Presidente. – L’ordine del giorno reca le dichiarazioni del Consiglio e della Commissione sulla situazione in Cina dopo il terremoto e prima dei Giochi olimpici.
Jean-Pierre Jouyet, Presidente in carica del Consiglio. – (FR) Signor Presidente, Commissario, onorevoli colleghi, la Cina è un partner strategico per l’Unione europea. La nostra politica e le nostre relazioni commerciali sono particolarmente forti; vorrei evidenziare che l’Unione europea è il maggior partner commerciale della Cina.
Il coinvolgimento della Cina a livello internazionale, come nella risoluzione delle maggiori regionali e globali, è di grande importanza per l’Unione europea. L’Unione ha inoltre lo scopo di incoraggiare lo sviluppo e le riforme in Cina a beneficio non solo del paese stesso, ma anche – date le sue dimensioni – dell’intero pianeta, perciò è in questo contesto che abbiamo seguito con seria preoccupazione le conseguenze del terremoto che in maggio ha colpito la provincia del Sichuan e accertato la portata del disastro; con più di 70 000 morti e 18 000 dispersi, il sacrificio finale oltrepassa gli 80 000 individui. Inoltre, più di 5 milioni di persone hanno perso la loro casa. Per molte settimane, il terremoto e le sue gravi conseguenze umane e materiali hanno portato la Cina a mobilitare il suo intero apparato e la comunità internazionale ha riconosciuto gli sforzi compiuti dalla Cina per rispondere velocemente e con efficacia al disastro.
L’Unione europea ha risposto velocemente fornendo aiuti umanitari e il meccanismo comunitario di protezione civile è stato immediatamente attivato il 13 maggio per coordinare gli aiuti in natura dagli Stati membri; aiuti per un totale di 25 milioni di euro forniti dalla Comunità europea, inclusi gli Stati membri – di cui 2,2 milioni di euro sono stati forniti dalla Commissione – sono stati veicolati attraverso la Croce rossa.
Parlando in generale, constatiamo che la Cina ha giocato un ruolo effettivo durante le operazioni di soccorso e che, con l’assistenza della comunità internazionale, sta compiendo sforzi considerevoli per arginare le conseguenze del disastro. Le autorità cinesi sono state molto aperte verso gli aiuti internazionali e verso la copertura dei media durante questo avvenimento; quindi, vorremmo rendere loro lode per il notevole sussidio e per gli sforzi di ricostruzione.
D’altra parte, com’è noto, abbiamo seguito da vicino e con un po’ di preoccupazione, gli avvenimenti del Tibet e continuiamo a tenere sotto stretto controllo i futuri sviluppi della regione. Nella dichiarazione fatta dalla Presidenza slovena il 17 marzo a nome dell’Unione europea, quest’ultima ha espresso la propria profonda apprensione in merito ai continui aggiornamenti sulle agitazioni in Tibet e ha portato la propria partecipazione e le proprie condoglianze alle famiglie delle vittime. E’ stata invocata la moderazione da più parti e le autorità cinesi sono state incoraggiate a trattenersi dall’usare la forza, così come è stato chiesto ai dimostranti di desistere dalle violenze.
Nel nostro messaggio alle autorità cinesi, abbiamo chiesto di intavolare un dialogo con il Dalai Lama per discutere delle questioni chiave, come la preservazione della cultura, della religione e delle tradizioni tibetane. Abbiamo anche spinto affinché le informazioni fossero trasparenti e affinché a media, diplomatici, turisti e agenti dell’ONU fosse concesso libero accesso al Tibet. Il Tibet è stato nuovamente aperto ai turisti alla metà di giugno.
Abbiamo inoltre approvato l’incontro informale che si è tenuto il 4 maggio tra le autorità cinesi e gli inviati del Dalai Lama; crediamo che questo sia un passo nella giusta direzione e abbiamo espresso la speranza che ciò possa condurre a un ulteriore ciclo di dialoghi costruttivi con il Dalai Lama. Le autorità cinesi e i rappresentanti del Dalai Lama si sono ancora incontrati l’1, il 2 e il 3 luglio a Pechino. E’ ovviamente troppo presto per commentare questa tornata di conferenze, ma speriamo che da entrambe le parti si possa procedere in maniera costruttiva.
Le autorità cinesi hanno confermato che il governo centrale di Pechino e il rappresentante del Dalai Lama si sono accordati per tenersi in contatto e per continuare le loro consultazioni; hanno anche espresso la speranza che il Tibet possa essere riaperto ai giornalisti e alle persone nel prossimo futuro, una volta che l’ordine pubblico sia stato ristabilito nella regione.
Mentre tutte le attese sono concentrate sulla cerimonia di apertura dei Giochi olimpici, ogni Stato membro deciderà il grado in cui desidera esserne rappresentato. Permettetemi di sottolineare che, a questo proposito, la Cina ha affermato in più occasioni di essere lieta di offrire un caloroso benvenuto a tutti i leader dell’Unione europea.
Dopo essersi consultato con tutte le sue controparti del Consiglio europeo, il Presidente della Repubblica ha annunciato la sua intenzione di essere presente alla cerimonia di apertura nel suo duplice ruolo di Presidente della Repubblica francese e di Presidente in carica del Consiglio.
Signor Presidente, Commissario, onorevoli colleghi, questo conclude le informazioni che oggi desideravo sottoporre alla vostra attenzione.
Benita Ferrero-Waldner, Membro della Commissione. − (EN) Signor Presidente, sono convinta anch’io che le relazioni strategiche UE-Cina siano vitali per l’Unione europea e ritengo che lo siano anche per la Cina, così come per il resto del mondo.
Guardando indietro, questa primavera è stata una prova per le relazioni UE-Cina. Le agitazioni in Tibet hanno portato a proteste diffuse in tutta Europa e all’interruzione della staffetta della torcia olimpica in molte capitali europee. A loro volta, gli ultimi avvenimenti hanno portato a un’ondata di sentimento nazionalista in Cina e a sentimenti anti-europei, che si sono tradotti in campagne di boicottaggio contro gli interessi europei in Cina. Di conseguenza, è nata della preoccupazione per il sempre più ampio divario tra le opinioni pubbliche cinese ed europea e la percezione l’una dell’altra.
Fortunatamente, questi sviluppi hanno avuto vita breve. Due eventi sono stati funzionali all’inversione della tendenza emergente. Il primo è stato la visita della Commissione a Pechino il 24-26 aprile, alla quale ho partecipato con il Presidente Barroso. L’altro sono state le conseguenze del terribile terremoto che ha colpito la provincia di Sichuan in maggio.
Permettetemi di parlare separatamente di entrambi. Inizialmente, la visita che abbiamo fatto in aprile si è focalizzata sullo sviluppo sostenibile e sul cambiamento climatico, ma ha anche dato l’opportunità di evidenziare direttamente con i leader cinesi la preoccupazione dell’UE per la situazione in Tibet. Ricorderete che quando il 26 marzo ho riferito in questa sede, ho auspicato una ripresa delle consultazioni tra i rappresentanti del Dalai Lama e il governo cinese. Durante le conferenze in aprile, il presidente Hu Jintao ci annunciò che la Cina avrebbe a breve ripreso le consultazioni con i rappresentanti del Dalai Lama. Questa fu una richiesta chiave dell’Unione europea.
Il risultato della nostra visita a Pechino ha provato che l’approccio coerente della Commissione per un legame costruttivo con la Cina ha portato a risultati tangibili e che, quindi, si è dimostrato essere il giusto approccio.
L’altro evento che ha segnato un punto di svolta nelle relazioni tra la Cina e il resto del mondo, come ha già detto il Presidente in carica del Consiglio, è stato il terremoto nel Sichuan. La portata della catastrofe umana provocata dal terremoto e la sofferenza della popolazione sono state enormi: 70 000 persone sono state dichiarate morte e più di 10 milioni di persone sono divenute profughi.
Ciò ha provocato un’effusione di simpatia internazionale e di supporto per le vittime. Ma, ancora più importante, il governo cinese ha reagito al terremoto in modo veloce e ben coordinato, impiegando oltre 130 000 soldati per il salvataggio e garantendo alla stampa libero accesso alle aree colpite. Questa reazione mette in una luce positiva la Cina moderna.
Il Presidente in carica del Consiglio ha già accennato a ciò che noi, come Unione europea, abbiamo donato e, quindi, non aggiungerò niente in merito. Consentitemi di passare direttamente alla situazione per com’è oggi.
Tre eventi da ora alla fine dell’anno rivestono un’importanza cruciale per le relazioni UE-Cina dal punto di vista cinese e penso sia lo stesso per noi: le Olimpiadi di Pechino, il vertice ASEM, che avrà luogo a Pechino il 24-25 ottobre e il Vertice UE-Cina, che avrà luogo l’1 dicembre in Francia. Durante questo periodo, il governo cinese sarà particolarmente sensibile ai messaggi che arriveranno dall’estero. Ora più che mai è necessario evitare fraintendimenti e continuare la nostra politica di impegno costruttivo.
La situazione in Tibet continuerà a focalizzare l’attenzione durante questi mesi. Oggi possiamo dire di essere tornati indietro alla situazione antecedente al 14 marzo poiché le consultazioni tra il governo cinese e i rappresentanti del Dalai Lama sono state riprese all’inizio di maggio e un nuovo ciclo di discussioni ha avuto luogo la settimana scorsa; ma sono d’accordo sul fatto che non sia possibile dare una piena valutazione. Continueremo a incoraggiare entrambe le parti a continuare i colloqui in maniera produttiva e orientata al risultato.
Lo scorso mese, il 24 giugno, la Cina ha fatto un passo positivo consentendo nuovamente l’accesso ai turisti stranieri in Tibet. Sebbene le visite controllate di diplomatici e giornalisti stranieri abbiano ricominciato ad aver luogo fin da marzo, noi continuiamo a premere per un accesso libero dei giornalisti stranieri.
Per quanto riguarda i Giochi olimpici, noi tutti auspichiamo che ci sia una possibilità per la Cina e per il mondo di avvicinarsi l’uno all’altra. Speriamo che la Cina abbia successo in questo.
In ottobre, il vertice ASEM, al quale io parteciperò, sarà una buona opportunità per sottolineare le nostre relazioni con la Cina e, nel fare ciò, per portare avanti importanti questioni di interesse globale.
In conclusione, spero che, in particolare durante il prossimo vertice UE-Cina, potremmo raggiungere un progresso concreto sul numero di tematiche reciprocamente importanti, come il cambiamento climatico, le negoziazioni in corso per concludere un accordo di partenariato e cooperazione UE-Cina, i diritti umani e le questioni economiche e commerciali. Questi sono i nostro obiettivi da qui all’1 dicembre. Penso sia vitale che la partnership strategica continui a essere saldamente sviluppata, considerando anche l’impegno esistente.
Georg Jarzembowski, a nome del gruppo PPE-DE. – (DE) Signor Presidente, signor Presidente in carica, Commissario, il mio gruppo intende far riferimento in primo luogo alla risoluzione sul disastro naturale in Cina e sulla situazione in Tibet, che il Parlamento europeo ha adottato a grande maggioranza il 22 maggio di quest’anno.
Il gruppo PPE-DE accoglie con entusiasmo l’impegno dedicato al governo cinese alla ricostruzione delle aree colpite dal terremoto. Allo stesso tempo, comunque, ci aspettiamo che il governo cinese assicuri che le nuove case e gli altri nuovi edifici siano costruiti per resistere alle scosse di terremoto, poiché dobbiamo ricordare il triste fatto che sono stati i difetti strutturali a portare al crollo di molte scuole e che molti alunni hanno perso la vita. Ci aspettiamo che questo aspetto sia indagato e che i responsabili siano chiamati a renderne conto.
Il gruppo PPE-DE nota con grave preoccupazione che il governo cinese non ha ancora colto l’opportunità offerta dall’organizzazione dei Giochi olimpici di incrementare il rispetto dei diritti umani universali in Cina. Nel paese, l’intimidazione dei cittadini cinesi e le restrizioni ai rappresentanti dei medi sembrano essere ancora maggiori con l’avvicinarsi dei Giochi olimpici.
Per questo motivo, facciamo appello al governo cinese affinché ripristini i diritti civili universali, in particolar modo la libertà di stampa, in occasione dei Giochi olimpici e che continui a garantirli anche in seguito.
(Applausi)
Infine, il gruppo PPE-DE fa appello al governo cinese affinché dimostri buona volontà durante le consultazioni in corso con il Dalai Lama e le conduca a una conclusione positiva, che dovrebbe includere una clausola sull’autonomia del Tibet. Giudicheremo inaccettabile che il governo cinese usi queste consultazioni per superare il periodo dei Giochi olimpici, lasciandole cadere in seguito.
Ci aspettiamo un risultato che incrementi l’autonomia e i diritti umani del Tibet.
(Applausi)
Libor Rouček, a nome del gruppo PSE. – (CS) Onorevoli colleghi, prima di tutto vorrei esprimere la mia ammirazione per come le autorità cinesi hanno gestito il periodo immediatamente successivo al distruttivo terremoto che ha scosso la provincia del Sichuan e che ha coinvolto quasi 10 milioni di persone. Ho visto con favore il fatto che la Cina abbia immediatamente aperto le sue frontiere agli aiuti stranieri e posso garantire, a nome del gruppo PSE, che continueremo a fare il possibile affinché gli aiuti europei siano inviati nella maniera più veloce ed efficace. In merito al Tibet, approvo il ripristino dei contatti e le due tornate di consultazioni che hanno avuto luogo tra le autorità cinesi e gli inviati del Dalai Lama. Ritengo che sia un buon punto di partenza, considerando quali erano gli eventi in marzo e credo, inoltre, che questi contatti e queste consultazioni continueranno fino al raggiungimento di una soluzione accettabile per entrambe le parti. La Cina ha di recente riaperto il Tibet ai turisti stranieri e, secondo il New York Times, più di 1 000 tibetani detenuti dopo le dimostrazioni di marzo sono già stati rilasciati. Tuttavia, voglio ancora fare appello alle autorità cinesi affinché forniscano informazioni alle famiglie sulle condizioni di quanti sono ancora detenuti. Per quanto riguarda i Giochi olimpici, auguro sia alla Cina che al Comitato olimpico internazionale buoni e fortunati giochi, poiché sono convinto che questi giochi, se ben organizzati, possano aiutare a migliorare la situazione dei diritti umani in Cina.
Marco Cappato, a nome del gruppo ALDE. – Signor Presidente, onorevoli colleghi, nessuno qui mette in discussione l’importanza dei rapporti di ogni tipo con il governo cinese né tantomeno la solidarietà in conseguenza del terremoto. Qui c’è un problema, in particolare nella presentazione che la Presidenza del Consiglio ha fatto. E’ una presentazione che fa completamente l’economia di quello che è il ruolo che quest’Unione europea può e deve giocare nell’affermazione dei diritti civili e politici di tutte le persone che vivono sul suolo cinese, in Tibet e non solo in Tibet.
(Applausi)
Bisogna dire una parola su questo, perché altrimenti salutare in questo modo il fatto che vengono riammessi i turisti stranieri, senza dire una parola su quanto è accaduto, sulle condanne, i processi pubblici, la militarizzazione di Lhasa, in occasione del passaggio della torcia olimpica, le libertà che continuano a non esserci, le torture che si continuano a fare, questo è un modo parziale di affrontare un problema. Magari questo ruolo parziale poi favorirà una reazione che verrà tacciata di essere ingenua, idealistica, sterile, perché ci sono le persone che pensano alle cose serie, ai buoni rapporti con la Cina, e poi ci sono le persone che pensano alle cose ingenue e inconsistenti, che saremmo noi.
Questo è il risultato prodotto da una presentazione come quella che lei ha fatto: non menzionate nemmeno il popolo uighuro, semplicemente perché non dispone di un leader transnazionale della non violenza, come il Dalai Lama, credo che sia grave quando si parla di Cina. E allora che Europa è un’Europa che davanti a tutto questo dice: “Ciascun capo di Stato decida per conto suo se va e se non va e noi Francia intanto abbiamo consultato i nostri partner e andiamo come Presidenza dell’Unione europea”. Ma quale Presidenza? Ma quale Unione europea? Questa è l’Europa delle patrie e giustamente la Cina non considera in nessun modo l’Europa delle patrie come capace di una politica che possa intimidirla nel rispetto dei diritti umani dei cittadini cinesi e non solo.
(Applausi)
Presidente. – E’ veramente difficile chiedere a un oratore di interrompersi, specialmente quando sta parlando con trasporto, ma, la prego, provi a rimanere nei tempi stabiliti.
Hanna Foltyn-Kubicka, a nome del gruppo UEN. – (PL) Signor Presidente, vorrei ancora una volta portare la sua attenzione sull’incontrovertibile catastrofica situazione politica in Tibet. Nell’avvicinarsi dei Giochi olimpici, le autorità della Repubblica popolare cinese stanno intensificando le loro politiche circa questa regione. Inviare l’esercito nei monasteri tibetani col pretesto di cercare armi e terroristi è diventata una pratica regolare. Il risultato di queste azioni è la requisizione di opere d’arte raccolte in quei luoghi e ciò è accompagnato dalla distruzione di oggetti di culto. Informazioni che arrivano da istituti di ricerca indipendenti e da organizzazioni per i diritti umani ci parlano di recenti avvenimenti come quelli accaduti nel monastero di Tsendrok nella provincia di Amdo Maima. I giochi inizieranno tra meno di un mese. Ogni giorno che passa si dimostra la fiducia che avevamo sul fatto che ci sarebbe stato un cambiamento nella politica interna cinese era senza fondamento. Spero tuttavia che l’interesse dell’Europa su questo argomento non si esaurisca con la fiamma dei Giochi olimpici a Pechino.
Daniel Cohn-Bendit, a nome del gruppo Verts/ALE. – (FR) Signor Presidente, signor Presidente in carica, congratulazioni per l’ipocrisia, le bugie e la dissimulazione a proposito dell’evento olimpico. Ne abbiamo abbastanza! Vi state comportando nella maniera in cui i governi si sono per anni comportati nei confronti del totalitarismo sovietico. E’ sempre la stessa vecchia storia ed è sempre la stessa trama che tessete da anni per noi che siamo qui.
Voi parlate della situazione dei giochi dei negoziati. Se chiedeste ai tibetani come sono andate le negoziazioni, questi risponderebbero che sono costantemente soggetti a umiliazioni durante il corso dei negoziati e che sono sottoposti a continui ricatti – da questo punto di vista, il Dalai Lama e i suoi rappresentanti sono trattati nella maniera in cui Brezhnev trattava Dubček – con l’effetto “se vi muovete, spareremo alla maggior parte di voi”. Questo è quello che è stato detto durante i negoziati e adesso il Presidente in carica, il Presidente della Repubblica francese, dirà “Ben fatto, Cina! Mostraci cosa fare quando qualcuno si muove”. Questa è l’esagerata risposta cinese, come se l’accenno di Sarkozy a “ripulire i sobborghi con un tubo di aria compressa” sia stata una risposta eccessiva.
Questa è la verità; e adesso voi dite che questi sono i valori dell’Europa. Su quali basi, quando e come? Bene, ora che tutti sono presenti – e questo è un momento nero per questa Camera – vorrei congratularmi con il presidente del gruppo dei socialisti e con il presidente del gruppo PPE, sono tutti qui. Per dire cosa esattamente? Per dire cosa, qui oggi? Tutti dicono “le cose andranno meglio grazie alle Olimpiadi”.
Nel 2001, abbiamo detto che se avessimo dato i Giochi olimpici alla Cina le cose sarebbero andate meglio. Dal 2001 non è successo niente e le cose vanno di male in peggio. Quindi, cosa ci state dicendo? Che in quattro settimane le cose andranno meglio? Perché dovrebbero andare meglio? I cinesi stanno predominando. Il Partito comunista cinese sta predominando. Più duramente essi si comportano, più vi piegate sulle ginocchia; e più vi piegate sulle ginocchia, più si avvicinano al trionfo.
Perché pensate che questa situazione possa cambiare? Controlleranno tutto alle Olimpiadi. Controlleranno le stazioni radio, controlleranno le reti televisive, ma non controlleranno Sarkozy, questo è sicuro. Lo inviteranno anche a mangiare con le bacchette. Sarà molto bello. Gli dimostreranno affetto e lo aduleranno. Allora, Sarkozy dirà: “Queste sono tre stazioni nucleari e 36 treni ad alta velocità”, e non so cos’altro. Questo è aberrante. E’ disprezzabile e credo che, se l’Europa non si sveglia, se continueremo a proiettare questa immagine di un’Europa di mercanti, incapace di difendere i più fondamentali diritti in Europa o in qualsiasi altra parte del mondo, bene, non siamo degni di costruire l’Europa e questo è quanto dovrebbe venir detto al Presidente del Consiglio in carica.
(Forti applausi)
Jiří Maštálka, a nome del gruppo GUE/NGL. – (CS) Grazie, signor Presidente. E’ sempre più difficile vedere la trave nel nostro occhio che la pagliuzza nell’occhio altrui. In primo luogo, vorrei esprimere la mia solidarietà alle vittime di questo immane disastro e anche la mia ammirazione, come ha fatto il mio collega Rouček, per il modo in cui il governo cinese ha reagito per salvare le vittime. Voglio anche ringraziare la Commissione, che è stata insolitamente veloce nel fornire aiuti finanziari, e dire che sono certa che non ci saranno limiti a questi aiuti. Penso di parlare per la maggioranza di noi quando dico che desideriamo che i Giochi olimpici siano gestiti in maniera sicura e all’insegna del fair play e non solo negli stadi. Ovviamente, noi rispettiamo le caratteristiche tipiche della storia e della cultura cinesi. Tuttavia, questi due eventi ci danno l’opportunità di condurre un dialogo ancora più intenso e di raggiungere risultati tangibili nelle discussioni con le nostre controparti della Repubblica popolare cinese in merito sia all’ecologia sia ai diritti umani.
Bastiaan Belder, a nome del gruppo IND/DEM. – (NL) Nel pomeriggio di mercoledì 18 giugno avrei dovuto avere un incontro con tre rispettabili, pacifici cittadini cinesi in un hotel di Pechino. Un’ora prima di quando avremmo dovuto incontrarci sono venuto esplicitamente a conoscenza che due di essi erano stati prelevati dal servizio di sicurezza e che il terzo era stato ufficialmente messo in guardia di non parlare con me. I due che erano stati detenuti sono stati rilasciati 31 ore dopo. La linea ufficiale è stata che il rilascio non è avvenuto in quanto i due non erano stati arrestati, ma semplicemente “interrogati”.
Comunque sia andata, le autorità cinesi hanno voluto chiaramente evitare ogni contatto personale tra un membro del Parlamento europeo e questi tre cittadini cinesi. Ma io comprendo appieno il loro abominevole comportamento. Pechino certamente non si poteva aspettare che da tre principali rappresentanti delle fiorenti chiese protestanti potesse venir fuori una buona propaganda per i Giochi olimpici. Alla vigilia di questo grandioso spettacolo sportivo, i membri delle chiese protestanti che non sono ufficialmente registrati sono soggetti a persecuzioni religiose sempre più aspre.
I leader progressisti cinesi preferiscono tenere gli strazianti dettagli di questa repressione saldamente nascosti. Naturalmente. Dopotutto, che onore c’è nel condannare un semplice ministro della chiesa di Pechino ai lavori forzati? Per tre anni egli ha dovuto passare dalle dieci alle dodici ore al giorno costruendo campi da calcio per i Giochi olimpici. E’ stato detto abbastanza a proposito della forma cinese di lavori forzati!
E che cosa fare di quei funzionari cinesi che hanno arrestato membri delle chiese per essersi prodigati a dare un aiuto pratico, volontariamente e al di fuori di una ben radicata credenza altruistica, alle vittime del terribile terremoto nella provincia del Sichuan? Questo è veramente inaccettabile. Signor Presidente, molto prima che inizino i Giochi olimpici in Cina, vorrei dimostrare che Pechino ha estinto la fiamma olimpica con il suo evidente disprezzo dei diritti fondamentali!
Edward McMillan-Scott (PPE-DE). - (EN) Signor Presidente, vorrei iniziare esprimendo le mie condoglianze ai parenti di quanti hanno perso la vita e a quelli che hanno sofferto a causa del terremoto.
Ma voglio in particolare, se posso, rivolgere i miei commenti al Presidente in carica del Consiglio Jouyet per la sua odierna dichiarazione sul fatto che il Presidente Sarkozy, che arriverà qui domani, parteciperà alla cerimonia di apertura dei Giochi olimpici.
Vorrei ricordare l’editoriale nel numero di oggi del giornale locale Les Dernières Nouvelles d’Alsace: “L’Europe a capitulé”, l’Europa ha capitolato. Non solo il Presidente Sarkozy parteciperà ai Giochi olimpici, ma il 16 giugno con il permesso delle autorità francesi sono state anche sospese le trasmissioni di un gruppo che trasmette in Cina via Eutelsat. Questo è stato fatto prima. In questa occasione, ho pregato il governo francese di permettere a NDTV di riprendere le trasmissioni.
Vorrei sottoporre oggi ai relatori delle Nazioni Unite un dossier concernente alcune delle persone che ho contattato mentre mi trovavo a Pechino due anni fa. Il signor Cao Dong continua a essere torturato in una prigione del Nord-Est della Cina. Il signor Niu Jinping è stato arrestato nuovamente il 20 aprile 2008 e lo stanno torturando. Sua moglie, la signora Zhang Lianying, è stata ripetutamente torturata e imprigionata quattro volte. Sto inserendo nel mio sito Internet un dossier sui 50 tipi di tortura che sta patendo. Del signor Gao Zhisheng, un avvocato cristiano per i diritti umani, so che è stato malamente trattato all’inizio di quest’anno. Egli è ancora sotto arresto. Il signor Hu Jia è stato arrestato dopo aver testimoniato al sottocomitato “Diritti umani e democrazia” del Parlamento europeo.
Questo è un regime arbitrario, brutale e paranoico. Dovremmo tenere la politica fuori dallo sport; dovremmo tenere il Presidente Sarkozy lontano da Pechino.
(Applausi)
Robert Evans (PSE). - (EN) Signor Presidente, come molte altre persone qui presenti, sette anni fa quando le Olimpiadi furono assegnate alla Cina ebbi delle serie riserve. Ma esse furono assegnate solo dopo una serie di assicurazioni date dalle autorità sul fatto che i diritti delle minoranze sarebbero stati rispettati, che si sarebbe posto fine agli abusi e alle torture e che le ben documentate violazioni dei diritti umani sarebbero state affrontate.
Arrivando velocemente ai nostri gironi, sappiamo che le nostre preoccupazioni sono grandi come sempre, se non di più. Altri hanno parlato degli abusi, l’onorevole Cappato è stato eloquente sul Tibet e l’onorevole Cohn-Bendit e altri ne hanno parlato. Sappiamo delle violazioni della giustizia naturale. La Cina compie più esecuzioni capitali in un anno di tutti gli altri paesi messi assieme. Penso che sarà una vergogna per l’Europa se il prossimo mese il Presidente Sarkozy e una fila di capi di governo dell’UE e presidenti e principi saranno là, a battere le mani assieme ai leader cinesi, conferendo loro, quindi, credibilità quando non lo meritano e dando loro il via libera per continuare nel modo in cui hanno operato finora. I Giochi olimpici dovrebbero rispecchiare gli ideali olimpici e ciò che sta succedendo in Cina in questo momento va loro contro.
Dirk Sterckx (ALDE). - (NL) Come Presidente della Delegazione delle relazioni con la Cina, sono d’accordo con il Commissario quando dice che abbiamo dei legami strategici con la Cina e che questi sono essenziali per entrambi. Stiamo certamente mirando a legami economici, ma anche a qualcosa di più. Penso che dovremmo porre enfasi su questa cosa.
Ci sono altre due cose che considero importanti: i diritti umani individuali e la libertà d’espressione. Ci sono tematiche che ritornano ogni volta che abbiamo contatti con la delegazione o con i suoi membri, con i nostri colleghi cinesi. Non siamo d’accordo, ma proviamo a discuterne e proviamo a scambiare idee e argomentazioni. E’ difficile, a volte è un lavoro duro, ma è qualcosa che il Parlamento deve continuare a fare incessantemente.
Abbiamo fatto dei progressi? Forse troppo pochi e troppo lentamente; penso però che essi siano stati fatti. Vorrei spingere il Parlamento europeo a non dimenticare che è necessario mantenere i contatti con la Cina e continuare a far sollevare queste questioni per quanto difficile sia, per quanto stancante e a volte frustrante. Penso però che sia l’unico modo per andare avanti. Questo perché il destino dei cinesi non è deciso qui in quest’Aula, ma in Cina e dai cinesi stessi. Sono loro gli unici da convincere, non noi.
Thomas Mann (PPE-DE). - (DE) Signor Presidente, c’è stata un’ondata globale di solidarietà per le vittime del devastante terremoto del 12 maggio in Cina. Una considerevole quantità di aiuti sono stati riversati sul paese, eppure all’interno dei suoi confini sono state fatte distinzioni, misure anti-separatiste sono andato mano nella mano con gli sforzi fatti per portare soccorso per il disastro. E’ totalmente irrilevante se le persone appartengano a una maggioranza o a una minoranza, essi sicuramente hanno bisogno di ricevere aiuto. Non dovrebbe esserci più motivo per enfatizzare le sofferenze; questa è una nozione impraticabile. Dopo tanto tempo, alla Cina si dovrebbe consigliare di aprirsi. Questo dovrebbe includere il libero accesso dei giornalisti e degli osservatori stranieri a tutte le zone della Cina. Alla NTDTV, l’unica televisione non sottoposta a censura in Cina, deve essere permesso di riprendere senza ritardo le trasmissioni.
Molti capi di Stato o di governo non si sono ancora espressi in merito alla raccomandazione fatta dal nostro Parlamento europeo, in merito all’astensione alla partecipazione alla cerimonia d’apertura dei Giochi olimpici. Noi sosteniamo la posizione adottata Angela Merkel in Germania, dal Primo Ministro britannico, Gordon Brown, dal nostro Presidente Hans-Gert Pöttering e da altri personaggi pubblici di spicco, che hanno deciso di stare lontani dalla cerimonia dell’8 agosto. Il Presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha detto che la sua posizione dipende dall’esito dei negoziati tra i cinesi e i rappresentanti del Dalai Lama. I negoziati sono stati infruttuosi e tali rimarranno; ne consegue, che egli dovrà rimanere a Parigi.
(Applausi)
Prima dei giochi, lasciate che vi ricordi la condizione dei tibetani. Ci sono più di 200 morti a seguito delle proteste del 14 marzo e 5 000 tibetani sono stati imprigionati, la maggior parte dei quali senza un processo. A migliaia hanno subito lesioni, come risultato delle violenze fisiche usate nei processi di rieducazione patriottica. Questo, signor Presidente, vuole essere un promemoria per tutti quelli che hanno ancora intenzione di esaltare Pechino..
(Applausi dal gruppo Verts/ALE)
Alexandra Dobolyi (PSE). - (HU) Grazie per avermi concesso la parola, signor Presidente. Organizzare i Giochi olimpici è una sfida da qualsiasi prospettiva, ma è anche una straordinaria opportunità per i cittadini cinesi di dimostrare di aver compreso i valori universali e lo spirito dei Giochi olimpici. “Un mondo, un sogno”: lo slogan delle Olimpiadi di Pechino mette appieno in evidenza e rappresenta fedelmente i principi dei giochi. Credo che le Olimpiadi si assicureranno un’opportunità eccellente per approfondire e per estendere la nostra cooperazione e il dialogo con la Cina in molte aree.
Tuttavia, non dobbiamo dimenticare il terremoto di maggio e la distruzione che ha causato migliaia di morti e che ha fatto milioni di senzatetto. Dobbiamo assicurare al paese supporto in tempi difficili, ma dobbiamo sempre ricordare al governo l’importanza di riforme democratiche e apportare critiche costruttive in molti campi.
Sono tra quelli che credono che l’Unione europea debba continuare un dialogo con la Cina orientato al risultato per i diritti umani, ma dobbiamo accettare che i risultati possono avvenire solo passo dopo passo. Sì, i risultati stanno arrivando: solo alcuni giorni fa è stata avviata una linea aerea di connessione diretta tra la Cina e Taiwan dopo una mancanza durata molte decadi. I confronti sono nuovamente attivi. Qui, allo stesso modo, siamo interessati a un dialogo pragmatico e orientato al risultato che tenga in considerazione i valori tibetani e cinesi e indichi la strada per il futuro. Grazie molte.
Cornelis Visser (PPE-DE). - (NL) Signor Presidente, le Olimpiadi di Pechino si apriranno l’ottavo giorno dell’ottavo mese del 2008. L’otto è un numero fortunato nella cultura cinese ed è associato alla buona sorte e alla prosperità. Spero che questa data porti fortuna al popolo cinese. Economicamente, infatti, la Cina sta andando molto bene. “Non importa se una gatto è bianco o nero fintanto che caccia i topi”, come Deng Xiaoping era solito dire. Egli ha aperto il paese allo sviluppo economico straniero. Un po’ alla volta l’economia cinese sarà liberalizzata. La Cina è adesso un partner solido per lo sviluppo economico. E’ felice, per esempio, che la sua valuta sia ancorata non solo al dollaro ma anche all’euro e ad altre valute. La Cina ha il suo ruolo costruttivo nell’economia mondiale.
Le cose non vanno bene in merito ai diritti umani. Purtroppo, certamente non vanno bene per la stessa popolazione cinese. Ho trovato spiacevole che in occasione di un evento gioioso come quello dei Giochi olimpici, siano state messe delle restrizioni sul satellite di trasmissione cinese, che trasmette dall’occidente. Spero che le autorità cinesi utilizzeranno l’opportunità dei giochi per mostrare alla loro popolazione che le regole non si applicano solo nelle arene sportive, ma soprattutto al dovere incombente sul governo di rispettare i diritti umani e la libertà di espressione.
Bogdan Golik (PSE). - (PL) Signor Presidente, 69 000 persone sono morte in conseguenza del terremoto del 12 maggio 2008, più di 18 000 sono disperse e il numero dei feriti supera le 37 000. Questo evento ha scosso non solo i cinesi, ma il mondo intero. Sono probabilmente l’unica persona alla Camera oggi che era presente in quel momento: ero a Pechino e a Shanghai e vidi la solidarietà di quelle persone, i cinesi, che si sono identificati con le vittime della tragedia.
Cogliendo il vantaggio di questa opportunità, mi piacerebbe esprimere la mia ammirazione per quelle migliaia di addetti al salvataggio e di volontari dal mondo intero, da Taiwan, dal Giappone, dall’Australia e, soprattutto, dalla Cina, la solidarietà e l’impegno dei quali, in queste tragiche circostanze, ha meritato un elogio speciale. Vanno allo stesso modo riconosciute le azioni intraprese dall’Unione europea. Il governo cinese, con il supporto delle autorità locali, ha messo a disposizione la somma di 10 miliardi di euro per le vittime del disastro. Il supporto straniero complessivo ricevuto da Pechino è di 5 miliardi di euro. La maggior parte di questi fondi proviene dagli emigrati cinesi che vivono nelle diverse parti del mondo.
Credo che le attività dirette alla specifica assistenza umanitaria siano più utili e che il dialogo abbia maggior successo degli slogan e degli appelli per il boicottaggio e le proteste.
Nirj Deva (PPE-DE). - (EN) Signor Presidente, questa Camera deve promuovere la scienza politica, cosa che tristemente oggi non sta facendo.
Dieci milioni di senzatetto è un enorme disastro, il peggiore del mondo. Abbiamo visto in azione un governo e una guida cinese concentrata e incentrata sulla popolazione in un’area a grande densità, che include più di un milione di tibetani. Diversamente dalla Birmania, dove i governanti non si curavano e non si curano della popolazione, il governo cinese in modo evidente si cura del proprio popolo. Questo è evidente di per sé per chiunque abbia visto gli sforzi per i soccorsi.
I diritti umani in Cina non possono essere determinati da altri paesi, poteri, organizzazioni o persone del resto del mondo. Possono essere determinati solamente dagli 1,3 miliardi di cinesi per loro stessi. Sappiamo bene che questo popolo può essere eloquente, che può esibire e mostrare la propria rabbia e questo succede in situazioni difficili.
La situazione dei diritti umani in Cina sta migliorando e può migliorare ulteriormente. Non fa alcuna differenza che il Parlamento e i miei colleghi alzino la voce in merito a ciò che non va. Ci stiamo, come al solito, ingannando su quanto importanti siamo. Sarà il popolo cinese che, emergendo dalla povertà, chiederà per sé una maggiore espressione democratica. Quattrocento milioni di persone sono emerse dalla povertà, un considerevole risultato. Ma la popolazione cinese è spaventata. Voltando loro le spalle come abbiamo fatto con la torcia olimpica, possiamo solo esasperare il popolo cinese, non il suo governo. Questa distinzione è importante e dovrebbe essere ricordata.
Marianne Mikko (PSE). - (ET) Onorevoli colleghi, negli anni il movimento olimpico si è battuto per un mondo migliore. Il grande evento che sta per ricominciare a Pechino ha attirato l’attenzione sul Tibet e sui diritti umani. Il dialogo tra Pechino e il Dalai Lama può continuare definitivamente. Dando alla Cina l’opportunità di ospitare questo evento sportivo mondiale, il Comitato olimpico internazionale ha imposto molto chiaramente la condizione che entro il 2008 la Cina dovesse rispettare i diritti umani. Sappiamo che questo non è successo.
Le Olimpiadi non sono mai state solo sport. I principi dei Giochi olimpici echeggiano quelle dell’UE al massimo grado, mi riferisco ai basilari diritti umani dei cittadini, per i quali non è ammesso alcun compromesso. La Carta asserisce che il paese ospitante debba sostenere la dignità umana e non opprimere i cittadini sulla base della nazionalità o del credo religioso. Di conseguenza io condivido l’opinione che il Presidente Sarkozy stia a Parigi davanti alla televisione, non nello stadio olimpico di Pechino.
David Hammerstein (Verts/ALE). - (ES) Signor Presidente, l’esperienza dell’organizzazione dei Giochi olimpici in Cina ci ha insegnato una lezione: per violare sistematicamente i diritti umani, è necessario essere una nazione grande ed economicamente forte; non di certo lo Zimbabwe o Cuba, né d’altra parte la Birmania. E’ necessario essere una nazione dove centinaia di aziende occidentali hanno le loro basi, dove milioni di persone lavorano in condizioni di semi-schiavitù. E’ necessario mantenere uno stile pomposo e aggressivo e, a quel punto, l’Unione europea si inchinerà e striscerà ai suoi piedi.
José Ribeiro e Castro (PPE-DE). – (FR) Signor Presidente, porgo le mie condoglianze ai parenti delle vittime del terremoto e desidero esprimere la mia sincera tristezza. Tuttavia, ci sono altri argomenti dei quali è necessario discutere e mi riferisco, in special modo, al Consiglio poiché ricordo il commento fatto dal Presidente Sarkozy qualche mese fa, al tempo degli incidenti in Tibet.
Quella che abbiamo appena sentito è una proposta per trasformare lo sport in cattiva politica e la politica in un ridicolo sport, e questo è inaccettabile. E’ inaccettabile che il Presidente Sarkozy vada a rappresentare l’Unione europea a Pechino senza visitare i prigionieri politici. Sarebbe vergognoso per i nostri leader recarsi a Pechino senza proferire una sola parola circa la dura realtà della situazione. Questi leader non sarebbero più in grado di mantenere la loro dignità davanti alle Istituzioni europee. E’ essenziale che si torni su questi argomenti in settembre.
Manolis Mavrommatis (PPE-DE). - (EL) Signor Presidente, solo un mese prima delle Olimpiadi, la Cina sta ancora subendo il tragico impatto del terremoto. Sfortunatamente, è servito un terremoto con migliaia di disgrazie e di senzatetto affinché il governo della Repubblica popolare cinese realizzasse che la solidarietà delle nazioni che offrono aiuto è essenziale.
Comunque, ciò ha obbligato la Cina ad aprire i propri confini, permettendo in questo modo ai mass media e alle agenzie per gli aiuti umanitari, di raggiungere aree che finora avrebbero potuto essere difficilmente raggiunte anche solo come visitatori.
Gli eventi seguiti al terremoto in Cina hanno portato a un ammorbidimento, che ha avuto effetti nel mondo intero essendo ora legato alla pacifica coesistenza dei popoli. La bandiera olimpica e il sacro fuoco dell’antica Olimpia rinsalderanno le posizioni ideali tra le cose che ci separano, ma anche e soprattutto tra quelle che ci uniscono.
Eva Lichtenberger (Verts/ALE). - (DE) Signor Presidente, quando il Presidente Sarkozy ha parlato del risvegliarsi delle agitazioni in Tibet, provai una grande ammirazione per la Francia e per il suo ruolo di guardiano dei diritti umani. Da allora la situazione è molto peggiorata, con il raggiungimento di livelli record del numero dei detenuti.
La situazione in Tibet non è mai stata così tesa. La censura dei media non è mai stata così rigida come ora. Dal mio punto di vista, la reazione del presidente è uno schiaffo in faccia a tutti quelli che si stanno battendo per i diritti umani. Stiamo frustrando le speranze di tutte quelle persone che in Cina fanno affidamento sulla nostra pressione per aiutarli nello sforzo di introdurre la democrazia in Cina.
Colm Burke (PPE-DE). - (EN) Signor Presidente, il Comitato olimpico internazionale ha giustificato l’assegnazione delle Olimpiadi del 2008 alla Cina, affermando che questo avrebbe aiutato il paese ad aprirsi a miglioramenti nell’ambito dei diritti umani.
Tuttavia, le autorità cinesi non hanno ancora dato ascolto agli appelli internazionali che chiedono di smettere di portare avanti le rappresaglie alle rivolte del 14 marzo 2008 in Tibet. I partecipanti alla protesta sono ancora tracciati, detenuti e arbitrariamente arrestati e alle loro famiglie non è fornita alcuna informazione sulle loro condizioni, nonostante questo sia richiesto dalla legge cinese.
Mi appello alla Cina perché mantenga l’impegno pubblico che ha preso in merito al rispetto dei diritti umani, dei diritti delle minoranze, della democrazia e del ruolo della legge. Questo era l’accordo principale preso con il COI quando si è consentito alla Cina di ospitare i giochi.
Questa è un’opportunità storica e unica per la Cina di dimostrare al mondo la volontà di migliorare il proprio livello dei diritti umani, ma secondo me non stiamo vedendo sufficienti progressi in merito.
Ana Maria Gomes (PSE). - (EN) Signor Presidente, appoggio il fatto che le Olimpiadi si tengano a Pechino, ma spingo anche i governi e le Istituzioni europee a chiedere che la Cina rispetti il suo impegno in merito ai diritti umani, vale a dire quelli sottoscritti al fine di ottenere le Olimpiadi a Pechino.
Ciò richiede che i rappresentanti europei che partecipano, o parteciperanno, ai Giochi olimpici usino questa opportunità per attirare l’attenzione sulla situazione dei diritti umani in Cina. E’ molto grave. Ci sono molte persone in prigione, incluso Hu Jia, imprigionato dopo averci parlato qui al Parlamento europeo in videoconferenza. Non possiamo accettare che queste persone continuino a rimanere in prigione senza spiegazione delle autorità cinesi.
Czesław Adam Siekierski (PPE-DE). - (PL) Signor Presidente, molti paesi e i loro leader, inclusi quelli europei, sono entusiasti di mantenere buoni rapporti con la Cina, per ottenere contratti o accordi economici, ponendo scarsa attenzione alla mancanza di democrazia e al fallimento del rispetto dei diritti umani. L’opinione mondiale, i leader mondiali e le istituzioni globali dovrebbero agire insieme e indirizzare diversi tipi di pressione in difesa di valori come la libertà, i diritti umani e la democrazia. Se saremo divisi, allora non saremo in grado di agire assieme e otterremo uno scarso effetto. Le Olimpiadi sono una buona opportunità per questi tipo di provvedimenti. La comunità internazionale dovrebbe agire in modo da aiutare un popolo che ha sofferto in conseguenza di un tragico terremoto.
Jean-Pierre Jouyet, Presidente in carica. – (FR) Signor Presidente, onorevoli colleghi, in primo luogo non è stata l’Unione europea a decidere nel 2001 che le Olimpiadi si sarebbero tenute a Pechino; è stato il Comitato olimpico internazionale.
In secondo luogo, come avete detto, gli ideali olimpici esistono, ma non riguardano la politica, essi riguardano lo sport, cosa che il Comitato olimpico internazionale ha ripetuto molte volte.
In terzo luogo, non credo che il modo migliore per combattere per i diritti umani in Cina e di avere un dialogo esauriente, sia quello di lavarci la coscienza dicendo “Io non ci andrò, ma guarderò comunque la cerimonia d’apertura in televisione”, come ha appena detto uno dei membri. Non penso che il problema ruoti realmente attorno a questa questione. Inoltre, faccio notare che una parte dei membri, di vari gruppi politici e di diverse convinzioni, ha anche espresso il loro punto di vista alla Camera circa il dialogo che dovremmo avere con le autorità cinesi.
Qualunque siano le attuali difficoltà, dobbiamo continuare a fare il possibile nelle relazioni dell’UE con la Cina. Solo un’Unione forte metterà in grado entrambe le parti di sostenere una discussione aperta – come noi tutti chiediamo – su qualsiasi questione, anche su quelle che sembrano più spinose; l’Unione europea non ha aspettato che accadessero quegli eventi in Tibet per cominciare questo dialogo. Vogliamo stabilire un dialogo con la Cina su un numero sempre maggiore di argomenti di interesse bilaterale e globale, che non siano puramente commerciali, in caso contrario sarebbe un grossolano travisamento. Questo punto è stato toccato anche dal Commissario Ferrero-Waldner. Abbiamo bisogno di un dialogo esauriente con la Cina, perché questo paese ha un ruolo importante da giocare nella comunità internazionale e noi dobbiamo fare tutto il possibile – i Giochi olimpici sono altresì un mezzo per questo fine – per assicurarci che la Cina sia più efficacemente integrata nella comunità internazionale.
In più, vorrei evidenziare che dobbiamo mantenere un dialogo strategico con la Cina, in particolare in vista dell’imminente vertice che si terrà in seno alla Presidenza francese. Non è stato durante la Presidenza francese che si è scelta la data per questo vertice. Esso avrà luogo nella seconda metà del 2008. Tocca a noi assicurare che i preparativi si svolgano nelle migliori circostanze possibili e questo vertice fornirà un’opportunità alla partnership tra la Cina e l’Unione europea di dedicarsi a nuovi argomenti, in particolare quelli riguardanti le azioni da intraprendere per il cambiamento climatico e gli standard sociali e ambientali, come molti di voi hanno detto.
La determinazione della Cina a giocare un ruolo più importante nell’arena internazionale deve essere accompagnata da nuove responsabilità nel campo dei diritti umani, nella sfera sociale e siamo preparati a lavorare verso questo obiettivo e l’Unione europea è senza dubbio il partner più adatto per aiutare la Cina in questo cammino.
Riguardo a ciò, dopo aver consultato i suoi colleghi e le controparti e dopo aver ricevuto il loro consenso, il Presidente Sarkozy, nel suo ruolo di Presidente dell’Unione europea, si assume la responsabilità di intavolare un dialogo esauriente tra l’Unione europea e la Cina. Se la Cina desidera avere un ruolo maggiore nel panorama mondiale, dovrà portarne le conseguenti responsabilità. Sono stati fatti molti paragoni, ad esempio dall’onorevole Cohn-Bendit. Ho notato il paragone con l’URSS di Brezhnev. Vogliamo veramente un conflitto tra due blocchi antagonisti? Non sono stati fatti progressi nel dialogo, come nel caso di questo grande paese? Noi giochiamo un ruolo chiave nel raggiungere questi progressi ed è anche attraverso il dialogo e gli sviluppi democratici che i nostri valori hanno prevalso, come sempre. Dobbiamo intrattenere con la Cina un dialogo stimolante, nel quale nessun argomento sia tabù e dobbiamo incoraggiarla a impegnarsi in tutti i campi, quello politico, sociale e dei diritti umani.
In realtà, alcuni membri hanno menzionato la pena di morte. Dobbiamo porre all’attenzione della Cina anche questo argomento, ma dobbiamo porlo all’attenzione anche di altri paesi e spero che alcuni membri conservatori, i quali hanno appena relazionato sull’argomento, lo faranno. Vorrei ricordarvi che ci sono altri paesi in cui la pena di morte è in vigore e che hanno relazioni con l’Unione europea; tuttavia, non abbiamo bisogno di avere questo dialogo esauriente. Dobbiamo anche procedere con cautela e sono pienamente d’accordo con ciò che la Commissione ha affermato in merito al Consiglio, cioè che non è necessario esacerbare i sentimenti nazionalisti in Cina mentre sta per ospitare un evento molto importante per tutto il paese, un paese che cerca di ottenere l’integrazione nell’arena internazionale.
Con questo spirito, assumendosi tutte le responsabilità che sono legate al suo ruolo e agendo nella piena consapevolezza della natura dei valori europei, il Presidente Sarkozy, nel suo nuovo ruolo, visiterà Pechino per convogliare questo messaggio e anche per dimostrare che abbiamo fede in uno sviluppo positivo di questo grande paese, in merito alla sua integrazione nel panorama mondiale. Abbiamo già visto segnali tangibili di progresso in Birmania e nella risoluzione dei conflitti con l’Iran e nella Corea del Nord; queste sono tutte aree in cui abbiamo bisogno dell’apporto cinese. Ciò implica chiaramente molto più dei semplici interessi commerciali.
Infine, vorrei dire all’onorevole Cappato che, in tutte le nostre relazioni, siano esse all’interno dell’UE – in relazione alle minoranze – o tra l’Unione e alcuni dei suoi partner, dobbiamo avere le stesse richieste ed essere cauti prima di dare lezioni di moralità al mondo intero.
PRESIDENZA DELL’ON. MIGUEL ANGEL MARTÍNEZ MARTÍNEZ Vicepresidente
Benita Ferrero-Waldner, Membro della Commissione. − (EN) Signor Presidente, il mio intervento sarà brevissimo in quanto molto è già stato detto.
Vorrei solo ribadire che il rapporto con la Cina è piuttosto sfaccettato. Ciò significa che abbiamo un ampio raggio d’azione in questo rapporto strategico. Oltre all’ambiente, il commercio, la cultura – quali che siano i vari dialoghi e discussioni settoriali che abbiamo – esprimiamo anche le nostre preoccupazioni riguardo i diritti umani di cui si è parlato oggi in modo particolarmente serio. Ci preoccupa in particolare la situazione di coloro che difendono i diritti umani o dei dissidenti in prigione oppure l’applicazione della pena di morte. E’ vero, moltissime persone vengono condannate alla pena di morte. Lo abbiamo sempre detto chiaramente, come pure i presunti casi di tortura o maltrattamento.
Abbiamo questo dialogo sui diritti umani. E’ vero che a volte non è soddisfacente, ma non abbiamo altri strumenti. Dobbiamo continuare ad avere un dialogo con la Cina. C’è un detto in Germania: Steter Tropfen höhlt den Stein (a goccia a goccia s’incava la pietra). Questo è ciò che stiamo tentando di fare.
(Applausi)
Presidente. − In chiusura della discussione, comunico di aver ricevuto cinque proposte di risoluzione ai sensi dell’articolo 103, paragrafo 2, del regolamento.
La discussione è chiusa.
La votazione si svolgerà domani, alle 9.00, in via eccezionale, a causa della presentazione del programma per la Presidenza francese.
Dichiarazioni scritte (articolo 142)
Zita Pleštinská (PPE-DE), per iscritto. – (SK) I Giochi olimpici di Pechino si stanno avvicinando ma, stando alle informazioni in mio possesso, la situazione relativa ai diritti umani in Cina non è migliorata. Al contrario, continuano gli arresti, da parte del regime cinese, di un numero sempre crescente di persone al fine di evitare potenziali dimostrazioni durante i Giochi olimpici.
La libertà di stampa è di estrema importanza perché i media indipendenti sono coloro che forniscono informazione non censurata sulla situazione dei diritti umani in Cina. Per questo è vitale che possano trasmettere anche stazioni TV indipendenti, come la NTDTV. Questa stazione televisiva trasmette in Asia, Europa, Australia e Nord America per 24 ore al giorno, tutti i giorni, in cinese e inglese via satellite. La compagnia francese Eutelsat, che trasmette NTDTV, ha improvvisamente interrotto il segnale sull’Asia il 16 giugno 2008, evidentemente a causa della pressione esercitata dal partito comunista cinese.
Commissario Ferrero-Waldner, mi appello a lei nella speranza che utilizzi, a nome della Commissione, tutti i mezzi possibili per ripristinare le trasmissioni della NTDTV in Asia. Invito inoltre la Presidenza francese a impedire, a nome del Consiglio, le restrizioni alla libertà di parola in Cina.
Faccio appello alle autorità cinesi affinché dimostrino al mondo che il fatto che I Giochi olimpici siano stati assegnati a Pechino abbia avuto come conseguenza un miglioramento della situazione dei diritti umani in Cina. Ritengo che l’apertura del Tibet a turisti, giornalisti e media sarà reale e permetterà di fornire informazioni non censurate sulla situazione in quest’area.
Csaba Sándor Tabajdi (PSE), per iscritto. – (HU) L’allargamento è una delle politiche dell’UE di maggior successo, e allo stesso tempo forse uno degli strumenti più efficaci di politica esterna mai conosciuti. Ogni allargamento, fino ad ora, ha rafforzato l’Unione, stabilizzando e allineando, in genere, i paesi che hanno aderito. I quattro anni che sono trascorsi dall’allargamento avvenuto nel 2004 hanno messo fine alle paure infondate e alle informazioni fuorvianti che lo hanno preceduto: l’allargamento è un successo straordinario, e sia i vecchi che i nuovi ne hanno tratto molti vantaggi. Purtroppo, alcuni politici, in modo consapevole o per pura stupidità, negano il successo dell’allargamento e confondono i cittadini dei vecchi Stati membri. E’ quindi di fondamentale importanza far conoscere alla società i vantaggi e benefici dell’allargamento.
Il no dell’Irlanda al Trattato di Lisbona è davvero una grande barriera per ulteriori allargamenti dell’Unione. Confido, tuttavia, che l’UE troverà presto una soluzione per salvare il Trattato di Lisbona. L’ammissione della Croazia, però, non dovrebbe essere tenuta in ostaggio: l’entrata della Croazia è giuridicamente possibile anche se il Trattato di Lisbona non dovesse essere approvato. La Croazia, quindi, potrebbe diventare membro dell’Unione alla fine del 2009 o agli inizi del 2010, a seconda dello sviluppo dei negoziati di adesione.
Il rapporto tra la strategia dell’allargamento e la politica europea di vicinato è una questione complicata. Concordo, in generale, sul fatto che I nostri vicini europei che non hanno ancora una prospettiva di adesione si spostino da una categoria ad un’altra secondo la realizzazione da parte loro, di obiettivi quantificabili. Al tempo stesso è importante che l’Unione sia in grado di salvaguardare la propria area geopolitica di libertà di movimento e, riguardo alla capacità di integrazione, dovrebbe essa stessa decidere in alcuni casi specifici quali prospettive offrire ai propri partner.