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Procedura : 2008/2010(INI)
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Ciclo del documento : A6-0158/2008

Testi presentati :

A6-0158/2008

Discussioni :

PV 19/05/2008 - 26
CRE 19/05/2008 - 26

Votazioni :

PV 20/05/2008 - 8.11
Dichiarazioni di voto
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P6_TA(2008)0210

Resoconto integrale delle discussioni
Lunedì 19 maggio 2008 - Strasburgo Edizione GU

26. Strategia per le regioni ultraperiferiche: realizzazioni e prospettive (discussione)
Processo verbale
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  Presidente. − L’ordine del giorno reca la relazione dell’onorevole Margie Sudre, a nome della commissione per lo sviluppo regionale, sulla strategia per le regioni ultraperiferiche: realizzazioni e prospettive [2008/2010(INI)] (A6-0158/2008).

 
  
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  Margie Sudre, relatrice. − (FR) Signor Presidente, Commissario, onorevoli colleghi, la valutazione della Commissione per una partnership più forte per le regioni ultraperiferiche è di parte, per usare un eufemismo, e non riesce a rendere l’idea di tutte le difficoltà incontrate sul terreno. Inoltre, ridurre il deficit di accessibilità di queste regioni, renderle più competitive e raggiungere l’integrazione a livello regionale sono obiettivi pertinenti che riflettono le priorità delle regioni stesse.

L’idea diffusa che Azzorre, Canarie, Guadalupa, Guyana, Madera, Martinica e Riunione siano regioni sostenute dalla Comunità o dai fondi nazionali, senza considerazione i risultati positivi di questi finanziamenti, non è compensata a sufficienza dal reale valore aggiunto che queste regioni apportano all’Unione in termini ambientali, culturali e geostrategici.

I Fondi strutturali contribuiscono ancora allo sviluppo delle regioni ultraperiferiche. Mi auguro, tuttavia, che la Commissione proceda a un adeguamento continuo delle sue politiche attuali e future alle realtà di quelle regioni, per riuscire a rispondere alle costanti limitazioni che queste devono affrontare. Un metodo troppo sistematico per quantificare i costi aggiuntivi non sarebbe adeguata e non terrebbe conto delle caratteristiche individuali di ciascuna delle RUP. L’importanza sempre maggiore attribuita alla valutazione delle politiche comunitarie non deve avere come risultato la creazione di superflui strumenti statistici.

Deploro l’iniziale mancanza di interesse – anche se forse solo iniziale – mostrata dalla DG Commercio durante i negoziati per gli accordi di partenariato economico (APE). Esorto la Commissione a continuare a cercare compromessi che rispettino gli interessi delle RUP interessate nel quadro degli accordi definitivi che saranno conclusi con i paesi ACP, nonché a dare seguito concreto al piano d’azione per il “grande vicinato”.

Per quel che riguarda i trasporti, la mia relazione esprime preoccupazione per quanto concerne l’inclusione dell’aviazione civile nel sistema europeo di scambio di quote di emissioni. E’ importante non mettere a repentaglio gli sforzi compiuti per compensare il deficit di accessibilità delle RUP:

Le azioni della Comunità devono fungere da catalizzatore dello spirito d’iniziativa per sviluppare poli di eccellenza sulla base di settori – quali la gestione dei rifiuti, le energie rinnovabili, l’autosufficienza energetica e la biodiversità – che valorizzino i punti di forza e le competenze tecniche delle RUP.

Accolgo con favore la consultazione pubblica sul futuro delle strategie UE per le RUP, ma ritengo che, sebbene le tematiche scelte – il cambiamento climatico, il cambiamento demografico e la gestione dei flussi migratori, l’agricoltura e la politica marittima – non possano essere ignorate, non rappresentano comunque tutte le principali preoccupazioni delle nostre regioni. Deploro, per esempio, che il campo di applicazione dell’articolo 299, paragrafo 2, del Trattato CE, che è una pietra miliare della politica UE di assistenza alle RUP, non sia stato incluso nell’agenda in modo da dare alle discussioni la sostanza giuridica, istituzionale e politica che meritano.

L’importanza dei servizi pubblici per la coesione economica, sociale e territoriale delle regioni ultraperiferiche, la questione degli aiuti di Stato, il mantenimento di regimi fiscali differenziati, la permanenza della disoccupazione e delle disuguaglianze, i metodi per superare la ristrettezza dei mercati locali, l’integrazione nell’ambiente europeo della ricerca, l’effettiva partecipazione delle RUP nelle politiche europee per la promozione dell’innovazione e per il superamento della frattura digitale, e gli accordi di finanziamento per i progetti di cooperazione con i paesi vicini sono tutti temi che, a mio avviso, ora devono essere affrontati.

Per concludere, voglio sottolineare ancora una volta quali sono gli obiettivi della mia relazione, cioè assicurare le condizioni necessarie per lo sviluppo economico delle RUP e, di conseguenza, garantire alle loro popolazioni reale prosperità, rafforzarne la competitività e convincere queste regioni remote che il futuro dell’Europa contempla anche loro.

Grazie fin da ora per il vostro sostegno nel voto di domani.

 
  
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  Danuta Hübner, Membro della Commissione. (EN) Signor Presidente, voglio per prima cosa dichiarare che apprezziamo molto questa relazione. E’ una relazione molto professionale e desidero ringraziare l’onorevole Margie Sudre non solo per il lavoro svolto ma altresì per la sua presenza e il suo impegno nella conferenza delle regioni ultraperiferiche svoltasi la scorsa settimana a Bruxelles.

Voglio ringraziare inoltre la commissione per lo sviluppo regionale e la commissione per la pesca, in particolar modo il relatore, onorevole Guerriero, per il contributo alla riflessione sulla strategia futura per le regioni ultraperiferiche, nonché gli onorevoli Fernandes, Marques e Casaca. Desidero anche ringraziare per il contributo alla consultazione pubblica che abbiamo lanciato a settembre. Questa fase della consultazione si è appena conclusa con la conferenza la settimana scorsa.

Cosa è emerso con forza da questa conferenza è la sfida della doppia integrazione delle regioni ultraperiferiche, e anche l’idea che queste regioni facciano da banco di prova per progetti pilota, soprattutto in aree come quella dell’energia rinnovabile. E’ emerso anche con chiarezza che queste regioni hanno un’incredibile ricchezza di opportunità e che rappresentano una forza vitale nonché un fattore di forza per l’intera Unione europea.

Per quanto riguarda la relazione in sé, voglio sottolineare che condivido appieno l’importanza che il Parlamento attribuisce alla necessità di preservare una strategia adattata in modo specifico alle caratteristiche e alle ricchezze delle regioni ultraperiferiche, e siamo pronti, in Commissione, a estendere a nuove sfide il campo di applicazione della strategia. Chiaramente, le tematiche individuate dalla Commissione – il cambiamento climatico, il cambiamento demografico e la gestione dei flussi migratori, l’agricoltura e la politica marittima – non sono le uniche, e siamo aperti ad altre idee.

Sono anche d’accordo con l’onorevole Sudre quando chiede di migliorare il coordinamento tra il Fondo regionale e il Fondo europeo di sviluppo. Ritengo altresì che sia fondamentale integrare ulteriormente le regioni ultraperiferiche nello Spazio europeo della ricerca, nonché promuovere la collaborazione con le regioni vicine. A tale proposito, ritengo che la riforma della politica di coesione abbia dato un evidente contributo al rafforzamento della posizione delle regioni ultraperiferiche nel quadro dell’obiettivo di cooperazione.

La dimensione delle regioni ultraperiferiche, se posso chiamarla così, è stata salvaguardata e rilanciata in seguito alla riforma di diverse politiche comunitarie: non solo la politica di coesione, ma anche lo sviluppo agricolo e rurale, i quadri regionali degli aiuti di Stato, il programma europeo POSEI o la politica marittima dell’UE.

Credo fermamente che gli attuali sviluppi delle politiche comunitarie facciano eco alle necessità delle regioni ultraperiferiche. Con la comunicazione del settembre 2007, sottolineiamo la necessità di sfruttare tutte le opportunità offerte dalle riforme delle politiche europee nel periodo 2007-2013, e, dalle mie varie e numerose visite alle regioni ultraperiferiche, evinco che molte iniziative pertinenti sono state intraprese a tal fine, anche se queste iniziative dovrebbero essere ulteriormente rafforzate e sviluppate.

Per quanto attiene al modo in cui la Commissione ha condotto i negoziati per gli accordi di partenariato economico e le discussioni sul sistema europeo di scambio di quote di emissioni, permettetemi di dire che le regioni ultraperiferiche sono state parte integrante delle consultazioni fin dall’inizio, e che la Commissione ha informato e coinvolto in maniera sistematica nelle discussioni i rappresentanti delle regioni ultraperiferiche.

Detto ciò, voglio riassicurarvi che la Commissione continuerà a tenere conto degli interessi specifici delle regioni ultraperiferiche nei negoziati attuali e futuri.

 
  
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  Pedro Guerreiro, relatore per parere della commissione per la pesca. (PT) Il parere della commissione per la pesca, l’unica commissione parlamentare ad aver deciso di redigere un parere, include un’intera serie di proposte a vantaggio degli interessi delle regioni ultraperiferiche. Questi comprendono: considerare l’area che corrisponde alle loro zone economiche esclusive come una zona di accesso esclusivo; assicurare il sostegno della Comunità per il rinnovo e la modernizzazione dei pescherecci; creare un programma comunitario a sostegno della piccola pesca costiera; garantire l’appoggio della Comunità alla ricerca scientifica sulla pesca e alla protezione e al recupero degli stock ittici; introdurre misure socioeconomiche per salvaguardare le risorse della pesca, e rafforzare e prolungare le attività di sostegno della Comunità come il “POSEI pesca”.

Poiché riteniamo che questa importante proposta della commissione per la pesca debba essere presa in considerazione nella risoluzione che dev’essere approvata domani in plenaria, stiamo riproponendo una serie di otto emendamenti, per i quali domandiamo il vostro sostegno.

 
  
  

PRESIDENZA DELL’ON. ADAM BIELAN
Vicepresidente

 
  
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  Oldřich Vlasák, a nome del gruppo PPE-DE. (CS) Signor Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, la condizione specifica delle regioni ultraperiferiche merita certamente particolare attenzione da parte dell’Unione europea. Non c’è dubbio sul fatto che la strategia europea per le regioni ultraperiferiche ha registrato finora alcuni risultati positivi. La realtà è che, però, determinati problemi strutturali rimangono, e su questi dovremo concentrarci in futuro. Dobbiamo tenere presente che non tutte le problematiche delle regioni ultraperiferiche possono essere risolte, dal momento che alcune sono sui generis e che, a eccezione della Guyana francese, si tratta in primo luogo di territori insulari remoti, le cui specifiche caratteristiche geografiche e strutturali non possono essere cambiate.

Voglio aggiungere a questo punto una raccomandazione contro le attività di ingegneria sociale eccessivamente guidate a livello centrale. A proposito delle questioni discusse riguardo alle regioni ultraperiferiche, è ancora più necessario considerare l’attuazione del principio di sussidiarietà. Indubbiamente, le regioni ultraperiferiche necessitano condizioni differenziate quando si tratta di norme in materia di aiuti pubblici e di mercato interno. Bisogna tenere conto di questo anche nella legislazione europea, che deve contribuire a preservare le caratteristiche specifiche di queste regioni e mitigare l’impatto dei fattori limitanti. Si può tuttavia dibattere sull’efficacia dei programmi finanziari europei in questo contesto. A mio avviso, modelli di sostegno nazionale e regionale applicati in maniera appropriata alle condizioni locali rappresentano una forma di aiuto molto più efficace alle regioni ultraperiferiche. Ritengo che la politica strutturale europea dovrebbe essere basata, piuttosto, sul principio che l’aiuto finanziario debba essere mirato in primo luogo alle regioni più povere, che più ne hanno bisogno, che si tratti di un’isola, di una montagna o di un’area scarsamente popolata.

 
  
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  Emanuel Jardim Fernandes, a nome del gruppo PSE. (PT) Signor Presidente, voglio cominciare congratulandomi con il Commissario e con la Commissione per questa iniziativa, che offre indubbiamente nuove possibilità in risposta alle problematiche delle regioni ultraperiferiche e della loro popolazione.

L’apertura di una consultazione pubblica ha stimolato una maggiore partecipazione. Credo che si sia già fatto molto, tra cui l’incontro cui ha fatto riferimento il Commissario, che è stata molto produttivo. Vorrei comunque concentrarmi sul progetto di parere, che fornisce una visione equilibrata e ha permesso di arrivare a un consenso. E’ un parere che, rispetto al cambiamento climatico, e così via, si dimostra complementare con le prospettive evidenziate dalla Commissione.

Voglio riferirmi innanzi tutto alla strategia di Lisbona, che ritengo fondamentale per dare una risposta alle problematiche delle regioni ultraperiferiche in questa nuova fase, nonché alla necessità di adattare politiche e programmi a questa particolare situazione, e altresì alla questione della garanzia dei finanziamenti.

Voglio anche far presente, in conclusione, che, sebbene il parere della commissione per la pesca si concentri senza dubbio su aspetti fondamentali, si potrebbero evidenziare alcuni dettagli. La difficoltà è quella di mettere insieme un intero settore, quando l’obiettivo consiste nel definire una strategia per le regioni ultraperiferiche che si occupi di tutte le possibili aree di sviluppo.

 
  
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  Jean Marie Beaupuy, a nome del gruppo ALDE.(FR) Signor Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, in un periodo in cui il nostro pianeta è diventato un villaggio – è così facile spostarsi da una parte all’altra del globo – dobbiamo cogliere l’opportunità che queste regioni periferiche rappresentano per l’Unione europea. Come sottolinea la relatrice, l’onorevole Sudre, in diversi paragrafi della sua relazione, abbiamo ricchezze straordinarie nelle nostre regioni periferiche: agricoltura, pesca, ricerca, tecnologia e turismo. Con un totale di 25 milioni di chilometri quadrati, abbiamo il mare più grande del mondo. Come afferma il testo, quindi, dobbiamo puntare su queste ricchezze, perché le regioni ultraperiferiche possano avere un ruolo determinante nel nostro comune futuro.

Il mio secondo punto si riferisce alla situazione particolare delle aree urbane – parlo in qualità di presidente dell’Intergruppo urbano, di cui vedo molti miei colleghi qui stasera – perché è nelle aree urbane che è concentrato il problema della disoccupazione, disoccupazione che è tre volte maggiore di quella del continente europeo. Anche l’immigrazione è concentrata nelle aree urbane ed è per altro proprio qui che i cambiamenti della popolazione hanno l’impatto maggiore.

Signora Commissario, si trova dinanzi alla possibilità eccezionale di imporre un approccio integrato, che comprenda non solo i finanziamenti europei ma anche le diverse politiche e i vari progetti governativi, regionali e locali. Se non verrà sviluppato quest’approccio integrato, non saremo in grado di essere incisivi nelle regioni ultraperiferiche, né di utilizzare al meglio le loro ricchezze.

La ringrazio fin d’ora, signora Commissario, perché so che utilizzerà i regolamenti europei per garantire che l’approccio integrato contribuisca al successo di tutte le misure che attueremo.

 
  
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  Mieczysław Edmund Janowski, a nome del gruppo UEN. (PL) Signor Presidente, signora Commissario, voglio ringraziare l’onorevole Sudre a nome del gruppo UEN per essersi occupata di questa tematica. Il principio europeo di solidarietà ci richiede di tenere conto della particolare situazione delle regioni ultraperiferiche. E’ nostro dovere, anzi, nostro obbligo morale, preoccuparci della coesione economica e sociale di queste regioni. La coesione territoriale cui si fa riferimento nel Trattato di Lisbona – anche se non intesa in senso letterale, geografico – deve altresì avere una dimensione che includa le regioni più remote dell’Unione.

Ciò che occorre sottolineare è la necessità di un partenariato più stretto – il che significa migliore accesso, maggiore competitività e il rafforzamento dell’integrazione regionale. Non dobbiamo dimenticare che i destinatari di tutte queste iniziative sono gli abitanti dei territori d’oltremare, per i quali le questioni rilevanti sono quelle del trasporto marittimo e aereo, della disoccupazione, del turismo, della pesca, di un livello appropriato di istruzione e sanità, e un accesso generale a banda larga a Internet. Non dobbiamo neppure dimenticare che queste regioni sono purtroppo facilmente soggette ai disastri naturali. Le regioni ultraperiferiche hanno i loro vantaggi, ma hanno altresì problemi. La relazione dell’onorevole Sudre ce li rende decisamente più comprensibili.

 
  
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  Pedro Guerreiro, a nome del gruppo GUE/NGL. (PT) Riteniamo che questa relazione sia positiva, sebbene includa qualche punto sul quale siamo in disaccordo.

Appoggiamo l’adozione delle proposte presentate in sede di commissione per lo sviluppo regionale a favore delle regioni ultraperiferiche, per esempio il principio che le caratteristiche specifiche delle regioni ultraperiferiche richiedono una strategia basata su politiche e misure indipendenti da criteri temporanei e da tendenze di crescita circostanziali, ma pertinenti alle differenti necessità di ognuna delle regioni ultraperiferiche e atte a offrire soluzioni ai limiti strutturali con sui queste devono confrontarsi.

La relazione mette altresì in evidenza l’importanza dei servizi pubblici per la coesione economica, sociale e territoriale nelle regioni ultraperiferiche, in aree quali il trasporto marittimo, i servizi postali, l’energia e le comunicazioni, senza dimenticare l’accesso a Internet a banda larga o l’adozione urgente di misure per combattere la disoccupazione endemica, la povertà e la distribuzione eterogenea del reddito in queste regioni, che vantano alcuni dei peggiori tassi nell’Unione europea.

Riteniamo tuttavia che alcuni aspetti possano e debbano essere rivisti. Le misure di sostegno comunitario per le regioni periferiche, per esempio, devono essere permanenti e finanziate in maniera adeguata, dato che anche gli ostacoli che queste regioni si trovano ad affrontare sono permanenti. Inoltre, per garantire che le misure a favore di queste regioni e del chiarimento del loro status siano più coerenti ed efficaci, non solo si deve tener conto in modo trasversale della loro specifica natura ultraperiferica nelle varie politiche comunitarie, ma si deve anche istituire un programma, adeguatamente finanziato dalla Comunità, che fornisca sostegno a queste regioni e comprenda tutte le misure esistenti.

Di qui gli emendamenti che abbiamo proposto.

 
  
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  Rolf Berend (PPE-DE). - (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, quest’ottima relazione d’iniziativa elaborata dall’onorevole Sudre persegue due obiettivi fondamentali, cioè valutare le conclusioni e le raccomandazioni contenute nella comunicazione della Commissione e fornire una base – e ritengo che fornisca una base eccellente – per la discussione sulle prospettive per le nostre regioni ultraperiferiche. Anche se la relatrice ritiene che la revisione della Commissione dipinga un quadro eccessivamente roseo, o comunque parziale, dovremmo in ogni caso essere orgogliosi che il sostegno europeo abbia permesso di registrare progressi nelle regioni periferiche.

Da un lato, questo non significa in nessun modo una riduzione dell’assistenza a queste regioni, la cui concessione rappresenta indubbiamente un obbligo morale a titolo del Trattato CE. Dall’altro lato, sappiamo che puntare sulle ricchezze specifiche delle regioni ultraperiferiche è l’unico modo plausibile per assicurare che queste regioni inneschino meccanismi di un proprio sviluppo sostenibile.

Come ha giustamente sintetizzato la relatrice, non si tratta solo di preservare, salvaguardare e proteggere, ma piuttosto di attirare, stuzzicare l’interesse e continuare a cooperare strettamente. La relazione esorta, con ragione, a far sì che, per esempio, la discussione sul futuro della strategia di sostegno per le regioni periferiche non sia focalizzata esclusivamente sulle sfide del cambiamento climatico, del cambiamento demografico, della gestione dei flussi migratori, dell’agricoltura e della politica marittima, ma tenga anche conto della necessità di adottare posizioni rispetto alle altre politiche comunitarie. La nuova generazione di programmi europei deve anche segnare l’inizio di un processo, necessario, di diversificazione delle economie delle regioni ultraperiferiche, e non deve essere confinata al semplice mantenimento dello stato attuale di sviluppo, che è stato ampiamente raggiunto con il sostegno dell’UE.

Alla luce di queste considerazioni, dobbiamo garantire il nostro sostegno incondizionato a questa relazione.

 
  
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  Iratxe García Pérez (PSE). (ES) Signor Presidente, signora Commissario, ribadisco il mio ringraziamento all’onorevole Sudre per il lavoro svolto in questa relazione e per aver raggiunto un consenso di maggioranza nella commissione per lo sviluppo regionale sulla politica per le regioni ultraperiferiche.

Questa politica deve avere tre aspetti fondamentali: deve aumentare l’accessibilità, migliorare la competitività e rafforzare l’integrazione regionale.

Il contributo dei Fondi strutturali allo sviluppo di queste regioni è stato fondamentale e continuerà a essere molto importante in futuro per il mantenimento del livello di coesione raggiunto e per l’ulteriore riduzione delle disparità. E’ dunque necessario che la Commissione dimostri una maggiore flessibilità. Dovrebbe agevolare l’uso del finanziamento FESR per le regioni ultraperiferiche, garantendo una definizione sufficientemente ampia del suo campo di applicazione che consenta l’impiego totale del fondo.

Un’altra sfida fondamentale è migliorare le possibilità di accesso e, per questo motivo, è importante che le regioni ultraperiferiche ricevano un trattamento differenziato per quanto riguarda i trasporti.

La Quarta relazione sul Fondo di coesione risponde alle sfide attuali e auspichiamo ovviamente che la Commissione consideri l’importanza di queste sfide nelle regioni ultraperiferiche.

 
  
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  Kyriacos Triantaphyllides (GUE/NGL).(EL) Signor Presidente, signora Commissario, una questione importante, che non ha ricevuto sufficiente attenzione da parte della Commissione, è il sostegno per le regioni insulari dell’UE che non figurano tra quelle cui si fa riferimento nel Trattato, ma che hanno tuttavia molto in comune con queste ultime.

Gli Stati membri insulari all’interno dell’Unione devono essere trattati allo stesso modo delle regioni ultraperiferiche. Questo è necessario in conformità del principio di parità di trattamento, dal momento che gli Stati membri insulari e le regioni insulari degli Stati membri hanno, per certi versi, gli stessi seri svantaggi territoriali e geografici delle regioni ultraperiferiche. I piccoli Stati membri insulari e le regioni insulari degli Stati membri devono, di conseguenza, essere soggetti alla stessa strategia preferenziale di cui godono quelle regioni. Per esempio, devono ricevere un pacchetto separato di aiuti di Stato in modo tale da poter divenire un ponte tra l’UE e regioni quali il Mediterraneo orientale.

 
  
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  Emmanouil Angelakas (PPE-DE).(EL) Signor Presidente, signora Commissario, sebbene la relazione dell’onorevole Sudre possa sembrare irrilevante per molti paesi europei, dal momento che davvero pochi tra questi hanno regioni ultraperiferiche remote quanto le Azzorre, Madera, e via dicendo, il suo approccio ha comunque destato il mio interesse. Ritengo che la relazione possa ispirare una politica analoga per paesi con regioni insulari, specialmente arcipelaghi e anche aree montuose, come il mio paese, la Grecia. La natura geoculturale di queste regioni rappresenta una risorsa unica, ma anche uno svantaggio.

Mi congratulo dunque con l’onorevole Sudre per il suo lavoro, perché mi ha indotto a presentare personalmente alcune proposte per queste regioni. Suggerisco pertanto di adottare misure con lo scopo di fare uso delle caratteristiche geoculturali delle regioni insulari e montane. Dev’esserci una strategia di sviluppo per mantenere e rafforzare il principio della coesione territoriale. Bisogna sviluppare un sistema di indicatori statistici che permettano una migliore valutazione delle differenze esistenti tra territori insulari e territori continentali. Bisogna anche garantire maggiore flessibilità nell’applicazione delle politiche di sostegno europee e nazionali a favore delle attività produttive sulle isole. E’ altresì necessario occuparsi delle seguenti questioni: l’accesso paritario al mercato interno e la creazione di un sistema pratico di sostegno per le isole; l’impatto del cambiamento climatico sulle isole, in particolare l’aggravarsi dei problemi esistenti, quali la siccità; l’agevolazione dei collegamenti tra le regioni insulari e montane e la terraferma. Infine, priorità particolare va attribuita a soddisfare le necessità delle isole in termini di energia attraverso lo sviluppo e l’attuazione di progetti di generazione dell’energia che siano basati su tecnologie recenti e su fonti rinnovabili di energia. Bisogna creare connessioni a banda larga, e rafforzare l’attuabilità del turismo insulare e montano.

Per tutte queste ragioni, mi congratulo ancora una volta con l’onorevole Sudre, esprimo il mio più sincero sostegno alla relazione, nella convinzione che a un certo punto la Commissione preparerà una relazione analoga riguardante le regioni cui ho appena accennato.

 
  
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  Manuel Medina Ortega (PSE). (ES) Signor Presidente, alcuni degli interventi ascoltati questa sera non sembrano tenere in considerazione che la realtà nelle regioni ultraperiferiche è differente. Non si tratta di regioni povere. Stiamo parlando di territori insulari molto piccoli e molto isolati, situati a migliaia di chilometri di distanza dal territorio dell’Unione europea, e abitati da un totale di quattro milioni e mezzo di persone.

L’Unione europea potrebbe abbandonare questi territori al loro destino, condannare i loro abitanti alla povertà e forzarli a migrare verso i paesi dell’Unione, il che significherebbe accettare altri 4,5 milioni di immigrati.

Per fortuna, la Commissione europea comprende la situazione di questi territori e per questo ha creato molto tempo fa un regime speciale. E ora ci consulta. L’onorevole Sudre ha elaborato una relazione preziosa, in risposta a questa consultazione, in cui sottolinea l’importanza di mantenere l’unità RUP, per esempio, e avanza proposte molto specifiche per far proseguire i servizi, promuovere l’innovazione e superare la frattura digitale. Ritengo che il Parlamento dovrebbe approvare la relazione dell’onorevole Sudre per le motivazioni che illustrate dall’autrice.

 
  
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  Catherine Neris (PSE) . – (FR) Signor Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, la relazione che su cui quest’Assemblea è chiamata a votare domani ci ricorda, giustamente, che le specificità delle regioni ultraperiferiche rappresentano altresì le loro ricchezze. Accanto a quegli svantaggi che impediscono loro di crescere, queste regioni presentano però vantaggi innegabili, ed è su questi ultimi che dobbiamo puntare al più presto se vogliamo che le RUP si sviluppino in modo concreto e sostenibile nel futuro. Portare stimoli nuovi alle nostre isole implica anche una crescita: significa costituire un piano sostenibile la produzione agricola di alto livello – che contribuisce alla varietà della produzione agricola a livello UE. Significa inoltre promuovere il rapido progresso di una dimensione turistica basata sulla ricchezza dei nostri così diversi paesaggi e del nostro patrimonio culturale. Implica altresì approfittare della posizione geografica delle RUP, soprattutto nel caso dei Caraibi e dell’Oceano Indiano, promuovendo una collaborazione più stretta con i paesi terzi vicini e facendo delle nostre isole – proprio perché sono isole – centri di eccellenza per la ricerca scientifica, in particolar modo nel settore degli studi marittimi, della climatologia e degli studi ambientali.

L’unico modo per raggiungere questi obiettivi è però all’interno del quadro normativo specifico previsto dall’articolo 299, paragrafo 2, del Trattato, il cui spirito deve costituire la base per l’applicazione dettagliata della politica pubblica europea, soprattutto nei settori dell’energia e dei trasporti ma anche riguardo alle politiche di commercio internazionale, dove è fondamentale che gli interessi delle RUP siano presi in considerazione nei negoziati per gli accordi di partenariato economico. Le regioni ultraperiferiche sono autenticamente e costantemente proattive, ma il corollario di questo atteggiamento è il bisogno di essere trattate in maniera corretta – il che implica una differenziazione.

Siamo certi che la Commissione terrà in considerazione tutto questo nel definire il suo approccio.

 
  
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  Lambert van Nistelrooij (PPE-DE). - (NL) Le regioni ultraperiferiche sono in una posizione particolare. Molte sono piccole isole remote e penso che l’onorevole Sudre abbia trovato un buon equilibrio nell’individuare il carattere specifico e nel definire strumenti studiati appositamente.

In qualità di deputato olandese, voglio aggiornarvi sugli sviluppi del Regno dei Paesi Bassi. Tre delle nostre piccole isole, Sawa, Saint Martin e Bonaire, stanno per cambiare status e per diventare regioni ultraperiferiche. Non penso però che questo avverrà così rapidamente da permettere agli abitanti di votare sulla questione prima delle elezioni del 2009. Conformemente al nuovo Trattato di Lisbona, possiamo accoglierle più in fretta. Non dobbiamo emendare il Trattato per farlo. Forse la signora Commissario Hübner può dirci se la Commissione è disposta ad accogliere queste tre isole, che in totale hanno una popolazione locale di 19 000 abitanti.

 
  
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  Sérgio Marques (PPE-DE). - (PT) Signor Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, oltre a congratularmi con la nostra collega, onorevole Sudre, per la sua straordinaria relazione, voglio citare tre punti sulla strategia futura dell’Unione europea per le regioni ultraperiferiche.

Il primo punto sono le congratulazioni alla Commissione europea per aver incentivato la partecipazione nella discussione sul bilancio della politica europea per le RUP e sulla strategia da attuare in futuro. Plaudo altresì alla consultazione pubblica on line e all’importante conferenza promossa sulla questione dalla Commissione europea la settimana scorsa.

Il secondo punto è il seguente: la strategia europea per le RUP sarà necessaria in futuro esattamente com’è stata necessaria fino ad oggi. Si rischia di credere che lo sviluppo economico e sociale raggiunto nel frattempo renda l’azione da parte dell’Unione europea meno necessaria. Dobbiamo essere consapevoli, tuttavia, che la situazione assolutamente particolare delle regioni ultraperiferiche è permanente e continuerà pertanto a richiedere una risposta differenziata, a livello europeo, che sia appropriata a questa specifica situazione.

Il terzo e ultimo punto sottolinea quanto sia importante fare il possibile affinché il Trattato di Lisbona sia attuato anche nelle RUP, nonostante l’attuazione in queste regioni sia più problematica a causa delle loro caratteristiche specifiche.

Voglio dunque suggerire alla signora Commissario Hübner che lo studio promosso dalla Commissione europea sia portato avanti con la prospettiva di individuare le difficoltà incontrate dalle regioni periferiche nell’attuazione della strategia di Lisbona, nonché i modi per superare queste stesse difficoltà.

 
  
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  Madeleine Jouye de Grandmaison (GUE/NGL) . – (FR) Signor Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, sono molta lieta di poter commentare la qualità della relazione dell’onorevole Sudre.

Non possiamo non riconoscere, a 10 anni di distanza dall’entrata in vigore del Trattato di Amsterdam, che la politica europea ai sensi dell’articolo 299, paragrafo 2, ha portato un progresso reale. Oggi è tuttavia tempo di passare a una nuova fase, basata su un cambiamento di approccio nelle relazioni tra l’UE e le regioni ultraperiferiche. L’UE deve dunque tenere in maggiore considerazione i vantaggi di queste regioni, nella direzione tracciata dal seminario della settimana scorsa. A mio avviso, la nuova strategia dovrebbe puntare, oltre che a recuperare il tempo perduto, allo sviluppo – a nuove forme di sviluppo decisamente ispirate alla filosofia di concretizzare il nostro potenziale. Questo vale per la ricerca scientifica, per le risorse marine, per la biodiversità, per la politica sociale europea, per il cambiamento climatico e per l’impareggiabile contributo che le RUP apportano in termini di varietà culturale. Ho preparato una serie di emendamenti al riguardo, e spero che sortiranno l’effetto auspicato.

Dare sostanza a questo nuovo approccio significa fornire alle RUP gli strumenti per divenire partner reali dell’Europa, ed è qui che abbiamo bisogno di una prospettiva innovativa: prevedere un partenariato a due vie da cui tutti possano trarre beneficio.

 
  
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  Danuta Hübner, Membro della Commissione. (EN) Signor Presidente, molto brevemente, per rispondere a ciò che ha chiesto l’onorevole van Nistelrooij, sì, stiamo lavorando con il governo olandese da un anno e mezzo. Per fortuna, le modifiche rese possibili dal Trattato sono state introdotte, speriamo dunque che un giorno avremo i tre nuovi territori.

Per quanto attiene ai commenti formulati, voglio innanzi tutto dire che, in linea con le richieste formulate dal Consiglio europeo a dicembre, la Commissione produrrà questo autunno una comunicazione che porterà avanti la strategia per le regioni ultraperiferiche, con, mi auguro, decisione e pragmatismo. Questo è il nostro approccio sia per affrontare nuove sfide che per agevolare lo sfruttamento di tutte le opportunità.

Onorevole Sudre, vedo che la sua relazione ha contribuito alla costruzione di un ponte tra la strategia attuale e quella futura, e questo costituisce un apporto estremamente importante della relazione. Anch’io credo fermamente che la strada giusta da seguire sia quella di partire innanzi tutto dalle ricchezze delle regioni ultraperiferiche, un fattore che è stato sottolineato da molti deputati.

Voglio anche menzionare, a tale proposito, il futuro Libro verde sulla coesione territoriale, che sarà un elemento essenziale della Presidenza francese. Le regioni ultraperiferiche possono svolgere un ruolo fondamentale nel processo di preparazione della dimensione territoriale della politica di coesione, dal momento che proprio queste regioni esemplificano in maniera concreta i nostri sforzi per superare le divisioni territoriali in Europa. E’ per questo che dovremmo accogliere con favore il loro deciso impegno nella consultazione pubblica legata al Libro verde sulla coesione territoriale.

Sull’ultima questione, voglio assicurarvi che la Commissione continuerà a promuovere un approccio coordinato e integrato, e cercherà di raggiungere sinergie tra le differenti politiche comunitarie che interessano le regioni ultraperiferiche.

 
  
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  Margie Sudre, relatrice. − (FR) Signor Presidente, desidero ovviamente ringraziare tutti gli oratori che hanno contribuito alla discussione, e voglio altresì rinnovare i miei ringraziamenti alla Commissione per l’iniziativa della settimana scorsa sulla strategia futura per le RUP.

Vorrei rispondere ad alcuni dei punti sollevati dai miei onorevoli colleghi, e li ringrazio per la calorosa accoglienza riservata a questa relazione. In risposta all’onorevole Guerreiro, il sostegno che vorrebbe vedere al rinnovo e alla ricerca sulla pesca e l’aumento nell’aiuto finanziario sono tutti temi già coperti dal Fondo europeo per la pesca. Questo forma già parte delle politiche nelle quali l’UE, e, in particolare, la Commissione e la commissione per la pesca si sono impegnate, mentre la relazione si occupa più che altro della politica regionale. E’ per questo che, nonostante il mio testo in considerazione l’incredibile importanza della pesca per il nostro sviluppo, non le dà l’ampio spazio che l’onorevole Guerriero avrebbe voluto. Voglio ricordargli che stiamo parlando di sviluppo regionale.

L’onorevole Medina Ortega ha già risposto ai nostri colleghi greci, che hanno chiesto che la stessa politica fosse applicata a tutte le isole, e ha spiegato che una distanza di molte migliaia di chilometri dall’Europa continentale cambia in effetti la situazione. Non importa quanti progressi faremo, saremo comunque lontani migliaia di chilometri. E, sebbene comprendiamo i problemi che sono tipici di tutti gli abitanti delle isole, non possiamo, ovviamente, applicare le stesse deroghe e le medesime regole a isole che distano, dall’Europa, soltanto poche ore di barca o pochi minuti di aereo. E non si tratta di non considerare la situazione delle isole – voglio ripeterlo – ma c’è un’enorme differenza tra le vostre isole, così prossime al continente, e le nostre, che ne sono molto distanti.

Onorevole Guerreiro, lei è intervenuto una seconda volta per esortarci ad adottare un approccio che non fosse basato su criteri transitori. Mi sembra chiaro che non c’è nulla di transitorio nella nostra situazione: è, al contrario, piuttosto permanente, ma non stiamo chiedendo una garanzia permanente di sostegno allo stesso livello dell’eternità, poiché nutriamo la speranza di raggiungere la media nel resto della Comunità.

 
  
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  Presidente. − La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà martedì 20 maggio 2008.

Dichiarazione scritte (articolo 142)

 
  
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  Toomas Savi (ALDE) , per iscritto. (EN) Questa relazione ci offre una buona visione complessiva delle problematiche che Azzorre, Canarie, Guadalupa, Guyana francese, Martinica, Riunione, Saint Martin e San Bartolomeo affrontano a causa della loro distanza geografica dall’Unione europea, ma evidenzia altresì l’esistenza di disparità di trattamento dei diversi territori d’oltremare degli Stati membri.

Ci sono ancora molte regioni sotto la sovranità degli Stati membri che non godono dello stesso status delle regioni ultraperiferiche. Per esempio, i cittadini delle Isole Vergini britanniche o della Groenlandia sono cittadini dell’Unione europea, ma in queste regioni non si svolgono le elezioni del Parlamento europeo, mentre i cittadini di Aruba sono cittadini dell’Unione europea, indi autorizzati a votare nelle elezioni parlamentari europee. Ma è ancora più controverso il fatto che nessuno dei territori sopra menzionati faccia in concreto parte dell’Unione europea.

E’ mia ferma convinzione che le relazioni dell’Unione europea con i territori d’oltremare degli Stati membri e con i cittadini di quei territori devono divenire omogenee, a nome del principio di trattamento equo dei cittadini dell’Unione europea.

 
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