energetica e creazione di posti di lavoro e opportunità di sviluppo), in effetti per le medesime ragioni per cui è essenziale che ciò avvenga nell’UE.
Tuttavia, nutro alcuni dubbi in merito alla proposta della Commissione. Primo, il finanziamento proposto è estremamente modesto per la dimensione del progetto. 15 milioni di euro l’anno di risorse pubbliche sono noccioline, anche come capitale iniziale finalizzato ad attirare e garantire investimenti privati. Potrebbe facilmente essere assimilato solo da un paio di progetti nei maggiore paesi emergenti quali Cina o India. Anche se la comunicazione della Commissione tratta la possibilità di richiamare cofinanziamenti dal 9° Fondo europeo di sviluppo (FES), non è del tutto chiaro in che modo si prenderanno le decisioni relative all’assegnazione del bilancio tra i paesi ACP, da un lato, e i paesi più sviluppati e avanzati dell’Europa orientale non appartenenti all’UE sostenuto dal cofinanziamento della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS). Di conseguenza, non è del tutto comprensibile in che modo il fondo contribuirà alla riduzione della povertà. Sembra piuttosto un macrofondo, anziché un microfondo, concepito per attirare risorse private a sostegno dei progetti che, nonostante siano relativamente ridotti per gli standard europei, sarebbero notevoli per numerosi paesi africani. Non è chiaro come il finanziamento di GEEREF sceglierà progetti a livello comunitario quali pannelli fotovoltaici per centri sanitari e scuole o forni a energia solare e scaldabagno. Si tratta di uno sviluppo basilare che in generale non migliora la vita dei più poveri.
Infine, sono preoccupata del fatto che il rapporto tra il fondo e il meccanismo per lo sviluppo pulito (CDM) non sia stato spiegato in maniera esauriente. Sarebbe utile qualora la Commissione potesse indicare in che modo il fondo migliorerà l’accesso dei paesi in via di sviluppo al CDM.
Esko Seppänen, a nome del gruppo GUE/NGL. – (FI) Signor Presidente, la relazione dell’onorevole Turmes riguarda un obiettivo molto ambizioso per i paesi in via di sviluppo al fine di utilizzare in maniera efficace le loro risorse energetiche. Questi paesi si trovano spesso in regioni geografiche in cui è possibile sfruttare risorse energetiche rinnovabili naturali a basso costo.
E’ inoltre possibile compiere progressi nello sviluppo senza investimenti consistenti nelle ultime tecnologie. Ad esempio, la produzione di carbone di legna dalle scarse riserve di legname in quelle zone dell’Africa subsahariana che si stanno desertificando è un metodo più efficace rispetto ai costi di bruciarlo semplicemente. Devono sapere in che modo carbonizzare la legna prima di bruciarla. Non occorre molto denaro per insegnare tecniche come questa e altre. I principi su cui opera GEEREF mi danno l’impressione che non sarà possibile ottenere denaro dal fondo solo per diffondere competenze e conoscenza, ma che a tal fine saranno di certo usate altre forme di assistenza allo sviluppo.
Il finanziamento di progetti tramite investimenti di capitale proprio è un’opzione interessante. L’aspetto positivo in merito a ciò dal punto di vista dei beneficiari del denaro e di coloro che lo spendono, è che non si aggiunge al debito dei paesi già in questa condizione. Si solleva tuttavia la questione di quanto sia dispendioso gestire tali investimenti e verificare la capacità delle piccole imprese di restituire il denaro.
Questo fondo potrebbe, nella migliore delle ipotesi, predisporre i paesi in via di sviluppo a una crescita più lenta nell’impiego dei carburanti fossili. Il nostro gruppo è del tutto unanime nell’approvazione della relazione dell’onorevole Turmes.
Paul Rübig (PPE-DE) . – (DE) Signor Presidente, ringrazio l’onorevole Claude Turmes, che ha condotto numerosi incontri in merito alla questione. Si tratta di un problema molto complesso e desidero ringraziarlo in particolare per essere stato così coerentemente trasparente nei suoi negoziati e per aver fatto sì che possiamo considerare il progetto da una prospettiva olistica.
L’odierna sfida globale è pensare all’efficienza, nel consumo di energia, ma anche nella produzione. Tuttavia, ciò non è applicabile soltanto al macrolivello; dobbiamo sempre essere guidati dall’espressione “innanzitutto pensare piccolo”: considerare prima il microlivello e, se funziona, intervenire anche al macrolivello.
Dobbiamo puntare a garantire l’applicazione della migliore tecnologia disponibile che esiste globalmente. Quest’ultima può essere una tecnologia semplice, chiaramente strutturata; non deve necessariamente trattarsi di elettronica e nanotecnologia. Occorre tentare e rendere tale tecnologia accessibile dal punto di vista finanziario, per quanto possibile, cosicché tutti possano permettersi di usarla.
Dall’altro lato, naturalmente, dobbiamo punire coloro che dissipano le risorse della Terra. E’ una sfida importante anche per il nostro Commissario, considerare le strutture globali: condannare chi spreca energia e ricompensare chi opera impiegando le tecnologie migliori e più efficienti. Si tratta di un principio fondamentale altresì nella politica climatica.
Studi nell’Unione europea indicano che i costi dei cambiamenti climatici ammonteranno a miliardi e miliardi di euro. Perciò è essenziale non solo intervenire nei paesi al di fuori dell’Europa; il Consiglio dovrebbe anche pensare di fornire nuovi fondi per ricerca e sviluppo nel campo dell’efficienza energetica, soprattutto nel nuovo Istituto europeo di tecnologia.
Jorgo Chatzimarkakis (ALDE) . – (DE) Signor Presidente, signor Commissario, la ringrazio per il suo contributo. Il Parlamento europeo accoglie con favore questo Fondo. Commissario Dimas, lei ha avviato la giusta iniziativa al momento opportuno.
Se, come europei, ci siamo impegnati a ridurre le emissioni di CO2, non importa dove questo avviene. Le emissioni di CO2, devono essere limitate in tutto il mondo, e per questo motivo dobbiamo applicare ovunque le nuove tecnologie.
Tuttavia, reputo questo Fondo non solo uno strumento per lo sviluppo, ma anche uno strumento strategico. Non si tratta di fornire esclusivamente assistenza allo sviluppo. Piuttosto, gli europei non devono essere unicamente i pionieri quando si considera la questione dei cambiamenti climatici; dobbiamo anche incoraggiare altri a unirsi al nostro percorso. Devono essere in grado di seguire la rotta che abbiamo tracciato. E’ questo un punto in cui penso che questo Fondo possa offrire un contributo essenziale. Se fissiamo obiettivi eccessivamente ambiziosi e finiamo isolati e soli, ciò significherà anche la conclusione della nostra base industriale. Perciò occorre una governance globale in questo caso. Bali ha costituito un buon approccio e Copenaghen farà altrettanto. Tuttavia, in un sistema di governance globale, non si tratta soltanto di un tentativo; dobbiamo creare metodi che siano d’incentivo e ritengo che questo Fondo generi promuova quello giusto.
Claude Turmes, all’inizio del suo intervento, ha fatto riferimento al sogno di Martin Luther King. In quanto europei, possiamo trasformare in realtà il nostro sogno di salvare il clima solo se procediamo lungo questo percorso in maniera coerente. Onorevole Turmes, domani si assicurerà una maggioranza sostanziale a favore di tale relazione e desidero congratularmi con lei per il risultato. Sono soddisfatto per lei.
Silvia-Adriana Ţicău (PSE) . – (RO) Il Fondo europeo per l’efficienza e l’energia rinnovabile è una soluzione innovativa volta a sfruttare al massimo il rendimento dei fondi pubblici impiegati nel settore dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili di energia impegnando investimenti privati.
Questo fondo è un partenariato pubblico-privato, dedicato a finanziare i progetti specifici proposti dalle PMI, il cui valore non superi i 10 milioni di euro. I costi iniziali per progetti relativi all’energia rinnovabile sono 37 volte più elevati di quelli per le fonti energetiche tradizionali, e per questa ragione rimpiangiamo il fatto che per il momento il fondo previsto ammonti solo a 100 milioni di euro.
Nel 2005, l’Unione è dipesa per il 50% dalle importazioni di energia e tra gli Stati membri soltanto la Danimarca è un netto esportatore. Nel periodo 1995-2005 l’uso delle fonti energetiche rinnovabili è aumentato del 40% nell’Unione. Pertanto, nel 2005, le fonti di energia non inquinanti rappresentavano il 42% della produzione primaria europea di energia.
L’impiego efficace di questo fondo potrebbe fornire energia a un numero di cittadini oscillante tra 1 e 3 milioni, riducendo allo stesso tempo le emissioni di CO2 di 1-2 milioni di tonnellate l’anno. Le mie congratulazioni al relatore.
Teresa Riera Madurell (PSE) . – (ES) Signor Presidente, signor Commissario, vorrei iniziare congratulandomi con l’onorevole Turmes per la sua relazione e con la Commissione per la sua iniziativa.
Molti di noi ritengono che l’Unione europea debba considerare il sostegno alle energie rinnovabili e all’efficienza energetica non solo una parte integrante della sua strategia in materia di energia e cambiamenti climatici, ma anche della sua politica per lo sviluppo.
Pertanto, la proposta di creare un Fondo globale per l’efficienza energetica e le energie rinnovabili al fine di impegnare investimenti privati per i paesi in via di sviluppo e le economie in transizione, è molto interessante.
Ciò che occorre per un finanziamento modesto ideale è l’istituzione di priorità e sinergie con altri programmi esistenti e con la Banca mondiale e le banche regionali per lo sviluppo, che stanno sempre più investendo in energie rinnovabili ed efficienza energetica.
Tuttavia, dopo i primi anni di attuazione del nuovo strumento, si dovranno valutare i risultati e si dovranno compiere sforzi volti a incoraggiare aumenti sostanziali per quanto riguarda il contributo da parte degli attori interessati.
Concordo sul fatto che tutto al momento suggerisce che il sostegno sia indirizzato soprattutto ad Africa e America latina.
Jerzy Buzek (PPE-DE) . – (PL) Signor Presidente, desidero ringraziare il Commissario e il nostro relatore per un progetto splendido, che appoggio pienamente. Equivale a un segnale molto positivo da parte dell’Unione europea. Faccio riferimento alla volontà di sostenere i paesi in via di sviluppo, nonché combattere i cambiamenti climatici. Tuttavia, ho questa domanda per il Commissario. In che modo la Commissione intende prevenire la deforestazione, che spesso è legata alla produzione di biomassa e biocarburanti nei paesi in via di sviluppo? Inoltre, la Commissione sta mantenendo una distanza opportuna dalla produzione di biomassa e biocarburanti di prima generazione, visto che è noto che non si tratta di un metodo particolarmente sicuro?
Vorrei offrire il mio fermo sostegno alla dichiarazione dell’onorevole Chatzimarkakis. L’Unione europea deve inviare un segnale di questo tipo. Siamo responsabili delle conferenze sui cambiamenti climatici che si svolgeranno prossimamente a Poznań e a Copenaghen, e del successo dei negoziati post-Kyoto. Siamo inoltre responsabili di trasmettere i segnali giusti al resto del mondo. Questo programma ne rappresenta un esempio.
Zbigniew Krzysztof Kuźmiuk (UEN) . – (PL) Signor Presidente, desidero richiamare l’attenzione su tre questioni. E’ del tutto appropriato per l’autore della relazione indicare che le conseguenze più gravi del cambiamento climatico sono avvertite nei paesi più poveri. Ciò avviene poiché tali paesi dispongono di risorse molto limitate, in particolare di quelle finanziarie, con cui reagire a questo fenomeno.
Secondo, alla luce di ciò che ho appena affermato, è opportuno sostenere la proposta della Commissione di istituire un Fondo, benché gli 80 milioni di euro suggeriti siano un importo esiguo. Ciononostante, siccome questo Fondo è finalizzato a contribuire a incentivare gli investimenti del settore privato volti a finanziare progetti locali, in effetti può essere molto efficace.
Terzo, vorrei cogliere questa opportunità per sottolineare che l’onere di combattere i cambiamenti climatici non è del tutto suddiviso in modo equo nella stessa Unione europea. Ad esempio, i limiti alle emissioni di CO2 sono stati attribuiti ai diversi paesi senza tenere sufficientemente conto fin dove questi ultimi potrebbero essere in ritardo in termini di sviluppo. Di conseguenza, a paesi come la Polonia, sono stati assegnati limiti molto bassi, e ciò ha condotto quasi subito a un aumento del costo dell’elettricità compreso fra il 10% e il 20%.
Czesław Adam Siekierski (PPE-DE) . – (PL) Signor Presidente, la finalità principale di questo Fondo è incoraggiare investimenti privati e il sostegno di fondi regionali per i più poveri e per i paesi meno sviluppati del mondo. Il Fondo è finalizzato a sostenere efficienza e risparmio di energia, lo sviluppo di energia rinnovabile e la riduzione di emissioni di gas a effetto serra. E’ inoltre volto a contribuire a migliorare l’accesso a servizi energetici di base. L’intervento dell’Unione in questo settore dovrebbe aiutare le regioni più povere a contrastare i cambiamenti climatici e diversificare le proprie fonti di energia.
Dovremmo ricordare che gli effetti dei cambiamenti climatici sono percepiti innanzi tutto dagli abitanti più poveri del pianeta. Per noi sarebbe sbagliato limitare la nostra azione per lottare contro questo fenomeno e ridurre il consumo energetico esclusivamente nella nostra zona. Rendere disponibile l’assistenza per tale intervento ai paesi più poveri contribuirà ad avviare attività pertinenti in loco. Gli aiuti avranno un impatto rilevante e accresceranno la consapevolezza dell’importanza di tali problemi. Si tratta dell’iniziativa giusta al momento opportuno.
Ewa Tomaszewska (UEN) . – (PL) Signor Presidente, volevo solo sottolineare che, tra le fonti rinnovabili di energia, non abbiamo prestato molta attenzione alle fonti geotermiche, vale a dire, all’energia pulita. Usufruire delle perforazioni effettuate a fini di ricerca geologica potrebbe ridurre i costi in questione.
Stavros Dimas, Membro della Commissione. − (EN) Signor Presidente, naturalmente è prevista l’energia geotermica. Siamo molto interessati a questo settore, nonché alle altre fonti rinnovabili di energia.
Per quanto riguarda la Polonia e l’assegnazione di quote: per il primo periodo di scambio il paese ottenuto troppo, molto più di quanto fosse necessario per le esigenze di energia e industria, e questo sovra eccesso di stanziamento ha causato il problema relativo al prezzo delle quote. Per il secondo periodo riteniamo che le quote concesse alla Polonia siano di nuovo sufficienti per far fronte alle necessità dell’industria polacca. Per il terzo periodo, esiste un nuovo sistema, che sarà basato su ciò che industria o impianti energetici richiedono per soddisfare le proprie esigenze, introducendo la vendita all’asta nella misura in cui concorderemo.
Per quanto riguarda la deforestazione, certamente si tratta di un grosso problema, connesso a biodiversità e cambiamenti climatici, temi altrettanto importanti. Contrastare la deforestazione contribuisce ad arrestare la perdita della biodiversità e a lottare contro i cambiamenti climatici, pertanto è fondamentale. Tuttavia, i progetti di deforestazione hanno una peculiarità: sono molto complicati. Ciononostante, è una delle priorità che dobbiamo affrontare, non solo mediante questo fondo, ma anche tramite altre misure, concordando soprattutto quali incentivi collegare ai vari approcci di lotta alla deforestazione, ad esempio riducendone il tasso e conservando le foreste o qualsiasi altro atteggiamento promosso dai diversi paesi. Stiamo lavorando in merito, soprattutto con la Banca mondiale, e saranno presentati alcuni progetti pilota. Quindi, esistono numerose fonti di finanziamento destinate a vari obiettivi.
Desidero innanzi tutto esprimere il mio apprezzamento per il contributo molto valido e positivo e posso assicurarvi che saranno presi in considerazione nel nostro lavoro i suggerimenti e i commenti. Sono molto utili e affrontano varie questioni rilevanti.
Non mi soffermerò ora, ad esempio, sull’importanza dei progetti CDM per l’Africa subsahariana. Vorrei soltanto ricordarvi che nel 2006, a Nairobi, abbiamo elaborato l’iniziativa con Kofi Annan, l’allora Segretario generale delle Nazioni Unite, volta a promuovere i progetti CDM nell’Africa subsahariana. Noi, come l’ONU, siamo impegnati a realizzare più progetti in questa regione, non concentrandoci esclusivamente su quelli in Cina e India. Pertanto, la vostra osservazione è molto importante, ma ovviamente potrebbe essere valutato e apprezzabile il rapporto tra questo fondo e i CDM.
Ho tre ulteriori considerazioni da aggiungere. Primo, chiedete particolare attenzione finalizzata a soddisfare le necessità dei paesi subsahariani e ACP. Naturalmente siamo preoccupati del fatto che progetti in paesi più grandi quali Cina e Russia assimilino tutte o una percentuale elevata delle risorse disponibili. Ciò è accaduto con i CDM, a proposito, e quindi il vostro commento è appropriato. Il GEEREF si avvarrà di opportunità di investimento pregresse, ma concordiamo che occorre particolare attenzione per le esigenze dei paesi ACP. Inoltre garantiremo che sia consentito a qualsiasi subfondo che prevede solo un paese di assorbire tutte o la maggior parte delle risorse disponibili. Il GEEREF necessita di essere diffuso in diverse parti del mondo, anche nell’ottica di distribuire gli investimenti di rischio, e il suggerimento dell’onorevole Turmes in merito alla percentuale è alquanto opportuno.
Secondo, consentitemi di tornare alla dimensione della povertà, che ovviamente è fondamentale. Come oggi avete menzionato, circa 1,6 milioni di persone nei paesi più poveri del mondo non hanno ancora un accesso regolare a servizi energetici sicuri. Ritengo che con il GEEREF abbiamo un’opportunità di contribuire all’accesso a energia pulita e accessibile, un prerequisito necessario per ridurre la povertà globale e promuovere uno sviluppo sostenibile.
Terzo e ultimo, accogliete positivamente l’attenzione del Fondo sull’incentivo a investimenti privati, anche se avete affermato che i fondi non sono sufficienti, e ritengo che non lo siano mai abbastanza, e chiedete che più Stati membri offrano sostegno economico aggiuntivo. Certamente appoggio appieno e condivido ciò che avete suggerito, e la Commissione sta lavorando e continuerà a farlo per attirare maggiori investitori a partecipare.
A tal proposito, vorrei domandare il vostro sostegno alla promozione di GEEREF a tutti i relativi attori. Più sostegno otteniamo, più saremo in grado di realizzare concretamente azioni effettive.
Claude Turmes, relatore. − (EN) Signor Presidente, questo sarà un fondo pari potenzialmente a 500 milioni di euro, poiché è dotato di un effetto moltiplicatore da 3 a 5 volte sul capitale privato. I 100, 120 o 150 milioni di euro di denaro pubblico saranno in grado di moltiplicarsi, almeno speriamo, in ulteriori 300 o 400 milioni di euro per arrivare a 500 milioni di euro. Ci sono ancora i governi a poter partecipare. Se conduciamo un controllo efficace, allora il Parlamento consentirà alla Commissione di procedere.
L’onorevole Jordan Cizelj ha sollevato una questione molto importante: quanto sono preparate per gli investimenti certe regioni del mondo? In Parlamento abbiamo votato 5 milioni di euro supplementari da un’altra linea di bilancio per la costruzione di capacità istituzionale per l’inquadramento di questo programma. Pertanto occorre realizzare piccole e medie imprese nei paesi africani e in India, che in seguito svilupperanno modelli d’impresa. Dobbiamo imparare dagli errori del passato commessi nella politica per lo sviluppo in cui concedevamo solo tecnologia senza considerare che dovevamo anche informare le persone in merito a tale tecnologia. Sostengo ciò dinanzi al commissario per lo sviluppo e sappiamo che DG Sviluppo sta contribuendo ad aumentare le capacità istituzionali di questi paesi.
Pertanto, ora ciò che occorre fare, e signor Commissario, lei ha ragione, è raggiungere gli investitori. Venerdì, in Lussemburgo, il secondo maggiore centro di investimenti al mondo, si svolgerà un importante incontro di banchieri. Presenteremo loro una SICAV, uno strumento con base in Lussemburgo. Spero che la Commissione elabori una valida strategia di comunicazione. Andiamo nella City di Londra, a Francoforte, a Parigi, a Zurigo, poiché i banchieri devono essere informati in merito a tale strumento.
Perché questo aspetto è importante al momento? Attualmente siamo ancora sotto pressione per lo scandalo in Liechtenstein e la crisi dei subprime. In alcuni mesi abbiamo distrutto centinaia di miliardi di capitale. Le attività finanziarie favorevoli all’ambiente potrebbero essere un dovere ancora più rilevante per questo pianeta e i politici dell’industria verde. Questo tipo di strumento consente al capitale di essere assegnato ai giusti investimenti. Potrebbe non avere un guadagno elevato come certi investimenti speculativi, ma si tratta di un investimento a medio e lungo termine e probabilmente è proprio ciò che stanno cercando alcuni fondi pensionistici e altri. Pertanto, questo fondo è dotato anche di grandi possibilità di attirare investitori ed è quello cui dovremmo aspirare.
Vi ringrazio per il sostegno per ciò che definisco la comunità sostenitrice di un mondo rinnovabile e migliore.
Presidente . − Onorevole Turmes, mi congratulo con lei per il suo eccellente inglese e per il suo impegno in merito alla questione.
La discussione è chiusa.
La votazione si svolgerà giovedì 14 marzo.
Dichiarazioni scritte (articolo 142)
John Attard-Montalto (PSE), per iscritto. – (EN) Le ragioni per istituire questo fondo meritano un plauso. Le risorse allocate per questo progetto sono una beffa.
Gli obiettivi principali del fondo dovrebbero essere la promozione di efficienza energetica, risparmio di energia e fonti rinnovabili, riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra e il miglioramento dell’accesso ai servizi energetici nei paesi più poveri, per non menzionare una diversificazione delle fonti di energia nel mondo in via di sviluppo.
Le statistiche (già obsolete) indicano che 1,6 miliardi di persone non hanno accesso ai servizi energetici di base. 2,4 miliardi si affidano alla biomassa tradizionale per cucinare e scaldarsi.
L’Agenzia internazionale per l’energia valuta che entro il 2010 occorrerà investire 241 miliardi di dollari nella produzione di energie rinnovabili. Per quanto riguarda i paesi in via di sviluppo la stima ammonta almeno a 10 miliardi di dollari o 9 miliardi di euro.
Il bilancio proposto per tale fondo in discussione è pari a 80 milioni di euro tra il 2007 e il 2010, con 15 milioni di euro nel 2008 per avviare l’iniziativa. I dati parlano da soli. Queste risorse rappresentano una goccia nell’oceano di ciò che è necessario. Le intenzioni sono buone, ma le intenzioni con finanziamenti esigui non equivalgono a interventi seri.
Gyula Hegyi (PSE), per iscritto. – (HU) L’Unione europea sostiene il riscaldamento a distanza!
Accolgo con favore l’iniziativa della Commissione europea per un nuovo Fondo globale per l’efficienza energetica e le energie rinnovabili (GEEREF). Garantire il nostro approvvigionamento energetico, e in un modo che non metta a repentaglio i nostri valori ambientali, la nostra sicurezza strategica o la competitività, costituisce una delle maggiori sfide del XXI secolo. L’energia più economica, naturalmente, è l’energia che non usiamo, in altre parole quella che risparmiamo. In questi tempi di scarsità energetica, tecniche di conservazione dell’energia sono nell’interesse fondamentale di ognuno, siano consumatori o più vaste comunità. Da una prospettiva di sinistra, si deve evidenziare che una conservazione dell’energia e un suo impiego efficiente rappresentano anche una questione sociale, considerato che spesso sono soprattutto le persone più povere a sprecare la maggior parte dell’energia. Questo aspetto è particolarmente vero per i nuovi Stati membri, ad esempio nelle abitazioni ungheresi, che utilizzano più del doppio dell’energia al metro quadrato rispetto all’Europa occidentale. Perciò è importante fornire risorse comunitarie per la modernizzazione dei sistemi di riscaldamento a distanza dell’Europa orientale. In teoria, il riscaldamento a distanza rappresenta un metodo di risparmio energetico e ha il vantaggio di essere semplice da adattare alle energie rinnovabili, mentre nel caso del riscaldamento individuale occorre che sia effettuato casa per casa. Rendere disponibili le risorse dell’Unione europea per il riscaldamento a distanza è quindi essenziale. Inoltre, si potrebbe considerare di fornire concessioni fiscali uniformi nell’Unione europea al fine di facilitare gli investimenti nelle tecniche di conservazione di energia e generare fondi allo scopo.
Bogusław Rogalski (UEN), per iscritto. – (PL) Energia rinnovabile ed efficienza energetica contribuiscono a ridurre l’aumento della temperatura media nel mondo. Come indicano ricerca e relazioni, sono proprio le società più povere e i suoi membri a essere colpite più gravemente dalle conseguenze dei cambiamenti climatici. E’ quindi nostro dovere proteggere questi settori della società nell’ottica della loro maggiore vulnerabilità in termini economici.
L’impiego di fonti rinnovabili di energia promuove, inter alia, l’innalzamento degli standard ambientali, riducendo ad esempio le emissioni di CO2 e altri gas a effetto serra. Contribuisce inoltre ad accrescere il livello di occupazione e ad abbassare i costi. Un altro tema fondamentale a favore è che queste risorse limitano la dipendenza da certe fonti di energia, sebbene il numero di persone privato di servizi energetici di base stia aumentando. Questo aspetto è di particolare importanza nel quadro dell’elaborazione delle economie dei paesi in via di sviluppo. La maggior parte di questi paesi sta attraversando un periodo di crescita economica, e di conseguenza la richiesta di energia in queste regioni è elevata. Lo sviluppo di fonti rinnovabili di energia nei paesi in via di sviluppo in effetti è molto rilevante per gli sforzi finalizzati a limitare le emissioni di gas a effetto serra e a garantire la sicurezza di approvvigionamento nei paesi che sono in grado di soddisfare soltanto parzialmente i propri requisiti energetici.
Di conseguenza, l’Unione dovrebbe sostenere fonti rinnovabili di energia ed efficienza energetica, soprattutto nei paesi in via di sviluppo poiché rappresentano caratteristiche particolarmente importanti della strategia in materia di energia e cambiamenti climatici, nonché della politica per lo sviluppo.