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Procedura : 2007/2210(INI)
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Ciclo del documento : A6-0090/2008

Testi presentati :

A6-0090/2008

Discussioni :

PV 21/04/2008 - 18
CRE 21/04/2008 - 18

Votazioni :

PV 22/04/2008 - 5.6
CRE 22/04/2008 - 5.6
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Testi approvati :

P6_TA(2008)0130

Resoconto integrale delle discussioni
Lunedì 21 aprile 2008 - Strasburgo Edizione GU

18. Donazione e trapianto di organi: azioni politiche a livello dell’Unione europea (discussione)
Processo verbale
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  Presidente. − L’ordine del giorno reca la relazione, presentata dall’onorevole Adamos Adamou a nome della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza, sulla donazione e il trapianto di organi: azioni politiche a livello UE [2007/2210(INI)] (A6-0090/2008).

 
  
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  Adamos Adamou, relatore. − (EL) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, vorrei dapprima ringraziare la Commissione europea per la sua comunicazione e l’eccellente cooperazione. Vorrei inoltre ringraziare tutti i colleghi, in particolare i relatori ombra, per il lavoro difficilissimo che abbiamo realizzato insieme al fine di raggiungere gli emendamenti di compromesso che sono stati adottati all’unanimità.

Le questioni principali che la Commissione tratta nella sua comunicazione e di cui mi sono occupato quale relatore sono: rischi e sicurezza dei trapianti, ad esempio la trasmissione di patologie, la penuria di organi e il traffico illegale di organi. Consentitemi di parlare di ciascuno di questi temi uno alla volta.

In relazione alla qualità e alla sicurezza, l’impiego di organi a fini terapeutici comporta il rischio di trasmissione di malattie al ricevente. La valutazione del donatore è quindi importante per minimizzare il rischio per il ricevente. I donatori devono essere valutati per stabilire se esista o meno un rischio di trasmissione di qualsiasi malattia. Per stabilire uno standard di sicurezza del donatore, andrebbe realizzata una serie minima di analisi. Va sottolineato, tuttavia, che oggi non vi è consenso fra gli Stati membri in merito a tali analisi.

La grave penuria di donatori di organi rimane la sfida principale che devono affrontare gli Stati membri per quanto riguarda il trapianto di organi. Le liste d’attesa sempre più lunghe costituiscono un serio problema. Un elemento chiave per lottare contro la carenza di organi è la creazione di un sistema efficiente per identificare le persone decedute passibili di diventare donatori di organi, una volta soddisfatti i requisiti obbligatori per l’ottenimento del consenso negli Stati membri.

Un’altra opzione importante per allargare il numero di donatori è la possibile promozione di donazioni altruistiche da donatori viventi. E’ necessaria un’attenta valutazione anche di questi potenziali donatori, che in generale non sarebbero considerati candidati ideali, conosciuti ovviamente come “pool esteso di donatori”. Ad esempio, potrebbe essere autorizzato un trapianto da un paziente sieropositivo ad un altro paziente sieropositivo.

Passando al traffico di organi, signor Commissario, tutti sappiamo che il traffico di organi esiste. Tutti sappiamo che i turisti ricchi dell’occidente sfruttano le necessità economiche degli abitanti dei paesi più poveri. Abbiamo tutti sentito dire che vi sono elenchi di prezzi di organi, che esiste un mercato nero di organi,, in particolare nei paesi dell’Estremo oriente, quali India, Pakistan e Cina, e che queste cose stanno accadendo anche nell’Europa allargata. Accetto quindi l’emendamento n. 7 al paragrafo 57 dei colleghi Brepoels, Liese e Bowis, a nome del gruppo del Partito popolare europeo (Democratici cristiani) e dei Democratici europei. E’ importante migliorare il monitoraggio dei casi di traffico di organi per potere trarre, alla fine, le necessarie conclusioni.

Nello stesso tempo, vorrei sottolineare che l’altruismo deve costituire l’elemento principale della donazione di organi e dei trapianti. La terminologia economica utilizzata nella comunicazione della Commissione non è pertanto appropriata, soprattutto alla luce del principio di non commercializzazione del corpo umano. Questo è anche il motivo per cui non ho potuto sostenere l’emendamento n. 2 al paragrafo 38 degli onorevoli Martin e Matsakis. Certo, a seguito dei miei colloqui dettagliati con l’onorevole Matsakis, egli – e sarà lui stesso a spiegarlo – intende ritirarlo e proporrà un altro emendamento orale, domani, che io sostengo.

Ritengo, tuttavia, come ho detto prima, che gli organi non dovrebbero essere trattati alla stregua di una merce del mercato interno e, di conseguenza, non accetterei l’eliminazione della parte aggiunta. Inoltre, il principio della non commercializzazione del corpo umano è sancito espressamente nell’articolo 3, paragrafo 2, della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

Onorevoli colleghi, non ho più tempo a disposizione perché i quattro minuti sono finiti. Intendo continuare nelle mie conclusioni, quanto parlerò di nuovo a seguito delle vostre osservazioni.

 
  
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  Androulla Vassiliou, Membro della Commissione. − (EL) Signor Presidente, onorevoli deputati, consentitemi innanzi tutto di congratularmi con l’onorevole Adamou per l’eccellente relazione che ha preparato sulla donazione e il trapianto di organi. Sono particolarmente lieta che la relazione sostenga il punto di vista della Commissione che l’azione per la donazione e il trapianto di organi debba incentrarsi: in primo luogo sulla qualità e la sicurezza degli organi, in secondo luogo sull’aumento della disponibilità di organi e in terzo luogo sulla sicurezza dei trapianti.

(EN) Garantire elevati standard di qualità e di sicurezza degli organi umani è un vantaggio per tutti, Sappiamo che fra gli Stati membri dell’UE avviene lo scambio di una serie di organi. Attualmente, mancano standard comuni di qualità e di sicurezza per l’acquisizione di organi umani e, pertanto, soddisfare quest’esigenza è molto importante.

Offre non solo uno standard di sicurezza paragonabile da applicare in tutta l’UE, ma favorisce anche a un senso di sicurezza e di solidarietà nel sistema dei trapianti.

La Commissione prevede di proporre un quadro legislativo sui principi fondamentali per la sicurezza e la qualità della donazione e dell’acquisizione di organi umani.

Questi requisiti saranno ampi e flessibili, per massimizzare il numero di trapianti effettuati. Dopotutto, si tratta di salvare vite umane. Dobbiamo tenere assolutamente in mente il fatto che in questo momento ci sono 50 000 persone in liste di attesa di organi in tutta l’Europa.

L’aumento della disponibilità di organi richiede la sensibilizzazione dell’opinione pubblica alla questione. I cittadini devono sapere che i sistemi di trapianti sono sicuri e affidabili. Altrimenti non acconsentiranno alla donazione.

Abbiamo già alcuni buoni esempi negli Stati membri in cui l’aumento del numero di coordinatori dei trapianti, ad esempio, ha avuto un impatto positivo sui tassi di donazione. La Commissione intende proporre un piano d’azione con 10 azioni prioritarie al fine di affrontare la sfida della donazione e del trapianto di organi nell’UE. La Commissione riconosce l’importanza della lotta contro il traffico di organi, come indicato nella comunicazione sulla donazione e il trapianto di organi.

Ho preso nota anche delle osservazioni del dottor Adamou e le prenderò seriamente in considerazione. La sua relazione mette in chiaro che dovremmo guardare con molta attenzione alla risposta che vogliamo dare alla minaccia del traffico di organi nell’UE.

La Commissione monitorerà la situazione in collaborazione con i nostri partner internazionali, il Consiglio d’Europa e l’Organizzazione mondiale per la salute. Sosterremo anche l’Interpol per continuare a monitorare questo problema.

Inoltre, credo che, aumentando la disponibilità di organi nell’Unione europea, combatteremo indirettamente il turismo dei trapianti e il traffico di organi.

Infine, il traffico di organi sarà inserito nella relazione della Commissione di quest’anno sul piano d’azione dell’UE sul traffico di esseri umani.

 
  
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  Edit Bauer, relatore per parere della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni. (EN) Signor Presidente, la donazione e il trapianto di organi sono una questione delicata e importante. Una buona legislazione insieme alla buona pratica potrebbero salvare migliaia di vite umane ogni anno. Le questioni che riguardano la fragile linea fra la vita e la morte sono davvero delicate. E’ difficile aiutare con la legislazione, ma è facile arrecare danno. Ecco perché è importantissimo rispettare le buone pratiche degli Stati membri.

D’altro lato, è necessario individuare tutte quelle pratiche che compostano una mancanza di fiducia e di trasparenza nella gestione delle liste d’attesa o portano a casi scandalosi di abusi di lacune legislative.

Vorrei sottolineare tre argomenti contenuti nel parere della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni. In primo luogo, i donatori viventi sono soprattutto non consanguinei. Al riguardo, le procedure giuridiche dovrebbero minimizzare la possibilità di vendita illecita di organi. La questione del rimborso dei costi sociali dei donatori sta ancora attendendo una soluzione idonea.

In secondo luogo, nei casi in cui la cooperazione internazionale è inserita nel processo di trapianto, la legislazione dovrebbe garantire norme chiare come quelle degli Stati membri. Il turismo dei trapianti solleva nuove questioni, che il Commissario ha menzionato. Come dovremmo trattare casi del genere?

In terzo luogo, la cooperazione internazionale nell’individuazione di casi di traffico di organi dovrebbe essere più organizzata e più seria, perché il traffico nascosto e le sue conseguenze possono distruggere le speranze di migliaia di pazienti in attesa di organi salvavita. D’altro canto, la legislazione europea sul traffico di esseri umani dovrebbe includere anche la vendita e il traffico di organi, che è ancora occulto, ma sta diventando un problema globale sempre più grave.

Vorrei congratularmi con il relatore e con i relatori ombra e ringraziarli per la buona cooperazione.

 
  
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  Frieda Brepoels, a nome del gruppo PPE-DE. – (NL) Signor Presidente, signora Commissario, realmente ogni giorno i trapianti di organi salvano vite umane in Europa. Purtroppo, a causa della carenza di donatori, ogni anno muoiono migliaia di europei inseriti nelle liste d’attesa. Adesso la sfida è aumentare in modo sicuro il numero dei doratori. In veste di relatrice ombra del gruppo PPE-DE, sono molto lieta oggi che il Parlamento sostenga incondizionatamente l’iniziativa della Commissione e riconosca che l’Europa può svolgere un ruolo essenziale al riguardo.

La donazione e il trapianto di organi, come hanno detto i colleghi, sono un tema molto complesso e delicato, sul quale esistono diverse opinioni negli Stati membri. Durante la preparazione della relazione, ho incontrato personalmente numerosi medici, e parlato con pazienti e organizzazioni. Anche l’audizione che abbiamo organizzato e la visita studio in Spagna ci hanno fornito visioni interessanti, e oggi voglio ringraziare di cuore il relatore per avere inserito nella sua relazione tutti i nostri contributi.

In primo luogo, dobbiamo garantire soprattutto che la direttiva sulla qualità e la sicurezza nella forma proposta dalla Commissione offra una flessibilità sufficiente e non crei ulteriori oneri amministrativi o addirittura provochi una riduzione del numero di organi a disposizione. A nostro avviso, spetta al medico decidere alla fine sulla qualità e la sicurezza. Per garantire quella qualità e sicurezza, chiediamo che gli Stati membri controllino e valutino i risultati post-trapianto e post-donazione. Poiché la comparabilità dei dati fra gli Stati membri è di grande importanza, forse potremmo cercare una metodologia comune per l’analisi dei dati.

In secondo luogo, riteniamo che l’organizzazione del sistema di donazione per aumentare il numero di donatori sia un fattore ancora più importante della stessa normativa in materia. Per questo chiediamo che gli ospedali assumano più personale per identificare potenziali donatori, ma anche per assistere i parenti più stretti. Nei paesi che hanno già previsto tali coordinatori di trapianti si registra un aumento del numero di donatori.

Ciò dimostra anche l’importanza dello scambio delle buone pratiche fra gli Stati membri. L’Unione europea deve facilitare questo scambio. E’ anche importante che gli ospedali portino all’attenzione dei cittadini i risultati positivi di trapianti e che abbiano un atteggiamento proattivo con i mezzi di comunicazione.

In quarto luogo, riteniamo sia importantissimo che la donazione fra viventi possa essere considerata come un’integrazione alla donazione post-mortem. Chiediamo che i donatori viventi non vengano discriminati, ad esempio da parte delle compagnie assicurative.

Infine, la donazione di organi deve rimanere rigorosamente non commerciale, altruistica e volontaria. Un possibile rimborso, secondo noi, può essere concesso solo per i costi e i disagi legati alla donazione. Per contrastare la vendita e il commercio di organi e il turismo dei trapianti, la Commissione, insieme agli Stati membri, deve agire in modo più proattivo. La tracciabilità in questo contesto è molto importante e anche Europol deve monitorare meglio e individuare casi di vendita e/o commercio di organi.

Sono convinta che il Parlamento, con questa relazione, stia trasmettendo un segnale molto equilibrato e deciso, e io vorrei chiedere ai collegi di votare in suo favore domani.

 
  
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  María Sornosa Martínez, a nome del gruppo PSE. – (ES) Signor Presidente, signora Commissario, attendo con grande interesse la proposta di direttiva che la Commissione presenterà per stabilire i requisiti di qualità e di sicurezza in materia di donazione e acquisizione di organi in tutta l’Unione europea.

Ai fini della trasparenza di questo processo, desidero segnalare che noi socialisti sosteniamo le misure intese a proteggere i donatori e a garantire che la donazione di organi sia altruista e volontaria, escludendo ogni pagamento che non sia circoscritto unicamente al rimborso per le spese e i disagi della donazione.

Il futuro quadro legislativo non dovrebbe creare un eccessivo onere amministrativo per gli Stati membri, né mettere in pericolo l’applicazione delle buone pratiche esistenti.

Quanto al processo pratico in sé, desidero segnalare che alcuni standard di qualità molto rigidi non dovrebbero fare aumentare i costi né, soprattutto, ridurre il numero di organi disponibili a fini di trapianto. Chiaramente non si devono adottare misure che portano a impedire il trapianto di organi che oggi sono considerati accettabili, visto che si tratta di salvare vite umane e di fare in modo che la vita umana sia la più comoda possibile per il malato.

Sfortunatamente, gli eccellenti risultati dei trapianti, in termini di aumento degli anni di vita e di miglioramento della qualità della vita, hanno moltiplicato le richieste per questa forma terapica.

Provengo da un paese, la Spagna, che è leader mondiale nella donazione e nei trapianti di organi. Se siamo riusciti a raggiungere questo decoroso ranking è, senza dubbio, grazie all’esistenza di un’organizzazione nazionale dei trapianti che coordina tutte le équipe di professionisti degli ospedali di riferimento, e in ciascuno di essi esiste la figura di un coordinatore ospedaliero dei trapianti, medico professionista, che coordina tutta l’équipe e il processo che porta alla donazione.

Mi auguro che la proposta legislativa della Commissione europea tenga conto di questo tipo di modello che sta dando buoni frutti.

Desidero infine dire che sarebbe auspicabile inserire un riferimento alla necessità di coinvolgere i cittadini dei paesi terzi, con diverse culture e religioni, nella cultura della donazione, attraverso misure specifiche di sensibilizzazione, campagne nella loro madrelingua, mediatori culturali, ecc., e spingere gli Stati membri a adottare misure di responsabilità penale contro i cittadini europei che fanno turismo sanitario al fine di ottenere organi in paesi terzi, lottando energicamente contro il traffico.

Non mi resta che ringraziare il relatore e tutti i relatori ombra perché è stato facile lavorare e raggiungere accordi.

 
  
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  Jules Maaten, a nome del gruppo ALDE. – (NL) Signor Presidente, cerco di mettermi nei panni dei genitori di una bambina di tre anni alla quale è stato diagnosticato un problema cardiaco e per la quale, nel suo paese, non è disponibile un cuore di tre anni, non facile da trovare. Questo cuore è invece disponibile in un altro paese europeo, che però non è interessato alla collaborazione con il resto dell’Europa. In quel caso, chiederei un’azione a livello europeo. Ed è il motivo per cui quest’azione europea è necessaria. In Europa attualmente vi sono 400 000 persone in lista d’attesa per un organo e ogni giorno ne muoiono circa dieci a causa della mancanza di organi.

Per quanto riguarda i criteri di sicurezza e di qualità, l’eccellente relazione Adamou ammonisce, a ragione, contro un eventuale inasprimento causato dalla normativa di Bruxelles. Ma la proposta legislativa – e sono lieto che il Commissario l’abbia appena promessa - non deve comportare alcun inasprimento degli oneri burocratici. Perché se vi è un settore sensibile alla burocrazia è proprio questo. Sono anche molto lieto che lei abbia appena detto che vuote aprire la strada per quanti più trapianti possibili e non vuole limitarli. Penso che sia un principio importante.

Ci occorrono garanzie per una stretta collaborazione fra gli Stati membri. La cooperazione transfrontaliera significa infatti che il processo di trapianto è curato dagli ospedali e dai medici di diversi ordinamenti giuridici. L’anno scorso, l’allora Commissario per la Salute Kyprianou ha chiesto di creare una carta europea di donatore. E la saggezza, onorevole Adamou e Commissario Vassiliou, la saggezza viene infatti da Cipro. Questa carta, integrata o meno nella tessera sanitaria europea, può garantire che gli organi che diventano disponibili siano trattati nel modo più efficiente possibile. Da uno studio di Eurobarometro risulta che l’81 per cento dei cittadini sostiene l’uso di una carta di donatore di organi, ma solo il 12 per cento degli europei ne possiede una. La relazione Adamou chiede la creazione di una carta europea di donatore volontaria e io vorrei quindi cogliere quest’opportunità, signora Commissario, per invitarla a presentare entro la fine del’anno una normativa su questa carta, a integrazione delle tessere nazionali.

 
  
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  Margrete Auken, a nome del gruppo Verts/ALE. (DA) Signor Presidente, vorrei ringraziare l’onorevole Adamou per l’ottima relazione e l’eccellente cooperazione durante la preparazione della relazione fino ad ora. Abbiamo bisogno di più organi, su questo siamo certamente d’accordo . Tuttavia, è importante che l’aumento degli organi avvenga in modo adeguato. La cooperazione è un bene e io personalmente credo che siano necessarie informazioni adeguate, informazioni migliori, affinché le persone possano sentirsi a proprio agio nell’essere donatori di organi. Di conseguenza, le persone sapranno che ogni cosa sarà fatta con rispetto, e questo vale anche per i parenti prossimi, che affrontano ovviamente la situazione più disperata delle loro vite, e potranno anche essere sicure sapendo che i loro parenti saranno trattati con le dovute cautele. Se sarà possibile discutere la questione reciprocamente, allora ne uscirà fuori qualcosa di buono.

Tuttavia, in nessuna circostanza la necessità di organi dovrebbe portare alla commercializzazione del processo. Credo che ognuno apprezzi e concordi che la questione debba essere affrontata adesso e noi affronteremo il traffico esistente. E’ inaccettabile che non abbiamo sufficientemente coinvolto Europol, perché si tratta di un vero e proprio reato. Anche in luoghi dove non è illegale, è di certo criminale che persone povere siano persuase a vendere i loro reni per sostenere le loro famiglie.

Infine, consentitemi di sottolineare quante assicurazioni saremo tenuti a fornire, dobbiamo esserne consapevoli, dato che saremo sottoposti a un’enorme pressione. Ad esempio, ritengo che una formulazione secondo cui le persone muoiono “per la cronica penuria di organi” sia infida. La gente muore perché è malata. Inoltre, non avremo mai abbastanza organi. Vi sono persone abbastanza fortunate da ricevere un organo e le cui vite sono quindi salvate. Il raggiungimento di situazioni come questa è il motivo per cui dobbiamo adottare questa relazione. Tuttavia, non ci troveremo mai in una situazione in cui avremo abbastanza organi. Nemmeno se abolissimo tutti i limiti di velocità in Europa sarebbero sufficienti.

 
  
  

PRESIDENZA DELL’ON. ADAM BIELAN
Vicepresidente

 
  
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  Jiří Maštálka, a nome del gruppo GUE/NGL. (CS) Signor Presidente, onorevoli colleghi, innanzi tutto vorrei congratularmi, da medico e membro di quest’Assemblea, con il collega Adamos Adamou per l’eccellente lavoro svolto nella relazione. Le questioni del trapianto e della donazione di organi possono talvolta dare adito a controversie e i motivi sono evidenti. Da un lato, dobbiamo tenere conto di questioni etiche, mentre dall’altro non dovremmo permettere che il progresso medico si fermi, limitando o ostacolando così la nostra capacità di aiutare le persone.

Accolgo positivamente il fatto che la relazione è basata sui pilastri che io apprezzo. Il primo di questi è costituito dagli strumenti giuridici: devono garantire che la donazione di organi continuerà a essere volontaria, piuttosto che un’attività commerciale. L’elaborazione di standard sarà utile, ma questi standard non devono incidere sull’attuazione e sulle opzioni previste nei singoli Stati membri. Il secondo pilastro riguarda la cooperazione fra gli Stati membri, che è essenziale, così come in numerosi altri settori. Il terzo pilastro riguarda il fatto che nessuna misura può essere adottata senza la cooperazione dei cittadini. Approvo quindi le misure che garantiscono una maggiore sensibilizzazione del pubblico e la trasparenza. L’obiettivo comune, che emerge in modo evidente dalla relazione, è eliminare il traffico illegale ad ogni costo. La relazione dell’onorevole Adamou apre di sicuro la strada in tal senso.

 
  
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  Urszula Krupa, a nome del gruppo IND/DEM. – (PL) Signor Presidente, i nobili obiettivi della comunicazione della Commissione sulla donazione e il trapianto di organi e le azioni politiche a livello di UE, nonché la relazione dell’onorevole Adamou, che sottolinea che la donazione di organi è un dono e che è importante rispettare e proteggere la libertà di donare o di non donare organi per il trapianto, sono insufficienti.

E anche i regolamenti che prevedono l’introduzione di una carta europea di donatore saranno insufficienti se verranno respinti tutti gli emendamenti concernenti i consigli ispirati a principi etici o morali contenuti nei documenti del Parlamento europeo. La mancanza di principi morali e il loro impiego nella legislazione porta a una perdita della salute morale delle nostre società e a vari abusi in tutti i settori della vita sociale, comprese la scienza e la medicina.

Oltre alla diffusione del liberalismo e dell’affarismo, profonde differenze sociali sono alla base del commercio di organi e di altri abusi. Vi sono persone ricchissime che possono comprare qualsiasi cosa, persino organi per trapianti. Ma vi sono persone indigenti. Queste possono donare i loro organi come ultima risorsa o sotto costrizione, riducendo e le loro possibilità di avere una buona salute e di sopravvivenza.

Questo stato di cose non sarà modificato dalle assicurazioni sulle pari opportunità e l’accesso eguale ai servizi sanitari. E’ necessaria una reale protezione sociale e la tutela obbligatoria della salute e della vita umana.

 
  
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  Irena Belohorská (NI). (SK) Onorevoli colleghi, anch’io vorrei congratularmi con il dottor Adamos Adamou per la sua relazione, che è stata adottata all’unanimità dalla commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare. Nessun deputato ha votato contro la relazione, né nessuno si è opposto ad essa in nessuna commissione invitata a esprimere un parere. Il raggiungimento di questo particolare livello di consenso è anche il frutto dei frequenti e lunghi dibattiti sulla relazione organizzati dal relatore e vorrei ringraziarlo al riguardo.

Il nostro compito in materia di trapianti di organi è duplice. Da un lato vogliamo aiutare le persone per le quali il trapianto offre la sola possibilità di sopravvivenza e dall’altro è nostro dovere impedire il traffico di organi che è uno dei reati più gravi. Sappiamo che il commercio di organi è al momento particolarmente attivo nelle parti più povere del mondo, dove la donazione di organi fornisce ai poveri l’unica possibilità di sopravvivenza.

Trovo quindi riprovevole che nell’Unione europea di oggi, basata su valori morali e etici, alcune persone chiedano che questo commercio sia legalizzato. Poiché vi è un enorme gap fra l’offerta di organi – sia da persone viventi che da donatori deceduti – e la domanda di organi, è importante aumentare il numero di donatori.

Nel programma sanitario 2008-2013 la Commissione include la valutazione dei risultati post-trapianto fra le priorità della sicurezza sanitaria, il che significa che possono essere concesse borse di studio a tal fine. Sebbene accetti la possibilità di finanziare progetti con borse di studio, ho alcune riserve.

So che questo dibattito non riguarda il programma sanitario 2008-2013, ma voglio sottolineare l’aspetto seguente. Per quanto riguarda i progetti, sono stata sorpresa dalla discrepanza matematica fra il numero di progetti approvati e il numero di progetti completati: nel 2004, sono stati approvati 72 progetti e 9 completati; nel 2005, sono stati approvati 61 e 7 completati; nel 2006, sono stati approvati 87 progetti, ma nessun progetto è stato completato; e nel 2007, sono stati approvati 6 progetti e nessuno è stato completato. Sono disponibili meccanismi per verificare l’efficacia dei progetti cofinanziati dall’Unione europea?

 
  
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  Glenis Willmott (PSE). (EN) Signor Presidente, l’uso di organi umani a fini di trapianto è aumentato costantemente negli ultimi decenni. Il trapianto di organi è adesso il trattamento più efficace in termini di costi per l’insufficienza renale all’ultimo stadio. Per l’insufficienza all’ultimo stadio di organi come il fegato, i polmoni e il cuore, è l’unico trattamento valido.

I trapianti sono uno dei progressi più miracolosi della medicina moderna, ma meno del 25 per cento della popolazione britannica è registrata come donatore di organi. L’anno scorso, circa 2 400 persone nel Regno Unito hanno beneficiato di un trapianto d’organo, ma più di mille muoiono ogni giorno in attesa di un trapianto.

La carenza di organi è un dilemma comune in tutti i paesi europei e si avverte l’evidente necessità di migliorare il sistema che sostiene i donatori di organi nell’UE. Pertanto, accolgo positivamente la relazione e in modo particolare la sezione approfondita sul traffico di organi.

La mancanza di donatori ha provocato una crescita esponenziale del turismo dei trapianti nei paesi in via di sviluppo. Il mercato nero internazionale degli organi attira persone in cerca di un rene o di altri organi, e le persone che vivono nella massima povertà o altre circostanze di vulnerabilità vengono sfruttate. Sono diventati un inventario di pezzi di ricambio per i malati. Tuttavia, sono praticati trapianti di organi illegali, la sicurezza è spesso ignorata e le vite sia del donatore che del ricevente sono messe a rischio. I giornali britannici hanno già denunciato macabri siti web destinati ai cosiddetti “turisti dei trapianti”, fra cui l’offerta di reni da prigionieri giustiziati in Cina.

Non si tratta di un reato lontano. Anche diverse nazioni europee sono rimaste coinvolti nel commercio a fini di trapianto, fra cui Moldavia, Serbia, Turchia e Russia. I governi europei devono fare di più per impedire questo vergognoso reato. Vorrei quindi congratularmi con l’onorevole Amadou per quella che è una relazione di ampio respiro e ben ponderata.

 
  
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  Marios Matsakis (ALDE). (EN) Signor Presidente, vorrei congratularmi con il relatore per l’eccellente relazione.

Consentitemi di cogliere l’occasione per sollevare una questione importante, ma molto controversa che, sebbene non sia attualmente oggetto di decisione, deve comunque essere affrontata in una certa misura: si tratta del concetto di consenso presunto. La maggior parte degli organi di potenziali donatori non diventano mai disponibili perché il sistema di acquisizione del consenso del donatore in vita, o dei suoi parenti, non può mai funzionare ad un livello talmente efficiente da superare gli stretti limiti di tempo, le sensibili manifestazioni psicologiche per la perdita e le complesse tecnicità della raccolta e del trasporto dell’organo.

La risposta al problema della disponibilità di organi è presumere senz’altro che tutte le persone decedute siano donatori, a meno che non sia opposta un’obiezione in tempo da parte di un parente stretto o il donatore abbia negato la sua approvazione quando era in vita. So che per i legislatori questa soluzione non è facile da accettare, ma mi auguro che provocherà una riflessione seria e matura in futuro, sulla base del realismo e tenendo a mente l’enorme numero di vite che potrebbero essere salvate se tale sistema fosse attuato.

 
  
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  Hiltrud Breyer (Verts/ALE) . – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevole Adamou, sappiamo che la domanda di organi supera l’offerta, sappiamo anche, tuttavia, che l’unico modo per aumentare l’offerta è garantire il principio della non commercializzazione. Non può esserci commercio di organi e noi non possiamo permettere che gli indennizzi di spesa e i rimborsi si trasformino in forme celate di pagamento.

Il problema del traffico di organi non è gestito seriamente nell’Unione europea. Sono lieta di sentire dal Commissario che alla fine il traffico di organi sarà inserito nella relazione sul traffico di esseri umani. Tuttavia, cosa accade se il cittadino europeo ritorna da un paese terzo come le Filippine con un organo? Nessun dottore o ospedale gli chiederà l’origine dell’organo. Il cittadino europeo non sarà obbligato a provare che non proviene dal traffico di organi. Ecco perché abbiamo bisogno della tracciabilità se vogliamo effettivamente eliminare il traffico. E’ qui che l’Unione europea ha una grande responsabilità perché non possiamo permettere il verificarsi di una situazione in cui le persone in Cina, Ucraina o altri paesi devono vivere nel timore della mafia degli organi.

E’ tragico che la povertà e la disperazione spingano le persone a vendere i propri organi. E’ altrettanto tragico, ovviamente, che le persone debbano morire perché vi sono troppi pochi organi a disposizione per i trapianti, ma dobbiamo considerare entrambe le facce della medaglia.

 
  
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  Kathy Sinnott (IND/DEM). (EN) Signor Presidente, essere sollevati dalla morte e dalla malattia grazie al dono di un organo è una cosa meravigliosa, ma abbiano carenza di organi. Le cellule staminali adulte sono uno sviluppo promettente, degno di nota. Molte persone che altrimenti avrebbero avuto bisogno di un trapianto sono eliminate dalle liste d’attesa, dato che le loro stesse cellule staminali sono usate per riparare i loro organi danneggiati. Inoltre, in uno studio, sono stati creati nuovi organi per gli animali, usando le loro cellule staminali. Tali organi sostituivi non presentano problemi di rigetto per il ricevente.

Vorrei ringraziare il relatore per avere sostenuto gli emendamenti sulla parità nella donazione di organi per le persone con disabilità. La ricerca della commissione per i diritti dei disabili suggerisce che le persone con disabilità hanno quattro probabilità in più di morire a causa di una patologia trattabile, e la mancanza di organi è una di queste condizioni. Dobbiamo lottare contro tale discriminazione istituzionalizzata e garantire un accesso paritario, libero ed equo alla donazione di organi per tutti.

Vorrei anche congratularmi con Derek Rowe e tutti quelli che lavorano all’Irish Air Ambulance i quali, pur non avendo ricevuto alcun sostegno dal governo irlandese, alla fine avranno la prima eliambulanza operativa in Irlanda entro la fine dell’anno. La sede è presso la Cornwall Air Ambulance. La prima missione della Cornwall Air Ambulance ha coinvolto una persona che era annegata e ha donato quattro organi – organi che sarebbero andati perduti senza un’eliambulanza.

 
  
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  Maciej Marian Giertych (NI). (PL) Signor Presidente, la trapiantologia soffre per la penuria di organi. La domanda è elevata e quindi sono in ballo forti somme di denaro. E dove vi sono grandi somme di denaro, vi sono abusi. Di conseguenza, emerge un nuovo tipo di criminalità. Vi sono esempi di acquisti da donatori poveri – per pochi centesimi si possono acquistare reni da trapiantare. Sentiamo di organi espiantati da persone giustiziate, alle quali non è stato chiesto il consenso. Sentiamo di potenziali donatori rapiti e uccisi in modo da ottenerne gli organi. Vi sono casi di morti accelerate per espiantare organi. Questo è ciò di cui vorrei parlare.

Da quando è nata la trapiantologia, la definizione di morte è cambiata. E’ emerso un criterio per la morte cerebrale – definito per la prima volta nel 1968 a Boston. E’ noto come criterio Harvard e da allora sono emersi nuovi criteri di morte cerebrale, ognuno di essi meno restrittivo del precedente. La cessazione dell’attività cerebrale non corrisponde a un’osservazione. E’ una prognosi. Per verificarla, la macchina di sostentamento viene scollegata e questo in sé può provocare il decesso. Talvolta è prevista l’assistenza di anestesisti per ottenere gli organi del presunto morto, di modo che l’espianto da un corpo morto sia indolore.

Occorre una definizione di morte più rigida, non più liberale. Prendere una vita per salvarne un’altra non è accettabile.

 
  
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  Harald Ettl (PSE) . – (DE) Signor Presidente, se vogliamo una politica sanitaria comune, allora la richiesta rivolta alla Commissione di presentare una proposta di direttiva sulla donazione e il trapianto di organi è tempestiva. L’offerta estremamente esigua di organi, che persiste in alcuni Stati membri, fa sì che molti pazienti rimangano sulle liste d’attesa per anni e molti di loro muoiano. Se avessimo già 20-30 donatori morti e vivi per milione di abitanti, l’Unione europea disporrebbe di un adeguato approvvigionamento di organi.

Questo risultato dipende, tuttavia, dalle leggi sui trapianti che prevedono, in linea di principio, l’espianto di organi dopo la morte, a meno che la persona interessata abbia lasciato istruzioni del contrario. Solo gli Stati membri con questo tipo di legislazione – e ve ne sono attualmente 11 – possono sperare di risolvere il problema a livello europeo. L’articolo 38, o piuttosto l’emendamento proposto a detto articolo, contrasta con questa soluzione. In Austria, sebbene il principio dell’espianto degli organi sia inserito nella legge, uno specialista di terapia intensiva con formazione psicologica discuterà la procedura anche con la famiglia del donatore deceduto, e questo sistema ha avuto molto successo. Se i parenti si oppongono all’espianto dell’organo, allora sarà rispettato il loro volere.

Altri approcci – come quello seguito nel paese più grande vicino all’Austria – portano a serie difficoltà per quanto riguarda l’offerta di organi e, quindi, trasformano la questione in un problema europeo. Un sistema funzionale per l’ottenimento degli organi dipende dall’avere le stesse norme in Europa e da accordi per la distribuzione di organi che siano trasparenti ed equi e possano essere supervisionati a livello nazionale. Qualsiasi approccio privo di questi elementi sarà un capriccioso spreco di tempo e, al peggio, genererà un’ambigua forma di commercio per i paesi poveri e principalmente non europei.

So di cosa sto parlando perché, quale ministro della salute in Austria, ero responsabile della questione e la nostra esperienza oggi è positiva. La proposta dinanzi a quest’Aula non fa abbastanza per risolvere il problema a livello europeo. Attendo e spero molto di più da lei, signora Commissario!

 
  
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  Johannes Blokland (IND/DEM). (NL) Signor Presidente, i precedenti oratori hanno già detto tutto: la donazione di organi è un argomento delicato. E’ anche un argomento che, a mio avviso, deve essere trattato in larga misura a livello di Stati membri. Tuttavia, un approccio europeo può essere sensato, soprattutto in materia di requisiti di qualità e scambio di informazioni. Dobbiamo affrontare il commercio illegale di organi con tenacia. La relazione di propria iniziativa dell’onorevole Adamou dà a quell’idea un importante contributo e vorrei ringraziarlo per questo.

Alcuni deputati hanno invocato l’introduzione di un sistema “senza obiezione”, ma al riguardo nutro forti dubbi. Non possiamo costringere nessuno ad una scelta sulla donazione di organi se il potenziale donatore non ha ancora soppesato la situazione in modo chiaro e responsabile. Sono lieto che questo punto, nella risoluzione, sia stato lasciato alla responsabilità degli Stati membri.

Infine, vorrei esprimere il mio sostegno agli emendamenti presentati, fra l’altro, dagli onorevoli Sinnot, Lies e Bowis in relazione ai benefici dimostrati dell’uso di cellule staminali adulte.

 
  
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  Anne Ferreira (PSE). (FR) Signor Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, vorrei innanzitutto congratularmi con l’onorevole Adamou per il suo lavoro.

Se uno degli obiettivi della relazione è abbattere gli ostacoli alla donazione d’organi e garantire la sicurezza dei trapianti, il primo problema è chiaramente quello dell’autosufficienza in seno a ciascuno Stato membro e all’Unione europea. La penuria di organi riguarda tutti gli Stati membri a diversi livelli. Questa situazione, dalle conseguenze drammatiche per le persone in attesa di un trapianto, può essere una delle cause del traffico di organi, non è la sola. Sembra che la prima origine del traffico di organi sia il loro valore commerciale.

Per rimediare a questa situazione, almeno nell’Unione europea, tre principi devono guidare la nostra azione: gratuità, volontariato, anonimato. Se la commercializzazione non è possibile, allora il traffico sarà più difficile. E per tentare di risolvere la questione fondamentale della penuria, come sottolinea la relazione, dobbiamo non solo condurre vere e proprie campagne di mobilitazione, ma anche sensibilizzare di più i potenziali donatori. Alcuni Stati membri ci hanno già mostrato la strada da seguire al riguardo.

Ricordiamoci che in materia di donazione di sangue, che registra la stessa penuria in Europa, diversi anni fa avevamo chiesto che ciascuno Stato membro conducesse campagne di incitamento alla donazione di sangue. Che ne è stato di questa richiesta? Possiamo appoggiarci su questa esperienza ed estenderla, ovvero migliorarla, per coprire anche gli organi?

Vorrei quindi sottolineare due punti che ritengo problematici. Il primo è la carta di donatore, non adatta allo scopo, e l’altra la questione del donatore in vita che, a mio avviso, dovrebbe essere strutturata meglio. Questi due punti sottolineano il ruolo e il posto essenziale che devono occupare i medici e i chirurghi.

Infine, la relazione fa riferimento alle possibilità terapeutiche offerte dall’impiego delle cellule staminali adulte. Vorrei anche menzionate le prospettive offerte dal sangue del cordone ombelicale nel trattamento dei tumori del sangue, in situazioni del trapianto del midollo. Non trascuriamo questa strada. L’avevo già menzionata durante la sua audizione, signora Commissario.

 
  
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  Hélène Goudin (IND/DEM). (SV) Signor Presidente, la donazione di organi è una questione delicata dal punto di vista etico e deve essere diretta da valori nazionali. La cooperazione transfrontaliera può essere utile per garantire la qualità e la sicurezza, ma la scelta se donare o ricevere organi deve essere una scelta dell’individuo o della sua famiglia. Questa scelta spesso affonda le proprie radici in un contesto culturale.

La carta europea del donatore proposta è inadeguata, dato che le norme sul consenso, la distribuzione e la struttura organizzativa differiscono fra i vari Stati membri. La sanità è e dovrebbe rimanere una questione nazionale. Tuttavia, la Junilistan svedese è favorevole allo scambio volontario di organi e di esperienze fra le organizzazioni esistenti negli Stati membri.

Le misure proposte dal Parlamento per incoraggiare il dibattito sulla donazione di organi, ad esempio linee telefoniche nazionali dedicate ai trapianti, una positiva esposizione mediatica della donazione di organi e le sponsorizzazioni delle stelle dello sport possono essere giustificate, ma queste iniziative devono essere decise dagli Stati membri stessi sulla base del contesto sociale prevalente nel rispettivo paese.

 
  
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  Anna Záborská (PPE-DE). (SK) Vorrei porgere le mie più vive congratulazioni all’onorevole Adamou. A causa della penuria di organi, alcune persone sono pronte a ricorrere a metodi criminali. Hanno trasformato il timore degli esseri umani in un commercio lucrativo di organi umani, e i bambini sono il gruppo più a rischio.

Due settimane fa ho fatto un appello in Slovacchia e adesso faccio un appello a quest’Assemblea e alla Commissione europea ai fini di un’ampia campagna di sensibilizzazione dei genitori sui pericoli che minacciano i loro figli. Dobbiamo lanciare una campagna paneuropea intitolata “Sai dov’è tuo figlio adesso?.

Questa campagna dovrebbe aumentare il senso di responsabilità dei genitori per i loro figli. Dobbiamo affrontare la questione molto seriamente e l’Unione europea deve adottare misure per trattare la natura transazionale del commercio illegale di organi umani.

 
  
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  Gyula Hegyi (PSE). (HU) Un numero irragionevolmente elevato di persone muore o soffre per l’indisponibilità, in tempo utile, di organi ai fini di un trapianto. Molte persone non ritengono che l’uso dei loro organi dopo la morte sia un problema etico, se sanno che la donazione è possibile, ma a causa di inadeguate informazioni non donano i loro organi. Ovviamente, tutti hanno il diritto di fare la propria scelta, e nessuno può respingerla o forzarli a scegliere. E’ importante, tuttavia, che i cittadini dei nostri paesi comprendano che, in base a regole diverse nei vari Stati membri, se non dispongono per la donazione dei loro organi, alcuni paesi consentiranno il trapianto, mentre altri no. Approvo la proposta del Parlamento europeo di nominare un rappresentante legale che possa decidere in merito all’uso degli organi dopo la morte se la persona deceduta non ha lasciato disposizioni. Il commercio illegale di organi è un crimine ripugnante legato ai trapianti di organi. Dobbiamo agire con fermezza al riguardo, sopratutto quando coloro che sono amici dichiarati dell’occidente praticano quest’attività. Coprire questi crimini sarebbe una vergogna collettiva.

 
  
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  Siiri Oviir (ALDE). (ET) I trapianti di organi devono essere effettuati con rapidità. Non deve trascorrere più di un paio d’ore fra l’espianto e il trapianto. Pertanto, la sensibilizzazione e l’opinione pubblica svolgono un ruolo importante ai fini dell’incremento della donazione di organi.

La donazione e il trapianto di organi sono procedure mediche e per svilupparle ulteriormente è necessaria la piena partecipazione del pubblico e una maggiore sensibilizzazione. I mezzi più efficaci per aumentare la disponibilità pubblica sembrano essere il miglioramento della conoscenza delle questioni inerenti ai trapianti fra il pubblico e i mezzi di comunicazione. Questo deve essere il primo passo.

In secondo luogo, vorrei sottolineare che, non essendoci attualmente un coordinamento europeo per lo scambio di organi, è molto importante procedere a un miglioramento in quel settore, specialmente per quanto riguarda il coordinamento del sistema per lo scambio di organi che esiste attualmente fra gli Stati membri, ad esempio attraverso una carta europea del donatore o una linea telefonica europea dedicata alla questione.

 
  
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  Sylwester Chruszcz (NI). (PL) Signor Presidente, moto che, in generale, concordiamo tutti sul fatto che i trapianti di organi non debbano essere un’attività commerciale. Qualsiasi uso commerciale degli organi è di per sé contrario all’etica e ai valori umani fondamentali. L’elevata richiesta di organi a fini di trapianto può portare alla patologia o, appunto, alla criminalità. Tutta l’Europa di recente è rimasta sconcertata dalle parti del libro di Carla Del Ponte in cui si parla di terroristi albanesi che usavano i cittadini serbi del Kosovo per trapianti commerciali. Questa è la questione che l’Assemblea e gli Stati membri dovrebbero affrontare. Credo che il consenso informato del donatore debba sempre essere la base per la donazione e il trapianto di organi. E’ necessario garantire una tale soluzione, che deve diventare la norma in Europa.

 
  
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  Péter Olajos (PPE-DE). – (HU) La ringrazio signor Presidente. Onorevoli colleghi, forse non tutti sanno che il primo trapianto di organo del mondo è stato eseguito a Vienna nel 1902 da una persona di origine ungherese, Imre Ulmann. Questo particolare legame con la capitale austriaca è esistito sin da allora ed è talmente forte che, seppure il personale e le risorse tecniche siano pressoché le stesse, i trapianti di polmoni ungheresi sono ancora eseguiti a Vienna. E perché no? Costa tre volte tanto e anche il numero di pazienti è ancora limitato. Non vi è dubbio che i coordinatori dei trapianti devono essere nominati nelle unità di terapia intensiva degli ospedali europei. Il numero di questi coordinatori in Ungheria è attualmente uguale a zero, mentre in Spagna è di 156. Per quanto riguarda il trapianto di cuore, il mio paese registra risultati eccellenti, posizionandosi a un buon livello in ambito internazionale, ma siamo alla base dell’elenco in Europa. La ragione è la mancanza di donatori, mancanza di attrezzature, viaggi aerei, e delle risorse umane necessarie. Ci auguriamo che questa relazione contribuirà ad affrontare queste anomalie dal momento che il problema non è nei nostri cuori, ma nelle nostre menti. Vi ringrazio e propongo di adottare la relazione.

 
  
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  Catherine Stihler (PSE). (EN) Signor Presidente, vorrei ringraziare il relatore per la sua relazione.

Stasera vi sono 700 persone in Scozia in attesa di un trapianto di organo: vale a dire 700 famiglie in attesa di una chiamata che potrebbe garantire la sopravvivenza dei loro cari.

La necessità del consenso su questa questione delicata è essenziale ed è un giorno triste se gli Stati membri non riescono ad accordarsi in materia. Vorrei che il sistema di donazione di organi fosse, come ha detto l’onorevole Matsakis, un sistema nel quale tutti hanno deciso di donare, a meno che non abbiano chiesto di essere esclusi. Ciò aiuterebbe l’offerta, in particolare per i giovani e le minoranze etniche, dove la carenza è acuta. Tale sistema aiuterebbe a salvare vite di molti europei. Accetto il piano d’azione della Commissione, facciamo sì che non sia troppo poco, troppo tardi.

 
  
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  Androula Vassiliou, Membro della Commissione. (EN) Signor Presidente, è stato un dibattito molto interessante e vivace e non sorprende, data la gravità e l’importanza del problema.

Sono state sollevate numerose questioni. Cercherò di commentarne alcune. La non commercializzazione degli organi è una questione molto importante e io credo, concordo, che la donazione di organi dovrebbe essere altruistica e volontaria. Ecco perché, ovviamente, le carte di donatore dovrebbero essere volontario e lo stesso vale per la carta europea di donatore, che intendiamo introdurre nel nostro piano d’azione.

In alcuni Stati membri esistono buone pratiche e dovrebbero essere condivise con gli altri Stati membri a vantaggio di tutti. La direttiva della Commissione sulla qualità e la sicurezza, vi garantisco, sarà abbastanza flessibile da non incidere sulla donazione, garantendo l’applicazione di requisiti di base in tutta l’Unione europea. Voglio confermare che anche la tracciabilità sarà inserita nella direttiva.

Il consenso per la donazione è una questione particolarmente delicata, che deve tenere conto degli atteggiamenti locali e culturali sulla donazione e sul trapianto. Desidero sottolineare che le autorità nazionali sono responsabili di stabilire i requisiti giuridici e le pratiche relative al consenso alla donazione nel loro Stato membro e di garantire che i loro cittadini siano a conoscenza dei loro diritti in questo settore.

Direi che l’uso delle cellule staminali tratte dal cordone ombelico ha dimostrato la sua utilità nel trattamento di alcune malattie maligne, quali il cancro. La Commissione sostiene lo sviluppo delle banche del sangue del cordone ombelicale e l’uso di questa tecnologia.

Ritengo altresì che sia molto importante la sensibilizzazione dei cittadini europei e l’armento delle donazioni fra vivi e donatori post-mortem, perché in questo modo – come ho detto all’inizio – combatteremo indirettamente il traffico. Per impedire il turismo dei trapianti, credo sia molto importante che i cittadini siano resi edotti sia dei pericoli relativi alla sicurezza degli organi sia delle questioni etiche che possono sollevarsi. Come sappiamo, in molti paesi terzi, persone molto povere e vulnerabili sono sfruttate per l’estrazione di organi.

Infine, onorevoli deputati, vorrei ringraziarvi ancora una volta per averci elaborato una relazione talmente costruttiva. In particolare, vorrei sottolineare l’obiettivo fondamentale di salvare vite umane, riconoscendo gli importanti progressi scientifici nella donazione di organi.

Non vedo l’ora di continuare la nostra stretta e costruttiva collaborazione e di presentare la proposta della Commissione a quest’Assemblea alla fine di quest’anno.

 
  
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  Adamos Adamou, relatore. − (EL) Signor Presidente, vorrei ringraziare tutti coloro che sono intervenuti su questo argomento particolarmente delicato. Vorrei adesso formulare alcune osservazioni.

L’onorevole Maaten e altri oratori hanno parlato della carta europea di donatore, che noi abbiamo adottato ad integrazione di ciò che è previsto negli Stati membri. L’onorevole Maaten ha citato alcune cifre corrette: l’80 per cento dei cittadini intervistati era favorevole, ma solo il 12 per cento possiede una carta di donatore. Tuttavia, un’altra statistica dovrebbe darci motivo di preoccupazione: di coloro che possedevano una carta di donatore al momento del loro decesso, il 50 per cento non ha donato gli organi perché le famiglie si sono opposte. Vi sono quindi problemi per i quali non abbiamo nessuna certezza che saranno risolti con la carta europea di donatore.

Per quanto riguarda il punto sollevato dall’onorevole Matsakis sul “consenso presunto”, è una questione che riguarda gli Stati membri. Secondo il collega che ha parlato della Scozia, il consenso presunto risolve il problema. Spetta agli Stati membri decidere se adottare tale misura. Non dovremmo dimenticare il principio di sussidiarietà. In questo caso, dobbiamo verificare quali sistemi hanno avuto successo, in modo da scambiare esperienze e procedure, come nel caso della Spagna, cui ha fatto riferimento l’onorevole Sornosa Martínez. Perché non abbiamo nei vari ospedali coordinatori, dottori e infermieri specializzati, in grado di riconoscere potenziali donatori così che i trapianti possano essere effettuati e noi possiamo aumentare la disponibilità di organi? L’onorevole Auken, che non è qui al momento, ha detto che noi non saremo mai in grado di colmare la carenza di organi. Da dottore e scienziato, la mia risposta è che forse non vivrò fino a vedere quel giorno, o lo vedrà la generazione futura, ma nei prossimi anni arriverà il giorno un cui saremo in grado di creare l’organo che vogliamo dalle cellule dell’individuo che ne ha bisogno, forse dalla sua pelle o da altre parti.

Signora Commissario, lei ha parlato delle cellule sanguigne del cordone ombelicale e della loro conservazione. Adesso vorrei sottolineare che realmente non dobbiamo cadere nelle mani di imprese private che operano per il profitto. Nel mio paese, Cipro, la Fondazione Karaiskakio fornisce questo servizio gratuitamente. Vi sono tre imprese private che fanno pagare ai genitori la conservazione delle cellule sanguigne del cordone ombelicale. Queste cellule sono anche cellule precursori e staminali e sono molto preziose, come lei sa.

Cosa dire al riferimento fatto sul commercio? Il collega ha accennato alla relazione di Carla Del Ponte. Ad essere sinceri, mi aspettavo questa relazione prima. Certo, contiene un’ulteriore prova che il traffico ha luogo anche nell’Europa allargata.

Vi ringrazio tutti ancora una volta. Penso che sia giunto il momento per noi di agire quali cittadini europei. Dobbiamo mobilitarci, coordinarci, sensibilizzare quanti ci stanno intorno e dare il buon esempio: dobbiamo diventare noi stessi donatori di organi.

 
  
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  Presidente. − La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà martedì, 22 aprile 2008.

Dichiarazioni scritte (articolo 142)

 
  
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  Slavi Binev (NI), per iscritto. (BG) Esprimo la mia profonda soddisfazione per la relazione dell’onorevole Adamou. Sostengo l’idea che ridurre la penuria di organi sia la sfida principale che gli Stati membri dell’UE affrontano per quanto riguarda i trapianti di organi.

Il 9/04/2008 i miei colleghi del partito ATAKA, Dimitar Stoyanov, Desislav Chukolov e io abbiamo presentato una dichiarazione scritta a sostegno del consenso informato per la donazione di organi, tessuto e cellule in Bulgaria nella quale abbiamo chiesto alla Commissione europea di presentare una proposta sulla qualità e la sicurezza della donazione di organi. L’introduzione di una carta europea di donatore ad integrazione dei sistemi nazionali esistenti contribuirà alla rapida identificazione dei donatori e quindi aumenterà la disponibilità del materiale da trapianto necessario. La sensibilizzazione del pubblico sulla donazione e sul trapianto e l’introduzione di una normativa comunitaria uniforme e severe misure di persecuzione dei criminali impegnati nel traffico di organi, compreso il personale medico, serviranno da garanzie per le procedure di donazione e il consenso informato.

Ancora una volta, congratulazioni per la sua relazione.

 
  
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  Titus Corlăţean (PSE), per iscritto. (RO) Sostengo la proposta di risoluzione del Parlamento europeo sulle azioni politiche a livello di Unione europea in materia di donazione e di trapianto di organi.

Chiedo che la Commissione europea proponga una direttiva più globale che fissi requisiti di qualità e di sicurezza per la donazione e il trasporto di organi nell’Unione europea. Questa direttiva dovrebbe prevedere metodi per prevenire potenziali abusi.

Il nuovo atto legislativo dovrebbe integrare e rafforzare gli sforzi degli Stati membri di migliorare la situazione attuale, imponendo linee di condotta a livello europeo, tenendo conto dei progressi in medicina.

Insisto sul coinvolgimento degli Stati membri, compreso lo Stato membro da cui provengo, la Romania, nell’educazione dei cittadini, presentando i vantaggi della donazione di organi e riconoscendo il fatto che la donazione e il trapianto di organi significano vite salvate.

Sono anche a favore del coinvolgimento della Commissione europea nell’organizzazione di dibattiti pubblici insieme alle organizzazioni non governative europee interessate, al fine di individuare le soluzioni migliori, sia per la campagna di comunicazione sia per trarre profitto dall’esperienza e dalle buone pratiche degli Stati membri.

La velocità di risposta è essenziale in tali casi. Sono necessarie una migliore organizzazione del sistema medico a livello nazionale, nonché la sensibilizzazione dei paramedici a tali emergenze.

 
  
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  Neena Gill (PSE), per iscritto. (EN) E’ una relazione cruciale e una reale opportunità per salvare vite. La penuria cronica di organi in Europa causa 60 000 morti non necessarie.

Per questo motivo è necessaria un’azione urgente.

1. Eliminazione delle restrizioni nella donazione di organi e rafforzamento della cooperazione fra gli Stati membri e aumento del numero di organi sicuri di qualità disponibili per i trapianti. Ciò che è necessario è una direttiva della Commissione che aggiunga valore e stabilisca standard di livello del’UE di qualità e di sicurezza che integrino i piani esistenti negli Stati membri.

2. Incitamento degli Stati membri a adottare un sistema “senza obiezione” piuttosto che di “consenso” per la donazione di organi. Questo consentirebbe una maggiore consapevolezza della penuria e permetterebbe a più persone di considerare attivamente la loro posizione sulla questione.

3. Sostengo pienamente l’accento posto nella relazione sul traffico illegale di organi. Sono particolarmente preoccupata per il fatto che spesso il più povero è visto come fonte di organi da donare. Dobbiamo porre fine e questo crudele sfruttamento della povertà e proteggere le vittime innocenti che sono raggirate con la perdita dei loro organi. Non è solo un problema dei paesi in via di sviluppo, ma anche dell’Europa orientale. Vorrei anche il coinvolgimento di Europol e Interpol per arginare questo commercio illegale.

 
  
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  Katalin Lévai (PSE), per iscritto. (HU) Accolgo positivamente la relazione dell’onorevole Adamos Adamou sulla donazione di organi e il commercio di organi. Sebbene l’esperienza tecnica in questo settore sia purtroppo spesso molto diversificata fra gli Stati membri, l’uso di organi umani a fini di trapianto è aumentato drasticamente negli ultimi decenni. Vi sono circa 40 000 persone in liste d’attesa nell’Europa occidentale e di conseguenza il commercio di organi, come forma di sostentamento, sta prosperando nelle zone più povere dei paesi dell’Europa orientale.

La carta europea di donatore rappresenta una buona soluzione per le questioni giuridiche della donazione, ma devono essere applicate misure più severe contro il traffico e il commercio di organi. Dato che, nonostante tentativi isolati, non vi è un sistema di registrazione di facile uso per gli organi disponibili per i trapianti, nemmeno a livello nazionale, è importante introdurre un certificato, simile al sistema Schengen, accessibile su Internet, valido in tutte l’Unione, sostenuto da pareri medici e da un’unica banca dati dei trapianti dell’Unione. Istituti certificati impegnati nel trapianto legale di organi umani avrebbero a disposizione istantaneamente queste informazioni vitali e potrebbero stringere accordi bilaterali, mentre i poveri e i vulnerabili sarebbero protetti, senza diventare vittime del traffico di organi.

La creazione di una banca dati è una necessità assoluta affinché gli organi disponibili in diversi paesi possano essere usati, ed è pertanto vitale che gli Stati membri abroghino la normativa che le vieta.

E’ altresì importante che la donazione di organi rimanga rigorosamente “non commerciale”, ma le condizioni alle quali può essere offerta una cooperazione finanziaria devono essere ben definite.

 
  
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  Joseph Muscat (PSE), per iscritto. – (MT) Qualsiasi inazione o ritardo nel settore della donazione di organi costano vite che potrebbero essere salvate.

Quali europei, abbiamo molto da imparare gli uni dagli altri. Inoltre, i paesi che hanno esperienza e infrastrutture in questo settore possono aiutare gli altri, come Malta, che potrebbe non avere la massa critica, specialmente in caso di patologie rare.

Di recente, le popolazioni di Malta e di Gozo sono state commosse dal caso di Jamie Zammit. Jamie sta avendo problemi a trovare un donatore che lo salvi da una patologia nota come anemia di Fanconi perché a Malta attualmente non abbiamo un registro di donatori di midollo osseo.

Il governo maltese ha annunciato adesso la creazione di tale registro. E’ una buona notizia. Tuttavia, per istituire tale registro, abbiamo bisogno di una procedura specializzata di tipizzazione HLA, che ancora non esiste a Malta, e abbiamo anche bisogno di formazione a lungo termine in altri paesi che possano introdurci tale procedura.

Chiedo che, a titolo della solidarietà europea, Malta riceva tutto l’aiuto di cui necessita, in particolare fino al momento in cui questo sistema non sarà istituito nel nostro paese, affinché possiamo salvare il maggior numero di vite innocenti possibile.

 
  
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  Daciana Octavia Sârbu (PSE), per iscritto. (RO) La penuria di organi, che ha portato al rapido sviluppo della commercializzazione e al turismo di organi, rappresenta un problema sanitario essenziale che l’Unione europea deve affrontare. Il traffico di organi è causato da una combinazione di fattori quali povertà, corruzione e criminalità, motivo per cui i paesi dell’Europa orientale sono i più esposti a questo fenomeno. Per prevenire questo “turismo dei trapianti”, la relazione della commissione per l’ambiente chiede che la donazione di organi sia altruistica e volontaria, senza diventare una fonte di profitto per i donatori. Gli Stati membri dovrebbero agire per proteggere i donatori più poveri e più vulnerabili in modo che non diventino vittime del traffico di organi.

Tuttavia, esiste una considerevole differenza fra gli Stati membri dell’UE per quanto riguarda l’organizzazione delle attività di donazione e trapianto, la comunità di donatori e le fonti di ottenimento di organi. Ad esempio, il basso numero di donatori in Romania è dovuto alla mancanza di un sistema efficiente per individuare i donatori e di dottori adatti al coordinamento dell’organizzazione dei trapianti. Per questo motivo, la media europea per numero di donatori è di 20, mentre in Romania è solo di 0.5. Abbiamo bisogno di infrastrutture tecniche e logistiche adeguate nonché di sostegno psicologico e organizzativo per ridurre le differenze fra domanda e offerta.

 
  
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  Richard Seeber (PPE-DE), per iscritto. (DE) Oggi, in Austria, quasi un migliaio di pazienti è registrato per un trapianto. Purtroppo, non tutti questi pazienti otterranno il trapianto che potrebbe salvarli.

Ogni anno, circa 150 pazienti muoiono in attesa di un trapianto a causa del limitatissimo numero di organi disponibili. La penuria di organi è una sfida importante per l’Europa. Ecco perché è necessaria una direttiva sulla qualità e la sicurezza delle donazioni di organi. Tuttavia, sono altresì necessari la cooperazione fra Stati membri e lo scambio delle buone pratiche. Attualmente esistono considerevoli differenze in Europa in termini di numero di donazioni di organi e di quote dei trapianti. La cooperazione fra Stati membri dovrebbe incentrarsi sulla scoperta di sistemi più efficienti, lo scambio di esperienze e la promozione di procedure ben stabilite. Gli Stati membri devono imparare gli uni dagli altri.

Sono convinto che la donazione in vita dovrebbe sempre rimanere complementare alla donazione post-mortem. Inoltre, è importante che le donazioni rimangano volontarie e gratuite. I trasferimenti di denaro fra donatore e ricevente sono inaccettabili. La Commissione e gli Stati membri devono prendere misure per combattere il turismo dei trapianti e il commercio illegale di organi con maggiore efficacia.

 
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