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Procedura : 2007/0242(CNS)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A6-0166/2008

Testi presentati :

A6-0166/2008

Discussioni :

PV 07/05/2008 - 18
CRE 07/05/2008 - 18

Votazioni :

PV 08/05/2008 - 5.5
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Testi approvati :

P6_TA(2008)0191

Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 7 maggio 2008 - Bruxelles Edizione GU

18. Regimi di sostegno a favore degli agricoltori (aiuti al settore del cotone) (discussione)
Processo verbale
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  Presidente. − L’ordine del giorno reca la relazione di Ioannis Gklavakis, a nome della commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, sulla proposta di regolamento del Consiglio recante modifica del regolamento (CE) n. 1782/2003, che stabilisce norme comuni relative ai regimi di sostegno diretto nell’ambito della politica agricola comune e istituisce taluni regimi di sostegno a favore degli agricoltori, per quanto riguarda il regime di sostegno per il cotone [COM(2007)0701 – C6-0447/2007 – 2007/0242(CNS)] (A6-0166/2008).

 
  
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  Mariann Fischer Boel, Membro della Commissione. − (EN) Signor Presidente, prima di passare ad analizzare il contenuto della relazione, voglio ringraziare il relatore, l’onorevole Gklavakis, e i membri della commissione per l’agricoltura per l’ottimo lavoro svolto sulla questione estremamente sensibile della riforma del cotone.

Nel 2006, come sa, la Corte di giustizia ha annullato la riforma del cotone che avevamo approvato nel 2004, affermando che violava il principio di proporzionalità. La Corte ha anche statuito che un nuovo regime dovrebbe essere adottato entro un intervallo di tempo ragionevole. La Commissione ha quindi immediatamente replicato alla decisione chiedendo lo svolgimento di vari studi, lanciando un processo di consultazione completo ed effettuando le valutazioni d’impatto.

Su questa base, la Commissione propone di continuare ad applicare gli aiuti accoppiati per il 35 per cento, che consentono di mantenere la produzione di cotone e di rispettare i Trattati di adesione della Grecia, del Portogallo e della Spagna. Allo stesso tempo, destinare il 65 per cento al pagamento unico è in linea con il processo di riforma della PAC e con gli impegni assunti dall’Unione europea nei confronti dei suoi partner internazionali, in particolare nei paesi in via di sviluppo.

Date queste premesse, accolgo con estremo favore il fatto che la relazione reputi il 35 per cento accoppiato una scelta equilibrata di procedere. La sua relazione richiama giustamente l’attenzione sul processo di ristrutturazione di cui è oggetto il settore del cotone nell’Unione europea. Comprendo le necessità del settore e pertanto sono favorevole agli emendamenti che propongono di sostenere tale riorganizzazione, per esempio riducendo la superficie di base nazionale e aumentando quindi gli aiuti accoppiati per ettaro. Su questo punto, trovo i suoi suggerimenti molto sensati.

Tuttavia, lei chiede anche di aumentare gli aiuti per ettaro dove la superficie coltivata a cotone è inferiore alla superficie definita a livello nazionale, e questo pone un problema. Devo ammettere che si tratta in realtà di un sistema anticiclico che consentirebbe di rafforzare gli effetti di distorsione degli scambi degli aiuti all’interno del settore europeo del cotone e sarebbe in netto contrasto con il nostro mandato di negoziato commerciale multilaterale nel quadro del ciclo di negoziati di Doha per lo sviluppo.

Posso sostenere gli emendamenti relativi al pacchetto nazionale. Accolto con particolare favore la misura volta a ristrutturare il settore della sgranatura e a migliorare la qualità della produzione. Tuttavia, tutte le misure di ristrutturazione devono essere compatibili con la green box dell’OMC e non sovrapporsi a interventi già attuati nell’ambito della politica di sviluppo rurale.

Infine, non credo che sia una sorpresa il fatto che mi opponga a un trasferimento degli aiuti destinati alle regioni produttrici di cotone dal secondo al primo pilastro. Ritengo che sia ovvio – e ho avuto l’opportunità di esprimere tale opinione in varie occasioni in quest’Aula – che dobbiamo rafforzare la nostra politica di sviluppo rurale. Desidero sottolineare che nelle regioni produttrici di cotone in Spagna e in Grecia i programmi di sviluppo rurale sono applicati con vera efficienza, ad esempio i diversi regimi agroambientali.

Attendo con ansia una proficua discussione su questo importantissimo tema.

 
  
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  Ioannis Gklavakis, relatore. (EL) Signor Presidente, ho ascoltato con molta attenzione il Commissario.

Nell’UE ci sono quattro paesi che producono cotone: Grecia, Spagna, Bulgaria e, in scala molto ridotta, Portogallo. Quando ho iniziato la presente relazione, ho lavorato a stretto contatto con un gran numero di persone, ho ricevuto raccomandazioni e partecipato a discussioni, pertanto posso affermare che è il risultato di una lunga e profonda cooperazione.

Ho lavorato con membri della commissione, che ringrazio, con rappresentanti spagnoli dei settori della sgranatura e della lavorazione del cotone e, ovviamente, con i miei compatrioti della Grecia.

Desidero sottolineare che la commissione per l’agricoltura ha approvato la relazione con 28 voti a favore e 6 contrari, risultato che dimostra l’elevato livello di consenso.

Vorrei soffermarmi brevemente sulla proposta del 2004 relativa agli aiuti al settore del cotone. E’ stata annullata dalla Corte di giustizia europea. Chiedeva di applicare un aiuto accoppiato pari al 35 per cento e un pagamento unico del 65 per cento. Negli anni successivi la coltivazione del cotone ha registrato una flessione che in Spagna e in Grecia si è tradotta con un calo rispettivamente del 50 per cento e del 20 per cento.

In Spagna le aziende che producono cotone si sono ridotte del 25 per cento e in Grecia dell’11 per cento.

L’obiettivo della presente relazione è il proseguimento della coltivazione del cotone in Europa: l’UE considerata come un insieme rappresenta solo il 2 per cento della produzione mondiale. Abbiamo pertanto deciso di mantenere in toto il finanziamento destinato agli Stati membri che producono cotone.

Ovviamente, per evitare il rischio che la produzione di cotone declini o diventi antieconomica abbiamo chiesto di aumentare lievemente il finanziamento per ettaro e sono molto lieto di sentire che la richiesta è stata accolta. E’ giocoforza che siccome l’importo rimane invariato, sarà ridotta l’area coltivata. Questo non implica certo alcun problema qualora uno Stato membro desideri incrementare l’area coltivata senza alcun massimale superiore definito.

Il rapporto tra aiuti accoppiati e pagamento unico rimane di 35 per cento a 65 per cento. Tuttavia, abbiamo chiesto che gli Stati membri siano autorizzati, se lo desiderano, a modificare la loro percentuale di aiuti accoppiati, senza in ogni caso scendere la di sotto del 35 per cento.

Vorrei far presente che una cosa deve essere chiara. La nuova superficie di terreno non rappresenterà un massimale definito, con l’imposizione di sanzioni per i casi in cui sia superato, come avveniva in passato. Al contrario, è un modo per salvaguardare l’attuale aiuto globale al settore. Infatti, riteniamo che la proposta di aumentare gli aiuti costituirà un forte incentivo a mantenere la coltivazione.

Proponiamo altresì l’introduzione di un pacchetto nazionale dell’1 per cento finanziato attraverso una deduzione dall’aiuto accoppiato, da stanziamenti non assorbiti e da 22 milioni di euro trasferiti al secondo pilastro.

Che cosa otterrà il pacchetto nazionale? Innanzi tutto, i suoi obiettivi sono ambiziosi: per esempio, saranno forniti aiuti alla ricerca incentrata su nuove varietà che richiedono meno acqua e meno pesticidi, apportando quindi grande beneficio all’ambiente. In secondo luogo, la qualità del cotone prodotto sarà migliorata, e il settore della sgranatura verrà modernizzato.

Il progetto di relazione risponde alle esigenze dei produttori di cotone negli Stati membri, nel rispetto degli obiettivi dell’UE. Affronta la questione dell’effettivo finanziamento e, al tempo stesso, introduce misure ambientali, che sono di importanza vitale nell’UE.

Prima di concludere, consentitemi di menzionare la splendida cooperazione e lo straordinario sostegno offertomi nella stesura di questo testo da tutti i colleghi, una collaborazione che ci ha consentito di introdurre nuove idee e raccomandazioni.

Sono fiducioso che l’attuazione del nuovo regime contribuirà a salvaguardare un settore fiorente dell’UE come quello della produzione del cotone e un’industria della sgranatura redditizia.

In ultimo, vorrei ringraziare ancora una volta la Commissione per il modo costruttivo in cui ha risposto alle necessità dei paesi produttori di cotone. Finalmente abbiamo conseguito un risultato e potremo orientare il Consiglio verso la giusta direzione.

 
  
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  Carmen Fraga Estévez, a nome del gruppo PPE-DE. (ES) Signor Presidente, è sorprendente che la risposta della Commissione europea alla sentenza della Corte di giustizia sia stata una nuova proposta che modifica il regime di sostegno a favore del cotone e che è praticamente identica alla precedente, tranne per quanto riguarda il collegamento del sostegno al cotone raccolto.

Per tutti questi motivi, accogliamo con favore l’eccellente relazione redatta dall’onorevole Gklavakis, che ha puntato il dito contro i principali problemi che affliggono il settore della produzione e della lavorazione.

Innanzi tutto, la proposta della Commissione di mantenere il 35 per cento di aiuto accoppiato è, come dimostrato negli ultimi anni dalla flessione nella produzione di un paese come la Spagna, assolutamente inadeguata; pertanto, riteniamo che la soluzione avanzata dalla relazione intesa a lasciare il limite massimo alla sussidiarietà sia la scelta più appropriata.

L’onorevole Gklavakis ha fornito alcuni dati, e posso dirle, signora Commissario, che l’Andalusia, che è la principale regione produttrice nel mio paese, ha perso il 65 per cento della produzione negli ultimi tre anni.

Inoltre, contrariamente a quanto da lei affermato, signora Commissario, e mi dispiace contraddirla, penso che l’emendamento n. 17, che ho presentato io stesso e che è stato inserito nella relazione, sia molto positivo, in quanto giustamente indica che gli aiuti ai produttori possono essere aumentati quando la superficie coltivata è al di sotto della soglia della superficie di produzione, il che, secondo me, si tradurrà in un beneficio per il settore, mantenendo la neutralità finanziaria, nonché il pieno utilizzo delle risorse e, ovviamente, renderà molto flessibile il settore.

Infine, signora Commissario, desidero far presente, riguardo all’industria della sgranatura, che è stata, credo, la grande negletta della riforma del 2004, che la sua ristrutturazione è un fatto indiscutibile, e che è essenziale istituire un fondo di ristrutturazione, come evidenziato nel testo dell’onorevole Gklavakis.

Inoltre, penso all’emendamento n. 39, che abbiamo presentato a nome del gruppo del Partito popolare europeo (Democratici cristiani) e dei Democratici europei, che contribuirebbe, attraverso l’articolo 69, ad aumentare i finanziamenti per questo settore di lavorazione.

Infine, signor Presidente, desidero esprimere il mio rifiuto in merito all’accordo raggiunto questa settimana dalla commissione speciale per l’agricoltura, perché penso che non fornisca una risposta adeguata ai problemi del settore e, soprattutto, ai problemi dell’industria della sgranatura; devo informarla che oggi ho ricevuto una comunicazione dall’industria spagnola della sgranatura in cui si afferma che se il Consiglio non modifica questa proposta, 27 industrie di sgranatura cesseranno l’attività.

Mi auguro che il Consiglio modificherà tutti questi punti e ringrazio la signora Commissario per essere qui.

 
  
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  María Isabel Salinas García, a nome del gruppo PSE. (ES) Signor Presidente, signora Commissario, desidero anch’io associarmi alle congratulazioni, che reputo meritate, al relatore e ringraziarlo per la sua costante disponibilità e cooperazione, soprattutto quando si è trattato di incontrare tutti i produttori della mia regione, l’Andalusia, come ha fatto.

Mi preme sottolineare che stiamo affrontando una nuova riforma del settore del cotone, perché il mio paese, la Spagna, e in particolare la mia regione, l’Andalusia, ha presentato ricorso dinanzi alla Corte di giustizia contro la precedente riforma, e vorrei far presente che questa è la prima volta che una riforma della Commissione viene respinta.

Quello che sorprende, come è già stato detto, è che in risposta alla situazione, la Commissione ha inspiegabilmente presentato una proposta simile alla precedente quando, naturalmente, ciò che non è mutata è la posizione della Spagna. I produttori di cotone spagnoli vogliono – noi vogliamo – continuare a coltivare cotone. E’ già stato menzionato il grave danno che è stato causato alla mia regione.

Al fine di ottenere questo risultato ci occorre una riforma che sia diversa dalla precedente e ci consenta di proseguire la produzione. Ritengo pertanto che la relazione dell’onorevole Gklavakis sia appropriata e che rappresenti una soluzione di cui sarebbe opportuno tener conto.

La relazione propone fasce per il livello di accoppiamento degli aiuti più ampi e una maggiore sussidiarietà degli Stati membri. Penso che il relatore abbia compreso la diversa situazione del settore in Grecia e Spagna. Credo quindi che la soluzione avanzata nella relazione Gklavakis possa consentire di proseguire la coltivazione del cotone nei due principali paesi produttori.

E’ altrettanto evidente che abbiamo bisogno di un piano di ristrutturazione del settore; l’ultima volta la Commissione non ne ha tenuto conto, come richiesto dal Parlamento.

L’industria sta pensando a una compensazione per il danno provocato, che è quantificabile e che sarebbe opportuno prendere in considerazione.

Infine, è importante sostenere l’emendamento presentato dal gruppo socialista al Parlamento europeo che chiede un periodo di transizione che ci permetta di adattarci alla nuova situazione. Non si tratta di mantenere l’attuale situazione, che è insostenibile. Desidero ricordarvi che non è un’OCM; dobbiamo raggiungere un accordo che ci consenta di continuare a produrre cotone nell’Unione europea.

Anche se purtroppo non abbiamo ancora la codecisione, mi auguro che in questa occasione si tenga conto del lavoro svolto e del parere del Parlamento. Altrimenti, e a seguito delle relazioni che stanno pervenendo dal Consiglio, la Spagna non esclude la possibilità di chiedere una revisione della sentenza se non si terrà conto del parere del Parlamento.

 
  
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  Diamanto Manolakou, a nome del gruppo GUE/NGL. (EL) Signor Presidente, l’UE presenta un deficit nel cotone pari al 70 per cento. Il settore deve pertanto ricevere maggiori aiuti; questo contribuirebbe anche a sviluppare l’intera filiera, dalla coltivazione alla produzione di tessuti e abbigliamento. Invece, tra le quote e le imposte di corresponsabilità, la produzione, il reddito agricolo e i posti di lavoro sono in declino.

Dall’ultima riforma della PAC, le conseguenze di questa flessione si sono sentite molto in modo molto più intenso, a causa dell’introduzione del parziale disaccoppiamento dal volume della produzione al 65 per cento. In Grecia, a un anno di distanza dall’attuazione della nuova organizzazione comune del mercato (OCM), la produzione è scesa del 20 per cento, e in Spagna di oltre il 50 per cento.

In Grecia è scomparso l’11 per cento delle piccole e medie imprese agricole, un dato che in Spagna è del 25 per cento. Parecchi stabilimenti di sgranatura non sono redditizi, sono sul punto di chiudere e la perdita di posti di lavoro è stata notevole. L’aumento dei costi di produzione dovrebbe essere compensato da un corrispondente aumento degli aiuti, che invece sono stati ridotti.

Nonostante le proposte positive contenute, la relazione dell’onorevole Gklavakis non risolve il problema; accoglie la proposta della Commissione. Non siamo d’accordo riguardo all’idea di ridurre la quota in Grecia al fine di aumentare l’aiuto accoppiato per ettaro; si tradurrà nella scomparsa di un numero ancora maggiore di piccoli e medi produttori di cotone. Nessun altro può contare su una soluzione definitiva ai loro problemi.

 
  
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  Nils Lundgren, a nome del gruppo IND/DEM. (SV) Signor Presidente, quando in quest’Aula discutiamo riguardo alla politica agricola dell’UE, ai cittadini sensati viene ricordato quanto sia ancora irragionevole, malgrado certi miglioramenti apportati negli ultimi anni. Dobbiamo affrontare le continue sollecitazioni da parte di gruppi di interesse che chiedono una protezione continua nei confronti della concorrenza estera. Il regime è in vigore da così tanto tempo che ha persino distorto il modo in cui pensiamo e parliamo di questi aspetti. Per questo motivo il relatore può affermare impassibile quanto segue: “Il settore comunitario di produzione del cotone deve rimanere fiorente (…) con livelli di produzione soddisfacenti che permettano di sostenere la redditività dell’industria della sgranatura, che assicura 3 200 posti di lavoro in Grecia e 920 in Spagna.”

Se applicassimo lo stesso ragionamento ad altre aree, l’Europa sarebbe sull’orlo della rovina. La verità è che la Spagna è un paese industriale dai risultati positivi con una forza lavoro di circa 20 milioni di persone. Un tale paese può non avere alcun problema a spostare 920 addetti dalla sgranatura del cotone ad altre attività più produttive. Il relatore non ha neppure alcuna esitazione nell’usare frasi del tipo “E’ assolutamente necessario salvaguardare un settore fiorente dell’agricoltura comunitaria come quello della coltivazione del cotone.” Questo è un esempio estremo di contradictio in adjecto. Il buon senso ci dice che se la produzione del cotone è fiorente non necessita di alcun sostegno. La cruda verità è che la produzione del cotone nell’UE non è economicamente redditizia e dovrebbe quindi essere smantellata. Un simile processo di adeguamento può essere difficile e richiedere aiuti di Stato, ma il sostegno deve essere usato per cambiare, non per proteggere una produzione che chiaramente ha prestazioni migliori in altri paesi al di fuori dell’UE.

 
  
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  Katerina Batzeli (PSE).(EL) Signor Presidente, innanzi tutto desidero congratularmi con il relatore per il lavoro svolto, e con i relatori ombra, che hanno cooperato con l’autore alla stesura del presente testo.

Purtroppo, la relazione di cui discutiamo oggi è stata elaborata più a causa della pressione della sentenza della Corte di giustizia europea che per un desiderio politico di garantire un regime a lungo termine e stabile al settore del cotone fino al 2013 o di attuare una riforma che rispetti i termini e le norme dell’OMC e della PAC.

E’ difficile accettare che la superficie ammissibile in Grecia sarà ridotta a 270 000 ettari dai 340 000 ettari di coltivazione dell’anno scorso. La ridotta area di terreno si tradurrà in un’ulteriore diminuzione degli aiuti. E’ altrettanto difficile accettare che gli stabilimenti di sgranatura riceveranno aiuti a titolo del primo pilastro; potremmo sostenere un miglioramento nella qualità, ma non per misure contemplate nel secondo pilastro.

Ovviamente preferiremmo la stabilità, in modo che gli aiuti disaccoppiati e accoppiati nonché lo sviluppo rurale rientrino sotto il primo pilastro, e ricadrebbero nell’ambito del capo di applicazione del pacchetto nazionale coperto dall’Allegato VIII al regolamento (CE) n. 1782/2003 del Consiglio, che prevede di accordare agli Stati membri flessibilità nell’applicazione del regolamento stesso.

Infine, desidero congratularmi in particolare con il governo spagnolo per aver portato la questione del cotone dinanzi alla Corte di giustizia europea, un’azione che il governo greco avrebbe intrapreso nel caso del tabacco.

 
  
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  Friedrich-Wilhelm Graefe zu Baringdorf (Verts/ALE).(DE) Signor Presidente, signora Commissario, nella risposta che si accinge a dare, potrebbe spiegare che, quando si parla di 65 e 35, il 65 per cento non cancellato ma le imprese ricevono tale denaro? Se, in base a questa distribuzione del 35per cento, non verrà più coltivato il cotone, diventa ancor più prezioso prendere solo il 65 per cento e coltivare qualcos’altro, o persino non coltivare nulla del tutto, perché il 35 per cento non è sufficiente a coprire i costi di produzione in un modo che consenta di accettare il cotone ai prezzi pagati dall’industria.

Se ora la questione attiene ai posti di lavoro nel settore della lavorazione, non si può negare che sarebbe di nuovo necessario discutere con l’industria per verificare se sia nella posizione di pagare ai produttori un prezzo adeguato per questo cotone affinché sia economicamente redditizio coltivarlo.

Naturalmente, è importante che il 65 per cento disaccoppiato continui a essere versato ai produttori, che coltivino o meno. E’ il sistema del disaccoppiamento: mi sembra che negli interventi precedenti ci fosse un po’ di confusione al riguardo.

 
  
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  Mariann Fischer Boel, Membro della Commissione. − (EN) Signor Presidente, ho ascoltato con attenzione le diverse preoccupazioni, le diverse idee sollevate dagli onorevoli deputati. Ritengo che le nostre posizioni non siano molto distanti e sono certa che, alla fine, sarà possibile trovare un compromesso accettabile.

Credo che dobbiamo tenere presente che, quando la Corte di giustizia ha annullato la riforma del cotone, non ha messo in questione la parte accoppiata/disaccoppiata, il 35/65: niente affatto. La Corte di giustizia aveva preso quella decisione in quanto aveva concluso che dovevamo effettuare una valutazione d’impatto più approfondita, che è esattamente quello che stiamo facendo ora. Ma questo non significa che abbiamo visto una qualsivoglia ragione per modificare la parte accoppiata/disaccoppiata, e se gli agricoltori dovessero cessare la produzione, ovviamente non usufruiranno della parte disaccoppiata. Posso proseguire con il loro denaro, anche se non producono cotone in futuro.

Penso che potremmo finire in una situazione, perché credo che alcune difficoltà che il settore sta affrontando in realtà risalgono a prima della riforma del cotone del 2004. Ma mi auguro che il risultato di questa riforma sarà che avremo un settore del cotone. Avrà probabilmente lo sviluppo che abbiamo visto: sarà più piccolo, ma spero che sarà anche più competitivo.

Ritengo che si possa fare molto – è un punto menzionato dall’onorevole Batzeli – per migliorare la qualità della produzione. Qui stiamo contribuendo ad aggiungere valore al prodotto con un’etichetta di origine. Qui penso che gli Stati membri produttori di cotone dovrebbe approfittare di questa opportunità per ottenere per i loro prodotti un prezzo migliore, in modo da mantenere fiorente e competitivo il settore del cotone all’interno dell’Unione europea.

 
  
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  Ioannis Gklavakis, relatore. (EL) Signor Presidente, da quanto capisco, tutti concordiamo sul fatto che nell’UE la produzione di cotone debba continuare. Come potremmo non essere d’accordo? L’UE ha un deficit nel settore del cotone pari al 70 per cento. Se la produzione di cotone prosegue la flessione a tutti i livelli, l’UE registrerà un deficit in tutto.

Nell’UE produciamo solo il 2 per cento del volume mondiale che dobbiamo proteggere a tutti i costi. Non dimentichiamo che il cotone rappresenta solo lo 0,15 per cento della produzione agricola dell’UE. Inoltre, la relazione compie uno sforzo particolare; è significato che, nei paesi produttori di cotone che ho visitato, i produttori stessi mi abbiano garantito che è hanno tutte le intenzioni di produrre cotone di qualità.

Tutte le proposte avanzate dovrebbero consentire di raggiungere risultati notevoli. Tuttavia, devo di nuovo sottolineare un punto che ho capito che non è stato compreso. La superficie di terra è stata ridotta al fine di aumentare le sovvenzioni, e l’importo complessivo di finanziamento per paese è stato mantenuto. Non c’è alcun divieto che imponga di non ampliare la superficie coltivata, anche se questo, com’è ovvio, implicherebbe la riduzione degli aiuti per ettaro.

Pertanto, nel caso della Grecia siamo passati da 370 000 ettari con una sovvenzione di 594 euro per ettaro a 270 000 ettari a 750 euro; ma se coltiviamo più di 270 000, optando per 370 000 ettari, una scelta che siamo perfettamente autorizzati a compiere, nessuno verrà da noi a dirci, come di consueto, che c’è un limite massimo da rispettare o una sanzione. Questo significa che, di base, non c’è alcun divieto.

(Interruzione dall’Aula)

Mi rivolgo all’Assemblea e spiego. Siate così cortesi da leggere la relazione, e vedrete che è questa impostazione è assolutamente corretta, perché se superiamo i 270 000 ettari, riceveremo un importo inferiore anziché 750 euro. Vi prego di leggere la relazione.

 
  
  

PRESIDENZA DELL’ON. GÉRARD ONESTA
Vicepresidente

 
  
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  President. – La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà domani alle 11.00.

 
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