Presidente. − L’ordine del giorno reca il Tempo delle interrogazioni (B6-0161/2008).
Saranno prese in esame le interrogazioni rivolte al Consiglio.
Annuncio l’interrogazione n. 1 dell’onorevole Robert Evans (H-0342/08)
Oggetto: Passeggeri con mobilità ridotta
Quali azioni e quali controlli sta eseguendo il Consiglio per garantire che le disposizioni definite dall’interrogante nella relazione sui diritti delle persone con mobilità ridotta che viaggiano in aereo(1), entrata in vigore la scorsa estate, siano attuate correttamente in tutti gli Stati membri?
Janez Lenarčič, Presidente in carica del Consiglio. − (SL) Le norme riguardanti la protezione e la prestazione di assistenza nel trasporto aereo a persone con disabilità e a quelle con mobilità ridotta sono definite dal regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai diritti delle persone con disabilità e delle persone a mobilità ridotta nel trasporto aereo. La normativa è stata adottata nel 2006; alcune parti sono già applicate dal luglio 2007, mentre il resto verrà applicato a partire dal luglio di quest’anno.
Desidero sottolineare che la verifica dell’adeguata attuazione del regolamento in questione è responsabilità della Commissione europea, che può prendere misure appropriate, tra cui rimedi giuridici volti a garantire la corretta applicazione del diritto comunitario in questo ambito. Per questo motivo, il Consiglio semplicemente non è competente a rispondere alla presente domanda.
Nondimeno, vorrei evidenziare che l’Unione europea è consapevole dell’importanza del settore della protezione e della garanzia di assistenza alle persone disabili e a quello con mobilità ridotta. Come si evincere dalla pratica, il regolamento che ho citato viene già applicato e rappresenta uno strumento importante per i soggetti disabili e per quelli con mobilità ridotta in viaggio.
Robert Evans (PSE). - (EN) Ringrazio la Presidenza, ma ovviamente conosco la normativa perché era il relatore che ne ha guidato l’iter in quest’Aula.
Sono infatti le agenzie nazionali che sono responsabili. Non conosco la situazione in tutti i paesi, ma nel Regno Unito è l’autorità preposta all’aviazione civile che se ne occupa. Pertanto, queste sono agenzie nazionali e la responsabilità è dei governi nazionali, che è il motivo per cui ho posto la domanda al Consiglio.
In una settimana in cui l’Europa si batte chiaramente per convincere tutto il suo mezzo miliardo di cittadini dell’autentico valore dell’Unione europea, questa è un’iniziativa pregevole. E’ una normativa molto importante intesa a sostenere le persone disabili e i passeggeri con mobilità ridotta, pertanto esorto il signor Ministro a tornare in sede di Consiglio e a comunicare a tutti i suoi 26 colleghi del Consiglio “Trasporti” nonché ai membri che devono applicare questa legislazione.
Emanuel Jardim Fernandes (PSE). – (PT) Sulla scia della domanda posta dal mio collega, onorevole Robert Evans, vorrei chiedere al Consiglio se è disposto a rafforzare i diritti dei passeggeri con mobilità ridotta nel settore marittimo. Sollevo questo interrogativo perché la Commissione ha in passato sostenuto questa possibilità, ad esempio nella comunicazione del 2005 sui diritti dei passeggeri, e il Parlamento se ne sta occupando, in particolare nell’ambito delle competenze e delle discussioni sul pacchetto Erika III.
Jörg Leichtfried (PSE). - (DE) Ho una domanda per il signor Ministro. Ho sentito che riguardo al trattamento riservato dalle compagnie aeree ai passeggeri con mobilità ridotta, esistono in realtà delle diversità e che le cosiddette società low cost lasciano un po’ a desiderare rispetto ad altri vettori. Sarei interessato a sapere se il Consiglio può per caso portare esempi concreti al riguardo, o se si tratta semplicemente di percezioni a livello personale della situazione.
Janez Lenarčič, Presidente in carica del Consiglio. − (SL) Risponderò alla domanda supplementare dell’onorevole Fernandes: ovviamente non posso escludere la possibilità che si introduca qualcosa di analogo per le persone disabili e le persone con mobilità ridotta che viaggiano per mare. Di certo è una questione che deve essere valutata innanzi tutto dalla Commissione, che deve poi elaborare una proposta. E’ tuttavia un’idea che senz’altro merita di essere presa in considerazione. Questa è la mia risposta spontanea.
L’onorevole ha menzionato le compagnie economiche. Desidero sottolineare che il regolamento che ho citato e che si riferisce a come facilitare il viaggio aereo di persone disabili e di persone con mobilità ridotta riguarda tutte i vettori, senza alcuna distinzione. Le violazioni saranno ovviamente trattate a condizioni paritarie, a prescindere che si tratti di compagnie economiche o di altro genere.
Presidente. − Annuncio l’
interrogazione n. 2 dell’onorevole Marie Panayotopoulos-Cassiotou (H-0346/08)
Oggetto: Politica immigratoria comune e lavoro illegale
Come valuta la Presidenza del Consiglio europeo i progressi compiuti nel corso del suo mandato semestrale in materia di politica immigratoria comune al fine di contrastare il lavoro illegale?
Janez Lenarčič, Presidente in carica del Consiglio. − (SL) Riguardo alla politica in materia di immigrazione e al lavoro legale, nel corso di questo mandato, ossia durante la Presidenza slovena, la Presidenza ha proseguito i negoziati nel Consiglio e con il Parlamento europeo riguardo a un progetto di direttiva che introduca sanzioni contro i datori di lavoro di cittadini di paesi terzi residenti illegalmente nell’Unione europea.
La direttiva in oggetto vieta l’impiego di cittadini di paesi terzi che risiedono illegalmente nell’Unione, e questo è ovviamente uno dei modi di contrastare l’immigrazione illegale. A tal fine la direttiva stabilisce sanzioni minime comuni nonché misure che gli Stati membri devono applicare nei confronti dei datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi che si trovano illegalmente nel territorio degli Stati membri.
Durante questo periodo gli organi competenti del Consiglio hanno continuato a esaminare la proposta e instaurato stretti contatti con il Parlamento europeo nell’ottica di far pervenire le due istituzioni a una posizione comune. Il lavoro non è ancora terminato, ma posso affermare che la Presidenza è soddisfatta degli sviluppi registrati finora.
Marie Panayotopoulos-Cassiotou (PPE-DE). – (EL) Signor Presidente, signor Presidente in carica del Consiglio, la ringrazio per la risposta fornita. Sappiamo tuttavia che i cittadini di paesi terzi che entrano nel territorio europeo senza sostegno o documentazione legale di fatto lavorano per vari datori di lavoro dopo essere usciti dal carcere. In questo modo si guadagnano il prezzo del biglietto per viaggiare verso paesi europei dove si vedranno riconosciuto il loro diritto di residenza. Come affrontiamo l’occupazione illegale quando è parzialmente giustificata e salvaguardata?
Janez Lenarčič, Presidente in carica del Consiglio. − (SL) Una volta adottata la direttiva in questione, sarà indubbiamente possibile intervenire in questi casi, e mi auguro che questo avvenga quanto prima. in ogni caso, questo implica un’azione rivolta a persone che impiegano coloro che si trovano illegalmente sul territorio degli Stati membri dell’Unione europea, e questo sarà logicamente in contrasto con la lettera della direttiva, se e quando sarà adottata. Ribadisco, il Consiglio auspica che ciò avvenga il prima possibile, e riteniamo anche che in questi sei mesi siano stati compiuti notevoli progressi.
Presidente. − Annuncio l’
interrogazione n. 3 dell’onorevole Marian Harkin (H-0350/08)
Oggetto: Sicurezza dei pazienti
Visto che per molti decenni l’Unione europea ha svolto un ruolo attivo nel garantire la mobilità dei lavoratori, concorda il Consiglio sul fatto che la sicurezza dei pazienti rappresenta una questione rilevante che non è stata però affrontata adeguatamente dalle direttive europee? In particolare, concorda il Consiglio sul fatto che, per garantire la sicurezza dei pazienti su tutto il territorio dell’Unione europea, è necessario provvedere allo scambio di informazioni tra gli Stati membri e tra i loro organismi di regolamentazione per gli operatori sanitari?
Janez Lenarčič, Presidente in carica del Consiglio. − (SL) Desidero ringraziare sinceramente l’onorevole Harkin per la domanda posta. E’ un tema importante, come confermato dal programma della Presidenza di 18 mesi elaborato insieme a Germania e Portogallo e in cui abbiamo sottolineato che la sicurezza dei pazienti è un settore importante.
A tal fine, il gruppo di lavoro per la sicurezza dei pazienti presso il gruppo ad alto livello sui servizi sanitari e assistenza medica ha elaborato una relazione sul miglioramento della sicurezza dei pazienti nell’Unione europea. Nel contesto di queste raccomandazioni, una delle principali aree individuate è quella dell’istruzione e della formazione degli operatori sanitari.
Le raccomandazioni indicano anche la necessità di promuovere un’educazione multidisciplinare sulla sicurezza dei pazienti a tutti i livelli di istruzione degli addetti nel settore sanitario. Il gruppo di lavoro ha anche raccomandato per conseguire l’obiettivo della sicurezza dei pazienti di ricorrere a una rete ombrello unica, conosciuta col nome di EUNetPass, che sosterrà gli Stati membri e permetterà di collaborare a livello di Unione europea nel settore della sicurezza dei pazienti.
La Commissione ha finanziato due progetti a livello europeo, che dovrebbero contribuire a una comprensione più adeguata della situazione nonché alla formulazione di orientamenti più adeguati per il futuro lavoro nell’ambito della sicurezza dei pazienti. Si tratta dei progetti MARQuIS – Methods of Assessing Response to Quality Improvement Strategies (metodi di valutazione risposte alle strategie di migliormento della qualità) – e SIMPATIE – Safety Improvement for Patients in Europe (Miglioramenti nella sicurezza dei pazienti in Europa).
La sicurezza dei pazienti figurava anche all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di giugno. Questo mese, il 10 giugno, il Consiglio ha adottato decisioni nell’area della resistenza antimicrobica, in cui sostiene lo sviluppo delle strategie volte a un uso responsabile degli agenti antimicrobici. La diffusione di batteri resistenti a trattamenti antimicrobici è una conseguenza estremamente comune di un uso inappropriato nell’intero sistema di assistenza sanitaria.
Anche le attività concernenti la prevenzione della comparsa di patogeni resistenti sono importanti. Tra queste attività figurano la creazione di un sistema efficace di controllo tra Stati membri e, inoltre, una migliore informazione in materia da parte degli operatori sanitari.
All’ultima riunione dei ministri della Sanità, nella suddetta sessione di giugno, la Commissione ha fornito informazioni in merito al pacchetto nell’area della sicurezza dei pazienti. Si tratta del pacchetto sulla sicurezza dei pazienti e a tale proposito la Commissione ha comunicato che intende presentare entro la fine del 2008 una relazione speciale sula sicurezza dei pazienti e una proposta di raccomandazione sulla sicurezza dei pazienti e sulla prevenzione e sul controllo delle infezioni. Non appena questi documenti saranno disponibili, lo Stato membro che deterrà la Presidenza informerà ovviamente il Consiglio.
Infine, vorrei anche citare la direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sul riconoscimento delle qualifiche professionali, che disciplina con molta precisione il settore delle qualifiche professionali degli operatori sanitari onde proteggere i cittadini dell’Unione europea e definisce l’ambito di cooperazione tra gli Stati membri in questo campo.
Marian Harkin (ALDE). - (EN) Ringrazio il Presidente in carica del Consiglio per la risposta. Sono lieta di apprendere dei progressi compiuti negli ultimi sei mesi, in particolare con il gruppo di lavoro sulla sicurezza dei pazienti.
La mia particolare preoccupazione qui era che, se da un lato abbiamo la mobilità degli addetti all’assistenza sanitaria, dall’altra non disponiamo di una struttura riconosciuta a livello di UE che offra collaborazione formale tra gli organismi di regolamentazione degli operatori sanitari e i servizi sanitari.
Non ne conviene il signor Ministro che ci occorre introdurre, a livello di UE, una struttura riconosciuta che fornisca collaborazione formale tra queste autorità di regolamentazione? In assenza di coerenze e di una struttura, le singole autorità non possono garantire la sicurezza dei pazienti; vorrei quindi sentire il suo parere in merito.
Mairead McGuinness (PPE-DE). - (EN) Vorrei solo aggiungere una riflessione: abbiamo anche la mobilità dei pazienti nell’Unione europea, persone vanno in vacanza e devono subire operazioni – con alcuni terribili conseguenze.
Come si può affrontare questa situazione affinché le persone, innanzi tutto, sia consapevoli dei problemi e che poi questi ultimi vengono evitati grazie all’intervento di operatori sanitari adeguatamente qualificati seguiti nell’intero sistema?
Janez Lenarčič, Presidente in carica del Consiglio. − (SL) Per quanto riguarda l’organizzazione a livello UE ho menzionato la rete EUNetPass, una delle raccomandazioni formulate dal gruppo di lavoro per la sicurezza dei pazienti citato poc’anzi, e in particolare questa rete EUNetPass dovrebbe essere una delle probabilmente numerose alternative, comunque un modo per conseguire l’obiettivo della sicurezza dei pazienti.
Quindi in che cosa consiste questa rete? E’ una rete per lo scambio di informazioni, offre sostegno alle raccomandazioni sulla sicurezza dei pazienti in veri modi ed è principalmente una piattaforma di cooperazione e attività in rete tra Stati membri e organizzazioni internazionali nell’area della sicurezza dei pazienti. La rete sviluppa una cultura positiva della sicurezza, prevede l’educazione e la formazione degli operatori sanitari e introduce meccanismi di informazione e apprendimento tramite esempi. E’, tuttavia, uno dei modi ed è ovviamente possibile inserirne del tipo da lei citato.
President. − Annuncio l’
interrogazione n. 4 dell’onorevole Bernd Posselt (H-0352/08)
Oggetto: Sussidiarietà e adesione all’UE
In diversi Stati membri, ma soprattutto nei paesi candidati all’adesione, le forze politiche e i mezzi di comunicazione affermano continuamente che l’introduzione dei cosiddetti “matrimoni di coppie dello stesso sesso” o di unioni registrate, così come la liberalizzazione delle leggi sull’aborto e sull’eutanasia, siano necessarie sulla base del diritto e dell’acquis comunitario.
Può il Consiglio spiegare chiaramente se e fino a che punto tali affermazioni corrispondano alla realtà o se tutte queste questioni siano unicamente di competenza nazionale o rientrino nel principio di sussidiarietà?
Janez Lenarčič, Presidente in carica del Consiglio. – (SL) Desidero far presente che la Comunità – e ritengo che l’onorevole Posselt ne sia a conoscenza – non ha la competenza per imporre agli Stati membri un requisito che preveda l’obbligo per loro di introdurre nella rispettiva legislazione nazionale i “matrimoni di coppie dello stesso sesso” o le “unioni registrate”. La Comunità può semplicemente adottare disposizioni che disciplinino la cooperazione tra le autorità giudiziarie degli Stati membri, ad esempio disposizioni sulle sentenze dei giudici riconosciute o applicate da uno Stato ma adottate in un altro.
La Comunità può anche adottare disposizioni sulla risoluzione di conflitti di leggi in situazioni aventi a oggetto elementi transfrontalieri. L’attuale diposizione comunitaria – ossia il regolamento Bruxelles IIa - non si riferisce a norme sulle unioni di coppie dello stesso sesso. Come sappiamo, gli Stati membri hanno soluzioni legislative molto diverse per quanto attiene ai diritti e agli obblighi derivanti da unioni di coppie dello stesso sesso: alcuni prevedono unioni di questo genere e altri non hanno previsto alcuna disciplina legislativa al riguardo.
Poiché il diritto comunitario non prevede l’introduzione dei matrimoni di coppie dello stesso o delle unioni registrate, sarebbe difficile per gli Stati membri raggiungere un’intesa sulla modifica di disposizioni esistenti nell’ottica di includere le unioni di coppie dello stesso sesso. Desidero altresì sottolineare che la Comunità non ha la competenza a regolamentare questioni attinenti ad aborto ed eutanasia.
Bernd Posselt (PPE-DE). – (DE) Ringrazio il Consiglio per l’importante chiarimento, in quanto l’argomento è ampiamente emerso anche in Irlanda. Vorrei solo porre una breve e puntuale domanda supplementare riguardo alla Croazia. E’ vero che i paesi candidati non devono modificare la propria legislazione in merito a questi argomenti ma continuano a essere sovrani in quanto questa non è un’area di competenza dell’UE rispetto ai paesi candidati?
Marian Harkin (ALDE). - (EN) Ringrazio il Consiglio per la risposta e convengo che tutti questi aspetti – matrimoni di coppie dello stesso sesso, unioni registrate e così via, dovrebbero essere di competenza esclusiva degli Stati membri. Tuttavia, uno dei punti emersi durante il dibattito in Irlanda su Lisbona è stata la questione della Carta dei diritti fondamentali. Voglio solo chiedere al signor Ministro cosa pensa riguardo alla Carta dei diritti fondamentali allegato al Trattato di Lisbona. All’epoca si è sostenuto in Irlanda che questa Carta avrebbe potuto agevolare l’introduzione dei matrimoni di coppie dello stesso sesso, dell’aborto, dell’eutanasia e così via. Vorrei solo sapere dal signor Ministro se ha un’idea in merito.
Gay Mitchell (PPE-DE). - (EN) La mia domanda è allineata a quella dell’onorevole Marian Harkin. Uno dei membri di quest’Assemblea ha distribuito un opuscolo affermando che se il Trattato di riforma di Lisbona fosse passato in Irlanda, sarebbero stati introdotti l’eutanasia e l’aborto – un opuscolo che conteneva una siringa, non so se rendo l’idea! Lo stesso deputato ha avuto l’audacia di alzarsi oggi in quest’Aula e di parlare di verità e onestà.
Gradirei che il signor Ministro dicesse chiaramente a quest’Aula che, nel caso in cui il Trattato di Lisbona venisse adottato, è ovvio che non introdurrebbe né aborto né eutanasia in nessuno Stato membro.
Janez Lenarčič, Presidente in carica del Consiglio. – (SL) Ringrazio molto per queste domande aggiuntive. Innanzi tutto per quanto riguarda l’interrogativo dell’onorevole Posselt, ossia se tutto questo significa che i paesi candidati – che sia la Croazia o un altro – non devono modificare la propria legislazione in merito a matrimoni di coppie dello stesso sesso, aborto o eutanasia, la risposta è SÌ. Non devono. Non devono in quanto non si tratta di una questione che ricade nella sfera di competenza della Comunità. Pertanto, in questi casi la legislazione dei paesi candidati non è oggetto di esame poiché non è di competenza della Comunità cui vuole aderire il richiedente.
Per quanto attiene la Carte dei diritti fondamentali, la mia risposta alle domande aggiuntive dell’onorevole Harkin e dell’onorevole Mitchell è la seguente:
Il Trattato di Lisbona contiene un articolo che disciplina la natura giuridicamente vincolante della Carta dei diritti fondamentali, che è un documento separato. Tuttavia, posso nondimeno confermare pubblicamente, qui e adesso, che l’attuazione de Trattato di Lisbona non imporrebbe ad alcuno Stato membro il benché minimo requisito riguardo a questione quali l’aborto, l’eutanasia e i matrimoni di coppie dello stesso sesso. Questi sono temi che non rientrano nella sfera di competenza della Comunità e l’attuazione del Trattato di Lisbona non cambierebbe la situazione. Questi temi, aspetti e ambiti rimarrebbero di responsabilità dei singoli Stati membri.
Presidente. − Annuncio l’
interrogazione n. 5 dell’onorevole Dimitrios Papadimoulis (H-0358/08)
Oggetto: Crisi alimentare mondiale
L’impennata dei prezzi di beni alimentari di base come il grano, il riso, il mais, ecc., ha provocato una crisi alimentare e agitazioni sociali in numerosi paesi in via di sviluppo mentre anche in Europa si registra un aumento drammatico dei prezzi dei prodotti alimentari.
A quali cause imputa il Consiglio l’aumento drammatico dei prezzi internazionali dei beni alimentari di base? Quali misure intende adottare per incoraggiare la produzione di prodotti di base o, eventualmente, per scoraggiare quella di altri prodotti (per esempio, i biocarburanti)?
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Janez Lenarčič, Presidente in carica del Consiglio. − (SL) Il Consiglio è pienamente consapevole dell’importanza della questione dei prezzi dei prodotti agricoli e alimentari sui mercati mondiali. La Presidenza ritiene che occorra un approccio integrato per risolvere il problema, un approccio che coinvolga tutti i settori pertinenti onde garantire un’efficace risposta politica a lungo termine da parte dell’Unione europea. Per quanto attiene ai vari aspetti della questione, di recenti nelle pertinenti formazioni del Consiglio abbiamo organizzato varie discussioni volte a contribuire a tali soluzioni integrate.
Ad esempio, il 19 maggio il Consiglio ha tenuto una discussione dettagliata sui fattori che incidono sulla capacità del settore agricolo di garantire un adeguato approvvigionamento alimentare. Qui ha sottolineato la necessità di studiare le tendenze sul lungo periodo nell’offerta e nella domanda. Il dibattito, volto a contribuire a una risposta politica comune e orientata in modo sostenibile da parte dell’Unione europea, ha affrontato tutti i principali aspetti che sono importanti per il settore agricolo e per la politica agricola comune.
Il Consiglio ha già adottato una decisione su varie misure atte a mitigare la pressione sui prezzi dei prodotti alimentari sui mercati dell’Unione europea. Tali misure dovrebbero anche influire positivamente sui mercati internazionali. Il consiglio ha inoltre adottato una serie di misure rapide quali l’abolizione dell’obbligo di messa a riposo per il 2008, l’aumento delle quote latte e la sospensione temporanea dei dazi d’importazione per il grano.
Nel contesto della verifica dello stato di salute della politica agricola comune, il Consiglio ha anche considerato altri interventi, tra cui, ad esempio, la soppressione permanente del requisito di messa a riposo obbligatoria, il graduale ritiro del sistema delle quote latte, l’eliminazione degli attuali premi per impianti di produzione energia e loro sostituzione per promuovere la produzione di biocombustibili di seconda generazione – in altre parole biocombustibili ricavati da prodotti secondari e non in concorrenza con la produzione alimentare.
Alla fine di maggio il Consiglio si è concentrato sulle proporzioni assunte dallo sviluppo di questa problematica e ha stabilito che tali circostanze, le attuali circostanze, gravano pesantemente sui paesi in via di sviluppo, e in particolare sui segmenti sociali più deboli di quei paesi.
Nel corso della riunione del 3 giugno il Consiglio ha anche studiato le conseguenze finanziarie e le possibili soluzioni nell’ambito degli alti prezzi dei prodotti alimentari. Ha richiamato l’attenzione sulle misure a breve termine che ha già adottato, in particolare in agricoltura e ha sottolineato l’importanza di rafforzare l’orientamento al mercato del settore agricolo, garantire la produzione sostenibile di biocombustibili e aumentare la crescita della produttività e medio e lungo termine dell’agricoltura in Europa e nei paesi in via di sviluppo.
L’incontro del Consiglio europeo che inizierà domani si occuperà anche delle conseguenze politiche di queste impennate dei prezzi alimentari. In breve, se posso concludere, la domanda posta dall’onorevole è stata regolarmente sull’agenda del Consiglio negli ultimi mesi e nelle ultime settimane.
Dimitrios Papadimoulis (GUE/NGL). – (EL) Signor Presidente, signor Presidente in carica del Consiglio, lei ha letto ad alta voce un testo diplomatico intriso delle solite affermazioni generalizzate e del linguaggio ingessato dei diplomatici. Le chiedo: alla conferenza del Vertice di domani, quanto a vere e proprie belle parole, adotterà misure specifiche e quali sarebbero per quanto attiene a norme e regolamenti volte a ridurre la speculazioni su carburante e prodotti alimentari? Sosterrà i redditi sociali più bassi? Riesaminerà la costante politica di flessione imposta all’agricoltura? Infine, pensa che il “no” irlandese di qualche giorno fa non sia collegato ai prezzi elevati e alla vita quotidiana?
Mairead McGuinness (PPE-DE). - (EN) Questo è un tema globale e quello che facciamo nell’ambito della verifica dello stato di salute dell’agricoltura in Europa è importante, ma minimo. Qualche genere di dialogo abbiamo con gli USA, dove il 25 per cento del granoturco è divorato dalle automobili anziché dal bestiame? Si tratta senz’altro di un argomento di enormi proporzioni che deve essere affrontato.
Janez Lenarčič, Presidente in carica del Consiglio. − (SL) Vorrei spiegare all’onorevole Papadimoulis non adotta misure specifiche. Il Consiglio europeo fornisce una serie di orientamenti per intervenire. Le misure specifiche vengono adottate a livello di Consiglio e in questo il Consiglio è attivo e funzionale. Ho menzionato ed elencato una serie di provvedimenti che il Consiglio ha già adottato. Ho anche elencato una serie di misure che il Consiglio dovrebbe affrontare ma di cui non si è ancora occupato. Pertanto non posso accettare l’accusa che queste sono soltanto parole, perché parlavo di misure specifiche già adottate e di quelle che saranno affrontate a livello di Consiglio, principalmente nel Consiglio “Agricoltura” e anche nel Consiglio ECOFIN.
La questione degli Stati Uniti d’America e del loro metodo di ottenere biocarburanti rientra, ovviamente, nel quadro di un dialogo tra l’Unione europea e gli Stati Uniti. Quello dei biocarburanti è anche uno di quei temi di cui ci si occupa regolarmente. Le posizioni divergono, certo, e coprono un ampio spettro. Il fatto è che dobbiamo tenere conto che i combustibili fossili sono un’alternativa ai biocarburanti. Pertanto, ora da questa prospettiva dobbiamo valutare quale soluzione è più problematica e quale non lo è.
L’Unione europea è consapevole della potenziale influenza della produzione di biocarburanti sui prezzi dei prodotti alimentari. per questo motivo il Consiglio ha di recente adottato misure volte a promuovere l’uso e la produzione di biocarburanti di seconda generazione, in altre parole quei biocarburanti la cui produzione non è in concorrenza con la produzione alimentare.
Al tempo stesso, proseguono i lavori intesi a elaborare criteri sostenibili per la produzione di biocarburanti e una volta adottati verranno applicati sia ai biocarburanti prodotti nell’Unione che a quelli importati.
President. − Annuncio l’
interrogazione n. 6 dell’onorevole Jim Higgins (H-0359/08)
Oggetto: Progressi compiuti nella sicurezza stradale
L’attuale Presidenza del Consiglio ha tra i suoi obiettivi principali quello di promuovere la sicurezza stradale a livello di Consiglio. Pertanto, visto che l’attuale Presidenza sta giungendo al termine, potrebbe il Consiglio indicare i settori in cui sono stati realizzati maggiori passi avanti e quelli in cui i progressi sono stati meno consistenti specificandone il motivo?
Janez Lenarčič, Presidente in carica del Consiglio. − (SL) Nel contesto della normativa sulla sicurezza stradale la Presidenza slovena ha proseguito nella lettura delle proposta di direttiva del Parlamento e del Consiglio sul miglioramento della sicurezza delle infrastrutture stradali. Ha anche organizzato una serie di incontri tecnici con il relatore del Parlamento europeo, nell’ottica di raggiungere un accordo con il Parlamento stesso il prossimo mese in sede di prima lettura.
Tra gli interventi della Presidenza slovena volti a rafforzare la sicurezza stradale, vorrei citare il lavoro svolto rispetto alla proposta di regolamento sulla protezione dei pedoni e di altri utenti della strada vulnerabili. La proposta in questione indica miglioramenti per le sezioni anteriori delle automobili, che i costruttori devono installare affinché in una potenziale collisione tra un veicolo e un pedone i danni di quest’ultimo sia ridotti al minimo.
La Presidenza slovena ha iniziato una lettura della proposta in questione nell’ambito degli organi di lavoro del Consiglio e ha avuto incontri positivi con il relatore del Parlamento europeo. Nel contesto delle azioni volte a rafforzare la sicurezza stradale potremmo inserire gli sviluppi legati all’adozione del pacchetto sul trasporto su strada. Vorrei sottolineare che il 13 giugno 2008 il Consiglio “Trasporti” ha raggiunto un’intesa politica su tale pacchetto.
Riguardo a questo pacchetto vorrei evidenziare in particolare la proposta di regolamento sulle norme comuni per la professione di operatore nel settore dei trasporti. Ci sembra molto importante che la proposta in oggetto indichi un elenco dei reati più gravi nel campo del trasporto su strada. nel caso in cui un operatore dei trasporti commetta uno di questi reati, tale fatto può comportare il ritiro della licenza per svolgere l’attività. Speciali registri nazionali, che saranno introdotti con questo regolamento, faciliteranno il controllo di tali operatori che così diventerà più efficace, un risultato che senz’altro avrà effetti positivi sulla sicurezza stradale.
desidero ricordare anche la proposta di regolamento sulle norme di accesso al mercato, che fa sempre parte cdel pacchetto. La proposta prevede una riduzione nel numero di viaggi con veicoli merci vuoti, un livello più elevato di formazione professionale per i conducenti, la razionalizzazione del mercato, il miglioramento della qualità dei servizi e in questo modo anche un effetto indiretto sul rafforzamento della sicurezza stradale.
Questo mese la Presidenza ha anche iniziato la lettura della proposta di direttiva per agevolare l’ applicazione transfrontaliera della normativa in materia di sicurezza stradale; la proposta è stata presentatra dalla Commissione nel mese di aprile di quest’anno.
Considerato il tempo a disposizione e il numero di proposte della Commissione nell’area della sicurezza stradale – il numero di proposte attualmente in fase di lettura da parte del Consiglio – riteniamo che siano stati compiuti notevoli passi avanti nel settore della sicurezza stradale. Ovviamente, una valutazione completa dei risultati sarà possibile solo dopo la scadenza del nostro mandato.
Jim Higgins (PPE-DE). – (GA) Signor Presidente, elogio la Presidenza slovena per l’attenzione rivolta alla sicurezza stradale. Ha rafforzato notevolmente la consapevolezza delle relative autorità negli Stati membri riguardo alla necessità di compiere vari passi verso l’adozione di una politica pratica nell’ottica di ridurre gli incidenti stradali, il numero di incidenti mortali e anche il numero di soggetti colpiti sulle nostre strade.
Accolto con favore, ad esempio, la relazione Ferrari adottata oggi in Parlamento che offre maggiore protezione a pedoni e ciclisti. Desidero chiedere al Consiglio, possiamo fare qualcos’altro – e intervenire ulteriormente – per migliorare la sicurezza stradale?
Reinhard Rack (PPE-DE). - (DE) Signor Presidente in carica del Consiglio, vorrei allacciarmi a questa domanda. Questa settimana, sulla nostra agenda sono state presenti alcune relazioni concernenti la sicurezza stradale: è stata citata la relazione Ferrai, e domani abbiamo la relazione Gurmai nonché la relazione Markov questa sera. Dal punto di vista della Presidenza, il risultato del nostro lavoro è soddisfacente oppure la Presidenza avrebbe preferito di più?
Gay Mitchell (PPE-DE). - (EN) Signor Presidente, vorrei chiedere al signor Minsitro se condivide il fatto che, laddove esistono test sufficienti e avanzati per verificare la guida in stato di ebbrezza, gli stessi test avanzati non siano previsti per la guida sotto gli effetti di droghe illegali? Potrebbe cercare di assicurare che c’è un rinnovato interesse nei confronti di questo particolare tema, perché sembra stia diventando una pratica comune?
Janez Lenarčič, Presidente in carica del Consiglio. − (SL) La domanda dell’onorevole Higgins è: Cos’altro possiamo fare? Quello che innanzi tutto possono fare sia il consiglio che il Parlamento è accelerare i processi già in corso e adottare le decisioni già predisposte, ovviamente ancora entro questa legislatura del Parlamento europeo. Il primo punto a figurare in agenda, si spera in luglio, sarà la suddetta direttiva sulla gestione della sicurezza delle infrastrutture stradali. Ci sono comunque ancora più misure che ho elencato e che hanno già intrapreso l’iter, e vorrei vedere che la valida cooperazione tra il Parlamento europeo e il Consiglio porti a una rapida soluzione.
La domanda posta dall’onorevole Rack, richiede, credo, più di una risposta politica. Non saremo soddisfatti se le persone continuano a morire sulle strade dell’Unione europea. E mentre ciò avviene, dobbiamo cercare nuove misure, ulteriori interventi volti a ridurre il numero di morti e feriti, laddove il risultato ideale è zero.
Gli stupefacenti sono un problema analogo a quello dell’alcol. Ritengo che si debba riservare loro lo stesso trattamento dell’alcol. Quello che entra in gioco è la capacità di condurre una vettura, e credo che gli Stati membri non dovrebbero operare alcuna distinzione tra un tipo di droga o un altro che è legale, ciò che in sostanza è l’alcol.
Presidente. − L’interrogazione n. 7 è irricevibile.
Annuncio l’interrogazione n. 8 dell’onorevole Jörg Leichtfried (H-0365/08)
Oggetto: Nuovo sistema di pedaggio in Slovenia
La Slovenia ha introdotto un nuovo sistema di pedaggio con decorrenza 1˚ luglio 2008. Esso prevede che per un semplice viaggio in auto attraverso la Slovenia, che finora costava circa 7 euro, gli utenti debbano acquistare comunque un bollino semestrale di 35 euro (con una quintuplicazione del precedente importo di pedaggio) oppure un bollino annuale di 55 euro. Ciò risulta discriminatorio e in evidente contrasto con i principi comunitari.
È a conoscenza il Consiglio di tali aumenti? Quali azioni intende intraprendere al riguardo e come si è giunti a tanto?
Janez Lenarčič, Presidente in carica del Consiglio. − (SL) Devo ribadire che sono qui presente in Aula quale rappresentante del Consiglio e il Consiglio non ha affrontato la questione sollevata dall’onorevole Leichtfried. Tuttavia, come ho già detto, penso nel corso della seduta precedente del Parlamento europeo, quando mi è stata posta una domanda analoga, considerato il fatto che conosco molto bene la realtà del paese in questione, posso rispondere, ma non vorrei rischiare di essere accusato di trascendere i limiti delle competenze che mi spettano qui dinanzi a voi.
Pertanto proviamo, e permettetemi qualche spiegazione aggiuntiva. Il nuovo sistema di pedaggio stradale in Slovenia, che entrerà in vigore il 1° luglio, e che prevede l’acquisto di bollini, si riferisce solo a veicoli con una massa massima a carico autorizzata inferiore alle tre tonnellate e mezza. In altre parole, si tratta di una categoria di veicoli per i quali la normativa comunitaria in vigore sui pedaggi stradali non precede alcuna regola comune, come nel caso dei veicoli la cui massa massima a carico autorizzata supera le tre tonnellate e mezza. Pertanto, il sistema di pedaggio stradale introdotto dalla Slovenia non rientra nel campo di applicazione della legislazione comunitaria che ho citato.
Un punto forse persino più importante: il metodo dei bollini per il pagamento dei pedaggi stradali introdotto dalla Slovenia è temporaneo. Sarà applicato solo per il periodo transitorio fino all’applicazione dei pedaggi stradali elettronici o satellitari, che dovrebbero essere operativi nel 2009, prima per i veicoli merci e poi per quelli privati.
Spero che prenda la mia risposta, onorevole Leichtfried, quale gesto e desiderio di offrire una spiegazione, che non cambia tuttavia il fatto che qui io sono in altre veste e non in quanto rappresentante della Slovenia.
Jörg Leichtfried (PSE). - (DE) Ovviamente abbiamo interpretazioni diverse della legge. A mio avviso, il sistema discrimina i cittadini dell’UE che provengono dall’esterno della Slovenia. Vorrei chiedere al signor Ministro se esiste la possibilità che la Commissione europea avvii una procedura d’infrazione nei confronti della Slovenia. I primi passi, ritengo, sono già stati compiuti. La domanda che le rivolgo è la seguente: in quanto Presidente in carica del Consiglio, consiglierebbe alla Slovenia di applicare un bollino da dieci giorni, magari, al fine di ripristinare la pace ed evitare l’eventualità di una procedura d’infrazione?
Reinhard Rack (PPE-DE). - (DE) Signor Ministro, l’ultima volta ha fatto presente, riguardo a questo argomento, che stiamo parlando di un insieme temporaneo di norme. Di solito, si applicherebbero per uno, due o tre mesi. Quello che sta avvenendo qui si estende su un periodo di alcuni anni ed è una chiara discriminazione nei confronti di chi non è sloveno e pertanto di altri cittadini dell’UE. Il Commissario Tajani ha espressamente confermato ieri sera che è già pronta una lettera della DG Trasporti intesa a chiarire questo problema della discriminazione.
Non pensa che sia ora di adottare qualche rapida misura affinché i turisti abbiano la possibilità di guidare attraverso la Slovenia a prezzi ragionevoli quest’estate? E’ un paese che a tutti piacerebbe visitare.
Janez Lenarčič, Presidente in carica del Consiglio. − (SL) Al momento non è stabilito che si delinei un caso di discriminazione. Se invece si deciderà in questo senso, si presenterà un’altra situazione e io non intendo speculare su questo. Attualmente non sembra, tuttavia, che le accuse di discriminazione siano giustificate, dal momento che il sistema di bollini è identico per i cittadini della Slovenia e per chiunque altro. Tuttavia, mi piacerebbe davvero concludere la questione, e sottolineo che sono qui in quanto rappresentante del Consiglio e il Consiglio non ha deliberato in merito. La prego di prendere la risposta come un gesto di buona volontà da parte mia di entrare, comunque, nel merito della discussione e di cercare di fornire spiegazioni in buona fede.
Presidente. − Le interrogazioni che, per mancanza di tempo, non hanno ricevuto risposta, la riceveranno per iscritto (vedasi allegato).
Desidero aggiungere una parola prima di sospendere la seduta. E’ l’ultima volta che il Ministro Janez Lenarčič è presente qui in Aula in veste di Presidente in carica del Consiglio. Parteciperà ovviamente alla seduta straordinaria di Bruxelles, ma accompagnerà il Primo Ministro del suo paese e quindi non interverrà in qualità di Presidente in carica del Consiglio. Desidero ringraziare il Ministro Janez Lenarčič e la Presidenza slovena per la cooperazione con il parlamento europeo, in particolare durante il Tempo delle interrogazioni al Consiglio da me presieduto.
So inoltre che in luglio il Ministro Janez Lenarčič assumerà un incarico di alto livello all’interno di un’organizzazione internazionale attiva nel settore dei diritti umani con sede a Varsavia. Desidero porgergli i miei complimenti e le mie congratulazioni e augurargli successo. Penso che occupando quella posizione avrà l’opportunità di lavorare di nuovo con il Parlamento europeo in varie occasioni e in particolare nell’ambito del controllo delle elezioni, dato che tale organizzazione è collegata all’OSCE. Pertanto porgo i miei migliori auguri per il futuro al Ministro Lenarčič e lo ringrazio nuovamente per la sua partecipazione qui, la sua disponibilità a rispondere e per la qualità delle risposte fornite.
Con questo si conclude il Tempo delle interrogazioni.
(La seduta, sospesa, alle 19.00, è ripresa alle 21.00)