Presidente. − L’ordine del giorno reca le dichiarazioni del Consiglio e della Commissione sul Vertice Unione europea-America latina e Caraibi.
Janez Lenarčič, Presidente in carica del Consiglio. – (SL) Il Consiglio apprezza l’interesse manifestato dal Parlamento europeo per il rafforzamento del partenariato strategico tra Unione europea e America latina e Caraibi. Siamo altrettanto soddisfatti del ruolo attivo del Parlamento nel promuovere impegni concreti nei confronti di tale regione, che porteranno vantaggi considerevoli ai cittadini di entrambe le parti.
Desidero innanzi tutto congratularmi con voi per l’istituzione dell’Assemblea parlamentare paritetica EuroLat, che svolgerà un ruolo fondamentale nel riconciliare i cittadini di entrambe le parti. Le risoluzioni adottate da EuroLat nel corso della seduta di dicembre costituiscono un contributo prezioso e stimolante per gli obiettivi dei capi di Stato e di governo dei paesi di entrambe le parti in occasione della riunione al vertice che si terrà il mese prossimo. Siamo altrettanto lieti, signor Presidente, che abbia manifestato interesse nella partecipazione al Vertice UE-ALC di maggio. In tal modo, con la sua partecipazione, si porterà avanti la buona pratica introdotta in occasione della riunione al Vertice di Vienna del 2006.
I paesi dell’Unione europea, dell’America latina e dei Caraibi hanno concordato che la loro riunione al vertice, dal titolo “Addressing our People’s Priorities Together” (Affrontare insieme le priorità del nostro popolo), che si terrà a Lima, si concentrerà su due capitoli chiave. In primo luogo: povertà, disuguaglianza ed esclusione, tre dei temi che costituiscono le sfide principali nell’ambito della coesione sociale. E in secondo luogo: ambiente, cambiamento climatico ed energia – sotto il titolo di “Sviluppo sostenibile”. In merito al primo dei due capitoli – povertà, disuguaglianza ed esclusione – desidero sottolineare che la coesione sociale dell’Unione europea non solo è di importanza fondamentale, ma che costituisce anche un obiettivo in linea con le tradizioni europee di lunga data. Per coesione sociale si intendono tutti e tre tali temi, ossia significa: lotta alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione. Tutte e tre queste componenti sono inevitabilmente connesse tra loro. Concordiamo con i paesi dell’America Latina e dei Caraibi che la nostra cooperazione andrebbe rafforzata in tutte e tre le aree citate. Ecco perché intendiamo concentrare la nostra attenzione sui seguenti temi: sicurezza sociale, politiche contributive e loro efficacia, investimenti produttivi per maggiori e migliori posti di lavoro, una politica per la lotta a tutte le forme di discriminazione – sessuale, etica, religiosa o di qualsiasi altro tipo – miglioramento dei servizi sociali di base e delle reti di sicurezza sociale, nonché qualità dell’istruzione.
Un aspetto significativo del progresso sociale è l’offerta di posti di lavoro adeguati. Com’è noto, tutti gli accordi tra i paesi e le regioni dell’Unione europea e dell’America latina prevedono articoli in materia di cooperazione nell’ambito della politica sociale e degli impegni per il rispetto delle cosiddette norme fondamentali del lavoro, come definiti dall’Organizzazione internazionale del lavoro. Nel corso dei preparativi della riunione al Vertice di Lima, entrambe le parti hanno cercato metodi per favorire posti di lavoro di questo tipo, in modo particolare nelle piccole e medie imprese. Al contempo la Presidenza slovena ha posto l’accento sull’importanza fondamentale di maggiori investimenti nell’istruzione, in modo particolare a livello elementare e professionale, volti al miglioramento della competitività dei nostri paesi, sia nell’Unione europea che in America latina e nei Caraibi.
Venendo al secondo capitolo fondamentale dell’imminente riunione al vertice: sviluppo sostenibile e ambiente, cambiamento climatico ed energia. Sottolineiamo che la povertà è strettamente connessa a tali questioni. Il cambiamento climatico influirà sensibilmente sulle nostre economie, sulla crescita e sulla nostra politica per la riduzione della povertà. Già sappiamo che i gruppi più vulnerabili ne risentiranno maggiormente. Siamo consapevoli, sia nell’Unione europea che nei paesi dell’America latina e dei Caraibi, dei rischi per la sicurezza, che deriveranno dal cambiamento climatico. Sappiamo che non agire comporterà conseguenze molto più gravi rispetto ai costi delle misure preventive. Dai dibattiti in corso relativi alla dichiarazione che verrà adottata al vertice, è palesemente evidente che dovremo affrontare congiuntamente numerosi aspetti della sfida globale.
Dovremo entrambi modificare esempi di produzione e consumo non sostenibili. E’ necessario attuare disposizioni relative a misure concrete e urgenti per la gestione sostenibile delle foreste e l’impiego delle risorse, al fine di ridurre le emissioni di gas a effetto serra, di incentivare gli investimenti nella produzione con basse emissioni di biossido di carbonio, di preservare la biodiversità, nonché per la gestione delle risorse idriche e simili.
Certamente l’Unione europea e i paesi dell’America latina e dei Caraibi daranno la priorità anche all’ulteriore cooperazione in questo campo nel quadro delle Nazioni Unite. Per concludere questa introduzione, desidero ringraziarvi per l’attenzione.
Jacques Barrot, Vicepresidente della Commissione. – (FR) Signor Presidente, onorevoli deputati, desidero unirmi al signor Ministro e ringraziare il Parlamento per aver incluso nell’ordine del giorno della sua seduta plenaria il Vertice UE-America latina e Caraibi, la quinta riunione al vertice tra le nostre regioni dal lancio del nostro partenariato strategico effettuato in occasione del Vertice di Rio del 1999.
Il Vertice di Lima dedicherà particolare attenzione a due temi specifici: innanzi tutto, la lotta alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione e, in secondo luogo, il cambiamento climatico e l’energia. La riunione si svolgerà in un clima estremamente stimolante.
La regione dell’America latina e dei Caraibi sta subendo rapidi cambiamenti. Per la prima volta, nel corso degli ultimi cinque anni, il prodotto interno lordo della regione è aumentato in media del 5%. I bilanci pubblici pertanto sono aumentati, il che consente alla regione di affrontare i rischi dell’uguaglianza sociale, che sono ancora significativi. Non va dimenticato che in tale regione più di 200 milioni di persone vivono ancora in povertà. La regione sta altresì diventando sempre più importante a livello internazionale, in quanto produttrice di prodotti agricoli e di biocarburanti.
Tali sviluppi fanno parte del contesto politico diviso tra democrazia, che nella regione è ancora il sistema più diffuso, e una crescente tendenza verso il populismo, e senza dubbio, in alcuni casi, il rafforzamento del potere esecutivo a spese del governo parlamentare e della supremazia del diritto.
Com’è noto, l’Europa è coinvolta a moltissimi livelli. Si è impegnata con la regione a risolvere tali problemi strutturali. L’Europa è ancora il principale donatore per la cooperazione allo sviluppo, il maggiore datore di lavoro straniero. In quanto secondo partner commerciale della regione, l’Europa è all’avanguardia negli investimenti, che sono considerevolmente maggiori rispetto a quelli cinesi. Da quando sono stati introdotti, i nostri accordi generali di associazione con il Cile e il Messico hanno avuto un impatto significativo sulla crescita dei nostri rapporti commerciali. Ci troviamo ora al terzo stadio delle negoziazioni per la firma degli accordi di associazione con la Comunità andina e l’America centrale e tutto indica che avrà luogo a breve. Stiamo lavorando sulla promozione e sul supporto dell’integrazione regionale, condividendo l’esperienza positiva dell’Europa a riguardo.
Analogamente, al momento stiamo negoziando con il Mercosur per esaminare i mezzi a nostra disposizione per sbloccare la situazione attuale. Abbiamo firmato di recente un partenariato strategico con il Brasile, che dovrebbe portare all’avvio di un primo piano d’azione congiunto entro la fine di quest’anno. La regione dei Caraibi è la prima, e finora l’unica, ad aver negoziato con successo un accordo di partenariato economico con l’Unione nel quadro dell’accordo di Cotonou.
Stiamo ovviamente continuando a sostenere la democrazia e i diritti umani in tutta la regione, mediante programmi di cooperazione, così come, ove necessario e solo qualora richiesto, mediante missioni di osservazione elettorale.
Desidero infine sottolineare le priorità del Vertice e dell’immediato futuro. La coesione sociale e l’integrazione regionale, data la loro importanza per la stabilità economica e politica, nonché il multilateralismo, visto che i pregi delle due regioni sono molto simili, devono continuare a costituire le priorità politiche del partenariato UE-ALC. L’obiettivo principale dell’Unione europea per il Vertice di Lima è consolidare il partenariato strategico esistente e portarlo avanti in due aree – coesione sociale e sviluppo sostenibile – che nell’immediato futuro saranno di importanza fondamentale per le nostre relazioni con la regione.
In merito alla coesione sociale, la Commissione europea sta attuando ampi programmi di aiuto e cooperazione volti a ridurre la povertà nella regione. Si sta utilizzando il 40 per cento dei 2,6 miliardi di euro stanziati per la cooperazione e lo sviluppo per i prossimi sei anni, al fine di risolvere i problemi relativi alla coesione sociale.
In merito all’ambiente e al cambiamento climatico, desideriamo cooperare maggiormente con la regione, al fine di far fronte a questa sfida globale. Su iniziativa della Commissione, nel marzo 2008 è stato avviato il primo dialogo ministeriale Unione europea-America latina-Caraibi sull’ambiente, in quanto preludio del Vertice di Lima. Dobbiamo cogliere l’opportunità, che ci viene offerta, di interinare con i nostri partner la relazione esistente tra sviluppo sostenibile e cambiamento climatico, anche se molti paesi dell’America latina dedicano ancora pochissima attenzione ai problemi legati al cambiamento climatico, nonostante il suo impatto negativo e a volte disastroso sulla regione.
Infine, l’Unione europea deve porre l’accento sull’importante ruolo che continua a svolgere nella promozione dell’integrazione regionale e sugli effetti positivi che tale integrazione ha sulla stabilità politica ed economica delle subregioni.
Queste sono le informazioni che ho per il Parlamento e sono naturalmente molto interessato agli interventi che seguiranno.
José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, a nome del gruppo PPE-DE. – (ES) Signor Presidente, andando al di là della mera retorica, ciò che il Parlamento europeo vuole dall’ambiziosa risoluzione che intende adottare domani è passare dalle parole ai fatti, sostenendo l’ordine del giorno di Lima in merito a povertà ed esclusione sociale, tutela dell’ambiente e lotta contro il cambiamento climatico, mediante una serie di misure.
Signor Presidente, desideriamo altresì approfondire gli accordi di associazione – in cui dobbiamo avere fede e in cui dobbiamo credere – con l’Unione doganale del Mercosur, con la Comunità andina e con l’America centrale, affinché possano essere conclusi il più rapidamente possibile, e in modo particolare entro questa legislatura, al fine di consentire all’Assemblea di esprimere il suo consenso obbligatorio.
Desideriamo inoltre esprimere la nostra solidarietà nei confronti di coloro che sono stati rapiti in Colombia, tra cui, naturalmente, Ingrid Betancourt, nonché richiedere nuovamente il loro rilascio immediato e incondizionato.
Signor Presidente, l’America latina ha una popolazione di 600 milioni di persone, costituisce il 10% del PIL mondiale, ospita il 40% delle specie vegetali del pianeta e dispone in abbondanza di ottime risorse umane.
Per l’UE, tuttavia, l’America latina non è solo un mercato, è un continente con una storia condivisa e valori comuni, che, non senza alcune difficoltà, si sono apparentemente consolidati, sebbene non dovunque: libertà, democrazia, rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto.
Questo è il messaggio che desideriamo inviare dal Parlamento europeo e che ripeteremo la prossima settimana all’Assemblea EuroLat di Lima: desideriamo vedere l’istituzione di un’associazione strategica e regionale basata su valori, un’associazione strategica biregionale con un’anima.
Signor Presidente, ritengo che sia un’occasione eccellente per chiedere al Presidente in carica del Consiglio e alla Commissione di compiere qualsiasi sforzo. Il Parlamento europeo contribuirà senza dubbio affinché il Vertice di Lima sia un successo clamoroso e lei, signor Presidente, avrà l’opportunità, a nome di quest’Assemblea, di inviare un messaggio chiaro e ben preciso in merito al nuovo impegno assunto dall’Europa nei confronti dell’America latina.
Martin Schulz, a nome del gruppo PSE. – (DE) Signor Presidente, egregia Assemblea vuota, onorevoli colleghi, il 16 e il 17 maggio i capi di Stato e di governo dei paesi dell’Unione europea e dell’America latina si incontreranno a Lima. Per loro sarà un’opportunità per compiere uno storico passo avanti nel dialogo biregionale tra Europa e America latina e per sviluppare una nuova dimensione nelle relazioni tra i nostri due continenti.
Un terzo degli Stati membri delle Nazioni Unite è costituito da paesi europei e latinoamericani. Tale dato da solo dovrebbe indicare agli europei che le relazioni transatlantiche non significano solo relazioni tra Europa e Stati Uniti d’America. Le relazioni transatlantiche significano Europa e America latina, soprattutto! In merito a quasi tutte le questioni importanti che discutiamo in quest’Assemblea, le opinioni dei paesi latinoamericani coincidono con quelle dell’Unione europea.
Nella nostra risoluzione, parliamo delle nostre idee in merito alla coesione sociale e tali idee sono condivise nella loro interezza da tutti i governi latinoamericani, indipendentemente dal fatto che siano guidati dalla destra o dalla sinistra. Parliamo di misure essenziali al fine di proteggere l’ambiente e il clima, il che ha grande risonanza in America latina. Lasciatemi sottolineare en passant che nessuno degli obiettivi inerenti al clima – nemmeno uno – può essere raggiunto a meno che i paesi latinoamericani non si uniscano a noi.
Quando parliamo di riforme delle istituzioni internazionali, della riforma delle Nazioni Unite, del Consiglio di sicurezza, quando noi europei paliamo delle politiche multilaterali come soluzione ai conflitti del XXI secolo, tutti i nostri partner latinoamericani ci offrono un appoggio incondizionato. Quando parliamo della necessità di riformare i sistemi finanziari e tenere sotto controllo i mercati finanziari internazionali, non incontriamo maggiore comprensione di quella offerta dall’America latina. Parlate con un qualsiasi politico argentino, a prescindere dal fatto che sia di destra o di sinistra, e vi dirà esattamente quale politica finanziaria internazionale può provocare il caos in un paese!
Quando, come ieri, parliamo di crisi alimentare e dell’aumento della scarsità di prodotti alimentari e di terreni agricoli per la produzione alimentare a causa della produzione di biomassa, e di come questo sia una conseguenza della politica ambientale, dovremmo parlare con i brasiliani e con i politici latinoamericani. Dedicheremo particolare attenzione a tali problemi. L’aumento della scarsità di prodotti alimentari sta causando un aumento dei prezzi e colpisce duramente i nostri consumatori, ma ancora più pesantemente sono colpiti i consumatori latinoamericani. Quando si tratta di risolvere problemi attuali, l’Europa non trova, fuori dall’America latina, un appoggio maggiore e una risonanza più forte.
A Vienna, in occasione dell’ultimo Vertice, il Cancelliere Schüssel ha affermato, in qualità di Presidente del Consiglio in carica all’epoca,: “E’ stato meraviglioso, eravamo tutti in grado di parlarci l’un l’altro!”. E’ fantastico, ma non possiamo permetterci che sia l’unico risultato di Lima. Dobbiamo ora raggiungere accordi tangibili con i paesi del Mercosur, della Comunità andina e dell’America centrale e portare i negoziati a una conclusione.
Non desidero stendere un velo sui molti problemi esistenti e da risolvere; anch’essi vanno affrontati. Che cosa intendiamo fare con Cuba? Vogliamo mantenere le sanzioni ancora a lungo? La grande maggioranza degli Stati membri dell’UE desidera abolire queste inutili sanzioni. Vi sono alcuni, tuttavia, che non sono a favore. La cosa interessante è che al momento alcuni dei paesi che non vogliono abolire le sanzioni stanno tuttavia espandendo le loro relazioni commerciali con Cuba, il che è difficile da spiegare sul lungo periodo per chiunque. Mettiamo fine a questa politica. Ricordiamoci che portare a un cambiamento incoraggiando relazioni più strette costituisce sempre un approccio migliore rispetto all’isolamento sostenuto da George W. Bush.
Certo, l’onorevole José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra ha ragione quando dice che la FARC deve rilasciare gli ostaggi. La Colombia come paese è un ostaggio del terrorismo più di qualsiasi altro e Ingrid Betancourt deve essere rilasciata così come tutti gli altri ostaggi.
Le relazioni tra Unione europea e America latina potrebbero costituire la chiave per la cooperazione tra due importanti regioni a livello mondiale. Rendere il mondo un luogo più pacifico, adattare le sue istituzioni alle necessità del XXI secolo, affrontare problemi ambientali e alimentari, sviluppare migliori controlli finanziari: tutte queste questioni sono inserite all’ordine del giorno di Lima. Il mio gruppo ritiene estremamente importante incoraggiare il Parlamento europeo a considerare in futuro questa politica molto più prioritaria rispetto a quanto abbiamo fatto in passato.
Josu Ortuondo Larrea, a nome del gruppo ALDE. – (ES) Signor Presidente, una comunità come quella dell’America latina e dei Caraibi, la cui intera popolazione sul continente americano somiglia alla nostra, alla quale possiamo parlare nelle sue lingue – tra le altre: portoghese, francese e spagnolo – merita una considerazione e un trattamento particolari da parte delle istituzioni europee.
Oltre ai legami storici, condividiamo radici cristiane, principi, valori e molti interessi e pertanto dobbiamo continuare ad approfondire l’associazione strategica biregionale già annunciata in occasione dei quattro vertici dei capi di Stato e di governo che hanno preceduto il Vertice di Lima di cui discutiamo oggi.
Ciò significa che possiamo continuare a propiziare un riavvicinamento sociale, culturale e politico tra le nostre società, nonché in termini di commercio, economia, sicurezza e lotta contro il cambiamento climatico e in favore dello sviluppo sostenibile.
Sono d’accordo sul fatto che dovremmo conferire a tale associazione una piena prospettiva strategica, che, subito dopo quelle istituite con il Messico e il Cile, dovrebbero portare quanto prima a negoziati con il Mercosur, la Comunità andina e l’America centrale e, sulla base di una visione multiculturale, permetterci di creare una zona EuroLat interregionale e globale come un modello compatibile con l’OMC che preveda libertà di circolazione delle persone e strutture per il commercio regionale e il libero scambio.
A tal fine, l’Europa deve apportare il suo contributo alla diversificazione e all’ammodernamento dei processi produttivi in America latina tramite piani per il trasferimento tecnologico e la costruzione di capacità, creando il miglior contesto possibile per gli investimenti all’interno di un quadro comparabile di sicurezza giuridica, verso l’integrazione dell’America latina e, quale apice di tale processo, verso l’eliminazione della povertà, della disuguaglianza e dell’esclusione.
Dobbiamo fare un utilizzo intelligente degli strumenti di finanziamento comunitari relativi alla cooperazione, allo sviluppo, alla promozione della democrazia e dei diritti umani e ad altri programmi in relazione a formazione professionale, istruzione, cooperazione tecnica e scientifica, sanità, emigrazione e così via.
Dobbiamo creare un fondo di solidarietà biregionale, un centro per la prevenzione dei conflitti, una fondazione per promuovere il dialogo, un osservatorio per l’emigrazione e aggiungere immediatamente il Mercosur all’Assemblea parlamentare EuroLat.
Il futuro non aspetta, signor Presidente, e unire entrambe le sponde dell’Atlantico costituisce la sfida dell’Occidente nel contesto della globalizzazione e del XXI secolo.
Inese Vaidere, a nome del gruppo UEN. – (LV) Onorevoli colleghi, sebbene le relazioni tra l’Unione europea e l’America latina potrebbero essere definite dinamiche, il nostro potenziale, riguardo alla cooperazione, non è affatto prossimo all’essere pienamente sfruttato. Ora, in merito ad alcune questioni pratiche: l’America latina è in generale ricca di fonti di energia, ma la richiesta aumenterà e richiederà i grandi investimenti necessari. E’ reciprocamente vantaggioso che i diversi Stati latinoamericani – ivi compresi quelli in cui sono state eliminate le restrizioni – abbiano pari opportunità relativamente ai nostri investimenti. Da parte sua, l’Unione europea deve prestare aiuto in ambito tecnologico riguardo all’utilizzo delle energie rinnovabili, dato che il cambiamento climatico costituisce una preoccupazione condivisa. La realtà dei paesi dell’America latina e della regione dei Caraibi è tale che i vantaggi della democrazia in talune occasioni non raggiungono la società nel suo complesso. E’ pertanto estremamente importante trasmettere la nostra esperienza nel rafforzare le istituzioni democratiche. Una regione stabile e sicura con uno sviluppo socioeconomico sostenibile è nel nostro interesse. Una transizione dalla politica dei donatori alla cooperazione tra due partner paritari costituisce sia l’obiettivo che il risultato auspicato del nostro lavoro congiunto. Grazie.
Raül Romeva i Rueda, a nome del gruppo Verts/ALE. – (ES) Signor Presidente, desidero innanzi tutto ricordare all’Assemblea che stiamo discutendo di un vertice dallo svolgimento dubbio e i cui risultati sono certamente imprevedibili. A mio avviso, nessuno dubita dell’importanza di migliorare le relazioni tra due delle regioni più popolose e più progredite a livello mondiale, quali sono l’Europa e l’America latina.
A giudicare dai risultati dei precedenti vertici, è altrettanto vero, tuttavia, almeno al momento, che ci sono molti fattori non noti all’interno di tale processo. Al di là della retorica, ad esempio, è certo che il contesto delle relazioni tra l’UE e l’America latina, almeno fino ad oggi, ha prodotto scarsi risultati in merito all’integrazione regionale o alla riduzione dei livelli di povertà in America latina.
Tutti noi sappiamo che non è affatto facile ottenere accordi concreti in un forum così vario e con visioni politiche così differenti, quale è il Vertice di Lima. Ciononostante, questo è il motivo per cui ritengo sia importante prestare particolare attenzione ai movimenti sociopolitici della regione, che spingono per un cambiamento delle maggioranze esistenti fino a oggi nel continente americano. Desidero altresì cogliere questa opportunità per congratularmi con il Presidente Lugo per i risultati ottenuti in Paraguay, come esempio di tali tendenze al cambiamento di cui dobbiamo tenere debito conto.
Ammetto di essere estremamente scettico in merito a ciò che può emergere dall’incontro dei capi di Stato di maggio, oltre a ribadire i tre impegni già presi in passato: la lotta contro la povertà e in favore della coesione sociale e dello sviluppo sostenibile.
Sono ancora convinto, tuttavia, che sia importante non farci sfuggire questa nuova opportunità, come è accaduto in passato. Ritengo che due aspetti fondamentali debbano rientrare sia nelle discussioni che nelle conclusioni da esse derivanti. Innanzi tutto, dobbiamo tener presente che gli accordi di associazione tra UE e America latina devono essere non solo completi, ambiziosi ed equilibrati, ma soprattutto contribuire al rispetto dei diritti umani, economici e sociali della popolazione, nonché a uno sviluppo reciproco e sostenibile e alla riduzione delle disuguaglianze. Ciò significa che, in secondo luogo, si deve tener conto delle attuali asimmetrie tra le due regioni, il che si concretizza in un obiettivo specifico: non avanzare verso ciò che alcuni sembrano desiderare e cioè uno spazio di libero scambio delle Americhe sul modello europeo.
Desidero inoltre esortare il vertice a prendere nota di un appello lanciato di recente in quest’Aula riguardo alla lotta contro l’uccisione delle donne, i femminicidi, dato che ritengo che al momento costituisca una delle principali sfide a livello mondiale, nonché nella regione interessata.
Desidero altresì invitare gli organizzatori del vertice, in questo caso le autorità peruviane, e più nello specifico le autorità di Lima, a garantire una partecipazione adeguata della società civile, il che significa, tra le altre misure, che la rete delle organizzazioni civili Enlazando Alternativas possa contare sugli spazi e le strutture di cui necessitano per poter organizzare i lavori e i dibattiti nel quadro del vertice e per avviare effettivamente il dialogo che si invoca ormai da tempo.
Infine, in merito alla Colombia, è evidente l’urgenza di misure importanti e, in alcuni casi, direi persino drastiche. Sono tuttavia tra coloro che ritengono – e siamo in molti a pensarla così – che qualsiasi azione in questo ambito debba essere intrapresa nel tentativo di trovare una soluzione negoziata al conflitto armato. Viceversa, temo che non vi saranno soluzioni o risultati positivi, in particolar modo per le persone che oggi vorremmo vedere libere, nonché per i gruppi che al momento si trovano chiaramente sotto minaccia o in pericolo, a causa di molti fattori, non solo per le fazioni della guerriglia, ma anche a causa di altri elementi.
Willy Meyer Pleite, a nome del gruppo GUE/NGL. – (ES) Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Commissario, il quinto vertice ha senza dubbio un ordine del giorno specifico per discutere dell’esclusione sociale e della povertà.
La realtà della situazione, onorevoli colleghi, è che al momento è emersa una risposta popolare a tutte le politiche che hanno impoverito una delle regioni più ricche del pianeta.
Il nuovo atteggiamento della popolazione del Paraguay, con l’elezione del Presidente Fernando Lugo, costituisce la prova più evidente sul campo di tale constatazione, in opposizione alle politiche neoliberali che hanno impoverito il continente.
L’UE deve pertanto tenere conto di tale realtà. Ecco perché riteniamo che vi debba essere una nuova posizione dell’UE in merito alla Repubblica di Cuba in quanto parte di questa nuova realtà.
Signor Ministro, nel mese di giugno avremo l’opportunità di eliminare la vecchia politica dello status eccezionale che l’UE ha mantenuto con la Repubblica di Cuba, l’unico paese al mondo – nel mondo intero – con cui l’UE ha mantenuto tale status eccezionale.
E’ altrettanto vero che, nella realtà bilaterale delle relazioni tra gli Stati membri e Cuba, tale posizione non esiste più. E’ stata distrutta e pertanto ci si presenta una magnifica opportunità per diventare parte della nuova realtà, che l’America latina e i Caraibi stanno attualmente introducendo.
Intendiamo pertanto appoggiare la risoluzione comune. Ritengo che tutti i gruppi parlamentari abbiano raggiunto un importante compromesso per garantire tale accordo. Manterremo senza dubbio due emendamenti, uno dei quali riguarda la Colombia, dato che, conformemente all’approccio delle Nazioni Unite, riteniamo che il conflitto in Colombia vada risolto mediante il negoziato concordato, il negoziato politico. Non esiste altra soluzione al conflitto. A tale proposito desideriamo altresì esprimere la nostra opinione secondo cui la società civile deve partecipare attivamente in quanto alternativa al Vertice dei capi di Stato e di governo di Lima.
Intendiamo parimenti rivolgerci al governo peruviano, affinché faccia tutto ciò che è in suo potere per far sì che si tengano anche gli incontri Enlazando Alternativas della società civile, con le loro critiche e le loro alternative.
Jens-Peter Bonde, a nome del gruppo IND/DEM. – (EN) Signor Presidente, l’altro giorno il Commissario Barroso era in missione commerciale in Irlanda. Si rammaricava del fatto che il Presidente Bush avesse incontrato 16 diversi presidenti del Consiglio durante i suoi otto anni di mandato e ha lodato il Trattato di Lisbona per l’istituzione di un presidente comune.
Al momento seguiamo in televisione i confronti tra i candidati di ciascuna parte concorrente, Stato dopo Stato, fintanto che non sarà eletto il presidente americano. Come sceglieremo il nostro presidente? Non verrà eletto! Non c’è nessuna campagna elettorale da seguire in TV; non ci sono candidati alle primarie; non ci sono candidati per i quali votare. In Europa lasciamo a 27 primi ministri il compito di incontrarsi a porte chiuse e di selezionare un politico del passato, un politico come Tony Blair, che non può più essere eletto nel suo paese, o come l’ex cancelliere austriaco, che è stato sollevato dal suo incarico e che potrebbe essere un candidato di compromesso per il Cancelliere Merkel, il Primo Ministro Brown e il Presidente Sarkozy – i tre leader europei che eleggeranno per tutti noi il presidente.
Si incontreranno privatamente a porte chiuse e nomineranno il presidente che invieremo negli USA e in America latina. Il nostro presidente non eletto andrà in Cina e in Russia e criticherà le loro deboli democrazie. Lui – non è in programma nessuna “lei” – potrà essere accompagnato da un presidente della Commissione, a propria volta non eletto, e da un ministro degli Esteri, anche lui scelto, nell’Unione del Trattato di Lisbona, mediante una maggioranza superqualificata di 20 primi ministri su 27.
La democrazia è nata in Europa 2 500 anni fa in Grecia. Come può il Presidente della Commissione lodare un Trattato in cui tutte le funzioni dell’Esecutivo sono scelte a porte chiuse anziché essere il risultato della scelta degli elettori? Troppo spesso troppi paesi hanno inviato a Bruxelles persone di cui si volevano liberare a casa.
Al posto della mancanza di democrazia del Trattato di Lisbona, dovremmo optare per un’Europa delle democrazie e per un’Europa democratica in cui gli elettori votano tutte le persone che serviranno i cittadini europei nei negoziati con gli altri paesi.
A Cork il Commissario Barroso ha affermato che il Trattato di Lisbona avvicinerà l’UE ai cittadini. No, non lo farà! Cancellerà la democrazia parlamentare in 49 nuove aree e ci darà legislazione e rappresentanza principalmente attraverso soggetti che non possiamo eleggere o selezionare. Noi, gli eletti, possiamo essere ascoltati in politica estera, ma nessuno ha bisogno di ascoltare. Noi, gli eletti, possiamo inviare proposte, mediante emendamenti, ai non eletti in Commissione. Noi, gli eletti, possiamo votare contro o a favore del Commissario Barroso, qualora venisse nominato nuovamente da 20 dei 27 primi ministri. Questa non è la ricetta della democrazia che dobbiamo rappresentare in un mondo non democratico.
Signor Presidente, la ringrazio per avermi permesso per 29 anni di esprimere critiche e suggerimenti costruttivi in quest’Aula – l’istituzione meno negativa dell’UE. Questa potrebbe essere la mia ultima discussione con la Commissione e il Consiglio. Dopo 29 anni lascerò il posto al mio successore, Hanne Dahl, e non sarò più un parlamentare nel corso della prossima stagione degli asparagi, a maggio. Addio, asparagi, vino dell’Alsazia, formaggio Munster e mostruoso circo itinerante tra Strasburgo e Bruxelles.
Irena Belohorská (NI). – (SK) Il prossimo Vertice Unione europea-America latina e Caraibi sarà il quinto incontro dei funzionari di grado più elevato di entrambe le regioni. I partecipanti si concentreranno sulle priorità che necessitano di maggiore attenzione: lotta alla povertà, alla disuguaglianza e alla discriminazione, sviluppo sostenibile, cambiamento climatico, ambiente ed energia.
In quanto vicepresidente di EuroLat, desidero parlare dell’ambiente e in particolare delle questioni idriche. Ho preparato un documento di lavoro per l’incontro di Lima, nel quale analizzo lo stato in cui si trova attualmente nell’Unione europea quest’importante risorsa naturale. Nel documento valuto anche l’assistenza dell’Unione europea nei confronti dell’America latina relativamente alle questioni idriche, attraverso un’indagine che elenca molti progetti che rientrano nel campo di applicazione di tali aiuti in aree, quali fornitura d’acqua e strutture igienico-sanitarie, gestione integrata, ricerca, monitoraggio e prevenzione delle catastrofi naturali.
Per concludere, desidero porre l’accento sulla necessità di un approccio globale a tale questione, attraverso cambiamenti sul piano istituzionale e legislativo, nonché mediante innovazioni nel settore idrico. L’accesso ad acque pulite e soluzioni adeguate per lo smaltimento delle acque reflue e le strutture igienico-sanitarie costituiscono importanti precondizioni per la salute pubblica.
Peter Liese (PPE-DE). – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, anch’io desidero fare personalmente all’onorevole Bonde i miei migliori auguri per il futuro. Ciononostante, ritengo che sia decisamente un peccato che si sia sentito obbligato a ripetere i suoi frequenti commenti in merito alle istituzioni nel corso di quest’importante discussione sull’America latina, dato che il tema dell’America latina è importante di per sé, il che è confermato dai dati citati dall’onorevole Schulz. A Lima si incontrerà un terzo dei membri delle Nazioni Unite. Insieme all’America latina, rappresentiamo un miliardo di persone e se riusciamo a raggiungere un accordo, potremo esercitare un’influenza positiva sullo sviluppo mondiale. Data la globalizzazione e le sfide che affrontiamo, in particolar modo riguardo alla Cina o certamente ad altri paesi, è fondamentale che America latina ed Europa cooperino.
Il cambiamento climatico costituirà un tema importante. Come giustamente affermato nelle risoluzioni, saranno i poveri ad essere più duramente colpiti dal cambiamento climatico e a tale proposito parlo per esperienza: io stesso partecipo alle attività di una piccola ONG dell’America centrale e ciò che le persone hanno sofferto laggiù come risultato dell’uragano Mitch e dell’uragano Stan è solo un piccolo assaggio di quello che ci possiamo aspettare, se non riusciamo a tenere sotto controllo il cambiamento climatico. E’ positivo che al riguardo ci troviamo d’accordo su così tanti punti.
Vi sono alcuni punti, tuttavia, in merito ai quali non abbiamo ancora raggiunto un’intesa. In quest’Aula, la grande maggioranza ha votato a favore dell’inclusione dell’aviazione nello scambio di emissioni. Il Vicepresidente Barrot ne è a conoscenza e su questo tema si è espresso in termini estremamente critici. Il resto del mondo ha tentato di bloccare questa mossa attraverso l’ICAO, che purtroppo comprende l’America latina. Ritengo che ciò dovrebbe essere oggetto di discussione a Lima. Se vogliamo cooperare nella lotta al cambiamento climatico, i paesi dell’America latina devono assumersi un ruolo costruttivo.
Infine, desidero aggiungere qualche parola in merito a Cuba. L’onorevole Schulz ha affermato che non dovremmo perseguire la stessa politica del Presidente Bush, ma noi non l’abbiamo mai fatto. Non abbiamo mai applicato il tipo di sanzioni economiche – sanzioni che colpiscono la popolazione cubana – imposte dall’America. Ciò che abbiamo fatto, in passato, è stato rendere prioritario il garantire che i nostri partner, l’opposizione democratica, fossero presenti nel dialogo.
A Oswaldo Payá e alle Damas de Blanco è stato conferito il Premio Sacharov e non possiamo semplicemente tornare alle “solite faccende”, se le Damas de Blanco non sono ancora riuscite a riceverlo e, come è accaduto solo lo scorso fine settimana, alcune di loro sono state arrestate nuovamente. Non dobbiamo dimenticare i nostri partner nel dialogo con Cuba.
Luis Yañez-Barnuevo García (PSE). – (ES) Signor Presidente, innanzi tutto desidero esprimere il mio appoggio al presidente e portavoce del nostro gruppo in merito a tale questione, l’onorevole Martin Schulz. A mio avviso, le relazioni tra UE e America latina sono quelle più importanti e con il maggiore potenziale futuro, che l’UE possa intrattenere, per le dimensioni, come è già stato affermato in quest’Aula, per i valori condivisi nel sistema multilaterale dell’ONU, nonché per l’evoluzione dell’America latina, in termini di crescita economica e riduzione della povertà.
Sono tutti paesi democratici, ad eccezione di Cuba. Per gli altri 49 paesi, il Vertice di Lima rappresenta un’ottima opportunità per esortare le autorità cubane ad avviare un processo pacifico di transizione verso la democrazia attraverso il dialogo, nonché un’opportunità eccezionale per istituire una sincera alleanza strategica e sostenibile.
Infine, per evitare di cadere in tentazioni romantiche tipicamente europee relativamente a terrorismo e organizzazioni che, come la FARC, oggi non sono più romantici gruppi paramilitari degli anni Settanta, bensì narcoguerriglie, si potrebbe invitare tali gruppi ad abbandonare una volta per tutte la violenza, unilateralmente e incondizionatamente.
Renate Weber (ALDE). – (EN) Signor Presidente, ritengo che anche i diritti umani e i diritti delle donne siano da considerare altamente prioritari nelle relazioni tra Unione europea e America latina. Desidero attirare l’attenzione su una particolare situazione in Nicaragua. Il divieto di aborto terapeutico, imposto legalmente nel 2006, ha già avuto conseguenze tragiche sulla salute delle donne e su tutte le vittime di stupro, tra cui una bambina di nove anni o una bambina paraplegica di dodici, obbligate a portare a termine la gravidanza, sebbene fossero in gioco le loro stesse vite.
Gli avvocati e i difensori dei diritti umani, inoltre, si trovano essi stessi oggetto di indagini penali per istigazione a commettere reati, soltanto perché sfidano questa normativa disumana o perché difendono i medici. Tutto ciò è inaccettabile e l’Unione europea non può permettersi di restare in silenzio.
La scorsa settimana, l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha adottato una risoluzione sull’accesso a un aborto sicuro e legale in Europa, il che significa che in Europa ci prendiamo cura delle donne. Tuttavia, se vogliamo convincere i nostri cittadini che i diritti umani sono valori che custodiamo gelosamente, dobbiamo dimostrare che non applichiamo norme diverse per quanto riguarda i partner con i quali sono in corso i negoziati di accordi.
Liam Aylward (UEN). – (EN) Signor Presidente, l’importanza strategica del partenariato tra Unione europea e America latina e Caraibi è di estrema rilevanza. Sin dagli anni Sessanta, l’Unione europea e la regione dell’America latina e dei Caraibi hanno allacciato legami politici ed economici sempre più stretti.
L’UE è oggi il maggiore donatore di aiuti a tali paesi ed è il secondo partner commerciale più grande della regione dell’America latina e dei Caraibi. La maggioranza di tali fondi europei è destinata a progetti per la promozione della coesione sociale e della lotta alla povertà. Insieme, in quanto organismi politici democratici, stiamo lavorando su una serie di questioni di importanza reciproca, tra cui: l’impegno dedicato alle questioni energetiche e ambientali di crescente importanza, ivi compresi il cambiamento climatico, attraverso il Gruppo di Rio, la collaborazione in molti progetti volti a promuovere la risoluzione di conflitti, lo Stato di diritto, la democrazia, il buon governo e i diritti umani e l’instaurazione di legami più forti tra i nostri due raggruppamenti riguardo all’istruzione di terzo livello.
I nostri legami politici, economici e sociali devono continuare a crescere. Detto ciò, tuttavia, esistono ancora differenze palesi. Ritengo che l’UE abbia preso la decisione giusta in merito all’importazione delle carni brasiliane e che in futuro tutte le importazioni alimentari verso l’Unione europea debbano conformarsi sempre agli stessi identici standard, applicati al settore alimentare e agricolo europeo. Vi deve essere sempre un livello di riferimento in merito alle norme che si applicano alle importazioni alimentari dell’UE – a prescindere da dove provengano – e ai prodotti fabbricati nell’UE.
Luca Romagnoli (NI). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, già in un’altra occasione ho sostenuto quanto sia una scelta strategica per l’Europa un partenariato privilegiato con l’America Latina, per la chiara convergenza di principi, valori, cultura e interesse.
Per questo prossimo incontro, cercando di andare oltre le numerose e ridondanze contenute nella risoluzione, credo sia importante sottolineare che entrambi i partner continentali hanno interesse affinché si rafforzi l’interscambio di risorse - semilavorati - produzioni ad alta tecnologia, con criteri di mutuo interesse senza che asimmetrie finiscano per dare vantaggi ad altri possibili partner commerciali.
Ritengo che questo sia utile ad entrambi i continenti, grazie anche alla maggior sensibilità in tema di sviluppo sostenibile che indiscutibilmente si può ascrivere alle strategie europee, rispetto ad esempio a quelle degli Stati Uniti e della Cina. Anche la grande esperienza europea in tema di organizzazione e sviluppo sociale può rappresentare un importante valore aggiunto nell’interscambio bilaterale, di qui, ad esempio, la necessità, a mio parere, di rafforzare l’impegno per la creazione dell’EULAC.
Alojz Peterle (PPE-DE). – (SL) Gli eventi che si svolgeranno a Lima in aprile e maggio sulla linea parlamentare e governativa devono rafforzare la dimensione meridionale della cooperazione transatlantica. Per lo sviluppo del partenariato strategico tra America latina e Unione europea è fondamentale che si svolga in una situazione politica, economica e sociale stabile. Ecco perché, dati i numerosi obiettivi che accompagnano i nostri sforzi, ritengo che sia della massima importanza che le nostre azioni siano dirette innanzi tutto verso due obiettivi fondamentali. In primo luogo, verso il sostegno a una crescita economica sostenibile – sono lieto che ormai da molti anni l’America latina attraversi un periodo di crescita economica; in secondo luogo, verso il rafforzamento regionale e interregionale.
Ritengo che al momento l’America latina si trovi di fronte alle stesse sfide affrontate dall’UE nel corso dei primi anni di attuazione della metodologia comune. Sono pertanto convinto che in effetti l’esperienza dell’Unione europea sarebbe decisamente di esempio ai tentativi del loro continente per conseguire una cooperazione regionale e interregionale di maggiore qualità, ivi compreso il raggiungimento di un nuovo dinamismo. Reputo la parola “dinamica” estremamente appropriata – conosciamo le difficoltà che il Mercosur ha incontrato all’inizio e che, di fatto, continua a incontrare.
Onorevoli colleghi, ho avuto l’opportunità di assistere alla scomparsa dei ghiacciai in Patagonia. Si tratta di un processo molto conosciuto anche nel nord Europa e ritengo che si potrebbero verificare alcuni sviluppi e/o conseguenze imprevedibili di tali eventi sempre più rapidi, che richiederebbero molta più cooperazione nonché una solidarietà notevole e mi auguro che l’incontro al Vertice di Lima prenda in considerazione tali possibili eventi.
Manuel António dos Santos (PSE). – (PT) Signor Presidente, la cooperazione tra l’Unione europea e l’America latina è stata un successo. Con la creazione dell’Assemblea parlamentare UE-America latina, dispone ora di un suo quadro specifico, dando nuovo slancio e stimolo. Direi che si tratta della prima fase dell’integrazione dei membri del Parlamento dell’America latina e di quest’Assemblea. Mi auguro che noi, membri del Parlamento europeo, ci assumeremo tale responsabilità e adotteremo la dichiarazione comune in questione, affinché questo possa servire da tabella di marcia per il Vertice dei capi di Stato e di governo.
Poiché non dispongo di molto tempo per esporre le mie ragioni, appoggio quanto affermato dal presidente del mio gruppo politico, l’onorevole Martin Schulz. Sebbene sia pienamente d’accordo con lui, mi sento in dovere di illustrare due punti minori: il primo riguarda il fatto che l’Europa ha la specifica responsabilità di risolvere i problemi in Colombia. L’Europa deve impegnarsi appieno nella questione colombiana e contribuire a garantire la stabilità in tale paese. Deve altresì trovare rapidamente una soluzione al fine di normalizzare le relazioni tra l’Unione europea e Cuba. Il perdurare dell’attuale situazione non ha senso. Dobbiamo avanzare in uno spirito di progresso e cooperazione.
Francisco José Millán Mon (PPE-DE). – (ES) Signor Presidente, l’America latina condivide con l’Unione europea molti principi e valori grazie a stretti legami storici, umani e culturali. Siamo, per così dire, partner naturali.
Il Vertice di Lima deve rafforzare la nostra associazione biregionale con l’America latina e i Caraibi in tutti i settori e deve incoraggiare la concertazione al fine di affrontare insieme sfide globali, dal cambiamento climatico al narcotraffico o al terrorismo.
Uno dei problemi più gravi in America latina è la disuguaglianza sociale. Dobbiamo assistere i paesi a tale riguardo e mi auguro che l’ordine del giorno di Lima per l’eliminazione della povertà sia ambizioso, sebbene, ovviamente, la volontà politica dei governi interessati sia insostituibile.
Un fattore fondamentale nella lotta alla povertà è la crescita economica, che è facilitata dagli investimenti privati. Gli investimenti, tuttavia, necessitano di quadri giuridici stabili e sarei lieto qualora dal Vertice di Lima derivasse un impegno in merito alla sicurezza giuridica. L’America latina non deve far scappare gli investitori stranieri, poiché, nell’era della globalizzazione, essi non avranno difficoltà a trovare altre regioni in cui investire.
Al fine di rafforzare le relazioni biregionali, tra cui quelle economiche e commerciali, è necessario accelerare i negoziati degli accordi di associazione con i paesi dell’America centrale e della Comunità andina. Se tutto procede secondo i piani, il Vertice di Lima contribuirà anche a sbloccare i negoziati con il Mercosur. Gli accordi con Cile e Messico dovrebbero fungere da stimolo. Mentre siamo in argomento, desidero dire che è necessario prendere in considerazione di elevare a status strategico l’associazione del Messico con l’UE.
In vista della creazione di legami umani ed educativi più stretti, mi auguro inoltre, onorevoli colleghi, che Lima incoraggi il cosiddetto spazio di insegnamento superiore, lo spazio comune di insegnamento superiore, e che continui a compiere progressi in termini di cooperazione tra le università nonché di riconoscimento dei titoli di studio e delle qualifiche.
Il vertice in questione deve altresì approvare la Fondazione euro-latinoamericana, una sorta di gruppo di esperti per lo sviluppo di relazioni biregionali, che offrirebbe al nostro partenariato la visibilità di cui necessita, dato che purtroppo in Europa non è molto noto.
Mi auguro, infine, che dal Vertice derivi un rinnovato impegno nella democrazia pluralista e nel rispetto dei diritti umani, conformemente al concetto profondo, condiviso dalle due sponde dell’Atlantico, di dignità umana. La figura del prigioniero politico, signor Presidente, deve essere eliminata completamente in America latina, e a Cuba, e si deve porre fine alla violenza contro i dissidenti.
Małgorzata Handzlik (PPE-DE). – (PL) Signor Presidente, i vertici Unione europea-America latina e Caraibi svolgono un ruolo significativo nella definizione e nel rafforzamento della direzione del partenariato strategico tra le nostre regioni. L’imminente Vertice di Lima fornisce un’ulteriore opportunità per approfondire il dialogo in merito a questioni di importanza fondamentale per entrambe le regioni. Sono pertanto lieta di notare che il vertice si concentrerà principalmente su questioni vitali per garantire il perdurare del benessere delle nostre società e per contribuire a una crescita economica stabile.
Da un lato, il Vertice tratterà questioni riguardanti la coesione sociale, segnatamente la povertà, la disuguaglianza, la discriminazione e l’esclusione sociale. Desidero sottolineare che, secondo le stime del 2007 della Commissione economica per l’America latina e i Caraibi dell’ONU, il 36,5 per cento della popolazione della regione vive in povertà, mentre il 13,5 per cento vive in estrema povertà. Negli ultimi anni i dati indicano un miglioramento, ma il problema richiede ancora l’impegno di molti partner, tra cui sono annoverati gli Stati membri dell’Unione europea.
D’altro canto, le questioni relative a sviluppo sostenibile, tutela dell’ambiente, cambiamento climatico ed energia rappresentano sfide aventi un impatto crescente sul funzionamento di entrambi i continenti. E’ fuori questione, pertanto, che vi sia la necessità di stabilire priorità e modalità di collaborazione comuni al fine di rispondere efficacemente ai prossimi cambiamenti. E’ particolarmente importante riconciliare la crescita economica con i principi di sviluppo sostenibile. Si tratta senza dubbio di una sfida molto ardua, in modo particolare nel caso delle economie in via di sviluppo e di quelle che stanno subendo un cambiamento.
E’ altresì necessario tener presente che la cooperazione tra l’UE e l’America latina e i Caraibi trascende le due principali aree da trattare in occasione del Vertice di Lima.
Desidero sottolineare anche che la seconda sessione ordinaria dell’Assemblea parlamentare euro-latinoamericana si terrà a Lima alla vigilia del Vertice. Il coinvolgimento del Parlamento europeo rafforzerà senza dubbio il partenariato strategico tra le nostre regioni. Attendo, pertanto, con grande interesse i risultati e la dichiarazione finale del quinto Vertice Unione europea-America latina e Caraibi.
Reinhard Rack (PPE-DE). – (DE) Signor Presidente, sono lieto che in occasione del Vertice Unione europea-America latina e Caraibi, i governi avvieranno il dialogo in merito a questioni fondamentali. L’onorevole Małgorzata Handzlik ha appena sottolineato che è molto importante che anche i parlamenti siano sempre più coinvolti in tale dialogo intercontinentale e che contribuiscano al processo.
A mio avviso, è importante soprattutto che vi siano contatti più intensi tra gli europei e i cittadini dell’America latina e dei Caraibi. Non si tratta solo degli imprenditori e dei turisti, ma soprattutto dei giovani, che devono svolgere un ruolo importante. Abbiamo bisogno di loro se desideriamo davvero instaurare relazioni migliori.
Nell’Unione europea abbiamo acquisito una preziosa esperienza grazie ai programmi di scambio degli studenti tra gli Stati membri e tale sistema deve ora intensificarsi anche nelle nostre relazioni con l’America latina e i Caraibi.
Abbiamo bisogno dei giovani per poter trovare, in futuro, soluzioni attuabili e sostenibili a molte delle importanti questioni che ci troviamo ad affrontare.
Manuel Medina Ortega (PSE). – (ES) Signor Presidente, l’America latina è un continente in mutamento. I cambiamenti si stanno verificando in modo costante e in particolare sono avvenuti due cambiamenti importanti negli ultimi mesi o settimane o giorni.
Il primo è costituito dalla politica di Cuba relativa al trattamento dei suoi cittadini dal punto di vista economico e sociale; mentre il secondo è stato causato dalle elezioni in Paraguay, che sembrerebbero promettere un governo completamente diverso.
Di fronte a tali situazioni e cambiamenti, come hanno reagito il Consiglio e la Commissione al fine di tener conto di tali sviluppi e della possibilità di influenzare questi due paesi?
Ewa Tomaszewska (UEN). – (PL) Signor Presidente, i paesi dell’America latina hanno intrapreso riforme pensionistiche di ampia portata con un significativo coinvolgimento della Banca mondiale. La crisi demografica europea ci suggerisce di valutare se siamo soddisfatti delle disposizioni giuridiche che promettono un accordo relativamente positivo, nonostante l’incertezza in quanto all’esistenza di un supporto finanziario sufficiente a consentire di mantenere tali promesse. Tenendo conto delle diverse esperienze in proposito da parte di entrambi i continenti, potrebbe valere la pena lavorare insieme mentre valutiamo come affrontare il problema. Ci occorre trovare un modo che consenta alle persone di età avanzata di condurre una vita dignitosa, sebbene spesso non siano in buona salute e si trovino pertanto impossibilitati a continuare a lavorare, nonostante l’impatto economico della crisi demografica.
Emanuel Jardim Fernandes (PSE). – (PT) I parlamenti dell’America latina e dell’Europa sono fondamentali per il successo di questo vertice. Sono essenziali anche per raggiungere i due obiettivi principali e cioè l’integrazione dell’America latina e la cooperazione tra Unione europea e America latina, sulla base dei valori difesi in quest’Assemblea e in particolare su quelli evidenziati dal presidente del mio gruppo politico.
Signor Presidente, devo tuttavia porre l’accento su un altro aspetto e cioè sul fatto che tale cooperazione e la sua efficacia sono importanti non solo per i due continenti dell’America latina e dell’Europa, ma anche, dati i valori difesi in tutto il mondo da questi due raggruppamenti, per il contesto globale. Attraverso tale cooperazione, i risultati non raggiunti tramite gli obiettivi di sviluppo del Millennio, tramite il multilateralismo e il perseguimento di quei valori guida dell’integrazione europea e del progetto europeo possono essere conseguiti in tutto il mondo. E’ questo aspetto globale che, a mio avviso, giustifica un maggiore impegno da parte di tutti noi, in particolare da parte dei parlamenti.
Gabriela Creţu (PSE). – (RO) Le condizioni storiche, sociali e politiche dell’America latina hanno messo le donne in una posizione doppiamente difficile: da un lato, esse sono di solito responsabili della produzione economica, soprattutto in ambiente rurale.
Dall’altro, sono le vittime predilette di deportazioni coatte ed espropriazioni, tratta di essere umani, violenza, sfruttamento sessuale e controllo pubblico sulla capacità riproduttiva.
In tali condizioni, adottare un approccio di genere non è solo auspicabile, ma necessario. Per tale ragione, chiediamo il vostro appoggio per un emendamento orale a sostegno del rafforzamento della posizione delle donne e del rispetto dei loro diritti.
PRESIDENZA DELL’ON. MARIO MAURO Vicepresidente
Janez Lenarčič, Presidente in carica del Consiglio. – (SL) Ho ascoltato molto attentamente la discussione sui preparativi del Vertice UE-ALC e ritengo che sarà di notevole aiuto per preparare e condurre l’incontro in questione. L’onorevole Salafranca ha affermato che la cooperazione tra i paesi dell’Unione europea e dell’America latina e dei Caraibi deve passare dalle parole ai fatti. Non potrei essere più d’accordo; tuttavia, desidero aggiungere che ciò sta effettivamente accadendo. Gli incontri al vertice UE-ALC non sono solo eventi in cui vengono formulate dichiarazioni eloquenti e annunciati grandiosi progetti che non si materializzano mai. Questi incontri sono avvenimenti in cui si prendono impegni che vengono effettivamente mantenuti.
A tale proposito, desidero menzionare diversi punti. La relazione sulla cooperazione biregionale tra i paesi dell’Unione europea, dell’America latina e dei Caraibi, presentata dalla presidenza comune in occasione del precedente quarto incontro al vertice di Vienna, costituisce la prova dei progressi sostanziali compiuti ad oggi nell’effettiva attuazione degli impegni presi. Desidero anche menzionare quasi 400 misure biregionali per l’attuazione degli impegni assunti a Guadalajara, nonché il nuovo elenco che è stato preparato in merito all’attuazione degli impegni presi al Vertice di Vienna del 2006. Ci auguriamo che il Vertice di Lima costituisca un ulteriore passo avanti verso l’accettazione e l’attuazione degli impegni presi.
Numerosi membri del Parlamento europeo, tra cui, tra gli altri, gli onorevoli Schulz, Meyer-Pleite, Liese, dos Santos e molti altri, purtroppo non posso nominarli tutti, hanno menzionato la questione cubana. Desidero far presente che il Vertice di Lima non sarà il Vertice UE-Cuba, né tanto meno un vertice su Cuba. Tuttavia, dato che è stata data voce a così tante opinioni, vorrei soffermarmi solo su un paio di punti fondamentali.
In futuro la politica dell’Unione europea, del Consiglio europeo e della Presidenza europea nei confronti di Cuba sarà regolata dai seguenti documenti: la piattaforma comune dell’Unione europea per il 2006 e le conclusioni dello scorso anno del Consiglio “Affari generali e relazioni esterne”. Questi due documenti rappresentano le linee guida fondamentali per tutti gli Stati membri e l’atteggiamento da tenere nei confronti di Cuba, nonché per i colloqui su Cuba con paesi terzi. Desidero aggiungere che il fulcro della politica dell’Unione europea riguardo a tale paese è costituito dai diritti umani.
La sessione del Consiglio “Affari generali e relazioni esterne” di giugno costituirà un’altra opportunità per discutere di Cuba. Desidero aggiungere che la Presidenza slovena sta compiendo gli sforzi necessari all’adozione di una nuova piattaforma comune in occasione di tale appuntamento. Ci auguriamo che i nostri sforzi vadano a buon fine. Come affermato in precedenza, tuttavia, questo non sarà oggetto di discussione al Vertice di Lima di maggio, che sarà invece un incontro tra i paesi dell’Unione europea e dell’America latina e dei Caraibi in generale.
Per concludere, vorrei dire che è desiderio della Presidenza slovena che l’incontro al vertice imprima un ulteriore slancio o, per parafrasare l’onorevole dos Santos, che generi nuovo dinamismo nelle relazioni tra l’Unione europea e l’America latina e i Caraibi. Sono convinto che, con dibattiti come questo, il Parlamento europeo possa contribuire al raggiungimento di tale scopo.
Jacques Barrot, Vicepresidente della Commissione. – (FR) Signor Presidente, onorevole Salafranca, posso affermare che la Commissione ha compiuto tutti gli sforzi possibili per far sì che il vertice in questione sia un vero successo. Come ha sottolineato l’onorevole Schulz e come ha affermato poc’anzi il signor Ministro, Lima deve costituire una vera opportunità per dare un deciso impulso alle relazioni tra America latina ed Europa.
Come hanno evidenziato molti di voi, tra cui l’onorevole Schulz, condividiamo numerosi valori. Esiste un sostegno comune al multilateralismo e vi è senza dubbio la necessità di una stretta cooperazione tra i paesi dell’Unione europea e dell’America latina, se desideriamo che si senta la nostra influenza in un’organizzazione globale potenziata. Se vogliamo la riforma delle principali istituzioni internazionali, la otterremo solo attraverso un accordo di portata piuttosto ampia tra America latina e Unione europea. Non esistono altre regioni al mondo con cui stiamo lavorando così strettamente a livello multilaterale come con l’America latina.
Signor Presidente, desidero ora rispondere brevemente a qualche domanda. La prima riguarda gli ostaggi. La Commissione ha ovviamente appoggiato sistematicamente tutti gli sforzi per raggiungere un accordo umanitario in merito al rilascio di tutti gli ostaggi. La Commissione è, com’è ovvio, estremamente sensibile agli interventi che hanno sollevato tale problema.
Desidero aggiungere una parola riguardo a Cuba. Certamente, come affermato dal signor Ministro, Cuba non costituirà la questione centrale dell’incontro di Lima, ma vorrei al contempo far presente che la politica dell’Unione europea è di impegno costruttivo. Non siamo a favore di una politica di isolamento o di sanzioni. Il nostro Commissario, Louis Michel, è stato a Cuba di recente. Siamo preparati a cooperare con questo paese in settori di interesse comune, ma naturalmente il nostro dialogo con Cuba comprende la questione dei diritti umani.
Desideriamo altresì compiere progressi relativamente agli accordi di associazione. Intendiamo compiere passi avanti con il Mercosur. Nel 2009 vogliamo anche giungere a una conclusione con la Comunità andina.
Intendo parlare di alcuni punti che sono stati sollevati nel corso di questa interessantissima discussione. Quello evocato dall’onorevole Belohorská, l’accesso alle risorse idriche, è di estrema importanza e la questione è stata inserita nel progetto di dichiarazione per il Vertice di Lima. La Commissione appoggia in molti paesi i progetti e i programmi per l’accesso alle risorse idriche.
E’ stata altresì menzionata la partecipazione della società civile, che organizzerà due eventi in preparazione al Vertice di Lima: la conferenza della società civile organizzata, ESOSOC, e la conferenza delle ONG, società non organizzate. La Commissione ha fornito a tali conferenze il supporto finanziario e al Vertice di Lima verrà presentata una relazione su di esse.
E’ stata sollevata la questione dei prezzi dei prodotti alimentari ed è vero che l’aumento di tali prezzi colpirà senza dubbio l’America latina, dove più di un terzo della popolazione già vive in povertà. In alcuni paesi, come nel Salvador, la popolazione dipende enormemente dai prodotti alimentari. L’aumento dei prezzi di tali prodotti avrà ovviamente un effetto notevole su una popolazione già oltremodo vulnerabile. Tale questione è senza dubbio legata alla strategia sui biocombustibili. Si tratta di una questione delicata, che varrà senz’altro la pena di discutere.
E’ stata menzionata la condizione delle donne in America latina. La Commissione è estremamente preoccupata per la situazione in questa regione, in modo particolare in Messico e in Guatemala. Siamo del tutto consapevoli di tale condizione e stiamo cercando di combattere il problema. Siamo grati al Parlamento europeo per il lavoro svolto al riguardo.
Le mie risposte non sono esaustive, ma la discussione è stata molto utile e contribuirà senza dubbio a chiarire questo Vertice di Lima. Tale evento ci permetterà di intensificare il dialogo con la regione e di coordinare meglio i nostri sforzi in merito a importanti scadenze internazionali, in particolare per quanto concerne l’ambiente. Per noi si tratta anche di un’opportunità per vedere come possiamo appoggiare le risposte democratiche ai problemi strutturali inerenti alla coesione sociale. Le istituzioni europee necessitano senza dubbio di coordinare i loro sforzi per differenziare l’approccio e adattarlo ai problemi di ciascuno Stato della regione.
Accolgo infine con favore il lavoro di EuroLat. EuroLat, l’Assemblea parlamentare euro-latinoamericana, è stata istituita dopo il Vertice di Vienna del 2006. Ha già apportato un contributo prezioso alla cooperazione con la regione, rafforzando al contempo la volontà democratica di entrambe le parti. A tale proposito, siamo certi che, con i legami speciali con la regione attraverso EuroLat, il Parlamento europeo agirà in modo decisivo per garantire che l’associazione tra l’Unione europea e i paesi nella regione si assumano un ruolo strategico di rilevanza sempre maggiore.
Desidero ringraziare ancora una volta tutti membri che sono intervenuti e che hanno fornito delucidazioni in preparazione al Vertice di Lima.
Presidente. – Comunico di aver ricevuto sei proposte di risoluzione(1) a norma dell’articolo 103, paragrafo 2, del regolamento.
La discussione è chiusa.
La votazione si svolgerà giovedì 24 aprile 2008.
Dichiarazioni scritte (articolo 142)
Gyula Hegyi (PSE), per iscritto. – (HU) Non è un caso che le foreste pluviali dell’America latina siano definite il polmone del mondo. Il nostro clima, e con esso il nostro futuro, dipende da quanto riusciamo a conservare l’estensione originale di queste foreste pluviali vivificanti in Brasile, Colombia, Ecuador, Venezuela e in altri paesi sudamericani, insieme alla loro biodiversità e alla ricchezza della fauna e della flora. Nella cooperazione tra i paesi dell’Unione europea e dell’America latina, pertanto, è fondamentale porre sempre più l’accento sulla tutela ambientale e su un’adeguata politica climatica. La vorace avidità di profitti, il disboscamento delle foreste pluviali e le coltivazioni per i biocombustibili sono contrari agli interessi fondamentali dell’umanità. Dobbiamo pertanto motivare i nostri amici latinoamericani a porre fine a tali azioni distruttive. Il modo migliore per proteggere queste risorse naturali originali, se non vogliamo disturbare le comunità indigene, è di lasciare che le persone restino in possesso delle loro terre e che continuino con il loro stile di vita. Un elemento essenziale della nostra politica di sostegno e di sviluppo deve essere la difesa reciproca dei requisiti per la tutela ambientale.