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RC-B6-0235/2008

Discussioni :

PV 18/06/2008 - 13
CRE 18/06/2008 - 13

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PV 19/06/2008 - 5.5
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Testi approvati :


Resoconto integrale delle discussioni
Mercoledì 18 giugno 2008 - Strasburgo Edizione GU

13. Preparazione del Vertice UE/Russia (26 e 27 giugno 2008) (discussione)
Processo verbale
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  Presidente. − L’ordine del giorno reca le dichiarazioni del Consiglio e della Commissione sulla preparazione del Vertice UR-Russia (26 e 27 giugno 2008).

 
  
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  Janez Lenarčič, Presidente in carica del Consiglio. (SL) E’ un vero piacere per me illustrare i preparativi per il ventunesimo Vertice UE-Russia che si svolgerà alla fine del mese, il 26 e il 27 giugno, a Khanty-Mansiisk, città della Siberia occidentale.

La Presidenza ritiene che l’imminente Vertice sia la giusta occasione per entrambi gli interlocutori di aprire un nuovo capitolo nelle relazioni reciproche. In particolare, dovremmo essere preparati a sfruttare il potenziale slancio positivo che la recente elezione del Presidente russo Medvedev dà alle relazioni UE-Russia.

Obiettivo principe del Vertice è ovviamente il lancio dei negoziati sul nuovo accordo quadro con la Russia. Siamo molto lieti che il Consiglio del 26 maggio abbia adottato il mandato negoziale UE per il nuovo accordo. Negli ultimi mesi, la Presidenza, insieme alla Commissione, si è impegnata a fondo ai massimi livelli nel tentativo di ovviare ai restanti ostacoli da parte dell’UE.

Con l’avvio di negoziati su un nuovo accordo, l’UE farà tutto il possibile per rafforzare ulteriormente la propria cooperazione con la Russia in aree di comune interesse, affrontando con maggiore efficacia le tematiche in cui le nostre posizioni divergono. come di consueto, il Vertice offrirà un’opportunità di fare il punto sullo stato di avanzamento dei quattro spazi comuni. Permettetemi di tracciarne brevemente le loro principali caratteristiche.

Per quanto riguarda il primo spazio comune, lo spazio economico, il Vertice solleciterà il meccanismo di allarme rapido nel campo dell’energia, nell’ottica di sfruttare appieno tutte le possibilità che offre. Riaffermeremo l’importanza capitale di norme stabili e prevedibili per gli investimenti esteri in Russia. Inoltre, l’UE intende insistere affinché i negoziati formali su un accordo di libero scambio profondo e globale inizino non appena la Russia abbia completato il suo processo di adesione all’OMC.

Quanto all’annoso problema delle tasse di sorvolo, l’UE continuerà a esercitare pressione affinché si firmi l’attuale accordo.

Nel quadro del secondo, lo spazio comune di libertà, sicurezza e giustizia, l’UE deve manifestare la propria preoccupazione per la situazione relativa al rispetto dei diritti umani, alla democrazia e allo Stato di diritto in Russia, in particolare nel contesto delle recenti elezioni. Mi permetto di aggiungere che tale preoccupazione è condivisa dalla Presidenza e dal Parlamento europeo. Il Vertice offrirà altresì l’opportunità di valutare lo stato di avanzamento degli accordi in merito al rilascio facilitato dei visti e alla riammissione.

Nell’ambito del terzo, lo spazio comune di sicurezza esterna, l’UE sottolineerà la necessità di intraprendere azioni più concrete al fine di consolidare la cooperazione nel vicinato comune. Soprattutto, cercheremo di porre in rilievo che la Russia deve sforzarsi al massimo per trovare una soluzione al conflitto nella regione trasnistriana e in Georgia. Al tempo stesso, accoglieremmo positivamente la partecipazione della Russia all’operazione EUFOR in Ciad, e concordiamo sul fatto di potenziare la cooperazione nel quadro della politica europea di sicurezza e difesa.

Per quanto attiene il quadro, lo spazio comune di ricerca, istruzione e cultura, il Vertice esprimerà il proprio favore riguardo al primo Consiglio permanente di partenariato sulla ricerca, svoltosi a maggio in Slovenia. Infine, il Vertice offrirà l’occasione di affrontare questioni internazionali, quali i conflitti congelati, il Medio Oriente, l’Iran, l’Afghanistan e altri ancora.

Onorevoli deputati, permettetemi di concludere con quanto segue. Il Vertice si concentrerà in particolare sugli sforzi di entrambi gli interlocutori volti a garantire lo stabile sviluppo democratico di paesi dello spazio comune di vicinato. La cooperazione concreta tra l’UE e la Russia nell’ambito del vicinato comune è essenziale onde affrontare problemi di reciproco interesse e reciproca preoccupazione, e in particolare i conflitti congelati.

Con questo concludo e mi accingo ad ascoltare con interesse la vostra discussione.

(Applausi)

 
  
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  Benita Ferrero-Waldner, Membro della Commissione. (EN) Signor Presidente, con un nuovo Presidente russo in carica, come è stato ricordato poc’anzi, e anche con il nostro mandato finalmente inteso a negoziare un nuovo accordo con la Russia penso che abbiamo l’opportunità di ridefinire questo partenariato fondamentale con il nostro maggiore vicino sulla base di alcuni interessi comuni. Far funzionare le relazioni UE-Russia è una delle sfide più importanti della politica estera europea: lo sappiamo tutti.

Il lancio di negoziati sarà il fulcro del primo Vertice UE-Russia con il Presidente Medvedev in calendario alla fine di giugno a Khanty-Mansiysk. Subito dopo, i negoziatori inizieranno la prima sessione della loro missione.

Il nuovo accordo tra l’UE e la Russia ci dà la possibilità di aggiornare il quadro giuridico alla base delle nostre relazioni, in modo da riflettere i sostanziali cambiamenti occorsi sia in Russia che nell’Unione europea, perché abbiamo modificato molti aspetti da quando l’attuale accordo di cooperazione e partenariato è stato negoziato negli anni ‘90. Ritengo che contribuirà anche a sbloccare il potenziale delle nostre relazioni, che è enorme, e a perseguire gli interessi dei nostri Stati membri con molto più vigore.

I tratti peculiari dovrebbero essere: cooperazione politica orientata ai risultati, profonda integrazione economica, condizioni paritarie per le nostre relazioni in materia di energia che contemplino almeno i principi del trattato sulla Carta dell’energia e relazioni sempre più strette nel campo della libertà, della sicurezza e della giustizia, nonché una graduale apertura reciproca dei nostri sistemi educativi e scientifici.

Al tempo stesso, dobbiamo proseguire nella cooperazione con la Russia nel quadro dei quattro spazi comuni, che il Presidente in carica del Consiglio ha menzionato or ora, e nell’attuazione delle rispettive tabelle di marcia; è previsto un ampio ventaglio di azioni che danno espressione concreta al partenariato strategico.

Il nuovo accordo dovrebbe anche fornire il quadro giuridico per i futuri sviluppi.

Il Vertice offrirà l’opportunità di ascoltare direttamente quali sono per il Presidente Medvedev le priorità della Russia nei confronti dell’Unione europea. Penso che dobbiamo prestare attenzione a quanto ha affermato, per esempio, in un’importante intervista al Financial Times in cui ha dichiarato che vuole più Stato di diritto in Russia e anche una maggiore modernizzazione dell’economia del paese. Ovviamente, lo giudicheremo dalle sue azioni.

Inizialmente, si assisterà ovviamente a una forte continuità delle politiche in Russia, ma il nuovo Presidente ha sottolineato il proprio impegno nei confronti dello Stato di diritto e della modernizzazione dell’economia russa e penso che dovremmo incoraggiarlo a far sì che le sue parole corrispondano a una precisa azione, e che a questa si dia corso immediatamente.

Perseguiamo i nostri interessi comuni con la Russia, nondimeno dobbiamo mantenere una posizione netta e determinata riguardo alla democrazia e ai diritti umani. Continueremo a ricordare alla Russia gli impegni assunti da entrambi, ad esempio, con il Consiglio d’Europa e anche con l’OSCE.

Spesso siamo partner vicini alla Russia quando si tratta di affrontare sfide internazionali, per esempio quali membri del Quartetto del Medio Oriente – è altamente probabile che ci incontreremo di nuovo la prossima settimana a Berlino – ma dobbiamo vedere, come ha affermato il nostro collega, una Russia che sviluppa un’agenda positiva con gli altri suoi vicini; pertanto effettivamente temiamo che le recenti mosse russe in Georgia possano minare la stabilità nella regione. Quindi, durante la mia visita a Mosca di una decina di giorni fa, ho avuto una lunga conversazione con il ministro degli Esteri Lavrov, nel corso della quale ho affrontato questa questione importante.

Dobbiamo instaurare gradualmente con la Russia un dialogo ad alto livello che non sia aggressivo e copra tutti gli aspetti della risoluzione del conflitto, tra cui i meccanismi di pace e di mantenimento della pace, in quanto la Russia chiaramente rimarrà un attore fondamentale in qualsiasi sforzo di pace concernente i conflitti congelati.

D’altro canto, è logico che Tbilisi sia seriamente preoccupata in merito al mantenimento della propria integrità territoriale e nel confronto al Vertice sui conflitti congelati sottolineeremo di certo con fermezza che la sovranità e l’integrità territoriali di Georgia e Ucraina devono essere rispettate, ma credo che dobbiamo al contempo essere pragmatici, realistici e avere un approccio inclusivo dalla parte georgiana.

Nei miei contatti regolari con Georgia e Russia, esorto infatti al pragmatismo e a porre fine alle condizioni di reciproca esclusione: questa situazione non funzionerà.

In conclusione, il Vertice UE-Russia è un’opportunità per avviare relazioni costruttive con la nuova amministrazione, difendendo i nostri valori e promuovendo i nostri comuni interessi. Attendo con ansia il vostro contributo e la discussione in Aula.

(Applausi)

 
  
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  Charles Tannock, a nome del gruppo PPE-DE. (EN) Signor Presidente, le relazioni UE-Russia si annoverano tra le sfide più impegnative dell’UE e in quest’Aula circolano opinioni molto diverse se brandire il grosso bastone e affrontare l’orso o parlare in modo pacato adottando un misto di carota e bastone nel trattato con la Russia sotto il suo nuovo Presidente Medvedev, che in russo significa piuttosto a proposito “orso”.

Nondimeno, dobbiamo concedergli il beneficio del dubbio su quanto efficacemente affermato in merito al miglioramento dello Stato di diritto, i diritti umani e la lotta contro la corruzione – con un maggiore impegno dell’UE nell’ambito del partenariato strategico e del nuovo accordo di partenariato e cooperazione con quello che è tuttora il paese più grande al mondo, che ora fa scatena rinnovata fiducia grazie alla sua economia da trilioni di dollari trainata da minerali e risorse.

Tra le priorità del vertice devono figurare la sicurezza energetica, in quanto partner commerciale affidabile per petrolio e gas, ma anche, considerata l’imminente adesione della Russia all’OMC, la certezza giuridica per le società occidentali attive nel settore delle risorse naturali riguardo ai loro investimenti diretti esteri in Russia.

Si deve esercitare pressione sulla Russia affinché rispetti la sovranità e l’integrità territoriale dei suoi vicini e in seno all’ONU contribuisca a risolvere i problemi nel Medio Oriente e la questione della proliferazione nucleare in Iran e nella Corea del Nord.

La Russia svolge un ruolo chiave nei Balcani occidentali, non ultimo per quanto attiene alla risoluzione della questione del Kosovo, non dovrebbe temere l’espansione della NATO intesa a includere Ucraina e Georgia e potrebbe persino rivelarsi preziosa per migliorare il clima politico repressivo nella vicina Bielorussia.

Ci sono molti temi da affrontare al Vertice di Khanty-Mansiysk. Auguriamoci che il nuovo duo Putin-Medvedev si presenti mosso da autentico spirito di riconciliazione con l’Unione europea e non nella speranza che il “no” in Irlanda sia sinonimo di fine di un fronte comune dell’UE per i 27 Stati membri rispetto alla Russia.

 
  
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  Jan Marinus Wiersma, a nome del gruppo PSE. (EN) Signor Presidente, vorrei replicare a quanto affermato dal Presidente in carica del Consiglio e dalla signora Commissario. Anche noi speriamo, con un nuovo Presidente in Russia e, finalmente, un mandato negoziale per la definizione di un nuovo accordo contrattuale con la Russia, di avviare un periodo più positivo di cooperazione con i russi.

Negli ultimi dieci anni abbiamo visto crescere enormemente l’interdipendenza tra l’Unione europea e la Russia. Per questo motivo, ritengo sia saggio confrontarsi con il paese forti di un preciso mandato volto a definire più concretamente il lavoro che intendiamo svolgere nelle quattro aree degli spazi comuni che stiamo sviluppando negli anni recenti. Ovviamente, vogliamo anche sfruttare le nuove possibilità per continuare – e magari intensificare – a essere partner sulla scena internazionale.

Dobbiamo anche impegnarci per creare un quadro sicuro e trasparente relativo alle relazioni nel campo energetico, tra cui, com’è ovvio, il commercio, ma dobbiamo migliorare l’ambiente degli investimenti Russia, laddove l’ammissione e l’ingresso nell’OMC potrebbe rivelarsi molto utile.

Ritengo altresì che dobbiamo collaborare onde impegnarci sui problemi nel campo del vicinato condiviso. Abbiamo già parlato della Transnistria e del Caucaso, ma dobbiamo anche esplorare eventuali canali per pervenire a un compromesso nel prossimo futuro in merito alla questione del Kosovo.

Dobbiamo anche creare necessari meccanismi per affrontare con efficacia il problema delle violazioni dei diritti umani e anche – per usare un’espressione più positiva per contribuire a promuovere lo Stato di diritto in Russia.

Due commenti finali. Desidero sottolineare, come abbiamo fatto tante volte in precedenza, che, per far sì che questi negoziati sortiscano risultati da parte nostra, dobbiamo parlare con una voce. Vorrei anche aggiungere – e l’ho fatto presente prima – che dobbiamo anche mantenere un atteggiamento in qualche modo pragmatico. La nostra influenza è limitata: la Russia non è un paese candidato; non vuol aderire all’Unione europea; segue il proprio corso. Vuole cooperare e non integrarsi. Penso che negli anni a venire dovremmo tenerne conto nelle nostre consultazioni e nei colloqui con loro.

 
  
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  Janusz Onyszkiewicz, a nome del gruppo ALDE. (PL) Il prossimo Vertice UE-Russia sarà la prima occasione per i leader degli Stati membri dell’UE di incontrare le nuove autorità russe nominate dopo le recenti elezioni. Il vertice sarà pertanto un’eccellente opportunità per ottenere maggiori ragguagli in merito alla direzione della politica russa, e sulla sua eventuale attuazione.

Alcune informazioni su come potrebbe presentarsi questa politica si possono, come dire, cogliere dal discorso che il Presidente Medvedev ha pronunciato a Berlino. Conteneva una serie di riferimenti che facevano ben sperare in merito alla lotta alla corruzione e al governo conformemente allo Stato di diritto. Il problema è che il Presidente Putin, predecessore di Medvedev, ha affermato praticamente lo stesso all’inizio del proprio mandato, ma tutti sappiamo quale corso abbiano preso le cose e come si presenti l’attuale situazione. Il suddetto discorso dipingeva anche una visione del mondo che differiva da quella che avremmo desiderato sentire. Nella visione del mondo illustrata dal Presidente Medvedev, l’Unione europea, o, per meglio dire, gli Stati membri dell’Unione europea sono ridotti al ruolo di semplici partner economici della Russia, che auspica per sé un’attività politica in un’area sostanzialmente più vasta che spazia da Vancouver a Vladivostok.

C’è un secondo aspetto che vale la pena citare. E’ molto più specifico, ma urgente, e riguarda le relazioni tra la Russia e la Georgia. A seguito di un accordo raggiunto nel 1994, in Abkhazia sono di istanza truppe russe inviate dalla Comunità di Stati indipendenti, un’associazione di paesi post-sovietici. L’Abkhazia è parte della Georgia. Ci sono non pochi elementi che indicano che tali contingenti non svolgono il ruolo di forze di mantenimento della pace e che in realtà partecipano al conflitto tra i separatisti abkhazi e il governo della Georgia, come dimostra l’abbattimento di un velivolo georgiano teleguidato per intervento di un aereo russo. Sulla base di una recente decisione adottata unilateralmente dalle sole autorità russe, queste forze sono state notevolmente aumentate.

Sarebbe non poco diversa la situazione se l’Unione europea partecipasse al processo di risoluzione del conflitto, agendo quale entità affidabile e coscienziosa.

 
  
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  Rebecca Harms, a nome del gruppo Verts/ALE. (DE) Signor Presidente, sono lievemente irritata che negli interventi sentiti finora sui negoziati e le prossime discussioni, si sia detto così poco sul fatto che all’Europa manca una posizione unitaria o unanime su molte questioni che emergeranno in quelli che, a mio avviso, sono colloqui importanti con il Presidente Medvedev. Questo riguarda in particolare l’intera area della politica energetica. Ritengo si tratti di un problema grave: parliamo molto spesso della nostra dipendenza dalle importazioni di petrolio e gas dalla Russia, ma non abbiamo ideato una strategia comune al riguardo. Per contro, i grandi Stati membri, singoli Stati membri, perseguono le proprie strategie in questo ambito e rispetto agli acconti con la Russia non è stata elaborata alcuna strategia europea autenticamente unita in merito alla sicurezza dell’approvvigionamento.

Lo stesso discorso vale per un’area molto sensibile. Accolgo positivamente il fatto che, oltre alla questione della Georgia, siano stati menzionati anche gli altri conflitti, così quando parliamo di Georgia, comprendiamo Abkhazia e Ossezia. C’è un altro punto che pensavo fosse stato omesso dalle dichiarazioni introduttive del Consiglio e della Commissione, ossia alcuni commenti su come dovremmo affrontare con la Russia questi conflitti congelati a seguito della decisione sul Kosovo. In quanto Parlamento, ci occorrono più informazioni al riguardo, e in qualità di membro della delegazione recatasi di recente a Mosca, sono particolarmente interessata riguardo al destino riservato in Russia alle organizzazioni non governative, in quanto subiscono le conseguenze di un’orribile legge, penso che si dovrebbe inserire in agenda anche questo tema.

 
  
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  Adam Bielan, a nome del gruppo UEN. (PL) Signor Presidente, da qualche tempo a questa parte conosciamo la preoccupante tendenza della società russa Gazprom di raccogliere ex leader dei paesi dell’Unione europea. L’esempio più lampante di questa propensione è il caso dell’ex Cancelliere tedesco Schröder. Quest’ultimo ha innanzi tutto firmato un accorto con la Russia relativo alla costruzione del gasdotto Nord Stream, e poi ha assunto un incarico in seno al consiglio di amministrazione della società stessa. Si stanno riproponendo situazioni analoghe nel sud dell’Europa, relativamente alla prossima impresa della Gazprom, ossia il gasdotto South Stream. Vorrei far presente che nessuna società energetica occidentale vanta legami così stretti con il proprio Stato di origine come la Gazprom con il Cremlino. Nel caso dei piani di tale società, dobbiamo scontrarci con freddi calcoli politici; i normali principi di mercato semplicemente non si applicano.

E’ ora che l’Unione comprenda questa realtà e intervenga per prevenire una situazione in un cui una società sponsorizzata dallo Stato possa usare gasdotti al fine di esercitare pressione politica. Il controllo dell’energia da parte della Russia si tradurrà inevitabilmente in un ulteriore aumento nel costo dell’energia in Europa. La Russia riuscirà anche a ottenere persino maggiori concessioni politiche in cambio di forniture di gas e petrolio.

E’ chiaro che l’Unione europea deve costruire solide relazioni con la Russia. Onde farlo effettivamente, tuttavia, deve dimostrare unità, un’unità che ci manca al momento. Mi auguro in tutta onestà che il prossimo Vertice UE-Russia sia un’opportunità per dimostrare la solidarietà dell’Unione europea rispetto all’egemonia della Russia nel settore dell’energia.

 
  
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  Vladimír Remek, a nome del gruppo GUE/NGL. (CS) Onorevoli colleghi, sono lieto di constatare che gli ostacoli utilizzati da alcuni Stati membri per impedire l’avvio dei colloqui con la Russia sul nuovo accordo di partenariato e cooperazione siano finalmente stati superati. Dopo 18 mesi, alla vigilia del vertice, la Commissione ha infine ricevuto il mandato per negoziare con la Russia. Potrebbe essere vantaggioso per entrambi gli interlocutori, ma non siamo troppo ottimisti. Se le nostre discussioni su problemi complessi come, ad esempio, la cooperazione in materia di energia, il cambiamento climatico o questioni legate alla sicurezza vengono condotte da posizioni irremovibili, da cui ci attacchiamo con veemenza con varie (spesso irreali) richieste, culminando poi in ultimatum, non andremo da nessuna parte. Per contro, tra noi ci sono alcuni che non lo comprendono ancora. Il risultato logico quindi può essere una situazione di stallo come negli scacchi. Quello che occorre, tuttavia, è un nuovo livello di relazioni, adatto al XXI secolo, e abbiamo la possibilità di raggiungerlo. Ritengo che serviremo nel modo migliore gli interessi dei cittadini dell’UE approfittando di queste circostanze.

 
  
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  Bernard Wojciechowski, a nome del gruppo IND/DEM. (EN) Signor Presidente, “la Russia è un rebus avvolto in un mistero che sta dentro a un enigma”, affermò Churchill una volta. L’Unione europea si è accordata su quello che vuole dalla Russia. La domanda è, quanto rapidamente?

La politica in materia di energia rende la Germania sorda alle richieste di polacchi e lituani, Nord Stream, Depal – sembra che tutte le condutture dalla Russia portino ai capi dei capi dei paesi dell’Europa centrale. Non è una chimera, come sosteneva l’uomo della perestroika, MikhailGorbaciov. The Economist ammette che il gasdotto è stato deciso in segreto. Le richieste della Lituania riguardo a termini più precisi nel settore dell’energia sembrano quindi pertinenti. Molti eurocrati fumavano di rabbia a causa di questo, rafforzando l’idea dei paesi post-comunisti nevrotici.

D’altro canto, il ministro tedesco dell’Economia dichiara minaccioso che il suo paese non permetterà cje la Commissione dell’UE imponga decisioni da dietro le quinte a Bruxelles. Senza dubbio non intendeva i diritti umani, suppongo.

L’iniziativa del “partenariato orientale” lanciata dalla Polonia e dalla Svezia può essere un’ottima idea. Il coraggio è positivo, ma i cervelli sono meglio.

Il partenariato tra l’UE e la Russia è difficile. Non porterà ad alcun risultato senza la Polonia, che è il vicino naturale della Russia via terra, acqua e aria. E’ un aspetto che ovviamente tutte le parti devono prendere in considerazione, soprattutto oggi che il Trattato di Lisbona è stato abbattuto e i mattoni che cadono possono danneggiare qualsiasi cosa trovino sul loro passaggio. Le buone relazioni sono tentativi inutili se interferiscono con le nazioni sovrane.

“Ma forse c’è una chiave; e la chiave è l’interesse nazionale della Russia”, aggiunse Churchill. L’opinione che “nulla è impossibile in Russia, se non la riforma” non sembra più vera. A prescindere dall’approccio, l’UE deve cooperare con la Russia, e viceversa.

 
  
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  Bruno Gollnisch (NI). – (FR) Signor Presidente, onorevoli colleghi, come l’onorevole Wojciechowski, l’oratore precedente, ha affermato, le relazioni con la Russia sono estremamente delicate e avvolte nell’ambiguità. Comprendo l’atteggiamento dei nostri colleghi del’Europa centrale e orientale e degli Stati baltici in particolare, che hanno subito pesantemente la dominazione russa nella forma del controllo sovietico nonché un sistema crudele e oppressivo, che ora è opportunamente scomparso. Ritengo che dobbiamo cogliere questa opportunità onde instaurare relazioni più amichevoli con il grande popolo russo che è indubbiamente un popolo europeo e, in qualche modo, anche la sentinella dell’Europa. La Russia deve confrontarsi con i nostri stessi problemi: deve affrontare la questione del calo delle nascite, e gli immensi spazi aperti della Siberia potrebbero rivelarsi una prospettiva attraente per il miliardo e mezzo di cinesi che ritengono che sia stato sottratto loro una parte del proprio territorio.

Penso che l’incomprensione che può esistere e persistere con la Russia, e che si spera sarà chiarita al Vertice UE-Russia il 4 novembre, sia anche in parte imputabile a noi. Abbiamo attaccato il carro a quello della politica americana e ci siamo reintegrati nell’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico – mi riferisco alla Francia in questo caso – che era una risposta al Patto di Varsavia. Una volta scomparso il Patto di Varsavia, credo che nella Russia siano legittimamente sorti alcuni sospetti riguardo alle nostre intenzioni e mi piacerebbe vedere queste incomprensioni chiarite da entrambe le parti.

 
  
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  Elmar Brok (PPE-DE). - (DE) Signor Presidente, signora Commissario, signor Presidente in carica del Consiglio, dato che alcuni nostri colleghi che si sono opposti al Trattato di Lisbona hanno chiesto di adottare una politica uniforme nei confronti della Russia, permettetemi di rinfrescarvi la memoria: a Mosca hanno stappato bottiglie di champagne dopo il risultato del voto irlandese, perché è stato ritenuto l’ennesima prova della debolezza dell’Europa, consentendo alla Russia di tornare alla situazione abituale con i singoli paesi.

Mi fa piacere che ora si possa negoziare l’accordo id partenariato e cooperazione, in cui affrontiamo una serie di questioni critiche quali la sicurezza energetica. E’ il Trattato di Lisbona che ci conferirà la competenza per occuparci di questa tematica, insieme al rispetto dei diritti umani.

Sono sicuro che al pari del Cancelliere Merkel, la Presidenza slovena rappresenterà gli interessi dell’Europa e che la stessa Angela Merkel, a Sochi, difenderà i diritti umani e gli interessi politici. Non ho dubbi che sarà un successo, e dobbiamo ricordare al presidente Medvedev quello che lui stesso ha affermato, ossia che i paesi vanno valutati in base allo sviluppo della democrazia e dello Stato di diritto. Dovremmo prendere seriamente le sue dichiarazioni.

Dovremmo tuttavia anche spiegare che abbiamo interessi comuni con la Russia, non solo in termini di questioni legate all’energia, ambito in cui dobbiamo ottenere la sicurezza dell’approvvigionamento. In fin dei conti, la Russia è un membro del Consiglio di sicurezza. Come possiamo fermare la proliferazione delle armi di distruzione di massa se non con la Russia al nostro fianco, o addentrarci in questioni come l’Iran, il Medio Oriente e in varie altre aree? Dobbiamo chiarirlo. Al tempo stesso, tuttavia, la Russia non dovrebbe garantirsi un potere eccessivo tramite Gazprom. I russi devono essere soggetti alle stesse regole sulla concorrenza di tutti gli altri.

Consentitemi un’ultima osservazione: se cerchiamo di affermare i nostri comuni interessi con la Russia tramite un partenariato strategico, deve essere chiaro che non c’è più margine per una politica del “vicino estero” e per le sfere di influenza. In un’Europa di Stati indipendenti, ogni paese deve avere, in conformità dell’accordo di Helsinki, il diritto di aderire o meno a un’alleanza, come ritiene opportuno. Nessun altro paese ha un diritto di veto sulle decisioni indipendenti adottate da un altro paese europeo. Anche questo deve essere chiarito molto bene.

 
  
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  Hannes Swoboda (PSE). - (DE) Signor Presidente, in quest’Aula ci sono molti colleghi che vengono da paesi che hanno avuto una pessima esperienza con l’Unione Sovietica. La signora Commissario e io siamo entrambi di un paese che ha vissuto esperienze negative e positive con la defunta Unione Sovietica. La Russia di oggi è in qualche modo una reminiscenza della vecchia URSS. Nondimeno, è una nuova Russia e ha un nuovo potenziale.

La missione ora consiste nell’investire tutte le nostre forze per riuscire a ottenere una nuova Russia che non ci ricordi più l’Unione Sovietica del passato. A tale scopo sono necessarie due cose: una posizione netta e inequivocabile e una volontà a impegnarsi nel dialogo con questa nuova Russia. Per quanto riguarda il problema del Kosovo, ad esempio, la nostra posizione diverge da quella della Russia, ma dobbiamo ancora confrontarci e quindi possiamo risolvere i problemi. La politica di vicinato è un altro esempio: abbiamo un’offerta diversa da proporre ai paesi vicini, laddove la Russia spesso adotta un atteggiamento imperialista verso il “vicino estero”.

Se vogliamo aiutare questi paesi, dobbiamo offrire un chiaro sostegno a paesi quali la Georgia, ad esempio, ma dobbiamo anche parlare alla Russia delle possibili vie per pervenire a una soluzione pacifica di questi conflitti, che si tratti di Abkhazia o di Ossezia meridionale.

Per quanto attiene alle questioni dell’energia, dobbiamo garantirci di ricevere le nostre risorse; abbiamo bisogno di un gasdotto Nabucco, per esempio, in modo da poter contare su una posizione contrattuale più forte nei confronti della Russia. Dobbiamo tuttavia negoziare con la Russia in merito all’energia e ad altre questioni. Il mio gruppo e io pertanto non escludiamo l’eventualità che siano necessarie entrambe le cose – una posizione chiara e inequivocabile e una politica indipendente – e, malgrado questa posizione forte, sviluppare negoziati e consultazioni con la Russia. Mi auguro che ci sia possibile realizzare il nostro obiettivo.

 
  
  

PRESIDENZA DELL’ON. MANUEL ANTÓNIO DOS SANTOS
Vicepresidente

 
  
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  Henrik Lax (ALDE). - (SV) La questione dell’energia sarà un tema importante al vertice. L’UE ha bisogno del gas della Russia, e la Russia ha bisogno delle entrate delle esportazioni per l’Europa. Il vertice può rivelarsi cruciale per decidere se il gasdotto Nord Stream, che dalla Russia dovrebbe raggiungere la Germania attraverso il Baltico, diventerà una realtà.

Il progetto in questione può provocare gravi sconvolgimenti al vulnerabile ecosistema del Mar Baltico, ma la minaccia più pesante che incombe sul progetto stesso è la mancanza di fiducia tra la Russia e i paesi intorno al Baltico. Affinché il gasdotto diventi una realtà concreta, è necessario che le due controparti, Russia e Germania, adottino precise misure volte a costruire la fiducia. La Russia deve, inter alia, ratificare la Convenzione di Espoo che regolamenta la suddivisione delle responsabilità in progetti transnazionali suscettibili di avere un impatto ambientale nei paesi vicini, e la Russia deve sospendere qualsiasi partecipazione della marina o dell’esercito russi alle consultazioni relative alla costruzione del gasdotto. Non sarà mai autorizzato, perlomeno, non nelle acque territoriali della Finlandia. La Germania, da parte sua, deve prima di tutto riconoscere che il progetto riguarda tutti gli Stati membri dell’UE intorno al Mar Baltico e che si tratta di una questione comune dell’UE. Sempre la Germania deve inoltre dimostrare di essere solidale con la Polonia e i tre Stati baltici e convincerli che il progetto non comporterà nei loro confronti alcuna discriminazione nei loro approvvigionamenti di energia. La Germania deve rispettare la risoluzione che stiamo dibattendo, secondo cui l’UE deve essere unita nella propria azione rispetto alla Russia nei progetti su larga scala in materia di energia. Il gasdotto non deve compromettere il mercato interno dell’UE. E’ l’UE e non la Gazprom in Russia che deve stabilire le norme per il commercio dell’energia nel mercato interno.

 
  
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  Ģirts Valdis Kristovskis (UEN).(LV) Onorevoli colleghi, l’intervento del Commissario Ferrero-Waldner ci induce a supporre che la risoluzione del Parlemento un esempio illustre di correttezza politica; forse perfino qualcosa di simile a un inchino nei confronti del nuovo Presidente della Russia Medvedev. Dovremmo tuttavia tenere presente il fatto che il primo Ministro Putin – il Presidente e Vladimir Putin – sono davvero la stessa persona, e che sta conducendo una politica del tipo divide et impera rivolta direttamente agli Stati membri dell’UE. In queste circostanze, è molto importante che l’accordo di partenariato sortisca risultati positivi. L’Unione europea non dovrebbe rivelare alcuna debolezza. Nei colloqui deve dimostrare l’unità degli Stati membri e la sua solidarietà come una forza. Deve ridurre l’incoerenza manifestata a oggi dalla Russia e promuovere un mercato integrato e il libero accesso alle infrastrutture e agli investimenti in Russia. Deve chiedere che la Russia esprima la volontà di rispettare i requisiti dell’Organizzazione mondiale del commercio. Dobbiamo consolidare la posizione unificata dell’Unione europea sulle questioni strategiche in relazione a paesi con regimi antidemocratici. L’Unione europea deve confermare di essere una roccaforte della democrazia e di valori comuni.

 
  
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  Sylwester Chruszcz (NI). - (PL) Signor Presidente, l’incontro in Siberia tra i rappresentanti dell’Unione europea e la Russia dovrebbe essere un appuntamento tra amici alla ricerca di un’autentica comprensione. Se vogliamo migliorare le nostre relazioni, dobbiamo trattare i nostri partner seriamente. Ho sentito affermare in Aula che l’Unione europea vuole insegnare alla Russia le regole della democrazia. Tuttavia, a Bruxelles c’è un deficit democratico. E proprio in questo Emiciclo ho anche sentito mettere in dubbio i risultati del referendum irlandese.

In quest’Aula è anche stato affermato che i membri sono preoccupati per la situazione in Georgia. Non è il colmo dell’ipocrisia? Un giorno si viola l’integrità territoriale della Serbia con il riconoscimento del Kosovo, e quello dopo al popolo dell’Abkhazia si nega la possibilità d’indipendenza e si racconta che al paese si applica un diverso insieme di norme. Onorevoli colleghi, dovete comprendere che fu Stalin a sopraffare l’Abkhazia e ad annetterla alla Georgia. Non possiamo oggi intrometterci in un mondo che non capiamo. Ritegno che se dobbiamo trattare con i russi, dobbiamo comprenderne non solo la storia ma anche la mentalità. Ovviamente, la Russia è al momento ben governata. La vita migliora per il popolo russo, e il paese sta diventando uno Stato democratico. Non è assolutamente giustificato il tono didattico adottato dai funzionari dell’Unione. Tutto quello che si ottiene è un ghigno irritato di Mosca.

 
  
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  Ria Oomen-Ruijten (PPE-DE). (NL) Signor Presidente, signora Commissario, è solo confrontandoci che evitiamo le incomprensioni. Sono in programma intense discussioni perché, con l’apertura dei colloqui sull’accordo di partenariato e cooperazione, ci accingiamo ad avviare il dialogo con la Federazione russa. E’ positivo che ora i negoziati stiano per cominciare. Negli ultimi 10 anni sono cambiate moltissime cose, sia in Russia che nell’Unione europea, ma dipendiamo anche più che mai dall’altro. E’ per questo motivo che sono necessari per entrambe le parti validi accordi vincolanti sull’energia, ma anche sul cambiamento climatico. Signor Presidente, in sede di definizione di questi accordi non dobbiamo dimenticare certi punti fondamentali. Sebbene alcuni Stati membri possano dubitarne, ora più che mai dobbiamo impegnarci a fondo per difendere i valori comunitari, per rafforzare lo Stato di diritto, lottare contro la corruzione e sottolineare l’indipendenza del dibattito sociale nella Russia stessa.

Signor Presidente, i negoziati non saranno facili. Un nuovo accordo non deve essere enciclopedico, per quanto mi riguarda, ma deve contenere una serie di elementi assolutamente essenziali e vincolanti per entrambe le parti.

Signor Presidente, non possiamo aspettare fino a quando l’accordo non sarà sul tavolo, perché ci devono giungere voci positive dal Cremlino ora in merito ad alcune altre questioni: la Cecenia, il caso di TNK contro BP e l’Abkhazia. Vorrei sentire dal Presidente che cosa intende lui esattamente con azione comune.

 
  
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  Kristian Vigenin (PSE). - (BG) Signor Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, desidero innanzi tutto sottolineare che il mondo oggi è un luogo molto diverso e che la giustapposizione di blocchi è un ricordo del passato. Anche la Russia è cambiata molto. La Russia del giugno 2008 è molto diversa dalla Russia del 2000, ad esempio. L’Unione europea deve affrontare la sfida di costruire e sviluppare un nuovo genere di relazioni senza termini di paragone nel passato. Dobbiamo sviluppare queste relazioni comprendendo chiaramente che ci sono molti aspetti che ci uniscono e molti che ci dividono. Ci sono molti problemi che possiamo risolvere solo in cooperazione con la Russia, tra cui figurano anche tematiche globali quali il cambiamento climatico, la lotta contro la fame e le pandemie, il terrorismo. Ve ne sono altri che sono di carattere regionale eppure hanno un enorme significato per l’Unione europea: sicurezza energetica, legami commerciali ed economici, relazioni con vicini comuni. Ci sono anche questioni che ci dividono: diritti umani, libertà di parola, cosa intendiamo per democrazia e sistemi democratici. Ma dobbiamo essere sufficientemente pragmatici e sviluppare il dialogo non scontrandoci ma concentrandoci sugli obiettivi comuni.

E’ un dato di fatto che negli ultimi anni si sia fatta strada la diffidenza, ma ora abbiamo l’opportunità di avviare un dialogo con il nuovo inquilino del Cremlino. Vorrei richiamare l’attenzione sul ruolo della Russia nei Balcani occidentali. Ritengo che ci occorra un autentico dialogo attivo onde coinvolgere la Russia nella ricerca di soluzioni ai problemi della regione, persuaderle a sostenere gli sforzi dell’Unione europea volti a garantire stabilità a lungo termine, tra cui attraverso la missione EULEX in Kosovo. Vorrei che il prossimo vertice affrontasse anche la questione del ruolo della Russia nella regione del Mar Nero e che stabilisse che spetta a noi decidere se applicare o meno la politica del divide et impera.

 
  
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  István Szent-Iványi (ALDE). - (HU) Signor Presidente, signora Commissario, nel suo discorso d’insediamento il Presidente Medvedev ha dichiarato la propria lealtà alla democrazia, affermando che reputava il ripristino dello Stato di diritto la usa missione principe. Se queste non sono solo parole vuote ed effettivamente riesce a realizzare tale obiettivo, allora si profila realmente la possibilità che le relazioni con la Russia possano essere sostanzialmente migliorate. Le nostre aspettative sono modeste, ma siamo aperti e ottimisti. Avere la Russia quale solido partner affidabile che contribuisce a risolvere i conflitti giunti a un’impasse e a prevenire la proliferazione nucleare è nel nostro interesse fondamentale. Consideriamo la Russia un partner, ma anche il paese deve decidere ci reputa un partner o un insieme di nemici da far ribellare uno contro l’altro e aizzare. Accogliamo con favore l’intenzione di instaurare un nuovo accordo di partenariato UE-Russia; tale accordo dovrebbe essere esteso in modo da contemplare le problematiche legate all’energia e da contenere anche i principi fondamentali della carta per l’energia. L’Europa deve assumere una posizione unita e determinata nel quadro dei negoziati se vuole ottenere risultati concreti.

Penso sia un segno positivo che il vertice si tenga nella capitale di Khanty-Mansi, dove, in concomitanza, si svolgerà anche il congresso mondiale dei popoli ugro-finnici. Mi auguro che non si tratti solo di un gesto irripetibile da parte della Russia nei confronti dei popoli ugro-finnici, ma che corrisponda a una vera intenzione di migliorare la situazione e di garantire i diritti di tali popolazioni. A questo punto, desidero esortare il Commissario Ferrero-Waldner e la Commissione ad accelerare i lavori relativi all’attuazione della “azione preparatoria” volta ad assistere i popoli ugro-finnici, perché ci sembra che le carenze in quest’area siano di proporzioni enormi. Grazie.

 
  
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  Inese Vaidere (UEN).(LV) Onorevoli colleghi, il minisero russo degli Affari esteri ha elaborato una strategia globale su come impiegare i propri concittadini nell’Unione europea, in particolare negli Stati baltici, con l’obiettivo di rafforzare l’influenza economica e politica della Russia. Il Presidente Medvedev ha firmato di recente un decreto che abolisce i visti d’ingresso in Russia per i cittadini di paesi terzi di Lettonia ed Estonia, che in sostanza li riconosce quali cittadini russi. Pertanto, questi cittadini di paesi terzi, che per ottenere la cittadinanza devono semplicemente imparare un po’ della lingua del posto, acquisiranno privilegi molto maggiori rispetto ai cittadini e avranno nientemeno che un incentivo a ottenere la cittadinanza. Questo gesto – al pari di chiedere di concedere loro il diritto di voto nelle elezioni governative locali – è un autentico ostacolo all’integrazione dei cittadini di paesi terzi. La “democrazia guidata” della Russia ha annunciato sempre maggiori restrizioni alla libertà di stampa, di espressione e di assemblea. I veri democratici della Russia hanno chiesto il nostro sostegno in varie occasioni, rivolgendosi alla sottocommissione per i diritti umani e all’epoca della visita a Mosca. Il pragmatismo pianificato della risoluzione ci ha tuttavia consentito di dimenticare i nostri principi, anche se nella pratica tutte la crescita economica in Russia si basa sui nostri pagamenti di risorse di energia.

 
  
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  Jana Bobošíková (NI). - (CS) Onorevoli colleghi, l’Unione europea – con questa espressione intendo il Consiglio – deve definire con precisione la sua idea di relazioni con la Russia. Dovrebbe essere chiaro se i negoziati concernenti, ad esempio, gli approvvigionamenti di gas, il Kosovo, la libertà di parola e i diritti umani verranno condotti separatamente dai singoli Stati membri o se esiste una possibilità di raggiungere un’intesa, perlomeno a livello base, su alcuni interessi comuni. Ritengo che sia negli interessi dei cittadini che l’Unione parli con una voce sola quando tratta con la Russia. Purtroppo non è così. Dobbiamo insistere affinché in Russia si instauri un clima politico e imprenditoriale più stabile, che preveda meno barriere alle importazioni e conceda maggiore spazio agli investitori dell’Unione. Questo sarebbe di ceto agevolata dall’adesione della Russia all’Organizzazione mondiale del commercio. Ovviamente, tutti noi dovremmo insistere con forza sul rispetto dei diritti umani e delle libertà quali elementi di un simile partenariato. L’Unione, che è una forte entità caratterizzata dalla diversità, e la Russia, che è una superpotenza, dovrebbero smettere di comportarsi come due città collegate da nient’altro se non una strada stretta e un gasdotto. Entrambe dovrebbero aspirare a una maggiore integrazione economica reciproca e il partenariato dovrebbe essere un matrimonio di convenienza, non d’amore.

 
  
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  Tunne Kelam (PPE-DE). - (EN) Signor Presidente, nell’accogliere le parole del Presidente Medvedev sull’importanza dei diritti civili e dello Stato di diritto, l’UE dovrebbe assolutamente chiarire che la credibilità delle sue dichiarazioni si può misurare solo dimostrando, innanzi tutto, rispetto totale dei verdetti della Corte europea dei diritti umani e contribuendo alla riforma di tale istituzione.

Il punto di partenza più importante se si aspira a instituire relazioni migliori è l’unità tra gli Stati membri dell’UE. Sottolineiamo in particolare la necessità di dare priorità ai benefici a lungo termine di una risoluzione comune rispetto ai possibili vantaggio a breve termine di accordi bilaterali su singole questioni.

Tali priorità sono particolarmente rilevanti nel campo dell’economia e dell’energia, dove i principi di trasparenza e reciprocità possono essere l’unica base per una cooperazione sul lungo periodo, insieme alla parità di accesso ai mercati, alle infrastrutture e agli investimenti.

 
  
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  Reino Paasilinna (PSE). - (FI) Signor Presidente, signora Commissario, ho qui dinanzi a me uno studio condotto quest’anno sugli uomini d’affari russi. Fatto sorprendente, le loro riflessioni sono simili alle nostre. Quale genere di Russia vorrebbero vedere entro il 2020? Tra il 50 per cento e il 70 per cento di loro desidera che i russi siano liberi; al secondo posto, istruiti, al terzo posto, integrati; al quarto, rispettosi della legge e al quinto posto, in buona salute. Non c’è la benché minima cattiva intenzione qui. Solo il 30 per cento di questi uomini d’affari sperava di essere ricco. Pertanto, non c’è più alcuno strascico delle oligarchie che noi tutti ricordiamo.

L’intenzione della Russia è di avviare un processo di modernizzazione, e questo obiettivo accomuna i leader del paese e i cittadini. Le preoccupazioni degli imprenditori interpellati ci sono note: il 70 per cento di loro ritiene che l’invecchiamento della popolazione sia un grosso problema, esattamente come noi. Per quanto riguarda la corruzione agli alti livelli, qui il tasso è inferiore, ma lì è molto comune. Oltre il 50 per cento reputa fondamentale l’indipendenza del sistema giudiziario e i diritti civili. Anche gli scarsi livelli di istruzione sono motivo di preoccupazione. Possiamo dare un esempio e fornire assistenza laddove le infrastrutture sono inadeguate e la burocrazia rigida. Per questo ritengo che abbiamo un’opportunità, ora che dipendiamo dalla Russia per l’energia, di offrire la nostra competenza per il processo di modernizzazione del paese, che è l’obiettivo della Russia stessa.

 
  
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  Christopher Beazley (PPE-DE). - (EN) Signor Presidente, il Commissario Ferrero-Waldner ha parlato dell’importanza di instaurare relazioni corrette tra l’UE e la Russia.

Un ambito che mi sembra particolarmente importante è la questione della società civile. Prevede la possibilità di avviare alcuni programmi o progetti specifici che potremmo cominciare a considerare in termini di scambi universitari, scambi culturali e artistici, e se così, quali?

Credo che sia opportuno ribadire la nostra delusione in questo contesto. Gli uffici del British Council a San Pietroburgo e a Ekaterinburg sono stati chiusi, in contrasto con qualsiasi normale pratica diplomatica.

Vale altresì la pena riflettere sulla relazione in merito all’energia. In quanto buon cliente, vantiamo una posizione forte. La Gazprom non chiaramente riuscita a convincere questo Parlamento, in sede di commissione per gli affari esteri, commissione per l’industria, la ricerca e l’energia, e commissione per le petizioni. Devono pensarci di nuovo. Ci occorre una buona relazione dove non facciamo la parte degli ingenui, dove non ci basiamo su pii desideri e dove i nostri partner e colleghi russi non siano sospettosi, non si sentano minacciati o debbano mostrarsi aggressivi.

 
  
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  Adrian Severin (PSE). - (EN) Signor Presidente, il prossimo Vertice Unione europea-Russia si svolgerà tra una Federazione russa in ascesa – anche solo temporaneamente – e un’UE non solo colpita dal “no” irlandese sul Trattato di Lisbona ma anche dalla mancanza di una chiara visione su come uscire da questa crisi.

La Russia stessa è motivo di divergenza nell’Unione europea. In effetti, ci ha divisi tra ideologisti e pragmatici; tra geostrateghi pronti allo scontro e conciliatoristi; tra vecchi combattenti della guerra fredda e nuovi opportunisti utilitaristi.

Per un altro verso, un grosso problema è che la Russia non ha una politica concernente l’Unione europea, ma preferisce trattare separatamente con ciascun membro dell’Unione. Non riusciremo a cambiare questa situazione fino a quando non avremo introdotto una reale politica europea comune nei confronti della Russia. Dobbiamo dire alla Russia che, nell’ottica di fare buoni affari con noi e di beneficiare della reciproca apertura dei mercati, occorre un’interoperabilità istituzionale e politica che garantisca la separazione tra politiche economiche e strategie geopolitiche.

Occorre quindi uno spazio comune di giustizia, libertà e sicurezza caratterizzato da trasparenza, responsabilità e apertura.

 
  
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  Francisco José Millán Mon (PPE-DE). - (ES) Signor Presidente, la relazione tra l’Unione europea e la Russia deve essere costruttiva, ma anche esigente. Come noi, è membro del Consiglio d’Europa e ne deve quindi rispettare i principi e i valori.

Accolgo on favore il fatto che di recente il Presidente Medvedev abbia sottolineato l’importanza dei diritti umani e dello Stato di diritto.

L’Unione europea e la Russia hanno il potenziale per instaurare una relazione forte e ora noi dobbiamo affrontare la sfida di negoziare il nuovo accordo di cooperazione e di partenariato che ci consentirà di accelerare gli sviluppi nell’ambito dei cosiddetti “quattro spazi comuni”.

Desidero sottolineare l’importanza di uno di tali spazi, quello relativo alle relazioni economiche. Oltre la metà degli scambi della Russia avviene con l’Unione. La creazione di un mercato integrato, con regole trasparenti e non discriminatorie, migliorerà e diversificherà le relazioni economiche e commerciali tra la Russia e l’Unione europea. Un altro aspetto essenziale è una maggiore certezza giuridica in Russia.

Onorevoli colleghi, Mosca è un protagonista fondamentale sulla scena internazionale. Membro permanente del Consiglio di sicurezza, la sua cooperazione è cruciale per raggiungere la pace e la stabilità in Europa e nel mondo.

Per quanto attiene all’UE, i 27 Stati membri devono adottare un fronte unito nelle loro relazioni con la Russia. Tutti gli analisti, tra cui l’ultimo, Mark Leonard, con un interessante studio, sottolineano che l’assenza di una posizione comune danneggia l’Unione…

(Il Presidente toglie la parola all’oratore)

 
  
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  Csaba Sándor Tabajdi (PSE). - (HU) Signor Presidente, l’imminente vertice sblocca l’impasse che perdurava da oltre un anno e mezzo, e speriamo che porti sviluppi concreti nelle relazioni tra l’Unione europea e la Russia. L’Unione europea ha bisogno della Russia, ma non inganniamoci, la Russia ha bisogno almeno altrettanto dell’Europa, come partner economico e come consumatore di energia. Dipendiamo gli uni dagli altri non solo nel campo dell’energia ma anche in molti altri. Per questo motivo, credo che i timori di un aumento dell’influenza della Russia siano esagerati, sebbene sembrino giustificati, se si analizzano molte dichiarazioni pronunciate dalla leadership russa. Negli interessi del futuro sviluppo delle relazioni strategiche tra l’UE e la Russia, è di capitale importanza istituire quanto prima un regime che preveda la reciproca esenzione dall’obbligo del visto; questo è un passo cruciale per la crescita delle relazioni UE-Russia. In conclusione, quale presidente dal forum ugro-finnico presso il Parlamento europeo, vorrei ribadire la richiesta avanzata dal mio collega Szent-Iványi ai capi di Stato dell’UE presenti al vertice: sostenere i popoli ugro-finnici. Grazie per la vostra attenzione.

 
  
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  Bernd Posselt (PPE-DE). - (DE) Signor presidente, anch’io ritengo che il gasdotto tra la Germania e la Russia si debba costruire solo se gli altri Stati membri dell’UE interessati sono d’accordo. Tuttavia, quegli Stati membri non dovrebbero poi negoziare con un’altra grande potenza, vale a dire gli USA, riguardo a missili o visti. L’Europa potrà assumere una posizione risoluta nei confronti di USA e Russia solo se finalmente adotta un fronte unito.

Vorrei dire una cosa con molta chiarezza: è nostro compito dire ai russi che nei loro interessi fondamentali costruire un buon partenariato con l’Europa. Tuttavia, questo significa che non posso parlare a nome di altri paesi che nel passato la Russia ha occupato, come l’Ucraina o la Georgia. Questi paesi sono Stati sovrani e hanno la facoltà di prendere decisioni riguardo al loro stesso destino.

Il Presidente Medvedev ha affermato a Berlino che vuole vedere miglioramenti nelle relazioni. Se così è, può iniziare su due fronti, di cui il primo è quello dello Stato di diritto, che significa intervenire nella questione dei detenuti della Yukos. Il secondo fronte è un ambito molto importante: Presidente Medvedev, per favore, la smetta di bloccare la più grande missione di pace nella storia dell’UE, ossia la missione del Kosovo!

 
  
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  Andrzej Jan Szejna (PSE). - (PL) Signor Presidente, la complessa relazione tra l’Unione europea e la Russia richiede un’azione diplomatica coesiva e gestita con perizia. Il prossimo vertice tra l’Unione europea e la Russia ha suscitato grosse apprensioni, in quanto in quella sede verranno negoziati accordi di grande importanza sia per l’Unione europea che per la Russia. Tra le varie questioni, l’Unione deve sforzarsi di garantire sicurezza energetica per l’Europa. In un’epoca in cui prezzi dei carburanti e dell’energia hanno un’ascesa inarrestabile, la sicurezza in materia di energia è di significato strategico non solo per l’economia dell’intera Unione europea ma anche per le economie nazionali dei rispettivi Stati membri.

Alla vigilia del Vertice UE-Russia, dobbiamo comprendere quanto sia importante che in futuro l’Unione parli con una voce sola sulla scena internazionale. A tale proposito, è un peccato che l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona sia incerta. Quest’ultimo contiene disposizioni che farebbero dell’Unione europea un partner forte nelle relazioni internazionali. Sono lieto che l’Unione abbia sostenuto la Polonia nella sua controversia con la Russia sulle esportazioni dei nostri prodotti. Confido nel fatto che nei prossimi anni la Polonia sviluppi una relazione positiva tra le Russia e l’Unione europea.

 
  
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  Josef Zieleniec (PPE-DE). - (CS) Questo vertice UE-Russia sarà il primo del Presidente russo Dmitri Medvedev. L’Unione dovrebbe approfittare dell’inizio del suo mandato e mirare a un reciproco spostamento verso un partenariato pragmatico, realistico e strategico. In effetti, sul lungo periodo questo partenariato è più importante per la Russia stessa. La priorità del Presidente Medvedev è il rispetto dello Stato di diritto 8come afferma lui stesso) e la modernizzazione dell’economia. Al fine di conseguire questo obiettivo, lui ha bisogno dell’Europa. Anche nel settore delle relazioni internazionali e commerciali, la Russia ha bisogno di un partner più stabile e affidabile rispetto alla Cina o all’Iran. L’Unione europea non rappresenta una minaccia per la Russia. Al contrario, l’Unione può aiutare la Russia a mantenere il suo status di attore chiave che il paese altrimenti rischierebbe di perdere gradualmente a causa di elementi legati alla sua economia unilaterale e alla democrazia. Un partenariato strategico, tuttavia, può essere costruito solo sulla base di una dialogo simmetrico tra pari. In tale contesto, la Russia deve mostrare la via, cessare i suoi meschini tentativi di dividere l’Europa e minacciare l’Unione come un’entità culturale. Le schermaglie miopi e le provocazioni posticipano inutilmente la creazione di un autentico partenariato con l’UE. Nelle discussioni sul nuovo accordo di partenariato e di cooperazione tra l’UE e la Russia, l’attenzione dovrebbe essere su questioni che sono importanti nel lungo periodo.

 
  
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  Zita Pleštinská (PPE-DE). - (SK) Il partenariato strategico UE-Russia è un fattore importante nell’area della diversificazione e della sicurezza delle importazioni di fonti di energia nell’UE. Al tempo stesso, dobbiamo ricordarci che questa cooperazione è importante per la Russia tanto quanto per l’UE, dal momento che il 60 per cento del greggio russo è destinato all’UE.

Credo che i leader europei debbano continuare a ribadire alla Russia che il paese non deve usare le proprie forniture di energia come uno strumento di repressione politica, nei confronti degli Stati membri dell’UE o dei paesi dell’ex Unione Sovietica, in particolare l’Ucraina.

Al momento i negoziati condotti dagli Stati membri sulle forniture di gas e petrolio russi sono bilaterali. In occasione della visita per la Duma di Stato della Federazione russa nell’aprile 2007, ho potuto constatare di persona che anche la Russia è estremamente interessata a trattare con l’UE nel suo complesso in merito alla questione dell’energia.

Infine, vorrei far presente che temo, al pari del mio collega Elmar Brok, che a seguito del risultato negativo del referendum irlandese sul Trattato di Lisbona la posizione dell’UE in quanto partner strategico possa risultate indebolita, dato che il Trattato di Lisbona è il documento in cui sono sancite le competenze dell’UE nell’area dela politica comune in materia di energia.

 
  
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  Anneli Jäätteenmäki (ALDE). - (FI) Signor Presidente, mi auguro che riusciremo a concludere in tempi ristretti l’accordo di cooperazione tra l’Unione europea e la Russia. E’ importante che l’UE e la Russia possano basarsi su relazioni schiette, praticabili e oneste. Il partenariato deve essere sano e vantaggioso per entrambe le parti.

Nonostante il suo approccio pragmatico, l’UE non deve dimenticare, e non l’ha fatto, la questione dei diritti umani, e deve tendere, a questo riguardo, a un dialogo attivo con la Russia.

La sicurezza in campo energetico è un aspetto importante che interessa tutta l’Europa, e quando parliamo di energia di norma parliamo anche di Russia e di cooperazione tra l’UE e la Russia. L’UE è ben determinata a mantenere la propria sicurezza dell’approvvigionamento, riducendo al contempo la propria dipendenza dall’energia esterna. E’ auspicabile che il confronto al vertice sia aperto, franco e, soprattutto, proficuo.

 
  
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  Milan Horáček (Verts/ALE). - (DE) Signor Presidente, durante l’intervento dell’onorevole Swoboda, mi sono ricordato che svoboda è la parola russa per “libertà” e ho pensato che la libertà è qualcosa di cui, ovviamente, abbiamo bisogno tutti. I diritti umani e la libertà sono i principali pilastri dell’UE e devono sostenere anche il nostro dialogo con la Russia.

Proprio perché questo prossimo dialogo si svolgerà in Siberia, mi viene in mente che anche Chita – la struttura di detenzione dove sono rinchiusi i carcerati della Yukos, Mikhail Khodorkovsky e Platon Lebedev – si trova in Siberia. Vorrei pertanto esortarvi a fare tutto il possibile al fine di garantire che vengano rilasciati, ma anche a incoraggiare la Russia a rendere la libertà di opinione e la libertà di stampa una realtà e a non ostacolare il lavoro delle ONG, in quanto tutti questi aspetti sono estremamente importanti per il nostro comune futuro europeo.

 
  
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  Hanna Foltyn-Kubicka (UEN). - (PL) Signor Presidente, siamo una Comunità che rispetta lo Stato di diritto in quanto una delle fondamenta sui cui abbiamo costruito la nostra identità. Dovremmo aspettarci lo stesso dai nostri partner politici ed economici. Chiedo ai rappresentanti dell’Unione europea di sollevare in occasione del vertice la questione del pieno rispetto da parte della Russia delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo.

Questa Corte non è stata istituita per fungere da istituzione farsa, le cui sentenze vengono rispettate sono da coloro che commettono reati minori e talvolta discutibili violazioni dei diritti umani. E’ stata creata al fine di garantire che torturatori, stupratori e assassini venissero dissuasi dal perpetrare altri reati perché consapevoli che le adeguate sentenze sarebbero state attuate nei loro confronti.

La Federazione russa deve pertanto collaborare a stretto contatto con la Corte e ne deve rispettare le sentenze. Chiaramente, un paese che non onora gli accordi non può essere trattato come un partner affidabile. Le azioni della Russia sono in netto contrasto con le sue dichiarazioni in cui asserisce di essere un fornitore affidabile di fonti di energia. Questa è una delle affermazioni che i diplomatici russi amano pronunciare. Se la Russia intende dimostrarsi affidabile come nel caso della Cecenia, di Anna Politovskaya o di Aleksandr Litvinenko, l’Unione europea passerà alla storia come l’istituzione più ingenua che sia mai esistita.

 
  
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  Gerard Batten (IND/DEM). - (EN) Signor Presidente, sollevo una questione a nome di Marina Litvinenko, il cui marito, Aleksandr Litvinenko, è stato assassinato a Londra nel dicembre 2006. L’arma del delitto è stato il polonio-210, una sostanza radioattiva prodotta per il 97 per cento nell’impianto nucleare di Avangard, in Russia. L’omicidio ha tutte le caratteristiche di un assassinio altamente sofisticato, del genere di quelli compiuti dai servizi segreti russi. Il principale sospettato, Andrei Lugovoi, è un membro del parlamento russo e, in conformità della costituzione russa, non può essere estradato.

Se mi è permesso, mi rivolgo direttamente al Commissario Ferrero-Waldner: la signora Litvinenko chiede che, in occasione del vertice, il Consiglio e la Commissione portino all’attenzione del Presidente Medvedev la questione dell’omicidio di Aleksandr Litvinenko. Marina Litvinenko vuole che l’assassinio del marito venga risolto e i colpevoli assicurati alla giustizia. Il vertice è un’opportunità ideale per far avanzare il processo. Vi prego di aiutarla.

(Applausi)

 
  
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  Vytautas Landsbergis (PPE-DE). - (EN) Signor Presidente, proseguo sulla scia delle osservazioni del precedente oratore. Il governo russo dovrebbe fare tutto quanto in suo potere per dimostrare di non aver ordinato l’assassinio terroristico di un cittadino britannico – che significa anche un cittadino europeo –, ossia Aleksandr Litvinenko. Poiché il governo russo non è riuscito a dimostrare di non averlo commissionato e rifiuta persino di cooperare a dover con le autorità investigative britanniche, il coinvolgimento ufficiale della Russia nell’omicidio è politicamente comprovato.

La nuova Russia, come dicono molti, si comporta ripetutamente come uno Stato terrorista e al vertice di Khanty-Mansiysk l’UE deve chiedere al Presidente Medvedev di porre fine a tali pratiche.

Contro le madri di Beslan, che tentano di scoprire chi ha ordinato l’attacco alla scuola e l’uso di bazooka e mitragliatrici pesanti contro chiunque presente tra quelle mura, compresi i loro figli, non dovrebbe essere stato avviato alcun procedimento. L’UE deve almeno sostenere coloro che sono più deboli di se stessa, del governo britannico e delle madri di Beslan.

 
  
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  Janez Lenarčič, Presidente in carica del Consiglio. (SL) Sarò molto breve, considerata l’ora tarda. Penso sia stato l’onorevole Severin ad affermare che – lo citerò in inglese – “Russia is a divisive issue in the European Union”. Nondimeno, ritengo che nel corso del dibattito odierno siano emersi soprattutto due elementi che sono oggetto di un consenso molto ampio, davvero molto ampio.

Innanzi tutto, occorrono buone relazioni tra l’Unione europea e la Federazione russa. Posso solo essere d’accordo su questa affermazione, ovviamente. La Federazione russa, com’è stato detto più volte, è una potenza mondiale, uno dei protagonisti chiave sulla scia internazionale, come ha affermato l’onorevole Millán Mon, ed è inoltre il nostro vicino. In breve, siamo condannati a coesistere con la Federazione russa, e questa coesistenza sarà di alto livello solo se basata su partenariato e cooperazione. Questa Presidenza è determinata a coltivare un dialogo volto a promuovere il partenariato e la cooperazione, un dialogo che includa tutte le questioni di interesse per entrambe le parti, tra cui quelle su cui divergiamo e di cui ho accennato nel mio intervento introduttivo.

L’altro elemento importante di questo consenso molto ampio, che ho percepito qui in Aula, è l’importanza attribuita dagli eurodeputati alla posizione comune dell’Unione europea. Non potrei essere maggiormente d’accordo in questo caso. L’ambito in cui questo è emerso più frequentemente con particolare rilievo è il settore dell’energia. Il fatto è che nessun singolo Stato membri potrebbe raggiungere in colloqui distinti con fornitori del calibro della Federazione russa un accordo interessante come quello che può concludere l’Unione quale entità unica. E’ quindi ora che la politica comune in materia di energia nasca davvero.

In questo contesto, si è fatto riferimento anche alle condutture di gas e petrolio. Posso solo aggiungere questo: se nell’Unione europea fossimo stati finora in grado di creare un mercato interno dell’energia davvero adeguato, sarebbe del tutto trascurabile dove passano certi gasdotto o oleodotti.

Permettetemi di concludere con la seguente osservazione: la Presidenza slovena è lieta che il proprio semestre termini con il Vertice UE-Federazione russa, un appuntamento che questa volta, a causa di determinate circostanze, un nuovo presidente in Russia e il mandato che siamo infine riusciti a ottenere dopo estenuanti negoziati, si presenta molto promettente, e mi auguro che queste aspettative non vadano deluse.

 
  
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  Benita Ferrero-Waldner, Membro della Commissione. (EN) Signor Presidente, ritengo che la chiave nelle nostre relazioni sia la reciproca interdipendenza, menzionata da molti oratori qui. Da una parte, è nei nostri interessi avere valide relazioni con la Russia, un partner strategico e un vicino, come ha giustamente sottolineato il nostro Presidente. Tuttavia, è anche importante che la Russia si comporti da partner nella soluzione dei problemi e non nel porli, e questa è l’altra parte.

Ho seguito con molta attenzione e ho preso nota di tutti i vostri commenti. Non potrò rispondere a tutte le domande e le osservazioni ora, ma permettetemi alcune riflessioni di carattere generale e più specifico.

Innanzi tutto, la Russia oggi è un partner molto importante nel settore dell’energia e, a seguito dell’assegnazione del mandato negoziale per la conclusione di un nuovo accoro, abbiamo già una posizione comune dell’UE sull’energia, perché disponiamo di un mandato comune. Non è stato facile ottenerlo, ma ora lo abbiamo ed il quadro dei nostri negoziati. Pertanto, è stato fondamentale ottenerlo. Come ho detto in precedenza, vogliamo incorporare i principi della Carta per l’energia nel nuovo accordo. Le relazioni UE-Russia si basano su questo – non è una via a senso unico. Siamo un importante mercato e una fonte di investimenti, esattamente come la Russia è un fornitore essenziale per noi. Pertanto, di nuovo, riemerge questa interdipendenza lì e dobbiamo avere gli stessi principi: reciprocità, trasparenza e non discriminazione.

Uno degli obiettivi della politica dell’Unione europea in materia di energia è diversificare i percorsi di approvvigionamento e fonti di energia nell’ottica di rafforzare la concorrenza e la sicurezza nel mercato UE dell’energia. Non si tratta di una politica antirussi. Ritengo che la Russia rimarrà un nostro fornitore chiave, ma qualsiasi consumatore sensato suddivide i rischi, soprattutto nel caso di aumenti vertiginosi dei prezzi dell’energia. Data la nostra crescente interdipendenza dalle importazioni, soprattutto di gas, è verosimile che cresca il volume di gas russo che intendiamo comprare, pertanto ci occorre una chiara politica di diversificazione.

Vorrei adesso passare alla questione degli scambi in generale. E’ molto importante che la Russia diventi un membro dell’OMC; è importante non solo per la Russia stessa anche per noi. Continueremo, pertanto, a impegnarci a fondo a Ginevra e a lavorare sul piano bilaterale per pervenire a un accordo. Penso che la Russia abbia bisogno di aderire all’OMC per modernizzare la propria economia, e con questo Presidente ritengo che sia possibile, come lo era anche con il Presidente Putin, che ha sostenuto in prima persona tale aspetto.

Vorrei accennare rapidamente alle questioni delle ONG e del rispetto dei diritti umani: siamo regolarmente in contatto con ONG russe e diamo voce alle loro preoccupazioni nei nostri colloqui con le autorità russe. Siamo disposti a sollevare casi specifici, laddove necessario, e continuiamo a sostenerle finanziariamente attraverso il nostro strumento europeo per la democrazia e i diritti umani.

Sulla questione dei diritti umani in generale: abbiamo avuto consultazioni al riguardo con i russi. Abbiamo di fatto affrontato casi specifici, ci siamo occupati di difensori dei diritti umani e talvolta di casi giudiziari. Siamo preoccupati in particolare per la situazione nel Caucaso settentrionale. Ho solo cinque minuti e potrei parlare a lungo del Caucaso settentrionale, della Georgia, dell’Abkhazia, dell’Ossezia meridionale e anche di Nagorno-Karabakh e della Moldavia, quindi non pensiate che ignorassimo le problematiche. Tutto questo sarà ed è molto importante.

Volevo anche accennare alla questione del British Council: l’UE ha sostenuto il governo del Regno Unito nella sua controversia con la Russia riguardo al caso degli uffici del British Council di San Pietroburgo e Ekaterinburg. Penso che ora abbiamo un buon dialogo con la Russia sulla cooperazione culturale, che mi auguro offrirà l’opportunità di porre in rilievo il valore di questi contatti. Considereremo, ovviamente, se non si possa intervenire in qualche modo.

Riguardo alle minoranze ugro-finniche, sapete bene, che siamo impegnati nella realizzazione dell’azione preparatoria per 2,5 milioni di euro, che il Parlamento ha iscritto nel bilancio di quest’anno e contempliamo in tale contesto l’attuazione della convenzione sulle minoranze del Consiglio d’Europa, di cui è una parte anche la Russia. Penso che dovrebbe coprire anche le minoranze nazionali in Russia.

Sugli scambi universitari, vorrei solo far presente che promuoviamo tali scambi con la Russia attraverso, da un lato, l’Erasmus Mundus e i programmi Tempus. Nei prossimi anni rafforzeremo la nostra cooperazione nell’ambito di tali programmi. Inoltre, la Russia ha anche dimostrato grande interesse nell’eventuale partecipazione al Settimo programma quadro di ricerca e sviluppo, che forse in futuro risulterà un segno importante per SIGMA. Abbiamo un istituto di studi europei e noi, sia la Russia che l’Unione europea, potremmo approfondire l’attività con questa struttura e persino raddoppiare il nostro contributo.

Un’ultima riflessione generale prima di concludere: l’avvio ufficiale di questo nuovo accordo è, come penso concorderanno tutti qui, un’occasione di estrema importanza ed è un’opportunità. il potenziale è enorme e convengo con la Presidenza che sarà un’occasione davvero fondamentale.

Sappiamo che i negoziati non saranno facili. Devono essere di ampio respiro e poiché lo sono – perché abbiano un mandato di portata immensa – saranno in qualche modo complessi e non termineranno in tempi brevi. Tuttavia, questo solido mandato dimostra anche che siamo forti di un’unità qui. L’unità del mandato è concreta. E’ stato difficile ottenerlo, ma ora che ne disponiamo, andiamo avanti e vi esorto a sostenerci in questo.

Infine, come tutti sappiamo, le relazioni devono essere strategiche. Facciamo quindi un passo indietro rispetto ai fastidi quotidiani e alle notizie dalle microspie e guardiamo all’ampio contesto storico dell’Europa e della Russia, nonché ai tanti interessi che condividiamo. Dobbiamo trovare un modo di gestire le nostre divergenze e, al contempo, mantenere aperta una porta al dialogo. Abbiamo l’opportunità di farlo. Dobbiamo coglierla e insieme sono sicura che costruiremo un solido partenariato.

 
  
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  Presidente. − Comunico di aver ricevuto sei proposte di risoluzione(1) ai sensi dell’articolo 103, paragrafo 2, del Regolamento.

La discussione è chiusa.

La votazione si svolgerà giovedì 19 giugno 2008.

Dichiarazioni scritte (articolo 142)

 
  
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  Ramona Nicole Mănescu (ALDE), per iscritto. (RO) Il Vertice UE-Russia che si terrà il 26 e 27 giugno a Khanty-Mansiik, in Siberia, segnerà un duplice inizio: da una parte, è il primo contatto che l’Unione europea ha con il nuovo Presidente russo Medvedev e, dall’altra, è previsto il negoziato relativo a un nuovo accordo di partenariato, che dovrebbe istituire il quadro per lo sviluppo delle relazioni tra l’Unione europea e la Russia.

Poiché il 40 per cento del gas naturale importato dalle società europee viene dalla Russia, quest’ultima deve facilitare gli investimenti dell’UE adottando una legislazione trasparente e aprendo il suo sistema di condutture, consentendo alle imprese europee di acquistare gas direttamente dai produttori dell’Asia centrale.

L’Unione europea non deve rimanere indifferente al destino di coloro che vivono in regioni di conflitto; insieme con la Russia e gli altri attori coinvolti, dobbiamo trovare un modo di risolvere i conflitti “congelati”, nonché il conflitto in Moldavia e nel Caucaso.

Mi auguro che l’accordo di partenariato offra le condizioni adatte per lo sviluppo delle relazioni tra l’Unione europea e la Russia; nondimeno, non dobbiamo dimenticare che il nostro obiettivo non è firmare un accordo di partenariato, ma farvi includere clausole che possano portare alla democrazia, alla sicurezza e a un livello di vita più elevato in Europa, dal Caucaso all’Atlantico.

 
  
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  Katrin Saks (PSE), per iscritto. (ET) Signor Presidente, tra circa una settimana a Khanty-Mansiysk si svolgerà il vertice regolare tra l’Unione europea e la Russia, seguito dal quinto congresso mondiale dei popoli ugro-finnici in programma nello stesso luogo. Tra i popoli ugro-finnici si annoverano gli abitanti originari di questa regione, i Khanty e Mansi, pastori di renne cha hanno dato il nome al posto, collocato fra le zone paludose della Siberia e la tundra.

A questo congresso mondiale parteciperà anche una delegazione di cinque membri dell’Unione europea; gli ungheresi, i finlandesi e gli estoni appartengono ai popoli ugro-finnici e la loro terra d’origine è in Siberia. Spero che riusciremo in questo modo a richiamare l’attenzione sulle piccole nazioni la cui lingua rischia di scomparire e la cui cultura millenaria viene sostituita da eventi collettivi.

L’Unione europea deve restare fedele ai propri valori e difenderli, e non farsi abbagliare in una regione che è la fonte della maggior parte delle risorse di energia della Russia. I fiumi di petrolio lì hanno portato a un conflitto tra lo stile di vita tradizionale dei nativi e il bisogno sempre maggiore di petrolio dell’umanità.

 
  

(1) Vedasi processo verbale.

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