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Procedura : 2006/2201(REG)
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Ciclo del documento : A6-0206/2008

Testi presentati :

A6-0206/2008

Discussioni :

PV 07/07/2008 - 21
CRE 07/07/2008 - 21

Votazioni :

PV 09/07/2008 - 5.14
CRE 09/07/2008 - 5.14
Dichiarazioni di voto
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P6_TA(2008)0351

Resoconto integrale delle discussioni
Lunedì 7 luglio 2008 - Strasburgo Edizione GU

21. Modifica dell’articolo 29 del Regolamento - Costituzione dei gruppi politici (discussione)
Processo verbale
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  Presidente. − L’ordine del giorno reca la relazione di Richard Corbett, a nome della commissione per gli affari costituzionali, sulla modifica dell’articolo 29 del Regolamento del Parlamento europeo – Costituzione dei gruppi politici [2006/2201(REG)], (A6-0206/2008).

 
  
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  Richard Corbett, relatore. − (EN) Signor Presidente, mi alzo per presentarvi una relazione della commissione per gli affari costituzionali riguardante il nostro Regolamento, in cui abbiamo esaminato la questione della soglia – la soglia minima necessaria per la costituzione di un gruppo politico nel nostro Parlamento.

Tutti i parlamenti dotati di un sistema di gruppi politici hanno, senza dubbio, una soglia minima. Normalmente non si permette a un unico membro o a due membri di creare un gruppo politico; è sempre necessario definire quale debba essere la soglia. E, dato che il nostro Parlamento è in continua crescita, è logico che ci soffermiamo a riflettere su quale debba essere, nel prossimo Parlamento, la soglia per la costituzione di un gruppo politico.

In seno alla commissione costituzionale, abbiamo esaminato questo punto nel dettaglio e le opinioni della commissione sono state divise equamente in parti uguali. Vi è stata una maggioranza di un voto contro l’aumento della soglia, quando abbiamo esaminato questo aspetto in commissione, sebbene, certamente, ora ci troviamo nuovamente di fronte a tale questione in quest’Aula.

Abbiamo altresì esaminato i gruppi già esistenti ma che cadono leggermente al di sotto della soglia quando uno o due membri se ne vanno e se sia giusto che tali gruppi debbano automaticamente e immediatamente cessare di esistere o se in talune circostanze dobbiamo permettere l’esistenza di tali gruppi. Qui la commissione ha approvato la mia proposta, che si basava su un suggerimento dell’onorevole Bonde, l’ex co-leader del gruppo IND/DEM, che mi aveva illustrato a quali difficoltà poteva andare incontro, in quanto leader di un gruppo che si trovava appena al di sopra della soglia, quando uno, due o tre membri minacciavano di lasciare il gruppo a meno di non averla vinta su una questione o su un’altra e ricattando così il gruppo.

Su suo suggerimento, la commissione ha saggiamente adottato la mia proposta secondo la quale dovremmo aiutare i gruppi più piccoli che esistono da tempo –lasciando al Presidente del Parlamento un certo potere discrezionale in proposito – e permettere loro, anche se scendono al di sotto della soglia, di avere la possibilità di continuare a esistere per un limitato periodo di tempo fino alla successiva sessione costitutiva del Parlamento. Ma naturalmente, a patto che dispongano di un numero minimo ragionevole di deputati: non possiamo permettere l’esistenza di un gruppo di uno o due membri.

L’idea è quella di trovare un equilibrio tra una soglia ragionevole e una qualche concessione ai gruppi più piccoli, come garanzia di non trovarsi di fronte alla terribile prospettiva di un effettivo ricatto da parte di una minoranza di membri in seno al loro gruppo che potrebbero staccare la spina in qualsiasi momento.

Come ho detto, la commissione ha esitato ad aumentare la soglia – vi è stata una maggioranza di un voto. Ma ora ci troviamo nuovamente di fronte tale questione. Al momento, se passate in rassegna i parlamenti mondiali, noterete che abbiamo una delle più basse soglie esistenti per permettere la costituzione di un gruppo politico. Solo il 2,5 per cento dei nostri membri può creare un gruppo politico. Quando si tiene presente che la costituzione di un gruppo offre a quei membri risorse aggiuntive superiori a quelle che riceve un membro ordinario in qualità di membro – risorse aggiuntive in quanto gruppo in termini di finanziamenti da parte dei contribuenti, in termini di personale e in termini di privilegi procedurali – ciò ci deve dare motivo di riflettere.

Vogliamo dare tali enormi risorse a quello che potrebbe francamente essere un numero molto ridotto e non rappresentativo di deputati – 2,55 per cento? Personalmente ritengo che si tratti di una soglia molto bassa: c’è il pericolo di conferire tali risorse a gruppi molto ridotti, forse non rappresentativi e persino estremisti. Alcune persone hanno indicato l’estrema destra, che con una soglia così ridotta sarebbe potenzialmente in grado di creare un gruppo se mai ottenesse un numero di seggi sufficiente.

Questa è una domanda che è legittimo porre. Qual è la soglia minima? La mia proposta è stata quella di aumentarla al 4 per cento, che è ancora piuttosto bassa, se paragonata a quella dei parlamenti nazionali di tutta la nostra Unione e ancora al di sotto di quella che è la norma in molti parlamenti nazionali, ma è forse un equilibrio ragionevole. Ora capisco che alcuni gruppi più piccoli, che si sono inizialmente opposti a questa idea, ora aderiscano a un compromesso tra i 30 membri che ho proposto io e i 20 membri della nostra regola attuale; sarebbero lieti di concordare un compromesso di 25.

Cambiando funzione e parlando in qualità di coordinatore del mio gruppo invece che di relatore, posso dire ai miei onorevoli colleghi che il mio gruppo è intenzionato a convenire su tale compromesso – se difatti è un compromesso – e ci possiamo unire tutti intorno ad esso. Se non è un compromesso – se non è accettabile – allora il mio gruppo continuerà ad appoggiare la proposta di 30 invece che di 25.

 
  
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  József Szájer, a nome del gruppo PPE-DE. – (HU) Signor Presidente, il mio partito e io siamo tra coloro che hanno appoggiato la creazione di un Parlamento con una coesione più forte nel caso in cui aumentiamo la soglia che fino a ora e anche attualmente costituisce una condizione per la creazione di un gruppo.

Dico che porterà a un Parlamento più forte, perché penso che sia nell’interesse del Parlamento europeo che vi sia una più stretta coesione tra i partiti e i gruppi politici e tra i gruppi politici in seno al Parlamento e che i partiti politici saranno ancora più forti a livello europeo.

Come appena affermato dall’onorevole Corbett, ci siamo trovati di fronte al fatto che questa misura è attualmente molto bassa e lo è se paragonata a quella di altri parlamenti. E’ proprio per questa ragione che, a nome del Partito popolare europeo, ho appoggiato la presente raccomandazione e abbiamo appoggiato la visione secondo la quale tale limite debba essere flessibile, sebbene desidero aggiungere che, in merito alla flessibilità, avrei autorizzato la creazione di tali gruppi per un periodo più breve.

Naturalmente, tuttavia, abbiamo visto che non tutti hanno condiviso questa opinione e sono convinto che, in un Parlamento europeo in cui vi sono davvero molti colori diversi, molti tipi di partiti politici e molti tipi di convinzioni politiche, si debbano sempre compiere degli sforzi al fine di raggiungere un certo consenso in merito a tale questione. Sono pertanto lieto che vi sia una possibilità di compromesso nell’ambito del quale possiamo fissare un limite per la creazione di partiti politici maggiore rispetto a quello attuale ma inferiore rispetto a quello programmato.

Un’ultima osservazione: sono convinto che, sia in merito al numero di paesi che al numero minimo di gruppi politici, sarebbe meglio non applicare un numero specifico bensì un rapporto percentuale. In tal caso, questi rapporti non dovrebbero essere cambiati in continuazione, ora che il Trattato di Lisbona è diventato incerto, e non sappiamo con certezza quali saranno i numeri nel 2009 per il prossimo Parlamento e se dovremo emendare nuovamente questa regola. Vi ringrazio per l’attenzione; il Partito popolare appoggia la raccomandazione.

 
  
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  Jo Leinen, a nome del gruppo PSE. – (DE) Signor Presidente, desidero ringraziare in modo particolare l’onorevole Corbett per aver preparato le presenti relazioni. Era chiaro fin dall’inizio non solo che si sarebbe giunti a un accordo in merito a questo tema, ma anche che il tema sarebbe stato dibattuto in modo acceso. Va notato tuttavia che questo Parlamento è cresciuto passando dal 626 a 785 membri e che, se dovesse entrare in vigore il nuovo Trattato, il numero passerà molto probabilmente a 751. Dovremo ovviamente adattare le regole secondo le quali operiamo.

Disponiamo di un gruppo di lavoro per la riforma parlamentare, che si sta occupando di molte aree in cui il Parlamento deve avanzare e non può restare fermo come era il caso molti anni fa. Lo status quo è sempre l’opzione più semplice. Difendere l’acquis communautaire significa non dover modernizzarsi o cambiare, ma in questo caso è ovvio che la questione delle dimensioni dei gruppi politici in Parlamento ora deve essere trattata.

L’onorevole Corbett ha già detto che rispetto ai parlamenti nazionali del mondo abbiamo una delle soglie più basse. Questo potrebbe essere un obiettivo – perché no? In alternativa, come l’onorevole Szájer, si potrebbe dire: “Mi sembra che in questo Parlamento abbiamo bisogno di maggiore coerenza. Non siamo più un’assemblea consultiva; ora siamo un organo legislativo. Emaniamo leggi per 500 milioni di persone, e per farlo è necessario un certo grado di coerenza”.

Pertanto, mi auguro che in questo Parlamento vi siano gruppi veramente politici e non solo gruppi tecnici – gruppi che si uniscono solo per il denaro e che in realtà non hanno nulla in comune dal punto di vista politico. La proposta di spostarci da 20 a 30 sarebbe stata ancora moderata e affatto eccessiva. Bene, non ha superato la fase in commissione e si deve essere desiderosi di fare compromessi. Sebbene l’ultimo suggerimento sia 25, esso costituisce ancora un progresso, nonché il più piccolo passo successivo accettabile.

Vi sono 10 famiglie politiche registrate – dall’estrema destra all’estrema sinistra. In occasione delle prossime elezioni europee, i cittadini avranno un’ampia selezione di famiglie politiche tra cui scegliere per dire quale tipo di Europa desiderano. Pertanto, non ho dubbi in merito all’intraprendere questa riforma. La diversità di questo Parlamento verrà limitata, ma forse contribuiremo un pochino a migliorarne la coerenza e questo è lo scopo dell’esercizio. Grazie pertanto all’onorevole Corbett.

 
  
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  Andrew Duff, a nome del gruppo ALDE. – (EN) Signor Presidente, come sapete la commissione cerca di essere consensuale, ma stasera il consenso si è diviso, e obietto con forza alla proposta dell’onorevole Corbett per ragioni sia di principio che di pratica.

Semplicemente non posso accettare che l’esistenza di sette gruppi in seno al Parlamento europeo crei un particolare problema di efficienza. Le lezioni tratte dai parlamenti nazionali possono portarci solo fin qui. Qui dobbiamo riflettere sulla diffusione maggiore e più complessa dell’opinione pubblica di 27 paesi. E’ in effetti critica nei confronti di questa sensibile fase di integrazione in merito al fatto che qualsiasi tipo di opinione di minoranza possa organizzarsi in modo professionale al fine di esprimersi in modo articolato. I gruppi contribuiscono al lavoro dell’Assemblea, non lo impediscono.

La proposta dell’onorevole Corbett e altresì il compromesso avrebbero l’effetto di chiudere i gruppi UEN e IND/DEM. Ora, spesso, e forse sempre, non mi trovo concorde con le opinioni di tali gruppi, ma hanno comunque il pieno diritto di esprimere le loro opinioni e senza dubbio rappresentano una specifica sezione dell’opinione pubblica.

Se li dovessimo chiudere, i loro membri sarebbero obbligati ad aderire ad altri gruppi più grandi, andando di conseguenza a complicare le cose e ad aumentare l’incoerenza di tali gruppi. In alternativa, andrebbero ad accrescere le file dei non-inscrits.

Per concludere, pertanto, e negli interessi dell’efficienza, del pluralismo, della coerenza, dell’equità e del liberalismo, vi prego di appoggiare la posizione della commissione e di respingere gli emendamenti.

 
  
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  Johannes Voggenhuber, a nome del gruppo Verts/ALE. – (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, a volte – non spesso – capita che i grandi gruppi di quest’Assemblea abbiano qualcosa sulla coscienza. A volte lo si può dire perché una questione viene affrontata a tarda sera di un lunedì a Strasburgo.

Questo è il caso di oggi perché, altrimenti, il grande pubblico potrebbe essere interessato al perché una relazione che è stata respinta dalla commissione debba arrivare in questa sessione plenaria. Il pubblico potrebbe altresì essere interessato a sapere perché il relatore, a nome della commissione, presenti una relazione che non contiene ciò che sta presentando e che non è stata respinta per un voto – come dichiarato dall’onorevole Corbett – bensì dalla maggioranza della commissione, e per una buona ragione.

Il pubblico potrebbe essere interessato ad ascoltare la presentazione di questa proposta in plenaria in violazione del Regolamento – vale a dire con l’intenzione di non votare sulla proposta bensì di fare qualcosa di completamente diverso.

Sono un membro del Parlamento dal 1990. Nel corso di questo periodo di tempo ho preso familiarità con un tipo di consenso connesso alla cultura parlamentare, vale a dire che in un parlamento la maggioranza non usa la propria voce, il proprio peso, al fine di creare privilegi e posizioni di potere per se stesso nel Regolamento a spese di altri gruppi. Questo è ciò che avete fatto qui. Avete violato questo tabù. Ciò che è stato detto qui è falso.

I gruppi più grandi vogliono semplicemente impedire ai gruppi più piccoli di formarsi e di esercitare pressione sui membri di tutti i paesi dell’Unione, costringendoli ad aderire ai loro gruppi e impedendo alle parti dei loro stessi gruppi che stanno defezionando, di farlo. Così ignorano un altro tabù, vale a dire quello secondo cui è inaccettabile utilizzare trucchi formali al fine di sbarazzarsi di gruppi esistenti, quali il gruppo Indipendenza/Democrazia. Ciò è fuori questione in una democrazia.

Questa sta diventando una tradizione, onorevole Corbett. Ho condotto ricerche nel corso degli ultimi due anni e dovremo discutere di questo punto prima delle elezioni. Durante gli ultimi due anni, i gruppi più grandi di questa Assemblea hanno presentato una serie di emendamenti al Regolamento, aventi tutti lo stesso risultato: rafforzare il potere dei gruppi maggiori, ridurre la diversità, limitare i diritti dei singoli membri e attenuare i diritti dei gruppi più piccoli.

Se questo è il modo per rendere popolare il Parlamento, per rispondere alla crisi di fiducia tra i cittadini e per prepararci alle campagne elettorali del prossimo anno, allora scoprirete che siamo degli oppositori vigorosi in merito a tale questione, nonché sostenitori di un Parlamento democratico.

 
  
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  Ryszard Czarnecki, a nome del gruppo UEN. – (PL) Signor Presidente, il pluralismo e il rispetto delle differenze costituiscono un valore importante per il Parlamente europeo. Questo perché l’Unione europea in quanto tale deve rispecchiare l’unità nella diversità. Anche per tale ragione, il Parlamento europeo deve non solo rispettare, ma effettivamente appoggiare la diversità di colori presente sulla mappa politica, la molteplicità delle sue correnti.

Mentre difendiamo i diritti delle minoranze etniche, religiose e sessuali, dobbiamo altresì tenere a mente le minoranze politiche. Qualsiasi manipolazione o modifica politicamente motivata al Regolamento del Parlamento europeo limiterà apertamente il ruolo del Parlamento come organo che rappresenta i popoli e le comunità di tutta l’Unione europea. Non vediamo alcuna necessità di alterare quei punti del Regolamento che riguardano il numero di paesi i cui rappresentanti costituiscono un gruppo politico. L’attuale stato delle cose va bene. Il Parlamento europeo com’è oggi lavora in modo efficace e, come dice il proverbio cinese, “Meglio lasciare le cose come stanno”. In questo contesto sei Stati sono adeguati e non devono essere sostituiti da sette. Tutto ciò che questo comporterà sarà causare un aumento del numero dei membri non iscritti, che spesso differiscono l’uno dall’altro completamente e da un estremo all’altro. Un tale cambiamento, come l’aumento della soglia necessaria alla costituzione di un gruppo politico a 30, potrebbe in effetti influire su pluralismo, libertà di opinione e rappresentatività delle istituzioni europee, nonché sulla nostra credibilità in qualità di rappresentanti del Parlamento europeo.

Tali cambiamenti non creeranno un’immagine di autorità del parlamento europeo in un anno elettorale, che credo sia particolarmente importante in considerazione dell’affluenza a tali elezioni. Queste modifiche non dovrebbero entrare in vigore né nel 2009 né in nessun altro momento e lo dico in qualità di rappresentante di un gruppo che riuscirebbe perfettamente bene anche qualora tali modifiche venissero introdotte.

 
  
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  Francis Wurtz, a nome del gruppo GUE/NGL. – (FR) Signor Presidente, affrontiamo i fatti. La storia dell’integrazione europea, le sue correnti ideologiche dominanti, le pratiche ereditate da mezzo secolo di stretta collaborazione tra Commissione, Consiglio e Parlamento – tutto ciò è risultato in una sorta di condominio cristiano democratico-socialdemocratico in seno alle istituzioni europee. Qui non sto emettendo una sentenza; sto semplicemente illustrando un fatto.

In questo Parlamento, la maggioranza qualificata necessaria per l’adozione di qualsiasi testo legislativo in codecisione significa una costante ricerca del consenso tra i due gruppi principali, che marginalizzano ulteriormente l’espressione di differenze e divergenze. La questione è pertanto semplice: vogliamo esacerbare questa tendenza al fine di evitare conflitti rendendo più severe le condizioni imposte per la costituzione dei gruppi politici, all’alba delle elezioni che vedranno ridursi il numero di membri del Parlamento europeo per paese, penalizzando di conseguenza ulteriormente i gruppi di minoranza, in particolare nei paesi meno popolosi? Quanto sarebbero credibili allora queste professioni di fede a favore del pluralismo? La qualità del dibattito democratico non verrà migliorata dall’aumentare le file dei membri non iscritti.

Ecco perché il mio gruppo è a favore all’unanimità del mantenimento delle regole attuali sulla costituzione dei gruppi politici, sebbene le nostre opinioni differiscano quando si tratta del rifiuto dei due gruppi principali di soddisfare la nostra richiesta relativa alle procedure da seguire: riconoscere il disaccordo o accettare un compromesso. La maggioranza del mio gruppo – me compreso – si è pronunciata a favore del compromesso in un’offerta unica al fine di contribuire a perpetuare l’espressione pluralista in seno a questo Parlamento, eppure con il massimo rispetto per coloro che la pensano in modo diverso, perché alla fine condividiamo gli stessi principi. Tali principi hanno un nome e quel nome è democrazia.

 
  
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  Hanne Dahl, a nome del gruppo IND/DEM. – (DA) Signor Presidente, la discussione che stiamo tenendo in questo momento è surreale. Ogni suo più piccolo aspetto è difatti assurdo quanto un esperimento kafkiano. Dovrò rivedere il corso degli eventi per spiegare perché mi sono permessa questo paragone, dato che mi rendo conto che è molto rozzo.

Il 27 maggio, una riunione della commissione per gli affari costituzionali ha considerato un progetto di relazione volto a rendere più difficile la costituzione di gruppi politici. L’onorevole Corbett, il relatore della relazione, voleva aumentare il numero dei membri da 20 a 30 e al contempo richiedere che il gruppo rappresentasse un quarto dei paesi rispetto al quinto richiesto sino ad allora. Il progetto di relazione è stato respinto, il che, in un altro contesto, avrebbe significato la cancellazione della relazione dall’agenda. Invece, il presidente della commissione, l’onorevole Leinen, ha permesso alla commissione di continuare a votare sugli emendamenti al testo originale della relazione – e ciò nonostante il fatto che non vi fosse alcuna relazione da emendare! Tale manovra ha reso possibile mantenere in vita una relazione che in effetti era morta. Tutte le regole e le procedure consuetudinarie possono essere state violate, ma ciò non sembra preoccupare l’onorevole Corbett, fiancheggiato dal presidente della commissione. Dobbiamo chiederne il motivo. Dopotutto, nel 2004, la soglia è stata aumentata in base al fatto che il Parlamento europeo constava allora di 25 paesi invece di 15. Da allora hanno aderito altri due paesi, ma questo non giustifica una modifica così drastica del Regolamento. Dicono che nei parlamenti nazionali in molti casi la soglia è superiore, ma ciò che dimenticano di dire è che il Parlamento europeo ha una limitazione aggiuntiva – una limitazione geografica. Per quanto ne so, nessuna limitazione di questo tipo esiste in nessun parlamento nazionale. Perché, allora, questa drastica modifica delle regole sulla costituzione dei gruppi politici? Somiglia molto di più a una diabolica alleanza tra i due maggiori gruppi del Parlamento al fine di creare un sistema bipartitico. Senza dubbio, se fossi paranoica, direi che somiglia a un’alleanza diabolica con un sinistro ulteriore motivo, che consiste nel rendere molto difficile la costituzione di gruppi politici appartenenti all’opposizione; gruppi quali quello a cui io stessa appartengo. Il Parlamento non ha alcun diritto di giudicare le opinioni politiche. Solo gli elettori hanno tale diritto. I membri eletti nel corso di legittime elezioni democratiche sono partecipanti legittimi del processo democratico. Hanno tutti i diritti di agire su queste basi. E’ non sta né al Gruppo socialista del Parlamento europeo, né al gruppo del Partito popolare europeo (democristiani), né ai Democratici europei rendere loro difficile esercitare il loro mandato.

Desidero raccomandare a tutti i membri di non votare a favore di emendamenti di relazioni che non esistono. Questa vuole essere la mia raccomandazione sia per oggi che per il futuro. Si sta semplicemente esagerando, qualora mai volessimo essere presi sul serio in qualità di assemblea legislativa.

 
  
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  Frank Vanhecke (NI). (NL) Il relatore stesso ha in effetti affermato di cosa tratta la presente relazione: riguarda l’ulteriore intensificazione del ruolo del Parlamento europeo come sorta di rappresentante di un pensiero eurocratico monodimensionale e l’abolizione di quel po’ di libertà di cui godono i gruppi politici minori. Il ruolo del Parlamento è quello di servire i mandarini europei e non più quello di rappresentare la diversità politica tra i nostri popoli. In che farsa antidemocratica si sta trasformando la vostra Europa!

Il famoso emendamento 6 sulle interrogazioni parlamentari costituisce altresì ancora un’altra riduzione dei nostri diritti. Inoltre, leggiamo che tale regola viene introdotta perché la Commissione europea – e cito – “ha […] deplorato l’elevato numero di interrogazioni e la conseguente mole di lavoro amministrativo che i suoi servizi devono sostenere per l’elaborazione delle risposte”. Penso tuttavia che sia più probabile essere tra i membri del Parlamento europeo che sentono la necessità di deplorare il pessimo modo in cui molti Commissari europei rispondono appena alle nostre interrogazioni scritte, vale a dire senza arrivare al punto, in modo incompleto e a volte con un rifiuto appena mascherato di fornirci le informazioni corrette.

Faremmo meglio a inserire una procedura disciplinare per i Commissari invece di rendere difficile ancora una volta ai membri del Parlamento europeo svolgere il lavoro per cui sono pagati.

 
  
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  Timothy Kirkhope (PPE-DE).(EN) Signor Presidente, il presente dibattito riguarda gli aspetti pratici del Parlamento ed è nostro compito chiederci se sono pratiche le proposte riguardo ai gruppi. E’ senza dubbio tenendo presente la praticità, di fronte al requisito fondamentale dei 30 membri, che ho presentato il mio emendamento – credo fosse il mio emendamento, onorevole Corbett – che permetteva al Presidente del Parlamento, con l’accordo della Conferenza dei Presidenti, di permettere a un gruppo di continuare il proprio lavoro per un periodo di tempo limitato, qualora ricadesse al di sotto di quella particolare soglia.

In commissione si è in generale concordato sul fatto che fosse una buona idea evitare che un gruppo fosse tenuto in ostaggio da un membro che minaccia di andarsene e di conseguenza sciogliere istantaneamente tale gruppo. Ecco perché sono in qualche modo attratto da questo nuovo compromesso che è stato proposto per un limite di 25 membri. Mi sembra essere un’idea sensata, che attenuerebbe una delle difficoltà a cui facevo riferimento quando ho preparato il mio emendamento.

Dobbiamo sempre ricordare, tuttavia, che siamo stati eletti al fine di rappresentare le opinioni e gli interessi del nostro elettorato nel suo complesso. E’ un fatto che il nostro spettro elettorale europeo si estende su una varietà di opinioni sempre più ampia, il che è positivo per la democrazia. Non è solo il numero dei membri ad aumentare in questo Parlamento; è altresì la diversità di opinione, che portano con sé. Se dobbiamo adempiere con successo al nostro mandato parlamentare, dobbiamo avere l’opportunità di rispecchiare le opinioni dei nostri elettori nazionali. In un piccolo gruppo qui nel Parlamento europeo potrebbe tranquillamente rappresentare un grande insieme di opinioni negli Stati membri. Dobbiamo essere in grado di lavorare in modo costruttivo in qualità di Parlamento e altresì, ancor più importante, in linea con i desideri delle persone che rappresentiamo, a prescindere da come ciò sia formulato nella disposizione e composizione dei nostri gruppi.

Pertanto, accogliendo con favore il presente possibile compromesso, accolgo un approccio sensato e pragmatico nei confronti di questa questione. Mi auguro che non ci permetteremo di cadere nella trappola di presumere che un numero inferiore di gruppi significhi necessariamente maggiore democrazia.

 
  
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  Kristian Vigenin (PSE).(BG) Signor Presidente, onorevoli colleghi, penso che la proposta contenuta nella relazione dell’onorevole Corbett meriti attenzione e, a mio avviso, arriva giusto in tempo, dato che in effetti con la sua adozione non minacciamo nessuno dei gruppi attualmente esistenti in seno al Parlamento europeo. Sono a favore di un funzionamento più efficace del Parlamento nel corso del prossimo mandato, dal 2009 al 2014. Abbiamo discusso ripetutamente il significato di tali modifiche, ma la limitazione delle opportunità dei membri eletti al Parlamento europeo di esprimere la loro opinione non è mai stata discussa. Tuttavia, dato che il nostro Parlamento è un parlamento ampio, forse, come diciamo, il più grande parlamento democraticamente eletto del mondo, la sua essenza di Parlamento europeo è contenuta proprio nei gruppi parlamentari, nei gruppi politici, che rappresentano non le nazioni dei membri eletti che in essi partecipano, bensì rappresentano le tendenze politiche che uniscono i membri. Questo è altresì il significato del grande potere, delle grandi opportunità che sia i gruppi politici che i loro leader hanno nell’attività del nostro Parlamento.

Ecco perché penso anche che ora, dovessimo trovarci per errore nella situazione di accusare i socialisti e i democristiani di essere antidemocratici, non avremo ragione. Piuttosto il contrario, penso che in questo modo offriremo l’opportunità di profilare in modo molto più chiaro i gruppi politici che riusciranno a formarsi e a operare effettivamente nel corso del prossimo mandato del Parlamento europeo. Certo, ritengo altresì che sia facile parlare a nome di un gruppo politico che nel prossimo parlamento non rischia di presentarsi senza il numero necessario di membri. Penso in ogni caso che i gruppi esistenti oggi saranno in grado di continuare a esistere nel corso del prossimo mandato. Inoltre, la nostra presenza qui, in questo Parlamento, è ampiamente dovuta al potere dei partiti politici che rappresentiamo. Non dobbiamo considerare l’uno separato dall’altro. Ecco perché non dobbiamo pensare che la vita politica dell’Europa ruoti qui, in Parlamento, incondizionatamente, e che dipenda dai due gruppi politici, né che dobbiamo dimenticare i partiti che rappresentiamo. E in tal senso propongo di avanzare davvero verso il compromesso suggerito e di appoggiare la proposta dell’onorevole Corbett.

 
  
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  Gerard Batten (IND/DEM).(EN) Signor Presidente, questo Parlamento parla frequentemente di apertura, trasparenza e democrazia, ma non sempre le dimostra.

In questo caso, il relatore, l’onorevole Corbett, è stato molto aperto e trasparente riguardo a ciò che tenta di ottenere: desidera rendere più difficile la formazione e il funzionamento dei gruppi piccoli; desidera negare loro le risorse e i privilegi a cui attualmente hanno diritto e che li mettono in condizione di rappresentare la volontà di coloro che li hanno eletti. L’onorevole Corbett desidera far fallire, se ne è possibilmente in grado, i gruppi politici che non approva. Ciò è assolutamente antidemocratico. Perché il volere degli elettori europei non deve essere espresso in gruppi politici, composti da coloro che essi eleggono, per quanto tali gruppi possano essere piccoli. Perché no? Perché l’onorevole Corbett non pensa che dovrebbe essere permesso loro!

Queste regole, se adottate, farebbero fallire, ad esempio, il mio stesso gruppo – il gruppo Indipendenza e democrazia. Il gruppo IND/DEM è stato senza dubbio composto al fine di opporsi alla Costituzione europea e abbiamo avuto molto successo, avendo speso denaro per le campagne per il “no” in occasione dei referendum francese, olandese e, più di recente, irlandese. Ecco perché l’onorevole Corbett e altri eurofili vogliono cercare di mettere fuori gioco, se sono in grado, il nostro gruppo e altri come il nostro, che verranno eletti dopo il 2009. Le sue credenziali completamente antidemocratiche sono trasparenti e tutti le possono vedere.

 
  
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  Maria da Assunção Esteves (PPE-DE).(PT) Signor Presidente, il Parlamento deve interpretare la democrazia in modo democratico. Ciò significa che il Regolamento non deve essere preso isolatamente; esso deve piuttosto essere interpretato alla luce della base morale del suffragio e del principio di rappresentanza, in quanto significa autolegislazione e autonomia dei cittadini. Traendo qualche osservazione da tale principio, desidero dire quanto segue: dal mio punto di vista, l’emendamento proposto dall’onorevole Corbett è corretto in principio, ma la ragione per cui un gruppo, che ricade al di sotto della soglia minima necessaria nel corso di una legislatura, deve continuare a esistere, risiede in particolare nel fatto che le scelte democratiche degli elettori sono altresì quasi sempre operate tenendo conto del gruppo politico del Parlamento europeo a cui appartengono i candidati.

Gli elettori non sono indifferenti al fatto che un candidato sia eletto per occupare i seggi del gruppo socialista al Parlamento europeo o del gruppo del Partito popolare europeo (Democratici cristiani) e Democratici europei. Essendo questo il caso, ritengo che tale emendamento, piuttosto che contenere un potere discrezionale per il Presidente del Parlamento, debba contenere un potere vincolante, piuttosto che un permesso, un dovere, e il periodo per la continuazione del gruppo può solo essere, da un punto di vista democratico, esattamente pari al periodo di una legislatura. Altrimenti staremmo completamente sovvertendo i principi di libertà che costituiscono ciò che siamo.

La mia seconda osservazione riguarda il tentativo di imitare ciò che fanno i parlamenti nazionali. I parlamenti nazionali fungono davvero da modelli per noi, ma in questo caso dobbiamo imitarli cum grano salis, con cautela, dato che la proliferazione di gruppi nella democrazia europea può completare la mancanza di rappresentanza che getta l’Europa da una crisi all’altra.

La proliferazione qui può compensare la persistente separazione tra i cittadini europei e coloro che li rappresentano. Inoltre, più pluralità esiste, più diventerà palese l’arrivismo politico intenso e difficoltoso che normalmente porta ai nostri consensi, dato che neanche qui i consensi sistematici sono esenti da polemiche.

Avere molti gruppi può aiutare il Parlamento a politicizzare la burocratica Europa, dato che una democrazia è una democrazia e non un ordine.

 
  
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  Paul Rübig (PPE-DE).(DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, non dovremmo destinare alcun ulteriore sostegno finanziario ai membri e rappresentanti che si esprimono contro la democrazia a livello europeo.

 
  
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  Jim Allister (NI). − (EN) Signor Presidente, è molto facile riconoscere l’agenda di coloro che stanno insistendo per un innalzamento della soglia per i gruppi politici di quest’Aula. E’ palesemente uno spudorato tentativo di far fuori i gruppi più piccoli, che il più delle volte sono i meno entusiasti – in effetti rischiano di essere molto critici nei confronti del prezioso progetto europeo. L’onorevole Corbett sta in realtà cercando in politica un approccio del tipo rullo compressore. Per questa ragione è in prima fila questa sera a difesa della decisione democratica della commissione.

E’ stato giustamente affermato che si può giudicare un parlamento, il suo valore e la sua integrità da come tratta le minoranze. Secondo i parametri di questa relazione, l’onorevole Corbett avrebbe retrocesso quest’Assemblea nella cabale antidemocratica dei grandi gruppo, dove le decisioni non vengono prese in quest’Aula ma nell’ambito di intese tra i due principali partiti.

 
  
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  Søren Bo Søndergaard (GUE/NGL). (DA) Signor Presidente, desidero contestare un assunto fondamentale, ossia l’assunto secondo cui dividendoci in gruppi più piccoli avremo maggiore coerenza politica. Potrei andare e aderire al gruppo socialista al Parlamento europeo, ma questa scelta non ne rafforzerebbe la coerenza politica. Analogamente, potrei unirmi al Partito popolare europeo (Democratici cristiani) e dei Democratici europei, ma posso garantire che non la coerenza politica del gruppo non aumenterebbe – per nulla. la presente proposta non è sulla coerenza politica, pertanto. E’ sulla creazione di grandi numeri di indipendenti che non desiderano appartenere ai gruppi che dispongono di un mandato sufficiente per essere istituiti. Questo, a propria volta, significherà che milioni di europei non vengono rappresentati da un gruppo politico nel Parlamento europeo. Non lo considero uno sviluppo positivo. Soprattutto, non lo considero uno sviluppo democratico. In ultimo, vorrei chiedere all’onorevole Corbett – ora siamo sul tema della coerenza politica – se la proposta che presenta qui gode del sostegno unanime del gruppo PSE o se in realtà all’interno del gruppo serpeggia un profondo malcontento.

 
  
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  Íñigo Méndez de Vigo (PPE-DE).(ES) Signor Presidente, la discussione di questa notte è interessante, perché ho ascoltato il relatore dire del proprio testo che era ispirato dall’onorevole Bonde che, al pari di Rodrigo Díaz de Vivar, El Cid Campeador, ha vinto delle battaglie dopo la morte. Poi è arrivata l’onorevole Dahl, che ha sostituito l’onorevole Bonde, e ha paragonato il relatore a Kafka, paragone di certo favorevole; questo per dire che l’onorevole Dahl non dovrebbe essere così d’accordo con l’onorevole Bonde. Poi l’onorevole Batten ci ha confessato che il denaro del gruppo parlamentare è stato utilizzato per interferire nelle consultazioni referendarie nazionali. Immagino che i questori avranno qualcosa da commentare al riguardo, onorevole Batten, perché è vietato impiegare il denaro per simili scopi.

Che dire dell’onorevole Voggenhuber? Cosa posso dire dell’onorevole Voggenhuber, che viene dal paese che ha organizzato in modo straordinario Euro 2008, che tanto ha deliziato non spagnoli? L’onorevole Voggenhuber ci ha accusato di manipolazione e ha criticato l’emendamento di compromesso, e poi si scopre che l’ha firmato.

In breve, signor Presidente, nell’interesse della coerenza, e per essere in linea con quanto affermato dagli onorevoli Szájer, Kirkhope, Esteves e Rübig, il gruppo del Partito popolare europeo (Democratici cristiani) e dei Democratici europei voterà a favore.

 
  
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  Hans-Peter Martin (NI).(DE) Signor Presidente, “Rischiamo una democrazia audace” era il titolo di un importante articolo che ho scritto per il Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung due settimane fa. Sono venute da me persone appartenenti ai circuiti dei socialdemocratici e mi hanno detto “Proprio così!”, e non solo perché il titolo riprendeva una famosa dichiarazione del grande Willy Brandt. Che cosa state combinando qui ora, onorevole Corbett e onorevole Leinen? Adesso le cose vanno esattamente nel verso opposto e sapete cosa state facendo.

Ricordo bene cosa avete detto quando si è discusso l’ultimo innalzamento della soglia per l’accesso dei gruppi. Ricordo l’onorevole Leinen dai gironi in cui era ancora un democratico retto. Dovrebbe fare un passo indietro e pensare attentamente a quale causa sta servendo. Con quello che sta facendo qui, lei sta distruggendo la democrazia. Lei si occupa degli Haider e degli Strache, dell’estrema sinistra, gente fatta di una stoffa che fa sembrare persino Lafontaine un politico da strada. Vergogna! Fermatevi e pensate, e ritirate questo emendamento per il bene dell’Europa. Non siate degli “antieuropei”.

 
  
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  Jean-Claude Martinez (NI).(FR) Signor Presidente, c’è un mercato unico, c’è una moneta unica, pertanto sarebbe sensato ci fosse un gruppo unico, che in ogni caso sarebbe molto più efficiente. Ci sarebbe un unico portavoce e le cose sarebbero suddivise più facilmente. L’onorevole Corbett propone di innalzare la soglia a 30. Mi sembra altamente pericoloso, perché gli irlandesi, i francesi e i danesi possono mandarne 31, e questo ci causerebbe reali problemi. Personalmente penso che ci occorra una soglia variabile; rimarrebbe a 30, ma il Presidente potrebbe usare il proprio potere discrezionale per aumentarla a 35 o a 40 se i deputati che vogliono unirsi non sono totalmente iscritti.

Durante la Quarta repubblica, si usava una pratica nota come “destituzione”. All’inizio della legislatura, la maggioranza decideva se rinnovare l’ufficio di un particolare membro del Parlamento o se togliergli il seggio. Questo metodo è perfetto. L’onorevole Corbett potrebbe essere incaricato, per esempio, di togliere il seggio a chiunque non condivida le sue opinioni. Potremmo quindi organizzarci in questo modo: coloro che non hanno condiviso le opinioni dell’onorevole Corbett dovranno versare la loro retribuzione a lui o al suo gruppo. In ogni caso, niente di tutto ciò importa; gli irlandesi hanno dimostrato che si può adottare qualsiasi norma di desideri. Non funziona più come qui, onorevole Corbett.

 
  
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  Richard Corbett, relatore. (EN) Signor Presidente, mi sono goduto la presente discussione. Ho apprezzato le assurde affermazioni pronunciate riguardo a questo cambiamento, ossia che aumentare la soglia per creare un gruppo in questo Parlamento da 20 a 25, o forse 30 deputati, decreterebbe in qualche modo la fine della democrazia e la fine del pluralismo in Parlamento. Che scemenza! E’ una modesta proposta. Persino 30 sarebbe ben al disotto della soglia prevista nella maggior parte dei parlamenti nazionali che tutti noi riteniamo perfettamente democratici. Allora, perché non qui?

L’idea che questo sia un attacco ai gruppi esistenti è assurda. Mi ha fatto piacere che il portavoce del gruppo UEN abbia riconosciuto che tale cambiamento non inciderebbe sul suo gruppo. Mi sono stupito che l’onorevole Batten abbia ritenuto che il suo gruppo ne sarebbe stato interessato. Ho pensato che si aspettasse di acquisire seggi nelle prossime elezioni europee. Credo piuttosto che perderanno seggi e che saranno annientati in modo da non raggiungere neppure le attuali soglie. Pertanto, non saranno interessati né in un modo né in un altro in ogni caso.

Per quanto riguarda l’idea che questo cambiamento miri a una particolare impostazione quale quella degli euroscettici, com’è stato ipotizzato, di nuovo, quale assurdità! Gli euroscettici sono sempre stati rappresentati in questo Parlamento, ben rappresentati, hanno quasi sempre avuto un gruppo politico e sono sicuro che la situazione non cambierà. Rappresentano un piccolo ma significativo segmento dell’opinione pubblica e ovviamente prendono parte ai nostri dibattiti. Questa situazione non cambierà con la presente proposta.

La proposta non è radicale. E’ una proposta pratica, sensibile e dettata dal buon senso, volta a esaminare qual è un livello sensibile in un Parlamento allargato per una soglia atta a creare un gruppo politico.

Non è una proposta radicale, non è rivolta a nessuno in particolare. Sono lieto che molti gruppi vedano il senso di trovare un compromesso tra due opinioni su questo aspetto e trovare un compromesso circa la modesta proposta della soglia dei 25.

 
  
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  Presidente. − La discussione è chiusa.

La votazione avrà luogo mercoledì 9 luglio 2008.

 
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