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Procedura : 2007/2261(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento : A6-0149/2008

Testi presentati :

A6-0149/2008

Discussioni :

PV 08/05/2008 - 4
CRE 08/05/2008 - 4

Votazioni :

PV 08/05/2008 - 5.12
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Testi approvati :

P6_TA(2008)0198

Resoconto integrale delle discussioni
Giovedì 8 maggio 2008 - Bruxelles Edizione GU

4. Libro bianco sullo sport (discussione)
Processo verbale
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  Presidente. − L’ordine del giorno reca la relazione di Manolis Mavrommatis, a nome della commissione per la cultura e l’istruzione, sul Libro bianco sullo sport [2007/2261(INI)] (A6-0149/2008).

 
  
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  Manolis Mavrommatis, relatore. − (EL) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, consentitemi innanzi tutto di ringraziare la Commissione e il Commissario Figeľ per la loro iniziativa di elaborare il Libro bianco sullo sport e il piano d’azione Pierre de Coubertin. Questo è il primo sforzo dell’Unione europea inteso ad affrontare i problemi relativi allo sport.

Ringrazio anche il Commissario Špidla per essere presente oggi al posto del Commissario Figeľ, che è in viaggio fuori dall’Europa.

Porgo i miei ringraziamenti anche ai colleghi della commissione per la cultura e l’istruzione nonché alla commissione per i problemi economici e monetari, alla commissione per l’occupazione e gli affari sociali, alla commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, alla commissione giuridica, alla commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, alla commissione per lo sviluppo regionale e alla commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere. Hanno cooperato in modo eccellente nella stesura della relazione sul Libro bianco sullo sport.

Nella relazione del Parlamento europeo, i punti fondamentali del Libro bianco vengono trattati attraverso 16 emendamenti di compromesso concordati comunemente da tutti i gruppi politici nella commissione cultura. I punti più importanti sono stati affrontati anche in 426 emendamenti presentati alla commissione principale e alle altre sette commissioni, che hanno fornito i loro pareri.

Il doping è nuovamente al centro dell’attenzione poiché ci sono esempi negativi ogni anno in quasi tutti gli sport. Attraverso il Libro bianco, il Parlamento europeo cerca di adottare misure che consentano agli atleti di non essere obbligati dai loro pesanti calendari a fare ricorso a sostanze che accrescono le prestazioni e la resistenza.

Inoltre, i controlli indipendenti interni ed esterni sulle associazioni professionistiche e le organizzazioni sportive, nonché istruire gli atleti di sesso maschile e femminile sugli effetti collaterali del doping, potrebbero contribuire ad arginare il problema.

Le discussioni si sono incentrate su due questioni della parte finanziaria dello sport. La prima sono le scommesse sportive. Noi della commissione cultura concordiamo tutti che l’eventuale deregolamentazione del mercato del gioco e delle lotterie sarà problematica per il finanziamento dello sport amatoriale dal momento che il sistema esistente delle agenzie statali delle scommesse fornisce un reddito considerevole.

Per questo motivo, il Libro bianco invita gli Stati membri e la Commissione ad adottare misure regolamentari che assicurino la protezione dello sport da qualsiasi influenza indebita connessa al mondo delle scommesse.

Mentre si continua a proteggere il mercato delle scommesse, stiamo quindi accrescendo la trasparenza, garantendo inoltre gli aiuti di Stato per lo sport amatoriale, la cultura e altre attività sociali.

La seconda questione è la vendita dei diritti di trasmissione televisiva. Come tutti sappiamo, i 27 Stati membri dell’Unione europea si occupano della vendita dei diritti televisivi per gli importanti eventi sportivi in modi diversi. Questo è particolarmente vero per le partite di Champions League e di coppa UEFA.

I diritti possono essere venduti sia a livello individuale che collettivo, ma sono la fonte principale di reddito dello sport agonistico in Europa. Analogamente, i diritti degli eventi sportivi sono una fonte essenziale per il palinsesto e le entrate di molti proprietari televisivi.

La relazione del Parlamento riconosce inoltre l’importanza della ridistribuzione equa del reddito tra le società sportive, anche piccole, e tra lo sport professionistico e amatoriale.

La vendita collettiva dei diritti di trasmissione televisiva, che la Commissione rappresenta come incompatibile con la normativa in materia di concorrenza, è pertanto fondamentale per la ridistribuzione del reddito. Potrebbe quindi contribuire a realizzare una maggiore solidarietà tra gli sport.

Pertanto, chiediamo alla Commissione di riconoscere le vendite collettive e ammettere che una simile solidarietà pratica tra i piccoli club sportivi sia sanzionata dalla legge.

Infine, come abbiamo dichiarato nella relazione Belet sul calcio professionistico, l’UEFA e la FIFA dovrebbero raggiungere un accordo e collaborare con le agenzie della Commissione. Devono garantire che il calcio sia universalmente accettato dai cittadini degli Stati membri dell’Unione europea senza che perda la sua indipendenza; non deve oltrepassare le competenze conferitegli dagli statuti.

È importante per tutti che UEFA e FIFA riconoscano nei rispettivi statuti il diritto di ricorso ai tribunali ordinari. Dobbiamo, certamente, ammettere il principio di autoregolamentazione e le strutture del modello europeo di sport che gestisconoe l’organizzazione degli eventi sportivi.

Consentitemi di concludere ribadendo la soddisfazione di tutti noi per il riconoscimento ufficiale dello sport da parte degli Stati membri nel Trattato di Lisbona modificato. Riconosciamo ovviamente e rispettiamo la specifica natura dello sport. È di grande importanza per gli Stati membri e il mondo sportivo in generale che in futuro l’Unione europea sarà in grado di contribuire in modo consistente nonché promuovere la politica sullo sport.

 
  
  

PRESIDENZA DELL’ON. MARIO MAURO
Vicepresidente

 
  
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  Vladimír Špidla, Membro della Commissione. − (CS) Prima di tutto, devo porgere le scuse da parte del mio collega Commissario Figeľ, che non ha potuto partecipare a questa seduta a causa di una visita in Egitto programmata da molto tempo. Ho accettato volentieri la proposta di sostituirlo, anche perché molto di quello che rientra nelle mie competenze è strettamente correlato allo sport.

Desidero ringraziare il relatore per il testo eccellente per la cui preparazione lui e i suoi colleghi hanno impiegato sei mesi. Sono convinto che la relazione sia un documento equilibrato e affronti tutte le tematiche pertinenti. Vi ringrazio per il sostegno del Parlamento europeo al Libro bianco sullo sport nonché per il vostro elevato livello di cooperazione con la Commissione europea.

Come ha sottolineato il Parlamento europeo, è importante ricordare il principio di applicabilità del diritto comunitario agli sport in Europa, rispettando al contempo la natura specifica dello sport. Pertanto, la Commissione europea resta attiva sullo sport, e d’ora in poi applicherà a questo settore il diritto comunitario, comprese le norme in materia di concorrenza. Il Libro bianco e rispettivi allegati sono utili contributi per le organizzazioni sportive e per gli Stati membri nell’applicazione concreta dell’acquis communautaire alle decisioni nell’ambito della concorrenza nonché alle sentenze della Corte di giustizia europea.

Sulla questione della natura specifica dello sport, la Commissione europea condurrà e sosterrà un dialogo aperto con le organizzazioni sportive, gli Stati membri e il Parlamento europeo nel quadro del dialogo strutturato sullo sport. Quest’ultimo, si svolgerà in modo tale che vengano affrontate concretamente le questioni delle caratteristiche specifiche dello sport.

La Commissione europea non ha alcuna obiezione generale agli emendamenti da discutere in questa sessione plenaria, soprattutto se il loro obiettivo è quello di tutelare la partecipazione adeguata ed equa delle strutture rappresentative nel controllo dello sport. Tuttavia, non possiamo concordare con un obbligo incondizionato per i giovani giocatori di firmare il loro primo contratto con il club che li ha formati, in quanto viola la libertà fondamentale di libera circolazione dei lavoratori.

Al contempo, come sapete, l’attuazione del Libro bianco prosegue secondo il programma. 26 delle 53 azioni del piano d’azione Pierre de Coubertin sono già state portate a compimento; per esempio, quest’anno verranno avviati tre studi (con risultati nel 2009) sui seguenti argomenti: il finanziamento degli sport, gli agenti dei giocatori, e il volontariato nello sport.

Nell’autunno dello scorso anno, sotto la guida dei miei colleghi, il Commissario Frattini e il Commissario Figeľ, si è tenuta una conferenza sull’elevato livello di violenza nello sport, che ha individuato metodi concreti che potrebbero realizzare un miglioramento nella lotta a questo fenomeno. I risultati della valutazione dell’impatto dello sport sull’economia possono essere considerati anche come un successo significativo.

Per quanto riguarda la questione della “regola dei giocatori allevati in casa”, poco tempo fa la Commissione europea ha reso noti i risultati di una relazione di esperti indipendenti che analizzava le regole dell’UEFA. In questo preciso momento, l’Esecutivo sta valutando la compatibilità di tali regole con il diritto comunitario.

Sono state inoltre create nuove possibilità per il finanziamento dello sport e le attività fisiche da parte di numerosi programmi comunitari, in particolare i programmi per l’apprendimento permanente “Gioventù in azione” ed “Europa dei cittadini”. Auspichiamo che il Trattato di Lisbona entri presto in vigore e siamo soddisfatti del sostegno del Parlamento europeo alle azioni preparatorie nell’ambito dello sport, che contribuiscono all’attuazione delle nuove competenze comunitarie nel settore.

Consentitemi di ringraziarvi nuovamente per il vostro contributo, sostegno e magnifica cooperazione in questa questione importante, sensibile e molto popolare.

 
  
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  Emine Bozkurt, relatore per parere della commissione per l’occupazione e gli affari sociali. (NL) Bene, il Commissario Špidla ha detto tutto. È stato tralasciato un ruolo importante dell’occupazione e degli affari sociali nello sport. Lo sport ha infatti anche un’importante funzione sociale, per esempio la lotta ai problemi sociali come il razzismo. Il razzismo nella società si riflette nel razzismo nello sport.

Sono estremamente soddisfatta dell’attenzione prestata in questo Libro bianco all’eliminazione di razzismo e discriminazione nello sport a livello professionistico e amatoriale.

Per fare alcuni esempi, lo sport ha anche molti vantaggi per l’inclusione sociale, l’integrazione degli immigrati e la reintegrazione nel mercato del lavoro. Per questo motivo, accolgo con favore la raccomandazione della Commissione di indurre gli Stati membri a fare uso dei fondi comunitari esistenti.

Inoltre, lo sport sta diventando sempre più professionale, ed esiste la necessità di una valida formazione per atleti donne e uomini affinché, dopo le loro carriere, possano reintegrarsi nella società.

Ho solo un’osservazione conclusiva: è importante anche migliorare le qualità professionali dei manager sportivi e per questo motivo sosteniamo un sistema di licenze a livello europeo.

 
  
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  Toine Manders, relatore per parere della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori. (NL) Desidero ringraziare gli onorevoli colleghi per la loro cooperazione estremamente piacevole sulla presente relazione. Tuttavia, ritengo che l’attuazione di questa proposta debba aver impiegato molto tempo.

Purtroppo, credo che su alcune questioni non sia abbastanza lungimirante. Secondo me, è molto importante creare linee guida in base alle quali le organizzazioni sportive possono impegnarsi. Per quanto riguarda il sostegno dello Stato, dovremmo mirare allo stesso trattamento in tutta l’Europa, in particolare relativamente alle organizzazioni sportive professionistiche.

Ritengo inoltre che sia un po’ troppo esplicita la distinzione tra le caratteristiche specifiche dello sport e le attività economiche che spesso lo accompagnano, poiché penso che queste ultime, comprese quelle che tutelano lo sport, non possono avere eccezioni appositamente create per loro nel Trattato. Fortunatamente, non viene citato anche questo nella relazione. Ragion per cui la sostengo con tutto il cuore. Penso sia positivo che le organizzazioni sportive abbiano iniziato a parlare maggiormente rispetto a quanto non facessero in passato di questo argomento, il che costituisce un passo avanti significativo. Vi ringrazio molto.

 
  
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  Gerardo Galeote, relatore per parere della commissione per lo sviluppo regionale. − (ES) Signor Presidente, sono convinto che l’ulteriore sviluppo legislativo dell’articolo 149 del Trattato di Lisbona avrà effetti positivi sullo sport nell’Unione europea.

Tuttavia, in termini territoriali o, in altre parole, sul campo, ritengo che la Commissione europea, nell’esercitare la sua iniziativa di legge, debba agire con prudenza rispetto alle diverse situazioni locali e le differenze tra discipline sportive.

I suoi contributi dovrebbero essere generali e rispondere a un interesse europeo complessivo, e non al desiderio di interventismo. Pertanto, deve rispettare il principio di sussidiarietà.

Questo è quanto ha pensato la commissione per lo sviluppo regionale. Quale risultato, accolgo gli emendamenti presentati dai diversi gruppi parlamentari sullo stesso aspetto e auspico che questa mattina l’Assemblea possa adottarli attraverso una votazione positiva.

 
  
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  Neena Gill, relatore per parere della commissione giuridica. (EN) Signor Presidente, accolgo con favore il Libro bianco sullo sport e sostengo in particolare l’enfasi posta sul garantire una maggiore certezza del diritto, in quanto fare affidamento su un approccio caso per caso nei tribunali ha causato un incoerenza di approccio in termini di gestione dello sport. Rilevo le azioni che la Commissione ha sottolineato stamattina, ma vorrei chiedere al signor Commissario di esprimersi riguardo a se intende proporre linee guida per chiarire quali aspetti dello sport sono gestiti dal diritto comunitario e quali ne sono esenti e dovrebbero essere affrontati dagli organi sportivi.

Un’altra questione che credo che la Commissione debba affrontare con urgenza è quella del traffico illegale di minori, in particolare dall’Africa occidentale, verso l’Unione europea dovuto alla richiesta in Europa di giocatori africani di talento. Questo ha provocato un aumento di accademie calcistiche senza licenza in alcuni paesi africani e sono profondamente preoccupata che i minori vengano sfruttati da agenti spietati e poi venduti ai club come fossero oggetti. Molti si ritrovano abbandonati in Europa, dopo aver sacrificato tutti i risparmi delle loro famiglie per inseguire i loro sogni. Dovrebbero essere intraprese iniziative più decise da parte degli Stati membri, i club europei e i governi africani al fine di garantire che non partecipano a questo.

Infine, vorrei chiedere alla Commissione in quali deliberazioni si è impegnata sulla questione degli sport e dei diritti di proprietà intellettuale, in particolar modo con la crescente accessibilità su Internet dei video sugli sport.

 
  
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  Esther de Lange, relatore per parere della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni. (NL) Desidero innanzi tutto ringraziare il relatore per la sua eccezionale relazione e in particolare, a nome della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, per l’attenzione che presta alle libertà civili, la giustizia e gli affari interni in ambito sportivo. Chiedo, quindi, nello specifico, il rafforzamento della cooperazione transfrontaliera tra le forze di polizia, sulla base dello scambio di informazioni, continuando ovviamente a rispettare la protezione dei dati.

In secondo luogo, siamo convinti che, nell’incoraggiare i sistemi di licenza, si dovrebbe riservare particolare attenzione alla tutela dei minori e alla riduzione della discriminazione, del razzismo e della violenza.

Inoltre, e questo è già stato detto, esiste il problema della riduzione del traffico di esseri umani. Mi riferisco soprattutto al commercio di minori e allo sfruttamento di giovani di talento, spesso nel terzo mondo, ma anche al traffico di donne, nel contesto dell’istigazione alla prostituzione nel corso delle grandi manifestazioni sportive.

A seguito del nuovo Trattato, è giunto il momento, signor Presidente, di tradurre questa relazione in azione definitiva. Vorrei pertanto concludere con un appello alla Commissione europea, e adesso mi riferisco alla canzone inno del Feyenoord, “non parole, ma azioni”, un appello affinché il Libro bianco e le parole dell’onorevole Mavrommatis vengano messe in pratica. Come si dice nel Groningen: “fateci urlare di nuovo dalla gioia”, signor Commissario.

 
  
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  Pál Schmitt, a nome del gruppo PPE-DE. (HU) La ringrazio, signor Presidente. Pochi sanno che lo sport incide per il 4 per cento sul prodotto interno lordo dell’Unione europea e offre occupazione per circa 15 milioni di persone. Se questo è vero, allora è probabile che i proventi e gli indicatori dell’occupazione per lo sport saranno analoghi nelle statistiche per ogni Stato membro. Tuttavia, questo è in netto contrasto con il fatto che alcuni paesi, compreso purtroppo il mio, l’Ungheria, spendono solo una piccolissima parte del loro bilancio nazionale, qualcosa come l’1 per cento, nella promozione degli sport e degli stili di vita salutari. Vi sono pertanto buoni margini per domandare chi esattamente sostiene chi? Se prendiamo sul serio il ruolo dello sport, allora lo sport non dovrebbe essere solamente un settore che genera profitti; dovremmo cercare di garantire che i governi non solo pongano dietro lo sport il loro peso morale, ma anche un sostegno finanziario molto maggiore che in precedenza. Secondo me, la salute della futura generazione, la sua salute fisica ed emotiva, la sua capacità di lavorare, il senso di benessere, se preferite, è una questione strategica, e accolgo pertanto con favore il Libro bianco sullo sport e il fatto che il Trattato di Lisbona si occupi in modo rilevante della questione. Non dimentichiamo che lo sport è un importante strumento educativo; è importante per la coesione sociale e per il mantenimento della salute, e contribuisce alla nostra qualità della vita. Tuttavia, in questo caso, l’importo speso per lo sport, appena lo 0,5% in alcuni paesi, è del tutto sproporzionato al significato dello sport quale fenomeno sociale. Auspico sinceramente che il piano d’azione “Pierre de Coubertin”, che fa parte del Libro bianco, venga preso in seria considerazione dagli Stati membri e che la Commissione fornisca la guida necessaria e, ove appropriato, l’assistenza economica dai fondi di sviluppo a sua disposizione. Mi auguro inoltre che d’ora in avanti nessuno in Europa potrà dire che non sa in realtà che cosa intendiamo dire quando parliamo di sport, poiché il Libro bianco fornisce linee guida eccellenti su questo punto per tutti i governi e i ministri dello Sport. Come leader sportivo, io stesso sono soddisfatto che il documento faccia riferimento anche all’autonomia, alla capacità di autoregolamentazione e alla specificità delle organizzazioni sportive. Mi congratulo con il mio amico onorevole Mavrommatis. Grazie.

 
  
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  Hannu Takkula, a nome del gruppo ALDE. (FI) Signor Presidente, desidero innanzi tutto ringraziare il relatore, l’onorevole Mavrommatis, per il suo eccellente lavoro e impegno sulla presente relazione.

Per iniziare, vorrei dire che ritengo sia molto importante che, nel corso della fase di attuazione del Libro bianco, le politiche sullo sport come interesse generale, non a scopo di lucro, e le attività di volontariato, rimangano prioritarie in Europa. È inoltre essenziale che attraverso questo documento siamo in grado di affermare di avere rispetto per la specificità dello sport, l’autoregolamentazione e il dialogo strutturato, e quindi intendiamo elaborare linee guida per l’applicazione del diritto comunitario nello sport.

Inoltre, esiste un collegamento fondamentale tra lo sport, l’esercizio e la salute pubblica. I problemi attuali che abbiamo in Europa che stiamo cercando di controllare sono la sindrome metabolica, il diabete di tipo 2 e l’obesità. L’esercizio salutare ci consente di prevenire questi problemi nel miglior modo possibile.

In secondo luogo, dobbiamo comprendere che è importante per la politica europea dello sport per tutti mantenere i sistemi nazionali di scommesse. Devono essere conservati perché hanno creato un’opportunità unica di finanziare lo sport amatoriale, nonché la cultura, la scienza e la ricerca. Altri settori sociali hanno quindi tratto vantaggio dallo sport. Questo deve essere preso in considerazione in futuro.

In terzo luogo, vorrei affermare che lo sport acquisirà una base giuridica maggiormente solida in virtù del Trattato di Lisbona. Ci dobbiamo preparare anche per questa nuova situazione, con un programma pilota e titoli di bilancio per il 2009 da pianificare adesso. Dobbiamo trasformare le parole in fatti, il che vale anche per lo sport.

Possiamo realizzare molto nel complesso con il presente documento. Vorrei ringraziare ancora una volta il Commissario Figel’ e, in particolare, quel grande uomo di sport, l’onorevole Mavrommatis, che ha svolto un lavoro pioneristico inteso a promuovere il nuovo progresso dello sport nel contesto della cultura e della società europee.

 
  
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  Zdzisław Zbigniew Podkański, a nome del gruppo UEN. (PL) Signor Presidente, lo sviluppo dello sport e il sostegno per le sue diverse sfaccettature viene giustamente considerato uno degli obiettivi strategici della Comunità europea.

La relazione si occupa di alcune questioni molto importanti relative alla regolamentazione dell’organizzazione dello sport, e sottolinea la sua dimensione economica. Mi fa molto piacere rilevare inoltre il risalto conferito al cosiddetto sport per tutti. Sostenere questa idea è particolarmente importante, in quanto a un’ampia proporzione di società sportive a livello dei club e delle associazioni non è garantito un profitto finanziario. Per questo motivo sono di fatto in pericolo di estinzione poiché il mercato è diventato molto commercializzato. Il riconoscimento dell’importanza dello sport amatoriale è quindi in linea con l’idea dell’avvicinare lo sport ai cittadini.

La relazione richiama correttamente l’attenzione sui fenomeni negativi nel mondo dello sport. Mi riferisco per esempio al doping e allo sfruttamento degli sportivi. Persino i giovani sportivi all’inizio delle loro carriere sono a rischio, e la loro tutela è una questione prioritaria. Da qui le disposizioni restrittive per quanto riguarda il trasferimento dei giovani sportivi e l’approvazione dei principi relativi alla firma del primo contratto con il club che ha formato il giovane in questione. Questo è un passo nella giusta direzione, poiché sta riunendo le forze per la lotta al doping e coordinando le attività a livello internazionale. È inoltre essenziale garantire agli sportivi professionisti gli stessi diritti dei lavoratori stipendiati. Infine, vorrei congratularmi con l’onorevole Mavrommatis per aver elaborato una buona relazione.

 
  
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  Jean-Luc Bennahmias, a nome del gruppo Verts/ALE. (FR) Signor Presidente, il Libro bianco sullo sport, seguito alla relazione di iniziativa sul futuro del calcio professionistico, nota come relazione Belet, è un documento significativo e necessario. Era giunto il momento per il Parlamento europeo e la Commissione europea di affrontare la questione dello sport. Tuttavia, le buone intenzioni non sono sufficienti per occuparsi dei flagelli e dei problemi che minacciano i nostri sport. Di fronte a mali come il razzismo, i gruppi in stile mafioso, la violenza all’interno e all’esterno delle strutture sportive, il doping e l’acquisto di giovani giocatori disponibili dall’Africa o da altri paesi, occorre agire!

Considerate le difficoltà quali la gestione di ingenti somme di denaro, in particolare nel calcio ma anche in altri sport, l’esistenza di agenti di tutti i tipi (per i giocatori, i club, gli allenatori), le imposizioni delle categorie, la liberalizzazione delle scommesse, abbiamo bisogno di direttive chiare che consentano la continuità e lo sviluppo di leghe e federazioni sportive europee a livello amatoriale e professionistico.

Lo sport, l’economia, la finanza, l’occupazione, la diplomazia: oggi sono tutti strettamente connessi. Gli atleti non dovrebbero pagarne il prezzo sebbene siano anche loro cittadini che possono e devono agire in piena coscienza. Spetta ai politici assumersi le loro responsabilità. L’Unione europea dovrà farlo ai giochi olimpici in Cina al fine di ribadire che il rispetto per le culture, le credenze religiose locali e la democrazia è essenziale e non negoziabile.

Voteremo a favore della relazione dell’onorevole Mavrommatis sul Libro bianco sullo sport poiché è un’eccellente relazione.

 
  
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  Věra Flasarová, a nome del gruppo GUE/NGL. – (CS) La fiamma olimpica sta attualmente viaggiando attraverso i continenti del mondo, ricordandoci il messaggio dello sport, per il quale siamo in debito con i greci. Sono stati certamente i primi a capire il ruolo purificatore che lo sport può svolgere nella cultura umana. Lo sport ci insegna che le persone possono competere tra loro senza provocare dolore, offese o persino la morte; lo sport ci insegna il fair play e offre a tutti le stesse opportunità e gli stessi diritti. Tuttavia, i tempi moderni hanno trasformato lo sport in business, un ambiente pervaso da influenze negative in cui ci imbattiamo già quasi dappertutto: denaro, corruzione, lobbismo, pregiudizio razziale nonché il nuovo fenomeno delle diverse sostanze che migliorano le prestazioni, fattori che danneggiano l’integrità dello sport e riducono il potenziale positivo che quest’ultimo ha nella crescita dei giovani o nell’abbattimento delle barriere tra persone e razze.

Accolgo pertanto con favore il lavoro della Commissione sul Libro bianco sullo sport e apprezzo la relazione dell’onorevole Mavrommatis. Entrambi i documenti avvertono della necessità di proteggere lo sport quale valore culturale. Desidero inoltre sottolineare io stessa ancora di più la necessità di sostenere lo sport anche a livello amatoriale, di creare le condizioni necessarie alle persone per partecipare ad attività sportive ricreative, il che non è semplice, in particolar modo nelle grandi conurbazioni, nonché di renderle finanziariamente accessibili, che costituisce un fattore limitante per coloro che sono svantaggiati socialmente. Lo sport offre ai bambini e ai giovani un modo alternativo di impiegare il loro tempo libero e di essere attivi. Può servire a tutte le generazioni nello stesso spirito, pertanto non dovremmo dimenticare i cittadini anziani e anzi cercare altri modi per consentire loro di partecipare ad attività sportive. Lo sport è un mezzo per migliorare la condizione fisica, ma ovviamente influenza anche la psiche umana. Lo sport professionistico è solo il vertice di una piramide alla cui base deve essere creata dall’attività sportiva che coinvolge il maggior numero possibile di persone sul nostro pianeta.

 
  
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  Thomas Wise, a nome del gruppo IND/DEM. (EN) Signor Presidente, non vi sorprenderà, ma io non accolgo positivamente le conclusioni della presente relazione. Il fatto che dichiari “Lo sport è attualmente soggetto, come è opportuno, all’applicazione dell’acquis comunitario” sfida apertamente tutte le attuali evidenze. Ignora la maggior parte delle lamentele pubbliche degli organi sportivi in Europa: le sentenze Bosman e Kolpak hanno lasciato quindi nell’impossibilità di promuovere lo sviluppo del talento sportivo locale. Quale conseguenza diretta, le squadre nazionali hanno prestazioni ridotte sulla scena internazionale.

Persino il presidente della FIFA, Sepp Blatter, ritiene che le regole debbano essere cambiate. Ma se gli organi sportivi hanno pensato che la situazione attuale fosse negativa, il Trattato di Lisbona peggiorerà addirittura le cose fornendo alla Commissione le parti di trattato di cui necessitava per iniziare a interferire, mi scuso, legiferare, sullo sport in modo diretto.

Il rifiuto del governo del Regno Unito di onorare la sua promessa di indire un referendum sul Trattato significa che non abbiamo l’opportunità di salvare lo sport britannico dall’imminente destino dell’ingerenza della Commissione. Forse il voto in Irlanda ci salverà tutti.

 
  
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  Slavi Binev (NI). – (BG) Signor Presidente, onorevoli colleghi, chi mi conosce può dichiarare con assoluta certezza che lo sport, e tutto ciò che è connesso all’educazione fisica, è per me uno stile di vita. Approvo la pubblicazione del Libro bianco sullo sport con la speranza che fornirà le basi per una politica futura coerente. Ritengo che quando parliamo di una politica europea in questo campo, dovremmo pensare, innanzi tutto e in primo luogo, ai nostri bambini, la loro salute, il futuro e l’integrazione sociale.

L’incoraggiamento dello sport nelle norme in materia di istruzione è un fattore importante per lo sviluppo psicologico e fisico dei nostri figli, un importante strumento per la protezione della loro salute. L’adozione del Libro bianco e l’istituzione di una struttura integrata a livello europeo intesi a sviluppare, promuovere e attuare le politiche comuni in ogni tipo di sport, da quello per i più giovani fino allo sport professionistico, senza dimenticare, ovviamente, i disabili, offriranno a tutti i cittadini le occasioni di partecipazione e coinvolgimento personale nella comunità e contribuiranno all’incoraggiamento del dialogo interculturale.

 
  
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  Ivo Belet (PPE-DE). – (NL) Quello che avrebbe dovuto essere un momento memorabile in quest’Aula questa mattina, ossia l’approvazione della relazione sul Libro bianco, è stato oscurato dalla tragica morte di uno dei migliori calciatori del Belgio, François Sterckele, che questa mattina è stato coinvolto in un incidente stradale. Desidero esprimere le mie sincere condoglianze alla famiglia e agli amici di François Sterckele nonché ai sostenitori della squadra del Bruges.

Come giovane calciatore e giovane talento, onorevoli colleghi, Sterckele aveva tutte le possibilità nei diversi club del Belgio, in cui alla fine si è trasformato nel capocannoniere del campionato belga. È un’eccellente dimostrazione del fatto che investire nei giovani talenti, nei nostri talenti, procura davvero vantaggi. È esattamente questo, onorevoli colleghi, ciò che sosteniamo attraverso la presente relazione. Per questo motivo, sosteniamo anche i regolamenti sui giocatori formati sul posto, come quelli applicati dall’UEFA. Apprezziamo anche che la Commissione europea sia pronta a sostenere la formazione dei giovani calciatori.

Inoltre, desidero consigliarvi di leggere la relazione annuale della Deutsche Bundesliga, che è stata appena pubblicata. La lega tedesca è, secondo me e secondo molti altri, un modello di comportamento per l’Europa. Ecco un paio di esempi: ha regolamenti in materia di licenze molto severi, investe molto nei suoi talenti e ha norme chiare intese a evitare che i club tedeschi vengano liquidati a investitori che non hanno alcuna relazione con il club o con i suoi sostenitori.

L’iniziativa congiunta dei due rappresentati del Consiglio, i ministri dello Sport francese e olandese, è una risposta perfetta. Pertanto, ci aspettiamo che in autunno la Presidenza francese si impegnerà al fine di introdurre misure che garantiscano il futuro dello sport professionistico e amatoriale in Europa.

 
  
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  Emine Bozkurt (PSE). – (NL) Desidero innanzi tutto cominciare ringraziando l’onorevole Mavrommatis per la sua eccezionale relazione e cooperazione eccellente. Un momento fa ho parlato in qualità di relatrice per parere della commissione per l’occupazione e gli affari sociali, e adesso parlo come relatrice ombra per la stampa.

Desidero sottolineare tre punti, ossia l’importanza di direttive chiare, l’importanza delle scommesse e dei giocatori formati sul posto. Prima di tutto, vorrei che esaminassimo gli aspetti specifici dello sport e delle organizzazioni sportive che richiedono linee guida chiare, in cui si applichi la normativa europea. Ritengo che dobbiamo quindi fornire una risposta anziché il nostro approccio caso per caso, sinora preoccupato.

In secondo luogo, consideriamo i giocatori formati sul posto. Dobbiamo garantire che i giovani giocatori professionisti vengano tutelati e formati in un’atmosfera di stabilità. Per questo motivo sosteniamo la cosiddetta norma per i giocatori formati sul posto affinché i giovani vengano formati da un club e firmino il loro primo contratto con lo stesso club. In questo modo, avverrà naturalmente che molti giocatori nazionali possano giocare in un club, senza che li discriminiamo sulla base della nazionalità, che non è l’obiettivo. Dobbiamo rispettare la libera circolazione dei giocatori, un principio importante per noi. Ragion per cui non siamo in disaccordo con la regola del cosiddetto “6+5” della FIFA.

Infine, torniamo alle lotterie. Le lotterie nazionali hanno una funzione importante. Si potrebbe dire che svolgono un servizio pubblico, in quanto sostengono molte organizzazioni sociali, tra cui le strutture sportive. Liberalizzare il mercato ha un impatto positivo, e pertanto prima che venga presa ogni iniziativa, devono essere valutati attentamente il suo impatto e le alternative realizzabili.

 
  
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  Ramona Nicole Mănescu (ALDE). – (RO) Signor Presidente, mi congratulo con l’onorevole Mavrommatis per la sua relazione.

L’iniziativa di un Libro bianco sullo sport non solo è opportuna, ma anche necessaria. Tenendo in considerazione il gran numero di lavoratori nel mondo dello sport, nonché i proventi che lo sport genera, dovremmo prestare maggiore attenzione al modo in cui il diritto del lavoro viene applicato in quest’ambito; spesso, le prestazioni si raggiungono in giovane età, ma è soltanto di poco lontano dallo sfruttamento dei minori.

Dovremmo garantire che i profitti derivanti dalle attività sportive vengano ottenuti in modo legale e tassati in conformità della normativa.

La violenza nello sport costituisce un altro problema. Ogni anno si perdono vite umane negli scontri tra sostenitori. Da un lato, le forze di polizia e i club dovrebbero cooperare al fine di garantire un ambiente confortevole e sicuro nel corso delle manifestazioni sportive e, dall’altra parte, il sistema giuridico dovrebbe irrigidire le sanzioni per gli atti violenti correlati agli eventi sportivi.

In conclusione, signor Presidente, ritengo che la relazione dell’onorevole Mavrommatis dimostri che, a livello europeo, necessitiamo di una politica coerente e azioni concrete al fine di dare il buon esempio e rendere lo sport più efficiente e auspico che assisteremo a maggiori iniziative su tale aspetto.

 
  
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  Sebastiano (Nello) Musumeci (UEN) . Signor Presidente, onorevoli colleghi, l’inserimento del nuovo articolo 149 nel trattato di Lisbona sancisce il riconoscimento dell’importante ruolo economico e sociale svolto dallo sport. La dettagliata relazione del collega Manolis Mavrommatis mette in risalto i numerosi settori interessati dallo sport e mi vorrei soffermare in particolare su alcuni.

Innanzitutto il rapporto tra sport e salute: benché sia noto ormai a tutti che l’attività fisica è essenziale per mantenersi in buono stato, si riscontra in alcuni paesi membri dell’Unione europea una preoccupante tendenza a ridurre il numero delle ore dedicate allo sport nelle scuole. Questo fatto, combinato con una cattiva alimentazione, crea un esercito di piccoli obesi, con possibili negative ripercussioni sulla loro condizione fisica.

Lo sport come modo originale e divertente per apprendere una lingua: già agli inizi degli anni ’70 mi era nota l’efficiente organizzazione e diffusione in Gran Bretagna di vacanze studio per l’apprendimento della lingua di Shakespeare attraverso la pratica di varie discipline sportive. Lo sport dovrebbe sostenere la fratellanza dei popoli, purtroppo non è sempre così: assistiamo regolarmente a scene di inqualificabile violenza negli stadi e fuori dagli stadi, specialmente per quanto riguarda il calcio.

Lo sport amatoriale e professionale, lo sport incontaminato e non inquinato, lo sport come strumento di formazione della persona, come strumento di coesione e di solidarietà tra i popoli: in Europa siamo ancora lontani, signor Presidente, da standard soddisfacenti e la responsabilità è tutta della politica! Resta l’auspicio che il Libro bianco sullo sport sia una puntuale denuncia destinata ad operare una decisa inversione di tendenza per recuperare troppa insensibilità e troppe colpevoli omissioni.

 
  
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  Doris Pack (PPE-DE). – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei iniziare congratulandomi con l’onorevole Mavrommatis per la sua valida relazione e la sua eccellente cooperazione con tutti gli onorevoli colleghi interessati nella questione, e ce ne sono stati molti. Lo sport svolge un ruolo più importante rispetto a quello riconosciutogli in precedenza nella Commissione e nel Consiglio.

Dal mio punto di vista, il presente Libro bianco e la relazione sono una buona base per lo sviluppo di tutte le attività e le politiche future nel campo dello sport, in particolare giacché il Trattato di Lisbona finalmente fornisce la base giuridica che merita. Il Libro bianco e la presente relazione tentano di raggiungere un equilibrio tra gli interessi in competizione, i diversi tipi di sport, amatoriale o professionistico, tra le caratteristiche specifiche dello sport e i requisiti del diritto comunitario, tra gli interessi sociali e culturali, economici e finanziari, e tra profitto e partecipazione volontaria in questi settori.

Ritengo pertanto che tale tentativo meriti il nostro sincero riconoscimento. Offre l’opportunità di promuovere e coltivare il modello di sport europeo. Preserva quindi le caratteristiche specifiche delle nostre organizzazioni sportive che, dopotutto, funzionano ampiamente su una base autonoma e intendono continuare in questo modo, in particolare poiché tendono ad essere altamente dipendenti dall’apporto dei volontari.

In secondo luogo, dobbiamo cercare di sostenere e promuovere l’attuazione dei meccanismi di autoregolamentazione a livello nazionale e europeo. Ricordo il paragrafo 16 che ritengo essere estremamente importante.

In terzo luogo, la relazione offre maggiore certezza giuridica per quanto riguarda l’applicazione della normativa comunitaria allo sport. In quarto luogo, il ruolo dello sport nell’istruzione è una questione che è stata spesso citata, e vorrei ricordarvi la mia relazione sull’argomento datata 2004.

In quinto luogo, la relazione discute aspetti economici, tra cui il requisito di impegno finanziario, in particolare attraverso le lotterie, che non è stato ancora regolamentato in quest’Aula per i diversi sport.

Dieci anni fa, nella mia relazione sul ruolo dell’Unione europea nel campo dello sport, abbiamo chiesto un Libro bianco, e sono lieta che oggi siamo in grado di votare su di esso.

 
  
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  Christa Prets (PSE). – (DE) Signor Presidente, da molto tempo viene chiesto alle organizzazioni sportive di conferire maggiore significato e, ovviamente, maggiore visibilità allo sport di quanto non sia stato sinora, e oggi stiamo agendo in base a questa richiesta. Ci si concentrerà ancor più nel dettaglio nel Trattato di Lisbona.

I molti aspetti dello sport (il suo contributo alla società, il suo ruolo nello sviluppo e nella soddisfazione personale nonché nella promozione dell’integrazione sociale) sono già stati sottolineati. Lo sport è inoltre un fattore molto importante nella promozione della salute, motivo per cui vale la pena di investire su una base più ampia nello sport, e in particolare nell’educazione fisica nelle scuole. Questo è un investimento che apporterà realmente vantaggi.

Ci appelliamo pertanto a tutti i ministri dell’Istruzione degli Stati membri affinché introducano un requisito di almeno tre ore settimanali di educazione fisica nelle scuole. Questo è il minimo, altrimenti non ha molto senso. Esistono 700 000 club e associazioni che stanno apportando un contributo inestimabile alle nostre società, è questo è il motivo per cui mi oppongo alla possibile liberalizzazione delle scommesse e alle lotterie, il 10 per cento delle imposte da esse derivanti è destinato a questa industria e agli sport, le arti e le strutture sociali, e in assenza di questo finanziamento tali organizzazioni non potrebbero sopravvivere. Chiederei a tutti voi di non dimenticarlo.

L’importante dimensione economica dello sport emerge dalle statistiche: lo sport ha generato valore aggiunto per 407 miliardi di euro nel 2004 e creato 15 milioni di posti di lavoro; ci sono anche altri dati a prova della mia affermazione. Ciò significa che le norme sono necessarie. Dobbiamo raggiungere un attento equilibrio tra gli aspetti economici dello sport, la trasparenza, la vendita dei club e le licenze, come ha appena sottolineato l’onorevole Belet. Su questo punto, abbiamo bisogno di norme che siano eque, affinché il “fair play” abbia un significato autentico e pratico.

Occorre garantire che vi sia una ridistribuzione adeguata tra i piccoli e i grandi club, affinché possiamo sviluppare la prossima generazione di uomini e donne sportivi. Dal mio punto di vista, dovrebbe esserci un equilibrio più equo nei media. Esiste in realtà maggiormente per lo sport che per il calcio. Tuttavia, vorrei estendere un caloroso invito a tutti a partecipare agli europei 2008 a Vienna. È un’importante manifestazione sportiva alla quale certamente assisterò.

 
  
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  Sharon Bowles (ALDE). – (EN) Signor Presidente, nello sport non dobbiamo consentire che le buone intenzioni portino conseguenze indesiderate. Non si possono sempre applicare le norme economiche in materia di concorrenza. La vendita collettiva dei diritti televisivi è l’ancora di salvataggio finanziaria per molti club che altrimenti verrebbero inglobati da quelli maggiori. In un mondo utopistico potremmo guardare tutto e non pagare mai, ma nel mondo reale ciò si tradurrebbe in una scarsa qualità di quello che si guarda.

Il rispetto dei diritti d’autore tutela il reddito e preserva le manifestazioni di alta qualità. Crescenti casi di commercializzazione “imboscata” e circolazione non autorizzata di sintesi sportive danneggiano al pari di qualsiasi pirateria. È inoltre d’obbligo non ostacolare la flessibilità nei mezzi di innalzamento del reddito, circolazione dei giocatori o della loro capacità di scegliere dove firmare il loro primo contratto. Infine, dovremmo attenerci solidamente alla sussidiarietà e mantenere il processo decisionale nell’ambito dell’industria e vicino ai sostenitori.

 
  
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  Ryszard Czarnecki (UEN). – (PL) Signor Presidente, il Libro bianco fa riferimento a problemi esistenti da molto tempo come il doping, nonché a questioni riguardanti le controversie finanziarie tra le società televisive per i diritti di trasmissione, che ovviamente si ripercuotono negativamente sia sui sostenitori che sui telespettatori. Inoltre, il Libro bianco si occupa di un problema molto più serio che costituisce una minaccia crescente allo sport onesto, il calcio. Mi riferisco alle agenzie delle scommesse. Possono benissimo rappresentare la sfida maggiore allo sport contemporaneo. Per fare un esempio, potrei citare l’ultimo scandalo che ha riguardato il campionato nazionale di calcio del paese in cui ci troviamo adesso. Pare che la mafia cinese abbia stabilito i risultati delle partite di calcio belghe. L’imminente liberalizzazione del mercato nei giochi di azzardo, compresi quelli connessi al mondo dello sport, creeranno un’ulteriore tentazione di violare i principi di fair play.

Infine, devo dire che non sono d’accordo con la proposta del Parlamento europeo che si oppone alla posizione della FIFA sul principio di sei giocatori di un determinato paese. La proposta della FIFA è valida. Sarà la salvezza dello sport nazionale.

 
  
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  Tadeusz Zwiefka (PPE-DE). – (PL) Signor Presidente, una delle difficoltà fondamentali che desidero sottolineare è la mancanza di certezza giuridica. La Commissione non ha stabilito chiaramente quali aspetti dell’organizzazione dello sport sono disciplinati dalla normativa comunitaria e quali sono di natura prettamente sportiva e pertanto rientrano nella competenza delle organizzazioni sportive.

Condivido l’opinione del relatore sul fatto che fare affidamento esclusivamente sulla Corte di giustizia europea non fornisce ulteriore chiarezza giuridica. Tantomeno lo fa la posizione della Commissione europea secondo cui la regolamentazione dell’organizzazione dello sport deve conformarsi al Trattato. Non è abbastanza.

Sostengo pertanto la richiesta della Commissione europea di adottare linee guida interpretative che apportino chiarezza e precisione alle operazioni in questo ambito. Dovrebbe essere certamente da sottolineare che qualsiasi iniziativa della Commissione deve rispettare il principio di autoregolamentazione nello sport. Deve inoltre rispettare le strutture del modello sportivo europeo e i principi fondamentali che disciplinano l’organizzazione delle competizioni sportive.

Non concordo con le opinioni di alcune organizzazioni sportive che credono che ci sarebbero molte più controversie dinanzi al giudice a seguito di una sorta di consolidamento o codifica dei principi relativi alle attività sportive oltre il contesto strettamente sportivo, che ovviamente rispettino i principi di autoregolamentazione. Secondo me, è esattamente l’opposto. Una maggiore certezza del diritto può solo essere un vantaggio.

Vorrei chiedere anche alle organizzazioni sportive di accettare il diritto di appello nei tribunali ordinari. Ogni individuo ha il diritto di ricorrere dinanzi al giudice. La competenza dei tribunali di una natura strettamente sportiva non è in questione, ma la restrizione di questi diritti da parte di alcune organizzazioni sportive è inaccettabile.

Infine, vorrei sollevare un altro problema molto importante. Lo sport svolge un ruolo fondamentale nella nostra società. Gli Stati membri dovrebbero pertanto mantenere il diritto di adottare misure intese alla tutela del diritto di informazione e garantire ai telespettatori l’accesso alle trasmissioni televisive dei grandi eventi sportivi. Mi riferisco ai giochi olimpici o alla Coppa del Mondo. Tutti dovrebbero essere in grado di accedere liberamente a queste manifestazioni. Prima di concludere, devo ringraziare l’onorevole Mavrommatis per il suo lavoro eccellente sulla presente relazione.

 
  
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  Richard Corbett (PSE). – (EN) Signor Presidente, lo sport dovrebbe certamente essere gestito dalle stesse autorità sportive ma, poiché è anche un’attività economica, rientra inevitabilmente nell’ambito del diritto del lavoro, della concorrenza, dei diritti d’autore, dei mezzi d’informazione e così via.

Il problema è che queste norme sono spesso state elaborate senza considerare le necessità e i requisiti specifici dello sport. In base ai Trattati attuali, non c’è molto margine per tener conto di queste specifiche necessità. Sono lieto che con il Trattato di Lisbona ci sarà uno spazio maggiore che ci consentirà di derogare, fare eccezioni o interpretare le leggi tenendo conto delle necessità specifiche dello sport.

Non possiamo, per esempio, applicare il diritto in materia di concorrenza nel suo senso puramente economico se ciò distruggerebbe alla fine la competizione in senso sportivo. Non vi è esempio migliore di questo che la vendita collettiva dei diritti televisivi, come viene praticata dalla Premier League inglese, per esempio, con la ridistribuzione a tutti i club. Questo è in contrasto con la Spagna, in cui due club percepiscono più della metà delle entrate televisive solo per loro.

Dovremmo inoltre aspettare che il modello dell’UEFA dei giocatori provenienti dal vivaio sia una risposta proporzionata e accettabile in base al diritto comunitario, a differenza del modello “6+5” della FIFA, cauto come un elefante in un negozio di cristalli.

 
  
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  Grażyna Staniszewska (ALDE). – (PL) Signor Presidente, quale membro della commissione per lo sviluppo regionale, vorrei sottolineare il ruolo delle regioni e del governo locale nello sviluppo dell’infrastruttura sportiva, l’organizzazione di manifestazioni ampiamente accessibili, e la promozione dello sport e di uno stile di vita salutare tra gli abitanti dei comuni locali, ossia tra i cittadini europei.

Desidero inoltre richiamare l’attenzione su una questione correlata all’accesso allo sport per i disabili. Gli Stati membri dovrebbero almeno garantire agli studenti disabili l’accesso alle lezioni di educazione fisica di base. Nel caso in cui sia possibile, questi studenti dovrebbero avere accesso anche a lezioni di livello superiore.

Onorevoli colleghi, si dovrebbe ricordare che lo sport è uno dei metodi più efficaci di raggiungere l’integrazione sociale. Dovrebbe pertanto ricevere un sostegno di gran lunga maggiore dall’Unione europea, per mezzo di programmi speciali, in particolare per gli organizzatori degli eventi sportivi internazionali rivolti ai giovani, tra cui quelli che apportano un contributo particolare all’integrazione coinvolgendo le persone disabili. Lo sport riguarda più della sola attività fisica e della salute. Contribuisce in modo inestimabile allo sviluppo dello spirito di tolleranza, onestà e rispetto dei principi di fair play. Tutto ciò è particolarmente importante per i bambini e i giovani che oggi sono i giovani cittadini dell’Unione europea.

 
  
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  Christopher Heaton-Harris (PPE-DE). – (EN) Signor Presidente, prima di parlare vorrei dichiarare che ho diversi interessi finanziari correlati all’argomento, che sono elencati nella mia dichiarazione disponibile su Internet.

Vorrei inoltre congratularmi con il relatore, l’onorevole Mavrommatis, per il suo interesse e la sua conoscenza dell’argomento, in particolar modo per quanto riguarda il doping nello sport.

Infatti, la prima versione della presente relazione, prima che venissero introdotti gli emendamenti, era probabilmente un documento ottimo sull’argomento che non troverete mai in una simile forma sintetica. Tuttavia, come sempre, le commissioni intervengono a questo punto, e gli emendamenti adottati in sede di commissione per la cultura hanno distrutto quasi tutto il buon lavoro che è stato fatto. Per esempio, la bizzarra richiesta di una forza di polizia europea per lo sport nel paragrafo 59, o la dichiarazione relativa al “doping finanziario” nel paragrafo 16, che si sta ripercuotendo negativamente sugli investimenti privati e in alcuni casi sugli investimenti interni all’Unione europea. La presente relazione guarda purtroppo allo sport attraverso gli occhi del calcio professionistico. Come arbitro di calcio, principalmente a livello amatoriale per gli ultimi 28 anni, posso dirvi che la relazione non fa assolutamente nulla al fine di affrontare i problemi del calcio amatoriale, eccetto lo sport amatoriale in generale.

Quest’Assemblea dichiara che non stiamo cercando di influenzare le decisioni degli organismi governativi, ma già nella discussione odierna assistiamo a un attacco contro l’idea del “6+5” della FIFA. Gli organi di governo dovrebbero fare attenzione. Dare la priorità dello sport all’Unione europea non è una cosa positiva.

Per quanto riguarda le scommesse sportive, abbiamo ascoltato molte opinioni al riguardo. Impiegare la presente relazione per cercare di chiudere la discussione sulla liberalizzazione delle scommesse e del mercato delle lotterie è semplicemente errato. La presente discussione dovrebbe andare in una direzione diversa e provenire da una commissione diversa. Coloro che ne parlano dovrebbero solo osservare quanto sta accadendo in Italia, in cui la graduale liberalizzazione del mercato ha aumentato la quantità di risorse disponibili per tutti.

Abbiamo parlato di vendita collettiva dei diritti televisivi, alla quale sono favorevole poiché ha funzionato nel Regno Unito, ma credo fermamente nella sussidiarietà e di certo questo dovrebbe essere lasciato agli Stati membri.

Ci sono molti aspetti positivi di questo Libro bianco sullo sport, anche se vengono poco citati i movimenti dei giochi olimpici e paraolimpici. Tuttavia, nel complesso, la presente relazione è un insulto agli elettori irlandesi parlando del Trattato di Lisbona come se fosse già in vigore e il loro voto non contasse. Pertanto, la delegazione dei conservatori britannici dovrà alla fine votare contro.

 
  
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  Donato Tommaso Veraldi (ALDE). – Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei ringraziare il relatore per l’ottimo lavoro svolto su una relazione il cui obiettivo è di dare un orientamento strategico sul ruolo dello sport nell’Unione europea.

Lo sport è un fenomeno sociale che ha sempre generato valori come la solidarietà, lo spirito di squadra, l’identità – come afferma la stessa dichiarazione sull’importanza totale dello sport allegata al trattato di Amsterdam. L’attività sportiva aiuta a sviluppare le capacità fisiche, intellettuali e sociali, per questo lo sport dovrebbe essere praticato sia nell’ambito del sistema educativo che negli altri aspetti della vita sociale.

Un punto da non sottovalutare è la pratica dello sport a favore dei disabili: tutti gli Stati membri, gli enti locali e regionali e le organizzazioni sportive dovrebbero garantire e facilitare l’accesso ai disabili agli impianti sportivi. Nella società contemporanea lo sport deve far fronte a nuove minacce come lo sfruttamento dei giovani giocatori, il doping, il razzismo, la violenza e il riciclaggio del denaro. Il problema della violenza non riguarda solo l’interno, ma anche l’esterno dello stadio.

Mi compiaccio con la Commissione per l’impegno volto a prevenire i disordini facilitando il dialogo con gli Stati membri, le organizzazioni internazionali, quelle sportive e le forze dell’ordine. È importante sottolineare anche il lato economico dello sport. I regimi fiscali discriminatori applicati negli Stati membri a favore dei giocatori possono avere effetti distorsivi sulla concorrenza. È necessario dunque adottare delle norme per assicurare un equilibrio competitivo tra le società sportive.

 
  
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  Christofer Fjellner (PPE-DE). – (SV) Signor Presidente, possiamo solo essere d’accorso con l’elogio dello sport nella relazione. Lo sport significa molto per la società, e crea tanti valori importanti ai quali difficilmente potrò fare giustizia in soli due minuti. Contribuisce inoltre a unire l’Europa. Tuttavia, solo perché qualcosa è importante, non significa che sia politica, e solo perché qualcosa contribuisce a unire l’Europa, non è una responsabilità primaria dell’Unione europea.

È qualcosa che credo si sia perso in questa discussione, non ultimo se le persone dichiarano che a livello comunitario si dovrebbero intraprendere maggiori iniziative correlate allo sport. Non è quello che penso. Pertanto, non credo che abbiamo bisogno di una polizia speciale europea per le scommesse. Non credo che gli agenti sportivi guadagnino troppo, e che ci dovrebbe essere per noi motivo di creare una formazione speciale per gli agenti sportivi. Tantomeno, dovremmo distribuire le entrate tra i club di successo e quelli di meno successo. Cercare di limitare ciò che la relazione chiama programmi sovraccarichi per gli atleti non indurrà loro con tutta probabilità a resistere al doping.

Tuttavia, dobbiamo esaminare un certo numero di false affermazioni formulate riguardo al mercato delle scommesse in Europa. Non vi è un collegamento tra gli attori privati nel mercato delle scommesse e le partite truccate. Al contrario, uno dei maggiori scandali cui abbiamo assistito in Europa riguardava i paesi con monopoli. Non vi è alcun collegamento tra i monopoli delle scommesse e la politica che limita le scommesse. Al contrario, molti dei monopoli di Stato negli Stati membri sono tra i maggiori pubblicitari. Non sono i paesi con concorrenza che hanno un mercato delle scommesse deregolamentato. Al contrario, in molti paesi con monopoli i servizi delle scommesse sono i più scarsamente regolamentati e tali monopoli sono quelli che possono più spesso fare quello che vogliono.

Non dovremmo cercare attraverso asserzioni false di mantenere l’Unione europea al di fuori di un ambito in cui in realtà ha un importante ruolo da svolgere. Disponiamo della libera circolazione dei servizi in Europa, che certamente si dovrebbe applicare ai servizi delle scommesse. I dati falsi degli Stati membri relativi alla dipendenza dalle scommesse, spesso celano del puro protezionismo nonché la protezione delle loro entrate dai monopoli delle scommesse. Infatti, tutta questa ipocrisia sulla politica in materia di scommesse dimostra semplicemente che sono i ministri dell’Economia degli Stati membri che subiscono il peggior tipo di dipendenza dalle scommesse. Questo è il motivo per cui noi conservatori svedesi trovino molto difficile sostenere gran parte della presente relazione.

 
  
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  Presidente. − Ho ricevuto al momento undici richieste di intervento, che quindi non potranno essere esaudite. Ricordo ai deputati che non prenderanno la parola nella discussione, che possono presentare una dichiarazione scritta che non superi le 200 parole, e che sarà allegata al resoconto integrale della discussione o fare dichiarazioni di voto al termine degli interventi.

 
  
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  Mihaela Popa (PPE-DE). – (RO) Signor Presidente, onorevoli colleghi, desidero congratularmi con il collega onorevole Mavrommatis e, al contempo, ringraziarlo per la cooperazione in quanto ho proposto molti emendamenti alla presente relazione.

Ritengo essenziale introdurre il libero accesso agli eventi sportivi per i giovani di età inferiore ai 14 anni, creare campionati europei a livello scolastico e universitario, nonché una “Giornata europea senza additivi alimentari”. È fondamentale adattare le infrastrutture sportive e scolastiche alle necessità dei disabili, introdurre assicurazioni mediche obbligatorie per gli atleti dalle elevate prestazioni, ed elaborare progetti europei per la prevenzione della violenza sui campi sportivi. È essenziale creare progetti europei delineati per studenti con speciali qualità fisiche.

In conclusione, desidero esprimere la mia convinzione che, attraverso l’adozione del Libro bianco sullo sport, contribuiremo alla promozione di una società europea più sana e valida.

 
  
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  Costas Botopoulos (PSE). – (EL) Signor Presidente, per tutta la mia vita ho amato completamente lo sport, sia come partecipante che come spettatore. Di certo dovrei aggiungere che per anni io e il mio collega e amico onorevole Mavrommatis scrivevamo articoli sportivi per lo stesso giornale.

Tuttavia, sono scarsamente ottimista dopo la discussione odierna. Qualsiasi cosa facciamo, e comunque tentiamo di riordinare tali questioni, gli avvenimenti stessi dimostrano che la situazione è abbastanza disastrosa.

Il doping è un problema quotidiano e si sono verificati decessi. La commercializzazione dello sport è stata portata agli estremi. A causa del successo dello sport ci si interessa alle manifestazioni sportive su ampia scala, e ciò ha condotto alla corruzione. Nello sport, la televisione regna sovrana.

Ritengo pertanto che un gesto simbolico sia davvero importante. Tenuto conto dei problemi con i giochi olimpici, penso che dovremo considerare l’eventualità di riportare i giochi in Grecia in modo permanente.

 
  
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  Toomas Savi (ALDE). – (EN) Signor Presidente, in qualità di presidente dell’Associazione estone per lo sci, concordo con la preoccupazione citata nella relazione riguardo a un numero ridotto di ore nella scuola primaria e secondaria per l’educazione fisica. Quest’ultima aiuta gli studenti a sviluppare l’abitudine di perseguire uno stile di vita salutare. È una grande sfida per molte persone coinvolte nello sport accrescere il loro interesse nelle attività sportive.

Per esempio, l’Associazione estone per lo sci ha creato un sistema annuale di partecipazione di bambini e non professionisti, ma è stata un’impresa piuttosto costosa. A questo proposito, vorrei precisare che i finanziamenti delle attività sportive traggono enorme vantaggio dalle scommesse. Molti sport sono sovvenzionati dalle entrate delle lotterie statali e delle scommesse legali. Ritengo dovremmo trovare fonti alternative di sostegno finanziario se non impieghiamo quelle risorse.

 
  
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  Antonio De Blasio (PPE-DE). – (HU) La ringrazio, signor Presidente. Vorrei congratularmi con il relatore per aver elaborato la presente relazione. Abbiamo ascoltato molte affermazioni oggi in quest’Aula, ma vorrei richiamare la vostra attenzione su alcuni aspetti in particolare. L’obesità sta diventando endemica, e il nostro stile di vita largamente sedentario non ha poca responsabilità per questo. La situazione potrebbe quindi essere migliorata, come ha affermato anche il precedente oratore, rendendo obbligatorie le lezioni quotidiane di educazione fisica negli Stati membri, dalla scuola primaria all’istruzione universitaria. Tuttavia, affinché questo accada occorrono strutture nonché la modifica del programma. Per quanto riguarda le strutture, la situazione potrebbe essere migliorata se il governo fosse intenzionato ad assumere un ruolo maggiore, poiché almeno la metà delle entrate provenienti dagli sport, stimate per circa il 4 per cento del prodotto interno lordo dell’Unione europea, dovrebbe essere reinvestito al fine di cambiare la situazione in modo significativo. Raccomando ovviamente di farlo. Auspico che il Libro bianco migliori la situazione. Grazie dell’attenzione.

 
  
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  Vladimír Špidla, Membro della Commissione. − (CS) Poiché la votazione avrà inizio tra pochi minuti, non posso parlare a lungo. Tuttavia, vorrei dire qualcosa e rispondere ad alcune domande. A mio parere, dal dibattito emerge quale complicato fenomeno rappresenti lo sport nella vita della società moderna. L’altro punto che mi fa piacere sottolineare è che, a seguito della votazione sulla relazione dell’onorevole Mavrommatis, avremo una base molto solida per la futura e coerente politica europea sullo sport: una base fondata sul Libro bianco e la relazione del Parlamento.

Incomprensibilmente, la discussione ha rivelato un’intera serie di pensieri, dei quali sarà necessario tener conto e sui quali cominciare a lavorare nel prossimo futuro. Vorrei solo sottolineare quanto ho ascoltato in quest’Aula e ciò che penso sia di importanza particolare. Uno dei problemi, di cui in realtà si occupa il Libro bianco, è l’istruzione degli sportivi, in particolare dei giovani, al fine di prevenire la situazione che è stata descritta, in cui le loro carriere finiscono ma non hanno ancora costruito un adeguato futuro a lungo termine. È ugualmente importante affrontare i problemi del traffico di esseri umani o il rischio di traffico in alcuni casi nello sport. Analogamente, la Commissione deve impegnarsi sulla proprietà intellettuale, relativamente soprattutto in relazione a Internet, che in fin dei conti è di sua competenza; tuttavia, poiché ritengo che in realtà l’atmosfera non è propensa ai discorsi lunghi, dovrò solo rispondere alle domande che sono state poste.

Primo, è stato domandato delle cosiddette “linee guida”. La Commissione è del parere che ancora non sia il momento giusto per la loro formulazione; tuttavia, l’Esecutivo ritiene che debba essere prestata attenzione al problema. Per quanto riguarda le altre questioni, vorrei citare quella sulle lotterie, cui spesso è stato fatto riferimento. A questo proposito, vorrei dichiarare che le lotterie non rientrano nella direttiva sui servizi; di conseguenza, non sono soggette al diritto comunitario ed è necessario prendere una decisione su ogni singolo caso. Un altro aspetto importante è stato la vendita collettiva dei diritti di trasmissione per i programmi televisivi. La Commissione ritiene che si troverà una soluzione ovunque vi sia un elemento significativo di solidarietà, come affermato. Ritengo di aver toccato molto rapidamente la maggior parte delle domande poste. In caso contrario, è ovviamente solo un passo, sebbene importante, compiuto dalla Commissione assieme al Parlamento.

 
  
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  Manolis Mavrommatis, relatore. − (EL) Signor Presidente, mi consenta di ringraziare ancora una volta tutti i deputati che sono intervenuti qui oggi e tutti coloro che hanno presentato emendamenti alla relazione sul Libro bianco sullo sport.

È stato presentato un totale di 520 emendamenti nelle otto commissioni. Ho mirato per quanto possibile a soluzioni concilianti, è questo è adesso stato realizzato. Il semplice fatto che tali emendamenti sono stati presentati e votati dalle otto commissioni dimostra quanto sia importante in realtà la presente relazione. Certamente, mostra anche il significato del testo che deve essere integrato nel Trattato di riforma.

Questo è un importante primo passo per lo sport e per l’Unione europea. Può essere realizzato molto attraverso la nostra cooperazione e assistenza comune.

 
  
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  Martin Schulz (PSE). – (DE) Signor Presidente, non sono sicuro sulla base di quale regola dovrei intervenire in questo momento, ma lo farò comunque. Le chiederei di informare l’ufficio che, almeno per quanto mi riguarda, ma sono sicuro di parlare a nome di tutti i presidenti dei gruppi politici in Parlamento, l’atmosfera attuale in Aula non è del tutto accettabile. Non possiamo neanche ascoltare le persone con le cuffie, c’è troppo rumore; è piuttosto spiacevole.

Gran parte dell’intervento del Commissario Špidla e delle osservazioni dell’onorevole Mavrommatis è stata ampiamente incomprensibile a causa del terribile rumore in Aula. È del tutto inammissibile. Potrebbe assicurarsi per cortesia che l’ufficio lasci almeno cinque minuti tra la fine della discussione e la votazione, poiché non dovremmo sopportare questa situazione in Parlamento.

(Applausi)

 
  
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  Presidente. − La discussione è chiusa.

La votazione è prevista immediatamente e passiamo subito al voto.

Dichiarazioni scritte (articolo 142)

 
  
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  Iles Braghetto (PPE-DE), per iscritto. Esprimo il mio apprezzamento per il lavoro del relatore Mavrommatis e accolgo con favore l’atteso Libro Banco sullo sport adottato dalla Commissione, misura utile e necessaria per una dimensione così rilevante per la società europea quale l’attività sportiva.

Sottolineo la posizione della commissione per l’occupazione e gli affari sociali, sottolineando come lo sport debba rappresentare un valore sociale soprattutto per i giovani, favorendo la loro educazione alla tolleranza, al rispetto e alla condivisione. Considero utile che gli Stati membri – appoggiati da politiche e linee guida comunitarie chiare e trasparenti – offrano spazi adatti alla pratica dello sport, coinvolgendo tutta la società, anche i gruppi più svantaggiati, di modo che l’attività sportiva sia terreno d’intesa e contribuisca a combattere fenomeni quali il razzismo e la xenofobia.

Constatando come la mancanza di attività fisica favorisca malattie quali l’obesità o patologie croniche, ritengo fondamentale la cooperazione fra il settore sportivo e quello sanitario e considero indispensabile il ruolo coordinatore dell’Unione europea per informare i cittadini e stimolarli a prendere parte alle varie attività sportive.

 
  
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  Magor Imre Csibi (ALDE), per iscritto. (RO) Desidero sottolineare l’importanza delle lezioni di educazione fisica nelle scuole primarie e secondarie dell’Unione europea. Per il momento, l’educazione fisica resta l’unica disciplina nel programma scolastico che mira a preparare i bambini a un salutare stile di vita. Apprezzo l’iniziativa dell’Unione europea di aumentare il numero di lezioni di educazione fisica nelle scuole.

Oltre a questo, dovremmo tenere in considerazione anche due questioni importanti: mi riferisco all’attrattiva e alla possibilità di avere lezioni di educazione fisica differenziate. La mia dichiarazione si basa sulle discussioni che ho svolto con gli studenti e gli insegnanti di questa materia in Romania. Purtroppo, il fatto che le lezioni di educazione fisica non siano attraenti conduce a un aumento dell’assenteismo.

Uno dei motivi è la mancanza di basi concrete adeguate per la diversificazione delle lezioni. Un altro problema è l’assenza di lezioni di educazione fisica speciali per le persone sovrappeso o obese, in quanto hanno lo stesso grado di intensità sia per i bambini sani che per i bambini con problemi. Pertanto, a volte i giovani vengono costretti a restare fuori dai campi sportivi.

Esistono alcuni problemi che riscontriamo in molti Stati membri dell’Unione europea e per i quali dobbiamo trovare soluzioni. Invito la Commissione europea a presentare soluzioni nonché esempi di buone prassi negli Stati membri.

 
  
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  Gyula Hegyi (PSE), per iscritto. (HU) La relazione sullo sport del collega deputato greco è un documento importante su una questione che mi sta a cuore. Lo sport fa parte della cultura europea da molte centinaia di anni. L’antica Grecia donava agli esseri umani, tra l’altro, la gioia dei giochi olimpici. Oggi molte persone sono preoccupate della possibilità di proteggere le Olimpiadi da un boicottaggio, e dalle passioni politiche che in altri aspetti possono essere giustificate. Sono lieto di poter dire che in Ungheria le forze politiche principali nonché l’opinione pubblica sono contrarie a un boicottaggio delle Olimpiadi di Pechino. Per quanto posso osservare, l’atmosfera è simile in tutta Europa. È pertanto auspicabile che questa volta, dopo precedenti boicottaggi spiacevoli, la politica non rovinerà la gioia di sportivi donne e uomini e delle molte centinaia di milioni di persone che amano lo sport. La partecipazione dei politici alla cerimonia inaugurale è un altro problema in sé. Spetta ai politici decidere nel loro ruolo di politici, e non dovrebbero essere coinvolti né lo sport né gli sportivi.

 
  
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  Monica Maria Iacob-Ridzi (PPE-DE), per iscritto. (RO) Parlando della modificata strategia di Lisbona, non possiamo ignorare un settore che occupa 15 milioni di persone e produce circa il 4 per cento del PIL dell’Unione europea. Infatti, lo sport può essere una componente importante per i nostri due grandi obiettivi: la crescita economica e l’occupazione.

Questo è il motivo per cui vorrei porre in rilievo alcuni aspetti di bilancio del sostegno dell’Unione europea al settore dello sport. Per il momento, non abbiamo riferimenti chiari nei Trattati in vigore che consentano il nostro attivo coinvolgimento attraverso programmi e finanziamenti. Tuttavia, finché il Trattato di Lisbona non diventa effettivo, possiamo ancora avviare iniziative preparatorie in sede di commissione per i bilanci che, sebbene limitate agli importi consistenti, potrebbero dare inizio a progetti molto utili per lo sport europeo dal 2009.

Mi spiace che, nel corso della presentazione di questa settimana del nuovo progetto preliminare di bilancio, non abbiamo più discusso su una voce di bilancio che possa essere inserita al capitolo 3, cittadinanza del bilancio comunitario. Auspico che, per la prima lettura del bilancio in autunno, presenteremo proposte costruttive per questo settore.

 
  
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  Lívia Járóka (PPE-DE), per iscritto. (HU) Mi congratulo innanzi tutto con il mio amico onorevole Mavrommatis per la sua relazione che sollecita gli Stati membri dell’Unione europea a scambiare le migliori prassi al fine di prevenire la violenza, il razzismo e la xenofobia negli sport e nei settori ad essi correlati. Intraprendere iniziative intese alla lotta contro il razzismo che, purtroppo, si sta manifestando in misura crescente nel corso degli eventi sportivi, è un compito che devono svolgere congiuntamente le autorità negli Stati membri, le associazioni sportive e gli organizzatori delle competizioni. È inoltre nel loro comune interesse. Tra le iniziative eccellenti che si distinguono su quest’aspetto figurano la campagna dell’Unione europea delle federazioni calcistiche (UEFA) “Calcio contro il razzismo in Europa (FARE)” nonché la serie di eventi intitolati “Racism spoils the game”. Il meccanismo più efficace per la lotta al razzismo e l’emarginazione in ambito sportivo è, tuttavia, il gioco stesso, poiché accresce nei singoli il senso dello spirito di squadra, della cooperazione e della competizione leale, rafforzando inoltre la cooperazione e la solidarietà quali valori sociali.

Tuttavia, secondo le statistiche, alcuni gruppi nella società, in particolar modo le minoranze etniche più svantaggiate, sono molto meno impegnate in attività sportive e hanno minor accesso alle strutture sportive statali. Per questo motivo, l’Unione europea deve istituire un quadro di riferimento adeguato per la promozione delle pari opportunità e il finanziamento negli sport. La leadership delle associazioni sportive negli Stati membri, al contempo, in collaborazione con i governi locali e regionali, deve dare priorità alla partecipazione dei gruppi svantaggiati nelle loro rispettive categorie sportive.

 
  
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  Roumyana Jeleva (PPE-DE), per iscritto. (BG) Desidero congratularmi con il collega onorevole Mavrommatis per la sua eccellente relazione. Raccomando l’introduzione dello sport nel Trattato di Lisbona, il requisito per il bilancio del 2009 di contenere una voce separata per le attività in ambito sportivo, e lo sviluppo di misure per la sua promozione negli Stati membri. Ritengo che la discussione odierna fissi l’inizio della promozione di una politica europea coerente in ambito sportivo.

In qualità di membro della commissione per lo sviluppo regionale della Bulgaria, un paese con infrastrutture sportive sottosviluppate, in particolare nello sport amatoriale, vorrei chiedere alla Commissione europea e agli Stati membri di fare un uso più attivo del Fondo europeo di sviluppo regionale e di altri strumenti finanziari di investimento nell’ambiente urbano, e di sviluppo delle infrastrutture e i progetti correlati allo sport. Credo fermamente che lo sport dovrebbe e può diventare parte e sezione delle strategie per lo sviluppo sostenibile delle nostre regioni, comuni, città e villaggi con l’assistenza dell’Unione europea.

 
  
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  Lasse Lehtinen (PSE), per iscritto. (FI) Lo sport è competizione, ma di un tipo che le norme comunitarie in materia di concorrenza non possono essere applicate.

Al fine di preservare la specificità dello sport, dovrebbe essere offerta un’opportunità di autoregolamentazione in futuro, conformemente alle migliori tradizioni di ciascuno sport. Quali legislatori, dobbiamo approvare norme che garantiscano che politici e magistrati si tengano il più lontano possibile dallo sport. Questo criterio apparentemente contraddittorio viene affrontato con maggiore coerenza nella presente relazione rispetto al Libro bianco della Commissione europea.

È importante per lo sport europeo per tutti e l’attività di massa che gli Stati membri siano in grado di tutelare i loro sistemi di scommesse nazionali, che sono un ingrediente essenziale nella specificità dello sport. I sottoprodotti delle scommesse sono inoltre più semplici da evitare nei paesi in cui lo Stato detiene un monopolio. In tutti gli sport, lo sport professionistico e le imprese strutturate attorno a esso, traggono vantaggio dall’attività volontaria, non retribuita e di massa nonché dai finanziamenti pubblici.

Il Parlamento, da parte sua, deve essere in grado di garantire che le basi sociali per lo sport non si sgretolino sotto la pressione delle forze di mercato.

 
  
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  Janusz Lewandowski (PPE-DE), per iscritto. (PL) Lo sport è una parte talmente importante della vita quotidiana nonché talmente globalizzato che merita l’attenzione delle istituzioni dell’Unione europea. Uno sforzo congiunto per combattere alcuni fenomeni ad esso connessi è più efficace rispetto all’iniziativa dei singoli Stati membri.

Il doping è flagello riconosciuto e diffuso nello sport competitivo contemporaneo. Questo è il motivo per cui la relazione del Parlamento europeo dà la precedenza alla lotta contro il doping. I deputati che provengono dall’ex blocco comunista ricordano il modo in cui il doping può diventare un metodo nazionalizzato di allevare campioni, puniti dalle autorità di un paese che costruisce il suo prestigio sulla base dei successi in ambito sportivo. Il relatore ha formulato una saggia osservazione, sulla base della realtà della situazione. Ha dichiarato che secondo lui, la cura dei sintomi attraverso un aumento dei controlli non sarà efficace. Deve essere accompagnata da misure intese ad eliminare le ragioni sottese al fenomeno. Mi riferisco a un programma di eventi e di istruzione che è più di quanto un corpo possa sopportare.

Un altro evidente flagello delle manifestazioni sportive di massa sono l’espressione del razzismo e la discriminazione. Lo distinguo dalle limitazioni imposte dalla FIFA riguardanti il numero di giocatori di una squadra nazionali e stranieri, per esempio. Tali restrizioni sono dominate dalla preoccupazione per il progresso e lo sviluppo dei giovani talenti (invece dei giocatori di paesi terzi), e non sono un caso di discriminazione contro i giocatori sulla base della loro nazione di origine.

Accolgo inoltre positivamente l’attenzione posta sui fenomeni collegati alla commercializzazione dello sport e i suoi effetti negativi quali i giochi d’azzardo e l’accesso non equo alle trasmissioni degli eventi sportivi. Concordo sul fatto che anche queste siano questioni importanti.

 
  
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  Marusya Ivanova Lyubcheva (PSE), per iscritto. (BG) Signor Presidente, è grandioso che il Parlamento europeo stia discutendo del Libro bianco sullo sport. Dovremmo prestare attenzione alla necessità di equilibrare le politiche intese allo sviluppo dello sport professionistico e amatoriale. L’eccellenza sportiva costa molto, ma è comunque necessaria al fine di accrescere i finanziamenti allo sport di massa dall’infanzia all’età del pensionamento. Occorre realizzare infrastrutture che consentano l’integrazione di tutti i gruppi sociali di cittadini.

Lo sport richiede formazione sin dalla tenera età ed è strumentale per l’eliminazione di molti altri problemi quali l’abuso di droghe, alcol, e tabacco. Dovremmo invitare tutti gli Stati membri a istituire spazi per esercitare liberamente attività sportive e spazi liberi da droghe, alcol, e tabacco. Di recente, ho svolto un sondaggio tra l’opinione pubblica dal quale emerge chiaramente che i giovani impegnati nello sport non fanno uso di droghe o alcol. La loro cultura comportamentale è molto diversa; la tolleranza e la solidarietà sono elementi fondamentali che lo sport coltiva in loro. Pertanto, il coinvolgimento dell’istruzione nello sport è di speciale significato. C’è inoltre qualcos’altro che desidero condividere con voi: esistono accademie sportive specializzate ed è molto importante chele loro attività siano compatibili con il lavoro dei club sportivi che reclutano gli atleti. È necessario disporre di un regolamento legislativo a tal fine sia per lo sport che per l’istruzione.

 
  
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  Siiri Oviir (ALDE), per iscritto. (ET) È stato detto molto circa il ruolo dello sport nella cultura, il suo effetto sulla salute, eccetera. Lo sport ha un grande ruolo da svolgere sia a livello fisico che psicologico. Negli ultimi anni il vantaggio sociale dello sport è stato attivamente promosso in Europa al fine di offrire a ciascuno l’opportunità di partecipare al meglio delle proprie possibilità nella vita della comunità di appartenenza. Mi dispiace terribilmente che lo stesso non si possa dire per quanto riguarda lo sport per i disabili. In qualità di presidente dell’Associazione sportiva disabili dell’Estonia, sono consapevole di quanto sia difficile organizzare manifestazioni sportive per i disabili, far sì che i media se ne occupino, e ottenere risorse dal governo e dagli sponsor. I nostri atleti uomini e donne sanno che per loro non sono state raggiunte pari condizioni e opportunità.

 
  
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  Silvia-Adriana Ţicău (PSE), per iscritto. (RO) Le statistiche relative alla cultura pubblicate dall’Eurostat nel 2007 erano state calcolate sulla base delle attività che gli Stati membri riconoscono in questa categoria. Purtroppo, lo sport e il turismo sono stati esclusi e ritengo che ciò dovrebbe essere modificato. Apprezzo quale positivo lo sviluppo del turismo sportivo negli ultimi anni, e la promozione degli sport invernali e nautici.

L’esistenza di strutture sportive nei complessi alberghieri o la creazione di mete turistiche per ciclisti potrebbe avere un impatto benefico sia sulla salute della popolazione che sull’ambiente. Nelle grandi città europee esistono già parcheggi che forniscono biciclette ai turisti, gratuitamente, nel corso dell’intero periodo di permanenza dei veicoli.

Il 1° maggio a Galaţi, la città dalla quale provengo, ho aspettato all’arrivo le persone che hanno deciso di dedicare il loro tempo alla partecipazione in una corsa che attraversava il paese. Sono stata particolarmente soddisfatta per i bambini e i disabili che hanno tagliato il traguardo. L’istruzione è essenziale nella promozione dello sport. In Romania, la costruzione di molte centinaia di palazzetti dello sport per le scuole e i licei è iniziata nel 2001, nel contesto urbano e rurale. Credo che questo tipo di investimenti dovrebbe proseguire.

 
  
  

PRESIDENZA DELL’ON MARTINE ROURE
Vicepresidente

 
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